Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
MASTER UNIVERSITARIO
DI II LIVELLO
DI ALTA FORMAZIONE E
QUALIFICAZIONE
IN CURE PALLIATIVE
TESI DI MASTER
La Dormitio Mariae
nell'iconografia cristiana:
espressione della dimensione
umana e spirituale dell'uomo
di fronte alla morte.
1
Il tempo ultimo, che sappiamo essere il tempo
dell’essenzialità, rende molto più chiara la
percezione della mia interiorità. [...]il bisogno
della scoperta di nuovi spazi di relazioni, dove
solo “un altro” spazio esistente oltre
l’esistenziale può aiutarmi nel comprendere,
ora, il mio mondo che, per superare i limiti
dell’essenziale deve potersi aprire ad una
“esistenza” che non è più solo del piano
umano. Può essere il momento per nuove
conoscenze e nuove scoperte... (Viktor Frankl)
2
INDICE
CONCLUSIONI pag. 26
3
Icona della Dormizione: tardo XIII - primo XIV secolo
4
- Museum of Icons, Recklinghausen, 90.3 × 67 cm
5
L'arte sacra è una forma particolare d'arte distinta dall'arte religiosa in
quanto, pur condividendo con quest’ultima il "soggetto sacro", riflette
con il suo linguaggio artistico una visione spirituale che si apre a
qualcosa di totalmente altro dall'uomo e che le fa assumere la qualità di
sacralità in quanto crea un reale contatto con la sfera divina.
Lo scopo dell'opera non è quindi descrittivo, ma vuole essere
espressione di una realtà che va oltre l'uomo attraverso un simbolismo di
forme, colori, prospettive e anatomie [3].
L’arte sacra può essere considerata il vertice dell’arte religiosa e sua
espressione più autentica è l'arte iconografica.
Quest'arte è stata ed è tutt'ora molto fertile nella Chiesa cristiana
d'Oriente, in particolare nella Chiesa Ortodossa.
A noi occidentali può risultare invece più difficile accostarci ad un' icona
considerandola come sacra e non come una mera rappresentazione di un
soggetto sacro, in quanto in Occidente, già dal 1200, l'arte sacra ha
deviato rispetto all'Oriente abbandonando il simbolismo e
rappresentando il sacro solo come semplice immagine "educativa" per
coloro che non erano in grado di leggere.
La rappresentazione del sacro è diventata quindi per noi occidentali piu'
emozionale e teatrale, piu' libera da simbolismi [3].
Per meglio comprendere la differenza tra arte religiosa e arte sacra può
esserci d'aiuto la distinzione espressa da Rodolfo Papa, storico dell’arte
docente della Pontificia Università Urbaniana di Roma:
"Tra l’opera d’arte religiosa e l’opera d’arte sacra intercorre lo stesso
rapporto che unisce e distanzia una poesia che parla di Dio ed una
preghiera".
6
L' icona, la cui etimologia si fa risalire al greco bizantino "εἰκόνα"
(éikóna) traducibile con "immagine" e quindi all'infinito perfetto del
verbo greco "eikénai" traducibile in "essere simile", è una raffigurazione
sacra dipinta su tavola di legno, generalmente di tiglio, larice o abete,
prodotta nell'ambito della cultura bizantina e slava [4].
L’iconografo, al tempo stesso teologo contemplativo e pittore, esprime
nella sua opera sia il suo percorso spirituale che quello tecnico-artistico.
L'icona non viene firmata, perché l'autore non cerca la propria gloria, ma
quella di Dio.
La tavola in legno possiede in genere sul lato interno uno scavo
chiamato “scrigno” o "arca", che permette di lasciare una cornice in
rilievo sui bordi.
Questa cornice, oltre a proteggere la pittura, rappresenta lo stacco tra il
piano terrestre e quello divino in cui viene posta la raffigurazione.
Sulla superficie viene quindi incollata una tela con diversi strati di colla,
che servono ad ammortizzare i movimenti del legno rispetto agli strati
superiori, e di gesso, che levigati consentono di ottenere una superficie
perfettamente liscia, adatta ad accogliere la doratura e la pittura [4].
E' un' arte che sa utilizzare un linguaggio universale, condiviso e non
escludente, sia che l'osservatore sia credente che no.
L'icona non richiede interpretazioni, ma solo di essere guardata, perchè
in se stessa esaurisce tutto ciò che vuole rivelare [5].
