La rivoluzione russa è stato un evento sociopolitico, occorso in Russia nel 1917, che portò al
rovesciamento dell'Impero russo e in seguito alla guerra civile russa.
All'inizio del 1917, a causa delle pesanti sconfitte militari e della grave crisi economica dovuta alla prima guerra mondiale, il regime zarista era sull'orlo del crollo. Inoltre, l'invio di contadini al fronte portò ad una grave mancanza di beni di prima necessità e al forte aumento dei loro costi. Così a Pietrogrado, nel febbraio del 1917 uno sciopero generale paralizzò in pochi giorni la città, lo zar dichiarò lo stato di assedio, ma le truppe fraternizzarono con gli scioperanti e il 27 febbraio si impadronirono della capitale. Mentre la rivolta si estendeva, coinvolgendo anche Mosca, apparve chiaro che il regime zarista non era più in grado di riprendere il controllo del paese. Dopo lo sciopero nacquero quindi due centri di potere: da un lato il governo provvisorio guidato dal principe Lvov a carattere liberale, dall'altro il soviet di Pietrogrado guidato dai sociorivoluzionari e dai menscevichi. Tra il 23 e il 27 febbraio 1917 (secondo il calendario russo, tra l’8 e il 12 marzo secondo quello occidentale adottato anche in Russia l’anno seguente) gli operai di Pietrogrado insorsero affiancati da reparti militari ribelli e costituirono un soviet. Il 2 marzo Nicola II abdicò e poco dopo venne instaurata di fatto la repubblica. L’insurrezione si estese dilagando nelle campagne. Fu formato un governo provvisorio, dominato da aristocratici e borghesi di orientamento liberale, che dovette però dividere il potere con i soviet degli operai e dei soldati, diretti dai socialrivoluzionari, dai menscevichi e dai bolscevichi. In aprile tornò dall’esilio il capo dei bolscevichi, Lenin, il quale incitò i soviet a prendere nelle loro mani tutto il potere, i contadini a impadronirsi della terra (cosa che essi stavano già facendo), gli operai e i soldati a imporre la pace immediata. In luglio-agosto il governo provvisorio lanciò un’offensiva contro i Tedeschi, che si risolse in una sconfitta. L’autorità del governo provvisorio era a pezzi e i bolscevichi costituivano l’unico partito saldamente organizzato, mentre i socialrivoluzionari e i menscevichi erano in uno stato di sbandamento. In quelle condizioni Lenin ritenne che il suo partito fosse in grado di conquistare il potere. Il 24-25 ottobre 1917 (6-7 novembre) egli ordinò alle truppe rivoluzionarie di occupare le sedi del governo e di stroncare le forze a esso fedeli. Le resistenze furono assai deboli e l’intera operazione risultò quasi incruenta. Questa fu la terza Rivoluzione russa, passata alla storia come la Rivoluzione di ottobre. era stata eletta l’Assemblea costituente, cui sarebbe spettato di decidere del futuro della Russia, del suo tipo di governo e di chi lo avrebbe diretto. Il 18 gennaio 1918 Lenin ordinò alle guardie rosse di sciogliere con la forza l’Assemblea costituente perchè era impensabile che la classe operaia, la classe più avanzata della società, cedesse il potere alle arretrate masse contadine e ai ceti conservatori. La pressione militare tedesca, intanto, si faceva insostenibile, per cui Lenin e Trockij, con l’opposizione dei socialrivoluzionari che li avevano sostenuti al governo e di una parte degli stessi bolscevichi, imposero la pace, firmata a Brest Litovsk il 3 marzo 1918, la quale comportò durissime perdite territoriali per la Russia. Contro tutti gli avversari venne scatenato il terrore rosso, di cui strumento essenziale diventò la Ceka, la polizia politica costituita fin dal dicembre 1917. Essa si aggravò ulteriormente in conseguenza dello scoppio della guerra civile, che infuriò nell’ex impero zarista tra la fine del 1917 e il 1921 opponendo il governo bolscevico e il suo esercito (l’Armata rossa) a governi controrivoluzionari formatisi in successione in varie parti dell’immenso paese, alle loro armate ‘bianche’ e alle truppe inviate dai governi inglese, francese, italiano, americano e giapponese. Il governo di Lenin, di cui gli avversari interni ed esterni ritenevano sempre imminente la caduta, affrontò la drammatica emergenza con estrema decisione e con la determinazione a non cedere a ogni costo. Per eliminare ogni speranza nella restaurazione dello zarismo, nel luglio del 1918 lo zar Nicola II e i membri della sua famiglia vennero uccisi. Squadre armate provvidero a strappare le scarsissime riserve alimentari ai contadini, al fine di rifornire la popolazione stremata delle città e le armate della rivoluzione. Ogni opposizione venne stroncata senza pietà. Contrariamente a tutte le previsioni, il governo bolscevico non solo sopravvisse, ma riuscì a sconfiggere completamente i suoi avversari ‘bianchi’ e le truppe straniere. Lenin aveva creduto fermamente che la Rivoluzione di ottobre avrebbe dato inizio alla rivoluzione internazionale, a partire dalla Germania. Ma si trattò di un’illusione. Pertanto la Russia sovietica vittoriosa rimase isolata dal resto del mondo, con il solo sostegno dei comunisti esteri e di altre correnti minori del socialismo mondiale che si erano uniti ai bolscevichi nel 1919 dando vita alla Terza Internazionale.