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Smettila di confrontarti con gli altri.

Le persone con poca autostima si confrontano in continuazione con gli altri e dal confronto ne
escono sempre perdenti.

Perché? Perché fissano l'attenzione su quelle qualità che gli altri possiedono e loro invece non
hanno. Se ti sembra che le altre persone siano più in gamba di te, più realizzate di te, si divertano di
più, abbiano più successo, ti invito a fare questo esercizio.

Tutte le volte che fai un paragone sfavorevole fra te e qualcun altro, nota un difetto che l' altra
persona ha e tu non hai. Può trattarsi di una piccola cosa , come ad esempio il fatto che lui/lei sia
una fumatore incallito e tu invece non fumi. A che cosa serve questo esercizio? A farti notare che
ogni persona è un misto di pregi e di difetti, che nessuno è perfetto ma anche che nessuno è un 
disastro completo.

Fatti vedere per quello che sei.

Ti vedi pieno di difetti e hai paura che se, le altre persone ti conoscessero veramente ,ti
rifiuterebbero.

Per compensare questa paura cerchi di dare un immagine di te " riveduta" e "corretta", cioè cerchi di
mostrarti " migliore" di quello che sei. Cerchi di fare buona impressione sugli altri ,mettendoti una
maschera. In certe situazioni questo può essere necessario , ad esempio sul lavoro o con le persone
che conosci poco, ma con gli  amici e con il partner puoi lasciarti andare!

Se ti mostrerai per quello che sei veramente , darai alle persone care la possibilità di amarti e
accettarti .E se sentirai che gli altri ti apprezzano malgrado le tue debolezze, inizierai ad apprezzarti
anche tu!

Fai la pace con te stesso/a!

Smettila di lottare contro te stesso per diventare una persona completamente diversa da quello che
sei. Non ci riuscirai mai : se la tua natura è quella di un coniglio non potrai diventare, per quanti
sforzi tu faccia e per quanto impegno tu ci metta , una tigre.
Però puoi essere un coniglio felice. Invece un coniglio che  si sforza di andare a caccia come una
tigre (perché le tigri sono più apprezzate nella nostra società),soffrirà di ansia, insonnia, disturbi
psicosomatici e quant'altro. 
Tanto per fare un esempio banale : se detesti lo studio ( e la matematica in particolare) è inutile che
ti iscrivi a ingegneria solo perché è una facoltà che ti consente di trovare un lavoro redditizio, è
quello che i tuoi genitori si aspettano da te, e una laurea dà prestigio sociale.

Inizia ad apprezzarti.

Smettila di criticarti per quello che non sei e per quello che non sei ancora riuscito a fare nella vita. 
Forse non tutte le tue scelte si sono rivelate "azzeccate", però sicuramente hai fatto anche delle cose
buone. Prova a pensarci!

Dott.sa Anna Zanon

Come farsi apprezzare maggiormente dagli altri


Come farsi apprezzare dagli altri
Immaginate di poter assistere, senza
essere visti, ad una seduta di psicoterapia
e di poter ascoltare quello che un paziente
dice al suo psicoterapeuta. Siete curiosi,
vero? Probabilmente, una delle
conversazioni che ascoltereste con
maggior frequenza riguarderebbe
l'insoddisfazione per i propri rapporti con
gli altri. A questo proposito, una delle "
 
lamentele" più ricorrenti potrebbe
suonare più o meno così: " Io  do
moltissimo e faccio tanto per gli altri, ma
in cambio ottengo poco o niente".

La sensazione di sentirsi poco amati ed


apprezzati è purtroppo molto comune e
riguarda ogni tipo di relazione sia essa di
carattere sentimentale, piuttosto che
amicale, familiare, lavorativo, ecc? 
Fortunatamente, è sempre possibile imparare a farsi apprezzare e costruire con gli altri  delle
relazioni più soddisfacenti.    

Dare e ricevere: un problema universale


In una ricerca di psicologia sociale fu chiesto a un numero cospicuo di coppie sposate di fare un
bilancio di quello che davano e ricevevano nel loro rapporto sia dal punto di vista pratico che da
quello affettivo. Inoltre, ciascuno dei partner doveva indicare chi fosse il più generoso della coppia.
Il risultato fu sorprendente: sia il marito che la moglie percepivano se stessi come la persona che dà
di più nel rapporto.

