Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
PRIMO PIANO
dali dEuropa un voluminoso rapporto - e- Health benchmarking III - da poco pubblicato che la Commissione europea ha affidato a Deloitte e ha presentato a
Budapest a met maggio. Si tratta di unindagine effettuata nel 2010 su ben 906 strutture sanitarie (ospedali pubblici, centri universitari e cliniche) dei ventiset-
te Paesi Ue (pi Croazia, Islanda e Norvegia). E mostra un Vecchio Continente in ritardo e diviso tra un Nord Europa che marcia a passo spedito e il Sud Europa -
compresa lItalia - che fa ancora parecchia fatica. E che difficilmente arriver puntuale allappuntamento previsto dallAgenda digitale europea lanciata da Bruxelles oltre un anno fa che prevede tra le sue scadenze quella di garantire a tutti i cittadini di poter accedere on line ai propri dati sanitari entro il 2015. Tra i Paesi in ritardo, almeno per lIct di cui dovrebbero beneficiare i pazienti, c senzaltro lItalia. Il nostro Paese si piazza al di sopra della media europea per luso dei sistemi Pacs e il telemonitoraggio. vicino alla media per lo scambio di dati sanitari e referti radiologici con centri esterni. Ma ben al di sotto sulluso di banda larga, infrastrutture wireless e cartelle cliniche elettroniche condivise e in grado di comunicare fuori e dentro lospedale. Oltre che per la ricetta elettronica. La situazione, comunque, decisamente a macchia di leopardo in tutta Europa. Con un drappello di Paesi nordici - tra tutti Svezia, Danimarca e Finlandia - che possono vantare gi un pedigree da virtuosi delle cure on line. E gli altri pi indietro a inseguire. Complessivamente il 92% delle strutture sanitarie europee risulta connesso
to in sette Paesi: Belgio, Croazia, Cipro, Islanda, Lituania, Lussemburgo e Slovenia, mentre fanalino di coda sono Bulgaria, Irlanda, Italia, Lituania e Malta. In Italia in particolare c la maggior percentuale di ospedali che dichiara di non utilizzare un sistema Epr. Una caratteristica che il rapporto mette in rilievo lutilizzo dellEpr in base al numero dei posti
letto dellospedale. Quelli con oltre 750 posti letto e gli ospedali universitari hanno solitamente i sistemi migliori e che comunicano di pi rispetto alle altre tipologie di ospedale. Tra quelli censiti nellindagine lItalia la Nazione con il maggior numero di piccoli ospedali intervistati dopo Germania e Francia. Questi due Paesi si collocano nella classifica dellEpr subito sopra (la Francia) e subito sotto
(la Germania) la media dellUe 27+3, mentre i Paesi con Epr pi sviluppato sono quasi tutti (tranne Cipro) quelli senza ospedali dai 100 posti letto in gi, a conferma che le strutture pi piccole penalizzano questo tipo di innovazione. Un altro dato rilevato nel rapporto la caratteristica delle aree a maggior utilizzo di Epr. In testa sono gli ambulatori dei Dipartimenti (89%), seguiti
(1) Sistema Epr ampio e condivisione con il sistema centrale o con altri sistemi Epr locali; (2) Sistema Epr centrale ma che non in grado di dialogare con il sistema centrale; (3) Sistema che non in grado di condividere informazioni;
sono dotati di Pacs nel 74% dei casi e non lo hanno nel 24% delle strutture rilevate dallindagine. Anche in questo caso il maggiore utilizzo dei Pacs negli ospedali pi grandi: 73% di quelli tra 251 e 750 posti letto e 88% in quelli sopra i 750 posti letto. Ed il Nord Europa a detenere il primato con tutti i Paesi (a cui si aggiunge lEstonia) che viaggiano nellordine del 100% di diffusione, seguiti dagli altri mag-
giori partner europei tutti al di sopra della media Ue 27+3, tranne la Francia, al penultimo posto con Cipro e prima della Grecia, fanalino di coda. Tre quarti degli ospedali hanno un sistema Pacs indipendente e questa percentuale maggiore negli ospedali privati (84% rispetto al 73% di quelli pubblici). Solo un quarto degli ospedali, invece, ha i Pacs come parte di un network nazionale o
regionale. Come per lEpr, anche i Pacs hanno diversi livelli di accessibilit. Al top ci sono ovviamente i reparti di radiologia (93%), seguiti dagli ambulatori dei dipartimenti (83%) e dal pronto soccorso (78%). Nel 77% dei casi in cui sono presenti, i Pacs sono diffusi a livello di singolo reparto e nel 73% delle sale operatorie. Ma la percentuale crolla a livello di posto letto e appena si esce dagli ospedali: lo stesso
staff della struttura pu utilizzarli fuori di questa solo nel 41% dei casi, mentre altri soggetti al di fuori dello staff anche se dentro lospedale hanno accesso ai Pacs solo nel 37% dei casi. Al letto del paziente i Pacs sono consultabili solo nel 35% dei casi e da soggetti esterni alla struttura nel 27%. Dove i Pacs servono davvero a poco per sono le ambulanze: il loro utilizzo si ferma al 6% dei casi.
