2 - QUALE COMUNICAZIONE?
Non esiste la fortuna in amore. Tutto dipende dal livello di comunicazione che c'è tra due
sposi...
Ma che tipo di comunicazione?
- Comprare il pane, chiacchierare con una simpatica ragazza, pagare l'affitto, ecc., sono
esempi di comunicazione finalizzata al soddisfacimento di esigenze elementari. Noi la chiamiamo
comunicazione strumentale, in quanto siamo interessati a compiere o a conseguire qualcosa.
- Il trovarsi insieme ad altre persone per il semplice gusto di stare insieme, come prendere il
caffè senza dirsi niente di particolarmente importante, risponde a un'altra funzione, quella di
contatto sociale.
- Sussurrare parole tenere e dolci alla propria fidanzata, o il condividere la propria collera per
una ferita profonda provocata da un atteggiamento, o il dire di sentirsi a volte soli, preoccupati,
insicuri, costituisce una comunicazione personale. L'interazione è a livello di persone: un Io
incontra un Tu.
Perché esista un autentico matrimonio occorre una vera comunicazione, la più intima e
personale possibile. Non è sufficiente che vi diciate come intendete educare i vostri figli o che
parliate dei mobili da comprare, dei parenti da visitare o del lavoro da cambiare. Prima di tutto
dovete comunicarvi quello che vivete e provate dentro di voi.
- L'alludere.
È il fare una richiesta senza assumersene la responsabilità. Supponete che uno dei coniugi
voglia andare al cinema. Se comunica in modo disfunzionale, dirà: «Potremmo andare al cinema.
Tanto è sabato sera»; «C'è un cinema nuovo qui vicino»; «Mi hanno detto che è un film
interessante»; «Ti farebbe piacere andare al cinema?».
In questo modo non comunica che è un suo desiderio, che gli farebbe piacere andarci, dà
l'impressione che è qualcosa da farsi (il dovere, il nuovo locale, il film interessante, ecc.).
- Il ritenersi identici.
È molto diffuso il mito che amare significhi pensarla allo stesso modo. Appartengono a questo
mito i messaggi tipo: «Se tu mi amassi, faresti quello che ti dico io»; «Se tu mi amassi, non faresti
niente senza di me»; «Se tu mi amassi, mi daresti ciò che voglio»; «Se tu mi amassi, conosceresti
già ciò che io desidero, prima che te lo chieda».
Questi messaggi rendono lo stare insieme una irrespirabile e insopportabile «prigione», simile
a una camicia di forza.
Vi chiediamo ora di vedere in quali di queste trappole vi ritrovate più facilmente nel vostro
modo di comunicare. Parlatene tra voi, per alcuni minuti, evitando di accusarvi reciprocamente, ma
cercando di aiutarvi.
1. Ascoltatevi per incontrarvi, per farvi posto l'un l'altro, non per essere pronti a replicare,
contraddire o rifiutare. Datevi reciprocamente un anticipo di fiducia: Lui-Lei mi ama.
Questo è estremamente importante come atteggiamento fondamentale. E come gesto di un
anticipo di fiducia vi proponiamo questa simpatica esperienza. In questo disegno che rappresenta un
cuore provate a scrivere e a completare, ciascuno per contro proprio, le seguenti frasi. (Potete
completarle tutte o sceglierne solo alcune).
I - Del tuo modo di comportarti mi piace...
II - Io ho fiducia in te quando...
III - Da te ho da imparare...
IV - Ti stimo soprattutto per...
V - Del tuo aspetto esteriore mi piace...
VI - Fra i ragazzi o le ragazze che ho conosciuto ho scelto te per...
Prima date un nome a questo cuore e sezionatelo in sei parti numerandole. La divisione dipende
dalla quantità di cose positive che volete comunicare al vostro partner.
Siate concreti e descrittivi. Quando avete completato queste frasi, confrontatevi. Ditevi cosa
sentite ora e se c'è stato qualcosa che vi ha sorpreso.
IL DECALOGO DELL'ASCOLTO
1. Ascoltare è: dare un anticipo di fiducia. Lui/Lei mi ama.
2. E' non interrompersi a vicenda.
3. È avere un atteggiamento attivo.
4. È accogliere i sentimenti dell'altro.
5. È mettersi nei panni dell'altro.
6. È decifrare il linguaggio del corpo.
7. È distinguere i messaggi dell'altro da ciò che essi suscitano in voi.
8. È ridire con parole vostre quanto l'altro vi ha comunicato.
9. È cogliere l'implicito.
10. È mostrare interesse, attenzione e pazienza.