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titolo: La Fisica del Terzo Millennio: sulle orme di Ettore Majorana

Francesco Alessandrini

La Fisica del Terzo Millennio:


sulle orme di Ettore Majorana

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titolo: La Fisica del Terzo Millennio: sulle orme di Ettore Majorana

La Fisica del Terzo Millennio: sulle orme


di Ettore Majorana

© 2017 Francesco Alessandrini. Tutti i diritti riservati.

Tutta la documentazione tecnica e gli scritti originali sono copyright di


Rolando Pelizza

Elaborazioni grafiche: Piergiorgio Alessandrini

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“… la Fisica del Terzo Millennio


guarda la Materia
dal di fuori,
dall’Oltre Materia”

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La Fisica del Terzo Millennio

Premessa
Qualche anno fa lessi un libro dal titolo Il cigno nero. Come
l’improbabile governa la nostra vita. La sua presentazione
diceva:
“Cosa pensarono gli europei quando, giunti in Australia,
videro dei cigni neri dopo aver creduto per secoli, supportati
dall'evidenza, che tutti i cigni fossero bianchi? Un singolo
evento è sufficiente a invalidare un convincimento frutto di
un’esperienza millenaria.”

Quello che sto per raccontarvi è un grandioso cigno nero,


forse il più grande di tutta la storia della scienza, della filosofia
e della spiritualità messe assieme.
Il suo nome è Ettore Majorana.

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Francesco Alessandrini

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La Fisica del Terzo Millennio

Introduzione
Senz’altro avete sentito parlare di Ettore Majorana e della
sua misteriosa scomparsa.
Ettore fu un fisico teorico folgorante, un genio senza eguali
per la sua epoca. «Aveva doni che era il solo al mondo a
possedere» disse di lui Enrico Fermi, fisico italiano, Nobel per
la fisica nel 1938.
Il 25 marzo 1938, Ettore salì su un traghetto della linea
Napoli – Palermo e da lì si persero le sue tracce.1
Nel libro La Macchina. Il ponte tra la scienza e l’Oltre,
fatto assieme alla cara Roberta Rio, vi abbiamo raccontato
cosa è successo dopo quella scomparsa, in un succedersi di
eventi che giungono fino ai nostri giorni.
Ettore certamente non morì quel 25 marzo di tanti anni fa.
Come già correttamente supposto da Sciascia2, si rifugiò in un
convento italiano, dove ebbe modo di approfondire le proprie
ricerche per molti anni, in solitudine, protetto da ogni disturbo
esterno.
Ettore scomparve perché era venuto a conoscenza di
qualcosa che avrebbe potuto mettere in pericolo non solo la
sua vita, ma anche quella dell’umanità intera. Il prof. Carrelli3
attribuisce a Ettore, prima della sua scomparsa, una frase del
tipo: “la fisica è sulla strada sbagliata. Siamo tutti su una
strada sbagliata”.

1
Rio, Alessandrini, La macchina, p. 13.
2
Leonardo Sciascia, La scomparsa di Majorana.
3
All’epoca era il direttore dell’Università Federico II di Napoli.

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Francesco Alessandrini

Il tormento di un genio, che aveva visto troppe cose in


anticipo, lo portò a quella difficile ma allo stesso tempo
lungimirante decisione di isolarsi dal mondo.
Ettore si era spinto ben oltre i confini dell’allora
conosciuto, fino a comprendere le fondamenta dell’Universo,
che tradusse in una matematica e in una fisica del tutto nuove
anzi, del Terzo Millennio. Con esse è riuscito a costruire un
quadro teorico delle modalità di funzionamento della Materia
talmente preciso e affidabile da poter essere poi dimostrato
tramite una “macchina”.4
Il mio incontro, nel settembre 2016, con Rolando Pelizza,
l’uomo che ha costruito quella macchina, mi ha permesso di
entrare in contatto con l’incredibile storia che Roberta ed io
abbiamo raccontato in quel libro.
E anche, come ora vi dirò, con quelle che suppongo essere
le basi teoriche della fisica di Ettore Majorana.
Ho trovato una fisica incredibilmente più profonda di ogni
sapere scientifico attuale. Talmente profonda che, quando
verrà compresa, rimetterà in discussione tutto il sapere umano,
dalla fisica, alla chimica, alla filosofia e anche alla spiritualità,
di qualsiasi ceppo religioso essa sia.
È davvero “esplosiva” … per le nostre conoscenze e per le
nostre coscienze.
È una conoscenza di una tale portata che non può essere
trasmessa “d’un botto” al genere umano. Le nostre menti, le
nostre abitudini e convinzioni gli opporrebbero una resistenza
senza fine.
Dobbiamo affrontarla per gradi, avanzando di pari passo
nella conoscenza scientifica e anche, soprattutto, in una
evoluzione della coscienza che ci porti ad utilizzare quella
conoscenza senza provocare la distruzione del genere umano.
Si, perché nella fisica di Ettore, accanto alla possibilità di

4
Rio, Alessandrini, La macchina, p. 8.

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migliorare enormemente le nostre condizioni di vita, c’è la


possibilità di distruggere in poche mosse l’intero pianeta.
L’uso nel “bene” è grandioso; l’uso nel “male” è
eccezionalmente distruttivo.
È mia convinzione, dunque, che la trasmissione teorica di
questa conoscenza vada fatta per gradi. Ma non solo la teoria,
anche la sua applicazione tecnologica, che ha già dimostrato
di essere davvero “miracolosa”, almeno secondo l’attuale
concetto di miracolo.
La macchina in grado di dimostrare e applicare la teoria di
Ettore è già stata costruita ed è funzionante da diversi anni.
Essa ha ben dimostrato di poter realizzare tutte le 4 fasi di
sviluppo previste da Ettore in una lettera che ha spedito a
Rolando nel lontano 1964.

Figura 1: stralcio della lettera di Ettore a Rolando (26 febbraio 1964)


in cui vengono elencate le quattro fasi di sviluppo della macchina.

Ettore probabilmente sapeva di queste possibilità già da


molto prima se è vero, come si dice nella corrispondenza tra

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Ettore stesso e suo zio Quirino5, importante fisico


sperimentale dell’epoca, che la fisica teorica di Ettore
permetteva di spiegare alcuni esperimenti innovativi svolti
dallo zio.
Quella della macchina è, come dire, una tecnologia
“matura” che potrebbe essere subito utilizzata … ma bisogna
prima essere sicuri che venga utilizzata bene!
Il “bene” dell’umanità è sempre stato un principio
fondamentale di azione di Ettore. Nel 1938 si è nascosto
proprio perché non voleva essere coinvolto nella probabile
realizzazione di un’arma di distruzione di massa, come poi si
è dimostrata essere la bomba atomica.
Ma anche Rolando non è da meno. Non ha esitato, a
esempio, a distruggere la propria macchina, quando gli
chiedevano delle dimostrazioni che la facessero apparire come
un’arma.
Anch’io, con lo scritto che segue, desidero inserirmi in
questa corrente di bene. La “fatica” di scriverlo non ha altra
motivazione se non questa.
Desidero essere partecipe di una trasmissione di
conoscenza graduale ma che, allo stesso tempo, possa
incanalare la futura ricerca scientifica nella sola direzione che
ritengo corretta per il bene dell’umanità.
Penso che l’attuale strada intrapresa dalla nostra scienza,
infatti, non sia né corretta, né rivolta con decisione verso il
bene.
Avremo modo di comprendere nello sviluppo del testo cosa
si intende con “la violenza” del nostro attuale approccio
scientifico e tecnologico.

5
Giorgio Dragoni, Ettore e Quirino Majorana, tra fisica teorica e
sperimentale.

12

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La Fisica del Terzo Millennio

Del resto, è sotto gli occhi di tutti come l’attuale sviluppo


scientifico e tecnologico stia distruggendo il pianeta, … e non
parlo solo della tecnologia bellica.
Anche la scienza deve evolvere, certamente nelle sue
conoscenze ma soprattutto nella coscienza del ruolo che è
tenuta ad avere nell’ambito dello sviluppo della vita nel nostro
pianeta.

Il contenuto di questo testo

In questo testo cerco di presentare, in maniera divulgativa,


quali sono i fondamenti teorici della fisica di Ettore Majorana.
Non prendetemi troppo sul serio in questa affermazione. Io, in
realtà, non so quasi nulla né della fisica né della matematica di
Ettore.
Cerco solo di rendere più chiari e organizzati, supposto che
ci riesca, due scritti che Rolando Pelizza ha scritto assieme a
Roberto Guzzo, pubblicati nel 1996 e nel 1998. Ci aggiungo
qualche parziale informazione ricevuta da Rolando, sempre
restio a parlare esplicitamente su argomenti che possono
condurre alla comprensione nel dettaglio della teoria di Ettore,
dallo stesso trasmessagli solo parzialmente tra gli anni 1958 e
1964. E poi condisco il tutto con qualche mia considerazione,
in effetti piuttosto vicina alla supposta costruzione teorica di
Ettore, che avevo già riportato in un mio testo del 20166, prima
di incontrare Rolando.
I due testi di Guzzo e Pelizza non hanno avuto praticamente
nessuna diffusione pubblica e non sono sul mercato.
Sono testi molto profondi ma … piuttosto strani, direi quasi
incomprensibili.

6
Lo Spirito e gli Esseri dello Spirito.

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Leggendoli con attenzione sembra quasi che siano stati


costruiti per dare l’impressione di una grande importanza di
contenuti, ma senza voler farla effettivamente comprendere.
Ho faticato molto a capire ciò che andava tenuto e ciò che
invece andava rimosso. Il risultato mi sembra abbastanza
congruente ma … a voi il giudizio.
Nei testi, senza mai citare il nome di Ettore, si parla della
Teoria degli Esponenti che, d’ora in poi, considererò come La
Teoria Generale di Ettore. La descrizione che ne faccio non è
avvallata dalla conferma di Rolando né, tantomeno, da quella
di Ettore, supposto che, da dovunque si trovi, possa
“ascoltare” i miei maldestri tentativi di interpretare le sue
geniali teorizzazioni. … non me ne voglia Ettore, se attribuirò
a lui delle “castronate” provenienti solo da una mia errata
interpretazione. Me ne scuso umilmente in anticipo.
Quella che leggerete, dunque, è semplicemente l’idea che
io mi sono fatto di ciò che potrebbe essere la teoria di Ettore,
o perlomeno di una sua parte.
Parlo esplicitamente di “una parte” perché, pur nella
relativa completezza di alcuni aspetti, ho notato, a mio modo
di vedere, delle importanti mancanze che tenterò di non
colmare con delle ipotesi, che a questo punto sarebbero solo
mie.
Ancor meno chiara ed esplicita è la matematica di Ettore.
Non ho potuto reperire alcuno scritto significativamente
esplicativo e in quanto riporto nel testo mi baso solo su alcune
generiche considerazioni fatte assieme a Rolando. Partendo da
queste ho costruito una mia semplice ipotesi – questa volta sì,
è solo una mia ipotesi – di come possa funzionare la
matematica di Ettore.
Posso comunque dire, con una certa sicurezza, che la
matematica di Ettore è assolutamente fondamentale per poter
descrivere e utilizzare praticamente la sua teoria fisica: la
matematica è il vero strumento che ha permesso alla sua fisica
di diventare “macchina” e rendersi “realtà effettiva”.

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La Fisica del Terzo Millennio

Anzi, direi anche di più: sono convinto che è proprio stata


la matematica a permettere l’evoluzione stessa della fisica
Ettore, in un gioco di reciproco aiuto e suggerimento.
Permettetemi allora di presentare la mia più grande
ammirazione alla matematica di Ettore, probabilmente il più
vero e profondo linguaggio mai utilizzato per descrivere il
nostro universo.
Se quanto vi presenterò è, dunque, solo una mia parziale
interpretazione della teoria di Ettore, non è per questo da
sottovalutare.
Sono infatti convinto che alla base ci siano effettivamente
le “idee” fondamentali di Ettore che, anche se da quanto
esporrò non sono direttamente riconducibili alla
sperimentazione pratica, ritengo riescano comunque a indicare
una precisa strada da seguire da parte della nostra scienza,
correggendo e ampliando il sentiero finora seguito.
Quello che presento è, dunque, una specie di “manifesto”
di quella che mi aspetto possa essere la Fisica del Terzo
Millennio che considero fortemente se non completamente
basata sulla fisica di Ettore Majorana.
Tenterò in questo modo di svelarvi il mistero di ciò che sarà
la fisica del futuro. Un mistero che viene da un grande passato
italiano, da Ettore Majorana.
I misteri, così come i giochi di prestigio, perdono il loro
fascino quando vengono svelati. Vi accorgerete che questo
caso non conferma la regola.7

7
Rio, Alessandrini, La macchina, p. 10.

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Non sono un fisico

Un’altra “cosetta”, prima di iniziare.


Qualche mese fa ho presentato la storia di Ettore Majorana
a un convegno negli Stati Uniti8 suscitando stupore e
incredulità.
A fine presentazione, dopo le calde e umanissime
espressioni di partecipazione della prof.ssa Sarah Knox, mi è
venuto vicino il dott. Alex Hankey, un fisico teorico inglese.
Dopo alcune parole di apprezzamento su aspetti specifici della
presentazione appena fatta, mi ha detto: “se lei fosse stato un
fisico, non avrebbe mai potuto presentare ciò che ci ha
raccontato oggi qui”. Al ché ho risposto che aveva ragione,
non sono un fisico e, pensando che alludesse a qualche
clamoroso “errore” scientifico fatto durante la presentazione,
gli ho chiesto il perché di quella sua affermazione. Mi ha
risposto che nessuno dei fisici di sua conoscenza avrebbe
potuto ribaltare tutte le conoscenze finora acquisite dalla fisica
come avevo fatto io quel giorno; solo qualcuno al di fuori della
conoscenza di settore e della mentalità corrente avrebbe potuto
farlo. Al che mi sono sentito rincuorato e ho automaticamente
trasferito, nella mia mente, quello che mi sembrava un gran
complimento all’apertura mentale di Ettore e Rolando.
Sta di fatto, e questo è il punto, che chi è completamente
immerso in un determinato modo di pensare fa grande fatica
ad uscirne fuori e vedere ciò che sta oltre.
Ringrazio pertanto “il destino” che non mi ha fatto
diventare un fisico, anche se quando studiavo ingegneria ho
avuto più volte la tentazione di passare a studiare fisica e
matematica.
E lo ringrazio anche per avermi fatto fare l’ingegnere, una
professione in cui la necessità di adeguarsi costantemente al
risultato pratico e all’effettiva esperienza nella materia

8
TSC 2017 – The Science of Consciousness – San Diego, California.

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La Fisica del Terzo Millennio

“costringe” il nostro pensiero e il nostro approccio scientifico


a cercare continuamente strade diverse, talvolta mai prima
affrontate da altri.
È proprio questa abitudine al cercare nuove vie che mi ha
permesso di affrontare con curiosità l’incredibile storia di
Ettore Majorana e di Rolando Pelizza.

Una nota per la lettura

Nel testo troverete dei paragrafi spostati sulla destra e


segnati da una linea verticale a lato.
Essi rappresentano delle parti di testo che non centrano
direttamente con l’interpretazione della teoria di Ettore e
vanno considerate solamente come delle mie inclusioni
descrittive o narrative.

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La Fisica del Terzo Millennio

L’universo di Ettore
La vista di Ettore è eccezionalmente lunga.
Non si limita a ciò che tutti possono vedere, in una visione
in grado di scorgere solo gli oggetti materiali che ci sono posti
innanzi.
Va oltre, oltre, oltre.
Riesce a scorgere ciò che va oltre la materia, in un mondo
che, invisibile, non ha né massa né energia, almeno secondo la
nostra idea di energia. Un mondo che non esiste per la nostra
fisica attuale.
Ma c’è di più.
Riesce anche a vedere oltre il tempo e a ricostruire non solo
l’inizio della creazione fisica – il famoso Big Bang – ma anche
ciò che sta dietro a quell’inizio.
Dalle sue incredibili intuizioni nasce una nuova fisica in cui
la fisica attuale non è che una parziale conseguenza, un po’
come immaginiamo che la meccanica classica lo sia della
fisica quantistica.
In questo superamento assolutamente epocale di
conoscenza e, come visto, poi puntualmente dimostrato come
reale dalle sperimentazioni di Rolando Pelizza, si assiste a una
riscrittura completa dei capisaldi dell’intero meccanismo
cosmico.
Si ritrovano delle leggi fisiche “indistruttibili” che si
esplicano nello Spazio e nel Tempo senza mai subire
mutamenti, con un processo costante e mai relativo.

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Ettore parte dal presupposto che esista un Infinito che


costituisce quell’Unità fondamentale all’interno del quale si è
svolta e continua a svolgersi la creazione spirituale e fisica.
Nell’Infinito vuoto primordiale è stata a un certo punto
inserita un’Idea Creativa che ha dato vita, prima, a uno spazio
spirituale e poi, via via, a vari eventi che sono finalmente
sfociati nel nostro spazio fisico.
Parlando di Idea Creativa e Mondo Spirituale, molti
penseranno subito a una teoria sostanzialmente “religiosa”, e
tenderanno a relegarla nell’ambito delle credenze o delle
pseudoscienze. Ma non è così.
Per Ettore, “spirituale” non ha esattamente a che fare con
divinità o santi.
A parte l’Inizio, la scintilla dell’Idea Creativa portata da un
Creatore di cui nulla si può dire, tutto il resto del processo
assume i contorni del rigore scientifico e logico. Quando poi
si parla di uno spazio spirituale, di spirituale c’è solo l’assenza
completa di fisicità e la presenza di un ordine intelligente di
fondo e nulla verrebbe tolto alla teoria se si parlasse di un
ambito etereo e psichico.
È proprio questo approccio scientifico che ha permesso di
comprendere anche questo “mondo spirituale” e ritrovare che
ci sono delle precise “informazioni e leggi” eteree e
impalpabili che stanno alla base di tutto il nostro universo e
che sono descrivibili tramite un linguaggio matematico.

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La Fisica del Terzo Millennio

Uno schema generale


La grande chimera della fisica attuale è quella di riunire in
un’unica teoria tutte le quattro forze attualmente note, la forza
di gravità, la forza elettromagnetica e quelle nucleari debole e
forte.
Ebbene, procedendo con le attuali modalità di
ragionamento non ci arriveremo mai: l’approccio moderno è
strutturalmente e strategicamente insufficiente.
Perché?
Perché le cose vanno viste da un diverso punto di vista.
Bisogna sostituire l’attuale approccio “dal di dentro”, in cui si
cercano di comprendere le cose studiandole dall’interno del
nostro mondo fisico e con i suoi soli metodi, come la ragione
umana, con un approccio che in qualche modo “vede” anche
ciò che sta “al di fuori”, oltre la fisicità così direttamente
percepibile.
Sì, perché solo così potremmo arrivare a comprendere,
anche con la ragione, ciò che realmente crea, indirizza e
fornisce un comportamento unitario al variopinto mondo della
materia. Un “ciò” che non è fisico.
Necessita dunque una visione ampliata in grado di andare
oltre lo status quo.
Ettore Majorana è riuscito ad avere esattamente questo.
Il frutto di questa grande visione è stato poi riassunto in una
teoria scientificamente corretta e congruente, con l’abilità di
una mente particolarmente illuminata dalla luce della
conoscenza.

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Un salto mentale

Avvicinarsi alla fisica di Majorana non è immediato. Non


tanto per le difficoltà matematiche e di teorizzazione,
comunque notevoli se una mente già di per sé portata come
quella di Rolando Pelizza ci ha messo quasi sei anni per
apprendere solo una parte di quella fisica, quanto per il “salto
mentale” che richiede.
Il salto mentale non è una questione di intelligenza, tant’è
vero che quasi tutti tra i più grandi fisici attuali, estremamente
dotati di intelligenza, non riusciranno a fare quanto necessario
per comprendere la fisica di Ettore.
Il salto mentale a cui alludiamo è un salto evolutivo.
In esso non c’è più solo la pura intelligenza razionale, così
brava a organizzare ciò che già conosciamo e a costruire una
scienza in grado di migliorare, relativamente, il mondo fisico,
ma c’è anche una sorta di “fiducioso intuito” che ci permette
di percepire qualcosa che va oltre l’abitudine, il fisicamente
percepibile e talvolta anche oltre il ragionevole.
Non alludiamo esattamente a una “fede”, a cui la religione
ci ha abituati, quanto ad un ampliamento delle modalità e
possibilità percettive per poter cominciare a guardare dal di
fuori il nostro mondo fisico, e non più dal solo “di dentro”
come la nostra fisica sta facendo.
Le grandi scoperte possono avvenire solo così. Esse sono
sempre un fenomeno abbinato di rielaborazione razionale e
intuizione non razionale, il tutto favorito da una personalità
con un atteggiamento non convenzionale.
Solo così possono nascere i grandi geni, come Ettore
Majorana.

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La Fisica del Terzo Millennio

Un approccio graduale

Nel tentativo di avvicinarci alla visione del mondo di


Ettore, partiamo da un quadro generale che via via
approfondiremo.
Il quadro generale è assolutamente necessario per
introdurci a una teoria complessa; è una sorta di mappa di
riferimento in cui la nostra mente può ritrovare un
inquadramento in grado di non spaventarla e di permetterle di
avere dei “punti fissi” da cui partire per i ragionamenti
successivi. Senza punti fissi la nostra razionalità si perde e
abbandona subito la ricerca.
Non vorremmo che anche voi, che ora state leggendo, foste
indotti a lasciare subito la lettura …

Lo schema generale

La scienza finora non ha mai potuto dare una spiegazione


“oggettiva” dell’origine e del significato del Cosmo in cui ci
troviamo.
Essa parte da un Big Bang, creativo e formativo dell’ambito
fisico, di cui però nulla può dire su ciò che l’ha scaturito.
Dall’altro lato ci sono le varie religioni che, grazie a un
sentire “intuitivo” non spiegabile, postulano l’esistenza di un
Dio Creatore; così almeno nelle religioni più simili alla nostra
Cristiana.
Ettore suppone, non dissimilmente da quanto fanno alcune
religioni ma con un atteggiamento più razionale, l’esistenza di
una

Essenza Suprema,
infinita, eterna, onnipotente.

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Francesco Alessandrini

Questa Essenza Suprema, a partire da uno stato di


“eternizzazione statica”, ha avviato una sua parziale
“dinamizzazione” nel processo di ciò che chiamiamo
Creazione.
Nel far questo Essa si è, in un certo senso, “emanata”
trasformando la sua iniziale unità statica in una graduale
differenziazione dinamica, che trova nel nostro mondo fisico
il suo massimo livello di “isolazionismo” ovvero di
separazione, che è effettivamente reale nell’ambito fisico, ma
che diventa parziale o anche apparente se visto “da più in
alto”.

ESSENZA
SUPREMA

SPAZIO
SPIRITUALE
E
SPAZIO
FISICO

SPAZIO
COSMICO

IPERSPAZIO

Figura 2: lo schema del Tutto.

