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Attualità culturali, storia, arte, dialettologia e tradizioni popolari

Free Magazine, No profit, diretto da Tonio Sereno – toniosereno@gmail.com


Tutte le gradite e amichevoli collaborazioni sono da intendersi a titolo gratuito

Anno I – 15 Giugno 2021


http://ildialettodifoggia.altervista.org/cultura-società-magazine.html

Foto di Potito Chiummarulo – Foggia: Murales-Mosaico dedicato a Paolo “Pablito” Rossi

In questo numero:

1) Tonio Sereno - La nostra storia: Il sito Internet “Foggia in guerra”


2) Vincenzo Saponaro – Foggia in guerra: Perché questo sito
3) Potito Chiummarulo – Il bello di Foggia: PhotoGallery de “La Magna Capitana”
4) Maurizio de Tullio – Ricorrenze : L’11 giugno 1984 ci lasciava Enrico Berlinguer
5) Tonio Sereno – Murales: Inaugurato il gigantesco mosaico dedicato a “Pablito” Rossi
6) Le Maschere e Daunia da amare – Identità: Conversazioni con i poeti dialettali
7) Fondazione Monti Uniti di Foggia: Premio Marcone 2020: Il 16 giugno la premiazione
8) Salvatore Il Grande – Versi d’autore: ‘A trebbiature
9) Mariateresa Labbozzetta – Vernacolo in musica: I zia-zije (Urbano Marano)
10) Michele Parisi – Diario per immagini: Giugno (3-8-9-10 )
11) Tonio Sereno – Fotografando la Daunia – Foggia: P.zza U.Giordano (Andrea Chenier)
② N. 35 del 15-06-2021
────── Periodico di attualità culturali , storia, arte, dialettologia e tradizioni popolari ──────

Il sito Internet curato dall’agosto del 2008 da Vincenzo Saponaro racconta


tante verità che la maggior parte dei foggiani non vuole vedere

Fotocomposizione della Home page del sito “Foggia in guerra” curato da Vincenzo Saponaro

A dimostrazione del grande interesse che, a distanza di quasi 80 anni dalle


vicende accadute, suscita ancora il periodo bellico vissuto dai foggiani nel corso
della seconda guerra mondiale, ci sono i 179.253 internauti che fino ad oggi, 12
giugno 2021, hanno visitato il sito “Foggia in guerra” curato da Vincenzo
Saponaro. http://foggiainguerra.altervista.org/wordpress/
Il nostro Magazine, ritenendo che “la storia vera” si faccia prescindendo dai
campanilismi, dalle appartenenze politiche e da inutili ipocrisie e polemiche,
ma utilizzando dati certi, come quelli diffusi recentemente dal giornalista
Maurizio De Tullio nel corso di un dibattito svoltosi sull’emittente televisiva
foggiana Teleblu, dedicherà costantemente all’argomento, avvalendosi del
contributo di tutti, lo spazio necessario alla restituzione di una memoria storica
il più autenticamente vicina alla verità dei fatti accaduti. (Tonio Sereno)
N. 35 del 15-06-2021 ③
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Foggia, 14 Agosto 2008

Questo sito, nato nel 2008 su iniziativa di Leo


Rotundo e di chi vi scrive, ha lo scopo di
conservare la memoria degli anni della
Seconda Guerra Mondiale a Foggia ed in
particolare quella dei bombardamenti
dell’estate del 1943 sfruttando le potenzialità
di Internet, riordinando il materiale già noto
ed attingendo da siti statunitensi, inglesi e
tedeschi per quello inedito, ma soprattutto
raccogliendo le testimonianze dei sopravvissuti.
Su questi eventi non mancano opere e documentazioni ma a nostro avviso
manca una parte molto importante: il racconto di chi era presente, la
testimonianza diretta della gente comune. Questo sito nasce dunque per non
perdere la memoria collettiva, per non fare svanire nel nulla il ricordo di quegli
eventi. L’idea nasce sulla falsariga della fondazione Spielberg sulla Shoa che ha
creato un monumentale sito Internet in cui sono raccolte centinaia di migliaia
di testimonianaze dirette di sopravvissuti allo sterminio nazista. Vi è anche uno
scopo più ambizioso: quello di delineare un ritratto più possibile vicino alla
realtà di quegli eventi. La storia in Italia è sempre contemporanea e sui
bombardamenti su Foggia non vi è chiarezza, gli Alleati tendono a minimizzare
gli effetti sulla popolazione civile sottolineando invece le distruzioni operate a
Napoli, gli studiosi locali, la comunità foggiana e storici italiani di simpatie
neofasciste parlano di almeno 22.000 vittime civili su una popolazione di
70.000 abitanti. Si dice che la storia viene scritta dai vincitori, la città inglese di
Coventry ebbe ufficialmente 568 morti ed è considerata città-simbolo dei
bombardamenti. Riteniamo che Foggia al di là della polemica sul numero delle
vittime dovrebbe essere ricordata in un modo diverso e che sono maturi i
tempi per vedere quegli eventi con obiettività seguendo l’esempio della
martoriata città tedesca di Dresda.
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────── Periodico di attualità culturali , storia, arte, dialettologia e tradizioni popolari ──────

