Piero Portaluppi Casa e Studio Portaluppi / 1935, 1938-1939 / P. Portaluppi
via Morozzo della Rocca 5, Milano
mediante quattro borchie in rilievo che a un atrio disposto su due livelli collegati da ne ostentano la funzione epidermica, il una scalinata: i pavimenti, la scalinata e le La casa sorge sull’isolato compreso fra in settori quadrati regolari, entro i quali basamento parrebbe un originale omaggio pareti verticali sono interamente rivestite via San Vittore, via Morozzo della Rocca e si inscrivevano sia le bucature, sia i campi ai sottili rivestimenti impiegati a Vienna di sontuoso marmo verde malachite via Bandello, tracciato a partire dal 1934 opachi. dagli architetti della Secessione, ma anche di Challant, mentre, sulle pareti del in variante al piano regolatore di Cesare La versione realizzata rispetta la un’allusione immaginifica alla modernità, pianerottolo degli ascensori, lastre di bianco Albertini. Costruita in cortina, presenta griglia modulare originaria e la simmetria rappresentata dal medesimo materiale con statuario a corsi orizzontali si alternano un’unica facciata pubblica che, nella prima imperniata sul portale, ma introduce una cui erano costruiti aerei, treni, automobili. a fasce metalliche. Da un lato dell’andito, versione del progetto, era risolta da una variante sostanziale, dotando la facciata La fascia metallica comprende il piano al livello della strada, si apre l’ingresso severa griglia cartesiana. La superficie, priva di un basamento uniforme. Rivestito rialzato e poggia su un basso zoccolo dello studio di Portaluppi – oggi sede di aggetti e rivestita da una pelle uniforme da una straniante placcatura in lastre arretrato di granito nero d’Anzola, nel dell’omonima Fondazione – che, intagliato di lastre in pietra, era infatti compartita quadrate di metallo bianco al cromo, fissate quale sono ritagliate le bocche di lupo che nella parete di malachite e incorniciato da illuminano il piano interrato. La pietra lastre monolitiche di marmo bianco, ingloba FOTO STORICA DELL’EDIFICIO (IMMAGINE CONCESSA DA ARCHIVIO PIERO PORTALUPPI) che riveste i piani superiori – in origine con piglio divertito e leggero una preziosa Portaluppi aveva indicato un granito maquette marmorea del logo di studio, levigato di Montorfano, o un Serizzo l’archetipica casetta utilizzata come cartiglio ghiandone – doveva essere apparecchiata nei disegni dell’architetto. in modo da evidenziare la griglia che Il minuzioso e geometricamente inquadra il prospetto. La facciata è stata complesso allestimento dei rivestimenti invece rivestita in lastre di pietra con il superficiali – lignei, marmorei e fotografici lato maggiore disposto in orizzontale in – delimita anche i volumi interni dello modo da formare tre corsi per ogni modulo, studio, articolati con cambi di livello in vasti potenziando così l’effetto dinamico di ambienti alti oltre 5 metri. In particolare la orizzontalità introdotto dal basamento sala di riunione ostende un caleidoscopico metallico. pavimento composto da innumerevoli Se le piante degli appartamenti sono tessere di marmi e graniti differenti, organizzate secondo uno schema piuttosto disposti secondo un disegno irregolare che tradizionale, distribuite da un corridoio lo stesso architetto definì ironicamente centrale che divide le camere da letto e gli “concretismo”: una divertita composizione ambienti di soggiorno da quelli di servizio, grafica e, insieme, una sorta di efficace il piano terra e l’ammezzato sono invece campionario dei principali materiali lapidei articolati in una complessa sequenza impiegati da Portaluppi. spaziale che ingloba l’ingresso e lo sbarco STEFANO POLI degli ascensori. Dal portale si accede infatti