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La Fisica del Terzo Millennio

Prima dell’origine del nostro universo c’era un iperspazio,


infinito e senza movimento, all’interno del quale, con l’atto
della Creazione iniziale, è stata circoscritta una zona che
chiameremo Spazio Spirituale. Qui, di fatto, inizia lo Spazio e
il Tempo del nostro universo, ma non si può ancora
assolutamente parlare di creazione fisica. È comunque uno
spazio dotato di una grande organizzazione “intelligente” - gli
ordini direttivi - che sottostà a tutto il successivo sviluppo
della Creazione.
L’evoluzione ha portato poi alla nascita dello Spazio
Cosmico, un ambito in cui si “assemblano” e si “isolano”, non
ancora a livello completamente fisico, gli elementi che
costituiranno poi il successivo Spazio Fisico.
Potremmo dire che questo spazio cosmico funziona da
“matrice di raccolta” degli ordini direttivi intelligenti dello
spazio spirituale, ma anche da palestra di sfogo di tutte le unità
di energia elementare che in esso nascono e che iniziano qui
tutta una serie di processi associativi che sfoceranno poi negli
elementi fisici.
Ho appena utilizzato l’espressione “ordini direttivi
intelligenti”.
Sapete cosa sono?
Direi, per ora, di considerarli come una eterea
organizzazione dello spazio spirituale, dotata della possibilità
di darsi una direzione intelligente nel suo “movimento”.
Lo so che non è molto chiaro e vedrò di essere più chiaro
in seguito; ma tenete comunque in alta considerazione questi
ordini direttivi perché sono, di fatto, la base intelligente su cui
si organizza tutta la materia.
Si faccia poi attenzione che quando parliamo di “spazio
cosmico” non si intende esattamente il cosmo composto dalle
galassie, stelle e pianeti, come intendiamo normalmente: tale
spazio è già “fisico”, mentre il nostro spazio cosmico è

25

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Francesco Alessandrini

qualcosa che sta, in gran parte, ancora dietro alla fisicità o,


meglio, a cavallo tra l’oltre materiale e la fisicità.
Il Big Bang studiato dalla fisica attuale è, praticamente, il
momento in cui si passa inizialmente, all’interno dello spazio
cosmico, da uno stato non fisico già parzialmente assemblato
alla fisicità vera e propria. E la fisica attuale sta di fatto
studiando solo una piccola parte dello spazio cosmico e,
ovviamente, quello Fisico, l’ultimo degli spazi della
Creazione.
Dietro, però, c’è molto, molto altro!
C’è molto di più di quanto siamo riusciti finora ad
immaginare con la nostra mente.
… Shakespeare aveva certamente ragione quando fa dire ad
Amleto che “ci son più cose in cielo e in Terra, Orazio, di
quante ne sogni la nostra filosofia”.
E se non si accede a questo “molto altro” sottostante e
fondante il mondo fisico che conosciamo, semplicemente, non
si può comprendere appieno lo stesso ambito fisico.
Permettetemi una precisazione, per non creare confusione
in quanto segue: il mondo della materia e dell’energia - il
mondo che vediamo - è caratterizzato dall’acquisizione di
calore, cosa che inizia a realizzarsi nello spazio cosmico. Ne
discende che quello che per noi è il mondo fisico va posto in
parte nello spazio cosmico (la sua origine e i suoi aspetti
elementari) e si sviluppa poi pienamente nello spazio fisico.

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La Fisica del Terzo Millennio

Prima del Tempo


Cosa c’era prima dell’inizio del tempo?
Bella domanda!
Ettore stesso, pur rispondendo in un modo piuttosto
convincente, dice che c’era qualcosa di “inconcepibile alla
mente umana”.
Ma, si sa, qualcosa noi umani dobbiamo pur dirlo; almeno
una vaga idea dobbiamo formarcela sennò la nostra razionalità
va in tilt e stiamo male.
Ecco allora che Ettore, come già accennato, presuppone la
presenza di un’Essenza Suprema, infinita, eterna e
onnipotente. Talvolta la chiama anche l’“Eterno, che è Dio”,
con una espressione forse a noi più abituale.
Un Dio in grado di emanare in Volontà, Potenza e Azione.
Fin qui niente di strano, se non il fatto che a dirlo è uno
scienziato e, si sa, gli scienziati non amano tanto parlare di
Dio, finora considerato troppo lontano da ogni scienza e da
ogni razionalità.
A ben pensarci, però, gli “scienziati” di una volta, i filosofi,
Lo tenevano in grande considerazione. Tanto che non osavano
scindere la razionalità umana dal sentire religioso, consci
com’erano di un’Unità dietro la separazione più o meno
apparente della realtà fisica e della nostra mente.
Poi, come ben si sa, le strade si sono divise, la scienza
razionale da una parte e il deus absconditus, il Dio nascosto di
Pascaliana memoria, dall’altra.
Una divisione forse richiesta dall’evoluzione, ma che per
ora non ha certo portato a buoni risultati se è vero, come anche

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Francesco Alessandrini

Ettore asserisce, che siamo vicini alla scomparsa dell’uomo a


causa dell’impropria azione della razionale e scientifica nostra
mente e della conseguente tecnologia.
Ma torniamo a noi.
Dunque c’è un’Essenza Suprema; lasciamo perdere ogni
ulteriore approfondimento su di Essa e sfido chiunque a farlo
senza cadere nell’improprio e forse anche nel ridicolo.
Forse questa Essenza era ed è un Infinito, concetto
altrettanto inconcepibile, che si sviluppava in un “iperspazio”,
uno spazio immobile, senza confini, che davvero
comprendeva “ogni dove”. Insomma, era proprio dappertutto
e nulla poteva sottrarsi al suo “potere”.
Questo infinito, questa Unità Infinita era nel buio assoluto,
in questo iperspazio totalmente privo di calore e, notate bene,
mancante di qualsiasi tipo di ordine od organizzazione.
La mancanza di ordine era dovuta anche all’assenza di un
particolare punto di riferimento - vi ricordate che la nostra
mente senza punti fissi vacilla … -, senza un punto fisso
attorno al quale si potesse costituire una qualche
organizzazione, un qualche ordine primordiale.
Di fatto c’era l’“inesistenza”.
Ettore allora postula un primo principio che, come poi
vedremo, rappresenta la base di partenza delle sue ulteriori
considerazioni per la comprensione della struttura
dell’universo.
La presenza di questo iperspazio o, se vogliamo, di questa
unità iperspaziale, costituisce:

il principio dell’inesistenza allo zero assoluto,


nell’estremo vuoto.
Il fatto che Ettore parli dello zero assoluto, non è
assolutamente secondario.

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La Fisica del Terzo Millennio

Per come vedremo più avanti, l’ingresso e la presenza nel


mondo fisico si basa sull’acquisizione di un certo calore,
ovvero di una certa temperatura o termicità. Lo zero assoluto
- circa 273° centigradi sotto zero - è un limite termico sotto al
quale non si può andare e, anche in base a quanto ci dicono i
nostri scienziati, più ci avviciniamo a quel valore e più
cominciano ad accadere delle cose strane.
Di fatto, secondo Ettore è il limite termico che divide ciò
che è fisico, materiale, da ciò che non lo è. Oppure, detto con
un linguaggio a me più abituale:

lo zero assoluto è il confine


tra la Materia e l’Oltre Materia.
Tratteremo ancora di questo punto, di estrema importanza.
Ritornando al nostro iperspazio, Ettore trova che pur
essendo inesistente, presenta una grandissima, anzi superlativa
forza che si manifesta come una reazione a tutto ciò che tenta
di invadere questo “spazio”, facendolo scomparire all’istante.
Ettore chiama questa forza reattiva con enorme potere
dissolvente9 come

potenza zero,
e la rappresenta simbolicamente con il simbolo Pz0.
Dunque la potenza zero è una forza molto potente,
posseduta o presente nell’iperspazio, in grado di dissolvere
tutto ciò che entra nel suo campo d’azione … che era ovunque.
Risulta allora evidente che, prima dell’inizio del tempo,
nulla poteva esserci, perché se c’era qualcosa, veniva fatta
scomparire all’istante da questa superlativa potenza zero.

9
Forse si può dire, con più precisione, che “ha il potere di non far apparire”.

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Francesco Alessandrini

ESSENZA
SUPREMA,
INFINITO
POTENZA
ZERO,
forza dissolvente
onnipresente

IPERSPAZIO

Figura 3: lo schema del Tutto prima del Tempo.

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La Fisica del Terzo Millennio

La Creazione e il Moto Psichico


Il moto psichico è il pensiero in azione.
Quando noi abbiamo un pensiero, automaticamente,
facciamo partire un’azione, inizialmente non fisica, da
qualche parte attorno a noi o in noi.
Con questa visione del pensiero, esso diviene il vero
elemento attivante di un qualsiasi cambiamento del nostro
universo.
Anzi, si arriva a scoprire che il pensiero è l’unico elemento
in grado di creare la nostra realtà, nella sua espressione più
ampia, non fisica e fisica.

Qualcuno di voi forse si ricorda di aver sentito dire


che “siamo stati creati a immagine e somiglianza di
Dio”.
Ebbene, la somiglianza con il Creatore è proprio
questa: entrambi abbiamo la possibilità di pensare e i
nostri pensieri sono elementi di creazione.

Ettore ci dice che il primo e fondamentale pensiero è stato


quello del Creatore che ha dato l’avvio alla Creazione; questo
particolare pensiero lo chiama l’Idea Creativa.
Essa ha dato vita a un’azione o, forse meglio, a un
movimento che possiamo definire “moto psichico”.
Questo iniziale moto psichico ha portato all’attività un
nuovo superlativo potere. Esso si è attuato tramite l’azione di
una forza “attiva” che è andata a contrastare quell’altrettanto
potente forza “statica e dissolvente” contenuta nell’iperspazio,
la potenza zero.

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Francesco Alessandrini

Grazie alla forza attiva del moto psichico nascono sia


un’azione assorbente o concentrante di tipo centripeto, ovvero
rivolta verso il centro, sia un’azione dilatante, centrifuga.

Figura 4: le azioni centripeta (sopra) e centrifuga (sotto) della forza


attiva tramite cui si esplica il moto psichico.

L’attività del moto psichico, esplicata tramite queste due


forze, ha costituito un formidabile contrasto all’immobilità e
al potere dissolvente dell’iperspazio che si è trovato, in una
sua zona “circoscritta”, a non poter più esercitare
completamente il grandioso potere dissolvente iniziale.
In questa zona “delimitata” di iperspazio poté così iniziare
la Creazione Spirituale tramite l’“apertura” improvvisa di una
prima concentrazione ideale, che possiamo immaginare come

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La Fisica del Terzo Millennio

una sorta di esplosione non fisica, un po’ come quando


prendiamo uno spavento e da uno stato di calma, passiamo a
un improvviso trambusto emotivo.
Quell’esplosione, certamente sferica - una sfera in rapido
ampliamento - ovvero diretta uniformemente verso l’esterno
in ogni direzione, ha iniziato lo

spazio spirituale,
di cui abbiamo già parzialmente detto.
Grazie a quell’esplosione di “ordini direttivi
tridimensionali”, una sorta di organizzazione geometrica dello
spazio spirituale, spinti centrifugamente ad una velocità
enorme, detta velocità psichica, lo spazio si dota di “linee di
forza”.
Ciò significa che, inserendo un ipotetico elemento in questo
spazio, esso viene immediatamente soggetto a delle forze, in
grado di cambiarlo o, perlomeno, in grado di modificarne il
moto.
L’attività del moto psichico ha, inoltre, introdotto il

Principio dell’Ordine Matematico Universale,


ovvero ha dotato quello spazio di una certa organizzazione
di tipo matematico alla quale si deve adeguare lo spazio stesso
e ciò che in esso ha poi la possibilità di svilupparsi.
Quasi contemporaneamente a quell’esplosione iniziale è
nato anche il

Principio del Tempo


che, in qualche modo, si contrappone allo spazio dando vita
complessivamente a un’azione dinamica che rappresenta, di
fatto, l’inizio del Creato o, se preferite, del nostro universo.

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Francesco Alessandrini

Qui permettetemi di fare un piccolo inciso e di


riallacciarmi alla “mia” teoria sulla Creazione. In essa io
vedo raggruppati in un unico episodio ciò che Ettore
divide in Spazio Spirituale + Principio dell’Ordine
Matematico + Principio del Tempo e lo chiamo
Attivazione delle Forme Matrici10, che costituiscono le
regole per ogni successiva attività del Creato. Se
mettiamo in parallelo il Principio del Tempo alla parola
Attivazione, per ciò che rimane e cioè Spazio Spirituale
+ Principio dell’Ordine Matematico, mi piace abbinare
l’idea della forma perché racchiude in un unico concetto
sia l’idea di spazio sia quella di un’organizzazione
matematica, ovvero costituisce già un elemento di
spazio organizzato.

TEMPO ~ ATTIVAZIONE

SPAZIO SPIRITUALE
+ ~ FORME MATRICI
ORDINE

Figura 5: parallelo fra la teoria di Ettore


e la “mia” teoria sul Creato.

Ettore scindendo i due concetti si apre la strada alla


potente schematizzazione matematica che ha permesso

10
Le forme matrici di primo livello, di cui stiamo parlando, sono state
inizialmente da me definite come principi informatori e attivatori ed erano
già state individuate e definite in ambito Egizio (vd. il mio testo
Dall’analisi di alcuni reperti antichissimi, un messaggio di sopravvivenza
per l’uomo). La teoria sulla Creazione, in cui analizzo in maggior dettaglio
il significato delle forme-matrici, è stata successivamente ampliata in Le
dinamiche della Creazione e del Creato e definita in modo conclusivo in
Lo Spirito e gli Esseri dello Spirito.

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La Fisica del Terzo Millennio

poi a Rolando di giungere alla costruzione della


macchina.
Ho la sensazione, però, che se potessimo accedere
direttamente alla forma, anziché alla sua descrizione
matematica, potremmo avere a disposizione uno
strumento ancor più potente, riuscendo in un sol colpo a
inserirci nell’essenza (spazio + matematica) e non solo
nella struttura (matematica) dell’unità creativa.
È un po’ come dire che c’è una significativa
differenza tra un approccio simbolico, generale,
onnicomprensivo e intuitivo, e quello analitico,
dettagliato, spezzettato e razionale.

ESSENZA
SUPREMA
PURISSIMA

SPAZIO
SPIRITUALE
E

IPERSPAZIO

Figura 6: la fase iniziale della Creazione.

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Francesco Alessandrini

Tornando alla descrizione di quanto intuito da Ettore, quel


primo centro creativo spirituale indotto dal moto psichico ha,
in qualche modo, rotto lo “strapotere” statico dell’infinito
iperspazio, senza forma, senza ordine e senza tempo.
Il potere del moto psichico riesce dunque a imporsi e a far
scaturire, grazie soprattutto alla sua modalità di azione
“assorbente” in contrasto con quella “dissolvente”
dell’iperspazio, il

Principio dell’Ordine
Primordiale Spirituale.
Detta in altri termini, la Creazione, nei suoi passi iniziali, è
esclusivamente spirituale ed è la manifestazione “eterea”,
ancora ben lontana dal “peso” dell’ambito fisico, del moto
psichico che si è opposto, con la sua attività, alla staticità dalla
potenza zero posseduta dall’iperspazio.

So bene che queste considerazioni, che sembrano


così lontane dall’applicazione pratica, saranno bollate
come “pseudoscienza” da molti dei fisici del nostro
tempo; è una pulsione più che legittima per la mente
razionale.
Ma vi invito a non mollare la lettura e a dar credito
anche a questi aspetti così “lontani” della teoria di
Ettore, perché è proprio grazie a questa base che si è
arrivati a fare, con la macchina, delle cose assolutamente
inconcepibili per l’attuale fisica.
Suvvia … un po’ di apertura e di curiosità non fanno
certamente male! E poi, se siete arrivati fin qui,
certamente non vi difettano entrambe.

In una zona dell’iperspazio si forma dunque un “contrasto”


tra due forze di uguale potenza, una costantemente statica e
una dinamica, attiva.

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La Fisica del Terzo Millennio

L’iperspazio, con la sua staticità, ha una natura antifisica e


anche antispirituale e proprio in base a questa sua natura opera
contro tutto ciò che è attivo, cercando di dissolverlo.
Ma essendo il suo potere dissolvente corrispondente a
quello della forza attiva dell’Idea Creatrice, nasce un conflitto
il cui effetto è quello di spingere la Creazione attiva a fuggire
in ogni direzione a un’altissima velocità, per “scappare” da
quella zona di iperspazio troppo contraria alla sua natura
dinamica.
In questa fuga cerca di varcare i confini dell’infinito in cui
si è venuta a trovare, ma inutilmente … se è veramente un
infinito, non può avere confini!

Se dovessi fare un film, qui ci starebbe bene un titolo


come “Fuga verso l’ignoto” e racconterei la storia di un
personaggio che sta male in qualsiasi punto si trovi e,
pur fuggendo continuamente, non riesce mai a trovare
un luogo tranquillo in cui non subire le angherie degli
altri uomini … Ma, così facendo, comunque vive, fa
esperienza e molto apprende.

Qui fa proprio freddo …

Ho già detto dello zero assoluto, una temperatura piuttosto


bassa … 273,1299 gradi centigradi sotto zero.
Ebbene, sia l’iperspazio sia la creazione spirituale si
manifestano con caratteri decisamente antitermici, ovvero non
presentano alcuna forma di calore.
Questa caratteristica può essere anche descritta come una
loro costante presenza allo zero assoluto, quella temperatura
al di sotto della quale non si può andare e che presenta
l’assoluta mancanza di ogni forma di calore.
La scienza e la tecnologia attuale, pur andandoci molto
vicino, non sono mai riuscite a raggiungere questa temperatura

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Francesco Alessandrini

anche perché, se la raggiungessero, la materia scomparirebbe,


essendo la termicità proprio la caratteristica fondamentale
della materia fisica. Diciamolo meglio:

la termicità, ovvero la presenza di calore,


è la proprietà che
distingue la materia fisica da ciò che non lo è.
Insomma, iperspazio e creazione spirituale non sono posti
per freddolosi!

Le sole due forze dell’Universo

Qualche pagina fa ho detto che il moto psichico possiede


due tipi di forze, una centripeta ed una centrifuga. Forse non
ho dato grande importanza a quella affermazione, ma ora
cerco di rimediare, perché la loro importanza è davvero
fondamentale e si ripercuote in tutto il successivo sviluppo
dell’universo.
La nostra fisica ci insegna che ci sono almeno quattro tipi
di forze “fondamentali”: la gravitazionale, quella
elettromagnetica, la nucleare “debole” e quella “forte”.
Ebbene, sappiate che queste sono solo delle manifestazioni
o, meglio, gli effetti in ambito fisico di due sole forze
fondamentali.

le uniche due forze fondamentali


dell’universo sono la
forza centripeta e la forza centrifuga.
Queste due forze, parlando in generale, sono uguali e
opposte.

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La Fisica del Terzo Millennio

Figura 7: il moto psichico perpetuo è in grado di fornire anche una


costante propulsione verso l’esterno (forza centrifuga).

La forza centrifuga è una forza diretta verso l’esterno,


foriera di minor addensamento, sinonimo di dispersione e, se
volete, anche di entropia e cioè di una degenerazione
dell’ordine. Essa ha un moto che possiamo definire costante,
sempre costantemente diretto verso fuori. È la forza che
anima, in generale, lo spazio e che caratterizza la sua tendenza
macroscopica a svilupparsi verso l’esterno. Nell’ambito del
moto psichico, rappresenta la componente perpetuamente e
costantemente espansiva.
Da un punto di vista teorico, Ettore trova opportuno far
agire questa forza sul piano orizzontale; forse capiremo dopo
il perché.

Figura 8: la forza centrifuga agisce sul piano orizzontale.

La forza centripeta, invece, è rivolta verso il centro, porta


addensamento, è assorbente, è sinonimo di concentrazione, e,
se volete, anche di sintropia e cioè di un aumento dell’ordine.

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Francesco Alessandrini

Quando la forza
centripeta agisce
l’elemento si
concentra

Quando la forza
centripeta si
interrompe
l’elemento si
espande
Figura 9: l’azione alternata della forza centripeta.

A differenza della forza centrifuga che presenta un moto


costante, la forza centripeta presenta un moto alterno, ovvero
c’è in un istante, l’istante dopo si annulla, per riprendere
l’istante successivo … e così via. Questo fa sì che l’elemento
soggetto alla forza centripeta abbia una specie di pulsazione
con, in un istante, una sua maggior concentrazione e una sorta
di parziale rilassamento nell’istante successivo. Ettore
rappresenta questo movimento come una doppia palla in
continuo movimento tra una posizione più piccola e
concentrata e una posizione più estesa, meno concentrata.
La grande notizia è che

questa forza centripeta è la forza del Tempo,

40

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La Fisica del Terzo Millennio

tanto da poter arrivare a dire che il tempo stesso è una forza e


anche, udite, udite, che la “nostra” forza di gravità è il tempo
stesso, o perlomeno una sua espressione.

Ma procediamo per gradi sennò non capiamo nulla.


Comunque dovrebbe cominciare già ora ad apparire
via via più chiara l’enorme distanza tra la fisica attuale
e quella di Ettore.

Da un punto di vista teorico, Ettore trova opportuno far


agire questa forza centripeta sul piano verticale.

Figura 10: la forza centripeta agisce sul piano verticale.

Un altro aspetto fondamentale riguarda l’azione di queste


due forze.
Le forze centrifughe dello spazio sono di uguale intensità
ma di direzione opposta a quelle centripete del tempo.
Se agissero contemporaneamente si annullerebbero.
Quindi devono necessariamente agire in due tempi diversi
e fittamente alternati, in modo da far agire ora l’una e, subito

41

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Francesco Alessandrini

dopo, l’altra, in un continuo susseguirsi di contrazioni ed


espansioni.
Ciò porta ad un’altra incredibile conclusione e cioè che

lo Spazio e il Tempo non sono mai


contemporaneamente presenti!
Un istante esiste lo spazio, che poi sparisce e lascia
comparire un istante di tempo, che a sua volta sparisce per far
agire nuovamente lo spazio e … così via.
Tanto per tornare alla nostra fisica attuale, questo significa
anche che lo spazio-tempo in azione contemporanea come lo
vede il caro Einstein … non esiste. E conseguentemente non
esiste nemmeno la curvatura dello spazio-tempo. Ne discende
che la curvatura dello spazio, osservata dai nostri scienziati, è
dovuta a qualcosa di diverso dalla gravità o, meglio, da una
gravità che non è dovuta all’effetto delle masse, come noi ora
pensiamo sia.
Insomma … più si va avanti, più si comprende che la nostra
fisica va integralmente ripensata nei suoi aspetti fondanti.
Riassumendo questa prima parte potremmo dire che:
1) Le uniche due forze dell’universo sono una forza
centrifuga, che fa scappare le cose verso l’esterno e
una forza centripeta, che tende ad attirare, assorbire e
concentrare.
2) Al “gioco” di queste due forze è dovuta tutta l’attività
del Creato: il potere delle linee di forza del moto
psichico esterno - il “pensiero” del Creatore - o interno
al Creato stesso - pensiero dell’uomo e … di altro11 - è

11
Ettore non parla di questo “altro”, ma io sono ben convinto che ci sia nel
Creato tutta un’altra “struttura psichica” in grado di generare un pensiero
o, equivalentemente, un moto psichico in grado di influenzare il
comportamento della Creazione Spirituale. Ma di questo ne parleremo in
altro momento.

42

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La Fisica del Terzo Millennio

sostanzialmente fornito da una reazione centripeta che


la creazione spirituale ha contro il potere dissolvente
(centrifugo) dell’infinito iperspazio.
3) Le forze centripeta e centrifuga sono attive nella
trasformazione dei moti degli ordini direttivi spirituali
e nel provocare gli urti tra essi che, come vedremo,
sono alla base della formazione della materia.

L’unità spirituale

Da quanto abbiamo detto l’inizio della Creazione deriva


esclusivamente dall’Idea Creativa di Dio, che ha dato il “via”
al Principio dello Spazio dotato di un suo ordine matematico
e al Principio del Tempo.
Una volta avviata quella prima fase, il moto centripeto
insito nel moto psichico posseduto dall’Idea Creativa, ha
permesso dapprima la concentrazione in una minima porzione
di spazi dotati di quell’ordine matematico (chiamiamoli, in
questa fase, gli ordini direttivi essenziali), fondendoli assieme.
Poi, a causa dell’eccessiva condensazione ottenuta in quella
fase, il moto è diventato centrifugo - una specie di esplosione
- che ha proiettato in tutte le direzioni quegli ordini essenziali
rendendoli spirituali, ovvero dando così origine allo Spazio
Spirituale.
Nell’esplosione iniziale, lo spazio interessato da essa è
stato riempito, per così dire, di tutti i possibili ordini dello
spazio, ovvero tutte le possibili organizzazioni del nostro
universo o, ancora, di tutti i possibili “modelli” di
organizzazione dello spazio.

Mi rendo ben conto della difficoltà di percezione


delle affermazioni che ho appena fatto. Cerco allora di
tradurle in una mia analogia per rendere la cosa più
“masticabile”.