Questo sito-blog infine, ricordando quegli eventi e le sofferenze della


popolazione civile, vuole essere un monito per il presente visto che le guerre
sono sempre all’ordine del giorno e visto che è sempre la popolazione civile a
pagare il prezzo più alto.

Foggia, 14 Agosto 2008

http://foggiainguerra.altervista.org/wordpress/

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Foto Web - Foggia: Prònao della Villa Comunale semidistrutto dai bombardamenti del ‘43
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La Magna Capitana

In attesa della puntata sulla Biblioteca La Magna


Capitana, che verrà trasmessa in settimana sul
sito del l’Attacco TV, a cura del giornalista Fabrizio
Sereno, ideatore del format “Il bello di Foggia”
che sta riscuotendo notevoli consensi, prose-
guiamo il nostro cammino fotografico in com-
pagnia della dott.ssa Gabriella Berardi, direttrice
del Polo Biblio-museale di Foggia.
Abbiamo così avuto accesso ai numerosi ambienti,
alcuni dei quali recentemente ristrutturati, che custodiscono un patrimonio li-
brario, e non solo, di assoluto rilievo.
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Fabrizio Sereno e Gabriella Berardi nel nuovo salottino della Sala Ragazzi
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────── Periodico di attualità culturali , storia, arte, dialettologia e tradizioni popolari ──────

La Sala Lettura, con omaggio a Patrick Zaki, completamente ristrutturata

Tonio Sereno mentre filma i libri custoditi negli scaffali dell’ampio Archivio sotterraneo
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L’ 11 giugno 1984 se ne andava un grande


Un po’ di Foggia e di Gargano nella famiglia di Enrico Berlinguer

Credo siano veramente pochi a sapere che nelle


vene di Enrico Berlinguer scorreva sangue
foggiano.
Come si sa, il grande e sfortunato politico
comunista – papà della giornalista Bianca
Berlinguer – morì prematuramente nel giugno del
1984 mentre teneva un comizio, a Padova, in
occasione delle imminenti elezioni europee, poi
stravinte dal P.C.I.
Era nato a Sassari, in Sardegna, nel 1922, in una famiglia della piccola nobiltà
sarda e di lontane origini spagnole. Ma per scovare le “origini daune” di
Berlinguer, occorre andare un po’ indietro nel tempo. Giuseppe Falco –
garganico di Ischitella (Foggia), ove nacque nel 1841, e la cui famiglia era
probabilmente originaria di Rodi Garganico – era il bisnonno di Enrico Berlin-
guer, mentre sua figlia Caterina (Falco-
Segni) era la nonna del futuro leader
comunista.
Falco, ufficiale garibaldino e fiero
combattente del nostro Risorgimento, fu
tenente e successivamente nominato
colonnello. Aveva sposato Marietta Segni,
più giovane di lui di due anni – prozia del
futuro Presidente della Repubblica
Antonio Segni – e morì a Sassari nel 1915,
due giorni prima del genero. Marietta
morirà invece nel 1924. Fu una donna
molto occupata nel sociale e, sin dal
1859, come Dama di Carità contribuì non
poco ad aiutare i tanti poveri che
affliggevano la città di Sassari.
Caterina era invece nata a Foggia nel
1870 e – narrano le cronache – era
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bionda, bellissima e aveva occhi


