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PRIMO PIANO

28 giu.-4 lug. 2011

In unindagine di Bruxelles la fotografia sulluso dellIct nelle strutture sanitarie europee

Ospedali italiani, poca e-health


Va peggio su ricetta e cartella elettronica - Bene lo scambio di imaging on line
a salute elettronica per la maggior parte dei pazienti europei, italiani in prima fila, solo un bello slogan. LIct sar pure entrato nelle corsie degli ospedali del Vecchio continente con medici e infermieri sempre pi informatizzati, e questo fuor di dubbio, ma i cittadini finora non se ne sono accorti: quasi impossibile avere una cartella clinica elettronica e soprattutto poterla consultare al di fuori dellospedale (soltanto il 4% dei pazienti Ue accede on line ai propri dati sanitari), ancora pi raro essere assistiti con il telemonitoraggio, appena l8% degli ospedali europei in grado di curare a distanza. Difficile anche prenotarsi le cure e le prestazioni direttamente dal proprio Pc: anche in questo caso consentito solo nell8% dei casi. Per non parlare della ricetta elettronica (le-prescribing) che manca allappello nel 70% delle strutture sanitarie dEuropa. Va un po meglio con lastre e referti archiviati e spediti elettronicamente attraverso il sistema Pacs disponibile nella maggioranza (il 61%) dei centri ospedalieri del Vecchio Continente. A raccontare con una pioggia di dati lo stato di salute delle-health degli ospe-

I 13 indicatori utilizzati: confronto Italia-Ue 27+3

dali dEuropa un voluminoso rapporto - e- Health benchmarking III - da poco pubblicato che la Commissione europea ha affidato a Deloitte e ha presentato a

Budapest a met maggio. Si tratta di unindagine effettuata nel 2010 su ben 906 strutture sanitarie (ospedali pubblici, centri universitari e cliniche) dei ventiset-

te Paesi Ue (pi Croazia, Islanda e Norvegia). E mostra un Vecchio Continente in ritardo e diviso tra un Nord Europa che marcia a passo spedito e il Sud Europa -

compresa lItalia - che fa ancora parecchia fatica. E che difficilmente arriver puntuale allappuntamento previsto dallAgenda digitale europea lanciata da Bruxelles oltre un anno fa che prevede tra le sue scadenze quella di garantire a tutti i cittadini di poter accedere on line ai propri dati sanitari entro il 2015. Tra i Paesi in ritardo, almeno per lIct di cui dovrebbero beneficiare i pazienti, c senzaltro lItalia. Il nostro Paese si piazza al di sopra della media europea per luso dei sistemi Pacs e il telemonitoraggio. vicino alla media per lo scambio di dati sanitari e referti radiologici con centri esterni. Ma ben al di sotto sulluso di banda larga, infrastrutture wireless e cartelle cliniche elettroniche condivise e in grado di comunicare fuori e dentro lospedale. Oltre che per la ricetta elettronica. La situazione, comunque, decisamente a macchia di leopardo in tutta Europa. Con un drappello di Paesi nordici - tra tutti Svezia, Danimarca e Finlandia - che possono vantare gi un pedigree da virtuosi delle cure on line. E gli altri pi indietro a inseguire. Complessivamente il 92% delle strutture sanitarie europee risulta connesso

CARTELLE CLINICHE ELETTRONICHE (ELECTRONIC PATIENT RECORD, EPR) SPESSO AL PALO


a cartella clinica elettronica (Electronic patient record, Epr) utilizzata dai due terzi degli ospedali censiti dal rapporto, ma con diverse modalit e soprattutto in molti casi senza che vi sia grazie a questo una comunicazione al di fuori dei reparti dellospedale di ricovero. I casi in cui la comunicazione maggiore grazie allEpr (anche con lesterno) sono concentrati secondo il rappor-

to in sette Paesi: Belgio, Croazia, Cipro, Islanda, Lituania, Lussemburgo e Slovenia, mentre fanalino di coda sono Bulgaria, Irlanda, Italia, Lituania e Malta. In Italia in particolare c la maggior percentuale di ospedali che dichiara di non utilizzare un sistema Epr. Una caratteristica che il rapporto mette in rilievo lutilizzo dellEpr in base al numero dei posti

letto dellospedale. Quelli con oltre 750 posti letto e gli ospedali universitari hanno solitamente i sistemi migliori e che comunicano di pi rispetto alle altre tipologie di ospedale. Tra quelli censiti nellindagine lItalia la Nazione con il maggior numero di piccoli ospedali intervistati dopo Germania e Francia. Questi due Paesi si collocano nella classifica dellEpr subito sopra (la Francia) e subito sotto

