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Islanda

Capitale: Reykjavik Densità: 3 abitanti per km


Abitanti: 271.000 Moneta: nuova corona
Forma di governo: repubblica Religione: protestante

Aspetto fisico
L’Islanda è un’isola vulcanica situata a Sud del Circolo Polare
Artico, tra Norvegia e Groenlandia ed è bagnata dall’oceano
Atlantico.
Essa è soggetta ad una forte attività vulcanica, tanto da essere
chiamata “terra del fuoco”: sulla sua superficie si trovano infatti
140 vulcani, di cui 26 attivi, vaste espansioni laviche post-glaciali,
laghi e stagni fangosi e geysers. Tra i geysers il più grande è lo
Strokkur.
L’Islanda è formata da rocce vulcaniche e pianori che si elevano
verso l’interno.

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I fiumi sono numerosi e dal corso breve, hanno carattere
torrentizio e sono interrotti da cascate e rapide.

I ghiacciai, tra i quali il più importante è quello di Vatnajökull si


trovano all’interno del Paese, mentre le pianure si estendono
nella parte meridionale dell’isola; le coste sono basse e sabbiose
a Sud, alte e rocciose nelle altre zone.

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Clima
Il clima è molto vario, essendo l’Islanda compresa tra la zona
atlantica e quella artica, ma non eccessivamente freddo,
soprattutto nelle zone meridionali che possono godere
dell’influsso della corrente del Golfo: le temperature estive
raggiungono i 10°-12°C, quelle invernali si aggirano sugli 0°C.
La collocazione geografica e il clima concorrono a rendere
l’ambiente inospitale: l’isola è battuta da venti forti, soggetta a
nebbie ed abbondanti precipitazioni, con un inverno prolungato
da settembre a maggio e appena 4-5 ore di luce.

Flora
La vegetazione è piuttosto scarsa: nella zona settentrionale si
trova la tipica tundra (formata da muschi e licheni); vi sono radi
boschi di betulla nana, mentre i pascoli erbosi coprono una
piccola parte dell’isola.

Fauna

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La fauna comprende la volpe artica, la renna, l’orso bianco, il topo
islandese e la foca, oltre a numerose specie di uccelli; i mari sono
popolati soprattutto da aringhe e merluzzi.

Storia
La storia islandese fino al IX secolo è una tragica vicenda di
miseria, devastazioni vulcaniche e carestie.
L’Islanda venne raggiunta da gruppi di scandinavi intorno all’ VIII-
XI secolo e venne colonizzata successivamente Dai Vichinghi, che
la battezzarono “terra del ghiaccio”.
L’anno mille introdusse in Islanda il cristianesimo, importato dalla
Norvegia, la quale restò fino al XIV secolo il punto di riferimento e
l’autorità riconosciuta dalle popolazioni islandesi. Risale al X
secolo la nascita del più antico parlamento del mondo, l’Ahlting:
supremo organismo di governo degli uomini liberi, che sommava i
poteri delle diverse tribù locali, amministrava la giustizia ed
emanava le leggi. Nel 1380 l’isola cadde sotto la Danimarca e
rimase fino al 1814 nelle condizioni di colonia. Il dominio danese
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fu pesante, provocò repressioni sanguinose: celebre fu la rivolta
del vescovo cattolico Jon Arason, giustiziato dai dominatori e
divenuto quindi eroe nazionale.
La crisi del 1814, con la sconfitta della Danimarca alleata di
Napoleone, produsse alcuni miglioramenti, in quanto il potere
danese si allentò, finche l’isola conquistò l’indipendenza nel 1944.
In quel periodo in Islanda erano stanziate le forze alleate inglesi e
statunitensi e a seguito di un referendum sulla forma di governo,
l’Ahlting dichiarò decaduto ogni legame con la corona danese,
proclamando la repubblica.

Economia
La seconda guerra mondiale portò prosperità all’Islanda, che vide
i suoi rivali sui mercati internazionali del pesce cadere sotto
l’occupazione tedesca; alla fine del conflitto, nel ’45, sul territorio
insulare si potevano contare porti, aeroporti, strade e in generale
buone condizioni di vita.
L’Islanda ancora oggi basa la sua economia sulla pesca, sul
commercio di pesce affumicato, secco, surgelato, salato e nei suoi
derivati che vengono esportati. Il fatto che ci sia un’unica
produzione ha causato periodi di crisi negli ultimi decenni, per la
concorrenza di altri paesi nordici. Purtroppo le altre attività
economiche (agricoltura e industria) sono molto scarse a causa
della carenza di ricchezze naturali e di territori da coltivare.
L’unica risorsa energetica a basso costo è quella idroelettrica,
fornita dai geysers.

