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Reinaissance humanism
Durante il 15° secolo alcuni chierici inglesi e funzionari governativi hanno viaggiato in Italia, e hanno visto
fiorire uno straordinario movimento culturale detto Rinascimento, che ha comportato una rinascita di
lettere e arte stimolata dal recupero di testi classici, lo sviluppo di tecniche come la prospettiva lineare e la
creazione di nuove pratiche estetiche basate sui modelli classici. Inoltre, tale movimento, ha anche
scatenato nuove forze sociali, politiche ed economiche che hanno rimpiazzato i valori del medioevo. In
questo periodo, si sviluppò un pensiero che vedeva l’uomo misura di tutte le cose. Tuttavia, in Inghilterra, il
Rinascimento poté mettere radici quando il regno di Enrico VII portò stabilità politica, e poté fiorire solo
quando salì al trono Enrico VIII. Tale fioritura però si è sviluppata soltanto nel programma intellettuale e
nella visione letteraria conosciuta come Umanesimo. Una delle maggiori opere di appartenenti a questo
tipo di pensiero è “Utopia” di Sir Thomas More, in cui vi è un interesse in particolare per l’educazione. Lo
scopo di tale interesse era quello di educare i figli della nobiltà a parlare e a scrivere bene il latino, la lingua
della diplomazia. Le loro sorelle invece venivano educate a casa o in altre case nobili, dove studiavano
lingue moderne, religione, musica, ma raramente studiavano le lingue antiche e la letteratura classica.
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SONETTI WYATT
“The long love that in my thought doth harbor”
The long love that in my thought doth harbor,
And in mine heart doth keep his residence,
Into my face presseth with bold pretence
And therein campeth, spreading his banner.
She that me learneth to love and suffer
And will that my trust and lust’s negligence
Be reined by reason, shame, and reverence,
With his hardiness taketh displeasure.
Wherewithal unto the heart's forest he fleeth,
Leaving his enterprise with pain and cry,
And there him hideth, and not appeareth.
What may I do when my master feareth,
But in the field with him to live and die?
For good is the life ending faithfully.
Traduzione
Il duraturo amore che ha asilo nel mio pensiero,
E nel mio cuore tiene la sua sede,
Sul mio volto (fronte) pressa con sfrontata pretesa,
E lì si stabilisce, e spiega la sua bandiera.
Lei che mi insegna ad amare e soffrire
E vuole che la mia aperta e distratta dichiarazione d’amore
Sia dominata dalla ragione, dalla vergogna, dalla reverenza,
Con la sua fermezza porta dispiacere.
A causa del quale fino alla foresta del cuore (amore) fugge,
Abbandonando la sua impresa con dolore e pianto,
E lì si nasconde, e non appare.
Cosa posso fare, quando temo il mio signore,
Se non nel campo con lui vivere e morire?
Poiché bello è finire la vita fedelmente.
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“Whoso list to Hunt”
Whoso list to hunt, I know where is an hind,
But as for me, hélas, I may no more.
The vain travail hath wearied me so sore,
I am of them that farthest cometh behind.
Yet may I by no means my wearied mind
Draw from the deer, but as she fleeth afore
Fainting I follow. I leave off therefore,
Sithens in a net I seek to hold the wind.
Who list her hunt, I put him out of doubt,
As well as I may spend his time in vain.
And graven with diamonds in letters plain
There is written, her fair neck round about:
Noli me tangere, for Caesar's I am,
And wild for to hold, though I seem tame.
Traduzione
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“I find no peace”
Traduzione
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“My galley”
Traduzione
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Henry Howard, Earl of Surrey (1517 - 1547)
L’ascia che decapitò Surrey all’età di 30 anni era rimasta in bilico per la maggior parte della sua vita. Nella
corte di Enrico VIII era pericoloso essere un potenziale pretendente al trono, e Surrey discendeva da Re da
entrambi i lati della famiglia. Venne portato al castello di Windsor come amico più stretto del figlio
illegittimo di Enrico VIII, il duca di Richmond, che sposò la sorella Di Surrey. Come suo padre e suo nonno
era un bravo e coraggioso soldato, al servizio di Enrico VIII durente la guerra in Francia, come tenente
generale del re. È stato inoltre ripetutamente imprigionato per comportamento inadeguato. Nei primi anni
40 del 500, grazie a sua cugina Catherine Howard fece rilasciare il suo più grande amico, Wyatt, accusato di
tradimento. La regina verrà poi giustiziata. Il potere andrà poi alla famiglia reale di Surrey in quanto Enrico
VIII sposò Jane seymours, che muore dando alla luce l’erede maschio tanto atteso. La situazione di Surrey
peggiorò quando espresse il suo astio contro la famiglia della nuova regina, fu imprigionato per tradimento
e si dice che Surrey sia stata l’ultima vittima del re. I poeti e i critici del tardo sedicesimo secolo furono
affascinati dal tragico destino di Surrey. Surrey utilizzò per le sue poesie il pentametro giambico con 3
quartine e un distico finale con uno schema di rime ABAB CDCD EFEF GG. Ancora più importante è il fatto
che Surrey fu il primo a pubblicare in blank verse (un pentametro giambico non rimato).
