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Sinfonia n. 9 in re minore, op.

125 "Corale" per soli, coro e orchestra


Musica: Ludwig van Beethoven (1770 - 1827)

1. Allegro ma non troppo, un poco maestoso


2. Molto vivace
3. Adagio molto e cantabile (si bemolle maggiore)
4. SOLO ORCHESTRA

Presto (fa maggiore) - Allegro assai (re maggiore) - Recitativo per baritono:
O Freunde, nicht diese Töne (fa maggiore)

SOLISTI, CORO, ORCHESTRA

- Coro: Freude, schöner Götterfunken (Allegro assai - re maggiore- quattro


sezioni)
Organico: soprano, contralto, tenore, basso, coro misto, ottavino, 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2
fagotti, controfagotto, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, timpani, triangolo, piatti, grancassa, archi
Composizione: 1822 - 1824
Prima esecuzione: Vienna, Theater an der Wien, 7 Maggio 1824
Dedica: Federico Guglielmo III, Re della Prussia

Guida all'ascolto 1
La Nona Sinfonia apparve subito come un capolavoro rivoluzionario, non solo
per la presenza delle voci e del coro, ma perché metteva in crisi il concetto
stesso di "Sinfonia". Oltre che una sintesi di tutto ciò che era stato fino ad
allora sperimentato e acquisito nel genere sinfonico, dalla forma-sonata
al Lied, dalle Variazioni allo stile fugato, la Nona è anche una grandiosa
architettura sonora nella quale Beethoven fa convivere altri generi musicali: lo
stile operistico, la musica militare, gli esotismi «alla turca», la scrittura
polifonica tipica della musica sacra. 

IV MOVIMENTO

L'apparizione del tema della Gioia nel Finale è preceduta da un episodio di


transizione di grande importanza: dopo un'armonia crudamente dissonante
tema del caos (Presto), violoncelli e contrabbassi introducono un recitativo
che si alterna a brevi ritorni tematici, come citazioni, dei movimenti
precedenti della sinfonia: è una pantomima "musicale" di temi proposti e
rifiutati, seguita dall'esposizione del tema della Gioia da parte
dell'orchestra (Allegro assai); dopo un ritorno alla dissonanza d'apertura
(TEMA DEL CAOS), il baritono, riprendendo il recitativo, invita a voltare
pagina verso nuovi orizzonti ("Amici, non questi suoni! Ma lasciateci intonare
canti più graditi e gioiosi"): è l'invito al finale vero e proprio (Allegro assai), in
cui i quattro solisti vocali (soprano, contralto, tenore e baritono) e il coro
intonano nuove strofe scelte dall'Ode di Schiller e impaginate in quattro
episodi musicali principali:

-il primo riprende ed elabora con le voci il tema della Gioia,


-il secondo lo trasforma in passo di Marcia (con la "musica turca" in
orchestra, cioè gran cassa, piatti e triangolo),
-il terzo (Andante maestoso) introduce un nuovo tema di stampo händeliano
per l'immagine della fratellanza universale ("Siate avvinti, o milioni"),
-il quarto che combina contrappuntisticamente il tema della Gioia con quello
del terzo episodio, dando vita ad una doppia fuga che porta alla trionfale
conclusione.
Il tripudio musicale dell'ultimo movimento (nel quale Maynard Salomon
vede fuse insieme quattro componenti caratteristiche dell'ultimo stile
beethoveniano: il canto, la danza, la variazione e la fuga) diventa così
festosa enunciazione di un messaggio di libertà di fratellanza universale,
che riprende da Schiller l'ideale di una nuova società. Per il poeta tedesco,
convinto seguace di Kant, lo scopo dell'arte era quello di indirizzare l'umanità
verso un nuovo ordine sociale, verso una nuova forma di armonia e di
pace, che avrebbe permesso il libero sviluppo di tutte le potenzialità umane.
Sposando questo modello utopico Beethoven, nella Nona, dà quindi una
soluzione di stampo illuministico

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