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Francesco Alessandrini

Al Creatore, prima del tempo e dello spazio in cui non


c’era nulla, è venuta un’idea, l’Idea Creativa, appunto.
Per il solo fatto di aver avuto questo “pensiero”, una
zona dell’infinito e vuoto iperspazio è stata occupata
dall’Idea di Spazio. Sempre il Creatore, subito dopo, ha
fatto un respiro, dapprima una bella inspirazione
talmente potente da racchiudere nei suoi polmoni tutta
quella zona di iperspazio occupata dall’Idea Creatrice,
con tutta la sua organizzazione. Ma, avendo ecceduto
nell’ispirazione, è stato poi costretto a espirare con
grande forza, e a espellere con tale violenza quanto
aveva inspirato che … quel respiro continua ancor oggi
a espandersi e a occupare, a una velocità elevatissima,
l’iperspazio inizialmente vuoto. Questo respiro in
espansione contiene al suo interno tutti i possibili
ordinamenti o organizzazioni spaziali contenute
nell’Idea Creatrice originaria, ovvero tutte e le sole
possibilità di organizzazione del nostro mondo.
Spero di non deludere Ettore nell’aver costruito
quest’analogia della fase iniziale della Creazione, ma
non mi viene in mente niente di meglio.

Insomma, per riassumere, questo “respiro” in espansione


va a costituire lo spazio spirituale che contiene, sotto forma di
modelli di organizzazione dello spazio (Ettore li chiama ordini
spaziali; a me piace più definirli forme-matrici), i futuri
possibili elementi che verranno a costruirsi.
Il respiro in espansione è caratterizzato dal moto
centrifugo12 - una delle due possibilità di movimento del moto
psichico contenuto nell’Idea Creatrice, ricordate? - che è un
moto costante verso l’esterno.

12
Noto qui una sovrapposizione di azione tra l’attrazione dissolvente della
Potenza Zero e il moto centrifugo indotto dal Moto Psichico. Devo dire
che non sono riuscito a comprendere se sono la stessa cosa, anche se mi
sembra di no, essendo una “statica reattiva” e l’altra “attiva” … ma questa
è solo una delle cose che non mi sono ancora non del tutto chiare!

44

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La Fisica del Terzo Millennio

Siccome il contenuto di quel respiro è, essenzialmente, un


ordinamento dello spazio di assoluta mancanza di peso, non
ha trovato nulla che lo potesse fermare. Nemmeno la pur
potente potenza zero poteva dissolverlo, perché la sua reazione
non ha tale effetto su questa “eterea organizzazione dello
Spazio” in espansione.
Sta di fatto che gli ordini spaziali hanno cominciato a
conquistare gradualmente l’infinito iperspazio, a una velocità
incredibilmente elevata, senza potersi mai arrestare, senza mai
poter alterare il loro moto continuo e diretto verso l’esterno e,
soprattutto, senza mai poter produrre calore.
Il calore non si forma perché non si possono realizzare tra
gli ordini spaziali “attriti o urti” - unici eventi in grado di
produrre calore - a causa di quel moto così espandente e
ordinato che non può mai presentare le condizioni per mettere
a contatto degli ordini spaziali.
Ora, anche se l’Idea Creativa cessa la sua manifestazione
iniziale, la Creazione di fatto continua, perché continua
l’azione del moto psichico posseduta dall’Idea Creativa.
Da quanto detto, dunque, nello spazio spirituale in
ampliamento che si viene a costituire, nasce un

Principio di Ordine Spaziale Universale,


costituito da tanti ordini particolari ciascuno dei quali può
venir definito come unità spirituale.
Tale principio è la diretta conseguenza del Principio
dell’Ordine Primordiale Spirituale di cui abbiamo detto e che,
sostanzialmente, rappresenta il principio d’ordine all’inizio
della Creazione.

Nella mia rappresentazione dell’universo, l’unità


spirituale coincide con una forma-matrice di secondo
livello.

45

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Francesco Alessandrini

A monte di queste unità spirituale Ettore ha


individuato la presenza di numerose leggi o principi che
costituiscono ciò che potremmo definire “le regole alla
base del funzionamento e dello sviluppo del Creato”.
Nel mio modello del Creato queste leggi
fondamentali corrispondono alle “forme-matrici di
primo livello” e, stando a quanto ho appreso
dall’interpretazione di alcuni manufatti Egiziani, ne
esistono esattamente 38.

Ettore precisa che tutte le unità spirituali vengono a


costituire un’ordinata raggiera di ordini direzionali immutabili
che rispecchiano precisi schemi di armonia universale
contenuti in quell’ordinamento matematico di cui abbiamo
detto (vi ricordate il Principio dell’Ordine Matematico
universale?). Da notare che quell’ordine matematico contiene
in sé già una “progressività”, ovvero ha in sé anche la
progressiva evoluzione che gli elementi dell’universo devono
percorrere per andare a costruire e rispettare gli schemi di
Armonia universale.
Con parole mie, questo significa che nel “manuale di
dettaglio del comportamento dell’universo” (l’insieme delle
unità spirituali) sono già indicate, oltre alle istruzioni di
partenza, anche quali sono le modalità di modifica nel tempo
dei vari elementi dell’universo, il tutto per dirigersi
gradualmente verso un complessivo assetto armonico
(Armonia universale) già previsto dunque fin dall’Idea
Creatrice iniziale.
Ma ciò significa anche che la teoria scientifica di Ettore
prevede un preciso finalismo nello sviluppo dell’universo,
cosa quasi mai successa prima in una teoria scientifica13.

A questo punto permettetemi un altro inciso


personale. Quando ho visto scritto da Ettore che le Unità

13
Anche la teoria di Luigi Fantappiè (1944) prevede qualcosa di simile.

46

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La Fisica del Terzo Millennio

Spirituali vengono a costituire un’ordinata raggiera di


ordini direzionali immutabili, mi sono emozionato per
la particolare coincidenza descrittiva con quanto ho
trovato quando mi sono cimentato nell’interpretazione
dello Zodiaco di Dendera14, un bassorilievo che si trova
in Egitto, a Dendera appunto, all’interno del tempio di
Hator.
Il bassorilievo, nella mia interpretazione, non è
certamente uno zodiaco ma è una profonda descrizione
del Creato, con il tentativo, anche, di descrivere il
Creatore.
In esso, la parte che “racconta” il Creatore è quella al
di fuori di un cerchio che racchiude tutta una serie di
figure interne.
Nella zona “caotica” più interna al cerchio viene
raccontata la storia del Creato, almeno quella sua parte
nota all’autore dello “Zodiaco”. Essa è circondata da ciò
che ha “informato” e attivato il Creato - quella serie di
figure ordinate in una specie di processione -, racchiuso
da un cerchio.
Ebbene, le 37 figure disposte a raggiera (le frecce
gialle che ho sovrapposto alla rappresentazione dello
zodiaco) potrebbero essere esattamente ciò che Ettore
chiama l’ordinata raggiera di ordini direzionali
immutabili, naturalmente in rappresentazione simbolica.
Per essere più precisi, qui sto facendo un po’ di
confusione tra “le leggi universali fondamentali” di
Ettore, ovvero le mie matrici di primo livello, e gli ordini
direzionali immutabili - le mie matrici di secondo
livello.

14
Vd. i miei testi su Dall’analisi di alcuni reperti antichissimi, un
messaggio di sopravvivenza per l’uomo e Le dinamiche della Creazione
e del Creato.

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Figura 11: lo zodiaco di Dendera in una riproduzione “artistica”.

Ma il qui pro quo scompare nel momento in cui si


vedono gli ordini direzionali immutabili come
l’applicazione delle leggi universali fondamentali: è un
po’ come dire che le leggi sono l’algoritmo dietro alla
costruzione di un software, le informazioni base, mentre
gli ordini direzionali immutabili sono il software stesso.
Una distinzione sottile che possiamo tranquillamente
lasciar perdere se ci turba il sonno. Ma che dobbiamo
considerare nel momento in cui impariamo a costruire e
sviluppare il “software” di cui sopra.
Nello “Zodiaco” si faccia attenzione alla 38 figura, il

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La Fisica del Terzo Millennio

cerchio che racchiude tutti gli ordini direzionali/leggi


fondamentali, che è esso stesso un ordine/legge e che
rappresenta l’elemento di collegamento e di
delimitazione da ciò che sta fuori, e come tale il più
importante di tutti questi ordini.
Il cerchio, di fatto, è l’elemento che si pone a confine
tra lo spazio spirituale, primo elemento del Creato, e
l’Iperspazio rimasto all’esterno, o il Creatore stesso, se
volete. In un certo senso è l’elemento di delimitazione e
collegamento del Creato con il Creatore, e come tale una
“struttura” geometrica (un ordine dello spazio) di
primaria importanza.
Non a caso questa struttura è un cerchio, che diventa
una sfera nelle tre dimensioni.
La sfera, anche secondo Ettore, è la forma basilare
della Creazione, la forma più perfetta e armoniosa.
La si ritrova continuamente nei vari elementi del
Creato, a ogni livello.
Ettore arriva addirittura a dire che le particelle
fondamentali dello spazio fisico sono o hanno delle
manifestazioni di forma sferica, come pure le unità di
spazio spirituale.
Dunque:

La sfera rappresenta la più pura


figura geometrica dell’Universo.
Dove “pura” è da intendersi come la più adatta, la più
giusta e corretta secondo il pensiero del Creatore.
Da quanto detto in questo inciso, Ettore non è il primo
a intuire la struttura profonda del Creato (oltre agli Egizi,
per quanto ne so, anche gli antichi Indiani danno
interpretazioni similari), ma è in assoluto il primo ad
aver individuato la sua struttura matematica profonda,

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poi traducibile in elemento razionale, scientifico e


tecnologico.

L’Idea Creativa, dunque, dando inizio allo spazio e al


tempo, ha posto le basi anche per la continuazione della
Creazione. Essa continuerà, anzi si formerà e riformerà
continuamente e incessantemente utilizzando le due sole forza
del Creato: la forza dilatante dello spazio e quella centripeta
ed assorbente del tempo. Queste forze non agiscono solo nello
spazio spirituale ma anche, come vedremo, negli spazi che si
realizzano a valle di esso.
Una cosa importante da notare e sottolineare è che,

all’interno dello spazio spirituale,


l’azione del Moto Psichico
non può subire alcun
rallentamento o dispersione.
Ciò perché la forza del tempo e dello spazio è un
comportamento soltanto della “potenza spirituale”, che non
alimentando a questo livello alcun elemento fisico ma solo un
ordine spaziale immateriale, non può subire dispersione
alcuna.
Per cercare di comprendere questa affermazione potremmo
presentare l’analogia del computer.
Quando facciamo girare un programma, l’analogo del
funzionamento dello spazio fisico, utilizziamo e/o
disperdiamo un po’ di energia. Ne disperdiamo anche un po’
per mantenere il programma nel computer, anche se il
computer è spento; quest’ultimo potrebbe rappresentare lo
spazio cosmico. Ma se pensiamo che esiste un’idea del
software che, di fatto, sta dentro al computer, ma che è
immateriale e presente anche quando non la pensiamo o
utilizziamo, questa non consuma nessuna energia.
Ecco, quando siamo a questo livello, il livello spirituale,

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La Fisica del Terzo Millennio

non ci può essere dispersione alcuna!


Forse ora è anche più chiaro che l’idea del software, pur
operando poi nello spazio fisico del computer, non subisce
alcuna “trasformazione materiale”.
Nella Creazione è la stessa cosa: quelle forze centripeta e
centrifuga sono solo forze spirituali, anche se poi vanno a
operare sulla materia fisica (nello spazio fisico) allo stesso
modo in cui operano nello spazio spirituale.
Ma anche nell’operare nello o sullo spazio fisico non
subiscono alcuna trasformazione materiale. Come il software
non subisce trasformazione a causa del funzionamento del
computer e dei molteplici “output” che esso produce.
Da questo discende dunque che

il concetto di Forza è soltanto spirituale,


come pure spirituale è il concetto di Moto
– o movimento – anche se poi si manifesta nella
materialità fisica.
Questa considerazione non è solo filosofica, come può
sembrare. È estremamente scientifica nel senso se non la
consideriamo in senso scientifico non arriveremo mai a
comprendere perché la materia funziona in un certo modo.
Ma da quanto sopra discende anche che tutte le infinite
manifestazioni della vita, in continuo movimento e
trasformazione, alla base hanno dei concetti puramente
spirituali, i concetti di Moto e di Forza, quest’ultima suddivisa
nelle due sole forze spirituali esistenti, quella centripeta e
quella centrifuga.

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La Fisica del Terzo Millennio

Lo Spazio Spirituale
Dello spazio spirituale abbiamo già detto molto nel capitolo
precedente, il capitolo della Creazione, proprio perché la
Creazione stessa ha il primo suo effetto nella apparizione di
questo livello dello spazio.
Se cerchiamo di guardarlo più da vicino, scopriamo che è
dotato, grazie alla presenza degli ordini direttivi, di un suo
potere direttivo specifico, ovvero è in grado di influenzare in
un certo modo o di dare una specifica “direzione” a ciò che
capita nel campo di influenza di una sua zona.
Questo potere direttivo è promosso principalmente dalla
forza centrifuga che si manifesta come velocità psichica degli
ordini direttivi in moto costante.
Che significa?
Innanzitutto, cos’è la velocità psichica?
Diciamo che ognuno degli spazi individuati (spirituale,
cosmico e fisico) è dotato di una sua velocità specifica, ovvero
ciò che avviene in quello spazio avviene a una certa velocità.
Nello spazio spirituale la velocità di riferimento è la
velocità psichica, una velocità elevatissima, quasi infinita.
Questa velocità è possibile solo allo zero assoluto - dunque in
condizioni atermiche -, è la velocità di estensione degli ordini
spaziali ovvero dell’organizzazione dello spazio, è la velocità,
in generale, della spiritualità ed è anche la velocità del
pensiero umano.
Da questa ultima affermazione possiamo già intuire che il
pensiero umano agisce nello spazio spirituale, ma di questo
parleremo più avanti.

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Dunque la forza centrifuga si manifesta all’elevatissima


velocità psichica a cui si muovono gli ordini direttivi -
praticamente l’organizzazione “matematica”15 dello spazio
spirituale - in un moto che è costante e costantemente diretto
verso fuori, appunto centrifugo.
Da questo si può intuire che lo spazio spirituale è uno
spazio in costante espansione, a una velocità elevatissima,
all’“interno” dell’iperspazio.
Si noti bene che questa proiezione di ordini direttivi
costituisce il più alto potere spirituale che eternamente
sovrasta l’intero universo; dunque:

il più alto Potere Spirituale o Potere Psichico è


costituito da una proiezione di Ordini Direttivi nello
Spazio Spirituale, in ambiente atermico assoluto.
Dubito che quanto appena detto sia chiaro, ma
cerchiamo almeno di intuire il significato di questo
modo di vedere le cose e i termini descrittivi che stiamo
utilizzando.
Tra poco ci abitueremo a questo linguaggio e la cosa
ci sembrerà meno ostica.

Cerchiamo allora di riassumere le caratteristiche dello


spazio spirituale:

1) È composto da un’“essenza” assolutamente senza


peso, del tutto “eterea”, rappresentata dai suoi ordini
direzionali che posseggono una velocità superlativa,
quasi infinita.
2) In esso c’è una manifestazione eterna del potere
psichico, il potere spirituale che sovrasta l’universo.

15
Nella mia interpretazione è un’organizzazione prioritariamente
“geometrica”, poi anche descrivibile in termini matematici.

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La Fisica del Terzo Millennio

3) In esso c’è totale assenza di calore (atermia), dovuta


alla costante propagazione direttiva spinta verso
l’infinito senza mai modificare l’ordine rettilineo dei
singoli elementi in moto centrifugo, con conseguente
assenza di ogni possibile urto in grado di generare
calore.

Figura 12: i singoli ordini direttivi non possono urtarsi nel loro moto
rettilineo centrifugo.

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La Fisica del Terzo Millennio

Il Tempo
Il moto psichico contenuto nell’Idea Creativa aveva in sé le
due forze centrifuga e centripeta.
Con quella centrifuga ha dato inizio allo spazio spirituale,
come visto, mentre con quella centripeta ha dato inizio al
tempo (principio del tempo).
Perché il Creatore ha voluto mettere in moto anche
quest’ultima forza?
La risposta è univoca: per assorbire gli ordini direttivi dallo
spazio spirituale.

Con la sua forza concentrante il Tempo permette la


fusione di più Ordini Direttivi, “legandoli” tra loro
in modo indissolubile, costruendo così un’Unità di
Spazio-Tempo.
Dunque l’unità di spazio-tempo si costituisce grazie al
potere di assorbimento della forza centripeta in azione sulla
velocità centrifuga degli ordini direzionali.
La forza centripeta agisce in un tempo minimo, diremmo
quasi istantaneo, riuscendo a invertire la velocità espansiva
degli ordini direttivi di spazio per andare a concentrare in
un’unica fusione un’intera gamma di ordini, nel minor spazio
possibile16.

16
Nel mio modo di vedere, se lo spazio spirituale costituisce l’equivalente
delle forme-matrici, il tempo rappresenta l’“attivazione” di quelle forme,
ovvero lo spazio è l’elemento informatore, mentre il tempo è l’elemento
attivatore di una specifica configurazione dell’informazione.

57

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Francesco Alessandrini

Nel punto di concentrazione le singole velocità direttive si


arrestano.
L’unità di spazio-tempo così realizzata costituisce

il principio dell’Attimo Presente,


ovvero l’attimo, una durata di tempo pressoché istantanea e la
più veloce esprimibile dalla natura, definito da Ettore anche
come l’Attimo Fuggente, o l’Attimo Tempo, o l’Unità di
Tempo presente17.
La nascita dell’attimo presente si esplica nell’ambito dello
spazio spirituale, ma poi si riverbera, con le modalità che
vedremo, fino allo spazio fisico.
L’attimo presente nello spazio fisico, realizzandosi esso
inizialmente nello spazio spirituale, possiede la sua stessa una
velocità psichica, essendo unicamente un’azione del moto
psichico.
Se ne deduce che

l’attimo presente del nostro mondo fisico


è un’azione del moto psichico,
il che è anche come dire che il tempo come noi lo concepiamo
ovvero come un’infinita successione di attimi fuggenti, è
costruito via via dall’incessante azione del moto psichico.
L’azione del moto psichico si esplica dunque di continuo
su tutto l’universo, dalla sua parte spirituale a quella fisica,
tramite l’azione combinata dei suoi due “ordini” di forza
spirituale, l’ordine centrifugo e quello centripeto, ovvero le
uniche due forze fondamentali del nostro universo.

17
Tutte queste definizioni dello stesso concetto mi fanno pensare che ci sia
sotto una spiegazione più dettagliata e precisa o diversa che al momento
non sono ancora riuscito a cogliere.

58

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La Fisica del Terzo Millennio

Da questo consegue nuovamente, mi auguro con sufficiente


chiarezza, che il concetto di forza non può essere considerato
un principio fisico, ma solo spirituale:

la Forza è e ha un principio esclusivamente


spirituale, anche se poi riverbera la sua azione nel
mondo fisico.
Riassumendo e definendo ulteriormente quanto sopra si ha
dunque che:

1) L’azione assorbente più veloce del tempo (alla velocità


psichica, ma superiore a quella dello spazio) preleva
dal futuro (corrispondente allo spazio spirituale in
espansione centrifuga alla velocità psichica) una
gamma di ordini direttivi per fonderli in un complesso
indivisibile.
rigetto nel passato
dell’unità di tempo
presente a velocità l’azione centripeta del
cosmica, più lenta tempo preleva gli ordini
direttivi dal futuro a
velocità psichica
PASSATO

FUTURO

spazio spirituale in
espansione “verso il
ATTIMO futuro” a velocità
psichica
PRESENTE
o unità di
tempo presente

Figura 13: la parabola che rappresenta il processo di formazione,


passaggio e “archiviazione” dell’attimo presente.

59

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Francesco Alessandrini

2) Questo complesso indivisibile costituisce l’unità di


tempo presente.
3) L’unità di tempo presente, subito dopo essere stata
costituita viene rigettata nel passato (corrispondente ad
una certa zona dello spazio cosmico), a una velocità
cosmica, più lenta di quella psichica.
Nel movimento ideale in questa specie di parabola lungo la
quale si manifesta l’unità di tempo presente, per ritirarsi poi
nel passato, si ha un passaggio - graduale ma non troppo - tra
spiritualità e fisicità.
Sì, perché questa prima fusione di ordini direttivi spirituali
non può più essere considerata come pura spiritualità in quanto
vìola la legge spirituale.
La legge spirituale, non mi sembra di averlo ancora detto
esplicitamente, è quella legge o modalità di comportamento
sempre rispettata nell’ambito dello spazio spirituale, che non
consente l’unione di ordini direttivi, che rimangono “assoluti”
e distinti, e che non possono mai entrare in contatto a causa di
quel moto centrifugo “rettilineo” costante che li porta via via
verso l’esterno, allontanandoli sempre più e mantenendoli
nella loro distinzione e purezza iniziale.
Ma quest’unità di tempo presente, che è di fatto un’unità di
spazio-tempo (il tempo preleva qualcosa dallo spazio e lo
concentra …) non si può nemmeno definire ancora un
qualcosa di fisico, perché non è ancora dotata di energia
termica (siamo ancora allo zero assoluto e non c’è presenza
alcuna di principio calorico o calorifico che dir si voglia).
Ricordo che tutto, ma proprio tutto ciò che è “fisicità” è tale
solo se è dotato di energia termica, ovvero si pone a una
temperatura superiore allo zero assoluto:

la caratteristica principale del mondo fisico


è quella di possedere calore.

60

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La Fisica del Terzo Millennio

Per cui non siamo più nello spazio spirituale, ma non siamo
nemmeno nello spazio fisico: stiamo transitando in uno spazio
che Ettore chiama “spazio cosmico”, caratterizzato da una
velocità dei suoi elementi, detta velocità cosmica, che si pone
a cavallo tra quella elevatissima dello spazio spirituale
(velocità psichica) e quella massima a noi tutti nota dello
spazio fisico (i famosi circa 300.000 km/s).
La velocità di riferimento dello spazio cosmico è un po’
superiore al milione di km/s.

61

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La Fisica del Terzo Millennio

Avviciniamoci alla creazione fisica


L’unità di tempo presente, come abbiamo visto, non ha
ancora raggiunto la fisicità per la sua totale mancanza di calore
e proprio per questo possiamo dire che in un certo senso
esprime qualcosa, ma lo fa ancora in un modo neutro, non
attivo sul piano fisico.
Di conseguenza questo primo agglomerato o complesso di
ordini può essere considerato come la prima espressione
neutra antifisica18 e lo chiameremo:

l’esponente neutro.

Lo Spazio Cosmico

Ciò significa anche che l’azione dell’attimo presente


produce a ogni istante delle creazioni neutre, il cui insieme va
a costituire parte dello spazio cosmico di cui abbiamo da poco
parlato.
Dunque questo spazio è costituito da tante unità di spazio
minime; come detto, le potremmo anche chiamare “unità di
spazio-tempo”, ma il tempo, in effetti, ha avuto solo il ruolo di
costituire queste unità che potremmo considerare come “fisse
e immutabili” - delle specie di fotografie -, in cui il tempo non
centra più tanto, per cui forse è meglio dire che sono solo unità
di spazio “congelato” … dal tempo.
Ma non facciamo troppo i pignoli, e perdonatemi se di
seguito le chiamerò in entrambi i modi.

18
A me piace più definirla “nonfisica”, ma non sottilizziamo …

63

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Francesco Alessandrini

Queste unità di spazio minimo si propagano in tutte le


direzioni secondo un preciso ordine di distribuzione che viene
determinato da quella famosa potenza zero di cui abbiamo
parlato all’inizio, quella specie di forza in grado di dissolvere
tutto ciò che entra nel suo raggio di azione, se non c’è qualcosa
di più potente in grado di “tenersi assieme”.
Ma qui c’è qualcosa di nuovo, per cui queste unità di spazio
non si dissolvono.
Siccome la loro velocità è quella cosmica, che è di gran
lunga più lenta di quella psichica alla quale agisce la potenza
zero, quest’ultima non si può esprimere completamente.
L’effetto risultante è che il moto traslativo diretto e costante
della potenza zero converte la forzata riduzione di velocità
psichica in, diciamo, velocità rotatoria.