azzurri. Aveva un gran bel tempe-
ramento e, spesso, accompagnava al
pianoforte la mamma, donna Marietta
Segni.
Caterina aveva sposato a Sassari il 1°
maggio del 1890 – lei non ancora
ventenne – il vedovo Enrico
Berlinguer senior che di anni ne aveva
il doppio (nato nel 1850 e nonno
dell’omonimo futuro segretario
comunista) dal quale avrà otto figli:
Mario (1891), Jole (1892), Ennio
(1893), Lidia (1896), Sergio (1897),
Aldo (1898), Ines (1899) – in pratica
sette figli in otto anni! – ed Ettore
(1903). Tra essi va ovviamente
ricordato Mario, parlamentare,
aventiniano e padre del futuro leader
del P.C.I., Enrico Berlinguer. L’immesa folla ai funerali di Enrico Berlinguer
Il marito di Caterina, Enrico Berlinguer senior, aveva fondato nel 1891 a
Sassari il settimanale “La Nuova Sardegna” – nato sulla base dell’omonimo
movimento politico – trasformato in quotidiano il 17 marzo 1892 e, nel
tempo, diventato autentica palestra di giornalismo e di coscienza civile, nella
quale si sarebbe poi formata una intera generazione di antifascisti sardi. Oggi
“La Nuova Sardegna” è il più diffuso quotidiano sardo.
Enrico Berlinguer senior morirà il 22 novembre 1915, due soli giorni dopo la
morte di suo suocero, il col. Falco, papà di Caterina!
Lei, da tempo malata di malaria, morirà nel 1924, dopo sette anni di
sofferenze, conseguenze dell’incredibile serie di decessi (suicidi e infarti) che
colpirono parte dei suoi affetti più vicini. Curiosamente non si capisce come
mai Caterina fosse nata a Foggia, dal momento che il padre aveva sposato la
madre in Sardegna, dove risiedevano.
Contrariamente da quel che si apprende dall’ottimo sito “Amaraterramia”
(“Enrico Berlinguer aveva origini di Ischitella. Sua bisnonna, Caterina Falco,
era di Ischitella. Suo marito fu colonnello dei Borboni ed ebbe la seconda
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medaglia d’oro nella storia del corpo dei Carabinieri”), e in base a quanto ho
invece potuto descrivere, Caterina era la nonna del futuro leader comunista e
nacque a Foggia e non sul Gargano. Suo marito – Enrico Berlinguer senior –
non fu colonnello dei Borbone ma avvocato, politico e giornalista. Viene cioè
confuso con il papà di Caterina, Giuseppe Falco, che nacque effettivamente a
Ischitella ma fu prima tenente e in seguito nominato colonnello.
Per la realizzazione di questa pagina storico-familiare, preciso di essermi
avvalso, in buona parte ma non solo, dell’ottimo volume di Giuseppe Fiori,
sulla vita di Enrico Berlinguer.
Maurizio De Tullio
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Dedicato a “Pablito” Rossi

Venerdì mattina, 11 giugno, all’incrocio fra Via Alberto Ammiraglio Da Zara e


Via Brigata Pinerolo, a Foggia, sulla facciata di un edificio di edilizia residenziale
pubblica, è stato inaugurato Il Murales-mosaico di 200 metri quadri dedicato a
Paolo Rossi, protagonista del Mundial del 1982, nato a Prato il 23 settembre
del 1956 e prematuramente scomparso a Siena il 9 dicembre dell’anno scorso,
a 64 anni, stroncato da un male incurabile.
Il murales, raffigura “Pablito”, esultane e con le braccia levate al cielo.

Alla conferenza di presentazione del murales, svoltasi nell’Aula Magna della


ristrutturata Palestra ex Gil, ceduta dalla Regione Puglia in comodato d’uso
gratutio per 99 anni all’Università degli studi di Foggia, con ingresso proprio di
fronte al gigantesco mosaico, hanno preso parte fra gli altri, gli assessori
regionali Raffaele Piemontese e Rosa Barone, l’amministratore unico di ARCA
Capitanata Denny Pascarella e Salvatore Pepe di “Graffiti for Smart City”.
“Foggia - ha detto l’assessore Piemontese – ha bisogno di scelte belle,
impattanti, di scelte che facciano parlar bene di noi. Questo è un murales di
bioresina, un’opera d’arte che, utilizzando una tecnologia innovativa, parla ad
una città, Foggia, che ha bisogno di segnali di rinascita. Si tratta
indubbiamente di un esperimento positivo in una città che oggi ha bisogno
anche di questi segnali. I cittadini che vivono in quegli alloggi, anche grazie a
queste azioni di innovazione sociale, avranno certamente una qualità di vita
migliore. La Regione Puglia ringrazia quindi tutti coloro che, come ARCA
Capitanata, hanno saputo mettere in campo tutto questo.
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Raffaele Piemontese, vicepresidente della Regione Puglia parla del Murales dedicato a Paolo Rossi
“Oggi siamo qui a ricordare un grande campione – ha detto l‘assessore al
Walfare Rosa Barone – e ad inaugurare un simbolo positivo molto bello a
vedersi da cui questa città, che vive probabilmente il momento più buio da un
punto di vista sociale, economico ed ambientale, ha bosogno di ripartire”.
Su Youtube, a cura di Tonio Sereno, il video della conferenza all'indirizzo:
https://www.youtube.com/watch?v=RVWTtdVEw0U&t=50s

