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Corso di Laurea: INGEGNERIA INDUSTRIALE CURR.ENERGETICO 2010


Insegnamento: ENERGETICA
n° Lezione: 17
Titolo: IL METANO LIQUIDO (LNG)

Facoltà di Ingegneria

IL GAS NATURALE LIQUEFATTO (LNG)

Introduzione
Il gas naturale rappresenta oggi una delle fonti di energia di
tipo fossile con un più ampio mercato di utilizzo. Nella
presente lezione si intende fornire un quadro sul mercato del
gas naturale liquefatto (LNG, Liquid Natural Gas), che
rappresenta una soluzione al problema dello sfruttamento di
riserve che si trovano in località remote rispetto ai mercati di
utilizzo. Viene descritta la catena del valore dell’LNG e le sue
principali applicazioni.

La catena del gas naturale liquefatto (LNG)


Il gas naturale liquefatto, comunemente noto come LNG
(dalla denominazione inglese Liquefied Natural Gas) si ottiene
sottoponendo il gas naturale, dopo opportuni trattamenti di
depurazione e disidratazione, a successive fasi di
raffreddamento e condensazione. A pressione atmosferica, la
temperatura di ebollizione del metano puro (componente
principale del gas naturale) è di 111,7 K, cioè -161,5 °C, per
ottenere metano liquido, è quindi necessario il
raggiungimento di temperature criogeniche. Nonostante il
dispendio energetico necessario per la sua produzione, il gas
naturale liquefatto presenta il vantaggio di ridurre in maniera
considerevole il volume specifico del gas: infatti, la densità
del LNG a pressione ambiente in condizioni di saturazione è
di 422,4 kg/m3 e, dal calcolo del rapporto tra le densità del
liquido e del gas, si ottiene:

ρliq 422,4 kg 3
= m = 621,5
ρgas 0,6797 kg 3
m

cioè una riduzione di volume specifico di circa 600


volte. In questa forma, il fluido è idoneo al trasporto anche
in serbatoi criogenici e si apre, di conseguenza, una serie di
possibilità di utilizzo, altrimenti improponibili col gas naturale
allo stato gassoso:
• sfruttamento di pozzi che, a causa della collocazione
remota rispetto ai metanodotti esistenti, erano stati

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abbandonati perché non economici (ad esempio, le


dimensioni ridotte non avrebbero giustificato la
costruzione di un gasdotto dedicato). Con una
liquefazione in situ, l’estrazione diventerebbe
economicamente vantaggiosa;
• sfruttamento di sorgenti di gas naturale che altrimenti
verrebbe bruciato per non contaminare l’atmosfera (ad
esempio, il biogas da discarica o gas associato a pozzi
di petrolio);
• possibilità di rifornire con metano località lontane dai
gasdotti; poiché diventa fattibile il trasporto su lunghe
distanze. Esiste infatti un valore di crossover della
distanza, oltre il quale il trasporto del metano
liquido con navi metaniere diventa meno costoso
del trasporto di una pari quantità di gas naturale
via gasdotto; tale valore è pari a 2000 km nel
caso di metanodotti offshore e 3800 km nel caso
di metanodotti che si sviluppano a terra. Con navi
opportunamente isolate per conservare il fluido a
temperature criogeniche, il gas può essere importato
da qualunque paese produttore: si superano così i
vincoli di vicinanza geografica per la costruzione di
metanodotti e questo costituisce una risposta concreta
alla necessità di diversificare le fonti di
approvvigionamento.

In figura è rappresentata la catena del LNG, la quale si


suddivide concettualmente in quattro fasi, dal giacimento fino
alla distribuzione al cliente finale mediante gasdotti:
1. produzione del gas naturale
2. liquefazione,
3. trasporto,
4. rigassificazione;

La catena dell’LNG

Nel seguito vengono descritte con maggiore dettaglio le fasi


principali della catena del valore del gas naturale liquido,
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fondamentali per comprendere come si sviluppa un progetto


di liquefazione del metano.