Tradizioni, folklore, cultura

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Il Vegvísir
Questo simbolo viene considerato un simbolo magico avente lo
scopo di aiutare il portatore a ritrovare la giusta strada lungo il
percorso della vita, sia fisica che spirituale. Vegvísir in islandese
significa cartello e deriva da due parole: Vegur che
significa strada o percorso e Visir che significa guida.
Viene chiamato anche Bussola Runica o Compasso.
Le leggende narrano che i vichinghi islandesi, dal IX secolo circa,
lo scolpissero abitualmente sulle loro navi in modo da non
perdere la rotta anche in caso di brutto tempo.
La testimonianza più importante fu ritrovata nel Manoscritto
Huld, una raccolta di incantesimi e racconti, del XVI secolo. In una
pagina del manoscritto viene mostrato il simbolo e, oltre
al nome, viene riportata la seguente frase:
If this sign is carried, one will never lose one’s way
in storms or bad weather, even when the way is not
known.
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traducibile in: “Se qualcuno porta con sé questo simbolo, non
perderà mai la propria strada nella tempesta o nel brutto tempo,
anche se non conosce la strada”.

Gli Elfi

Gli islandesi hanno un vero e proprio culto nei confronti degli elfi
e stanno molto attenti a non irritarli. Secondo un recente
sondaggio dell’Università di Reykjavík, l’80% della popolazione
non esita a credere all’esistenza di queste piccole creature.
Nessuno sa dove vivano, ma si pensa che ci sia un elfo ogni 500
abitanti e che, insieme a fate e gnomi, vivano in casette costruite
appositamente per loro. Non c’è quindi da stupirsi se per caso
venissero interrotti i lavori di costruzione di un edificio o di una
strada a causa di alcuni contrattempi: probabilmente si sta
infastidendo qualche elfo! Negli anni ’70, ad esempio, a
Kopavogur una strada è stata ridotta da due a una corsia dopo gli
innumerevoli tentativi falliti di spostare una grande roccia che si
credeva essere abitata dagli elfi.

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La lingua
L’Islenska, parlato da sempre ma diventato lingua ufficiale solo nel
2011, rimane pressoché immutato dalla sua origine ai giorni
nostri ed è quindi la lingua più vicina all’antico norreno parlato dai
vichinghi. Grazie a questo cultura e tradizioni possono essere
tramandati di generazione in generazione nella loro forma
originale, praticamente invariate dalla loro origine.
L’Islenska è una delle 10 lingue più difficili del mondo

Leggende
Seconda la leggenda i laghi islandesi sarebbero abitati da mostri ,
fin dall’antichità: questi avrebbero le forme di enormi serpenti,
paragonabili al mostro di Loch Ness.
Si racconta che in una fattoria in riva al lago di Lagarfljót viveva
una giovane ragazza che aveva acquistato un anello d’oro. Aveva
sentito dire che mettendo in una scatola un verme, con sopra
l’oro, era possibile aumentare la grandezza di quest’ultimo e così
fece. Quando la ragazza, una settimana più tardi, andò a
controllare l’oro, il verme era cresciuto così tanto che la scatola
non riusciva più a contenerlo. Estremamente spaventata, afferrò

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la scatola e la lanciò nel lago il più lontano possibile. Il tempo
passava, il verme si era trasformato in un mostruoso drago.

In Islanda, grazie alla straordinaria limpidezza dell’aria, sono


molto comuni i fenomeni ottici e il più noto è quello
chiamato Fata Morgana.
Infatti la differenza tra gli indici di rifrazione (dovuti agli sbalzi
termici) può dar luogo alla formazione di un condotto atmosferico
che agisce come una lente di rifrazione che altera il percorso dei
raggi luminosi, producendo una serie di immagini sia dritte che
invertite.
Il nome trae origine da una leggenda celtica: la Fata Morgana era
un personaggio dai magici poteri che induceva nei marinai le
visioni di fantastici castelli in aria o in terra per distrarli e attirarli
verso la morte.

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