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Corso di Filologia Musicale

Docente M° Pia Tucci

Ascolto: Monteverdi, “Zefiro torna”

1. Nadia Boulanger – 1937


2. Complesso Barocco – 1998
3. L’arpeggiata Ensemble - 2009

L’ascolto proposto - Zefiro torna e di soavi accenti, madrigale del 1632, composto da Claudio Monteverdi su
parole di Ottavio Rinuccini – è una composizione per due tenori e basso continuo.

Le tre esecuzioni proposte differiscono per:

a) organico
- Nella prima esecuzione, il duetto è affidato a due tenori e il b.c. al violoncello e al pianoforte
- Nell’esecuzione dell’Ensemble Barocco, il duetto è sempre affidato a due tenori, mentre il b.c. è
affidato ad un ensemble di strumenti antichi, archi e corde
- Nell’ultima esecuzione, la parte strumentale è realizzata da un ensemble di strumenti antichi, archi,
fiati e percussioni; il duetto è affidato ad un soprano e un sopranista.

b) velocità di esecuzione
Le due esecuzioni in ensemble risultano più veloci e stilisticamente più allegre, traspare un clima di
festa, mentre la prima esecuzione è più lenta e meditativa

c) stile esecutivo
Come già detto, le esecuzioni degli ensemble sono più veloci e lasciano trasparire un clima di festa
che ci riporta alla danza, la ciaccona; l’esecuzione della Boulanger, invece, risulta più raffinata, quasi
più da ascolto, tanto che il contrappunto tra le voci appare assai più evidente e godibile
dall’ascoltatore. Potremmo dire che. In generale, l’esecuzione del 1937 è più “moderna” di quelle del
1998 e 2009, che risultano più filologicamente corrette

d) utilizzo degli strumenti


Nelle esecuzioni della Boulanger e dell’Ensemble Barocco, gli strumenti hanno un ruolo marginale, di
sostegno e accompagnamento. Nell’esecuzione dell’Arpeggiata Ensemble, invece, gli strumenti sono
protagonisti al pari delle voci. Ad essi, in particolare al violino e al cornetto, sono infatti affidati diversi
interludi che ripropongono la parte vocale

Tra le esecuzioni proposte, preferisco l’ultima, perché più ricca dal punto di vista strumentale e più
interessante. Ritengo assolutamente possibile e, anzi, interessante l’utilizzo di strumenti non presenti
nell’originale, perché adattati al contesto storico e stilistico. Per questo stesso motivo, nella mia “classifica”,
l’esecuzione del 1937 è sicuramente al terzo posto in quanto, seppur molto bella e suggestiva e seppur io
non disdegni assolutamente le esecuzioni con strumenti moderni, preferisco quelle con strumenti originali.
In ambito didattico sceglierei le esecuzioni dei due ensemble: Ensemble Barocco nell’ambito di un seminario
di musica antica, perché più filologicamente corretto; Arpeggiata Ensemble nell’ambito di un Open Day, ad
esempio per un Liceo Musicale, perché offre correttezza filologica da un lato e la possibilità di far conoscere
più strumenti diversi dall’altra.

Come Direttore Artistico di un festival, posto che dovrei ovviamente tener conto anche degli spazi e della
disponibilità economica, sceglierei l’esecuzione della Boulanger, ad esempio, da inserire all’interno di un
concorso di poesia, perché più raffinata e fruibile da un pubblico più interessato al testo che alla musica; una
delle altre due esecuzioni, preferibilmente quella dell’Arpeggiata Ensemble, per un concerto, perché il
carattere più allegro e vivace e la varietà strumentale li rendono, secondo me, più accattivanti e fruibili da
parte di un pubblico più eterogeneo.

Maria Luisa Pagnotta

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