EL GIORNO
Il “Forum dei cittadini” vede nelle parole di Moretti una exit strategy: «Solo Landi lo ha capito»
«Finalmente verità dopo 10 anni di balle politiche»
Ci sarà la fermata, ma manca la metropoli da almeno 300mila abitanti
C’ è chi non ha mai approva-
to la realizzazione delle o-
pere griffate Calatrava e nemme-
no la costruzione della stazione
milionaria. Si tratta degli anima-
tori della ex lista civica “Gente di
Reggio”, oggi movimento con
sotto la sigla “Forum dei cittadi-
ni” Franco Cefalota, economista
prestato all’urbanistica, e Ros-
sanna Benevelli: ricordano che
da sempre lo considerano «uno
spreco di denaro pubblico, in
parte anche europeo».
Il gruppo oggi come una Cas-
sandra plaude all’amministratore
delegato delle Fs Mauro Moretti:
«Finalmente parole di verità do-
po dieci anni di “balle politiche”
e di inutili cementificazioni». Ce-
mentificazioni con l’aggravante
di essere costosissime: «Un pro-
getto del costo di 78 milioni di Eu-
ro, cui vanno aggiunti i costi di
n PDL PREOCCUPATO PER IL PRECEDENTE “FLOP”.
gestione della struttura a carico
Dopo l’aeroporto perdiamo la stazione dei cittadini di Reggio, per co-
struire una stazione dedicata
Fortissima preoccupazione è stata espressa all’indomani delle dichiara- all’alta velocità per sei sole tratte,
zioni di Moretti dai consiglieri comunali del Pdl Marco Eboli e Claudio non si giustifica in alcun modo. Si
Bassi. Il primo invitava a considerare con gravità le parole dell’ad Moret- sta costruendo una stazione me-
ti, il secondo si impegnava a far di tutto affinché la stazione non diventi tropolitana per una metropoli
una “cattedrale nel deserto”. Ieri un gruppo numeroso di esponenti dello che non c’è».
stesso partito, tra cui il coordinatore provinciale Massimiliano Camura-
ni, è intervenuto per sottolineare come «dopo l’aeroporto, Reggio sem-
Le due “Cassandre” sottolinea-
bra perdere anche l'opportunità dell’alta velocità, almeno stando alle di- no come sarebbe stato sufficien-
chiarazioni di Moretti. Non solo l’inconcludenza, ma anche la dannosità te guardare «lo sfascio del Sud,
delle amministrazioni targate Del Rio e Masini è, per l’ennesima volta, dove non si può dire che manchi-
sotto gli occhi di tutti. Si fosse provveduto alla costruzione della struttu- no le infrastrutture, anche se ab-
ra, anziché degli orpelli, ora, probabilmente, non si sarebbe a questo bondano quelle inutili e quelle u-
punto». tili non vengono mai terminate
Così, ironicamente, Camurani con Daniele Erbanni, Massimiliano Colo- (vedi la Salerno – Reggio Cala-
retti, Roberta Rigon, Luca Pattaccini e Maura Catellani propongono «al bria). Il senso comune vuole che
sindaco Del Rio ed alla Presidente Masini che le Vele diventino l’ennesi- cotanta stazione debba essere al
mo monumento alla Resistenza della provincia».
servizio di un’area metropolita-
na, ma non basta una grande sta-
FRANCO CEFALOTA
zione per fare una metropoli». Gli
enti locali potrebbero obiettare
che Reggio ha avuto un trend di
crescita molto forte: «Certo - re-
plicano Beneveli e Cefalota - ma
per esercitare una funzione di
metropoli regionale, dovrebbe a-
vere almeno 300mila abitanti. U-
na dimensione al di fuori della
sua portata, considerata la vici-
nanza di Modena e Parma». In
realtà «Reggio è una città gonfiata
da un’immigrazione a bassa pro-
fessionalità, o al più di impiegati
pubblici, avvocati, imprenditori
edili e insegnanti, anche se non è
più grazie all’industria e all’arti-
gianato “un borgo fra due capita-
li”».
Se Parma ha l’aeroporto, Reg-
gio non può aspirare ad avere una
fermata per i treni ad alta velocità
Tav? «Una stazione in linea, di po-
co pretese, poteva, se costruita
in tempo, esercitare un ruolo di
attrazione e di traino e forse, ma
la partita si è giocata 10 anni fa,
«Oggi la città è governata
da politici improvvisati,
frutto di un lungo
processo di deselezione
Il sogno reggiano
di “grandeur”,
la spocchia
di Modena e Parma
determinano
una situazione
senza vie di uscita»
bruciare sul tempo Parma e Mo-
dena e contare su un bacino di 2
milioni di abitanti. Il minimo per
garantire 6, forse anche 8 tratte».
Ma la stazione se sarà comple-
tata nei tempi previsti, non sarà
operativa prima del 2012: «In pas-
sato i reggiani hanno saputo fare
innovazione, con tenacia e umil-
tà, ma c’era una classe dirigente.
Oggi la città è governata da poli-
tici improvvisati, frutto di un lun-
go processo di deselezione». A
fronte di questa decadenza, «la vi-
cenda Tav, il sogno reggiano di
“grandeur”, il campanilismo e la
spocchia di Modena e Parma, le-
gate ad antichi sogni ducali, stan-
no determinando una situazione
senza vie di uscita».
Eppure una via d’uscita potreb-
be esserci proprio nelle parole di
Moretti: «Se anziché stracciarsi le
vesti, le classi dirigenti locali (po-
DOMENICA 1 MAGGIO 2011 5
litici e uomini dell’economia)
fossero meno miopi, capirebbe-
ro che la dura presa di posizione
di Mauro Moretti in fondo po-
trebbe tradursi in un vantaggio
per Reggio o, per lo meno, in una
limitazione del danno». Perché
«c’è spazio per una sola stazione.
Reggio, a parte i costi di gestione
e a condizione di rispettare i tem-
pi, è in posizione baricentrica. E’
l’unica a disporre di una stazione
in linea, il che comporta un mag-
giore bacino d’utenza potenziale
e una minore perdita di tempo
per i treni che si fermeranno. Fi-
nora solo il presidente di Confin-
dustria Landi pare averlo capi-
to».
A parte il plauso alla concretez-
za di Landi, gli esponenti del “Fo-
rum dei cittadini” bacchettano a
destra e a sinistra, colleghi com-
presi: «Stupisce il silenzio, salvo
pochissime eccezioni, dei pro-
fessionisti. Ma in fondo fino a
qualche anno fa, grazie al boom
edilizio, la città era a libro paga».
Gli intellettuali? «Forse mugugna-
vano nei salotti, ma erano ben
contenti di consumare in cucina
la ciotola di riso che il potere a-
veva cura di far avere loro». E l’op-
posizione? «È mancata, salvo
qualche disperato. L’estrema si-
nistra ha continuato a stare nelle
giunte accontentandosi di bricio-
le di potere di fronte a scelte così
importanti per il futuro della cit-
tà, a parole non condivise», men-
tre nel centrodestra «qualcuno ha
fatto le elezioni innalzando come
emblema i ponti di Calatrava».
(f. c.)