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LA

Glottologia 4/11/19

Ripasso: Lingua come prospettiva sincronica; dispiegarsi della visione della lingua sui due piani cartesiani. Il
piano della sincronia è quello orizzontale. Si tratta di un piano in cui noi ci illudiamo che tutto ciò che
accade è contemporaneo, come se il tempo non passasse mai. Noi viviamo in una situazione che
scientificamente non è quella.

Problema della sincronia?

Saussure distingue, e non contrappone, (tutto sta in relazione con, e non contro); egli mette in chiaro che la
lingua si può studiare o dal punto di vista sincronico o diacronico, ovvero sia lo stesso tipo di studio che
affronta la lingua come sincronia non può affrontarlo come diacronia. Si tratta di 2 caratterizzazioni diverse.

Mito della GRAMMATICA, essa però deve essere interpretata; la scuola ha inventato una ontologia della
grammatica, e si crede che la lingua sia quella grammatica. Difatti il primo punto di riferimento considerato
prima di studiare una nuova lingua è la grammatica; mentre la pronuncia, che è ciò che fa la lingua, non
viene considerata molto. Invece è proprio l’orecchio che ha permesso la nascita della lingua.
Il cervello da solo non basta, deve relazionarsi con l’esterno e lo fa attraverso i canali sentitivi, per la lingua
è l’orecchio. (la scrittura è secondaria)

Es. Dante ha creato la commedia ma dopo in qualche modo l’ha dovuta comunicare all’esterno; avendola
scritta, questo documento è arrivato anche a noi. Dunque la scrittura è una comunicazione secondaria,
suppletiva della comunicazione primaria, quella orale. Ai suoi tempi Dante recitava a memoria. Egli con la
sua Energheia crea la commedia, gli altri la sentono e la memorizzano. La scrittura prima era cognitiva (della
memoria) e poi visiva. Prima la commedia veniva recitata, ed era Energheia; poi come venne scritta divenne
OPUS.

La grammatica spesso viene confusa con la lingua, ma si tratta di un errore.

GRAMMATIKE è un aggettivo di per sé, e significa che appartiene alle lettere (ai grammata =in greco
significa lettere). Essa nasce che già è legata alla scrittura. Quando nasce la grammatica, la scrittura già era
nata. (la scrittura ha eccessivamente caratterizzato la nostra epoca, escludendo a momenti l’oralità e altri
linguaggi, come la musica)

La prima grammatica dovrebbe risalire a Dionisio Trace, grammatico del I sec. a.C. nella città di Alessandria
di Egitto (in Egitto, era una città grecofona, che grazie ad Alessandro Magno divenne uno dei centri più
importanti del nuovo mondo ellenistico, e non ellenico).
ellenico: mondo greco fino ad Alessandro Magno; ellenistico: dall’impero di Alessandro magno in poi. Alessandro
Magno si trovava a cavallo tra queste due culture.

Etruschi influenzati dalla cultura ellenica e dopo anche ellenistica. La civiltà romana è stata molto
influenzata dalla cultura ellenistica.

Il mondo ellenico non conosceva la grammatica: Aristotele non ancora conosceva la grammatica, come
Platone, i tragici greci... Come è possibile che pur non sapendo la grammatica questi autori di grandissima
importanza, scrissero opere importanti? Perché la grammatica l’abbiamo in testa; si tratta di ciò che
Saussure chiama la Langue,

Nel primo corso del 1909/10 (i corsi sono 3), Saussure non ancora usa il termine Langue ma usa il termine
GRAMMAIRE (in francese; in italiano Grammatica);

più di recente il linguista americano Noam Chomsky usa il termine GRAMMAR per indicare la lingua; per
Chomsky la Langue, la Grammaire di Saussure, o il codice, il sistema, si chiama GRAMMAR; sempre per
Chomsky la GRAMMAR è anche COMPETENCE (competenza).
Inoltre la GRAMMAR, COMPETENCE per Chomsky è una generatività, cioè una capacità produttiva
all’infinito.

Il movimento linguistico di Chomsky si chiama GRAMMATICA GENERATIVA: il termine generativa è una


nuova concezione per indicare la famosa Energheia, perché generativa vuol dire ‘che continua a produrre’;
una regola produce un’altra regola (regola non è un’imposizione, ma un passaggio) es. tavol- che diventa
tavolo è una regola (si tratta di una marca morfologica a cui il parlante si attiene).

Nel 1960 circa Di Benedetto (filologo italiano dell’università di Pisa) tentò di dimostrare che noi non
abbiamo più il testo del I sec. a.C. che attribuiamo a Dionisio ma il testo che possediamo noi è una
rielaborazione di rielaborazioni che appartiene a due secoli dopo (fine I sec. d.C.).

Se quindi è vero che nel I sec. A. C. c’è stata una grammatica attribuita a Trace, che però non ci è mai
giunta nella sua fase originale ma solo la rielaborazione di rielaborazioni di due secoli dopo, e quindi
supponiamo che Di Benedetto abbia ragione, allora la prima documentazione che noi abbiamo sulla
grammatica è latina.

Sembra strano perché i latini hanno sempre ripreso dai greci; ma infatti Varro Varronis (nativo di Rieti nella
Sabina- Lazio) scrisse “De Lingua Latina” libro giunto a noi solo in parte, in cui Varrone riflette sulla sua
lingua per capire le regole di funzionamento generativo della grammatica. Dunque è una grammatica
teorica, una vera grammatica; e non una grammatica descrittiva, che invece abbiamo con Dionisio Trace.

