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Il teatro in Italia era in crisi:

-Per via della Chiesa, della censura dettata dal periodo della controriforma

-volgarità e battute scurrili, uguali basate sul canovaccio (trama blanda generale)

-Maschere fisse (personaggi stereotipati) e non veniva messa in mostra la propria personalità

-non c’erano teatri, gli attori giravano nei carri che occasionalmente si trasformavano in palcoscenici

-non veniva dato importanza ai commediografi che erano impossibilitati a trasmettere messaggi

-I canovacci erano raggruppati in raccolte per avere trame pronte

Goldoni ama il teatro ed è un uomo di teatro:

-Scrive opere e recita, fa del teatro il mestiere che gli permette di guadagnare soldi

-vive a Venezia, città teatrale che evidenzia Questo genere, con impresari, scrittori; si presta molto
per scenografie, È una città con più di 20 teatri pubblici e di proprietà di famiglie nobili che le
affittavano a impresari, i quali a loro volta che dovevano agli scrittori di scrivere opere

-Nella sua famiglia c’è una grande passione per il teatro: il nonno aveva una grande biblioteca e da
giovane fuggì di casa con una compagnia per fare teatro

VIVE, AMA, LAVORA PER IL TEATRO

I teatri più importanti sono San Samuele, San Luca e Sant’Angelo dove si mettevano in scena opere
borghesi, popolari, commedie d’arte e drammi. Sono frequentati da tutti i ceti.

A Venezia il teatro è un fatto culturale è un mestiere che produce ricchezza, anche se è vincolato
dalla legge della domanda della richiesta, di opere leggeri e divertenti Che talvolta cadono nel ridicolo
e nella volgarità .

Goldoni lamentava il fatto che le famiglie non portassero più figli e bambini al teatro.

Goldoni scrive in età avanzata le memorie in francese, un’autobiografia in cui traccia tutti gli elementi
fondamentali della sua vita e della controriforma; descrive inoltre il percorso che ha caratterizzato la
riforma del teatro.

Eventi importanti della sua vita:

-Da piccolo viene spinto dal padre a studiare giurisprudenza ma è appassionato di teatro

-nel 1721 fugge su una barca con una compagnia di teatranti

-Farà l’avvocato per guadagnarsi da vivere

-Nel 1734 incontra il capocomico, direttore di una compagnia, Giuseppe Imer e scrive opere per il
San Samuele componendo tragedie, canovacci relativi a commedie, melodrammi e adattamenti di
testi già conosciuti

-Si sposa con una ragazza a Genova

-Conosce e osserva bene l’ambiente dei mercanti a Genova e Venezia; l’ambiente mercantile farà da
scenario per le le sue opere

La riforma viene da un lungo periodo di apprendistato e analisi della situazione dei teatri italiani e
inizia gradualmente perché il pubblico e gli attori (a studiare le parti) non sono abituati quindi è
graduale. inizialmente non elimina totalmente le maschere ma ne diminuisce l’importanza

-Far sparire il dialetto e sostituirlo con il toscano

-Non scrisse le parti di tutti gli attori ma solo dei protagonisti, pian piano proseguirà con
l’eliminazione delle maschere e la stesura di tutte le parti di tutti i personaggi

-Attribuisce nomi e cognomi specifici

-emerge il confronto tra le varie classi sociali, borghesi, aristocratici e popolari risaltando pregi e
difetti

-I personaggi portati sulla scena sono personaggi veneziani, che lui osserva e il pubblico ci deve
ritrovare le proprie caratteristiche

-si hanno due canovacci: Il Momolo Cortesan e Momolo sulla Brenta che sono la storia di un
mercante veneziano, si esprime in dialetto e parla della vita quotidiana a Venezia ma ancora non sono
completamente rinnovati perché c’è solo la parte scritta del protagonista e conserva i caratteri del
mercante della commedia dell’arte.