Da un certo punto di vista, questo risultato non sorprende : fa parte della natura umana considerarsi
migliori di quello che si è ,e reputarsi più generosi e più disponibili di quanto non si sia in realtà.

Ma questo studio mette in luce un punto importante: in molti rapporti si creano delle dinamiche
psicologiche per cui si tende a non riconoscere e quindi a non apprezzare quello che l'altro fa per
noi.  

Perché do tanto e ricevo in cambio così poco?


Ogni individuo ha il suo modo particolare di rapportarsi agli altri e di esprimere il proprio affetto.

Per fare un esempio banale ma efficace, alcune persone preferiscono dimostrare il loro amore con i
fatti, prendendosi cura del partner dal punto di vista  pratico e materiale. Anche quando amano
profondamente, queste persone fanno fatica a dire " ti amo" e sono parchi di abbracci e coccole, ma
non fanno mai mancare il loro sostegno al partner. Per loro una camicia perfettamente stirata o
riparare un rubinetto che perde sono l'equivalente di un appassionata dichiarazione d'amore.  

Altre persone, invece, sono espansive ed affettuose e per sentirsi amate hanno bisogno di dialogo,
abbracci e tenerezze.

Se come spesso succede, una persona che esprime il suo affetto in modo pragmatico si sposa con un
partner più emotivo e passionale, è facile che, con il tempo, ciascuno dei due finisca per sentirsi
poco amato e poco apprezzato. Sempre per proseguire con l'esempio, supponiamo che il tipo pratico
sia il marito e il tipo più affettivo sia la moglie. In questo caso, il marito farà di tutto (dal suo punto
di vista) per far funzionare il rapporto: si impegnerà sul lavoro, aiuterà nei lavori domestici, non le
farà mancare niente di materiale e non capirà come mai la moglie sia sempre così scontenta.

Inoltre, si lamenterà del disordine che regna in casa e del fatto che sua moglie sia così fredda a letto.

Dal canto suo, la moglie potrebbe soffrire per i troppi impegni lavorativi del marito, per la
mancanza di dialogo e di tenerezza e potrebbe sentirsi trascurata e poco amata, nonostante la
sicurezza finanziaria ed emotiva che il marito le offre.

Nei confronti della loro vita sessuale, la moglie potrebbe lamentarsi perché il marito che la ignora
completamente durante il giorno, la cerca solo quando vuole fare l'amore.

In realtà, ciascuno dei membri della coppia dà e riceve molto, ma dal momento che quello che
riceve è diverso da quello che desidererebbe, ha la sensazione di non ricevere niente. Nessuno dei
due, infatti, si sforza di capire che cosa è importante per l'altro e di soddisfare i suoi bisogni.

Ovviamente queste dinamiche non si verificano solo nel rapporto di coppia ma in tutti i tipi di
relazione umana. Tuttavia, è possibile migliorare qualsiasi relazione sviluppando la capacità di
mettersi nei panni dell'altro.

Il segreto per farsi apprezzare.


Provereste gratitudine se qualcuno vi facesse un regalo costosissimo ma che voi reputate orribile ed
inutile? O preferireste invece un regalo molto più economico, una piccola cosa, che però desiderate
veramente? Nelle relazioni con gli altri funziona lo stesso principio: perché quello che diamo sia
veramente gradito deve rispondere ai bisogni dell'altro.

Le persone tendono a dare nella relazione quello che loro desidererebbero dagli altri, ma questo non
sempre coincide con quello di cui gli altri hanno bisogno. 

Tuttavia, se non si sviluppa la capacità di mettersi nei panni dell'altra persona, si rischia di dare
tantissimo e di non essere apprezzati.          

Un esempio classico di questo meccanismo psicologico potrebbe essere quello di un ipotetica


madre che vive in funzione del  figlio. Questa mamma al figlio dà tutto (affetto, consigli, attenzioni,
regali ecc) tranne l'unica cosa che lui vorrebbe veramente, e cioè che la madre fosse meno presente
nella sua vita e rispettasse di più i suoi spazi e il suo bisogno di autonomia.