Traduzione
Amore, che regna e vive nel mio pensiero,
E ha costruito la sua sede nel mio petto chiuso,
Vestito dell’armatura nella quale ha lottato con me,
Spesso sul mio volto (fronte) pone la sua bandiera.
Ma lei che mi ha insegnato ad amare e a soffrire il dolore,
La mia dubbiosa speranza e anche il mio acceso desiderio
Con vergogna/riservatezza cerca di adombrare e frenare,
La sua grazia sorridente trasforma l’ordine in ira.
E l’amore codardo quindi subito al cuore
Fugge, dove si nasconde e si lamenta,
Del suo scopo perso, e non osa mostrare il suo volto.
Per colpa del mio signore quindi senza colpe sopporto (patisco) il dolore,
Eppure dal mio signore non voglio muovere un passo:
Dolce è la morte che uccide con l’amore.
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Sir Thomas Hoby (1530 - 1566)
Uno dei più grandi ed influenti libri del Rinascimento era “Il Cortigiano” pubblicato nel 1528 da Baldassare
Castiglione e tradotto poi nelle principali lingue europee. Per quanto riguarda quella inglese fu Sir Thomas
Hoby a tradurlo, ma quest'ultima non venne pubblicata prima del 1561 nonostante fosse stata scritta in
precedenza, forse durante il regno della regina Maria quando Hoby viveva all'estero come Protestante
esiliato. Il libro di Castiglione descrive in quattro dialoghi fittizi le qualità di un cortigiano ideale. Al di sopra
di tutte queste qualità abbiamo la Grazia, misterioso attributo che dona persuasione, commozione e
bellezza al discorso di un uomo. Non molte persone sono nate con il dono della grazia, e per la restante
parte degli uomini non resta che imparare ed acquisire la grazia attraverso misteriose tecniche. Abbiamo un
famoso passaggio dove Ludovico Canossa afferma l'esistenza di tale pratica, chiamata Sprezzatura, ovvero
l'acquisizione di queste qualità senza però dare a vedere la finzione di tali pratiche. Uno dei più importanti
passaggi all'interno del Cortigiano è quando Pietro Bembo cristianizza ed eterosessualizza gli ideali del
Simposio di Platone; dichiara quindi che l'amore non è una mera gratificazione dei sensi, ma una vera e
propria smania dell'anima dopo la bellezza. L'amore viene quindi identificato da Bembo come una scala,
partendo dal livello più basso fino a raggiungere il suo apice, quando lo spirito viene purgato dalla carne,
dall'involucro, e viene così ammesso alla cerchia degli Angeli celesti.
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ed una donna (cristianizzazione); Per quanto riguarda la contemplazione dell'amore questa parte
dell'amore carnale, fisico e viene spiritualizzato attraverso un determinato processo chiamato THE LADDER
OF LOVE, ovvero la scala dell'amore.
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Renaissance love
nel sedicesimo secolo domanda comune tra i giovani uomini era 'Devo scrivere?' o 'qual è il motivo per il
quale scrivo?';
In una delle opere più importanti del periodo “Astrophil and Stella” la musa che si rivolge al poeta perplesso
dicendogli di guardare nel proprio cuore e scrivere. Tra l'altro abbiamo parametri e problemi diversi tra il
ventesimo e il sedicesimo secolo per quanto riguarda la scrittura; nel sedicesimo secolo andavano
rispettate determinate forme, censure, nonché la predilezione per i temi amorosi. L'abilità di scrivere poemi
a quel tempo apparteneva ad una larga competenza culturale, di chi sapeva muoversi con grazia, come
essere intonato e come parlare con eloquenza. A quei tempi ci si aspettava che uomini e donne avessero
una struttura dove esercitare la propria recitazione, non chiunque e non tutti, ma una selezionata gamma di
artisti. Il vero banco di prova ai tempi della cultura dei Tudor non era individuale, bensì sociale: i poemi
erano oggetti integrati accuratamente in un mondo retorico. I loro creatori pensavano a sé stessi per
eseguire atti come elogiare, incolpare, invitare, commemorare, scusarsi, persuadere, avvertire, insultare,
lamentarsi e se possibile, sedurre. Tutti questi atti, con la ampia opportunità di mostrare sé stessi, si
amplifica nella forma della poesia amorosa.