(la Germania) la media dellUe 27+3, mentre i Paesi con Epr pi sviluppato sono quasi tutti (tranne Cipro) quelli senza ospedali dai 100 posti letto in gi, a conferma che le strutture pi piccole penalizzano questo tipo di innovazione. Un altro dato rilevato nel rapporto la caratteristica delle aree a maggior utilizzo di Epr. In testa sono gli ambulatori dei Dipartimenti (89%), seguiti

Le tipologie di Epr maggiormente diffuse nei 30 Paesi


Paese Slovenia Lussemburgo Lettonia Islanda Cipro Croazia 1 100% 100% 100% 100% 100% 100% 2 3 4 Paese Belgio Spagna Portogallo Ungheria Danimarca Finlandia 1 100% 92% 90% 90% 88% 87% 2 2% 5% 13% 13% 3 4% 5% 10% 4 1% Paese Olanda Slovacchia Austria Francia Rep. Ceca Norvegia Ue 27 + 3 1 86% 83% 80% 74% 73% 71% 70% 2 3% 8% 7% 7% 20% 29% 6% 3 4% 7 5 4 10% 8% 13% 15% 19% Paese Ue 27 Estonia Romania Germania Svezia Regno Unito 1 70% 67% 66% 64% 63% 61% 2 5% 5% 4% 38% 21% 3 5 13% 7% 5% 4 19% 33% 16% 25% 13%

(1) Sistema Epr ampio e condivisione con il sistema centrale o con altri sistemi Epr locali; (2) Sistema Epr centrale ma che non in grado di dialogare con il sistema centrale; (3) Sistema che non in grado di condividere informazioni;

ARCHIVIAZIONE E COMUNICAZIONE DELLE IMMAGINI (PACS), SPRINT NEL NORD EUROPA


no dei primi passi della dematerializzazione negli ospedali sono lastre e referti, grazie ai sistemi di archiviazione e comunicazione elettronica definiti Pacs (picture archiving and comunication system). LItalia questa volta sopra la media anche se ancora relativamente lontana dal 100% di utilizzo: rispetto alla media Ue 27+3 del 61% di utilizzo e del 38% di non utilizzo gli ospedali nazionali

sono dotati di Pacs nel 74% dei casi e non lo hanno nel 24% delle strutture rilevate dallindagine. Anche in questo caso il maggiore utilizzo dei Pacs negli ospedali pi grandi: 73% di quelli tra 251 e 750 posti letto e 88% in quelli sopra i 750 posti letto. Ed il Nord Europa a detenere il primato con tutti i Paesi (a cui si aggiunge lEstonia) che viaggiano nellordine del 100% di diffusione, seguiti dagli altri mag-

giori partner europei tutti al di sopra della media Ue 27+3, tranne la Francia, al penultimo posto con Cipro e prima della Grecia, fanalino di coda. Tre quarti degli ospedali hanno un sistema Pacs indipendente e questa percentuale maggiore negli ospedali privati (84% rispetto al 73% di quelli pubblici). Solo un quarto degli ospedali, invece, ha i Pacs come parte di un network nazionale o

regionale. Come per lEpr, anche i Pacs hanno diversi livelli di accessibilit. Al top ci sono ovviamente i reparti di radiologia (93%), seguiti dagli ambulatori dei dipartimenti (83%) e dal pronto soccorso (78%). Nel 77% dei casi in cui sono presenti, i Pacs sono diffusi a livello di singolo reparto e nel 73% delle sale operatorie. Ma la percentuale crolla a livello di posto letto e appena si esce dagli ospedali: lo stesso

staff della struttura pu utilizzarli fuori di questa solo nel 41% dei casi, mentre altri soggetti al di fuori dello staff anche se dentro lospedale hanno accesso ai Pacs solo nel 37% dei casi. Al letto del paziente i Pacs sono consultabili solo nel 35% dei casi e da soggetti esterni alla struttura nel 27%. Dove i Pacs servono davvero a poco per sono le ambulanze: il loro utilizzo si ferma al 6% dei casi.