Paradossalmente questa madre riceverebbe di più nel rapporto con il figlio imparando a dare di
meno.

Dedicato a chi dà troppo


Alcune persone danno tantissimo nei rapporti con gli altri ma in cambio ricevono veramente poco.

In genere questo tipo di persona ha un grandissimo bisogno d'amore ed è disposto a fare di tutto per
accattivarsi le simpatie dell'altro sia che si tratti di un amico, di un potenziale partner, di un parente
ecc. Queste persone quando tengono a qualcuno lo sommergono di manifestazioni d'affetto,
attenzioni, regali e piaceri. In ufficio sono quelli che fanno anche il lavoro degli altri e si
sobbarcano tutti i lavori più ingrati, in tutte le situazioni della vita considerano le esigenze degli altri
più importanti delle proprie.

Ma tanta generosità può avere un risvolto negativo: questi individui, a livello inconscio, si ritengono
immeritevoli d'amore e danno per "comprare" la benevolenza degli altri.
La loro disponibilità verso il prossimo nasce più dall'insicurezza che da un reale interesse verso
l'altro: dal momento che disperano di essere amati per quello che sono, si accontentano di essere
utili, anzi indispensabili. Il dare compulsivo nasconde in realtà una forte richiesta di attenzione e di
amore. Gli altri lo avvertono inconsciamente e provano  disagio perché si sentono in debito e
obbligati a ricambiare e a dare più di quanto non farebbero normalmente.  

Come ricevere di più nei rapporti con gli altri


Alcuni consigli per stabilire con gli altri delle relazioni più soddisfacenti.

1) Date per il piacere di farlo


Alcune persone hanno nei confronti degli altri un atteggiamento "da contabile", tendono, cioè, a
fare una specie di "bilancio mentale" di quello che danno e ricevono nelle loro relazioni. Fanno
volentieri dei piccoli favori, ma in cambio si aspettano che il beneficiario delle loro attenzioni
restituisca loro  il favore con la massima solerzia, e se questo non avviene, si sentono delusi e poco
apprezzati. Per esempio, ci rimangono male se un'amica non ricambia a breve l'invito a pranzo e se
un collega, a cui hanno dato un passaggio, non si sdebita offrendo qualcosa da bere.

Paradossalmente, è proprio la paura di non ricevere abbastanza nei rapporti con gli altri che
impedisce a queste persone di ricevere di più, mentre un atteggiamento più generoso e rilassato nei
confronti del prossimo garantirebbe loro quell' apprezzamento e quell' affetto che desiderano
ardentemente.

2) Imparate ad apprezzare quello che ricevete


La maggior parte delle persone, quando ha la sensazione di non ricevere abbastanza da un rapporto,
tende a diventare critica nei confronti dell'altra persona e a concentrare l'attenzione su quello che
l'altro non riesce a fare o a dare, sottovalutando invece gli aspetti positivi della relazione. Ma,
sottolineare in continuazione l'egoismo o la pigrizia del partner, del figlio, del collega, non spingerà
l' altro a dare di più, ma a dare sempre di meno. Infatti, l'altra persona, sentendosi criticata e messa
in discussione, smetterà di fare anche quel poco che fa. Per invertire questo circolo vizioso, occorre
invertire la rotta e iniziare ad apprezzare quello che riceviamo per quanto inferiore alle nostra
aspettative possa essere. Infatti, mostrando di notare e di apprezzare quello che l'altra persona fa per
noi, la motiveremo da dare di più.

3) Esplicitate le vostre aspettative


Ogni persona ha il suo modo peculiare di percepire la realtà, anche e soprattutto per quanto riguarda
il rapporto con gli altri. Molte incomprensioni nascono da una divergenza di aspettative che non è
mai stata esplicitata. Non date per scontato che gli altri capiscano quello che volete, anche se si
tratta di una cosa ovvia: spesso quello che è evidente per una persona, può non esserlo per un'altra.

Dottoressa Anna Zanon


 Benessere psicologico     Come aiutare una persona depressa
"Nessuno mi ama", "Mi sento solo",
"Nelle relazioni con gli altri sono
sempre io quella che da e mai quella
che riceve", queste considerazioni
negative sulle proprie relazioni
interpersonali sono tipiche della
depressione.