Come afferma l'archimandrita Zenon:
"L'icona non rappresenta nulla, rivela piuttosto qualcosa".
Attraverso mezzi artistici, l'icona comunica le verità dogmatiche del
cristianesimo e svela il Dio invisibile all'uomo attraverso la sua
immagine, la sua "icona", Gesù Cristo.
7
Essa però riassume in sé stessa non solo aspetti teologici e liturgici
propri della fede cristiana, ma anche antropologici, esistenziali e morali.
Ogni icona è sempre antropologica nel suo contenuto; non ne esiste
infatti una senza l'immagine di una persona che ne sia la protagonista
principale.
L'uomo è dipinto però nel suo stato trasformato e divinizzato, per questo
l'iconografo utilizza tecniche artistiche come dipingere le mani e i piedi
più sottili di quanto non siano nella realtà, o tratti del volto più allungati,
per trasmettere il cambiamento spirituale che accade alla carne umana
come risultato dell'impatto di trasformazione effettuata su di essa dallo
Spirito Santo.
Il nuovo corpo è immateriale, luminoso e leggero, ma mantiene la
somiglianza col corpo materiale.
L'uomo raffigurato non è mai alla ricerca di un Senso, di un Significato
della sua vita , in quanto l'icona rappresenta non l' uomo in ricerca, ma
l'uomo che ha raggiunto ciò che cercava.
Non si vedrà mai infatti un uomo che lotta con le sue passioni, ma
sempre il momento in cui le ha superate.
In questo senso, l'icona non è dinamica, ma statica.
Per questo il personaggio principale di una icona non è mai
rappresentato in movimento [6].
8
LA VISIONE CRISTIANA DEL MORIRE
9
Le uniche notizie di cui disponiamo sulla sua morte provengono dai testi
apocrifi e dagli scritti dei Padri della Chiesa, mentre le prime notizie
della celebrazione della festa della Dormizione risalgono alla seconda
metà del VI secolo d. C. [7].
10
LA DIMENSIONE UMANA DEL MORIRE
11
L'icona è chiaramente suddivisa visivamente in due dimensioni:
- la dimensione orizzontale, che occupa la parte inferiore dell'icona,
raffigurante Maria a Gerusalemme, ove gli scritti apocrifi vogliono che
sia morta, deposta su un catafalco, circondata dagli Apostoli e da alcuni
Santi;
- la dimensione verticale, che occupa invece la parte centrale e superiore
dell'icona, raffigurante Gesù con in braccio Maria risorta e al di sopra
del Cristo la porta aperta del Cielo con gli Angeli chinati, con le mani
coperte, a prendere a loro volta l'anima santa.
Il centro dell'icona è rappresentato quindi dall'incontro tra due linee : una
orizzontale, delineata da figure umane e una verticale rappresentata da
Gesù e dagli Angeli.
L'Icona della Dormizione sembra quindi indicare nell'incontro tra queste
due dimensioni la strada da percorrere per poter affrontare, da parte
dell'uomo, ciò che gli si prospetta nella morte.
Esprime con grande forza comunicativa la necessità per ogni uomo alla
fine della vita di essere accolto pienamente nella propria dimensione
umana e spirituale.
L'icona sorprende per la forza dell'espressione pittorica con la quale
rappresenta in maniera così precisa i bisogni fondamentali dell'uomo
morente :
- il bisogno di accoglienza, di non essere abbandonato o rifiutato;
- il bisogno di rispetto, di essere riconosciuto per quello che si è, cioè
persona, nella propria dignità, nonostante tutto quello che possa accadere
al corpo o alla mente;
- il bisogno di capacità o di sicurezza di sé, di sapere di potercela ancora
fare, di avere ancora la capacità di portare avanti la vita che resta;
12
- il bisogno di libertà interiore, di sperare che non tutto è finito e
determinato, di credere che se non si può cambiare cosa, si possa ancora
cambiare il come affrontare la cosa;
- il bisogno di Significato; di trovare un Senso e Valore della propria vita
e della propria sofferenza in ciò che gli sta accadendo [8].
IL BISOGNO DI ACCOGLIENZA
La soddisfazione del bisogno di accoglienza è evidente nell'icona se si
osservano tutte le persone che circondano il catafalco: Maria non è sola,
con lei sono riunite le persone che hanno condiviso e riconosciuto il
senso della sua vita, gli Apostoli e suo Figlio.