Poi scrive la prima opera per intero, con tutte le parti scritte per esteso, La donna di garbo
considerata la prima commedia di carattere in cui lo scrittore esprime pienamente le sue idee
attraverso le parole dei personaggi. È un’opera incentrata sul carattere, su un personaggio con
caratteristiche particolari

-nel 1743 a causa di difficoltà finanziarie Goldoni torna a fare l’avvocato, si reca a Firenze, Pisa e si
inserisce nell’Accademia dell’Arcadia; anche da avvocato continua a scrivere i canovacci e tra questi
spicca Arlecchino servitore di due padroni .

Dopodiché torna a Venezia, lascia il mestiere dell’avvocato e si dedica tempo pieno all’attività di
commediografo: lavora prima per il teatro Sant’Angelo guidato da Medebach poi litiga e passa al
teatro San Luca dove elabora quasi tutta la sua riforma ; Inizia ad avere successo ma vi sono persone
ostili come altri impresari, scrittori di canovacci e attori a cui viene imposto di imparare a memoria le
parti e non possono dire in maniera arbitraria ciò che pensano.

In particolare si schierano contro di lui l’abate Pietro Chiari e Carlo Gozzi che propongono testi
fiabeschi basati sul canovaccio più graditi al pubblico: fautori della commedia dell’arte

-Goldoni mentre lavora al Sant’Angelo scrive la bottega del caffè e la locandiera ed è obbligato da
Medebach a comporre ogni anno otto commedie che gli procurarono guadagni elevati, continuava a
scrivere opere e tra il 1750 1751 scrive 16 commedie nuove, caratterizzate da stanchezza fisica e
psicologica

-nel frattempo passa al teatro San Luca con una nuova compagnia, attori che li crearono grandi
problemi e scrive il Campiello, gli innamorati, i Rusteghi, la trilogia della villeggiatura e le baruffe
chiozzotte.

Intanto Pietro chiari continua ad ostacolarlo, al che decide di scrivere storie romanzesche, con
ambientazioni esotiche lontane dalla realtà veneziana.

-nel 1762 lascia Venezia e va a Parigi, dove rimarrà per circa trent’anni. Riuscirà a scrivere opere con
la Comédie Italienne ma dovrà tornare a scrivere canovacci e opere secondo lo schema della
commedia dell’arte.alla fine viene nominato insegnante di italiano per le figlie di Luigi XV, gli viene
garantita pensione di vecchiaia modesta e conoscere nel frattempo Diderot Voltaire e Vittorio Alfieri

-Nel 1783 inizia scrivere le memoria in cui racconta le vicende più importante della sua vita e della
riforma

In Francia però c’è piena rivoluzione francese: l’assemblea legislativa revoca la pensione di vecchiaia
e morirà dopo due anni in povertà, nonostante in vita avesse guadagnato tanto. Muore nel 1799
assistito dalla moglie Nicoletta

LA LOCANDIERA

La locandiera è la commedia più famosa del teatro italiano. È stata scritta nel 1752 e rappresentata al
teatro Sant’Angelo di Venezia, ha come protagonista Mirandolina, una donna dotata di intelligenza
capacità seduttiva e corteggiata da tutti gli uomini. Al contrario di quello che afferma Goldoni nelle
memorie non scrive di Mirandolina per caso ma questa rappresenta l’evoluzione del personaggio
tradizionale della servetta, è infatti una donna borghese attenta ai propri interessi e consapevole del
proprio fascino ed è dunque una tappa fondamentale del percorso di sperimentazione di Goldoni.

Mirandolina inoltre si dimostra legata alla commedia dell’arte per i suoi modi e tecniche proprie della
figura della servetta maliziosa; si avvale anche delle tecniche tipiche dell’innamorata stravolgendole
per ottenere la rivincita sul cavaliere che aveva precedentemente proclamato il suo odio per le donne.
Goldoni afferma inoltre che la creazione di Mirandolina È stata dovuta anche all’attrice protagonista
molto spiritosa e volitiva.