Colui che ha più influenzato il Rinascimento è stato il poeta del quattordicesimo secolo Petrarca, che ha
fornito un perfetto modello di poesia. Nessuno mai come Petrarca ebbe così tanti risultati, nemmeno i suoi
contemporanei, per quanto riguarda la propria abilità nello scrivere, fondere e assimilare. E nessuno mai è
riuscito a scrivere poesie d'amore che sembrassero provenire dal profondo del cuore spezzato di un
individuo. Rime Sparse di Petrarca, composto in circa 4 decenni, consisteva una sequenza vagamente
unificata di 366 poemi, 317 erano sonetti. Una miscela di poesia Romana Classica e di tradizioni di Corte
Medioevali ha creato rappresentazioni senza precedenti per intensità e per le sfumature psicologiche
dovute alla passione e all'amore per Laura, nonché ciò che lei simboleggia per lui. Inoltre, in una delle prime
rime ci insegna ciò che lui ha dolorosamente imparato, ovvero che tutto ciò che il mondo ama non è altro
che un breve sogno. L'amore di Petrarca per Laura continua anche in seguito alla sua prematura morte, e fu
in uno di quei momenti di disperazione che raggiunse uno stato di paralisi spirituale. I suoi sonetti
sbrogliano lo stato emotivo dell'amante, pensando alle proprie passioni come un esilio, una ferita mortale,
un inseguimento, una forma di schiavitù o uno stormo in mare, e raffigurare il proprio amato come un
maestro, un idolo ingioiellato, un fiore. Queste e tante altre metafore vengono utilizzate molto spesso nelle
14 righe rimate che permettono al poeta di tenerle una ad una con attenzione in modo da elaborare e allo
stesso tempo di trasmettere forza emotiva. Petrarca era ammirato durante la sua vita come uno studioso e
un poeta Latino, ma la fama dei suoi poemi in italiano arrivò solo dopo la sua morte con una brillante
traduzione da parte di Thomas Wyatt. Per quanto riguarda la figura della donna nella poesia Petrarchesca
sappiamo benissimo che la sua musa, Laura, viene celebrata all'interno delle sue opere, elogiata, ammirata;
ma vi sono poeti inglesi che aggiungono tratti distintivi a queste caratteristiche, ad esempio Michael
Drayton affibbia alla sua Lady tratti crudeli nonché sadici: quest'ultima viene descritta come un chirurgo che
partecipa ad una diabolica seduta di torture. I vari scrittori scrittori e poeti non cercavano di fuggire ad ogni
costo dalle convenzioni e dalla formalità, dati i pochi temi possibili, cercavano di risultare liberi e unici
apportando modifiche del tutto personali ai vari temi convenzionali, e si può dire che questo sia il marchio
dei poeti Inglesi del sedicesimo secolo.
THE POETS
Thomas Vaux: secondo barone di Vaux, nasce da una famiglia nobile, si sposa all'età di 14 anni menre nei
primi venti è già un membro del parlamento diventano inoltre una figura familiare alla corte di Enrico VIII.
La sua poesia è inoltre collegata con quella di Wyatt e Surrey; molto probabilmente per il suo cattolicesimo,
fu rattristato dal divorzio del re e quando ci fu la conversione al protestantesimo si ritirò a vita privata, il
tutto nei suoi vent'anni.
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George Gascoigne: figlio di un rispettabile uomo di paese, ha avuto una vita turbolenta. Ha sperperato la
propria eredità cercando di apparire a corte, ma senza successo in quanto fallì sia come avvocato che come
soldato; si ritrovò quindi in costante cerca di occupazione e patrocinio. Nonostante ciò con i suoi lavori, per
lo più romanzi in prosa, poemi, canzoni, reportage militari e tanti altri, portarono lui una grande stima;
nonostante tutto alcuni dei suoi lavori furono ampiamente criticati come osceni. Morì nelle stesse
condizioni in cui visse, ovvero in ristrettezze economiche.