Lutilizzo dei Pacs nelle strutture ospedaliere


Paese Svezia Norvegia Lussemburgo Finlandia Estonia Danimarca Olanda Belgio S 100% 100% 100% 100% 100% 100% 97% 96% No 3% 4% Non so Paese Regno Unito Portogallo Spagna Austria Irlanda Italia Rep. Ceca Malta S 95% 95% 82% 80% 75% 74% 73% 67% No 5% 5% 17% 20% 25% 24% 27% 33% Non so 1% 1% Paese Lettonia Islanda Germania Ue 27 + 3 Ue 27 Lituania Ungheria Polonia S 67% 67% 64% 61% 61% 60% 60% 51% No 33% 33% 36% 38% 38% 40% 40% 49% Non so Paese Slovacchia Croazia Bulgaria Romania Slovenia Francia Cipro Grecia S 50% 50% 40% 37% 33% 25% 25% 23% No 50% 50% 60% 63% 67% 75% 63% 77% Non so 13% -

28 giu.-4 lug. 2011

PRIMO PIANO
Confronto Italia-Europa (% soluzioni positive)

Il wireless negli ospedali

Chi usa il fascicolo sanitario in ospedale (Ue 27+3)

con una banda larga, ma quelle che usano quelle pi potenti (con una velocit di almeno 50 Mbs, megabytes al secondo cio) sono solo il 41 per cento. Il 54% dei centri ha un sistema wi-fi, ma di questi solo il 18% ha un sistema wireless unico per supportare la maggior parte delle applicazioni allinterno dellospedale. L81% degli ospedali Ue sta sperimentando, poi, uno o pi sistemi di cartella sanitaria elettronica, anche se poi non tutti risultano davvero accessibili a tutto il personale sanitario e soprattutto, come detto, ai pazienti. La percezione che i medici hanno dei vantaggi possibili

con linformatizzazione della cartella clinica va soprattutto in direzione di miglioramenti organizzativi: il 55% la ritiene utile soprattutto a incrementare il numero medio dei pazienti che lospedale pu ammettere in un giorno, mentre il 50% circa la ritiene utile per ridurre le liste dattesa. Poi i giudizi positivi si abbattono e appena il 13% ritiene che la digitalizzazione della cartella clinica possa contribuire a ridurre gli errori medici, mentre solo il 16% le collega lefficienza del proprio lavoro. Non va meglio per quanto riguarda il miglioramento della qualit delle decisioni cliniche, sia sulla

diagnosi che sulla cura, su cui concordano rispettivamente il 25 e il 24% degli intervistati. Infine il 71% usa sistemi di e-booking per le visite con lo staff sanitario, ma solo l8% delle strutture offre la possibilit ai pazienti di prenotarsi direttamente on line le prestazioni sanitarie di cui hanno bisogno.
ON LINE Il testo del rapporto www.24oresanita.com

Il rapporto fa infine il punto sulle prospettive che i medici ritengono possibili per le-health. Dalle interviste ai responsabili delle tecnologie e ai direttori sanitari degli ospedali emerge che la loro priorit - anche per quel che riguarda le strategie di investimento - nei prossimi tre anni soprattutto lo sviluppo della classificazione elettronica dei pazienti nei Dipartimenti (82%). Segue la comunicazione sempre elettronica dei risultati diagnostici come gli esami di laboratorio (73%) e le lastre (61 per cento). I sistemi on line per gli appuntamenti, la ricetta elettronica, il contatto elettro-

nico con i medici sul territorio e la refertazione on line sono a met classifica e rappresentano una priorit per il 45-55% degli intervistati. Allultimo posto della classifica si trovano invece videoconferenze (35%) e telemonitoraggio a domicilio dei pazienti (17%) che a quanto pare non sono ritenuti fondamentali per la digitalizzazione degli ospedali. pagine a cura di Marzio Bartoloni Paolo Del Bufalo
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LA PRESCRIZIONE ELETTRONICA DI FARMACI SPACCA IN DUE LUE (E-PRESCRIBING)