La depressione, infatti, è un disagio  


psicologico che interferisce
significativamente sul
funzionamento sociale della persona
depressa: chi è depresso ha spesso il
vissuto che a nessuna delle persone
che lo circondano, importi qualcosa
di lui, e che nessuno possa capirlo e
aiutarlo.

Anche quando la realtà si rivela ben diversa e il depresso è circondato da amici e familiari affettuosi
e ben disposti nei suoi confronti, si sente ugualmente solo e non amato.

D'altra parte, poche cose possono incidere negativamente in un rapporto come una prolungata
depressione. Chi è depresso desidera ardentemente l'affetto degli altri, allo stesso tempo tende a
respingerli, chiudendosi in se stesso oppure svalutando quello che gli altri fanno per lui. 
E' per questo motivo che le persone che stanno accanto ad un depresso, possono ad un certo punto
cominciare a provare nei suoi confronti dei sentimenti negativi come rabbia, fastidio e senso di
colpa.  E'importante sapere che questi sentimenti sono assolutamente normali e sono la prova
dell'affetto che ci lega alla persona che sta male. 

Perché stare vicino ad una persona depressa è così difficile?


La depressione influenza negativamente tutte le relazioni con gli altri. Ma più la relazione è intima,
più diventa difficile e doloroso relazionarsi ad una persona depressa. Ad un amico o ad un collega
possiamo "perdonare" facilmente una depressione, ma se a stare male è il partner, o peggio ancora
un genitore, non è facile essere obiettivi. Infatti, più siamo coinvolti emotivamente, più lo stato
depressivo del nostro caro ci spaventa e ci ferisce.  Nel prossimo paragrafo descriverò brevemente
alcune dinamiche psicologiche che possono scattare in una relazione con una persona depressa.        

Quali sentimenti si provano in una relazione con una persona depressa?

Hai la sensazione di non riconoscerlo più.   


Hai la sensazione di non riconoscerlo/ a più. Lui o lei sembrano diventati un'altra persona : una
persona negativa, apatica, indifferente a tutto e in alcuni casi, irritabile e sempre di cattivo umore.
Ovviamente questo cambiamento ti disorienta e non ti piace, continui a chiederti che fine ha fatto il
tuo caro e se l'individuo distruttivo e spento che ha preso il posto della persona a che conoscevi e
amavi, se ne andrà un bel giorno.

Vorrei rassicurarti  su questo punto : la depressione è un disturbo psicologico perfettamente curabile
e guaribile. Quindi, il cambiamento di personalità del tuo caro  è solo temporaneo: non appena avrà
superato l'episodio depressivo, tornerà come prima o anche meglio ( molte persone escono dalla
depressione rafforzate e più mature). 

Dispiacere e  senso di colpa.


Nel vedere una persona a cui volgiamo bene andare alla deriva, proviamo un profondo senso di
pena e di dispiacere. Nel vedere l'altro soffrire, soffriamo anche noi. Se siamo molto legati alla
persona depressa, specialmente se è un rapporto genitore- figlio, ci possono essere dei sensi di
colpa. Infatti tutti noi, tendiamo a sentirci responsabili del benessere delle persone che amiamo e, di
conseguenza,  possiamo sentirci parzialmente responsabili della loro infelicità. Questa convinzione
si traduce nella sensazione di non fare abbastanza per aiutare e rendere felice la persona che sta
male.

 Purtroppo, non è in nostro potere ridare alla persona che sta soffrendo la gioia di vivere e la fiducia
nella vita, soprattutto se il depresso è un genitore. La depressione è un disagio che dipende da un
interazione di cause psicologiche, biologiche e sociali e da eventi scatenanti ( un lutto, la
menopausa, un licenziamento, condizioni di vita sfavorevoli, ecc).

Insomma, la persona depressa sta male per una serie di motivi che hanno poco a che fare con noi e 
molto a  che fare con il suo assetto psicologico e biologico. Quello che noi possiamo fare è stare
vicini alla persona che soffre, ma senza attribuirci la responsabilità del suo malessere ( a meno che
il depresso sia stato gravemente danneggiato da un nostro comportamento)

Ci si sente feriti e respinti.