Edward de Vere: unico figlio di un benestante uomo aristocratico. Il suo successo arriva nella contea all'età
di 12 anni diventando il pupillo di William Cecil, il principale avvocato/consigliere della regina Elisabetta. Il
giovane fu grossamente viziato/assecondato: quando all'età di 17 anni, mentre praticava la scherma, si
fiondò su di uno spettatore disarmato, e si annunciò che l'uomo si era suicidato gettandosi sulla propria
spada. L'intera vita di de Vere seguì questo corso, una vita di indulgenze; scrisse, e fu notevolmente
acclamato sia per gli spettacoli che per i poemi lirici. Morì in seguito ad aver sperperato una grande fortuna
dopo la successione di Giacomo I.
Fulke Greville: l'agiato Greville fu educato a Cambridge, ha viaggiato attraverso il continente, servito in
Parlamento, ed era un cortigiano di successo, sotto Elisabetta I e Carlo I. non si è mai sposato, ha scritto
alcune poesie sul convenzionale amore eterosessuale, ma la sua più appassionata espressione d'amore era
per il suo amico Sir Philip Sidney, morto nel 1586, egli non ha mai smesso di piangerlo. Nonostante i suoi
piccoli poemi, Greville ha scritto anche lunghi versi filosofici che trattavano di drammatiche accuse politiche
e una biografia del suo amico Sidney. Greville terminò la sua vita all'insegna del suo pessimismo: fu
pugnalato da un servitore di lunga data che finì per uccidersi.
Thomas Lodge: nato a Londra fu educato ad Oxford, studiò legge e alla fine diventò un medico. Si imbarcò
nel 1591 in un disastroso viaggio verso il Nuovo Mondo, al quale fortunatamente sopravvisse. Ha avuto una
carriera complicata dal suo Cattolicesimo in una società protestante, iniziò così a scrivere spettacoli,
traduzioni e testi in prosa.
Henry Constable: fu il secondo poeta inglese, dopo Sidney, a pubblicare una sequenza di sonetti, ha inoltre
scritto numerosi trattati teologici. Nato da una benestante famiglia protestante, si converte al
cattolicesimo, rinunciando alla propria eredità e mettendo a rischio la propria vita tentando di convertire Re
Giacomo e per discutere della tolleranza del cattolicesimo.
Samuel Daniel: fu per un periodo di tempo all'interno della cerchia di Mary Sidney, contessa di Pembroke,
ha poi intrattenuto incarichi presso la famiglia della regina di Re Giacomo, Anna di Danimarca. Un prolifico
scrittore, ha composto tragedie, storie epiche una prosa celebrativa della storia inglese. Ha composto
inoltre una delle migliori sequenze di sonetti elisabettiani, Delia.
Michael Drayton: figlio del boia del Warwickshire, Drayton ha avuto una produttiva carriera come scrittore.
A collaborato a spettacoli, scritto sacre scritture, complaints, odi, versi epistolari. Il suo capolavoro Poly –
Olbion, un poema storico geografico che celebra i paesi dell'Inghilterra e il Galles. Ha inoltre collaborato al
proficuo periodo dei sonetti scrivendo una sequenza di sonetti intitolato Idea's Mirror, in seguito viene
ripubblicato con il titolo di Idea.
Thomas Campion: dopo tre anni a Cambridge, ha studiato legge prima di poter diventare finalmente
medico; è diventato anche un compositore, scrittore e poeta. La paggio parte delle sue poesie sono il
Latino, ed era propenso all'utilizzo dei classici principali di versificazione quantitativa in inglese. Il suo
memorabile successo lo si deve al fatto che egli era sia un poeta che un compositore.
Sir John Davies: dopo aver tentato di entrare ad Oxford studia legge a Londra, dove nei suoi indisciplinati
vent'anni scrive alcuni dei suoi più bei poemi. Si include anche il poema filosofico Nosce Teipsum e
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Orchestra. In seguito, si impegnerà in una proficua carriera ì, soprattutto in Irlanda dove prenderà degli
importanti incarichi giuridici.
Barnabe Barnes: figlio del vescovo Durham, ha studiato ad Oxford, ha vissuto con la sua eredità e non ha
scelto alcuna professione. Ha pubblicato un'opera teatrale e due raccolte di sonetti. Conosciuto per la sua
attenzione e dedizione a ciò che era italiano, venne accusato di aver assassinato qualcuno con un limone
avvelenato. Venne arrestato ma l'accusa non arrivò mai ad una conclusione.