Produzione del gas naturale


La fase di produzione del gas naturale ha caratteristiche dell
tutto analoghe alla fase di produzione nel caso di trasporto
mediante metanodotto. Il gas prodotto viene trasportato
all’impianto di liquefazione tramite condotte. In funzione delle
caratteristiche del gas estratto e della distanza tra giacimento
e impianto di liquefazione potrebbero essere richieste
infrastrutture per il trattamento del gas.
Per l’approvvigionamento del gas naturale bisogna siglare
contratti con le compagnie proprietarie delle riserve e
soprattutto con i governi dei paesi in cui si trovano le riserve.
Infatti il gas naturale è una risorsa importante e strategica
per il paese che lo possiede e il governo ha tutto l’interesse a
mantenere il controllo su di esso. Soprattutto per progetti
che prevedono la realizzazione di grandi impianti di
liquefazione è fondamentale avere accordi di almeno 20 anni
per lo sfruttamento di una riserva, in modo da poter
garantire un adeguato ritorno dell’investimento.

Liquefazione
Il terminale di liquefazione può essere teoricamente suddiviso
in tre sezioni:
• l’impianto di liquefazione, la parte principale del quale è
la sezione di liquefazione vera e propria;
• i serbatoi di stoccaggio del LNG prodotto;
• le infrastrutture portuali e i sistemi di carico delle navi.

Durante il processo di liquefazione, il gas naturale composto


principalmente da metano è raffreddato sotto il su punto
d'ebollizione, dopo aver ridotto o rimosso la concentrazione
degli altri idrocarburi e di acqua, anidride carbonica, ossigeno
e alcuni composti dello zolfo. La liquefazione del gas naturale
è realizzata in impianti costieri o off-shore, ubicati nei paesi
produttori. In generale un complesso di liquefazione è
composto da una o più linee (treni) di uguale capacità,
funzionanti in parallelo, ciascuna delle quali comprende le
seguenti sezioni: trattamento (rimozione di anidride
carbonica e acido solfidrico, disidratazione e rimozione
mercurio), preraffreddamento e frazionamento, liquefazione
e ausiliari.
Nelle immagini seguenti, a titolo esemplificativo, è raffigurato
il terminale di liquefazione di Trinidad e Tobago, dove sono
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visibili i treni di liquefazione, i serbatoi di stoccaggio ed il


pontile con i bracci di carico per il trasferimento del LNG
prodotto dai serbatoi alle metaniere.

Impianto di liquefazione

I processi di liquefazione, a prescindere dalle numerose


varianti allo schema principale, si dividono in tre categorie
principali, ciascuna delle quali con proprie caratteristiche e
valenze economiche, in funzione della capacità dell’impianto
considerato. Le tre categorie sono le seguenti e verranno
descritte ampiamente in un capitolo dedicato:
• processi a cascata,
• processi MRC (Mixed Refrigerant Cycle),
• processi ad espansione.

Nella figura seguente vengono riportate le dimensioni dei


treni di liquefazione operativi dal 1960 in aggiunta a quelli in
fase di progetto. E’ evidente una tendenza all’aumento nelle
dimensioni dei treni di liquefazione. I treni attualmente
considerati come “standard” hanno dimensioni di 3,5-4
milioni di tonnellate/anno; i treni di dimensioni pari a 5
milioni di tonnellate/anno si basano sull’ottimizzazione degli
impianti di dimensioni minori. Lo sviluppo di treni di
liquefazione di dimensioni ancora maggiori (fino a 8 milioni di
tonnellate/anno), che si ritiene diventeranno la scelta
ottimale per il prossimo futuro nel caso di riserve ingenti,

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richiede una progettazione specifica con particolare


riferimento agli scambiatori, ed alla configurazione dei
compressori e delle turbine ad essi correlate allo scopo di
fornire un impianto efficiente e realizzabile con i benefici delle
economie di scala. La scelta di turbine e compressori di
dimensioni adeguate in particolare, sarà determinante
costituendo questi macchinari l’elemento di costo più
rilevante.

Dimensioni dell’unità di liquefazione

Trasporto
Secondo dati relativi a maggio 2008 ci sono 267 navi
metaniere operative nel mondo, di cui 15 di capacità
compresa tra 18'900 m3 e 50'000 m3; 17 di capacità
compresa tra 65'000 m3 e 87’600 m3; 223 di capacità
compresa tra 122’000 m3 e 165’500 m3; 12 di capacità
compresa tra 209’200 m3 e 216’200 m3.
Mentre le navi di capacità inferiore a 50'000 m3 sono tutte di
oltre 30 anni fa, quelle più grandi sono state costruite
nell’ultimo decennio. Per il crescere del business dell’LNG,
soprattutto in paesi come il Giappone e la Corea, si è assistito
ad un consistente aumento della flotta di navi metaniere.