TRAMA: La scena si svolge nella locanda gestita da Mirandolina nel corso di un giorno. Tra gli ospiti
vi sono un marchese e un conte che cercano inutilmente di ottenere i favori di Mirandolina: il primo le
offre protezione e il secondo molti regali preziosi ma la locandiera accetta senza concedere nulla.
Quando alla locanda arriva il cavaliere di Ripafratta che afferma di disprezzare le donne, Mirandolina,
offesa, mette in atto un piano per farlo innamorare e riesce a sedurlo grazie alle sue parole, al cibo e
ad uno svenimento simulato. Il cavaliere dunque travolto dalla passione pretende che Mirandolina gli
si conceda e il marchese e il conte lo accusano di incoerenza; Egli dunque afferra la spada per
battersi in duello ma l’arma è senza lama e il combattimento è impossibile, Mirandolina dunque
interrompe lo scontro svelando il suo piano fingendo di non aver raggiunto lo scopo in quanto il
cavaliere davanti agli altri nega ogni sentimento verso di lei. La locandiera infine annuncia le nozze
con il servitore Fabrizio, il cavaliere si allontana sdegnato dalla falsità delle donne e Mirandolina
congeda il conte e il marchese promettendo di cambiare atteggiamento dopo il matrimonio

La commedia tradizionalmente viene letta come lo specchio della società veneziana del 700 infatti

- il marchese di Forlipopoli rappresenta il nobile impoverito ma ancora attaccato ai propri privilegi;

-il conte d’albafiorita rappresenta il nuovo ricco che ho comprato anche il titolo nobiliare e ostenta le
proprie possibilità economiche;

-il cavaliere di Ripafratta è invece il nobile altezzoso che tratta i subalterni con disprezzo e che alla
fine non chiede neanche alla locandiera di sposarlo per non alterare l’ordine sociale.

-Mirandolina invece rappresenta il borghese attivo, intraprendente e capace di trattare con tutti senza
perdere di vista i propri interessi e che riesce a riscattare il proprio orgoglio sia femminile che
professionale ma che poi sposa Fabrizio mostrando il proprio realismo e il senso concreto dei limiti
del suo tempo;

-Fabrizio è il popolano venuto dalla campagna in città

-le due attrici Sottolineano con i loro fallimenti la bravura di Mirandolina.

Mentre successivamente il regista Visconti interpreterà la locandiera in maniera diversa; in questo


caso Mirandolina è una donna non giovane mentre il cavaliere è un ragazzo bellissimo che si lamenta
del trattamento ricevuto. L’interesse del regista si concentra soprattutto sugli aspetti economici e sui
rapporti sociali in quanto la locandiera si impegna a conquistare il favore dell’ospite con oggetti e con
lusinghe di sottomissione; il cavaliere è attratto dunque dall’illusione del potere e dal desiderio di
imporre la propria superiorità sociale e la locandiera sta al gioco ma ala fine non gli si concede.
Questo fa scattare l’ira del Cavaliere che non si innamora ma smania per puro istinto sessuale

TRILOGIA DELLA VILLEGGIATURA

Nel 1761 Goldoni scrive tre commedie legate tra loro: le smanie per la villeggiatura, le avventure della
villeggiatura e il ritorno dalla villeggiatura. Ognuna di esse è composta da tre atti e la prima è
dedicata ai pazzi preparativi per la partenza, la seconda mostra la folle condotta dei protagonisti in
campagna e la terza riguarda le conseguenze dolorose dei loro comportamenti a rientro in città.

Goldoni afferma che questi sono tre testi distinti ma che fanno parte di un unico progetto con gli
stessi protagonisti, simmetrie e opposizioni tra luoghi e oggetti e le battute finali della prima
commedia annunciano la seconda e la seconda, a sua volta, suggerisce la terza. Inizialmente queste
vengono rappresentate separatamente ma poi si decise di riportarle in un’unica serata.

La trilogia è ambientata in Toscana ma Goldoni fa riferimento alle abitudini e ai vizi veneziani. Nel
corso del settecento la villeggiatura in campagna che prima era un privilegio esclusivo degli
aristocratici, suscita l’ambizione dei borghesi e i periodi della villeggiatura raddoppiano infatti c’è sia
il soggiorno estivo che quello autunnale e soprattutto per i mesi autunnali si va per partecipare a un
rito mondano imperdibile Cioè per incontrare persone, partecipare a cene e banchetti, sfoggiare abiti
e sedere al tavolo da gioco e non per godere delle bellezze naturali o per controllare i lavori agricoli
dei propri possedimenti.