Richard Barnfield: il figlio maggiore di proprietari terrieri fu educato ad Oxford. Nel '94 e '95 ha pubblicato
due raccolte di versi pastorali; entrambe le raccolte hanno temi omoerotici/omosessuali. Dopo aver
pubblicato un ulteriore lavoro nel 1598 Barnfield non pubblicò per il resto della sua vita. Per motivi
sconosciuti venne inoltre diseredato dal proprio padre.
Richard Linche: conosciuto come Linche, poeta e traduttore. Sarà poi conosciuto come R.L autore della
raccolta di sonetti Diella del 1596.
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Sir Philip Sidney (1554 - 1585)
Philip Sidney è entrato alla Shrewsbury School nel 1564 all'età di 10 anni. Ha frequentato Oxford ma ha poi
abbandonato senza ricevere la propria laurea, completando la propria educazione attraverso viaggi nel
continente. Con i suoi viaggi Sidney ha incontrato alcuni dei personaggi importanti dell'epoca, come filosofi,
teologi e poeti. In Francia ha vissuto il giorno del Massacro di San Bartolomeo, iniziato a Parigi nell'Agosto
1572 e protrattosi per almeno un mese, dove vennero massacrati circa 50.000 ugonotti (Protestanti
Francesi); tale vicenda fece accrescere in Sidney la devozione al protestantesimo, inculcatogli dalla sua
famiglia e dalla sua educazione. Una volta tornato in Inghilterra dovette fare i conti con la regina Elisabetta,
che purtroppo lo relegò ad azioni diplomatiche, in quanto la regina riteneva che lo zelo del giovane uomo
fosse dovuto solo al suo scetticismo. In questo periodo ciò che fa Sidney è soprattutto incoraggiare grandi
uomini di lettere come il suo amico Greville, oppure Edmund Spencer che scriverà e dedicherà a Sidney The
Shepheardes Calender; il giovane Sydney non incoraggerà solo uomini di lettere, in quanto verrà
autorizzato ad opporsi pubblicamente, dinanzi alla Regina nel 1580 riguardo il matrimonio della regina con
il cattolico duca di Anjou. In seguito a questo evento la regina, contraria alle intromissioni ed interferenze
all'interno dei suoi affari diplomatici, dimette Sydney dalla corte. Si ritira a Wilton, nella proprietà di sua
sorella acquisita Mary Herbert, Contessa di Pembroke. Sidney scriverà per lei un'opera in prosa (storia
d'amore epica) intitolata Arcadia. In seguito alla scrittura di tale opera abbiamo diverse imitazioni e opere
ispirate a quest'ultima, come ad esempio Urania della nipote di Sidney, Lady Mary Wroth. Abbiamo poi
altre opere di Sidney scritte in seguito ad Arcadia, opere che hanno avuto un'importanza maggiore: The
Defense of Poesy e Astrophil and Stella (Amante delle stelle e Stella) che rappresenta il primo del grande
Ciclo di Sonetti Elisabettiani. Al suo interno abbiamo sequenze di eventi, l'evolversi di una relazione; e
ancora, Sidney esplora lo stato d'animo degli amanti, impulsi contraddittori, intensi desideri e frustrazioni
che lo attanagliano. Nemmeno l'amore per la letteratura poteva distrarre e privare Sidney dal suo destino;
nel 1585 prova ad unirsi alla West Indian Expedition di Sir Francis Drake, ma la regina glielo impedì e lo
nominò governatore di Flushing nei Paesi Bassi, e come cavaliere errante ingaggia battaglie e schermaglie
con gli odiati Spagnoli. A Zutphen, contro ogni probabilità, Sidney fu ferito ad una gamba, muore per la
ferita dopo 26 giorni. Sidney chiamava la poesia la sua Vocazione non eletta, non pubblicava però le sue
opere. La sua ambizione era di essere un uomo d'azione che avrebbe influenzato il destino del suo paese,
eppure lui fu l'autore della più ambiziosa opera in prosa, della più importante opera di critica letteraria e
del più influente ciclo di Sonetti dell'era Elisabettiana.
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Sonetti Astrophil & Stella
Sonetto 1
Loving in truth, and fain in verse my love to show,
That the dear she, might take some pleasure of my pain,—
Pleasure might cause her read, reading might make her know,
Knowledge might pity win, and pity grace obtain,—
I sought fit words to paint the blackest face of woe;
Studying inventions fine her wits to entertain,
Oft turning others' leaves, to see if thence would flow
Some fresh and fruitful showers upon my sunburn'd brain.
But words came halting forth, wanting invention's stay;
Invention, Nature's child, fled step-dame Study's blows;
And others' feet still seem'd but strangers in my way.
