Sei sulla pagina 1di 2

ARPA NELL’ANTICHITÀ – P.

1 – APPUNTI
Per maggiori approfondimenti si rimanda al testo “L’Arpa” di Anna Pasetti (Editore: L’Epos, 2008)
Valutazione e comprensione delle fonti: rappresentazione dello strumento e fonti scritte (problema:
bisogna sapere leggere la lingua in cui sono scritte).
Problema 1 – attendibilità delle fonti: non sempre la rappresentazione dello strumento è fedele
all’oggetto ritratto. Non sempre gli strumenti rappresentati erano stati visti dagli artisti o comunque
visti suonare e ciò dà origine a inesattezze di rappresentazione.
Problema 2 – grande distanza culturale tra noi e civiltà antiche: ad esempio, non esisteva l’arte come
espressione individuale, bensì come arte di stato. Inoltre, questi popoli erano soggetti ad invasioni
che potevano indurre delle differenze di stile ed espressione artistica. Ad esempio: Egitto, civiltà
durata migliaia di anni, l’arte non è cambiata per 4000 anni, perché l’arte era arte di stato. Quindi
fonti di questo tipo forniscono in realtà poche informazioni. Si assiste solo a cambiamenti molto
lenti nell’arco di secoli o millenni.
Arpa – Piano su cui giace la cordiera interseca il piano della tavola armonica, ma non sempre in
maniera ortogonale, ad esempio nell’arpa cromatica. Curt Sachs
4000 AC
Simbolo della scrittura: corde, cassa armonica, sostegno delle corde. Informazioni: sapevano
costruire una cassa armonica che reggesse alla tensione delle corde e visto che appare nei simboli
della scrittura, vuol dire che era uno strumento abbastanza rilevante nella vita e nella cultura della
civiltà
2600 AC
Arpa arcuata, la prima forma di arpa che compare.
Sigilli, cilindri di pietra dura con intagliati simboli sul lato che venivano fatti scorrere su materiali
morbidi per firmare o scrivere, poi il materiale si induriva. Calco di un sigillo con arpista, Necropoli
di Ur.
Resti di strumenti musicali: problemi – in ambienti umidi il legno non si mantiene. In Mesopotamia
e in Egitto il microclima ha permesso la conservazione degli strumenti. In particolare, si è riusciti a
ricostruire un’arpa e una lira egizie, ed è evidente che lo strumento era piuttosto evoluto a livello di
manifattura
Corde, solitamente di budello degli animali, budello purificato, attorcigliato e tirato. Fibre del papiro
e seta, altre testimonianze, ma non rimaste da studiare. Inoltre, è probabile che una volta fissato un
materiale non venisse cambiato, poiché ad un determinato materiale delle corde coincideva un
determinato peso della pressione sulla cassa armonica (si osserva in particolare che questi strumenti
non avevano colonne).
Queste arpe venivano imbracciate sia in verticale che in orizzontale.
Palazzo di Assurnasirpal, parata a seguito della vittoria militare. Arpa angolare, suonata con un
plettro/bacchetta – arpa a percussione. La mano teneva ferme le corde che non dovevano suonare
e si percuotevano agglomerati di corde realizzando qualcosa di simile a un accordo. Attestazioni di
questo modo di suonare sono prevalentemente relative a questo periodo, esiste un unicum
appartenente al periodo greco. Negli stessi luoghi e periodi i due strumenti vengono impiegati
contemporaneamente con funzioni diverse – visti come strumenti diversi.
1000 AC, arpa angolare.
Arpa angolare, zona dell’Iraq, cassa armonica piuttosto larga. Tra i vari testi scritti nella scrittura
cuneiforme decifrata ve ne sono alcuni sull’esecuzione musicale che descrivono il metodo di
accordatura secondo la loro concezione.
Raffigurazioni standardizzate che quindi celano l’uso dello strumento in tutte le sue forme:
sicuramente impiego cerimoniale e religioso o comunque di celebrazione della religione e dello
stato. Liturgia, parate militari, situazioni politiche. Mai rappresentazione di scene quotidiane. Non
si sa ad esempio chi fossero i musicisti. Sappiamo solo che l’arpa apparteneva ad una sfera sacrale.
Un salmo dice che l’arpa è stata creata dagli dei.
Arpa arcuata e angolare si ritrovano anche in Egitto. Impero durato per circa 4000 anni, uno stato e
una cultura unitari. L’arte non era espressione individuale, bensì era l’arte di stato. A parte dei lenti
cambiamenti, le raffigurazioni si ripetono uguali. Rappresentazione, si tendeva a rappresentare un
oggetto da diversi lati e angolazioni.
La cassa poteva avere sia una forma a “pala”, che una forma più arrotondata. Inoltre, vi sono le arpe
arcuate portative o positive e le arpe angolari che sono successive.
Molto spesso figure di arpe all’interno delle tombe. Canzone dell’arpista, testo rituale: inno alla vita
o altre caratteristiche e scritto in geroglifici di fianco alla rappresentazione dell’arpa che suonava.
Anche questo molto standardizzato.
Statuette davano un’idea di come venivano tenuti e suonati gli strumenti, solitamente le arpe nel
mondo antico si imbracciavano a sinistra e non sulla destra.
Problema di attendibilità delle fonti: Grande produzione di strumenti finti che venivano messi nelle
tombe, a volte è palese, altre volte sono invece delle repliche perfette. Si capisce se sono tali se non
vi è alcuna usura.
Nell’ultimo periodo di uso dell’arpa arcuata il manico si tende a piegare sempre di più, e anche se
non ha la colonna è uno strumento grande con forma simile a quella moderna. Presenta dei
fiocchetti per fissare le corde. Posizione seduta e due mani impiegate entrambe.
In seguito, l’arpa arcuata viene abbandonata e si continua a usare solo l’arpa angolare portativa. Nel
periodo ellenistico l’arpa sparisce dalle grandi rappresentazioni e comparirà nelle rappresentazioni
dell’ambito domestico: dio Bes, dio che proteggeva la casa e le partorienti. Dimensione intima
casalinga: effetto della cultura greca e romana.

Potrebbero piacerti anche