Rosa Barone, assessore regionale al Welfare e Denny Pascarella, presidente di ARCA Capitanata
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Premio “Francesco Marcone” 2020


In Fondazione il 16 giugno si premia il vincitore dell’onorificenza
dedicata alla memoria dell’ex direttore dell’Ufficio del Registro
Mercoledì 16 giugno 2021,
alle ore 18 in sala “Rosa del
Vento” in via Arpi 152, si terrà
la cerimonia di conferimento
del Premio dedicato alla
memoria di Francesco Mar-
cone, riconoscimento istituito
dalla Fondazione dei Monti
Uniti di Foggia per onorare
tutte le vittime della mafia e della criminalità organizzata in Capitanata e per
affermare e diffondere la cultura della legalità.
Ad aggiudicarsi l’edizione 2020 è il dott. Attilio Altieri, autore di una tesi di
dottorato di ricerca in Scienze Giuridiche delle Università di Foggia e Siena,
intitolata “Sequestro di prevenzione di partecipazioni sociali. Profili inter-
pretativi e integrativi”.
Alla cerimonia di premiazione, prevista per lo scorso mese di marzo e rinviata
a causa della pandemia, prenderanno parte il presidente della Fondazione, il
prof. Aldo Ligustro, Daniela Marcone, vicepresidente nazionale di Libera.
Associazioni, nomi e numeri contro le mafie e figlia dell’ex direttore
dell’Ufficio del Registro assassinato in circostanze tuttora ignote nel 1995, e il
dott. Attilio Altieri che, nel corso della cerimonia, illustrerà brevemente il
risultato delle sue ricerche.
Si ricorda che l’accesso in sala sarà consentito ad un massimo di 35 persone e
che l’uso delle mascherine è ancora obbligatorio.
Il Premio “Francesco Marcone” è destinato agli studenti e ai neolaureati o
dottori di ricerca dei corsi di laurea triennali, specialistici e magistrali
dell’Università di Foggia – o residenti in provincia di Foggia alla data di
emanazione del bando – ed ha come obiettivo quello di conservare,
rinnovare e costruire una memoria storica condivisa in difesa delle istituzioni
democratiche e sensibilizzare l’opinione pubblica e le giovani generazioni sul
valore storico, istituzionale e sociale della lotta alle mafie.
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Il 15 e il 16 giugno la poesia dialettale foggiana in Piazza Mercato


con Raffaele de Seneen e Mimmo La Viola

Foto di Tonio Sereno - da sx Gina Morelli e Vito Dileo (Le Maschere) e Raffaele de Seneen
Raffaele de Seneen e Mimmo La Viola saranno i protagonisti delle ultime
due conversazioni, di questa prima serie, con i poeti dialettali, organizzate in
Piazza Mercato a Foggia dal Gruppo teatrale Le Maschere, animato da Gina
Morelli e Vito Dileo, e dell’Associazione Daunia da Amare.
Martedì 15 toccherà a Raffaele de Seneen mentre mercoledì 16 giugno chiu-
derà il primo ciclo
di conversazioni
Mimmo La Viola,
sempre con inizio
alle 19,30.
Alle prime due se-
rate hanno preso
parte i poeti An-
gelo Giorgio Pelli-
cano e Gianni
Ruggiero.
Foto di Tonio Sereno – da sx Mimmo La Viola e Rosanna Dacia
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‘A trebbiature