Tanto per fare un’analogia, possiamo supporre che la


velocità sia sempre quella, ma ora il moto assume un
andamento anche rotatorio anziché puramente
traslativo: immaginate un qualcosa che si muove lungo
una spira. Ora la velocità traslativa complessiva del
“moto rotatorio” (moto lungo la spira) appare di gran
lunga ridotta rispetto a quella lineare che lo stesso
elemento manifestava prima quando andava diritto
senza essere costretto a ruotare attorno al suo asse di
movimento complessivo.
Insomma … l’elemento fa tanta strada “in tondo” e la
strada “in lungo” ne viene penalizzata.

Così facendo, l’effetto della potenza zero imprime alle


unità neutre di spazio-tempo oltre al moto traslativo anche un
secondo moto rotatorio, ovvero un moto rototraslatorio che
potremmo assimilare a un moto complessivo spiralato. La
componente rotatoria di tale moto, che Ettore definisce spin,
rappresenta una rotazione su sé stessa della particella attorno

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La Fisica del Terzo Millennio

al suo asse polare, ovvero la direzione del suo moto


complessivo traslatorio.

Asse
polare

SPIN

Figura 14: pur essendoci la stessa velocita lungo il filo diritto e lungo
la spira, la velocità complessiva di propagazione della spira appare di
molto ridotta.

Questo spin costringe ogni particella neutra a vorticare su


sé stessa, mentre si sposta spazialmente - trasla - alla velocità
cosmica.
Le unità di spazio-tempo occupano l’intero universo,
spostandosi ordinatamente e assumendo anche una leggera
curvatura nel loro moto traslativo complessivo nello spazio
cosmico.
È un po’ come se lo sviluppo spirituale, che si estende
sempre di più verso l’infinito nel suo moto traslativo rettilineo,
cercasse di tirarsi dietro, di risucchiare l’ambito cosmico che,
da un lato, non ce la fa a … stargli dietro perché è più lento e,
dall’altro, vuole assumere direzioni di moto diverse.

65

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Francesco Alessandrini

Mi piace qui dare l’analogia di un sasso, più pesante


e lento dell’aria: se c’è del forte vento trasversale e noi
lanciamo un sasso, il sasso nel suo tragitto subirà una
certa curvatura orizzontale, anche se minima.

Figura 15: il sasso curva leggermente la sua traiettoria se c’è del


vento trasversale, analogamente all’azione curvante dello spazio
spirituale su quello cosmico.

Da quanto detto dovrebbe anche apparire, non so quanto


chiaramente, che lo spazio spirituale non possiede dei confini
definiti in modo assoluto: è in continua e velocissima
espansione verso l’esterno, all’interno dell’infinito iperspazio.
Lo spazio cosmico, invece, ha un suo svolgimento o
sviluppo spaziale un po’ più definito, pur essendo anche lui
soggetto a una sostanziale sempre maggior espansione.
Quest’ultima viene a essere costantemente limitata dai
caratteri neutri e antifisici delle unità di spazio-tempo, che
riescono in qualche modo a delimitare i confini dello spazio
cosmico.

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La Fisica del Terzo Millennio

L’esponente neutro

Tornando al nostro esponente neutro, abbiamo dunque


compreso che esso rappresenta la prima composizione, nata a
partire dall’ambito spirituale, che precede la creazione fisica.
Non è più un puro elemento spirituale ma non è, neppure,
ancora un elemento fisico: ciò che non le permette di esserlo è
la mancanza di calore.
L’esponente neutro diviene, di fatto, la “rivelazione” di un
ordine orientativo cosmico costante, costituito da singole
unità dello spazio cosmico che continuano a subire l’azione
dello spazio “atermico”, soprattutto spirituale e della potenza
zero, e vengono lanciate singolarmente in direzioni particolari.

Nel mio linguaggio chiamo questo esponente neutro


come “campo morfogenetico elementare” (spero che
Ettore non se ne dispiaccia), in quanto è una struttura che
racchiude già alcune delle caratteristiche di forma e di
comportamento di ciò che sarà il futuro elemento fisico
e che si appresta a diventare tale quando attirerà altri
esponenti neutri e gli verrà “fornito” quel quid - il calore
- che gli permetterà di “entrare” nello spazio fisico.

Come visto il moto dell’esponente neutro è “traslatorio +


rotatorio”.
Nel suo movimento verticale19 complessivo possiede quel
moto a spirale di cui abbiamo detto che va visto come una
rotazione della particella attorno all’asse della traiettoria
complessiva traslativa (asse polare). Questo “ordine di giro nel
piano verticale” conferisce all’esponente un secondo carattere
neutro e promuove un

principio di disparità

19
Ricordo che secondo la schematizzazione/convenzione di Ettore i moti
neutri si sviluppano nel piano verticale.

67

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Francesco Alessandrini

ovvero un comportamento “non simmetrico” che si distingue


da quello simmetrico e “di parità” che hanno, come vedremo,
le particelle fisiche.

moto
complessivo
rototraslativo
curvo nel piano
verticale

Figura 16: il moto complessivo non simmetrico – dispari -


dell’esponente neutro.

La velocità rotatoria fa nascere attorno all’esponente neutro


un particolare campo di influenza che sviluppa un’enorme
forza centrifuga: l’esponente diventa una sorta di “centro a sé
stesso” che tende a “scacciare” verso l’esterno tutto ciò che gli
si avvicina e così facendo si mantiene eternamente isolato da
ogni altro esponente neutro. Questo comportamento è alla base
della

legge di isolazionismo spaziale,


che è una delle leggi fondamentali nell’ambito della futura
costruzione della materia fisica: è ciò che permette alle cose di
essere separate le une dalle altre ed evitare una loro fusione
continua che non permetterebbe di avere un mondo fisico così
come noi lo sperimentiamo.
Ma questa legge ci apparirà più chiara solo tra poco.

68

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La Fisica del Terzo Millennio

Il principio di Disparità e quello di Parità

Abbiamo appena visto che il movimento dell’esponente


neutro, lungo quella sorta di traiettoria spiroidale, gli
conferisce una “non simmetria” di comportamento, ovvero
una disparità. In sostanza ruota solo in un verso e si sviluppa
lungo una sola direzione: un comportamento di questo tipo
non presenta una simmetria, … è un comportamento “dispari”
che non ha una sua immagine “specchiata” da qualche parte.
Questo principio di disparità è strettamente collegato alla
“neutralità” del comportamento dell’esponente e può venire
rappresentato in un piano verticale come qualcosa che ha una
sola direzione, a esempio sempre diretta verso l’alto.
Ciò significa anche che quando parleremo di piano
verticale, i caratteri determinanti su questo piano sono
esclusivamente neutri; dunque:

piano verticale ~ disparità ~ neutralità.


Diversamente, il comportamento delle particelle fisiche
verrà caratterizzato soprattutto da uno sviluppo in un piano
orizzontale e potrà svilupparsi, a partire da un centro,
contemporaneamente verso destra e verso sinistra con una
rotazione destrorsa (oraria) da un lato e sinistrorsa (antioraria)
dall’altro. Ne nasce allora un comportamento simmetrico che
porta al

principio di parità
che è caratteristico di tutte le particelle fisiche.

carattere + = rotazione destrorsa

carattere - = rotazione sinistrorsa

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Francesco Alessandrini

neutro

Figura 17: le convenzioni nella fisica di Ettore: il carattere neutro nel


piano verticale e quelli +/- nel piano orizzontale.
Per convenzione diremo che avremo un comportamento
positivo se, nell’ambito del movimento sul piano orizzontale,
avremo una rotazione destrorsa (oraria guardando il moto dal
davanti al suo sviluppo), mentre sarà negativo se la rotazione
è sinistrorsa (antioraria).

L’inizio della manifestazione termofisica

Una volta che si sono generati gli esponenti neutri, essi


possono associarsi in gruppi.
Quando due esponenti di questo tipo tentano di avvicinarsi,
nell’accostamento diretto che ne consegue si sviluppa un forte
attrito dovuto al loro moto rotatorio.
Qui possiamo immaginarci di avere due trottole che
ruotano nella stessa direzione e che, nel momento in cui
avviene un contatto, si respingono con forza e si allontanano
rapidamente, ma nel momento del contatto c’è un attrito che
produce un po’ di calore.

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La Fisica del Terzo Millennio

Lo stesso succede per gli esponenti neutri, che manifestano


un avvicinamento occasionale e istantaneo, dopo il quale si
spingono lontano l’uno dall’altro.
Questi urti, però, fanno nascere alcune prime espressioni
termofisiche, che viaggiano ancora alla velocità cosmica e che
sono di bassa energia e non avvertibili dai nostri sensi per la
loro estrema piccolezza e imponderatezza.
Nascono, ad esempio, delle manifestazioni termofisiche a
bassa energia che possiamo chiamare neutrini (di carattere
neutro), negatini (di carattere negativo) o protini (di carattere
positivo).
Però quando queste manifestazioni si associano in gran
numero con altre “unità termofisiche”, la cosa comincia ad
assumere un’importanza rilevante. Ma andiamo per gradi.
Per ora sappiamo che gli esponenti neutri antifisici e le
particelle di bassa energia, che si possono formare dal loro urto
occasionale, viaggiano nello spazio alla velocità cosmica che,
come visto, è piuttosto superiore a quella della luce.
Sappiamo anche che questi esponenti neutri si possono
urtare istantaneamente e respingersi immediatamente nello
spazio libero circostante.
Il passo successivo sarà quello di cercare di comprendere
come si può formare quella grande energia che ritroviamo
nelle particelle elementari o racchiusa negli atomi o, seguendo
la teoria di Ettore, in ciò che lui chiama l’esponente
elementare, ciò che compare al primo livello degli elementi
fisici stabili del nostro mondo.
Per comprendere ciò dovremo immaginare un sistema
spontaneo della natura - una spontaneità intelligente …
guidata dal moto psichico - in grado di avviare una
composizione stabile di più esponenti neutri in grado di
generare con continuità l’enorme energia che troviamo
racchiusa nelle particelle fisiche e che sia, soprattutto, in grado
di evitare la loro divisione.

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Francesco Alessandrini

La nascita dell’esponente elementare

Cerchiamo allora di analizzare come gli esponenti neutri


possono associarsi tra loro in modo permanente, senza andare
a fondersi, e come possono “costruire” quella grande energia
elementare che è alla base della materia fisica.
Ettore scopre che questa composizione associativa si può
realizzare solo se almeno 4 particelle di ordine direzionale
opposto o, per dirla con le nostre parole, quattro esponenti
neutri dello stesso tipo ma con direzione di movimento
opposta, vanno tutti a convergere in uno stesso punto
d’incontro, ostacolandosi vicendevolmente nella prosecuzione
del proprio cammino.
Quando i 4 o più esponenti si urtano, si genera un attrito,
ovvero una produzione di calore.
L’attrito è dovuto al moto rotatorio degli esponenti neutri,
moto che assume una forte moltiplicazione a causa della
conversione del moto traslativo generale dell’esponente
neutro in un sovrappiù di moto rotatorio.
Ovvero a causa dell’urto il moto traslativo viene pressoché
annullato e convertito completamente in moto rotatorio.

Figura 18: convergenza di quattro esponenti neutri in grado di


generare la formazione dell’esponente elementare o dell’energia
elementare.

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La Fisica del Terzo Millennio

Questo fenomeno costituisce il

principio dell’energia elementare,


con la produzione del calore elementare, dotato di un
altissimo potere termico. Ovvero si compone ciò che Ettore
chiama

l’esponente elementare termofisico


o, semplicemente, esponente elementare, che è la minima
particella associativa indivisibile della materia e che si rivela
come energia pura.
Questa composizione è stabilissima.
Niente potrà mai dividerla o scomporla perché
nell’universo non esiste un potere di forza superiore a quello
posseduto dall’esponente elementare che, nella forma che
prende all’inizio della sua costruzione, Ettore chiama anche
energia elementare.
Questa energia elementare è dunque generata unicamente
dalla trasformazione della velocità di vari ordini direttivi, già
prima riuniti negli esponenti neutri, che vengono convogliati
ed arrestati in un unico punto centrale.
Dunque:

l’esponente elementare o energia elementare,


composizione associativa di almeno quattro
esponenti neutri, rappresenta l’ingresso nella
fisicità e si presenta come indivisibile ed eterno.
Questo esponente elementare costituisce l’ultimo elemento
indivisibile della materia fisica o, detto altrimenti, il primo
elemento dello spazio fisico.

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Francesco Alessandrini

L’energia elementare è uguale in tutti gli esponenti di ugual


ordine. L’energia elementare termofisica è un minuscolo
punto di energia eccezionalmente concentrata. Ettore ritiene
che si presenti a un livello di temperatura di circa
+500.000.000°, cinquecento milioni di gradi centigradi.
Ma subito dopo la sua formazione questa grandiosa energia
termica si trasforma … in velocità.

Lo studio della fisica, condotto con i metodi e le


logiche attualmente utilizzate, arriverà, al massimo, ad
individuare questo esponente elementare. Ma dietro c’è
tutto il mondo che abbiamo visto e che va compreso se
vogliamo veramente condizionare e individuare le
fondamenta di ciò che ci troviamo a sperimentare nella
realtà fisica.

Per quanto abbiamo visto, possiamo concludere che il moto


centripeto posseduto dal tempo è un qualcosa che tende a
“bloccare”, a fissare, se visto in relazione al moto centrifugo
ed espansivo dello spazio. In questo senso potremmo dire che
il moto centripeto è un moto staticizzante e, sempre in questo
senso, potremmo anche assegnare all’energia elementare,
essendo il frutto di una serie di movimenti centripeti o centrici,
una natura statica.
Inoltre, visto il processo di creazione dell’energia
elementare e il suo “ordine di forza centrico”, possiamo anche
dire che il suo movimento complessivo è rivolto verso il
microcosmo, verso la base strutturale dell’infinitamente
piccolo. Altrimenti possiamo ancora definire questo ordine di
forza centrico come un ordine “interno” della creazione fisica.

L’esponente elementare

Nella formazione dell’esponente elementare abbiamo


dunque un’unione di almeno quattro esponenti neutri che

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viaggiano in direzioni opposte. Questa unione rappresenta di


fatto una sintesi dei vari ordini direzionali principali, in
numero di sei, che possiamo immaginare siano posizionati due
sul piano verticale e quattro sul piano orizzontale.
Ciò che “provoca” questa sintesi non è un urto casuale degli
esponenti neutri o dei corrispondenti ordini direttivi, ma è il
moto psichico agente nello spazio spirituale e che è anche
presente in ogni infinitesimale punto cosmico.
Nella fase assorbente-magnetica esso attrae, dai sei punti
cardinali detti, le unità - gli esponenti neutri - verso una di esse
che funge da nucleo.
Ciò dà origine a un sistema che progredisce nello sferismo,
ovvero si amplia in comportamenti a geometria sferica, e
regredisce nel moto traslativo, ovvero rallenta nel suo moto
complessivo spaziale.
I sei ordini citati rappresentano, tutti insieme, i sei ordini
direttivi principali della sfera cosmica.

Figura 19: i sei ordini direttivi principali della sfera cosmica.

Sull’energia elementare si ha dunque una eguale influenza


dell’effetto degli ordini direttivi presenti sul piano verticale
rispetto a quelli agenti sul piano orizzontale. Se vi ricordate

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cosa abbiamo detto in precedenza sui principi di parità e


disparità, e sul loro esplicarsi nei due piani orizzontale e
verticale, si può arrivare a concludere che

nell’energia elementare risiedono in egual rapporto


il Principiò di Parità e il Principio di Disparità.
Gli almeno quattro esponenti neutri infinitesimali che
compongono l’esponente elementare non potranno più
separarsi perché il potere assorbente20 della forza centripeta di
ogni singolo esponente neutro li mantiene uniti in modo
costante e indivisibile. Ciò avviene grazie alla particolare
direzionalità dei singoli elementi del composto associato, in
cui gli ordini concentrici si spingono tutti con egual forza
verso il centro ideale, senza potersi più separare.
I quattro esponenti neutri che compongono l’esponente
elementare vorticano su sé stessi secondo l’inclinazione
dell’asse polare ideale generale (spin) e in più promuovono
una circolazione “interna” che è in grado di generare luce e
calore fisico.
Questi ultimi sono prodotti per attrito dall’urto continuo fra
gli esponenti neutri stessi, che continuano a scontrarsi e
contemporaneamente a non poter “scappare” dall’esponente
elementare a causa del fortissimo potere assorbente della forza
centripeta di cui abbiamo detto.
In questo modo l’esponente elementare viene a costituire
un autentico motore elettromagnetico di immensa potenza,
alimentato dai superlativi vortici che in esso si esplicano, che
girano a velocità elevatissime e che generano il più alto potere
termico concepibile.

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Qui potremmo anche cominciare a parlare di “magnetismo o
magnetismo attrattivo”.

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La Fisica del Terzo Millennio

In questa fase iniziale della sua costituzione, l’esponente


elementare va visto come energia elementare, con il massimo
e superlativo potere termico di cui può essere costituito.
Ma la durata di tale manifestazione di luce e calore è
brevissima.
Non appena questo enorme calore energetico compare, esso
si traduce immediatamente in un moto traslativo alla velocità
cosmica dell’esponente elementare (linea di forza traslativa).
Nel far questo il potere termico viene quasi interamente
“nascosto” per opera della velocità promossa, in fin dei conti,
sempre dalla reazione della ormai famosa potenza zero
iperspaziale.
Nel tentativo di essere più chiari, potremmo fare una
semplice analogia dicendo che l’esponente elementare si
comporta come l’acqua: il momento della generazione del
calore corrisponde al portare l’acqua ad alta quota, dove
acquista energia potenziale costituita, appunto, dal fatto di
essere in alto. Poi improvvisamente l’acqua viene lasciata
cadere e l’energia di posizione si trasforma in energia di
velocità (energia cinetica). L’energia complessiva in gioco è
sempre quella, non si disperde, ma viene trasformata da
posizione a velocità. Analogamente, nel nostro esponente
elementare, il calore viene trasformato in velocità traslativa.
Sulla base di quanto detto possiamo concludere che in
natura avviene un processo spontaneo in cui l’energia, una
volta creata, non si distrugge ma semplicemente si trasforma.
L’energia del nostro esponente elementare, nel tradursi in
forza traslativa, perde quasi interamente il calore di cui era
costituita e, in sostituzione del suo grado termico intervengono
delle “linee di forza traslative corrispondenti”, ovvero
l’energia viene trasformata nella velocità dell’esponente
elementare.
Dunque:

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subito dopo la creazione dell’esponente elementare,


la sua Energia si trasforma in Velocità che può poi
diventare di nuovo Energia, integralmente o meno,
senza perdita alcuna, in un processo che si ripete
eternamente.

CALORE VELOCITÀ

Figura 20: l’eterna trasformazione dell’Energia tra calore fisico e


velocità traslativa che genera trasformazione nell’ambito fisico.

Per riprendere tutto il potere termico e l’integrità di luce


energotermica, l’esponente va arrestato nel suo moto traslativo
trasformandolo, nell’attimo dell’arresto, in puro moto
rotatorio, ovvero la velocità traslativa si trasforma
completamente in spin.
Le velocità traslative di cui stiamo parlando sono quelle
corrispondenti alla velocità cosmica che Ettore ritiene essere
di circa 1.000.000 di km/s, ovvero una velocità ben superiore
a quella massima della luce che è di circa 300.000 km/s.
La velocità cosmica è dunque descrivibile come la velocità
di spostamento dell’esponente elementare, ovvero di un’unità
fisica di spazio-tempo e che corrisponde alla sua più elevata
energia termica, quasi interamente persa nel passaggio calore
→ velocità.

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Va comunque detto che il livello di velocità (grado di


velocità) che l’esponente elementare può assumere è funzione
diretta del suo livello (grado) di potere termico.
Il livello di potere termico dell’esponente elementare, che
può essere ben diverso tra i vari esponenti, determina poi la
reazione con l’ambiente circostante, reazione che è anche
influenzata da un certo coefficiente d’energia, ovvero dal tipo
di rapporto “energetico” che si può instaurare tra l’esponente
e l’ambiente circostante.
Il potere termico più il coefficiente d’energia determinano
dunque il livello o grado della velocità che l’esponente
assumerà nella trasformazione calore → velocità.
Ovvero ancora, più elevato è il grado di potere termico e
più elevato è il coefficiente d’energia e più elevata sarà la
velocità che l’esponente assumerà, velocità dovuta alla forza
di reazione della potenza zero. Dunque:

la reazione ambientale della potenza zero è ciò che


induce l’energia elementare appena formatasi a
trasformarsi in linee di forza dinamica traslativa,
contrapposte alla staticità dell’esponente
elementare all’atto della sua iniziale formazione.
Succede però che non tutta l’energia termica si trasformi in
linee di forza traslativa. Ciò perché per rimuovere quel
minimo residuo finale di calore fisico e raggiungere così lo
zero assoluto (-273,13°), si dovrebbe avere un potere di forza
traslativa in grado di restituire la velocità psichica - quella
posseduta solo dal moto spirituale - all’esponente.
Ma ciò non è possibile per una creazione fisica, perché la
sua massima velocità è quella cosmica, veloce, ma pur sempre
notevolmente inferiore a quella psichica.
Questa impossibilità di raggiungimento della “velocità
massima del Creato”, fa sì che rimanga un residuo di calore

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nell’esponente che, per quanto piccolo, lo mantiene a una


temperatura almeno un po’ superiore allo zero assoluto e gli
permette di continuare a essere nel mondo fisico.
A questo punto dovrebbe essere abbastanza chiaro, anche
ai fini di un possibile utilizzo pratico, che il rapporto tra
velocità e temperatura è basilare, il che è come dire che il
“potere di forza” posseduto dalla velocità non è altro che la
trasformazione del “potere di energia” posseduto dal calore e
che il livello di trasformazione tra i due “poteri” è essenziale
nell’individuazione delle proprietà fisiche dell’elemento.
Il che è anche come dire che, se fermiamo o rallentiamo la
velocità dell’esponente elementare, in qualche modo
provochiamo la ricomparsa di quell’energia termica, in modo
completo o parziale. Al limite, dunque:

nell’arrestare il moto cosmico, nel momento


istantaneo dell’arresto, si riprovoca la comparsa
della sola energia elementare (“energia statica”),
ovvero dell’esponente elementare nella sua
manifestazione puramente energetica di tipo termico
e non dinamico.
Ma come si può fermare il veloce moto cosmico del nostro
esponente elementare?
Beh, facile: basta contrapporre al suo ordine direttivo
complessivo altri ordini contrapposti alla sua corsa. Potremmo
dire, semplificando un po’, di contrapporgli un uguale
esponente ma diretto in senso inverso.
Ma attenzione a quell’“uguale”!
Siccome ogni esponente elementare è il risultato
dell’assemblaggio di determinati ordini direzionali puri che in
esso si combinano in un modo specifico e danno vita all’ordine
direzionale costante del nuovo esponente, non tutti gli
esponenti elementari sono uguali.

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Per cui, per fermare quell’esponente, ho bisogno di uno a


lui identico, ovvero di egual ordine e diretto in senso opposto.
Solo così riusciremo a fermarlo completamente e a
trasformarlo completamente in energia termica.
Lo sviluppo di quel processo noto come “annichilazione
della materia fisica” risiede tutto in questo aspetto: trovare un
esponente elementare identico a quello che vogliamo
annichilire, e diretto inversamente. Il che, detto altrimenti,
significa trovare la stessa particella ma con un ordine direttivo
inverso a quello della particella da annichilire. Non è
semplicemente una questione di moto … ma di complessivi
ordini direttivi inversi.
Se le particelle hanno ordini direttivi diversi, anche se in
moto opposto, nel mondo fisico non succede nulla.
Insomma … dobbiamo mettere assieme una particella con
la sua antiparticella, dove “anti-” non significa solo che ha
moto e rotazione opposti, ma che è anche sostanzialmente
uguale alla particella di partenza. Naturalmente la stessa cosa
si può avere anche con l’utilizzo di più particelle dotate di
ordini direttivi diversi che però, nel momento dello “scontro”
sulla particella da annichilire, costituiscano un mix di ordini
direttivi complessivamente “uguale e contrario” a quello della
particella da annichilire.
Anche questo aspetto cercherò di chiarirlo ulteriormente in
seguito.

Isolazionismo spaziale e gravità

Come visto, quando in ambito cosmico si sono generati gli


esponenti neutri, alcuni di essi, almeno quattro, vengono
attratti dal moto psichico verso uno di loro, un nucleo. A
questo punto nasce un altro sistema in grado di progredire nel
comportamento sferico e contemporaneamente rallentare nel
moto traslativo d’insieme.