dai singoli reparti (85%), dai Dipartimenti di radiologia (78%), dal pronto soccorso (76%) e dalle sale operatorie (65%). Solo in pochi ospedali per, segnala il rapporto, i sistemi Epr sono accessibili da chiunque grazie a sistemi wireless (37%) o vicino al letto del paziente (34%), cos come al di fuori della struttura dallo stesso staff dellospedale (34%) o da fornitori sanitari esterni (24%). l sistema di interoperabilit e connettivit negli ospedali strettamente collegata lintegrazione del sistema informatico, di cui la punta di diamante sono le prescrizioni elettroniche (e-prescribing) di farmaci che consentono il controllo di appropriatezza e contribuiscono ad abbattere il rischio di errore di somministrazione. I benefci indicati nellindagine delle-prescribing sono la possibilit di avere una storia dettagliata delle prescrizioni di farmaci utilizzati dal paziente, una maggior sicurezza e una riduzione degli errori, il controllo dei volumi di farmaci utilizzati, la verifica delle interazioni e delle allergie da farmaci. Anche in questo caso le-prescribing diffusa soprattutto nei grandi ospedali e in quelli universitari. Geograficamente gli ospedali al di sopra della media Ue 27+3 (30%) sono quasi tutti nel Nord Europa, ma questa volta lItalia sotto la media e seppure prima tra le Nazioni in maggiore difficolt, la presenza di e-prescribing nei suoi ospedali si ferma al 19%, crollando a quasi la met della media, appunto. Tra i maggiori partner Ue fa peggio solo la Germania, ferma al 6% (ma lIrlanda a 0%). Nell87% degli ospedali il sistema di e-prescri-

Diffusione (%) delle-prescribing nei singoli Paesi (Ue 27+3)


Paese Svezia Islanda Estonia Danimarca Portogallo Lussemburgo Francia Grecia Spagna Olanda % 100% 100% 100% 100% 80% 67% 61% 50% 49% 48% Paese Belgio Cipro Regno Unito Ue 27 + 3 Ue 27 Italia Norvegia Rep. Austria Polonia Slovacchia % 39% 38% 32% 30% 30% 19% 14% 13% 13% 11% 8% Paese Finlandia Germania Romania Slovenia Malta Lituania Lettonia Irlanda Ungheria Croazia Bulgaria % 7% 6% 3% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0%

Paese Polonia Bulgaria Grecia Irlanda Italia Malta Lituania (4) Nessun sistma Epr

1 61% 60% 58% 50% 48% 40% 40%

2 3% 4% 1% 33% -

3 3% 7 19% 38% 6% 10%

4 33% 33% 19% 13% 46% 33% 50%

bing connesso alla farmacia interna alla struttura e solo nel 29% dei casi anche o solo a una esterna e questo avviene soprattutto nei grandi ospedali. Il collegamento con farmacie esterne (anche per facilitare i controlli) esiste secondo lindagine in pi della met degli ospedali censiti di Danimarca,

Estonia, Finlandia, Germania, Islanda, Italia, Paesi Bassi, Slovacchia, Spagna e Svezia. Il 34% degli ospedali che hanno dato risposta positiva in questo senso sono in Francia, ma il 97% degli ospedali francesi ha in realt solo un collegamento con la farmacia interna allospedale.

TELEMONITORAGGIO, LA CENERENTOLA DEI SERVIZI INFORMATICI


ancora molto bassa la percentuale della presenza di telemonitoraggio negli ospedali dellUe 27+3, dove la media dei s per il suo utilizzo si ferma all8%, mentre quella dei no vola all89% degli intervistati. Ma, sottolinea lindagine, il telemonitoraggio dovr avere un incremento considerevole in futuro per raggiungere gli obiettivi indicati per

lAgenda digitale europea che prevede il raggiungimento di unampia diffusione dei servizi di telemedicina entro il 2020. In questo caso lofferta maggiore stata rilevata negli ospedali pubblici (10%) e tra questi in quelli universitari (19%). I Paesi migliori da questo punto di vista sono ancora una volta tutti nel Nord Europa con almeno un quarto degli ospedali che