Il giudizio di Goldoni nei confronti della borghesia si fa quindi più critico in quanto i giovani della
villeggiatura appaiono frivoli e imprudenti e in particolare l’ultima commedia mostra la crisi della
borghesia che appare inadeguata e sconfitta per il rinnovamento della società.

Il personaggio più significativo della trilogia è Giacinta una donna intelligente e abile nel parlare
consapevole delle proprie capacità persuasiva. Compie però due errori: il primo è quello di pensare
di potersi accontentare di una relazione mediocre perché sottovaluta la possibilità di un sentimento
forte e compie, dunque, il secondo errore cioè quello di assecondare la presenza accanto a lei
Guglielmo E lo fa inizialmente per educare Leonardo alla fiducia ma quando il fascino di Guglielmo la
vince la donna mostra di possedere notevoli capacità introspettive e infatti afferma che la colpa è di
se stessa e della sua ambizione di non voler dipendere e fa una lucida autocritica. Tuttavia nel
contrasto tra amore e ragione Giacinta scelga quest’ultima è sacrifica la propria felicità per
l’immagine di sé cioè di donna affidabile e grado di governarsi da sola in quanto è dell’idea che il
dovere di una donna borghese e quello di rispettare un contratto firmato per mantenere la
reputazione della famiglia.

TRAMA LE SMANIE PER LA VILLEGGIATURA

due giovani borghesi orfani Leonardo e Vittoria si preparano per la villeggiatura e pur non avendo
grandi possibilità economiche non rinunciano a procurarsi tutto quanto per apparire in società.
Stanno per partire anche il vecchio Filippo con la figlia Giacinta della quale Leonardo è innamorato
ma i problemi iniziano quando Leonardo si ingelosisce sapendo che nel viaggio siederà accanto a
Giacinta Guglielmo, un suo potenziale rivale. La fanciulla non ha alcun interesse verso Guglielmo ma
rivendica la propria libertà e non vuole cedere alle pressioni di Leonardo che non l’ha ancora chiesta
in sposa. La partenza viene più volte annullata fino a quando Leonardo chiede la mano di Giacinta in
presenza del padre quindi viene trovata una disposizione dei posti di viaggio che soddisfino gli
innamorati e si parte

TRAMA LE AVVENTURE DELLA VILLEGGIATURA

Compaiono alcuni personaggi nuovi ovvero la signora Costanza che cerca di dare in sposa la nipote
Rosina priva di dote e L’anziana Sabina che si rende ridicola offrendo denaro a uno scroccone che si
accompagna a lei solo per la sua eredità. Vittoria si invaghisce di Guglielmo, il quale però ama
Giacinta; Giacinta cade in preda alla passione per lui nonostante tenti in tutti modi di
resistere.Leonardo si accorge del mutamento della fidanzata ma Giacinta per restare fedele al
matrimonio respinge Guglielmo che sposa vittoria grazie ad uno stratagemma di Giacinta. La
commedia si chiude con il ritorno in città di Leonardo, Vittoria e Guglielmo mentre Giacinto il padre
restano in campagna

TRAMA IL RITORNO DALLA VILLEGGIATURA

Al suo rientro Leonardo deve fare i conti con i debiti che non può ripagare e continua a nutrire
sospetti su Guglielmo che ritarda il contratto di fidanzamento con vittoria. Leonardo inoltre teme che
il dissesto economico mi faccia perdere Giacinta la cui dote gli servirebbe per risollevarsi e nel
frattempo la donna rientra dalla villeggiatura ma ogni volta che vede Guglielmo non riesce a
controllarsi. Guglielmo con una lettera compie un ultimo tentativo per conquistarla e la informa della
rovina economica di Leonardo ma Giacinta pur consapevole di amare Guglielmo obbedisce a quelli
che reputa i suoi doveri e accetta di seguire Leonardo a Genova. Giacinta quindi sposa Leonardo ma
rischia di svenire per il turbamento e Guglielmo sposa vittoria

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