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Fabiola Sacramati

&
Paolo Sciamanna

in2xte
I 7 SEGRETI DELLA
COMUNICAZIONE
P E R S U A S I VA
UNA SETTIMANA PER IMPARARE
A COMUNICARE E CONVINCERE CON
IL LINGUAGGIO DEL CORPO, LA VOCE E LA PAROLA
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I 7 S E G R E T I D E L L A C O M U N I C A Z I O N E P E R S U A S I V A

Parole e non parole


“Lo spirito dell’uomo rimarrebbe per molti aspetti
precluso in sé se non esistesse
la verbalizzazione dei propri pensieri”
Antonio Meneghetti

Il linguaggio è l’elemento che più di ogni altro possiamo definire


umano, nel senso di “caratteristico dell’uomo”. Attraverso il
linguaggio gli uomini comunicano l’un l’altro i propri desideri, pensieri,
sentimenti ed intenzioni, contribuendo a rendere
intersoggettivamente disponibili le esperienze umane.
Tuttavia il linguaggio non è uno strumento perfetto, in quanto, come
l’esperienza quotidiana conferma, spesso si verificano malintesi o, più
generalmente, difetti nella comunicazione.
L’impiego di certe parole fornisce notizie sulla persona che le usa.
Per esempio, se usi spesso parole ricercate, inusuali o specialistiche,
puoi dare l’impressione di una persona bene istruita, oppure pedante.
Se usi espressioni di gergo, indichi l’appartenenza a certe classi
sociali, gruppi politici o contesti lavorativi particolari.
E’ importante possedere un vocabolario ricco, da poter usare in modo
appropriato, secondo quanto richiesto dalla situazione. Quando riesci
a selezionare le parole giuste, comunichi in modo più efficace.
Inoltre, ricorda che il linguaggio è fatto di parole e di “non parole”.

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Le “non parole” come, per


esempio, gli “umm”, gli “ok”, i
“bene”, i “lo sai, no?”, gli
“eee”, i “capito?”, …, che
vengono spesso usate per
riempire spazi vuoti tra parole,
costituiscono ostacoli alla
comunicazione chiara.
Per comunicare efficacemente
con le parole è importante
individuare e definire chi
riceve il nostro messaggio. È opportuno chiedersi:
 Chi sono i destinatari?
 Quanto conoscono sul quel argomento?
 Riescono a capire ciò che sto comunicando?
 Come hanno compreso il messaggio?
Siccome il cervello umano funziona solo per immagini, attraverso la
parola puoi creare nella mente del tuo ascoltatore l'immagine di ciò
che la parola stessa intende significare.
L’immagine mentale può riferirsi a qualcosa di concreto, oppure ad
un’emozione, una sensazione gradevole o spiacevole. Per esempio, se
ti dico “bambino” quale immagine mentale ti viene subito? Se invece
ti dico “multa” qual è l’immagine mentale che automaticamente si
associa a questa parola?
Le parole creano suggestioni!
Se, attraverso le parole, crei suggestioni negative, chi ti ascolta avrà
una reazione emotiva sgradevole. Quindi, suggestiona in modo
positivo! Per esempio, invece di dire “le lasagne sono pesanti” (la

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parola pesanti crea una suggestione negativa), è meglio dire “le


lasagne sono un piatto molto ricco” e crei una suggestione positiva.

Sviluppa le tue capacità!


USA LE PAROLE GIUSTE
Con i tuoi ascoltatori utilizza un linguaggio chiaro ed appropriato, con
le dovute pause programmate e privo di “non parole”.
Afferma e chiedi quello che vuoi e quello che intendi. Cerca di
sostituire “cercherò di fare” con “faccio”, oppure “non posso” con
“provo”. “Cercherò di trovarle una risposta” verrà sostituito con
“controllo e le faccio sapere entro le 17.00”.

IMPARA OGNI GIORNO PAROLE NUOVE


Chiunque può ampliare il proprio vocabolario tramite l’introduzione di
nuove parole. Fai attenzione al gergo, soprattutto quando ti rivolgi a
persone che non parlano fluentemente la lingua in cui tu comunichi.
L’ascoltatore potrebbe non comprendere il tuo messaggio.
Sforzati ad utilizzare ogni giorno una parola nuova nella tua
conversazione. Controlla ogni nuova parola che leggi e riuscirai ad
arricchire il tuo vocabolario senza grandi sforzi.
Un vocabolario più ricco ti permette di impostare con appropriatezza le
parole e le frasi giuste. Questo non significa che devi usare parole
complicate per metterti in mostra, ma ti permetterà, semplicemente, di
utilizzare le parole più chiare, più colorite e più appropriate al momento
giusto.
Fai attenzione a non utilizzare il gergo o termini dialettali nell’ambito di
una conversazione con qualcuno che non lo capisce, oppure nelle
situazioni formali.

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EVITA LE “NON PAROLE”


La parte del linguaggio che distoglie maggiormente l’attenzione è
rappresentata dalle “non parole”, da quegli “umm” ed “ah” che non hai
bisogno di usare. Ci sono almeno tre modi per sbarazzarsene mediante
semplici cambi di comportamento. Uno consiste nel chiedere a qualcuno
di pronunciare il tuo nome ogni volta che usi le tue “non parole” abituali.
Il tuo nome diventerà in tal modo uno strumento di feedback e tu
imparerai rapidamente ad accorgerti dell’uso di quelle “non parole”. In
breve tempo la tua mente ti fermerà prima che le pronunci ed al loro
posto rimarrà una pausa.
L’alternativa consiste nel registrarti; in seguito, riascoltandoti
ripetutamente, ti ricorderai di dover lasciar una pausa al posto di
ciascuna “non parola”.
Un terzo modo per sbarazzarsi delle “non parole” è quello di ascoltarti
mentre parli. Ti accorgerai subito che le stai utilizzando e le bloccherai
immediatamente.

CREA SUGGESTIONI POSITIVE


Evita tutte quelle espressioni che predispongono male gli altri, fanno
trapelare insicurezza o scarsa considerazione verso ciò che proponi. Ad
esempio: "le rubo solo un minuto...”, "non la disturberò troppo...” e “non
vorrei annoiarla con i miei discorsi...”.
Anche le formule che trasmettono dubbio vanno usate solo se
effettivamente hai delle incertezze. Ad esempio: "spero di riuscire...",
“proverei a consegnare il giorno...”, oppure “cercherò di fare il
possibile...”.
L'uso del condizionale o del futuro indebolisce la forza espressiva del tuo
linguaggio, lascia incertezze e dubbi nell'ascoltatore. Quindi è meglio

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usare i verbi al presente. Ad esempio: “compilo il modulo e chiamo


subito” piuttosto che “potrei chiamare appena avrò finito di compilare il
modulo”.

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