offrono il telemonitoraggio. Tuttavia, lindagine sottolinea anche che in ben 11 Paesi (i pi piccoli) questo servizio del tutto assente (ma in Germania si ferma all1%), mentre al contrario tra i grandi pi comune in Italia, Spagna e Regno Unito. Il 43% degli ospedali in cui presente ha un sistema automatizzato dispositivo-dispositivo, mentre nel 31% dei ca-

si il risultato inviato alla piattaforma-base del web o per e-mail. E solo il 16% degli ospedali prevede anche una videoconferenza con i pazienti. Lindagine conclude commentando che lesiguo numero di risposte a questa domanda (77 in totale) rende impossibile trarre statisticamente conclusioni del peso a livello nazionale dai dati ed anche difficile generaliz-

zare i risultati per quanto riguarda il telemonitoraggio a livello europeo. Rispetto agli altri valori infine, il telemonitoraggio quello che nelle interviste dellindagine ha lasciato pi dubbi sul suo utilizzo: in dodici Paesi infatti molti responsabili delle comunicazioni web non erano a conoscenza del suo eventuale utilizzo allinterno della struttura.

La presenza di telemonitoraggio nelle strutture di ricovero


Paese Svezia Danimarca Finlandia Irlanda Olanda Ungheria Spagna Italia S 25% 38% 20% 25% 21% 20% 14% 17% No 63% 63% 67% 75% 79% 80% 81% 81% Non so 13% 13% 4% 2% Paese Slovacchia Grecia Norvegia Regno Unito Ue 27 + 3 Ue 27 Belgio Polonia S 17% 4% 14% 11% 8% 9% 4% 5% No 83% 85% 86% 87% 89% 89% 91% 92% Non so 12% 3% 2% 2% 4% 3% Paese Francia Bulgaria Romania Portogallo Germania Slovenia Malta Lussemburgo S 8% 7% 3% 5% 1% No 92% 93% 95% 95% 98% 100% 100% 100% Non so 3% 1% Paese Lituania Lettonia Islanda Estonia Rep. Ceca Cipro Croazia Austria S No 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% Non so -

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28 giu.-4 lug. 2011

POLITECNICO DI MILANO/ Analisi dellOsservatorio della School of management

Crescono gli investimenti Ict


In pole position la cartella clinica elettronica - Frena la gestione amministrativa
nvestimenti in crescita in quasi tutti gli ambiti applicativi, con benefci percepiti sia in termini di efficacia e qualit della cura, che di efficienza e razionalizzazione dei costi. Questi alcuni dei risultati della Ricerca 2011 dellOsservatorio Ict in Sanit della School of management del Politecnico di Milano (per maggiori dettagli si veda il Rapporto Ict in Sanit: linnovazione in cerca dautore disponibile sul sito www.osservatori.net), che ha cercato di comprendere come siano effettivamente allocati gli investimenti in Ict delle strutture sanitarie italiane e, conseguentemente, quali siano le loro strategie evolutive. Lobiettivo stato perseguito analizzando i principali ambiti di innovazione Ict per quanto riguarda le risorse a questi destinati, in termini attuali e futuri, il livello di maturit delle soluzioni e i principali benefci raggiunti. Lanalisi degli investimenti effettuati negli ultimi tre anni e previsti nellimmediato futuro (fig. 1) conferma la crescente propensione verso progetti di introduzione e di consolidamento della cartella clinica elettronica (Cce), che registra valori medi di investimento decisamente superiori agli altri ambiti. A livello generale si osserva comunque una previsione di aumento medio degli investimenti su tutti gli ambiti considerati, con leccezione dei sistemi a supporto della gestione amministrativa (contabilit, gestione logistica, amministrazione del personale ecc.), che negli ultimi tre anni era stata la seconda area in termini di investimenti allocati, ma che nel futuro prevede una loro lieve riduzione (16%), segnale che permette di ritenere che tale ambito sia ormai ritenuto dalle aziende sanitarie in via di consolidamento. Lanalisi evidenzia, inoltre, una certa stabilit in ambiti gi di grande rilevanza negli scorsi anni, come la sicurezza Ict, la virtualizzazione delle risorse Ict e i sistemi di integrazione con il fascicolo sanitario elettronico (Fse). Altri ambiti, invece, sono caratterizzati da una decisa crescita, soprattutto quelli che partono da un livello di investimenti in valore assoluto pi limitato, come la fatturazione elettronica (139%), la conservazione sostitutiva e il cloud computing (112 per cento).