Il periodo della raccolta del grano iniziava con la


mietitura e si concludeva con la trebbiatura,
operazione che si praticava normalmente nel mese di
giugno od anche luglio per quei luoghi più freschi o
collinari. Questo procedimento, significava separare
le cariossidi (staccare le granelle e i chicchi) dei
cereali ormai maturi dalla spiga vera e propria ed
anche dalla paglia degli steli e dalla cosiddetta
pula(residui) che le avvolge. Subito dopo per il bene
che ogni contadino vuole alla sua terra, bisognava
arare. Tutto questo un tempo era fatto
manualmente, avvalendosi dei buoi e dell’aratro e
naturalmente delle sole braccia del contadino. Il raccolto poi subiva la
battitura dei fasci di grano per separare i chicchi dalle spighe, soffiando con
ventilatori o gettandoli in aria. In breve, l’operazione di separazione del grano
dalla paglia si chiama:<< trebbia>>.
Oggi le due operazioni (raccolta e separazione, ovvero: mietitura e
trebbiatura), che un tempo venivano effettuate separatamente, con le
moderne macchine (le mietitrebbie), vengono eseguite contempo-
raneamente. Va da se che si risparmia tempo e lavoro e fatica a tutto
vantaggio dell’uomo e degli animali che si dovevano impiegare.
Il periodo di questa operazione coincide con la giornata di S. Antonio da
Padova il 13 giugno, nato a Lisbona nel 1195, battezzato con il nome di
<Fernando>; primogenito di una nobile famiglia portoghese e canonizzato nel
1232 a Spoleto da Papa Gregorio IX. Solo nel 1220 viene a contatto con i frati
minori di San Francesco d’Assisi, condividendone l’ordine. Trascorse due anni
in Marocco dove contrae una malattia che lo costringe per molto tempo a
letto. Successivamente giunge in Italia, mettendo a disposizione tutto il suo
talento al servizio del Regno di Dio. Muore il 13 giugno del 1231 e guarda
caso, viene deposto su un carro trainato dai buoi e passando attraverso i
campi di grano appena raccolto, viene trasportato a Padova, dove è sepolto. Il
Santo dei poveri, dei bambini e degli oppressi, degli orfani, prigionieri e
naufraghi.
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Grazie a Pasquale
Mastracchio e del suo
streaming sulla mieti-
tura, che mi ha dato
l’input per questa
composizione.
Una tradizione foggia-
na, ci ricorda come, le
ceneri dei falò consu-
mati nella ricorrenza
di S. Lucia, venissero sparse nei nostri campi appena arati come buon augurio
per un buon raccolto. (Salvatore Il Grande, 13 giugno 2020)
‘A trebbiature
‘U jurne de Sant’Antònije da Padova, ‘Ogge s’eje pèrze pure ‘a poèsije
accummènze ‘u rite antiche de trebbià, de stu’ travaglije, ‘e mèno mäle!
nu’ mestiire de cuntadine du’ passäte, Pecchè grazije ‘a Dije….
chè se menavene inde ‘a tèrre, Mo’, ‘eje tutte chiù facele,
pe cogghije ‘u semenäte, s’hanne sparagnäte timbe,
‘u chiù nobbele chè ce pote stà…. fatiche ‘e delùre;
Sua Maistà…….‘u Gräne! nen ‘zse camine chiù ‘a l’appide
‘U segnäle arreväve quanne: cke nu firre ‘mmäne
finalmènde se facève avete, appezzecäte arrète ‘a n’anemäle
‘e parève…bèlle, giàlle ‘e säne….. pecchè ogge …..sissignòre!
‘u päne chiù antiche ‘e nusträne, Ce stanne machenarije modèrne……
chè ‘a nature c’ha sapute dà. trattùre ‘e mietetrèbbije
Se magnäve ajìre ‘e se magne pure ogge. chè t’affranchene ‘a fatiche
‘E timbe antiche… ‘e te fanne cambà mègghije.
te l’aviva fategà cki mäne! Quanne vuje sapè se…..
Quanne se camenäve arrète ‘e vùve, ‘o mèse de Giugne chiòve
appezzecäte ‘a n’aràtre sgailläte addummànnacille ‘o cuntadine ….
‘e dope jurnäte ‘e jurnäte de fatiche ‘e nen te puje sbaglijà,
te jive ‘a reterà tutte sfraganäte pecchè lore ‘u sanne…
tutte accìse ‘e sdeluffäte, quand’eje ‘u mumènde juste,
chine chine de vesciche ‘e calle ‘e mäne quanne s’adda trebbijà.
‘e sule allòre ‘e ca scurije ‘e te dinne pure ‘a chè ore se pote
te putive arreterà. accumenzà!
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Urbano Marano. Nato a Foggia nel 1927.