Thus great with child to speak and helpless in my throes,
Biting my truant pen, beating myself for spite,
"Fool," said my Muse to me, "look in thy heart, and write."
Traduzione
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Sonetto 2
Traduzione
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Sonetto 5
Traduzione
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Shakespeare – introduzione ai Sonnets
Abbiamo 154 sonetti, i sonetti 1 – 126 dedicati al Fair Youth, ovvero al grazioso giovane, e i sonetti 127 –
152 dedicati alla Dark Lady. Shakespeare non usa propriamente il termine Fair Youth ma bensì Lovely Boy,
amore spirituale per un giovane, in quanto Fair Youth viene utilizzato dalla critica. Per quanto riguarda Dark
Lady anche questo è coniato dalla critica, in quanto Shakespeare utilizza semplicemente l'appellativo dark,
che indica amore sensuale per una donna. I sonetti sono stati pubblicati nel 1609, nonostante fossero stati
composti in precedenza; Meres ne parla nel 1598 in Palladis Tamia, abbiamo poi nel 1599 la pubblicazione
di Passionate Pilgrim, dove vengono pubblicati i sonetti 138 e 144 di Shakespeare. Nel 1600 abbiamo una
voce nello Stationer Register di un editore pagato per la pubblicazione di Amors by J.D, songs certein W.S.
Abbiamo poi nel 1609 la pubblicazione a stampa con una dedica non di Shakespeare ma bensì dall'editore
per un certo W.H, forse conte di Southempton o conte di Pembroke, augurandogli fortuna e buona vita a
colui che ha ispirato alcuni dei sonetti. Abbiamo poi la parola Begetter, che potrebbe indicare l'ispiratore
dei sonetti, oppure procuratore del testo da stampare, e la dedica dello stampatore fa inoltre pensare che
Shakespeare fosse più lontano di quanto si pensasse da questa pubblicazione, di conseguenza non
sappiamo se fosse o meno una pubblicazione autorizzata da lui stesso. Nel momento della pubblicazione i
sonetti non ebbero grande consenso da parte del pubblico, soprattutto perchè vennero pubblicati nel
momento in cui questo genere andava scomparendo. Abbiamo una prima edizione ristampata nel 1640
filologicamente errata, da parte di John Bennson: i pronomi maschili vennero sostituiti, mancavano circa
otto sonetti e in ordine diverso dalla stampa originale. I sonetti vengono quindi da lui eterosessualizzati. Gli
editori successivi del '700 presero in considerazione la copia di Benson facendo conoscere al pubblico lo
Shakespeare sbagliato. Ad esempio King Lear, dove originariamente portava la morte Cordelia, le sue ri –
iscrizioni volevano rendere e trasmettere una lezione morale portando al trionfo il personaggio buono.
Possiamo addirittura vedere l'influenza di Platone nei sonetti di Shakespeare, ovvero il parto dell'anima (tra
uomo maturo e un giovane) come ad esempio ritroviamo nel cortigiano di Castiglione, e il parto fisico
ovvero quello della donna; questi due elementi rendono quindi immortali la bellezza e la vita in due modi
diversi. Abbiamo quindi l'amore del poeta nei confronti del Fair Youth che crea i sonetti stessi avendo un
parto dell'anima, in quanto i sentimenti spirituali provati creano essi stessi poesia; abbiamo poi questo
giovane ragazzo che deve amare una donna, destinato così a causa della sua infinita bellezza che deve
essere tramandata ed eternata tramite il parto fisico della donna.
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Sonetto 1
From fairest creatures we desire increase,
That thereby beauty's rose might never die,
But as the riper should by time decease,
His tender heir might bear his memory;
But thou, contracted to thine own bright eyes,
Feed'st thy light's flame with self-substantial fuel,
Making a famine where abundance lies,
Thyself thy foe, to thy sweet self too cruel.
Thou, that art now the world's fresh ornament
And only herald to the gaudy spring,
Within thine own bud buriest thy content
And, tender churl, mak'st waste in niggarding.
Pity the world, or else this glutton be,
To eat the world's due, by the grave and thee.
Traduzione
Dalle creature più belle desideriamo elevarci,
Cossìchè la bellezza della rosa possa non morire mai,
Ma come il più maturo dovrebbe col tempo appassire,
Così il suo tenero germoglio dovrebbe portare la sua memoria;
Ma tu, concentrato sui tuoi stessi occhi lucenti,
Nutri la luce della tua fiamma con energia della tua stessa sostanza,
Creando carestia dove abbondanza mente, (si finge)
Tu stesso tuo nemico, verso il dolce te troppo crudele.