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Questo “nuovo” sistema - esponente elementare o energia


elementare - si basa su sette unità21 isolate da un campo di
isolazionismo spaziale che gli permette di non mescolarsi a ciò
che sta attorno. In esso agiscono ritmicamente una forza
dilatante sul piano orizzontale che è in grado di neutralizzare
il potere assorbente della forza gravitazionale, che invece
agisce sul piano verticale, che tenderebbe ad assorbire un’altra
unità opposta isolata.
Sono questi due fondamentali moti ritmici, opposti ma di
uguale potenza e “volontà”, che riescono a mantenere isolate
tutte le unità di energia allo stato associativo e impedire ogni
contatto fisico disintegrante. Questo discorso vale per ogni
tipologia di complesso associativo.
Sostanzialmente è dunque questo fittissimo alternarsi della
forza di isolamento spaziale, repulsiva, e della gravità,
attrattiva, che uno “stato energetico” può conservarsi
all’infinito, mantenendo una sua “identità” e separazione da
ciò che gli sta attorno, senza disintegrarsi per azione di
antigravità, ovvero a causa dell’azione della solita potenza
zero.
Detto con parole leggermente diverse, ogni presenza
sostanziale fisica (energia o particella) viene di continuo
sottoposta alle due leggi di gravitazione e di isolazionismo
spaziale in modo alterno; queste due azioni ritmiche, che
agiscono alla velocità cosmica, fanno sì che la singola unità di
energia elementare conservi di continuo la sua posizione di
separazione dalle altre unità esistenti, siano esse associate in
complessi unitari oppure isolate.
Tutto ciò consegue dunque all’azione di due forze
egualmente potenti e veloci ma agenti in direzione contraria:
per un attimo l’azione è quella gravitazionale - attrattiva,

21
Non ho avuto modo di comprendere come sia stata derivata questa
costituzione a sette unità.

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magnetica - ma nell’attimo successivo diviene opposta:


repulsiva o, meglio, isolazionista.
Queste due forze, dunque, agiscono su ogni minima
presenza unitaria di energia termofisica e investono per intero
tutto l’universo cosmico assoggettandolo al mantenimento dei
singoli spazi di isolazionismo. Ne discende che qualsiasi
elemento del nostro mondo fisico o di un complesso astrale,
sia esso di piccole dimensioni o enormi come una gigantesca
galassia, può avere un suo spazio di isolamento allo stesso
modo delle singole unità di energia.
Senza il principio di isolazionismo spaziale e dell’azione di
gravità non potrebbe esistere un mondo fisico così come noi
lo conosciamo.
Come pure non potrebbe esistere se non ci fosse un
principio d’ordine dietro all’appena descritto sistema di
“stabilizzazione fisica delle sostanze”. Questo principio
d’ordine lo chiamiamo: la legge universale degli ordini
direttivi orientativi delle unità di energia.
Ne discende che:

le leggi di isolazionismo spaziale e degli ordini


direttivi orientativi delle unità di energia
costituiscono i due cardini fondamentali della
Creazione e manifestano dinamiche con il potere
della continuità perenne, possedendo un campo
inviolabile di protezione. Esse sono le chiavi che
aprono la porta di tutta la conoscenza cosmica.
Anche questa volta l’aggettivo cosmico è stato usato in
un’accezione più ampia di quella a noi più comunemente nota,
ovvero dell’insieme di galassie, stelle, pianeti, e via via fino
alle particelle elementari, che costituiscono il nostro cosmo
fisico. Comprende soprattutto ciò che abbiamo definito come

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lo spazio cosmico, ovvero il livello in cui si “organizza” ciò


che sta dietro la materia fisica vera e propria.

Le particelle fisiche

In quanto sopra abbiamo quasi sempre usato il


termine “esponente elementare”, passando poi a
“energia elementare” e anche a “particella”.
Forse è necessaria una qualche spiegazione per
comprendere meglio questa distinzione.
Secondo quanto mi è dato ora di comprendere,
l’esponente elementare è l’energia elementare al
momento della sua formazione; possiamo dire che sono
sostanzialmente la stessa cosa e rappresentano il primo
elemento di formazione di qualcosa di “fisico”, anche se
ancora a livello puramente energetico. In sostanza è
un’energia organizzata che, una volta immessa nel
mondo fisico, ci rimane in eterno.
Appena arrivata, però, quest’energia viene
trasformata in velocità e qui possiamo parlare di
esponente elementare in senso generico, in viaggio a
velocità cosmica e dotato di un’energia che ora
manifesta tanto sotto forma di velocità e poco sotto
forma di calore.
Il passo successivo si ha quando più “quanti” di
esponenti elementari (energia elementare) uniti tra loro
in qualche modo, riducono la propria velocità cosmica
in velocità fisica, dando origine a ciò che noi
normalmente chiamiamo particelle.
Solo ora possiamo parlare di particella e, in questo
senso, l’annichilazione riguarda solo particelle. Si
annichilisce il complesso – la particella – non gli
esponenti elementari che la costituiscono, eterni, che
troveranno nuova strada, nuove velocità o

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manifestazioni termofisiche e, successivamente, un


nuovo assemblaggio particellare.

Quando si procede a un qualsiasi urto tra particelle,


dall’urto nascono varie manifestazioni energetiche e/o
particelle o sub-particelle di vario tipo; la fisica attuale si
diverte a fare questo tipo di urti per andare a vedere che razza
di particelle nascono e dà grande spettacolo mediatico quando
scopre qualche nuova particella …
In questo tipo di manifestazioni potrebbe sembrare che
l’iniziale esponente elementare, alla base della particella
urtata, sia stato smembrato in tante sue piccole parti.
In effetti, però, non è così.
L’esponente elementare rimane in eterno quello iniziale,
con la stessa “forma” (leggi “ordini direttivi”) ed energia.
Va infatti ribadito che le particelle sono composte da più
esponenti e nell’urto tra particelle si può ottiene la separazione
completa di tutti gli esponenti - l’annichilazione, in cui si slega
completamente l’assemblaggio esponenziale e si hanno dei
fenomeni termofisici - o parziale, con slegatura della particella
iniziale in nuove particelle e fenomeni termofisici.
Ciò che cambia è dunque solo l’“esplicitazione” degli
esponenti elementari nell’ambito fisico, il loro più o meno
immediato trasformarsi in energia o in una o più particelle,
ovvero ciò che costituisce il risultato dell’osservazione nella
fisica delle particelle.
Dunque:

l’esponente elementare termofisico è eterno e


immutabile; lo spegnimento della sua energia
termica iniziale gli fa assumere velocità cosmica.
L’incontro di più esponenti elementari di moto e
velocità non tutti concordanti rallentano la velocità

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d’insieme a velocità fisica e ne risulta un


assemblaggio che costituisce le particelle fisiche.
A seconda degli esponenti elementari iniziali e
dell’interazione che si viene a costituire tra gli
esponenti elementari e anche con altre particelle
dello spazio fisico, le particelle generate potranno
essere diverse.
Dunque la materia fisica è tutta costituita
dall’assemblaggio di esponenti elementari che posseggono,
singolarmente, un’energia elementare caratteristica degli
ordini direzionali che entrano nella costituzione
dell’esponente stesso.
Ogni singolo ordine possiede delle caratteristiche costanti
che possono essere riassunte in:

 direzione immutabile
 “possibilità” di colore di luce particolare;
 velocità propria;
 “possibilità” di temperatura costante e particolare.
Dalla “miscelazione” di queste proprietà di base nascono le
caratteristiche del complesso fisico.
Va osservato che quanto più elevato è il numero degli
esponenti elementari (esponenti energetici) in un complesso
fisico, tanto minore è la velocità e l’azione diretta dell’energia
elementare. Dunque l’energia elementare viene via via tanto
più occultata quanto più si ingrandisce il complesso fisico.
Tra le associazioni esponenziali di base più significative ci
sono quelle che compongono gli atomi, distinti a esempio
nella serie atomica riportata nella tavola periodica degli
elementi di Mendeleev.
Anche nei singoli atomi, come in tutti gli eventi che
precedono la loro formazione, si manifestano le sole due forze

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psichiche esistenti: quella centripeta nucleare e quella


centrifuga elettronica.
Gli elettroni, non potendo sfuggire dal loro campo
magnetico centripeto, si sfogano in un moto traslativo attorno
al nucleo, vorticando su sé stessi in un moto rotatorio o spin.
Questi due moti non incontrano ostacoli che li frenino e
dunque la loro energia-calore è minima. Ma se questi due moti
elettronico e rotatorio protonico vengono fermati, allora
riappare l’energia termica con la sua luce.

L’origine della radioattività.

Un aspetto particolare della dinamica dell’azione delle


forze psichiche centripeta e centrifuga all’interno dell’atomo
è quello della radioattività.
Gli atomi radioattivi sono in generale atomi “saturi”,
pesanti.
Tutti gli elementi che presentano radioattività spontanea
hanno un elevato numero atomico22, come l’uranio, il torio o
l’attinio. Questa loro “pienezza” li rende in qualche modo
instabili: la loro a struttura atomica è talmente satura di
elettroni, protoni e neutroni, che l’azione complessiva del
moto centrico (magnetico) viene a indebolirsi, a favore di
un’azione centrifuga o, come dice Ettore, eccentrica.
L’esplicitazione di questa situazione mostra un maggior
numero di urti tra i vari elettroni, protoni e neutroni.

È un po’ come essere in autostrada in una giornata da


bollino nero. Il grande affollamento ci stressa e
diminuisce la concentrazione alla guida - il magnetismo

22
Il numero atomico, indicato in genere con la lettera Z, corrisponde al
numero di protoni contenuti nel nucleo atomico (e in un atomo neutro
anche al numero di elettroni).

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che cala -, cosa che favorisce i tamponamenti, se non


qualche urto più serio.

Come forse sappiamo dalla fisica atomica, gli urti tra


particelle le possono rompere o, comunque, almeno far uscire
qualche esponente elementare o qualche “quanto” di energia
elementare, cosa che nel breve periodo non cambia
sostanzialmente la struttura dell’atomo.
E in effetti, da tali urti fuoriescono alcuni esponenti
“carichi” di ordine destro e sinistro orizzontale e altri neutri di
ordine verticale. L’urto provoca anche la nascita di un alto
grado di calore fisico che si trasforma subito in velocità degli
esponenti appena rilasciati. Avviene così una sorta di
esplosione che allontana dall’atomo gli esponenti, ovvero
nasce una radiazione con carattere radioattivo ed emissione, a
seconda dei casi, di raggi ,  e .
Quando gli scienziati individuarono la radioattività,
pensarono di ottenerla artificialmente con un bombardamento
corpuscolare dei nuclei, cosa che venne fatta nella pila atomica
e negli acceleratori di ioni. La cosa aprì la strada anche alla
possibilità di trasmutare gli elementi, come fece inizialmente
E. Rutherford23 quando, bombardando l’azoto con le particelle
 emesse dal radium, ottenne idrogeno e ossigeno. La
conoscenza nel settore ha fatto poi molta strada, per arrivare,
negli anni ’40, alla bomba atomica in cui, sostanzialmente, si
applica un iniziale bombardamento con neutroni di un nucleo
atomico, il quale si scinde emettendo altri neutroni che a loro
volta urtano e scindono altri atomi provocando una reazione a

23
Ernest Rutherford (1871-1937) è stato un chimico e fisico neozelandese
naturalizzato britannico che viene considerato il padre della fisica nucleare.
Nobel per la chimica nel 1908, fu il precursore della teoria orbitale
dell’atomo, poi sviluppata ulteriormente da Bohr, nell’ipotizzare la
presenza dei neutroni nel nucleo atomico, punto di concentrazione di tutta
la massa dell’atomo. Fu lui a coniare i termini di raggi (isotopo dell'elio,
4
He) e . Sua la famosa frase “Nella scienza esiste solo la fisica, tutto il
resto è collezione di francobolli”.

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catena. Ciò coincise con l’evidenza sperimentale che la


scissione di un atomo libera grande energia, cosa del resto già
prevista da Einstein nel lontano 1905.
La scienza attuale continua, di fatto, su questa strada,
promuovendo l’urto tra particelle spinte ad alte velocità, per
vedere cosa succede …
Ma la natura non fa esattamente così; eppure continua a
vivere e a estrarre, più o meno pacatamente e senza provocare
cataclismi nella struttura più intima della materia, tutta
l’energia di cui ha bisogno.
Il nostro cammino di comprensione segue quest’ultimo
sentiero.

Moti e velocità nel Creato.

Nell’ambito dell’“esplicitazione” degli esponenti


elementari nello spazio fisico, assume una rilevanza
fondamentale il moto che le particelle assumono.
Abbiamo a suo tempo visto che il moto psichico è un moto
puramente rettilineo (puramente traslativo) e non dotato di
spin.
Il moto cosmico, invece, comporta un moto traslativo e un
abbinato moto rotatorio.

↓proprietà \ moto → Psichico Cosmico Fisico


traslativo e traslativo curvo + traslativo curvo +
Tipo
rettilineo rotatorio rotatorio
Velocità psichica cosmica fisica
finita ma molto
elevata, maggiore massima di circa
Massima velocità elevata (velocità
di 1.000.000 km/s 300.000 km/s
del pensiero)

Tabella 1: proprietà dei moti esistenti nel nostro universo.

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Francesco Alessandrini

Il potere psichico possiede dunque una velocità limite che


è comunque finita ma molto elevata e corrisponde alla velocità
superlativa del pensiero (si noti bene che non è la velocità con
cui il pensiero si muove nel cervello, che è una velocità fisica).
Il potere psichico è un potere che reagisce – potere reattivo –
quando si trova davanti “qualcosa” e costituisce il più alto
potere reazionario dell’universo. Esso opera di continuo sulla
creazione fisica che, ricordiamo ancora, è costituita
unicamente da energia termo-fisica.
Questo potere psichico di base è il potere della potenza zero
e si manifesta costantemente su ogni particella fisica
costringendola a fuggire in ogni direzione, proprio per non
subire questo tipo di reazione ambientale. In questa fuga, la
particella si mette in rotazione su sé stessa, proprio per
contrastare questo potere reazionario esistente nello spazio.
Il perché di questo moto rotatorio è da ricercarsi nel fatto
che, quando si viene a creare l’esponente elementare, esso
abbandona lo stato di velocità psichica per passare a quello di
velocità cosmica.
Questo passaggio di velocità fa sì che l’esponente, pur
sottoposto all’“aggressione” del potere reazionario psichico,
comunque mantenga un minimo di entropia, ovvero mantiene
un minimo di calore fisico, proprio per il fatto di essere alla
velocità cosmica. L’effetto della reazione del potere psichico
su questo minimo calore residuo è quello di generare il moto
di spin, ovvero la reazione viene a sfogarsi attraverso il moto
rotatorio.
A causa della nascita del moto rotatorio, il moto traslativo
non può più svolgersi in modo rigorosamente rettilineo e si
incurva leggermente nella sua propagazione spaziale.
Questa leggera curvatura rappresenta, di fatto, lo sviluppo
massimo conseguito fino a quel momento da parte
dell’universo fisico. Ovvero la presenza della curvatura può
venir sostanzialmente vista come ciò che divide il confine tra

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La Fisica del Terzo Millennio

la creazione universale fisica e il confine spirituale


dell’iperspazio infinito.
Se il concetto non è chiaro, andate a rivedere quanto
abbiamo detto nel paragrafo su “lo spazio cosmico” e forse
apparirà più logico come l’effetto curvante dell’iperspazio
sullo spazio cosmico sia nel contempo l’effetto del primo sul
secondo e contemporaneamente una sorta di confine dato dalla
variazione di comportamento tra i due spazi, del secondo che
non riesce a stare dietro al primo a causa delle velocità così
diverse e dal conseguente effetto curvante.
Da ciò discende che il calcolo della velocità delle particelle
(degli esponenti elementari ma anche di ogni altra particella
fisica) non dipende dalla loro massa, come nella teoria della
relatività, perché la velocità di un qualsiasi corpo (la luce,
come anche i corpi celesti) viene precisata esclusivamente dal
potere reattivo presente nello spazio afisico.
Diciamolo con più enfasi:

la velocità e il moto di un qualsiasi corpo dipende


solo dall’effetto che ha su di lui il potere reattivo
dello spazio atermico e dunque afisico.
Tale spazio, completamente privo di massa, spirituale ed
etereo, riesce a insinuarsi ovunque, compenetra sottilmente la
materia già formata e produce su ogni minima particella una
reazione costante.
Dunque tutto l’universo cosmico soggiace a delle leggi
fondamentali di comportamento che si basano essenzialmente
su:

1) le forze reazionarie della potenza zero (dell’iperspazio


infinito);
2) il potere superlativo delle forze dello spazio spirituale
(forze dello spirito), sostanzialmente sintetizzabile

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nell’azione degli ordini direttivi … organizzati e


influenzati dal pensiero.
Entrambi i punti descritti rappresentano una reazione
esclusivamente atermica, quindi non caratteristica dell’ambito
fisico che, per definizione e significato, è l’ambito
dell’universo caratterizzato dalla presenza di termia.
Dunque tutte le particelle dell’universo fisico, a partire dal
primo esponente elementare di energia fino ai più giganteschi
complessi galassici, sono mosse dalla reazione atermica
esistente nell’infinito universo, in cui il potere atermico
reagisce contro l’invadenza termofisica cosmica.
Potremmo tentare di riassumere il discorso sui moti
dicendo che:

1) il moto traslativo cosmico è prodotto dalla reazione


dello spazio atermico contro la creazione termofisica
dell’energia.
2) Il moto rotatorio è la conseguenza della riduzione della
velocità psichica quando diviene velocità cosmica e,
tanto maggiore è la riduzione di velocità traslativa,
tanto maggiore è il moto rotatorio che nasce.
3) Nessuna particella fisica o esponente è priva di moto
rotatorio.
4) Nel moto traslativo assoluto e rettilineo, invece, non
può esistere il minimo moto rotatorio perché, se così
fosse, l’azione rotatoria lo porterebbe a una inevitabile
curvatura.
5) Dunque il moto traslativo assoluto o puro è soltanto
rettilineo, mentre il moto, quando diviene traslativo
relativo, diventa curvo.
6) Ogni creazione fisica possiede un suo particolare moto
rotatorio e perciò, nell’estendersi spazialmente,
assume una sua particolare curvatura.

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Figura 21: lo specifico moto rotatorio induce una specifica curvatura


nel moto complessivo delle particelle.

7) In generale si può dire che tanto più alta è la velocità


di una particella, tanto più ridotti saranno la sua massa
e il suo campo e tanto più accentuato il suo moto
rotatorio.

VELOCITÀ MASSA CAMPO MOTO ROTATORIO


Figura 22: il rapporto tra le proprietà di una particella.

Gli ordini direzionali, l’intelligenza della fisicità

Da quanto detto dovrebbe anche emergere la grande


importanza degli ordini direzionali o direttivi che si propagano
in tutte le direzioni in un ambito tridimensionale,
manifestandosi poi, una volta giunti sul piano fisico, sul piano
verticale (ordini neutri) e sul piano orizzontale (ordini positivi
destri e negativi sinistri). In questa loro manifestazione gli

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ordini direzionali possono rivelare caratteri differenziati e


singolarmente diversi.
Dunque gli ordini direzionali sono quel qualcosa di
imponderabile, di etereo e contemporaneamente indistruttibile
che si muove in continuazione nello spazio e che produce,
quando opportunamente concentrato, la base intelligente di
ogni elemento fisico.
Questi ordini si manifestano nello spazio spirituale come
velocità pura e si propagano in ogni senso senza produrre
calore e cioè non possono venir arrestati da nessun corpo: se
ci fosse un urto si produrrebbe calore.
È proprio questa loro essenza eterea e la mancanza assoluta
di massa a rendere possibile questa loro “penetrabilità” e
onnipresenza.
Mi risulta piuttosto difficile immaginarli: è qualcosa che
pervade tutto ma … senza però essere né massa né energia.
Si tratta di un’organizzazione locale dello spazio che poi
diventa organizzazione della materia.

In questo senso io li ho definiti (qui Ettore non


c’entra) come delle forme-matrici, ovvero una porzione
di spazio organizzato che costituisce la base (matrice)
per la successiva nascita della materia.

Questi ordini direttivi, finché viaggiano alla loro


superlativa velocità psichica, non generano nulla.
Per generare qualcosa bisogna fermarli.
L’unico modo per farlo è quello di concentrarli in un unico
punto, nel quale le loro “modificate” orientazioni li fanno
convergere.
Questa “miracolosa” convergenza è dovuta esclusivamente
a quella potente forza attrattiva che è il tempo o, meglio, il
magnetismo temporale. Esso riesce a condensare un certo

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numero di ordini direzionali in un centro, il più piccolo


“campo” concepibile, generando l’esponente neutro.
Questo piccolissimo campo è, di fatto, la parte neutra e
“intelligente” della creazione fisica.
Esso tende alla staticità che, però, non potrà mai venir
raggiunta completamente: questo esponente neutro, che noi
consideriamo come la base del successivo componente fisico,
è pur sempre derivato dal moto psichico degli ordini stessi,
moto che non può venir completamente trattenuto dal
magnetismo temporale.
Allora succede che questa concentrazione neutra non riesce
a essere trattenuta in quel piccolissimo spazio che nasce al
momento della sua costituzione: è un complesso associativo di
ordini troppo denso che subisce, anche a causa di una reazione
espansiva indotta dal moto psichico, una specie di esplosione
che lo induce a ruotare e ad assumere un moto traslativo curvo.
Il successivo incontro di almeno quattro esponenti neutri
farà nascere l’esponente elementare termofisico o energia
elementare, il primo elemento veramente fisico del nostro
universo, dotato anch’esso di una precisa “forma” o
intelligenza che discende direttamente dagli ordini direzionali
che sono stati concentrati per realizzare la sua formazione.
Dunque:

gli ordini direzionali, a seconda di quanti e di come


vengono concentrati determinano l’organizzazione
della futura materia fisica.
Ovvero:

l’ordine direzionale, inteso come una


organizzazione locale dello spazio, e cioè una forma
eterea e senza massa o energia, è un’organizzazione
intelligente alla base della creazione fisica.

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Ovvero ancora, l’ordine direzionale è uno schema


sottostante un elemento della Creazione. Le modalità di
assemblaggio di questi schemi sono però a monte e risiedono
in specifici “pensieri” sostanzialmente presenti già tutti
nell’Idea Creativa iniziale.

Il moto nei complessi fisici

L’esponente elementare o unità fisica di spazio-tempo è ciò


che possiede il moto rotatorio più rapido possibile nell’ambito
di ciò che si può considerare fisico.
Quando poi queste unità si associano gradualmente con
altre per andare a costituire gli elementi del mondo fisico così
come noi li vediamo e percepiamo, quel moto rotatorio, o
meglio quel potere rotativo che è alla base del comportamento
fisico, diminuisce, senza però mai cessare del tutto.
Nel percorso complessivo di formazione delle particelle del
modo fisico si assiste dunque a una graduale modifica dei
moti: si passa dall’iniziale moto traslativo assoluto rettilineo,
a un moto traslativo relativo associato a un secondo moto
relativo, di tipo rotatorio, responsabile, a sua volta, della
“degenerazione” del moto traslativo rettilineo in moto
traslativo fisico curvo.
E tanto più curvo sarà questo moto, tanto maggiore risulta
essere la velocità rotatoria, e viceversa.
Da ciò risulta che la curvatura del moto non è dovuta a
un’attrazione di tipo gravitazionale classica, ovvero dovuta
alla massa, ma a un’attrazione che possiamo sempre chiamare
“gravitazionale” (visto che ormai siamo così ben abituati), ma
la cui origine è insita nella velocità del moto rotatorio
posseduta dalle particelle e non certo nella loro massa.
Se ciò è vero, negli esperimenti che tentano di leggere la
curvatura della luce, elementi di luce diversa dovrebbero

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curvarsi diversamente, perché possiedono velocità di


rotazione diversa.
Ettore chiama endosferico questo tipo di moto dei
complessi fisici, ossia interno a una sfera. La curvatura del
moto, infatti, costringe le particelle a non scappare verso
l’infinito con un moto esclusivamente radiale rettilineo, ma a
causa di questa curvatura lo costringe a rimanere all’interno di
sfere, di raggio ampio quanto volete. Questa caratteristica
endosferica del moto si traduce poi in una analoga limitazione
del cosmo fisico, anche se in continua espansione.
Il cosmo, anche quello esterno al cosmo fisico vero e
proprio, appare dunque come una sorta di grande sfera, con
una delimitazione vaga e in continua espansione rispetto al
circostante spazio spirituale, limite della Creazione
nell’infinito iperspazio “esterno”.
Molto semplicemente, dunque, il moto curvo delle
particelle fisiche provocato dalla loro rotazione è alla base di
un sistema cosmocentrico, ovvero la Creazione, nel suo
avvicinarsi alla fisicità, tende a racchiudersi in un cosmo
“delimitato” rispetto all’infinito iperspazio esterno e anche
allo spazio spirituale, la parte più ampia ed esterna del nostro
universo.

