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I Fauves

e
Henri Matisse
I Fauves, il colore sbattuto in faccia
18 ottobre 1905 a Parigi si tiene la terza edizione del Salon
d’Automne.
Visitando l’ottava sala dell’esposizione un giornalista si trova
circondato da dipinti dai colori talmente violenti da fargli scrivere:
“Donatello chez les fauves”, “Donatello fra le belve”, in mezzo
a tanta aggressiva novità.
Il dispregiativo fauves, belve, viene accolto dagli stessi artisti
come segno di riconoscimento del gruppo.
Il gruppo dei Fauves, non sorge come movimento ma si
riconosce in alcune comuni convinzioni:
1. il dipinto deve dare spazio essenzialmente al colore;
2. non bisogna dipingere secondo l’impressione, ma in relazione
al proprio sentire interiore;
3. si deve esprimere se stessi e rappresentare le cose solo
dopo averle fatte proprie
4.Il colore deve essere svincolato dalla realtà che
rappresenta, ne consegue che l’interesse dell’artista non deve
mai essere indirizzato verso la riproduzione realistica della
natura.
Siamo di fronte ad una rottura con l’Impressionismo e alla prima
esperienza pittorica moderna che non tiene più conto del
rapporto di identità tra colore reale dell’oggetto e colore
impiegato per la sua rappresentazione.
I punti di riferimento della nuova formazione artistica sono
Cézanne, Gauguin e Van Gogh:
• Cézanne per la smaterializzazione e ricomposizione delle
forme,
• Gauguin e Van Gogh per i colori impiegati puri, con violenza, e
per il voler sempre esprimere se stessi, le proprie emozioni.
Henri Matisse (1869-1954)
Nasce a Cateau-Cambrési dove compie i suoi primi studi, va poi
a Parigi dove studia giurisprudenza.
Una malattia, a 20 anni lo costringe a letto, è questa l’occasione
per cominciare a dipingere.
Studia presso l’École des Beaux-Arts di Parigi e presso l’atelier
di Gustave Moreau, pittore simbolista e qui entra in contatto con
Andrè Derain, e Maurice de Vlaminick, con questi nasce il
gruppo dei Fauves.
Assiste all’arresto della primogenita e della moglie, militanti nella
Resistenza.
La sua vita si svolge nell’ambiente familiare, in una casa
borghese, l’artista non conduce infatti un’esistenza ribelle e
spregiudicata, tipica di un innovatore rivoluzionario quale egli è
stato in pittura.
Influenzato inizialmente dall’Impressionismo e da Cèzanne,
dalle sue volumetrie scomposte e ricomposte per larghe
campiture di colore; e dall’esperienza divisionista.
Il suo animo lo porta verso il piacere del colore e verso la
pittura intesa come gioia di vivere.
Il Neoimpressionismo conduce l’artista a cercare un nuovo
modo di dipingere e di guardare alla realtà
"Lusso, calma e voluttà", 1904-1905, olio su tela 93,5 x 124,5 cm, Museo Nazionale
dell'Arte Moderna, Centre Gorges Pompidou, Paris
Lusso, calma e voluttà",
1904-1905, olio su tela 93,5 x
124,5 cm, Museo Nazionale
dell'Arte Moderna, Centre
Gorges Pompidou, Paris

"Lusso, calma e voluttà" è un’opera di Matisse in cui emergono


le influenze del "pointillisme" di Seurat, la cui tecnica pittorica
consiste nell'utilizzo di colori puri e complementari non
miscelati bensì applicati sulla tela in piccole pennellate
giustapposte (spesso "punti").
Lusso, calma e voluttà",
1904-1905, olio su tela 93,5 x 124,5
cm, Museo Nazionale dell'Arte
Moderna, Centre Gorges
Pompidou, Paris

Non è l’unico pittore, agli inizi del Novecento, ad interessarsi alla


separazione dei colori come nuovo linguaggio dell’espressione
pittorica.
Più tardi il suo stile prenderà una piega diversa, trovando nella
linea e nella pennellata continua il suo linguaggio.

Si rappresentata la società borghese che gode il piacere della
vita su una spiaggia.
"Lusso, calma e voluttà",
1904-1905, olio su tela 93,5 x 124,5
cm, Museo Nazionale dell'Arte
Moderna, Centre Gorges Pompidou,
Paris

È una composizione semplice, una spiaggia, sulla quale ci sono


nudisti e bagnanti.
La composizione è impostata con taglio diagonale dall’angolo
destro in basso alla parte sinistra alta del quadro sino ¾, bloccato
da un taglio orizzontale mosso, rappresentato dalle colline.
A destra una verticale rappresentata da un tronco d’albero.
Lusso, calma e voluttà", 1904-1905, olio
su tela 93,5 x 124,5 cm, Museo Nazionale
dell'Arte Moderna, Centre Gorges
Pompidou, Paris

Il naturalismo è negato dalle forme bidimensionali e non


volumetriche, dall'acceso cromatismo e dalla tecnica con cui
è dato il colore.
Il dipinto appare come un mosaico, nel quale ogni breve
pennellata corrisponde ad un piccolo pezzo che solo a contatto
con molti altri può creare sfumature o chiazze di colore.
L’alternanza tra colori caldi (rosso, arancione, …) della spiaggia e
colori freddi (blu, bianco, …) del cielo e del mare.
Matisse osservava spesso e volentieri le opere di Cezanne, da
lui ha colto l’idea di dipingere l’immagine della spiaggia e dei
bagnanti.