Spesso, il depresso  ferisce  i sentimenti delle persone che gli stanno accanto senza nemmeno
accorgersene. La depressione è caratterizzata dalla diminuzione della capacità di provare amore  e
gioia. Chi è depresso in modo  grave non sente più niente verso le persone che un tempo gli erano
care, l'amore  viene sostituito da una profonda indifferenza verso  tutto e tutti. La depressione
comporta, inoltre, un ripiegamento su se stessi e i propri problemi. Proprio per questo, essere il
figlio o il partner di una persona depressa è dolorosissimo e può favorire la sensazione di scontrarsi
contro un muro di gelida  indifferenza. Se il depresso è uomo, può manifestare la sua depressione
con cattivo umore e irritabilità e può farci capire che, la nostra presenza, lungi dall'essergli d'aiuto,
gli da solo fastidio. Di conseguenza, noi possiamo sentirci respinti ingiustamente, tagliati fuori dalla
sua vita e impotenti.
Un altro tipo di depresso appartiene al genere "drogato d'amore", ci sommerge con i suoi problemi,
senza il minimo riguardo per le nostre esigenze e ci chiede in continuazione chiede in continuazione
manifestazioni affettive, appoggio e consigli salvo poi svalutare sistematicamente tutto quello che
facciamo per lui.

Prima di rimanere sconvolto dall'egoismo della persona depressa, bisogna ricordare che questi è in
una condizione di profonda sofferenza psicologica. Purtroppo il malessere rende egoisti. Prova a
pensare a come ti senti, quando stai molto male fisicamente, per esempio hai il mal di denti o una
colica. Probabilmente, quando hai mal di denti, riesci solo a pensare al tuo dolore e al modo
migliore per  attenuare le tue sofferenze. Lo stesso discorso vale per la depressione, una malattia
che comporta un elevatissimo grado di sofferenza psichica. 

Rabbia
Hai la sensazione che il tuo caro stia facendo una tragedia di una piccolezza e ti fa rabbia che non
sappia reagire. Tu hai la sensazione che si pianga addossa e che faccia poco o niente per star
meglio. Lui è diventato una persona completamente diversa, una persona che non ti piace,e tu puoi
sentirti tradito o imbrogliato. Non sentirti in colpa per la rabbia che provi : è un sentimento
perfettamente naturale, che dimostra quanto tu sia emotivamente  legato alla persona depressa. Se a
essere depresso fosse una persona che tu conosci solo di vista, per esempio una persona che vedi
tutti i giorni sull'autobus, probabilmente affronteresti la situazione in modo più distaccato. Bisogna
capire che la persona depressa non può uscire dalla sua condizione grazie alla forza di volontà : se
la persona depressa avesse forza di volontà e  potesse prendere delle iniziative, allora non sarebbe
depressa!
La riluttanza a farsi curare è un  altro  aspetto della depressione. Il depresso ha la sensazione di
essere un caso senza speranza, che le cure non servano a nulla e che il suo futuro sarà senza
prospettive e senza gioia. Questi sentimenti di pessimismo, di impotenza, di sfiducia nella vita e
nelle persone sono aspetti centrali della depressione. Inoltre il rifiuto delle cure, può nascondere un
inconscio bisogno di punirsi a causa di forti sensi di colpa.

Sensazione di impotenza.
Di fronte al negativismo della persona depressa, puoi sentirti contagiato dalla sua angoscia. Se nel
tuo carattere ci sono delle tendenze depressive, queste possono essere risvegliate dalla frustrante
relazione con la persona depressa. E' anche comune la sensazione di non saper cosa fare, come
aiutare una persona che amiamo e che vediamo chiusa in un bozzolo di sofferenza e disperazione.   

Che cosa fare e che cosa non fare con una persona depressa.