Tu che sei ora del mondo il fresco ornamento,
E unico (principale) annunciatore dell’accesa primavera,
Nel tuo stesso bocciolo bruci la tua contentezza (contenuto),
E, tenero cafone, la sprechi (perdi) nell’avarizia.
Pietà del mondo, o anche così ingordo sarai,
Da divorare (mangiare) ciò che è dovuto al mondo (i tuoi posteri), dalla tomba e te.
(Sarai ingordo nel far sì che ciò che è dovuto al mondo venga divorato dalla tomba e dentro di te)
Analisi
Nella prima quartina abbiamo un contesto matrimoniale riferito al giovane ragazzo, in quanto bisogna
salvaguardare la propria bellezza, e lo si può fare attraverso il matrimonio e la procreazione. Abbiamo poi
un rimprovero all'interno della terza quartina, un rimprovero nei confronti del narcisismo del giovane in
quanto tende a concedere la propria bellezza solo a se stesso e non ad altri, e nel distico finale abbiamo una
sorta di supplica, dove il poeta afferma che bisogna avere pietà del mondo, altrimenti si finisce per essere
complice della morte della bellezza.
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Sonetto 15
When I consider every thing that grows
Holds in perfection but a little moment,
That this huge stage presenteth nought but shows
Whereon the stars in secret influence comment;
When I perceive that men as plants increase,
Cheered and checked even by the self-same sky,
Vaunt in their youthful sap, at height decrease,
And wear their brave state out of memory;
Then the conceit of this inconstant stay
Sets you most rich in youth before my sight,
Where wasteful Time debateth with decay
To change your day of youth to sullied night,
And all in war with Time for love of you,
As he takes from you, I engraft you new.
Traduzione
Quando considero che ogni cosa che cresce
Resiste in perfezione solo per un piccolo istante;
Che questo immenso palcoscenico nulla offre ma mostra
Come le stelle segretamente influenzino (le azioni dell’uomo);
Quando mi accorgo che gli uomini come le piante crescono,
Incoraggiati e rimproverati persino dal cielo stesso,
Si vantano della loro linfa giovanile, al culmine del declino (già sfiorita),
E indossano il loro valoroso stato nel ricordo;
Allora l’idea di questo stare inconstante
Ti rende più ricco in giovinezza dinanzi alla mia vista;
Dove rovinoso Tempo si allea con Decadenza
Per trasformare il tuo giorno di giovinezza in notte offuscata,
E in guerra totale col Tempo per amor vostro (tuo),
Così come lui ti toglie (prende da te), così io ti rinnovo.
Analisi
La prima e la seconda quartina iniziano con 'When' e ciò indica lo scorrere del tempo e di conseguenza la
bellezza del giovane che viene oltraggiata; abbiamo quindi una lotta contro il tempo indicato soprattutto
dal 'Then' con il quale inizia la terza quartina. Tale lotta andava affrontata dal giovane ma essendo riluttante
al matrimonio e alla conseguente procreazione l'atto di eternare la sua bellezza e la sua immagine vengono
affidate al poeta attraverso i suoi versi, ed è una caratteristica dei primi 17 sonetti. Nei primi due versi della
composizione abbiamo la perfezione che non dura altro che un momento, mentre nei due versi seguenti
abbiamo il mondo mostrato come un palcoscenico mostrando quindi solo le apparenze, le ombre del
mondo. Abbiamo quindi un mondo dominato dal mutamento e dalla trasformazione, tema fortemente
elisabettiano che ritroviamo anche nella seconda quartina del sonetto. Al verso otto abbiamo nuovamente
questa mutabilità in quanto è un verso che si riferisce a qualcosa di estinto e dimenticato, una memoria
consumata fino all'oblio totale di sé. Nella terza quartina abbiamo un tema più personale rispetto a quelli
generali trattati nelle prime due quartine, in quanto abbiamo questo tema del mutamento che tocca e si
intreccia direttamente con la vita del giovane in quanto è destinato a crescere, cambiare, invecchiare e
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infine morire; si tratta quindi del tempo, un tempo divoratore e distruttore, ciò che il tempo toglie al
giovane il poeta glielo restituirà scrivendo versi rendendolo in questo modo immortale ed eternando la sua
bellezza.
Sonetto 55
Not marble, nor the gilded monuments
Of princes, shall outlive this powerful rhyme;
But you shall shine more bright in these contents
Than unswept stone, besmeared with sluttish time.