Per quanto riguarda le tecnologie relative al trasporto, la


parte più importante delle metaniere è costituita dai serbatoi
di stoccaggio, che devono essere progettati in modo tale da
garantire elevato isolamento termico per minimizzare
l’evaporazione del carico trasportato. L’isolamento del
serbatoio della nave può avvenire secondo due diverse
modalità:
• isolando la superficie interna del serbatoio (membrane
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ships): in questo caso il serbatoio è realizzato dalla


stiva stessa e pertanto partecipa alla robustezza
globale della nave. I sistemi di contenimento così
realizzati sono noti anche come sistemi a membrana in
quanto i materiali isolanti sono resi stagni e separati
dal liquido mediante opportune membrane,
generalmente metalliche. Le tecnologie a membrana
vengono sviluppate da Gaz Transport e Technigaz,
G.T.T. (figura a)
• isolando la superficie esterna del serbatoio (Moss
ships): questa soluzione implica la realizzazione di un
serbatoio indipendente dalla nave da isolare
esternamente; serbatoio indipendente significa che lo
stesso è sostenuto e contenuto dalla nave, ma le sue
strutture non concorrono alla robustezza globale di
quest’ultima. I sistemi di questo tipo vengono a loro
volta suddivisi in funzione della soluzione geometrica
adottata per la cisterna: si individuano così sistemi
sferici e prismatici. I sistemi maggiormente impiegati
sono quelli sferici, noti appunto col nome di sistema
Moss-Rosenberg (figura b).

Figura a -. Metaniera con tecnologia Figura b -. Metaniera con serbatoi a


Kvaerner-Moss membrana

Rigassificazione
Il gas naturale liquefatto deve essere rigassificato prima di
essere immesso nella rete nazionale del paese consumatore.
L'Italia è un paese consumatore, e attualmente ha un
rigassificatore in funzione (Rigassificatore di Panigaglia), uno
in via di realizzazione (a largo di Rovigo) e diversi altri
progetti in corso di valutazione. È stato calcolato che l'Italia
avrà bisogno nei prossimi anni di attivare almeno altri sette
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rigassificatori per fare fronte alla crescente domanda


energetica.
Nella figura seguente è riportato lo schema di processo di un
terminale di rigassificazione.

Schema di un terminale di rigassificazione

Il gas naturale liquefatto viene scaricato dalle navi ed inviato


ai serbatoi di stoccaggio. Durante la fase di scarico, per
mantenere i serbatoi della metaniera in pressione il boil-off
che si sviluppa nei serbatoi del terminale per evaporazione
del liquido durante la fase di riempimento viene re-immesso
mediante appositi bracci di carico nella nave metaniera. Il
gas naturale liquefatto stoccato nei serbatoi viene, attraverso
apposite pompe criogeniche inviato alla sezione di
vaporizzazione dove, previo pompaggio alla pressione
necessaria per l’invio alla rete di distribuzione, viene
rigassificato. Il boil-off che si genera normalmente dai
serbatoi viene in parte utilizzato per la produzione di potenza
per il funzionamento dell’impianto ed in parte inviato alla rete
di distribuzione. Nel caso in cui le caratteristiche del LNG lo
rendano necessario, l’impianto di rigassificazione è dotato di
una unità di correzione delle proprietà energetiche del gas.
Nel caso sia richiesto un abbassamento del potere calorifico e
dell’ indice di Wobbe solitamente si diluisce la miscela di
idrocarburi mediante iniezione di azoto o di aria. Qualora si
renda necessario un arricchimento della miscela in termini di
proprietà calorifiche, come ad esempio avviene tipicamente ai
terminali di ricevimento in Giappone, solitamente si alimenta
con una adeguata quantità di idrocarburi più pesanti
(propano e butano).

I vaporizzatori, che sono la parte fondamentale del processo


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di rigassificazione, possono essere di due tipi principali:


- ORV (open rack vaporizer)
- SCV (submerged combustion vaporizer)
L'impianto di rigassificazione può essere di due tipologie: off-
shore o on-shore.