Figura 1 - Gli investimenti nei principali ambiti Ict

Figura 2 - Lanalisi comparata degli impatti dei diversi ambiti di innovazione Ict

Un discorso a parte lo merita la gestione informatizzata dei farmaci che, pur avendo gi attratto livelli consistenti di investimenti in passato, continuer a focalizzare lattenzione delle strutture sanitarie nel prossimo futuro, con un trend di crescita del 92% per i prossimi tre anni. Oltre agli investimenti, allinterno della ricerca una particolare attenzione stata posta alla valutazione dei ritorni dei progetti Ict, spesso non analizzati adeguatamente dalle strutture

sanitarie, che si scontrano con le difficolt nellidentificare il reale valore delle iniziative, soprattutto quando gli obiettivi perseguiti possono assumere connotati diversi: dal risparmio di risorse nel breve periodo fino a elementi pi intangibili legati alla soddisfazione e allempowerment del paziente. LOsservatorio ha per questo considerato un modello di analisi dei benefci articolato su quattro dimensioni: lefficacia dellassistenza al paziente, in termini di

qualit dei processi clinico-sanitari e delle prestazioni erogate; la qualit del servizio percepito, che valuta la misura in cui il servizio fornito risponde alle aspettative dellutenza e si riferisce alla qualit percepita e al relativo livello di soddisfazione del cittadino; lefficienza e la razionalizzazione della spesa, che fa riferimento al contenimento dei costi e allincremento dellefficienza complessiva della struttura sanitaria; il governo dei processi, che considera

la capacit di controllo delle performance complessive della struttura sanitaria in termini economici e gestionali. Lanalisi comparata dei principali benefci ottenibili attraverso progetti Ict ha permesso di rilevare gli ambiti che a oggi contribuiscono maggiormente al raggiungimento di tali benefci (fig. 2), evidenziando il ruolo di primo piano svolto dalla Cce, che possiede i maggiori impatti complessivi. Analizzando le macro-dimensio-

ni di impatto si evidenzia, comunque, che: le soluzioni di cartella clinica elettronica e di clinical governance hanno gli impatti pi elevati sullefficacia dellassistenza al paziente e il governo dei processi; la qualit del servizio percepita dal cittadino fortemente condizionata da ambiti come i servizi digitali al cittadino, i sistemi di supporto alla gestione ed erogazione del servizio e la medicina sul territorio; lefficienza, pur presentando differenze pi contenute di impatto fra i diversi ambiti, maggiormente influenzata dalle soluzioni di gestione informatizzata dei farmaci e Cce. Da un punto di vista complessivo giusto sottolineare come i benefci ottenibili attraverso lIct siano trasversali alle diverse dimensioni e che non lefficienza il beneficio pi rilevante valutato dalla direzione strategica, quanto lefficacia dellassistenza al paziente, soprattutto in termini di tempestivit dei processi clinicosanitari e di qualit delle prestazioni. Relativamente allefficienza, limpatto maggiore si ha sulla riduzione delle inefficienze dei processi interni, mentre il miglioramento nel governo dei processi deriva soprattutto dalla loro standardizzazione. Leggermente inferiori sono invece i livelli di rilevanza dei benefci sulla qualit del servizio percepita dal cittadino, dove il contributo pi importante da parte dellIct si ha sulla continuit e semplificazione dei processi di cura (fig. 3). Dovendo valutare lopportunit di un investimento Ict fondamentale, comunque, che vengano esplicitati tutti i benefci che possono essere associati al progetto, per poter prendere decisioni coerenti con la creazione di valore nel lungo periodo. Diversamente si rischia, infatti, di portare a una limitazione dei progetti che hanno benefci intangibili e di lungo periodo, ritenuti meno prioritari rispetto ad altre iniziative che hanno benefci pi facilmente monetizzabili. Mariano Corso Isabella Gandini Osservatorio lct in Sanit School of Management del Politecnico di Milano
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Figura 3 - Una vista di sintesi dei benefci dellinnovazione Ict in Sanit

28 giu.-4 lug. 2011

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