Vi si trovano già accennate in "Lusso, calma e voluttà", le


componenti che faranno poi evolvere lo stile di Matisse in quello
dei fauves.

“Lusso, calma e voluttà” è presentato con successo al Salon
des Indépendants nella primavera del 1905 e Signac ne rimane
talmente affascinato che decide di acquistarlo e lo espone
orgoglioso nella villa La Hune a Saint-Tropez ritenendolo un
ottimo esempio delle sue teorie.
Donna con cappello, Henri Matisse, 1905,
olio su tela, 80,6x59,7 cm, Museum of
Modern Art, San Francisco
L'opera esposta al Salon
d'Automne del 1905, assieme ad
altre opere d'arte, provoca grande
sconcerto tra il pubblico.

Definita come "una pentola di


colori rovesciata in faccia al
pubblico" segna una svolta
nell'uso simbolico del colore.

Donna con cappello, Henri Matisse, 1905,


olio su tela, 80,6x59,7 cm, Museum of
Modern Art, San Francisco
Quest'opera può essere vista
come il punto di incontro di tre
autori:
1. Paul Gauguin per l'uso
simbolico del colore.
2. Vincent van Gogh per
l'utilizzo divisionista delle
pennellate sempre a macchie e
mai sfumate.
3. Paul Cézanne per la
smaterializzazione delle forme.

Donna con cappello, Henri Matisse, 1905,


olio su tela, 80,6x59,7 cm, Museum of
Modern Art, San Francisco
Matisse, contrariamente a Paul
Cézanne e Vincent van Gogh,
non cerca una somiglianza
cromatica quando dipinge,
utilizza i colori in modo che si
distanzino dai colori reali.
La violenza con cui il colore è
gettato sulla tela richiama i quadri
dell'ultimo Vincent van Gogh.

Il suo stile prende una decisa


piega espressionista.
L’immagine ha la forza
espressiva che si ritrova nelle
opere di Van Gogh e Gauguin.
Donna con cappello, Henri Matisse,
1905, olio su tela, 80,6x59,7 cm,
Museum of Modern Art, San Francisco
La donna (Amélie, la moglie
di Matisse), di tre quarti,
volge lo sguardo verso
l’osservatore.
Il suo abbigliamento è
borghese e indossa un
fastoso cappello.
Un lungo guanto le copre la
mano e il braccio destri.
Un ventaglio aperto,
in primo piano, le copre
la parte superiore del busto.
I colori del viso sono verdi-
azzurri, colori
antinaturalistici, che
rafforzano il volume del volto
senza ricorrere al
chiaroscuro.
Le masse di colore del collo
sono giallo-arancio.

La lezione della pittura post-


impressionista
sull’autonomia del colore,
rispetto alla realtà
rappresentata, si conferma
proprio nella pittura di
Matisse.
I colori sono posti sulla tela in
maniera violenta.

Non vi è alcuna preoccupazione


per l’effetto di poca raffinatezza
della stesura a pennellate
grosse e sovrapposte, che
suscitarono critiche non affatto
benevole.
I colori sono usati sia puri sia
mescolati agli altri.
I gialli sono accostati al violetto,
Il rosso al verde,
Il blu all’arancio, rafforzandosi
vicendevolmente.

I colori sono stesi con


immediatezza, sono infatti visibili
qui e là spazi del supporto che
diventano parte integrante della
composizione.
Una linea scura e slabrata
sottolinea i contorni di spalle
braccio, cappello, rendendo più
incisiva la figura.

Donna con cappello, Henri Matisse, 1905,


olio su tela, 80,6x59,7 cm, Museum of
Modern Art, San Francisco
La stanza rossa, Henri Matisse, 1908, olio su tela, 180x220 cm, Ermitage,
San Pietroburgo
Una superficie di colore
rosso con bidimensionalità
decorativa.
Le tinte dominanti sono
quelle dei colori primari
rosso, blu, giallo.
La costruzione prospettica
è approssimativa e non
sottomette tutti gli elementi
della composizione.
La stanza rossa, Henri Matisse, 1908, olio su tela, A sinistra è suggerita dalla
180x220 cm, Ermitage,
San Pietroburgo
sottile linea nera del bordo
del tavolo e dalla piega della
tovaglia, dalla sedia e dallo
spessore del muro in cui è
rappresentata la finestra.
A destra la prospettiva è
inesistente.
La bidimensionalità è
acuita dalla scelta dello
stesso rosso, con l’identico
motivo floreale ad anse in
blu e azzurro.
L’aspetto piatto, trova
conferma anche nel
paesaggio al di là della
finestra, dove alberi dalla
La stanza rossa, Henri Matisse, 1908, olio su tela,
180x220 cm, Ermitage,
chioma bianca si stagliano
San Pietroburgo su un prato verde e un cielo
azzurro.
La stanza rossa, Henri
Matisse, 1908, olio su
tela, 180x220 cm,
Ermitage,
San Pietroburgo