Gesù, il suo Senso ultimo, accoglie nella sua nuova vita Maria, che come
una bimba può ritrovare la quiete in mano al suo creatore dopo il
marasma biologico della morte.
IL BISOGNO DI RISPETTO
Se l'anima di Maria si apre al trascendente, il suo corpo è onorato e
rispettato anche nella morte: deposto su un letto prezioso, è onorato dai
presenti e difeso dall'Arcangelo Michele.
Possiamo scorgere nei lati più vicini alla Vergine san Pietro, che
cosparge d’incenso il capo della Tutta Santa, san Paolo ai suoi piedi che
si inchina in atteggiamento di venerazione e, dietro agli apostoli, due
santi, Dionigi, vescovo di Atene e Timoteo, vescovo di Efeso,
riconoscibili per le tipiche croci nere in evidenza sulle stole bianche, con
in mano i vangeli e un incensorio.
Maria è riconosciuta da tutti i presenti per quello che è: anche nella
morte la sua dignità regale, la sua santità non sono intaccate.
13
Quando fu disposto il trasporto delle tue incorrotte spoglie, allora gli Apostoli,
facendo cerchio intorno al giaciglio, ti osservarono nel terrore (Stichiròn
Idiómelon del Mattutino);...E nell'onorare di esequie il tuo corpo iniziatore di vita e
accoglitore del divino, essi gioivano,o gloriosissima (Doxastikòn dell'Esperinós)[7].
IL BISOGNO DI CAPACITA'
Maria rimane nella morte aperta al trascendente, all'andare oltre se stessi,
sia nella trascendenza orizzontale, rivolta all'umanità, sia verticale,
rivolta al divino.
Il suo bisogno di capacità è soddisfatto dall'avere portato avanti, fino alla
fine, quella strada che aveva intrapreso nella sua vita: fino alla fine
essere custode di quel "fiat" che la rese Madre di Dio e della Chiesa.
Fu Maria, secondo gli scritti apocrifi, a volere attorno a se gli apostoli,
che vennero miracolosamente trasportati dagli angeli sul suo letto di
morte da tutto il mondo:
“Lei li consolò, li benedisse, pregò per la pace del mondo, e morì”
14
L'arrivo miracoloso degli apostoli su delle nuovole- conchiglia,
trasportati dagli angeli [7].
Icona del XIII sec. circa, Novgorod [Galleria Tret’jakov di Mosca]
15
Solo nella soddisfazione dei bisogni fondamentali, presenti in ogni
essere umano, l'uomo può, di fronte alla propria morte, rimanere in
equilibrio psichico senza sprofondare nella paura e nell’angoscia, anzi
può cogliere in essa un'occasione trasformativa, una nuova speranza e
come Maria andare incontro ad una "buona morte".
Per questo la Dormitio Mariae è offerta come esempio di "buona morte"
a tutti gli uomini, in quanto non esprime solo la migliore delle morti
possibili per Maria, per quella donna vissuta in quel tempo, in quelle
condizioni, in quel contesto, in quel momento della sua vita, ma la
migliore delle morti possibili per qualsiasi uomo, in quanto, proprio
perchè accolto e riconosciuto nei suoi bisogni fondamentali, può trovare
la forza, di fronte alla morte, di affrontare ciò che gli si sta prospettando
davanti.
La forza di questo messaggio non può certo lasciare indifferente ogni
persona che si occupi di accompagnare l’uomo alla fine della sua vita.
16
LA DIMENSIONE SPIRITUALE DEL MORIRE
IL BISOGNO DI SIGNIFICATO
Al centro dell’Icona emerge la figura di Maria nelle sue due nature:
quella umana, in posizione orizzontale, lo spazio del sonno-morte, e
quella gloriosa risorta, trasformata, in posizione verticale.
Tutta la sua dimensione umana, rappresentata dall'orizzontalità del suo
corpo e dalla posizione degli Apostoli, collocata nella metà inferiore
dell’icona, converge verso la dimensione spirituale rappresentata dalla
verticalità di Gesù con lei in braccio e dagli Angeli.
Cristo che scende dal Cielo nella Gloria attorniato di Angeli è il centro
esatto dell’icona [7].
Nell'incontro tra la dimensione umana e quella spirituale l'icona
suggerisce il Significato, il Senso della morte.
Intersecando i due assi mediani si può osservare come si ottenga un Tau
rovesciato, simbolo cristiano di resurrezione, di nuova Vita [7].