Scrittore, storiografo è stato docente nelle scuole
primarie di Foggia.
Tra i suoi innumerevoli libri ne cito tre: “La villa
comunale e i suoi monumenti”, scritto nel 1982; ” Foggia
nostra: personaggi e avvenimenti” nel 1984; “Conoscere
Foggia: due passi tra storia e attualità” nel 1985.
Gli è stata conferita l’onorificenza di Cavaliere della Re-
pubblica insignito dal Presidente Sandro Pertini ed è sta- Mariateresa Labbozzetta

to Premio cultura nel 1986.


Innamorato della sua città, oltre al racconto degli
avvenimenti e dei personaggi più importanti
anche dei tempi più moderni, ha voluto
approfondire i suoi lati più reconditi, mettendo in
risalto anche il suo folklore.
Nel “Vernacolo in musica 2” si trovano tre sue
poesie. ”I zia - zije”, ”Viva Natale”, ” ’A
scarpètte”, musicate da A. Amatruda e R.
Garofalo.

I zia-zije
La visita al Santuario della Madonna ”bbrune”
dell’Incoronata era un rituale che si ripeteva ogni
anno con le stesse modalità.
Le donnette cantavano le litanie sgranando il rosario;
facevano tre giri intorno alla chiesa e poi vi entravano
a pregare in ginocchio. In ultimo salivano gli scalini
per andare a salutare la Madonna più da vicino e,
commosse, ritornavano alle loro case.
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I ZIA-ZIJE
Testo di Urbano Marano
Musica di A. Amatruda e R. Garofalo

Ritornello
Ave, ave Mmarije/prighe p' nnuje/Madonna mije./ Ave, ave Mmarije /facce
sta bbune,/Madonna bbrune!
Ck'u resarje stritte mmàne / e candanne i litanije /vanne tanta zia-zije,/ da
vecìne e da lundàne.
Ritornello=idem
Vann'a vesetà 'u Santuarije /d’ ‘a Madonna d'Ingurnàte./Strazzacappe l'ha
truàte ind’ ‘u vosche cendenarije.
Ritornello=idem
'Nnanze'a chijse arruà-te,/po' tre ggire
atturne fanne/e po' nzime tutte vanne/a
l'altare 'nge-nucchjàte.
Ritornello=idem
dinne llà tanda preghi-re/e po' 'nghjànene
i scalìne,/pe' vvedè cchiù da vecìne/'a
Madonne tutta nère.
Ritornello=idem
Chjàne chjane se ne vanne/cunzulàte i zia-
zije/e salutene a Mma-rije/ck'u nu node
stritte 'nganne.
Ritornello=idem
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1 – Era verde il silenzio, bagnata era la luce, tremava il mese di giugno come
farfalla.
2 – Il mese di giugno si distese all’ improvviso nel tempo, come un campo di
papaveri.

Pablo Neruda

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Piazza U. Giordano (Andrea Chenier)

“Andrea Chénier è un'opera lirica in quattro quadri


di Umberto Giordano su libretto di Luigi Illica.
Dramma di ambiente storico ispirato alla vita del
poeta francese André Chénier, all'epoca della
rivoluzione francese, è la più famosa opera lirica di
Giordano. Il personaggio di Carlo Gérard è ispirato
al rivoluzionario Jean-Lambert Tallien.
Il 28 marzo 1896 avvenne la prima assoluta al
Teatro alla Scala di Milano diretta da Rodolfo Ferrari, con Giuseppe Borgatti,
che sostituì il tenore designato Alfonso Garulli. Grazie a lui, (anche se non era
in periodo positivo) e grazie al soprano Evelina Carrera e al baritono Mario
Sammarco, il successo fu trionfale.
https://it.wikipedia.org/wiki/Andrea_Ch%C3%A9nier_(opera)
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Foto di Tonio Sereno – Foggia: Piazza Umberto Giordano – Andrea Chenier


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Foto di Tonio Sereno – Foggia: Piazza Umberto Giordano – Andrea Chenier

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Foto di Tonio Sereno – Foggia: Piazza Umberto Giordano – Andrea Chenier

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