Con il tempo la ricerca di Matisse si avvia verso l’ulteriore


semplificazione delle forme, l’essenzialità cromatica, l’uso di
tinte contrastanti e di linee ritmiche e ornamentali.
La stanza rossa, Henri Matisse, 1908, olio su tela, 180x220 cm, Ermitage,
San Pietroburgo
La danza, seconda versione, Henri Matisse, 1909-1910, olio su tela, 260x391 cm,
Ermitage San Pietroburgo
La danza
Su questo soggetto l’artista
dipinge due versioni e ci
ritorna ancora 25 anni
dopo, in un trittico.
Cinque fanciulle nude sono
rappresentate mentre
danzano tenendosi per
mano e muovendosi in
circolo.
La danza, seconda versione, Henri Matisse, La ragazza in primo piano
1909-1910, olio su tela, 260x391 cm ,
Ermitage San Pietroburgo al centro, a cui si è staccata
la mano dalla compagna, si
lancia verso di lei per
riafferrarla e ricomporre
così il cerchio. La
compagna la asseconda
inarcandosi.
Nel dipinto Matisse utilizza
solo tre colori principali: il
verde brillante per il prato, il
blu per il cielo, il rosso per i
corpi delle fanciulle.
La scelta del rosso, piuttosto
che il rosa della prima
versione, allontana il
soggetto dal colore
naturalistico.
La danza, seconda versione, Henri Matisse,
1909-1910, olio su tela, 260x391 cm , La campitura è piatta e le
Ermitage San Pietroburgo forme risultano essenziali,
anche se permane una certa
volumetria nei corpi modellati
dalla linea scura che non è
solo di contorno.
La danza, seconda versione, schema compositivo, Henri Matisse, 1909-1910, olio su
tela, 260x391 cm, Ermitage, San Pietroburgo
La danza, prima versione,
La danza, seconda versione, Henri
Matisse,
La danza, prima versione, Henri Matisse, 1909, olio su tela, 259,7x390,1 cm ,
Museum of Modern Art, New York
La Danza, trittico, Henri Matisse, 1931-1933, olio su tela, 340x387 cm, 355x498 cm, 333x391 cm,
Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris
USO SIMBOLICO DEL COLORE
ROSSO
Primo colore dell'arcobaleno il rosso è il colore del cuore e
dell'amore, del dinamismo e della vitalità, della passione e della
sensualità, dell'autorità e della fierezza, della forza e della
sicurezza.
E' il colore del fuoco, del sangue, degli slanci vitali e dell'azione.
BLU
È il colore del silenzio, della calma e della tranquillità, della
tenerezza, della gioia di vivere.
È il colore della contemplazione e della spiritualità.
Induce alla quiete, all’armonia.
L'azzurro è il colore del mare e del cielo.
VERDE
È il colore della vegetazione, della natura, della rinascita
primaverile e della vita stessa.
E' il colore della natura, specie se associato al blu e al marrone. Il
verde significa forza, perseveranza, equilibrio, stabilità, solidità.
Il verde è anche associato ad una simbologia negativa.
È il colore della rabbia e della putrefazione, del veleno e
dell'invidia; nel corpo umano il verde è segno di grave malattia e
di morte.

GIALLO
È il colore del sole, dell'oro, dell’allegria, della felicità e della
fantasia, caldo, gaio, tonico, dinamico, creativo.
Rappresenta l'ottimismo, l’intelligenza, la saggezza, la parola, la
vivacità, l'estroversione, la leggerezza, la crescita.
Rimanda alla radiosità che risveglia e dà calore, all'espansione e
al movimento, alla libertà.
VIOLA
Nasce dalla mescolanza di rosso e blu, è il colore della
metamorfosi, della transizione, del mistero e della magia.
E' il colore tradizionale del misticismo, della spiritualità.
E' il colore dell'arte, della fantasia, del sogno.
MARRONE
E' il colore della terra, del tronco degli alberi, della sicurezza,
dell'amore per le proprie origini, della prudenza, della pazienza e
tenacia.
GRIGIO
È il colore della perfetta neutralità, una terra di nessuno priva di
vita. E' il colore della nebbia, dell'ombra e del crepuscolo,
dell'eleganza e della distinzione.
NERO
Rappresenta la negazione assoluta, il "no" radicale, è la tinta
dell'opposizione dietro la quale può esprimersi una rivendicazione
di potere.

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