La capacità di rigassificazione di un terminale è determinata


soprattutto dalla capacità dei serbatoio impiegati. Se tale
capacità è limitata è fondamentale programmare a tempi
opportuni gli scarichi successivi di LNG in modo da avere i
serbatoio vuoti immediatamente prima dell’arrivo di un altro
carico. Nel caso di più operatori che consegnano allo stesso
terminale questa programmazione diventa più complicata.
Attualmente nel mondo ci sono 36 terminali di
rigassificazione in Asia, 16 in Europa e 13 nelle Americhe.
Inoltre numerosi sono i progetti per nuovi terminali.

Prospettive del mercato del LNG


Il LNG è competitivo con il gas dei metanodotti quando si
debba trasportare su lunghe distanze, nonostante il recente
aumento dei costi di liquefazione, perché comunque rimane
elevata la domanda da parte del mercato.
Tra i maggiori importatori di LNG risultano il Giappone, che
insieme alla Corea è il maggior importatore asiatico. Notevole
è anche la quota dell’Europa e a seguire l’America. Negli
ultimi sette anni si è assistito ad un aumento delle
importazioni sul mercato globale di circa l’8%.
I paesi esportatori più importanti sono invece l’Indonesia, la
Nigeria, la Malesia e il Qatar.
Per quanto riguarda gli impianti di liquefazione esistenti,
l’attuale capacità di liquefazione è pari a circa 200 mtpa,
destinata a raddoppiare se si tiene conto degli impianti
attualmente in costruzione e di quelli in progetto (in questo
scenario il Qatar è il paese che avrà la maggiore capacità di
liquefazione, praticamente pari da sola a quella di tutto il
resto del mondo), tuttavia si prevede che la domanda per
l’LNG cresca molto più velocemente della capacità di
liquefazione.

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Titolo: LE METANIERE

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LE METANIERE

Serbatoi a membrana
Le differenze tra le diverse tecnologie per i serbatoi a
membrana risiedono principalmente nei materiali utilizzati ed
in alcune diversità costruttive ad essi correlate.
Nella tecnologia Gaz Transport lo strato isolante è reso
stagno mediante due barriere: la barriera primaria che si
trova a contatto con il carico; la barriera secondaria sigilla
l’altro lato della strato isolante (figura).

Schema di principio di un serbatoio a membrana

Le barriere sono realizzate in lamiera di lega d’acciaio al 36%


di nickel (Invar), caratterizzate da un coefficiente di
dilatazione termico di venti volte inferiore rispetto all’acciaio
inossidabile e dalla proprietà di non essere soggette a
corrosione alle normali condizioni operative. Le membrane,
costituite da strisce di lamiera della larghezza di 500mm e di
lunghezza pari a quella della cisterna, appositamente
assemblate, risultano totalmente appoggiate e sostenute
dalle strutture in legno per l’isolamento e aderiscono
internamente alla forma dello scafo.
I sistemi a membrana, offrono prestazioni operative elevate
(bassi tempi di raffreddamento), ma necessitano elevata cura
in fase di costruzione e manutenzione. La maggior parte delle
metaniere esistenti e di quelle in costruzione appartiene alla
famiglia dei sistemi a membrana.

Metaniere Moss
I serbatoi indipendenti di forma sferica offrono a parità di
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superficie il massimo volume e non hanno necessità di


