Il termine controriforma è posteriore, storiografico, che sta a significare una serie di strategie
messe in atto dalla Chiesa in quanto istituzione per riavere la potenza e abolire Lutero (la quale si
divideva in
alto clero: vescovi, cardinali, papi…
basso clero: preti, parroci di campagna..) .
Esso, secondo John Stephen Putter, un giurista, in Storia della Religione, nel manuale di storia
tedesca, nel 1770, è il ripristino dell’obbedienza confessionale(delle religioni).
Un altro storico importante che ha contribuito a tale argomento è stato Ranke,storico tedesco del 1800
che coniò il termine Controriforma.
Il periodo della controriforma va dal 1555 al 1648 rispettivamente l’anno della pace di Augusta e di
quella di Westfalia, caratterizzato da un ritorno al dogma cattolico dalla cattedra di S. Pietro.
Molti paesi in Europa , infatti, imponevano il culto religioso da professare (Ad esempio in Francia il
re Filippo II era devoto al cattolicesimo e di conseguenza tutta la popolazione avrebbe dovuto aderire a
tale religione. Chiunque avesse avuto un’idea religiosa differente da quella imposta dallo stato sarebbe
stato punito con l’esilio).
La Spagna ne è l’esempio, essa era una grande potenza coloniale che spiccava per la sua attività
commerciale.
La Spagna doveva parte della sua fortuna alla gestione di tali attività da parte di ebrei e dei cosiddetti
moriskos (arabi sposati con spagnoli).
In seguito a tali trambusti, queste minoranze religiose erano costrette all’esilio, in quanto vigeva il
concetto di “limpieza di sangre” , ossia purezza di sangue (pensiero assolutamente razzista).
Molti si spostarono nei Paesi bassi e in Francia.
Putter afferma che in questo periodo si perde l’unità cattolica che aveva legato il mondo fino a poco
tempo prima. La religione cristiana dunque viene scissa in quelle che chiama religioni confessional
(protestante, anglicane, cattolica.
Tutto quello che abbiamo detto sulla riforma cattolica lo troviamo a livello storiografico con Prodi,
Alberigo, Pastor.
Durante l’ottocento l’aria cattolica parla anche di riforma (riforma autonoma interna alla chiesa, da
parte di quest’ultima volta aricostruire lo spirito della chiesa cattolica, indipendentemente da Lutero)
non solo di controriforma (insieme delle strategie per riportare la chiesa alla potenza e a abolire
Lutero).
Hubert Jedin compone un saggio, nel 1948, che prende il titolo di “Riforma o Controriforma?”, la
domanda in se è retorica e sottintende il fatto che questo periodo è caratterizzato da due aspetti:
la repressione della chiesa
i movimenti interni
Jedin arriva alla conclusione che la riforma e la controriforma sono aspetti inscindibili, sono due
facce della stessa medaglia, due anime che non possono essere scisse.
Età controriforma: fusione della riforma (interna) e della controriforma (esterna).
Jedin scrive anche Storia del Concilio Di Trento, diviso in due parti: la prima in cui spiega cosa
accade durante il concilio, la seconda in cui spiega le conseguenze economiche.
1. Rivendica la centralità della figura sacerdotale nell'esegesi del momenti biblico (il clero
era l’unico che poteva interpretare la bibbia, e ciò rendeva i sacerdoti delle figure sacrali, infatti
erano protette e unte da dio)
2. Ripristino dei sacramenti e dei dogmi eliminati da Lutero e riaffermazione dell’Eucarestia
e della transunstanziazione
3. Istituisce il “corpus Domini”: È una festa mobile: si celebra il giovedì successivo alla
solennità della Santissima Trinità oppure, in alcuni Paesi tra cui l'Italia, la prima domenica di
giugno. In processione veniva portato un ostensorio (una teca), e oggi in segno di devozione si
cospargono petali e coperte pregiate.
4. si introduce il seminario una scuola di formazione per i giovani sacerdoti, i quali venivano
indottrinati. Si comprese che uno dei problemi principali era l’ignoranza dei sacerdoti (80%):
alcuni sacerdoti ad esempio recitavano liturgie in latino senza saperne il significato, per questo
era insegnato loro ciò