A quel tempo c’era un grande dibattito sul tema della grammatica: vi erano esponenti che non ancora
accettavano che doveva esserci una grammatica, come Cicerone. Secondo cicerone doveva esserci un
modello da seguire, un qualcuno che sapesse così bene la lingua da considerarlo come un modello da
seguire. L’aspetto di Cicerone è esemplificativo, e non normativo. Egli quindi antepone alla grammatica, la
retorica; la comunicazione interpersonale è la palestra su cui deve basarsi la lingua. Cesare invece era
favorevole alla grammatica, e infatti lui aveva una posizione politica nettamente diversa da quella di
Cicerone (conservatore: non voleva che il potere del senato venisse diminuito); Cesare invece voleva un
potere centrale superiore a quello del senato. Questo potere centrale doveva dettare tutte le direttive, tra
le quali quelle linguistiche, a tutto l’Imperum Romanorum)

Questo è ciò che avvenne anche nella reggia di Versailles; con la fine della monarchia in seguito alla
rivoluzione francese, diventa Parigi il centro della lingua francese, perché il parlamento parigino cominciò a
dettare le regole della lingua

La vera lingua è quella che ci viene insegnata da piccoli; mentre la grammatica insegnata a scuola è una
riflessione sulla lingua.

La scrittura non appartiene all’uomo; essa deve essere appresa. Si tratta di una competenza sviluppatasi in
milioni di anni. Anche la lingua fa parte di queste competenze cha va acquisita con relativamente grande
lentezza.

primo sistema scolastico

La scrittura nasce attorno alle scuole che, millenni prima che nascesse la grammatica, hanno fatto nascere i
grammata, cioè le lettere. Le scuole, la cui più antica attestazione (che lo sappiamo con certezza) nel 3500
a. C. nella civiltà sumerica, nella scuola “casa delle tavolette”, si usavano le tavolette in argilla su cui i
studenti imparavano a scrivere. L’argilla inizialmente usata come sostegno per la pittura; nella seconda fase
essa venne usata per la scrittura. Le “case delle tavolette” è una proto forma di scuola.

Il ragazzo veniva educato per 12 anni con insegnamento costante, dalla mattina al tramonto. (per i sumeri il
numero di base è il 6-sistema a 6; mentre quello indiano è a sistema 0 (vuoto), che a noi ci arriva attraverso
gli arabi).
Il primo nome di uno scrittore è di una donna e NON di un uomo. Questo ci fa capire che in quell’epoca la
donna aveva una situazione sociale migliore, di rilievo.

Grammatike  grammatica - Skhole Schola (in latino, e poi Escuela, Ecole, School, Scuola…)

L’esigenza della scrittura nasce per fini pratici (es. registrare la quantità di entrata ed uscita); la letteratura
invece nasce quando si stava bene, e si cominciò a ritenere che non bastasse lasciare alcune cose solo
all’oralità.

I poemi omerici iniziarono all’epoca della guerra di Troia, intorno al 1200 a. C., quando gli Achei fanno
guerra ai Frigi della Troade. Essi nascono come composizioni orali sicuramente brevi, che pian piano
vennero messi assieme fino a quando il poeta chiamato Omero crea due mega poemi (iliade ed odissea),
ancora orali; vennero scritto solo in seguito, intorno al 670 a.C. sotto ordine del tiranno Bisistrato.
Questi due poemi diventeranno poi quasi una bibbia per il mondo greco.
Tant’è che la filologia greca nasce come filologia del testo omerico: scritto intorno al 670 a.C. il testo
omerico era ormai stato corrotto, essendo stato ricopiato molte volte, dunque i scrittori del tempo si resero
conto che era necessario riportare il testo all’aspetto iniziale.

Humboldt sapeva 12 lingue. Egli riprende dal greco i termini Energheia (dinamicità, produttività, elettricità)
ed Ergon (opera chiusa, conclusa es. divina commedia). In Germania il greco era una lingua diffusissima,
mentre a quell’epoca in Italia no; l’unico uomo a saperlo era Giacomo Leopardi.
Gli scrittori tedeschi che venivano in Italia si meravigliavano del fatto che il Neoclassicismo italiano avesse
dato più importanza al latino e non al greco.

Humboldt voleva creare a Berlino IL GRANDE CENTRO DELLA NUOVA INTELIGHENZIA EUROPEA; egli riesce a
fondare un’università (università che oggi porta il suo nome) in cui a Franz Bopp (primo glottologo del
mondo) venne assegnata la cattedra di Glottologia; inoltre Humboldt voleva dare una cattedra di studi di
Italiano a G. Leopardi (ma L. si ammalò prima).

Precedenti alla grammatica di Dionisio e Varrone, ci sono altre esperienza riguardo la grammatica:

 filologi alessandrini, che cominciarono a capire che la lingua è un Ergon, prodotta da un’Energheia.
Essi ritenevano che lavorando sui testi (Ergon) si potesse capire come ragionava la mente
linguistica dell’autore (Energheia preesistente);
 gli Stoici movimento intellettuale post-platonico che si sono occupati in senso teorico del
problema della lingua, e non in senso applicativo. Volevano creare una logica del discorso. Per loro
il discorso semantico doveva essere ri-analizzato come discorso formale che assuma un significato
linguistico. Loro cominciano a capire che la lingua è formata da categorie (per noi: verbo, nome,
aggettivo, avverbi…) che corrispondo a categorie mentali. Gli stoici tengono seminari a Roma; i
romani dovevano sapere il greco se volevano essere romani “fini”. Roma è una branca separata
dell’ellenismo.
“Mantua me genuit, Calabri rapuere” : "Mantova mi generò, il Salento mi rapì” (sono latino, ma sono stato
avvinto dalla cultura greca) -cit. Virgilio. Ciò che dice Virgilio era il sentire comune dei romani dell’epoca.

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