17
La dimensione spirituale consente infatti all'uomo di intuire e
riconoscere il senso ed il valore di ciò che sta vivendo, di dare un
Significato anche a ciò che sembra non averlo [9].
E' solo nella dimensione spirituale, dove l'essere umano si innalza al di
sopra della propria esistenza, della propria vita biologica, che l'uomo può
intuire quel Significato che rende la morte affrontabile.
La sua mancanza nel marasma biologico della morte può rendere
impossibile la vita e spaventosa la morte.
La dimensione noetica è la sola che può ancora sostenere l'equilibrio
psichico anche quando i bisogni fondamentali dovessero cedere.
18
LA DIMENSIONE CRISTIANA DEL MORIRE
19
L'icona sottolinea così come il tempo di fine vita possa essere letto e
vissuto solo attraverso una relazione interpersonale tra un io e un tu, un
io che si spinge verso un tu ed un tu che si protende verso un io , dove
Dio è proposto come l'Altro [10].
20
L'EREDITA' ONTOLOGICA DELL'UOMO CHE MUORE
21
L'ASSISTENZA SPIRITUALE AL MORENTE
22
- ad accogliere il mistero della sua spiritualità aiutandolo a trovare il
Senso e il Valore di ciò che è e che sta vivendo.
Una relazione di aiuto nella dimensione spirituale può offrire
un'occasione trasformativa che apra la strada alla Speranza.
Come ricorda Romano Guardini, teologo cattolico di origini veronesi:
"Amare un essere significa dirgli: tu non morirai"
23
CONCLUSIONI
24
NOTE BIBLIOGRAFICHE
[1] Giorgio Pigafetta "La più vuota delle immagini" Come l'intuizione
artistica ha saputo esprimere il vuoto privo di immagini della morte. Bollati
Boringhieri Editori, 2011, ISBN 9788833921686
[2] Davide Mauro "La Morte: quattro quadri a confronto" da
http://www.elapsus.it/home1/index.php/arte/artisti/323-la-morte-quattro-
quadri-a-confronto (ultimo accesso 01/06/2013)
[3] Fabio Leone "Angolo Rosso" da http://angolorosso.blogspot.it/ (ultimo
accesso 01/06/2013)
[4] Wikipedia, l'enciclopedia libera: Icona (arte) da
https://it.wikipedia.org/wiki/Icona_(arte) (ultimo accesso 01/06/2013)
[5] Chiara Cantelli "L’icona come metafisica concreta. Neoplatonismo e
magia nella concezione dell’arte di Pavel Florenskij" da
http://www.unipa.it/~estetica/download/Cantelli.pdf (ultimo accesso
01/06/2013)
[6] Metropolita Hilarion "Russia-Teologia dell'Icona nella Chiesa
ortodossa" Conferenza al Seminario San Vladimr di New York, 5 febbraio
2011, in memoria dell’arciprete Alexander Schmemann da
http://www.liceograssi.it/progetto_-
dialogo_intereligioso/2012/per%20la%20sezione%20(ortodossi)/Russia%20i
cona.doc (ultimo accesso 01/06/2013)
[7] "Le Icone Sacre" dal sito web di Regina Mundi
http://www.reginamundi.info/icone/ (ultimo accesso 01/06/2013)
[8] Paolo Giovanni Monformoso – Istituto per il LogoCounseling
“La dimensione Umana del morire” (tratto dalla lezione del 27 settembre
2012 tenuta presso il Master di Alta formazione e Qualificazione in cure
palliative dell'Università di Verona)
25
[9] Paolo Giovanni Monformoso – Istituto per il LogoCounseling
"Dimensione esistenziale o spirituale nelle cure palliative?" (tratto dalla
lezione del 8 novembre 2012 tenuta presso il Master di Alta formazione e
Qualificazione in cure palliative dell'Università di Verona)
[10] Paolo Giovanni Monformoso – Istituto per il LogoCounseling
"La dimensione umana del morire. Dall'oncologia all'ontologia" da
www.logocounselling.org (ultimo accesso 01/06/2013)
[11] T. Spidlík e M.I. Rupnik-Lipa "Narrativa dell'Immagine" Le icone
spiegano la nostra fede. LIPA editrice, 1996, ISBN 88-86517-17-3
[12] Claudia Rapetti "La Dormizione" da
http://www.testatadangolo.it/icone/514-la-dormizione.html (ultimo accesso
01/06/2013)
26