 Non sdrammatizzare. Evita le rassicurazioni facili del tipo:" vedrai che ogni cosa andrà per
il meglio", evita anche di minimizzare o di sdrammatizzare. Anche se le intenzioni sono
buone, il depresso si sentirà non capito e si chiuderà ancora di più in se stesso.
 Evita le prediche. Meglio evitare anche  le esortazioni all'ottimismo, o il classico consiglio
di " tirarsi su". Questi atteggiamenti, non sono solo controproducenti perché contribuiscono
a colpevolizzare una persona che si colpevolizza già abbastanza di suo, ma sono anche
perfettamente inutili. Dire ad un depresso di " tirarsi su" è come dire ad una persona con una
gamba rotta di alzarsi e di camminare. Non si ricorderà mai abbastanza che la depressione è
disagio psicologico che annulla la capacità di volere e di prendere delle iniziative.
 Cerca di essere empatico. Un atteggiamento di ascolto, rispetto ed empatia è la soluzione
che funziona meglio. Solo quando il depresso si sente ascoltato e capito, può cominciare a
vedere la situazione in modo più obiettivo.
 Dai informazioni e appoggio. Le prediche e i consigli servono a poco, meglio invece
informarsi su centri, terapie e specialisti per la depressione. Dal momento che la persona
depressa è incapace di attivarsi da sola, noi possiamo giocare un ruolo importante nel suo
processo di guarigione. Questo può voler dire dare un aiuto concreto : per esempio ,
telefonare e accompagnare il depresso alla visita.  .  
 Impara a dare dei limiti. Stare vicini ad una persona depressa può essere difficile. Alcuni
depressi chiedono costantemente amore e attenzioni: ti trattengono ore al telefono,
telefonano a tutte le ore del giorno e della notte, pretendono che tu siate sempre a 
disposizione. Nei casi più gravi, alcune persone depresse possono utilizzare,
inconsciamente, la carta del ricatto emotivo : ti fanno capire che soltanto tu puoi salvarli dal
suicidio e , che basta un tuo gesto sbagliato per peggiorare le loro condizioni psicologiche e
far loro commettere un atto irreparabile . E'importante che  tu non cada in questa trappola.
Impara a porre alla persona depressa dei limiti, in questo modo non  solo tutelerai il tuo
benessere psicologico, ma anche aiuterai il depresso a superare la sua condizione. Di solito,
una persona in uno stato depressivo tende ad affidare agli altri la responsabilità della sua vita
e della sua felicità. Il messaggio che tu dovete trasmettere alla persona che sta male è che tu
le vuoi bene e sei sinceramente interessato al suo benessere, ma è lui che deve fare il
possibile per stare bene.
 Proponi al depresso delle attività piacevoli e divertenti. Al 99%  un depresso non è di
compagnia, o tace, perso in tetri pensieri  o ti affligge con interminabili monologhi sui suoi
problemi. Insomma, la conversazione del depresso è piuttosto ripetitiva e noiosa. Per
strappare la persona depressa alle sue rimuginazioni e allo, stesso tempo, salvare la tua
salute mentale, organizza attività ricreative e divertenti. Vai con il depresso a far shopping, a
teatro, al cinema, in discoteca, in palestra, a fare  una passeggiata, ecc.. Anche se non puoi
aspettarti che il depresso partecipi con entusiasmo , il solo fatto di fare qualcosa di diverso
dalla solita routine contribuirà a migliorare il suo umore.
 Trovati delle valvole di sfogo. Star vicini ad una persona che sta male  è molto, molto
difficile. Soprattutto se c'è un legame emotivo molto forte, potresti sentirvi travolti dalla sua
disperazione e dalla sua sfiducia nella vita. Se vuoi veramente aiutare l'altra persona, devi
tutelarti e stare attento a non superare i tuoi limiti psicologici. Questo vuol dire trovarti delle
valvole di sfogo , frequentare persone positive, "staccare la spina". Trovare delle attività e
degli spazi che ti gratifichino è molto importante e ti permette di avere con il depresso un
rapporto migliore.
 Usa la tecnica del paradosso. Il depresso si lamenta? Non cercare di tirarlo su, mostrati
invece più negativo di lui, parlando  con toni di esagerato pessimismo della vita e dei
rapporti umani. Alcuni psicologi di origine sistemica hanno utilizzato questa tecnica con
depressi non gravi , ottenendo dei risultati significativi. Quando lo psicologo si mostrava più
depresso del paziente, in terapia si verificava un inversione dei ruoli : il paziente cercava di
consolare lo psicologo, e così facendo, il suo modo di vedere la vita cambiava radicalmente
e il suo umore migliorava

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