PRIMO PIANO
Confronto Italia-Europa (% soluzioni positive)
con una banda larga, ma quelle che usano quelle pi potenti (con una velocit di almeno 50 Mbs, megabytes al secondo cio) sono solo il 41 per cento. Il 54% dei centri ha un sistema wi-fi, ma di questi solo il 18% ha un sistema wireless unico per supportare la maggior parte delle applicazioni allinterno dellospedale. L81% degli ospedali Ue sta sperimentando, poi, uno o pi sistemi di cartella sanitaria elettronica, anche se poi non tutti risultano davvero accessibili a tutto il personale sanitario e soprattutto, come detto, ai pazienti. La percezione che i medici hanno dei vantaggi possibili
con linformatizzazione della cartella clinica va soprattutto in direzione di miglioramenti organizzativi: il 55% la ritiene utile soprattutto a incrementare il numero medio dei pazienti che lospedale pu ammettere in un giorno, mentre il 50% circa la ritiene utile per ridurre le liste dattesa. Poi i giudizi positivi si abbattono e appena il 13% ritiene che la digitalizzazione della cartella clinica possa contribuire a ridurre gli errori medici, mentre solo il 16% le collega lefficienza del proprio lavoro. Non va meglio per quanto riguarda il miglioramento della qualit delle decisioni cliniche, sia sulla
diagnosi che sulla cura, su cui concordano rispettivamente il 25 e il 24% degli intervistati. Infine il 71% usa sistemi di e-booking per le visite con lo staff sanitario, ma solo l8% delle strutture offre la possibilit ai pazienti di prenotarsi direttamente on line le prestazioni sanitarie di cui hanno bisogno.
ON LINE Il testo del rapporto www.24oresanita.com
Il rapporto fa infine il punto sulle prospettive che i medici ritengono possibili per le-health. Dalle interviste ai responsabili delle tecnologie e ai direttori sanitari degli ospedali emerge che la loro priorit - anche per quel che riguarda le strategie di investimento - nei prossimi tre anni soprattutto lo sviluppo della classificazione elettronica dei pazienti nei Dipartimenti (82%). Segue la comunicazione sempre elettronica dei risultati diagnostici come gli esami di laboratorio (73%) e le lastre (61 per cento). I sistemi on line per gli appuntamenti, la ricetta elettronica, il contatto elettro-
nico con i medici sul territorio e la refertazione on line sono a met classifica e rappresentano una priorit per il 45-55% degli intervistati. Allultimo posto della classifica si trovano invece videoconferenze (35%) e telemonitoraggio a domicilio dei pazienti (17%) che a quanto pare non sono ritenuti fondamentali per la digitalizzazione degli ospedali. pagine a cura di Marzio Bartoloni Paolo Del Bufalo
RIPRODUZIONE RISERVATA
Paese Polonia Bulgaria Grecia Irlanda Italia Malta Lituania (4) Nessun sistma Epr
2 3% 4% 1% 33% -
bing connesso alla farmacia interna alla struttura e solo nel 29% dei casi anche o solo a una esterna e questo avviene soprattutto nei grandi ospedali. Il collegamento con farmacie esterne (anche per facilitare i controlli) esiste secondo lindagine in pi della met degli ospedali censiti di Danimarca,
Estonia, Finlandia, Germania, Islanda, Italia, Paesi Bassi, Slovacchia, Spagna e Svezia. Il 34% degli ospedali che hanno dato risposta positiva in questo senso sono in Francia, ma il 97% degli ospedali francesi ha in realt solo un collegamento con la farmacia interna allospedale.