La sintesi è nel respiro dell’universo.

Prima di andare a parlare della creazione fisica vera e


propria, cerchiamo di dare una sintesi di quanto abbiamo
finora visto.
Alla base della creazione fisica ci sono solo due forze
universali ideali: una forza centrifuga, espandente,
caratteristica dello spazio, e una forza centripeta, concentrante
e assorbente, caratteristica del tempo. Esse hanno
sostanzialmente la stessa potenza ma, com’è chiaro, agiscono
in direzione esattamente opposta.

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Inoltre una agisce in modo continuo, quella espandente


dello spazio, mentre l’altra ha un funzionamento alterno,
quella del tempo: per un attimo c’è e un istante dopo non c’è
più. E poi riprende … e poi scompare di nuovo.
Di fatto però, la forza dello spazio non appare, o meglio, si
vede che c’è solo quando si è messo prima in moto il tempo, a
assorbire qualcosa.
In conseguenza di ciò, nell’istante in cui il tempo non
agisce a causa del suo moto alterno, si vede che ciò che a causa
sua si era concentrato tende a espandersi, proprio per la forza
espandente dello spazio.
L’azione alterna di queste due forze genera quello che
potremmo chiamare il respiro ritmico dell’universo, che si
muove solamente nel suo particolare spazio curvo, con
movimenti che avvengono attorno a un suo centro, il tutto
immerso in un iperspazio infinito esterno.
Questo respiro è dunque costituito da un ciclo alternato di
moto-spazio e di moto-tempo; è proprio questo ciclo che
condiziona e che viene a costituire la misura dell’unità di
spazio fisico, la misura dell’unità di tempo presente, ma anche
quella dell’unità di energia elementare e dell’unità di velocità
cosmica alternata. Ovvero:

l’alternanza di moto-tempo (assorbimento) e moto-


spazio (espansione) è alla base di ogni unità spazio-
temporale-energetica-materiale.

Noi siamo qui perché esiste un ritmo del Tempo-


Spazio; senza questo ritmo non c’è esistenza fisica e
nemmeno spirituale.
Su questo respiro ritmico, un ritmo eterno, si basa tutta
l’Armonia dell’universo fisico, un processo di graduale
raggiungimento di un ordine finale che accompagna il

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progressivo sviluppo della creazione fisica. Questa Armonia


si organizza e disorganizza di continuo, sino al
raggiungimento della più alta perfezione organizzativa e lo fa
attraverso infinite mutazioni e trasmutazioni progressive, solo
apparentemente casuali.
Le due forze immateriali, quando si inseriscono nella
creazione fisica, operano su di essa a tempi alterni: ora creano
l’attimo-spazio e, subito dopo, l’attimo-tempo, in una
successione rapidissima ed eterna. L’attimo-spazio e l’attimo-
tempo rappresentano le due unità di misura fondamentali dello
spazio-tempo.
Quando agisce la prima forza, quella centripeta del tempo,
gli esponenti elementari neutri, prima semplici ordini direttivi,
perdono la superlativa velocità traslativa psichica assumendo
un moto rotatorio rapidissimo e la velocità d’insieme diventa
di livello cosmico. A seguito di ciò si perviene poi, attraverso
una susseguente fase formativa, alla generazione
dell’esponente elementare.
Tutti gli esponenti elementari continuano poi a essere
soggetti alla forza centripeta del tempo.
A causa di tale soggezione, la natura dell’esponente diventa
“magnetica e assorbente” ovvero attrattiva e conglobante e, si
noti bene,

nessuna forza potrà mai rompere la sua integrità


costitutiva assoluta, ovvero la forza che la tiene
assieme è talmente forte che quell’esponente è
costituito così com’è per l’eternità e nulla potrà mai
scioglierlo.
Di fatto tale elemento eterno è un’unità di tempo presente,
che, una volta costituita, non potrà più “sparire”.
Se ciò è vero, dunque, da qualche parte le infinite unità di
tempo presente che si vanno a costruire … nel tempo, si

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possono “immagazzinare” e in qualche modo, si devono anche


poter ritrovare.

Ovvero, ciò che consideriamo “passato” c’è


ancora, da qualche parte.
Questo “qualche parte” fa … parte dello spazio cosmico.

Avviciniamoci alla cromofisica universale.

I corpi fisici che sono associati a determinati esponenti


elementari subiscono la natura magnetica degli esponenti
stessi, che si è organizzata secondo “linee di forza magnetica”.
A causa di questa influenza perdono la loro forza espansiva
rallentando la forza traslativa e assumendo un moto rotatorio.
Il moto rotatorio assunto è diverso da corpo a corpo ed è
riferibile con estrema precisione all’insieme degli specifici
esponenti che compongono il complesso fisico.
Ciò significa che dietro un corpo fisico agisce un
particolare campo “magnetico” che induce uno specifico moto
rotatorio, tipico di quel corpo o, meglio, degli esponenti
elementari che costituiscono quel corpo fisico.
Qui potremmo definire come “magnetismo esponenziale”
quella particolare forma di coesione che lega gli esponenti fra
loro, consentendo la formazione della materia.
Alla base sono comunque sempre loro, quegli esponenti
elementari che possiedono un loro modo specifico di ruotare,
ovvero possiedono un particolare ordine di giro, che possiamo
chiamare spin.
Questo spin dipende strettamente dall’inclinazione
dell’asse polare ideale dell’esponente: tale asse rappresenta la
direzione di orientamento del moto traslativo e determina la
velocità che assume l’esponente stesso.

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Questo senso o direzione orientativa della composizione


elementare della materia ha un’importanza enorme, perché da
esso si può individuare a quale ordine cromatico appartiene
l’esponente.
Qui apriamo, e anche chiudiamo subito, un altro importante
capitolo, che è quello della cromografia universale.
Dire che esiste una cromografia universale vuol anche
significare che, sostanzialmente, la natura ha alla sua base
un’espressione che potremmo definire “colorata”.
Si trova infatti che già gli ordini direzionali possiedono un
loro colore particolare, che può essere puro o combinato.
Per convenzione Ettore indica come colori puri quelli che
stanno a indicare i quattro punti cardinali ideali di una sfera.
La sfera può essere divisa in due piani, uno verticale e uno
orizzontale oppure può essere divisa anche in quattro ordini
direttivi fondamentali, rappresentati appunto dai quattro punti
cardinali rappresentati nella figura che segue.
I quattro ordini direttivi fondamentali sono rappresentati
dai quattro punti cardinali:

 Verticale Superiore: blu o bleu di Prussia


discensionale, di carattere neutro;
 Verticale Inferiore: rosso lacca o cinabro rosso
ascensionale, di carattere neutro;
 Orizzontale Destro positivo: giallo limone;
 Orizzontale Sinistro negativo: indaco.

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VS blu di Prussia
discensionale

+ OD giallo
limone

- OS indaco

VI rosso lacca
ascensionale

Figura 23: la sfera suddivisa in quattro ordini direttivi fondamentali.

I quattro colori degli ordini direttivi fondamentali citati li


definiamo Colori Elementari.
Tutti i raggi che possono esistere sulla sfera universale fra
un punto cardinale e l’altro creano sempre una luce combinata
dai due colori fondamentali più vicini. Le luci di questi raggi
cromatici “miscelati” non saranno dunque più pure luci
cromatiche fondamentali ma complementari o composte.
I colori complementari che rappresentano gli ordini
direzionali intermedi sono un’equilibrata composizione di due
o più ordini cromatici fondamentali; anche essi sono in
numero di quattro e sono il viola, il verde, l’arancione e il
neutro (il nero blu).
I quattro colori puri più i quattro colori complementari, tutti
assieme, costituiscono la base della cromofisica universale.

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La Fisica del Terzo Millennio

Ogni esponente elementare presenta un suo ordine direttivo


cromatico immutabile, che è poi responsabile del carattere
cromatico dell’esponente stesso.

bleu
nero bleu (neutro) verde

giallo
indaco

arancione
viola
rosso

Figura 24: la sfera universale suddivisa nei quattro colori puri più i
quattro colori complementari.

Le composizioni associative di più esponenti elementari,


nel formare la materia, posseggono valori cromatici di vario
tipo, calore e velocità.
Analizzando la composizione cromatica di una qualsiasi
composizione associativa fisica, si può comprendere la sua
struttura compositiva.
Dallo studio dei fenomeni ottici, sappiamo che il prisma
può scomporre i colori e proiettarli separatamente,
conservando lo stesso ordine cromatico generale.
L’applicazione di tecniche simili di scomposizione della sua
luce, ci permette di catalogare ogni esponente secondo il suo
valore cromatico, ovvero nel suo particolare ordine direttivo
che ne precisa il grado termico.
Ciò è reso possibile dal fatto che ogni colore dipende da
una particolare direzione e ogni colore possiede una sua
particolare velocità costante. Questo ci conduce a
un’importantissima conclusione, ovvero che:

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nessuna direzione (ordine direttivo) possiede la


velocità di un altro ordine, ma ogni direzione varia
di velocità e conseguentemente di colore.
L’analisi cromatica ci porta a comprendere con che tipo di
ordini direttivi, a monte della materia stessa, abbiamo a che
fare!
Non so se è chiaro, ma questa è un’affermazione
importantissima: guardando il “colore” di una particella,
siamo in grado di risalire alla sua struttura e composizione non
fisica … alla sua “anima”!

Il fotone

Nel cammino di avvicinamento ai complessi fisici,


possiamo fare un esempio e considerare il complesso fisico
più semplice in assoluto: il fotone.
Esso può manifestare ogni direzione, cioè avere alla base
qualsiasi ordine direzionale. I fotoni quindi si differenziano
moltissimo e possono avere velocità e colori diversi e, proprio
in funzione del loro ordine direttivo, variare velocità, colore e
grado termico.
Un fotone che appartenga al piano verticale spaziale
assume un carattere neutro, mentre se appartiene al piano
orizzontale assume un carattere fisicamente positivo se è di
senso direzionale destro o negativo se è orientato a sinistra.
Quando riusciamo a far convergere in un punto un’intera
gamma di fotoni che possiedono ordini direttivi diversi, si
genera una luce bianca. In questo caso tutto l’andamento
traslativo lineare delle singole velocità si modifica in moto
rotatorio in grado di generare un “picco” di attrito o, detto
altrimenti, si genera il massimo livello di calore tipico,
appunto, della luce bianca.

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La Fisica del Terzo Millennio

Diversamente, sovrapponendo vetri di colore diverso


ovvero sovrapponendo e non concentrando più associazioni
fotoniche diverse, in trasparenza si ottiene il colore nero (o
neutro), dotato livello di calore molto minore, minimo.
Il fotone riesce dunque a spaziare tra tutti i livelli di colore,
ovvero tra tutti i livelli di velocità e calore … riesce a
comprendere tutti i colori dell’Iride.
Come tale va considerato come la composizione fisica
perfetta e, in un certo senso, più completa della natura,
presentando la massima estensione di “comportamento”
possibile e nella sua forma più semplice.
Ricordiamo che, per la legge di isolazionismo spaziale, il
moto rotatorio dell’esponente elementare genera attorno a sé
un campo spaziale negativo che lo isola dagli altri esponenti,
dotati di un simile campo negativo.
All’interno del singolo fotone, per la legge di isolazionismo
spaziale, i singoli esponenti elementari non si possono fondere
assieme e ciò comporta la sua possibilità di manifestare,
luminosamente suddivisi, i suoi componenti cromatici,
esplodendoli nelle varie direzioni.
Il fotone, la particella fisica perfetta, risulta comunque
essere ancora una composizione estremamente instabile e
sensibile, la più instabile e sensibile del mondo fisico.
Ogni fotone possiede in sé un compendio di alcune
specifiche particelle elementari.
Queste particelle elementari sono comunque corrispondenti
a un cromatismo inquadrato nella sua completezza
dall’Ordine Cromatico Generale che, in termini numerici,
presenta un sistema organizzato su una base numerica ottale e
in varianti complessive pari a otto elevato all’ottava potenza
(88).

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Francesco Alessandrini

Più campi negativi si


respingono e ciò
mantiene isolati gli
esponenti elementari

Lo spazio (campo
attorno all’esponente
elementare) è
sempre “negativo”

Figura 25: sintetica rappresentazione della legge di isolazionismo


spaziale.

I fotoni, a causa del moto rotatorio più intimo, quello


dovuto ai singoli esponenti, e per il particolare complesso
costitutivo associativo, riducono la velocità cosmica che ogni
particella di energia pura possiede in velocità fisica, passano
cioè da una velocità di circa 1 milione di km al secondo, ai
noti circa 300.000 km/s.

La velocità delle particelle nel mondo fisico

Quando si parla di velocità cosmica, ci si riferisce in


generale alla velocità posseduta dall’energia elementare24 in
movimento puro e non impedito da ostacoli fisici, sempre
presenti nello spazio fisico e, anzi, dovuti alla struttura stessa
del nostro spazio fisico.

24
L’energia oscura di cui tanto si parla è l’energia elementare o gli
esponenti elementari non ancora associati in modo da costituire particelle
fisiche. Mentre la tanto ricercata materia oscura non esiste e l’equivalente
effetto gravitativo va ricercato nella rotazione degli stessi esponenti
elementari.

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La Fisica del Terzo Millennio

Tutta l’atmosfera fisica, infatti, è invasa da un numero


infinito di particelle elementari e ciò ostacola la libera corsa
dell’energia elementare.
In relazione alla velocità di un corpo fisico o, meglio, di un
corpo associativo fisico, va subito chiarito che più aumenta il
valore associativo del corpo stesso ovvero più è complesso un
corpo e maggiore è il suo numero di componenti elementari,
minore diventa la sua velocità; dunque:

più un corpo è complesso, minore è la sua velocità.


Questo rallentamento progressivo in funzione della
complessità è dovuto al fatto che ogni singola particella
componente possiede un suo senso direttivo costante che è
costretta a modificare solo se intervengono delle forze
“superiori” contrarie alla sua direzione di movimento.
E siccome in un complesso fisico esistono miliardi e
miliardi di particelle orientate, ne consegue che la velocità di
quel complesso viene a essere ostacolata da numerosissimi
ordini direzionali che si ostacolano o si annullano
vicendevolmente.
Dunque aumentando la complessità, ovvero il numero di
particelle componenti che si associano, si diminuisce la
velocità, ma nel contempo si aumenta proporzionalmente la
temperatura di quel complesso fisico. E ciò semplicemente
perché nel moto rotatorio più intimo delle singole particelle
costituenti, si produce un numero maggiore di attriti,
generatori di calore.
Da ciò discende una regola generale, in apparente ma solo
apparente contrasto con le conoscenze attuali, che

tanto è più alta la velocità delle particelle, tanto


minore sarà la temperatura di quel complesso
atomico.

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Francesco Alessandrini

Parliamo allora di calore, di urti e di energia.

Da quanto finora detto dovrebbe essere chiaro che il calore,


nello spazio spirituale, è assolutamente mancante. Tale spazio
si pone dunque alla temperatura dello zero assoluto, valore di
temperatura che indica l’assenza completa di calore.
Diversamente, il calore diventa l’elemento fondamentale
della creazione fisica, anzi, la definizione stessa di elemento
fisico si confonde con quella di calore:

un elemento è fisico solo se ha calore.


Il calore, dunque, interviene come base e principio
dell’energia elementare che rappresenta la materia fisica.
E la natura del calore prende origine unicamente dal moto
rotatorio, perché solo da esso può nascere l’urto fisico, o
l’attrito, che provoca la nascita del calore. Quindi:

il moto rotatorio delle particelle è sinonimo di


calore.
Fermando allora una velocità traslazionale e
trasformandola in moto rotatorio, si avrà tanto più calore
quanto maggiore era la velocità iniziale. Ciò perché, per
fermarla, si sarà impiegata un’energia proporzionale alla
velocità stessa.
Siccome l’energia non si disperde, quella che sì è utilizzata
o recuperata per fermare la velocità si ritroverà, alla fine come
calore nella particella fisica.
Dunque:

alla base della trasformazione dell’energia ci sta


l’urto, ovvero l’urto è il mezzo che permette di

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La Fisica del Terzo Millennio

conseguire una trasformazione nella modalità di


manifestazione dell’energia, dato per assodato che
l’energia, una volta creata, non si disperde.
Quando si ferma il moto cosmico si ottiene un’energia
cosmica, ovvero quanto più alto e veloce è un moto, tanto
maggiore è l’energia che si può recuperare. Detto altrimenti,
agendo sulla velocità cosmica delle particelle potremmo
recuperare un “sacco” di energia in più rispetto a quello che
facciamo normalmente, a esempio tramite la combustione, in
cui le particelle su cui agiamo hanno velocità molto più basse.
A esempio, l’energia elementare che è la forma di energia
dotata del maggiore calore specifico e di altissima temperatura
- si parla di 500 milioni di gradi centigradi -, si ottiene dalla
somma di un’intera gamma di ordini direttivi che si incontrano
tutti in un centro, urtandosi e fermandosi in quell’unico
minuscolo punto di fusione unitaria.
Ma se da un poderoso urto nasce l’energia elementare, da
un urto tra atomi nascono nuovi atomi, e da un urto tra elettroni
nascono nuovi elettroni.
Questo significa, in generale, che l’universo fisico è in
continua modifica e progressione a causa di un’infinità di urti
che interessano le infinite “particelle” che pullulano in ogni
livello spaziale, da quello spirituale a quello fisico.
L’urto è una modalità di comportamento che sta alla base
di ogni creazione fisica perché, come visto, senza l’urto non si
sarebbe potuta generare l’energia elementare e,
conseguentemente, la materia fisica.
Perciò:

l’urto è una legge fondamentale della materia fisica.


Ogni volta che c’è un urto si produce calore e dunque
energia termofisica ovvero materia fisica.

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Francesco Alessandrini

Ma c’è urto e urto.


Anche la nostra fisica attuale sfrutta ampiamente l’urto, nei
moderni acceleratori di particelle. Ma lo fa in un modo molto
“grezzo”, non avendo ancora compreso che con urti “molto
più definiti” che rispettano fedelmente le leggi di natura, si può
fare molto di più e con molto meno sforzo.
Gli acceleratori di particelle sono come dei poderosi
bazooka utilizzati per schiacciare dei moscerini … ma basta
un colpetto ben assestato con una mano per ottenere lo stesso
scopo e senza distruggere tutto quello che ci sta attorno.
Questo concetto è lo stesso che applica la medicina attuale
contro malattie di cui non si è ancora capito il funzionamento:
la mancanza di comprensione ci porta a utilizzare strumenti
esagerati e oltremodo distruttivi.
Ettore evidenzia come la fisica abbia fatto dei grandi
progressi, che possono anche apparire di buon auspicio per
l’umanità, ma senza accorgersi della violenza che sta
esercitando sulla natura e senza avere coscienza delle
gravissime conseguenze che possono derivare da un simile
atteggiamento.
Parlando a esempio dell’atomo, dice che gli atomi dei
diversi elementi fisici rappresentano “le cellule della sostanza
cosmica” e che sono composti tutti dagli stessi corpuscoli
elementari raggruppati in modo svariato.
Il criterio unitario che è alla base della Creazione fa sì che
l’atomo, almeno come rappresentato idealmente nel noto
modello di Bohr25, sia come un minuscolo sistema planetario.

25
Niels H. D. Bohr (1885-1962) è stato un fisico e matematico danese,
premio Nobel per la fisica nel 1922. Collaborò in Inghilterra con
Rutherford. Sulla base del suo modello orbitale dell’atomo, concepì il
modello della struttura elettronica introducendo la teoria degli elettroni che
viaggiano in orbite ben definite. Esse corrispondono ai diversi stadi di
energia intorno al nucleo dell’atomo. Questa teoria che fu la base della
teoria dei quanti. Sviluppò anche il principio di complementarietà secondo

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La Fisica del Terzo Millennio

In esso il Sole è il nucleo dell’atomo, compatto e pesante e


contenente quasi tutta la massa del sistema, mentre i pianeti
che ci girano attorno sono gli elettroni, corpuscoli di massa
insignificante e portatori di tutta la carica negativa del sistema.
Pur considerando l’infinitesima dimensione di un atomo
rispetto a un sistema planetario, quando andiamo a violentare
un atomo per spaccarne il nucleo (fissione nucleare) è, in
termini cosmogonici, come bombardare il sistema planetario
per creare un cataclisma all’interno del Sole.
L’energia elementare contenuta in un atomo è forza viva,
come forza viva è quella di una cellula di un corpo umano.
Esattamente come il Sole in un sistema planetario.

Luce

Abbiamo già parlato dei fotoni, e nella loro descrizione


abbiamo già intravvisto quale sia il processo alla base della
formazione della luce. Lo ripercorriamo ora tentando di dare
maggiore chiarezza all’esposizione.
Abbiamo visto come si arriva alla costituzione
dell’esponente neutro, dotato di un “potere di isolamento”
generato da un velocissimo vorticare su sé stesso.
Esso assume un moto rotatorio e contemporaneamente
conserva parte del moto traslativo che si propaga in direzione
verticale.
Questo particolare movimento, caratterizzato da uno stato
“impari” di comportamento, causa una serie di attriti (urti) con
gli esponenti vicini e ciò conduce alla generazione di nuove

cui, nella descrizione della natura dei processi microfisici, entrano in gioco
aspetti complementari ma mutuamente esclusivi, come l'aspetto
ondulatorio e corpuscolare della luce. Assieme al principio di
indeterminazione di Heisenberg, il principio di complementarietà
costituisce il pilastro più importante dell’interpretazione probabilistica
ufficiale della meccanica quantistica, l’interpretazione di Copenhagen.

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Francesco Alessandrini

composizioni che si muovono, sempre ruotando, lungo un asse


orizzontale, da un lato ruotando in senso orario (destro -
positivo) e dall’altro in senso antiorario (sinistro - negativo).
Queste composizioni si lanciano spontaneamente nello spazio
nei due versi orizzontali e generano un comportamento
simmetrico, ovvero un principio di parità.
Quando almeno quattro particelle prefisiche (gli esponenti
neutri) si scontrano, secondo opportune direzioni convergenti
in un unico punto, nell’attimo della fusione si genera
istantaneamente della “luce fisica”, conseguenza della nascita
di energia elementare.
Dunque la luce nasce a causa dell’urto che arresta la
velocità cosmica degli esponenti neutri facendo sì che il loro
il moto traslativo si trasformi in moto rotativo generatore di
attrito fra le vorticanti componenti interne della nuova
particella che si è venuta a creare.
In generale quando si arresta un corpo in movimento si
produce calore, ma in particolare quando si arrestano le alte
velocità cosmiche, la risultante è calore e luce.
Se dapprima, dopo aver rallentato il moto psichico, si
ottiene un moto rotatorio ancora privo di fisicità o calore -
esponente neutro -, il successivo rallentamento o blocco del
moto di queste particelle sub-atomiche, permette di ottenere
l’energia elementare che, per un attimo, si rivela come luce
cosmica, per tradursi poi quasi istantaneamente in velocità
cosmica.
A valle di ciò, quando abbiamo a che fare con particelle
elementari già “fisiche”, quando due o più di esse si scontrano,
generano istantaneamente luce e calore. Ciò significa che
danno vita a una nuova manifestazione termofisica che si può
ben definire “creazione fisica” perché

ogni nuova espressione termica


è sempre una creazione fisica.