When wasteful war shall statues overturn
And broils root out the work of masonry,
Nor Mars his sword, nor war’s quick fire, shall burn
The living record of your memory:
’Gainst death, and all oblivious enmity,
Shall you pace forth; your praise shall still find room
Even in the eyes of all posterity
That wear this world out to the ending doom.
So, till the judgement that yourself arise,
You live in this, and dwell in lovers’ eyes.
Traduzione
Né marmo né aurei (d’oro) monumenti
Di principi sopravvivranno a questi potenti versi;
Ma tu splenderai più luminoso in queste rime
Che in polverosa pietra consunta dal volgare tempo.
Quando la distruttiva guerra travolgerà (rovescerà) le statue,
E sradicherà ogni opera d’arte,
Né la spada di Marte né il suo divampante fuoco bruceranno
Il vivente ricordo della tua memoria.
Contro la morte e ogni ostilità dell’oblio (dell’essere dimenticato)
Tu vivrai (camminerai) ancora; la tua gloria troverà ancora asilo (spazio)
Proprio negli occhi di ogni posterità
Che trascinerà (consumerà) questo mondo al giorno del giudizio.
Così, fino al giudizio che ti farà risorgere,
Vivrai in questo (questi versi), e dimorerai negli occhi degli amanti.
Analisi
Nel sonetto 55 vi è la celebrazione della bellezza e anche del suo verso, di Shakespeare, paragonando la
poesia a diverse arti, in quanto la poesia è più eterna rispetto ad un dipinto, quest'ultimo tende a
deteriorarsi, rovinarsi, ma non i versi; i versi sono immortali, vengono tramandati, oppure come opere
scultoree o architettoniche, anche queste ultime possono deteriorarsi, rompersi, essere distrutte. Possiamo
dire che questi sono versi autoreferenziali all'interno cui viene monumentalizzata la bellezza; il poeta
afferma inoltre che queste opere d'arte figurative non possono durare per sempre, a differenza della
bellezza che viene appunto eternata dai suoi versi, ma anche dalle persone da lui amate conservando la sua
immagine nei propri occhi.
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Sonetto 71
No longer mourn for me when I am dead
Than you shall hear the surly sullen bell
Give warning to the world that I am fled
From this vile world, with vilest worms to dwell:
Nay, if you read this line, remember not
The hand that writ it; for I love you so,
That I in your sweet thoughts would be forgot,
If thinking on me then should make you woe.
O, if, I say, you look upon this verse
When I perhaps compounded am with clay,
Do not so much as my poor name rehearse,
But let your love even with my life decay;
Lest the wise world should look into your moan,
And mock you with me after I am gone.
Traduzione
Non piangere per me più a lungo – quando sarò morto-
Di quanto udirai la torva (scontrosa) tetra (lugubre) campana
Avvisare il mondo che sono fuggito
Da questo vile mondo, con più vili vermi per dimorare.
No, se leggi queste righe, non ricordare
La mano che le ha scritte; perchè io ti amo tanto
Da voler essere dimenticato nei tuoi dolci pensieri,
Se pensare a me dovesse poi renderti triste (sofferente).
Oh, se, dico io, darai un'occhiata a questi versi
Quando io forse mescolato sarò con l'argilla,
Non far tanto da ripetere il mio povero nome,
Ma lascia che il tuo amore con la mia vita si estingua; (si spenga)
Affinché (per timore che) il saggio mondo non scruti nei tuoi gemiti,
E si faccia beffe di te con me dopo che me ne sarò andato.
Analisi
Qui Shakespeare immagina di essere morto, a differenza del ragazzo che più giovane di lui vive ancora, in
modo da poter leggere i versi a lui dedicati e da lui ispirati. Si tratta inoltre di una poesia destinata al
dedicatario, a lui riservata, versi che non andrebbero letti nel caso in cui quest'ultimi suscitassero tristezza
nel giovane, dovendo dimenticare il poeta per sempre nel caso in cui così fosse.
Abbiamo poi i sonetti dedicati alla Dark Lady, per i quali viene utilizzato un registro diverso; come ad
esempio il sonetto 130, parodia del tipico modo di descrivere le donne, rovesciando quindi gli stereotipi.
Non c'è bisogno che questa donna sia uguale a tutte le altre donne che vengono rappresentate in quanto la
bellezza è puramente soggettiva, giudicando false e macchinose le bellezze celebrate dagli altri in quanto
potrebbero non essere belle come essi celebrano.
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