rinforzi esterni in quanto ogni sollecitazione sulla superficie si
tramuta in uno stato di pura trazione o compressione. Il
sistema di contenimento Moss Rosemberg consiste in una
cisterna sferica senza alcun rinforzo collegata lungo il suo
perimetro equatoriale ad una struttura cilindrica, denominata
gonna, che lo sostiene; la parte inferiore di questo cilindro è
saldata alle strutture della nave. I serbatoi sono tipicamente
realizzati utilizzando una lega di Alluminio A5083 od acciaio
al Nickel (9%). La gonna di sostegno solitamente è realizzata
con due materiali: la metà superiore, a contatto con la sfera,
è in alluminio mentre la parte inferiore è in acciaio idoneo
alle basse temperature. Alcune varianti prevedono la
realizzazione di tre strati utilizzando un intermedio strato di
acciaio inossidabile allo scopo di ridurre la conducibilità
termica e particolare attenzione è posta nelle zone di
giunzione tra alluminio ed acciaio. Il serbatoio può essere
direttamente coibentato sulla superficie esterna senza
necessità di barriera secondaria. Una struttura denominata
“ghiotta” posta sotto il polo inferiore del serbatoio sferico
funge comunque da seconda barriera di contenimento in caso
di rottura. Per l’isolamento termico delle sfere sono
disponibili due differenti metodi: il sistema a spirale (ormai
abbandonato) ed il sistema a pannelli. Il primo sistema
consiste nella deposizione di una sorta di cordone isolante di
forte spessore realizzato sul posto mediante appositi
macchinari in modo da minimizzare i giunti. Il materiale è
avvolto a spirale intorno al serbatoio a partire dall’equatore
verso i poli. Il sistema a pannelli consiste invece
nell’applicazione di pannelli prefabbricati sulla superficie
esterna della sfera e sulla parte superiore della gonna.
Ciascun pannello è costituito da due strati, quello a contatto
con la sfera è in resina fenolica; quello superiore è in
schiuma di poliuretano. Tra i due strati è interposta una rete
metallica sottile che funge da armatura del pannello stesso.
La superficie esterna è ricoperta da sottilissimo lamierino che
serve da barriera per il vapore. I giunti tra i pannelli sono
riempiti mediante schiume poliuretaniche. I vantaggi offerti
dai sistemi di contenimento sferici sono il non avere carichi
sui sistemi isolanti, che in quanto esterni sono anche
facilmente ispezionabili, la maggior quantità di carico
pompabile dal serbatoio e la minor sensibilità del sistema alle
variazioni di pressione. Gli svantaggi sono legati alla maggior
gravosità delle operazioni di raffreddamento e carico per
evitare shock termici elevati e alla maggior quantità di volumi
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morti di stiva che contiene il serbatoio.

Moss ship

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n° Lezione: 17/S2
Titolo: LA RIGASSIFICAZIONE

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LA RIGASSIFICAZIONE

I vaporizzatori
I vaporizzatori, che sono la parte fondamentale del processo
di rigassificazione, possono essere di due tipi principali:
- ORV (open rack vaporizer)
- SCV (submerged combustion vaporizer)

I vaporizzatori di tipo ORV utilizzano un flusso di acqua come


mezzo per fare evaporare il LNG e fornire il calore necessario
per portarlo alle temperature compatibili con l’immissione
nella rete di distribuzione (tipicamente superiore a 0-5°C). I
terminali costieri utilizzano acqua marina che viene prelevata
con apposite pompe. Il gas naturale liquefatto fluisce lato
tubi negli scambiatori mentre l’acqua di mare lambisce i fasci
tubieri lato mantello. L’adeguato dimensionamento degli
scambiatori permette di scaricare l’acqua utilizzata
garantendo una variazione di temperatura della stessa
contenuta nei limiti di legge per il rispetto dei vincoli
ambientali. L’utilizzo di acqua marina richiede la realizzazione
di scambiatori in apposite leghe con alluminio per evitare
problemi di corrosione.
Gli scambiatori di tipo SCV non utilizzano un flusso continuo
di acqua marina ma consentono la rigassificazione del LNG
tramite il fluire del LNG attraverso tubi posizionati in un
bagno di acqua dolce che viene riscaldata mediante un
apposito bruciatore (figura).

Schema di funzionamento di uno scambiatore SCV


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Titolo: LA RIGASSIFICAZIONE

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Così come per i terminali di liquefazione, anche nel caso degli


impianti di rigassificazione si è soliti frazionare la capacità
dell’impianto in “treni”, ciascuno dei quali risulta
dimensionato dalla capacità di vaporizzazione dello
scambiatore ad esso associato. Gli impianti recenti utilizzano
vaporizzatori con capacità di 120-180 tonnellate/ora di LNG.

Impianti off-shore e on-shore


L'impianto di rigassificazione può essere di due tipologie: off-
shore o on-shore. Gli impianti off-shore sono costituiti da
terminali galleggianti (Floating Regas), da strutture offshore
ancorate al fondo, o da vere e proprie isole artificiali. Gli
impianti on-shore invece sono realizzati normalmente vicino
a strutture portuali, per poter usufruire del supporto tecnico e
logistico. Per motivi di sicurezza sono spesso esclusi dal
bacino portuale, e presentano pontili in mare aperto.
La tecnologia On-Shore è la più diffusa e collaudata perché è
stata la prima ad essere sviluppata (figura).