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La Fisica del Terzo Millennio

In base a ciò risulta che il fenomeno della luce che sprigiona


quando si scontrano delle particelle già fisiche, è lo stesso
fenomeno che produce l’energia elementare, quando si attua
l’unione indivisibile di quattro esponenti neutri tutti
“costituiti” da diversi ordini direzionali.
In ogni caso, l’urto permette di rompere l’ostacolo del
campo di isolazionismo che ogni singola particella possiede.
In quell’attimo si genera un tremendo attrito e un’unione che
non può poi cessare perché le particelle sono mantenute
costantemente “attaccate” dalla potente forza magnetica
assorbente del tempo.
Quando la composizione associativa si trova nello stato di
riposo (il momento “statico”) a causa dell’urto che blocca i
precedenti singoli movimenti, si genera energia che però perde
istantaneamente la sua luce a causa della reazione promossa
dalla potenza zero, che la costringe ad assumere velocità
cosmica o fisica.
La particella mantiene questa velocità finché non viene
urtata da un altro esponente opposto, che ferma nuovamente
la sua corsa, ridonandole per un attimo la sua luce. Dunque,

la luce è generata da un urto tra particelle e


scaturisce nell’esatto momento in cui la particella
viene fermata, trasformando istantaneamente la sua
velocità in calore e, appunto, in luce.
La generazione di luce avviene continuamente per
urti tra l’infinità di particelle presenti nel nostro
universo.
Ultimamente è stata più volte misurata l’emissione
fotonica da parte del corpo umano: ciò significa che
anche noi esseri umani, tramite l’urto di particelle di cui
siamo costituiti, generiamo via via nuove particelle:
praticamente cambiamo in continuazione.

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Francesco Alessandrini

Come abbiamo dunque visto la nascita della luce fisica


poggia essenzialmente sull’arresto delle velocità delle
particelle, siano esse ad uno stadio già fisico o anche pre-
fisico.
Con questa origine diventa “scientificamente non corretto”
definire la luce “un fenomeno elettromagnetico”, cosa data per
certa dalle attuali conoscenze scientifiche.

La luce continua

Una luce continua non esiste.


A noi sembra di percepire un qualcosa di continuo solo
perché il nostro l’occhio non riesce a percepire l’effettiva
alternanza del fenomeno luminoso.
Abbiamo visto che ciò che fa nascere la luce è l’urto che
ferma il moto vorticoso delle particelle sub-atomiche,
generando su di esse attrito.
Se ora pensiamo a tante particelle vicine, che si scontrano
in continuazione tra loro, la risultante di questo martellamento
di urti è quella di vedere una luce continua e apparentemente
ferma, anche se in effetti, sulla base di quanto abbiamo
appreso, la luce non è fissa ma generata dal blocco (o
rallentamento) della velocità delle particelle. In effetti la
successione degli urti può essere ultra rapida, ben più rapida
dello scorrere dei fotogrammi di un film e, come nel film
percepiamo una continuità di movimento pur essendo
discontinuo, analogamente la luce sembrerà ferma e continua.
L’alternanza dei singoli episodi di emissione luminosa
determinano delle vibrazioni costanti che si possono
descrivere come se fossero costituite da un’onda. Si può a
esempio individuare una loro lunghezza d’onda o, in modo
esattamente corrispondente, una frequenza, contando il
numero degli urti che si ripetono in un minuto.

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La Fisica del Terzo Millennio

Quanto descritto, a esempio, è tipico anche della luce solare


che non giunge a noi come un flusso unito e continuo, ma ha
una sequenza rapidissima misurata in una lunghezza d’onda di
circa 0,226 m (micrometri, ovvero millesimi di millimetro).
Ma si può anche arrivare a comprendere che ciò che arriva
dal Sole a portare luce sulla Terra non è una continua
emissione di fotoni che partono dal Sole e che invadono la
Terra e la illuminano, ma è un bombardamento radioattivo
costante di particelle sub-atomiche che, martellando le
particelle terrene, ne arrestano il moto rotatorio generando
istantaneamente su di esse il fenomeno della luce diretta e
riflessa.
Va subito chiarito cosa Ettore intende con luce diretta e luce
riflessa, perché a essa soggiace il fenomeno della visione
differenziata degli oggetti che ci circondano.
La luce diretta è quella generata nel momento di
formazione dell’energia elementare o, più in generale, è luce
che si genera quando l’energia si manifesta sotto forma di
calore.
È riflessa, invece, quella luce che, partendo da una sorgente
di luce - una lampadina, a esempio - va a colpire alcune
particelle fisiche, le rivela nella loro “luce” particolare.
Ecco perché possiamo vedere i diversi colori: le particelle
di un oggetto, sotto l’urto della luce della lampadina si
rivelano in funzione dell’angolo di movimento del loro
particolare asse ideale. Ciò significa che la luce esterna -
quella generata dalla lampadina - provoca la manifestazione
della luce particolare dell’oggetto colpito, luce che dipende
dalla particolare composizione di ordini direttivi alla base
dell’oggetto fisico colpito e che si presenta con suoi specifici
valore termico e ordine cromatico.
Questo spontaneo comportamento della natura è alla base
della possibilità di visione degli esseri umani e animali.

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Francesco Alessandrini

La luce solare

Il Sole è responsabile di una luce diretta o riflessa?


Da quanto detto dovrebbe essere riflessa, perché originata
dalla trasformazione della sua energia che si propaga nello
spazio e genera luce colpendo le particelle terrestri.
Il Sole, il nostro grande astro, è un complesso fisico solido
e totalmente radioattivo; il suo nucleo è costituito unicamente
da elementi pesanti radioattivi.
Quando lo pensiamo avvolto da un gas in continua ardenza,
un fuoco che va avanti da miliardi di anni, ci dovremmo
chiedere come ciò sia possibile nonostante la trasformazione
spontanea della materia alle alte temperature; in altre parole,
perché bruciando da così tanto tempo non si è ancora
completamente consumato?
Seguendo la logica del processo fisico della materia
indicata da Ettore, diviene più plausibile pensare che il nucleo
centrale del Sole, per opera delle forti pressioni e della
trasmutazione spontanea della materia nel tempo, si sia
trasformato in elementi pesanti radioattivi.
In tal caso dal nucleo può fuoriuscire una grande quantità
di radioattività che si lancia nello spazio in ogni direzione e
con continuità, perché il fenomeno radioattivo si moltiplica,
urtando le altre particelle e rendendole radioattive, con il
passare del tempo e senza subire perdite significative.
La vera natura della luce solare, dunque, non risiede
nell’effettiva emissione di luce, quanto nell’emissione
radioattiva. Una semplice verifica di questo fatto la possiamo
chiedere ai nostri astronauti, che quando vanno fuori
dall’atmosfera terrestre e guardano il Sole, lo vedono molto
meno luminoso di quanto lo vediamo noi dalla Terra e colorato
di un rosso cupo, mentre notano un forte aumento della
radioattività rispetto a quella che raggiunge la Terra.

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La Fisica del Terzo Millennio

Va dunque rivista l’ipotesi di un complesso fisico in


continua ardenza e assunta quella di un nucleo radioattivo in
emissione continua di radiazioni che bombardano tutto ciò che
di fisico si presenta sul loro cammino. Va ricercata qui la
ragione della radioattività della “luce” solare, radioattività che
aumenta man mano che ci avviciniamo al Sole.
L’ipotesi di un Sole in continua ardenza, sommata alla
conoscenza che la materia fisica assoggettata ad altissime
temperature si trasforma in gas che si scinde nelle sue
componenti atomiche e che gli atomi per conseguenza di
queste fissioni nucleari si esauriscono, non regge di fronte al
fenomeno di continuo sviluppo fisico che ogni corpo celeste
assume nello svolgersi del tempo.
C’è provata evidenza, infatti, che l’universo è in continua
espansione, dovuta alla continua progressione di sviluppo dei
corpi celesti. Perché, se non è stata mai osservata una
riduzione di sviluppo dei corpi astrali, si dovrebbe invece
assistere a quella del Sole, che si consumerebbe a causa di
questo suo bruciare? Il fenomeno è chiaramente diverso.
Se le stelle, come il Sole, fossero in continua ardenza, non
vi sarebbe più alcuno sviluppo materiale, ma una progressiva
perdita di sostanze che le alte temperature scomporrebbero,
lasciando nello spazio una gigantesca scia di fuoco.
Ciò che invece di continuo accade nel Sole sono delle
formidabili esplosioni nucleari che si elevano dalla superficie
ad altezze inconcepibili, alte anche milioni di chilometri. A
causa di esse sulla superficie solare appaiono delle
gigantesche macchie, le facule o macchie solari, che altro non
sono che i crateri formatisi a seguito di quelle gigantesche
esplosioni nucleari.
Considerando che la parte più interna del Sole, il suo
nucleo, è interamente costituito da elementi molto pesanti e
radioattivi, quando ci sono più macchie solari in grado di
mettere a nudo questi gli elementi, si avrà come conseguenza

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Francesco Alessandrini

una perturbazione radioattiva in arrivo sulla Terra centuplicata


rispetto ai periodi con minor numero di macchie.

La forza

Cos’è la forza?
Essa è definibile in moltissimi modi, viste le sue molteplici
applicazioni in fenomeni di entità e caratteristiche diverse.

Ettore definisce forza, semplicemente, un movimento


o un’azione dinamica dello spirito.
In questo senso, ma anche in generale, un “principio di
forza” assoggetta tutto ciò che circonda la nostra esistenza
sensibile.
In natura si ritrovano diverse espressioni di forza: forza
viva, forza coercitiva, forza elettrica, forza muscolare, forza
centrifuga, forza centripeta, forza di inerzia … e così via. Se
si cerca di approfondire l’origine di ognuna di queste
espressioni, si ritrova una corrispondenza comune che è quella
di essere in grado di produrre “lavoro”.
Dove, con lavoro, si intende - è la definizione classica - il
risultato dell’azione di una forza, ovvero il prodotto della forza
stessa per lo spostamento che essa induce.
Se dunque, da un lato, consideriamo il “principio di forza”
come un “principio spirituale”, dall’altro siamo indotti a
rilevare che quando questo principio di forza si riversa nella
materia, essa diviene “energia”, che è praticamente lo stesso
che dire “lavoro”.
O, meglio ancora e sempre secondo l’accezione classica,
diciamo che l’“energia” è l’attitudine a compiere “lavoro” e
cioè a vincere determinate resistenze passive in un certo
spazio.

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La Fisica del Terzo Millennio

Un semplice esempio è dato dallo spostamento di un


oggetto su un piano: applichiamo una certa forza muscolare
per spingere l’oggetto sul piano ruvido e provocare un suo
spostamento. Nel far ciò è stata messa in gioco una certa
energia o, ancora, si è compiuto un certo lavoro.
Diciamo ora che, in generale, si possano distinguere solo
due specie di energia, una dovuta alla velocità e una dovuta
alla configurazione del sistema che la possiede.
Nel primo caso parliamo di energia cinetica, o energia viva,
o energia di moto.
Nel secondo caso parliamo di energia di posizione, energia
statica o energia potenziale.
Questa semplice elencazione tecnica di energie, ben nota
anche alla fisica classica, precisa con esattezza le varietà di
applicazioni materiali delle forze spirituali.
Ma quali sono le vere origini e le leggi che governano la
forza, ora considerata come manifestazione solamente
spirituale?
Da quanto abbiamo visto esistono solo due tipi di forze,
sempre presenti anche nell’esponente elementare, che sono la
forza centrifuga e quella centripeta.
Abbiamo anche visto che queste due forze, nell’armonia
della Creazione, sono in perfetto equilibrio e grazie a ciò si
annulla il loro effetto reciproco, ovvero hanno uguaglianza di
velocità e potenziale. Ma se è così, se c’è questo perfetto
equilibrio … nulla si muove: si rimane in una situazione di
staticità perfetta.
Eppure la vita è movimento!
Ecco allora che la natura, per superare la staticità, non
consente alla forza centripeta di operare contemporaneamente
a quella centrifuga: in un istante è attiva l’una, l’istante
successivo è attiva l’altra, e poi ancora la prima e così via.

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Francesco Alessandrini

Approfondendo un po’, potremmo dire che l’“attimo


alterno di tempo” precisa l’azione spontanea della forza
centripeta in un attimo di tempo “positivo” e quella centrifuga
in un attimo di tempo “negativo”.
Inoltre si hanno due ulteriori attimi di tempo, sempre
minimo ovvero che più breve non può esistere, in cui si attua
uno stato neutro.
Tale alternanza di azione di forza centrifuga e forza
centripeta completa l’intera “evoluzione sferica” dello Spazio
Attimico altrimenti detto anche spazio sferico minimo.
Qui risiede uno dei segreti più nascosti dello Spazio-
Tempo.

Attimo di tempo minimo neutro


N Attimo di tempo minimo positivo
(forza centripeta in azione) (forza centripeta in azione)

Attimo di tempo minimo negativo Attimo di tempo minimo neutro


(forza centrifuga in azione) (forza centrifuga in azione)
N

Figura 26: evoluzione sferica dello spazio attimico o spazio sferico


minimo.

Le due forze che definiscono lo spazio-tempo in modo


positivo, negativo e neutro permettono di comprendere una
ulteriore definizione dei caratteri fisici della materia, che viene
così ancor meglio individuata come “essenza degli ordini
direzionali” ovvero come il risultato fisico della associazione
di più ordini direzionali, di consistenza assolutamente eterica
o spirituale.
Le forze centrifughe provocano un’espansione sferica che
si traduce subito dopo in una contrazione sferica provocata
dalle forze centripete.

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La Fisica del Terzo Millennio

Figura 27: percorsi spaziali sferici delle forze centrifughe (-) e


centripete (+).

Figura 28: le forze di espansione centrifughe si convertono in forza


centripeta dopo aver percorso l’intero sviluppo spaziale sferico.

Dalle immagini di cui sopra si può intuire come in un’ideale


contrazione ed espansione di una sfera, il massimo sviluppo
equatoriale di divide in due ordini ascendenti e discendenti
verso i poli ideali. Tali ordini perdono gradualmente la loro
forza espansiva per mutarla in forza attrattiva centripeta che
dai poli si orienta al centro ideale della sfera, per riprendere
poi il ruolo centrifugo iniziale.
Nel centro si vengono a incontrare da ogni direzione i moti
centripeti creando una regione di urto continuo, con la
conseguente elevazione di calore che tende poi a sfuggire
secondo l’ordine centrifugo.
In generale questo sistema circolatorio è responsabile del
maggior calore che in ogni sistema si incontra al centro e
all’equatore e minore invece ai poli.

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Francesco Alessandrini

Nella Terra, a esempio, l’aumento di temperatura centrica


provoca le dilatazioni oceaniche ed è la sola causa delle alte
maree dell’equatore e delle basse maree, quasi nulle polari.
Tentiamo, ancora una volta, di riassumere: si ha che
l’energia è l’effetto dell’azione delle due forze opposte,
centrifuga dovuta allo spazio e centripeta dovuta al tempo.
Quando queste due forze si “uniscono” per urto convergente,
ovvero grazie alla precedente azione espandente dell’una,
l’altra ha poi la possibilità di far convergere in un urto
centrico; ciò crea energia termica, ovvero “calore elementare
costante”.
In questo senso il calore è la risultante unica dell’azione o
dell’unione delle due forze e viene ad assumere l’importanza
di unico elemento fondamentale della Creazione e si
manifesta, allo stadio iniziale, come “pura energia”.
Se invece queste due forze agiscono singolarmente o
slegate, non si può generare calore e si rimane dunque nello
spazio atermico e si assisterà unicamente al moto psichico o
spirituale.
In questo senso lo spirito è la manifestazione delle due
forze di spazio e di tempo slegate e indipendenti; solo quando
si “legano”, nasce la materia.
È allora che passiamo dallo spazio spirituale a quello fisico.

L’energia

In natura tutto è movimento.


Ciò perché tutto è condizionato dalle forze dilatanti dello
spazio e da quelle concentranti del tempo.

122

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La Fisica del Terzo Millennio

Queste forze, a loro volta, derivano dalle linee di forza26


che sono promosse dagli ordini spaziali che si manifestano
inizialmente in velocità direzionale continua, espandente.
Su questi ordini direzionali il tempo esercita la sua natura
magnetica, e cerca di concentrarli, mentre lo spazio, cerca
invece di spingerli lontano, in tutte le direzioni della sfera, a
causa della sua natura espansiva.
Quando si cerca di impedire lo sfogo spontaneo di queste
due forze si rompe il loro comportamento naturale facendo una
violenza. Inoltre accade sempre che,

nel momento in cui le linee di forza degli ordini


direzionali vengono arrestate o urtate, la forza
dovuta al movimento si trasforma in energia
termica, ossia in calore prodotto dall’attrito.
Dunque l’energia è sostanzialmente dovuta all’urto di
ordini.
Essa è descrivibile come quella forza che si rivela
nell’esponente elementare termofisico, manifestandosi come
sviluppo spaziale e potere “magnetico”.
In altre parole dire che nasce un esponente elementare
dotato di uno sviluppo nello spazio e di una capacità attrattiva
o repulsiva nell’ambito fisico, significa dire che nasce
l’energia.
Ripercorrendo ancora quanto già visto - scusate la
ripetitività … ma repetita iuvant -, l’esponente elementare

26
Vi ricordate cosa sono le linee di forza? Potremmo semplicemente
definirle come un’organizzazione di una porzione di spazio in cui, nel
momento in cui si entra in quello spazio, si subisce una spinta o una
determinata influenza a disporsi in un certo modo e ad assumere
determinate velocità e direzioni. L’esempio della limatura di ferro che si
dispone secondo orientazioni e linee precise nello spazio tra due magneti
può dare una buona idea di cosa sia un’organizzazione spaziale secondo
linee di forza.

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Francesco Alessandrini

riesce a sopravvivere all’autodistruzione per dispersione


spontanea nello spazio grazie alla limitazione della sua
espansione a un campo minimo, all’interno del quale si
esercitano le sue espansioni (sfoghi dinamici) e contrazioni.
Nell’esercitare questa pulsazione spaziale il moto
dell’esponente si divide in due sensi verticali (moto neutro) e
due sensi orizzontali (moto carico). Tale moto complessivo si
esplica in un intero ciclo di due correnti convergenti al centro
ideale e due divergenti che nascono dopo aver raggiunto il
centro d’urto, punto in cui si determina l’attrito continuo.

neutro
Centro d’urto

Figura 29: correnti convergenti neutre che raggiungono il centro


d’urto da cui scaturiscono quelle divergenti “cariche” positivamente
o negativamente.
Questo complessivo “sviluppo di spazio” che si esplica in
una evoluzione di espansione o svolgimento spaziale seguita
dalla contrazione o rivolgimento temporale, genera nel punto
centrale (centro d’urto) una manifestazione continua di calore
che è determinata dall’urto delle due correnti che si dirigono
verso il centro.

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La Fisica del Terzo Millennio

Immaginiamo questa chiusura


delle linee di forza in grado di
ridare la “carica” allo sviluppo
delle linee che partono dai poli

S- +N

Figura 30: le linee di forza attorno a un magnete a circuito chiuso.

Per immaginare il comportamento fisico dell’esponente


elementare possiamo pensare a quello, idealmente identico, di
un magnete a circuito chiuso.
L’esponente, data la sua assolutamente minima dimensione
spaziale, rappresenta l’elemento di massima sintesi della
polarità fisica della Creazione.
Il valore energetico dell’esponente elementare è unitario,
nel senso che è un’unità definita, e indivisibile e perciò esso
rappresenta il “minor campo occupato dalla maggior energia”.
L’energia dell’esponente si esplica in due modalità distinte:
è energia termica, quando l’esponente è in stato di riposo,
mentre è forza dinamica quando è “in libertà spaziale”, ovvero
in movimento spinto dalla ormai nota potenza zero.
La velocità che l’esponente può possedere è tanto maggiore
quanto maggiore è il valore calorifico che l’esponente stesso
può produrre al suo interno a causa degli urti delle sue due
correnti centripete.
Nell’ambito della Teoria degli Esponenti, l’energia assume
un’importanza primaria. Essa, infatti, si manifesta su tutta la

125

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Francesco Alessandrini

materia creata, sia su ogni esponente preso isolatamente, sia


su un complesso fisico.
In generale quando si considera il valore energetico di un
complesso materiale, escludendo per ora i complessi
radioattivi, è proporzionalmente di gran lunga meno elevato
rispetto a quello di un esponente isolato, in grado di
manifestare interamente la sua energia.
Il concetto di energia va dunque inquadrato in due
manifestazioni di forza, ovvero di energia, completamente
diverse tra loro.
In un caso si ha una natura spirituale, quando si parla di
energia di traslazione.
Nell’altro si ha una natura fisica, quando si parla di energia
termica.
L’energia di traslazione è rappresentata da quella sorta di
forza d’inerzia che un esponente possiede a causa della spinta
della potenza zero, spinta che lo costringe a fuggire lontano
nello spazio con una velocità dipendente dal grado calorifico
insito nell’esponente.

natura natura
SPIRITUALE FISICA

energia di energia
TRASLAZIONE TERMICA

L’energia termica, invece, è quella “forza di reazione” che


deriva dal grado termico di un esponente posto a contatto con
un altro o con altri aventi valori termici diversi.
A seconda del tipo di esponenti posti a contatto si
sviluppano reazioni “termiche” con linee di forza di potenza
variabile. Da quanto sopra si arriva a dedurre che

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La Fisica del Terzo Millennio

l’energia è quella forza dinamica che si crea in un


“campo” esponenziale posto in libero spazio.
Più campi associati riducono la velocità fino a farla
scomparire o quasi, quando i complessi esponenziali
comprendenti campi multipli raggiungono lo stato di materia
fisica. Detto in altri termini, quanto più siamo vicini alla
fisicità, tanto minore è la velocità delle particelle.
In ogni caso, le leggi che governano l’energia sono di
livello spirituale, ossia non fisico, in quanto si basano sulle
linee di forza centripete e centrifughe che si producono nello
Spazio spirituale senza l’intervento di componenti materiali.

Le linee di forza dell’esponente elementare

Le linee di forza dell’esponente elementare sono inserite


nella struttura costitutiva stessa dell’esponente e si esplicitano
in repulsioni e attrazioni in perfetto equilibrio.
Abbiamo delle linee di forza verticali repulsive che
agiscono sul piano orizzontale.
Abbiamo delle linee di forza verticali attrattive, che
agiscono sul piano verticale.

Figura 31: schema dell’origine delle linee di forza all’interno di un


esponente elementare.

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Francesco Alessandrini

In ogni esponente si formano due correnti divergenti dal


centro verso sinistra e verso destra che poi si sfogano in
direzione dei due poli convenzionali, dando luogo a delle linee
di forza verticali che prima si sono manifestate come corrente
centrifuga orizzontale.
Quando queste linee raggiungono i poli si convertono in
linee convergenti verso il centro ideale dell’esponente
elementare. Queste ultime linee convergenti divengono
dunque centripete con caratteri magnetici.

Figura 32: andamento delle linee di forza all’interno di un esponente


libero.

Come gli esponenti si attraggono o respingono

Va ora considerato che gli esponenti elementari non hanno


tutti lo stesso ordine direzionale di giro di rivoluzione (spin).
Ciò significa, tra l’altro, che ogni ordine direzionale di giro
caratterizza un certo tipo di esponente che girerà per tutta la
sua esistenza in quel solo senso rotatorio e ad una determinata
velocità rotazionale. In parole ancora più semplici, … a ordini
direzionali diversi corrispondono esponenti diversi.