lAgenda digitale europea che prevede il raggiungimento di unampia diffusione dei servizi di telemedicina entro il 2020. In questo caso lofferta maggiore stata rilevata negli ospedali pubblici (10%) e tra questi in quelli universitari (19%). I Paesi migliori da questo punto di vista sono ancora una volta tutti nel Nord Europa con almeno un quarto degli ospedali che
offrono il telemonitoraggio. Tuttavia, lindagine sottolinea anche che in ben 11 Paesi (i pi piccoli) questo servizio del tutto assente (ma in Germania si ferma all1%), mentre al contrario tra i grandi pi comune in Italia, Spagna e Regno Unito. Il 43% degli ospedali in cui presente ha un sistema automatizzato dispositivo-dispositivo, mentre nel 31% dei ca-
si il risultato inviato alla piattaforma-base del web o per e-mail. E solo il 16% degli ospedali prevede anche una videoconferenza con i pazienti. Lindagine conclude commentando che lesiguo numero di risposte a questa domanda (77 in totale) rende impossibile trarre statisticamente conclusioni del peso a livello nazionale dai dati ed anche difficile generaliz-
zare i risultati per quanto riguarda il telemonitoraggio a livello europeo. Rispetto agli altri valori infine, il telemonitoraggio quello che nelle interviste dellindagine ha lasciato pi dubbi sul suo utilizzo: in dodici Paesi infatti molti responsabili delle comunicazioni web non erano a conoscenza del suo eventuale utilizzo allinterno della struttura.
PRIMO PIANO
Figura 2 - Lanalisi comparata degli impatti dei diversi ambiti di innovazione Ict
Un discorso a parte lo merita la gestione informatizzata dei farmaci che, pur avendo gi attratto livelli consistenti di investimenti in passato, continuer a focalizzare lattenzione delle strutture sanitarie nel prossimo futuro, con un trend di crescita del 92% per i prossimi tre anni. Oltre agli investimenti, allinterno della ricerca una particolare attenzione stata posta alla valutazione dei ritorni dei progetti Ict, spesso non analizzati adeguatamente dalle strutture
sanitarie, che si scontrano con le difficolt nellidentificare il reale valore delle iniziative, soprattutto quando gli obiettivi perseguiti possono assumere connotati diversi: dal risparmio di risorse nel breve periodo fino a elementi pi intangibili legati alla soddisfazione e allempowerment del paziente. LOsservatorio ha per questo considerato un modello di analisi dei benefci articolato su quattro dimensioni: lefficacia dellassistenza al paziente, in termini di
qualit dei processi clinico-sanitari e delle prestazioni erogate; la qualit del servizio percepito, che valuta la misura in cui il servizio fornito risponde alle aspettative dellutenza e si riferisce alla qualit percepita e al relativo livello di soddisfazione del cittadino; lefficienza e la razionalizzazione della spesa, che fa riferimento al contenimento dei costi e allincremento dellefficienza complessiva della struttura sanitaria; il governo dei processi, che considera
la capacit di controllo delle performance complessive della struttura sanitaria in termini economici e gestionali. Lanalisi comparata dei principali benefci ottenibili attraverso progetti Ict ha permesso di rilevare gli ambiti che a oggi contribuiscono maggiormente al raggiungimento di tali benefci (fig. 2), evidenziando il ruolo di primo piano svolto dalla Cce, che possiede i maggiori impatti complessivi. Analizzando le macro-dimensio-
ni di impatto si evidenzia, comunque, che: le soluzioni di cartella clinica elettronica e di clinical governance hanno gli impatti pi elevati sullefficacia dellassistenza al paziente e il governo dei processi; la qualit del servizio percepita dal cittadino fortemente condizionata da ambiti come i servizi digitali al cittadino, i sistemi di supporto alla gestione ed erogazione del servizio e la medicina sul territorio; lefficienza, pur presentando differenze pi contenute di impatto fra i diversi ambiti, maggiormente influenzata dalle soluzioni di gestione informatizzata dei farmaci e Cce. Da un punto di vista complessivo giusto sottolineare come i benefci ottenibili attraverso lIct siano trasversali alle diverse dimensioni e che non lefficienza il beneficio pi rilevante valutato dalla direzione strategica, quanto lefficacia dellassistenza al paziente, soprattutto in termini di tempestivit dei processi clinicosanitari e di qualit delle prestazioni. Relativamente allefficienza, limpatto maggiore si ha sulla riduzione delle inefficienze dei processi interni, mentre il miglioramento nel governo dei processi deriva soprattutto dalla loro standardizzazione. Leggermente inferiori sono invece i livelli di rilevanza dei benefci sulla qualit del servizio percepita dal cittadino, dove il contributo pi importante da parte dellIct si ha sulla continuit e semplificazione dei processi di cura (fig. 3). Dovendo valutare lopportunit di un investimento Ict fondamentale, comunque, che vengano esplicitati tutti i benefci che possono essere associati al progetto, per poter prendere decisioni coerenti con la creazione di valore nel lungo periodo. Diversamente si rischia, infatti, di portare a una limitazione dei progetti che hanno benefci intangibili e di lungo periodo, ritenuti meno prioritari rispetto ad altre iniziative che hanno benefci pi facilmente monetizzabili. Mariano Corso Isabella Gandini Osservatorio lct in Sanit School of Management del Politecnico di Milano
RIPRODUZIONE RISERVATA