Struttura ONSHORE

Consiste nel realizzare in prossimità del mare (in genere


all'interno o in prossimità di una grossa area portuale) dei
silos destinati ad accogliere il gas riportato allo stato
aeriforme. Tali silos, costruiti per lo più con una struttura
metallica a forma cilindrica, sono poi collegati attraverso
opportune condotte ad un pontile di attracco a cui ormeggia
la nave metaniera che trasporta il gas in forma liquida (LNG).

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n° Lezione: 17/S2
Titolo: LA RIGASSIFICAZIONE

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La tecnologia Off-Shore è invece la più innovativa e ne


esistono due tipologie principali:
• Gravity based
• FSRU (Floating storage and regassification unit)
Per quanto riguarda la prima tipologia, il rigassificatore è
realizzato mediante una struttura di cemento armato in cui
sono alloggiati i serbatoi in acciaio. La struttura viene
trasportata dal cantiere dove è costruita sul luogo dove deve
essere posizionata e fatta adagiare sul fondo utilizzando un
opportuna zavorra. La struttura costituisce così una vera e
propria isola artificiale a cui le navi metaniere possono
attraccare e scaricare il gas. L’impianto che riporta il gas allo
stato aeriforme è alloggiato sulla stessa struttura. Un
gasdotto sottomarino permette di collegare il rigassificatore
alla costa e di far arrivare il gas alla rete sulla terraferma. Il
primo terminale al mondo di questo tipo è quello progettato
dalla società Adriatic LNG a largo di Rovigo, presso Portoviro
(Figura).

Rigassificatore gravity based, Adriatic LNG, Progetto di


Portoviro

La tecnologia FSRU, a differenza della precedente, non


prevede la realizzazione di una struttura portante di cemento
armato in cui alloggiare i serbatoi per contenere il gas, ma
utilizza una nave metaniera opportunamente adattata o
appositamente costruita che viene ancorata
permanentemente in un punto della costa e che funziona da
serbatoio galleggiante a cui attraccano le metaniere per
scaricare il gas liquefatto che poi viene riportato allo stato
aeriforme nella stessa nave. Un gasdotto collega la nave alla
terraferma consentendo di immettere il gas nel metanodotto.
Di questo tipo è il terminale OLT che dovrebbe essere
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  Corso di Laurea: INGEGNERIA INDUSTRIALE CURR.ENERGETICO 2010
Insegnamento: ENERGETICA
n° Lezione: 17/S2
Titolo: LA RIGASSIFICAZIONE

Facoltà di Ingegneria

realizzato nei pressi di Livorno rappresentato


schematicamente in figura seguente.
In alcuni casi può essere la stessa metaniera impiegata per il
trasporto in cui avviene anche la rigassificazione.

Rigassificatore off-shore FSRU

Le tecnologie ONSHORE ed OFFSHORE sono diverse ed hanno


sicuramente per questo pregi e difetti che le distinguono. La
prima è sicuramente la più economica, ma ovviamente
richiede l'impegno di una certa superficie di un'area portuale
o comunque di terraferma. Di solito questo tipo di impianti
sono stati realizzati in grosse aree portuali (il caso del
Giappone o della Spagna) oppure in complessi petroliferi o
chimici costieri (il caso della Francia) non mancano però
impianti costruiti su zone della costa in cui si è dovuto
realizzare anche il pontile di attracco partendo dal nulla (di
nuovo la Spagna). Le tecnologie offshore offrono sicuramente
più versatilità perché vengono realizzate in mare aperto e
quindi risultano adeguate a situazioni in cui le coste sono
densamente abitate e non esistono grossi porti. Per contro
sono assai più costose e richiedono tempi di progettazione e
di realizzazione maggiori.

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Corso di Laurea: INGEGNERIA INDUSTRIALE CURR.ENERGETICO
Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 17/S3
Titolo: CONSOLIDAMENTO
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria

Consolidamento

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Corso di Laurea: INGEGNERIA INDUSTRIALE CURR.ENERGETICO
Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 17/S3
Titolo: CONSOLIDAMENTO
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria
Consolidamento

Rispondere alle seguenti domande:

Qual è la catena del valore del metano liquido?

Tipologie di navi metaniere

Caratteristiche del processo di rigassificazione e diversi sistemi di


rigassificazione

Caratteristiche e vantaggi del metano liquido.

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