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Quando due esponenti si avvicinano, se si presentano


reciprocamente dal lato dei poli, se un polo magnetico
superiore si accosta a un polo magnetico inferiore le due
correnti neutre si assorbono e reciprocamente si uniscono per
l’accostamento dei due campi.
Se invece si trovano due esponenti che si avvicinano
presentano i poli uguali sullo stesso asse di influenza, essi
spontaneamente si respingono. Esattamente come avviene tra
due calamite, l’insieme delle linee di forza, che si presentano
attorno all’asse neutro, è responsabile della limitazione dello
sviluppo spaziale dell’esponente stesso, costringendolo a uno
spazio di influenza estremamente ridotto, definito “campo
fisico termico” o “campo termofisico esponenziale”.
Tenendo conto assieme delle linee di forza interne al
singolo esponente, della delimitazione spaziale del suo campo
e delle sue caratteristiche “divisorie” rispetto agli esponenti
vicini, da un lato si genera la forza dell’“isolazionismo
spaziale” e, dall’altro, si crea nei corpi fisici la bipolarità
organica e la polarità atomica.
Il campo fisico termico esponenziale costituisce, di fatto,
l’estrinsecazione dell’energia allo stato di purezza spirituale,
ovvero senza ancora interazioni con altre componenti di tipo
materiale. … è lo spirito che diventa energia, assumendo le
prime caratteristiche del mondo fisico.
Dunque:

1) Gli ordini direttivi, dotati di puro moto traslativo di


livello spirituale, scontrandosi a causa del potere
assorbente del tempo, generano un esponente neutro,
dotato di una direzione ma anche di una rotazione e di
una velocità complessiva di livello cosmico
(immaginiamo una particella che si muove con
movimento spiraliforme nello spazio).
2) Quando almeno 4 esponenti neutri si scontrano,
generano l’esponente elementare o unitario. Da esso,

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Francesco Alessandrini

subito dopo si crea il cosiddetto esponente libero,


frutto della divisione in quattro parti dell’esponente
unitario. Questa divisione è una conseguenza delle
forze centripete e centrifughe che si determinano a
causa del movimento vorticoso imposto all’esponente
dalla potenza zero.
3) Queste quattro parti assumono un’organizzazione
rotatoria (ordine di giro) diversa, ma sempre sul piano
verticale e orizzontale. Ciò fa sviluppare delle linee di
forza che sono comunque di livello spirituale, ovvero
ancora non fisiche, di tipo centripeto e centrifugo.

Figura 33: le quattro parti dell’esponente libero assumono


un’organizzazione rotatoria nel piano orizzontale e verticale.

4) Le linee di forza orizzontali con giro destrorso (verso


destra) assumono il valore di linee di forza positive con
svolgimento spaziale centrifugo.
5) Le linee di forza orizzontali con giro sinistrorso (verso
sinistra) assumono il valore di linee di forza negative,
sempre con svolgimento spaziale centrifugo.
6) Quelle verticali, invece, sono linee di forza opposte e
di ugual potenza e svolgono un’azione centripeta
attrattiva se sono sul piano verticale e repulsiva se sono
sul piano orizzontale.

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La Fisica del Terzo Millennio

Il magnetismo o effetto attrattivo dell’esponente


(magnetismo esponenziale) è unicamente dovuto alle forze
centripete inserite nell’esponente stesso, ovvero quelle agenti
sul piano verticale. Tali forze, ricordiamolo ancora, non hanno
carattere fisico ma puro carattere spirituale, che è indelebile ed
eterno una volta che sono state “create”.
Dunque se andiamo a esaminare l’energia nella sua più
intima manifestazione, si rivela come una pura essenza
spirituale, un qualcosa che scaturisce da una certa
organizzazione di linee di forza assolutamente immateriali alle
quali si unisce un elemento fisico denominato calore che, in
fin dei conti, è sinonimo di esponente elementare.
Con la formazione dell’esponente elementare si è raggiunta
la più alta energia materiale possibile. Quando reagisce
liberamente con la potenza zero, tale energia viene denominata
da Ettore come “energia integrale o dinamica”.
Ciò significa che quando l’esponente elementare è “da
solo”, esso può mostrare nella sua integralità l’energia di cui è
costituito, che manifesta portandosi alla massima velocità
possibile, sollecitato appunto dalla sola potenza zero.
L’energia integrale è reversibile grazie alla sua possibilità
di manifestarsi in due modi diversi e opposti ma di eguale
intensità, calore o velocità.
Abbiamo da poco visto che gli esponenti al loro interno
presentano ordini di giro differenziati che manifestano
carattere positivo o negativo sul piano orizzontale e neutro su
quello verticale.
La differenza di positività e negatività di due esponenti che
si trovano in reciproca influenza li fa attrarre e ciò sviluppa un
comune campo spaziale per accostamento e mai per fusione
integrale.
La forza attrattiva (magnetica) che li unisce così
saldamente, permette agli esponenti di comporsi in vario

131

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modo, dando vita alla materia nei suoi stati, a noi ben noti,
gassoso, liquido, solido e radioattivo.
Dall’analisi complessiva si deve dedurre che il magnetismo
che nasce sostanzialmente dalla forza centripeta presente
all’interno dell’esponente elementare, è il mezzo in base al
quale si lega la materia fisica ovvero:

il magnetismo della forza centripeta permette


l’associazione in gruppi subatomici o atomici degli
esponenti elementari.
Quanto appena descritto rappresenta una legge fisica della
massima importanza e permette di superare l’attuale grande
domanda senza risposta della scienza ufficiale ovvero “quale
forza lega la materia?”
L’energia si rivelerà come forza centrifuga quando
costringe l’esponente a traslare.
Quando invece si rivelerà come forza attrattiva magnetica
essa diverrà centripeta.
Un’associazione materiale viene dunque legata da forze di
coesione scaturite solo da queste seconde linee di forza
centripete.
In prospettiva delle future applicazioni pratiche sulla
materia dei concetti fin qui esposti, diviene fondamentale
comprendere che per “spezzare” la materia occorre dunque
sovrapporre delle linee di forza centrifughe, di uguale potenza
ma azione opposta a quelle centripete che legano la materia
stessa. Queste specifiche linee di forza centrifughe le
potremmo chiamare “forze di slegamento”.
Evidenziando quanto appena detto:

le forze di slegamento della materia


sono forze centrifughe.

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La Fisica del Terzo Millennio

L’energia è la creazione fisica

A conclusione di questo capitolo sull’energia, dovrebbe


essere chiaro che tutto ciò che entra a far parte del nostro
spazio fisico, al momento della sua “generazione”, entra
apportando l’energia elementare, ovvero quando viene
generato un’esponente elementare esso dapprima mostra
questa energia come calore e poi la mostra sostanzialmente
come “velocità”. Dunque con la generazione fisica si apporta
energia nello spazio fisico.
Questa energia elementare permea tutto l’universo, perché
tutti, ma proprio tutti i suoi elementi concorrono a formarla.
Senza questa “forza viva” l’universo fisico come lo
conosciamo noi non esisterebbe:

in un certo senso, l’energia è la


creazione fisica stessa.
La natura ha un suo infallibile modo per produrla: ogni
nostro tentativo umano che tenti di comporla o produrla per
ottenere, a esempio, il plasma, se non riproduce fedelmente il
comportamento naturale si traduce in uno spreco o in una
violenza alla natura stessa.

Le forze attrattive dei corpi.

Sulla base di quanto detto abbiamo compreso che tra gli


esponenti elementari e successivamente tra i corpi nascono
delle forze attrattive di tipo magnetico che legano tra loro più
esponenti elementari o corpi.
Ettore propone un semplice esperimento per verificare
queste forze attrattive.

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Provate a prendere un ramoscello dall’albero che avete in


giardino. Tagliatene un pezzetto lungo una decina di
centimetri.
Riempite poi la vasca da bagno e lasciate che l’acqua si
fermi completamente.
A quel punto prendete il pezzetto di legno e lo tagliate
nuovamente in due pezzi, che poi appoggiate delicatamente
nella vasca, abbastanza distanti tra loro.
Avete ora, di fronte a voi, una vasca con dell’acqua
immobile e i due pezzetti di legno che galleggiano, anch’essi
fermi e distanti tra loro.
Tornate a guardare la situazione la mattina dopo. Vedrete,
con sorpresa, che l’acqua è sempre ferma e che i due pezzetti
di legno sono vicini e uniti.
Cos’è che li ha fatti unire?

Qualcuno vi dirà che è il risultato dell’effetto


Coriolis27, ma voi non credeteci.28

Ciò che succede è che i due legnetti galleggianti, se non


troppo lontani tra loro, svolgeranno delle linee di forza
attrattiva che li costringeranno a unirsi in un complesso
unitario.
Questo semplice esperimento permette di comprendere che
i corpi solidi sviluppano intorno a sé stessi continue emissioni
di forze attrattive, che sono difficilmente individuabili in

27
L’effetto Coriolis o le forze di Coriolis sono forze apparenti a cui risulta
soggetto un corpo quando si osserva il suo moto da un sistema di
riferimento circolare rispetto a un sistema di riferimento inerziale.
L’effetto Coriolis ha un ruolo molto importante nella dinamica atmosferica
e sulla meteorologia, poiché influisce sui venti, sulla formazione e
rotazione delle tempeste, così come sulla direzione delle correnti
oceaniche.
28
Rio, Alessandrini, La Macchina, p. 108.

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generale, ma che vengono sentite dal corpo che è più


predisposto a essere attratto da quelle forze e che generano
l’avvicinamento.
Sono, di fatto, le stesse forze di simpatia o antipatia che si
generano anche tra gli esseri umani o viventi in generale. In
quest’ultimo caso si può definire il fenomeno attrattivo (o
anche repulsivo) come manifestazione psichica di magnetismo
animale che, pur essendo praticamente estranea alla scienza
ufficiale, è stata ampiamente studiata e si è imparato a
utilizzarla nell’ambito di discipline considerate,
superficialmente, pseudoscientifiche come la radiestesia e la
radionica.
Anche questo magnetismo animale, in fin dei conti, è
generato dalla reciproca “posizione angolare” nello spazio che
i corpi assumono in virtù del risultato complessivo
dell’assemblaggio di innumerevoli esponenti elementari che
compongono il corpo in esame.
Un aspetto significativo di queste forze attrattive è che le
linee di forza centripete che alimentano il fenomeno sono tanto
più forti quanto minore è il numero degli esponenti uniti.
All'aumentare del numero, la forza di attrazione
diminuisce. Ovvero, tanto più elevata è la massa, tanto minore
è l’attrazione specifica (non complessiva), in un abbinamento
non noto alla fisica attuale tra l’effetto attrattivo magnetico e
quello gravitazionale.
Ciò che è basilare precisare a questo punto è che non è tanto
importante l’esistenza di queste forze attrattive tra i corpi,
quanto la comprensione e la definizione della natura di queste
linee di forza che si presentano concentrate in tutti gli
esponenti elementari.

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L’ingresso nel tempo

Di quanto finora detto, diventa importante sottolineare che


la natura delle linee di forza centripete attrattive si basa
esclusivamente sull’ “energia” del tempo e non su quella dello
spazio, anche se in quest’ultimo esse si “mostrano in modo
continuativo”.
L’origine di queste linee di forza coincide con quella del
tempo:

con l’origine del tempo si avvia il Creato o, detto


altrimenti, nascono quelle forze in grado di
“attrarre e mettere assieme” i pezzi del Creato
stesso.
Possiamo ora comprendere meglio anche quale sia il
significato del punto ideale costituente l’inizio della
Creazione.
Esso può venir rappresentato come la concentrazione di
tutte le possibili linee di forza spirituali, punto nel quale tutti
gli ordini direzionali erano contenuti in tutti i gradi
longitudinali e latitudinali.
Il tutto era concentrato in un unico punto che possiamo
definire Punto Creativo o anche, come già visto all’inizio, Idea
Creativa.
Quest’ultimo parallelo punto-idea è solo un richiamo
analogico in grado di riportare a un concetto inseribile nello
spazio - un punto molto concentrato - facilmente
immaginabile dalla nostra mente. Ciò che invece ci sfugge, è
che un’idea, un pensiero possa dar luogo alla costruzione
fisica. Ma così è.

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Quel punto creativo, appena costituito, è subito esploso;


tenete ben presente che non siamo ancora al Big Bang noto
alla nostra cultura scientifica.
In quell’istante tutte queste linee di forza spirituali
concentratissime sono state spinte a una velocità folle verso
l’esterno, a partire proprio da quel punto creativo.
A causa dell’esplosione, quelle linee di forza non potevano
più armonizzarsi tra loro in un complesso statico.
Hanno assunto delle direzioni tutte opposte, esattamente
come accade in un’esplosione sferica in cui ogni particella si
allontana sempre di più dalle altre a causa della sua traiettoria
radiale.
Ettore definisce queste linee di forza come gli “esplodenti
di ordini direzionali lanciati nello spazio”, intendendo dire con
ciò, con un linguaggio che ormai cominciamo a conoscere, che
gli ordini direzionali spaziali - l’organizzazione intelligente
dello spazio - a causa del loro movimento centrifugo esplosivo
combinato a un opposto movimento che li conteneva
inizialmente concentrati e “statici”, va a costruire queste linee
di forza spirituali in grado di alimentare il movimento del
Creato.
Dunque dall’incredibile concentrazione iniziale e dalla
successiva dilatazione “esplosiva” sono nate le “due forze
spirituali degli ordini direttivi”, che si alternano a una
frequenza elevatissima, ovvero in attimi minimi di tempo.
Queste due forze, quando si concentrano sono centripete e
assorbenti, ossia “magnetiche”, mentre quando si dilatano
sono centrifughe, con carattere “elettrico” divergente.
Quando alcuni ordini direzionali si concentrano in un unico
punto, in quell’istante si genera la prima scintilla di luce
dall’arresto delle velocità delle linee di forza spirituali e dalla
conseguente concentrazione degli ordini stessi.
In quel preciso istante si forma l’esponente neutro, entra nel
tempo, ovvero sotto l’influsso delle sue forze concentranti. Da

137

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quel momento le forze del tempo, nella loro forma più integra
e pura, si inseriscono nell’intima struttura dell’esponente, non
ancora fisica, in modo indelebile ed eterno.
Le forze del tempo gli fissano, in quell’istante, il carattere
magnetico e assorbente e, in ultima analisi, sanciscono l’atto
di nascita dell’esponente:

il carattere assorbente del tempo si incide come


potenza prima sulla futura creazione termo-fisica.
Ciò significa, detto altrimenti, che senza il tempo non ci
sarebbe creazione fisica e che quella del tempo è la prima
“energia” che si “fissa” in ciò che poi si viene a creare nel
mondo fisico.

La produzione di energia

Da quanto abbiamo visto si è compreso che esiste un


meccanismo naturale per cui dopo la creazione dell’esponente
elementare in cui ha agito una prioritaria attrazione di tipo
temporale (ordine temporale), si ha un’inversione
dell’attrazione in espansione dovuta alla sottomissione alla
forza centrifuga contenuta nell’organizzazione o ordine dello
spazio.
L’effetto di ciò è una trasformazione in velocità traslativa
dell’esponente, ovvero nascono delle linee di forza traslative
in grado di compiere lavoro o, ancora, l’esponente viene
dotato di energia cinetica al posto della precedente energia
termica.
Andando a fermare questi esponenti, si ripresenta l’energia
termica e la luce fisica e, più alta era la velocità iniziale, più
alta sarà l’energia termica e la luce generata.
Quando l’esponente viaggia ad alta velocità, possiede un
minimo grado di calore: velocità vicine a quella massima

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cosmica posseggono un calore appena sopra lo zero assoluto.


Diversamente, velocità più basse posseggono gradi di calore
ed energia termica più elevata.
Nel momento dell’arresto della velocità degli ordini
direzionali dell’esponente si ha il massimo potenziale di
energia termica, ovvero velocità e calore sono espressioni di
manifestazioni fisiche indirettamente proporzionali.

VELOCITÀ CALORE
Figura 34: indiretta proporzionalità di velocità e calore nelle
manifestazioni fisiche.

Dunque tanto più si rallenta la velocità, tanto più calore si


recupera fino, al limite, al raggiungimento del calore originale
di creazione dell’esponente, quando si arriva all’arresto statico
centrico di tutte le velocità.
Nell’attimo in cui tutti gli ordini di velocità si arrestano in
un punto centrico, si ricrea il fenomeno di energia termica, di
luce fisica e plasma. In quell’istante l’esponente perde la sua
simmetria di comportamento e si ripresenta il “principio
neutro di disparità della creazione fisica”, scoperto da Ettore.

Figura 35: arresto statico centrico delle velocità (energia statica).

139

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In tale istante, dunque, l’energia dell’esponente si


trasforma tutta nel suo calore originale di creazione,
l’esponente perde completamente la simmetria (parità) tipica
di ogni particella fisica e perde anche ogni polarità.

L’applicazione pratica

Per le applicazioni pratiche di questi concetti, ovvero per la


produzione di calore e/o di energia sfruttabile, non è
necessario giungere al blocco completo delle velocità.
Anzi, il blocco completo è controindicato, perché porta, di
fatto, allo “scioglimento” della materia fisica e alla produzione
di calore a elevatissima temperatura (ricordo che l’energia
elementare termofisica ha temperature dell’ordine dei 500
milioni di gradi centigradi), con tutte le difficoltà di gestione
del caso.
Si può, molto più facilmente e realisticamente, rallentare la
velocità di spin, aumentando di conseguenza la temperatura
del corpo fisico che diventa “semplicemente” un “corpo
caldo”.
La temperatura può essere calibrata in funzione del tipo di
materiale con cui si ha a che fare. Le sperimentazioni pratiche
hanno evidenziato come ottimale il raggiungimento di
temperature pari al 40% di quella di fusione del materiale e la
tecnologia raggiunta nella macchina di Pelizza permette il
mantenimento pressoché indefinito di tale stato a spesa di una
bassissima potenza esterna (batteria da 40W e tensione di
12V) necessaria per il funzionamento dei motorini presenti nel
nucleo della macchina e per l’avvio dell’impulso iniziale.
Il corpo caldo viene mantenuto a una temperatura
pressoché costante: sono state misurate fluttuazioni di pochi
gradi centigradi, a fronte di temperature dei corpi caldi di
qualche centinaio di gradi. Il corpo non subisce alcun

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deperimento o riduzione: è semplicemente trattenuto in uno


stato intermedio tra quello della sua normale velocità nel
mondo fisico e del suo calore originale di creazione.
Non c’è emissione di null’altro se non che … di calore.
Avere un corpo caldo a disposizione, che non varia neppur
minimamente la sua temperatura per quanto calore gli venga
assorbito dall’esterno, significa avere a disposizione energia
infinita a costo praticamente nullo.
Se, diversamente, si desidera ottenere “tanto calore”,
bisogna avvicinarsi di più all’energia elementare tramite degli
urti tra esponenti in grado di bloccare in un solo istante tutte
le velocità direttive e ottenere cosi il plasma “cosmico”
desiderato.
Secondo Ettore, in questo caso di possibile realizzazione
pratica, immaginando di avere una sfera all’interno della quale
si intende realizzare il caldissimo plasma, va utilizzata una
modalità “magnetica” in grado di attrarre verso il centro della
sfera tutti gli ordini direttivi esistenti nella sfera stessa.
Tale modalità può venir realizzata con impulsi alternati
elettro-magnetici, non particolarmente potenti, orientati da
determinati punti della sfera verso il centro. Tali impulsi sono
in grado di obbligare le singole velocità a fermarsi in un punto
centrico neutro dove, per un attimo, si ricompone l’energia
elementare, per sintesi.
Tale modalità di funzionamento non viene utilizzata
“all’estremo” nella macchina di Rolando, in cui una sapiente
combinazione di impulsi elettro-magnetici e gravitazionali è
comunque fondamentale per il suo funzionamento ed è in
grado di realizzare degli stati intermedi di “rallentamento”
degli ordini direttivi, producendo un calore “controllato”.

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La forza di Gravità

La forza di gravità, come tutti ben sappiamo, è dovuta


all’attrazione tra due masse … o no?
In realtà la nostra fisica non sa bene cosa sia questa forza e
deduce che sia dovuta alle masse perché trova che c’è questa
attrazione in presenza di masse.
La prima definizione di gravità fu legata alla semplice
osservazione che “gli oggetti cadono in basso”. Newton
comprese che essa consiste in “una massa che attrae un’altra
massa”, precisando anche che quando una massa si “collega”
gravitazionalmente a una più grande, aumenta la forza di
attrazione.
Ci volle poi Einstein per ribaltare il concetto, arrivando a
definire la gravità come “una forza libera in movimento in uno
spazio curvo”. Egli affermò, infatti, che “una massa causa la
curvatura dello spazio. E le altre masse, semplicemente, si
muovono in questo spazio curvato”.
Mi sembra simpatico ricordare l’osservazione che portò a
questa teorizzazione.
Pensate di avere un telo, supponiamo tondo, attaccato al
perimetro e ben teso. Se ci mettiamo sopra una sfera pesante,
il suo peso fa avvallare il telo. Se poi lasciamo cadere una sfera
più piccola in un qualunque punto del telo curvato, essa si
mette a rotolare verso la sfera più grande.
Analogia suggestiva: sembra che la sfera più piccola sia
attratta da quella più grande, ma in realtà essa si muove verso
la più grande perché scorre verso il basso sul telo incurvato.
Ma non è sufficiente per soddisfare l’esigenza di chiarezza
che una corretta teoria impone.
Soprattutto se si vuole sovvertire un concetto, come quello
della gravità, ben radicato da secoli nella mente degli uomini
e degli studiosi.

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La Fisica del Terzo Millennio

Non basta dar l’immagine del comportamento delle masse


che si dispongono alla periferia di un complesso associativo
maggiore … la sfera grande sul telo.
Ci vuole qualcosa di più per spiegare la gravità, cosa che
del resto nessuno è ancora riuscito a fare in modo convincente.
Nella Teoria degli Esponenti si dà evidenza di questo “di
più” spiegando come si manifesta la forza libera del
movimento nello spazio curvo delle masse nucleari. Si tiene
conto delle proprietà delle particelle elementari, come la
temperatura e il colore. Si dà rilevanza alle incidenze
meccaniche, alla condotta degli atomi e alla forza magnetica
che presiede alla coesione degli esponenti. Dunque: la gravità
non si può spiegare se non si conosce molto di più sulle
fondamenta della materia.

Da tale maggiore conoscenza si ricava che,


sostanzialmente, la gravità è una forza attrattiva
che nasce dal movimento traslativo curvo delle
particelle e non dalla loro massa, anche se le due
proprietà hanno una qualche correlazione.
Si scopre poi che, a sua volta, tale movimento è dovuto a
come si assemblano “gli impalpabili ordini direttivi”, a loro
volta influenzati da un moto psichico ovvero da un pensiero.
Sì, per quanto assurdo possa essere, alla base della gravità
c’è anche un pensiero.

Alcuni anni fa, ragionando tra Me e me di cosa fosse


la gravità, conclusi, in modo piuttosto sorprendente a me
stesso, che in futuro avremmo potuto avere dei fenomeni
di riduzione della gravità terrestre e che un “certo tipo di
magnetismo” avrebbe potuto modificare la gravità, con
un’interazione reciproca fra le due forze.
Allora conclusi anche che un’eventuale inversione
dei poli magnetici (avevo appena letto di un incremento

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di velocità di spostamento dell’asse magnetico terrestre)


sarebbe stata correlata a modifiche gravitazionali.
Ebbi poi una strana idea, discendente da letture
appena fatte sulla levitazione, la quale mi portò a
concludere che, in qualche modo, chi poteva slegarsi
dalla gravità, come nella levitazione appunto, doveva
per forza di cose farlo attraverso un pensiero. Dunque il
pensiero influenza la gravità!
E allora la gravità non risultava influenzata dalla
massa … o, almeno, non solo.
Follie, pensai allora, ancora troppo suggestionato
dalle conoscenze acquisite dalla fisica moderna.
Ma ora, dopo aver studiato un po’ la grande teoria di
Ettore, la cosa non mi risulta più così assurda.

Abbiamo visto che l’attività nello spazio spirituale è


influenzata dal moto psichico.
Anzi è proprio dovuta alle linee di forza del moto psichico
esterno del Creatore o interno dell’uomo29. Quest’azione poi,
a cascata, entra nello spazio cosmico e infine in quello fisico.
Non mi resta dunque che dedurre che la gravità, forza dello
spazio fisico … nasce da un moto psichico, dal pensiero.
Ettore ne spiega la successione completa: quando si
formano gli esponenti neutri, generati dallo scontro ancora
atermico degli ordini direttivi, si ha che i precedenti moti
costanti si traducono in un moto costante e in un moto alterno
centrico causato da una rotazione che si viene a generare.
In pratica, come abbiamo già diffusamente detto, il moto
complessivo puramente traslativo costante diviene un moto
traslativo rallentato e curvo.

29
Personalmente ritengo che ci siano altre “strutture” in grado di generare
moti psichici, ma di questo non ho trovato traccia nei documenti che mi
sono pervenuti sulla teoria di Ettore.

144

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La Fisica del Terzo Millennio

Quest’ultimo per sua natura diviene assorbente e,


mantenuta tale caratteristica nelle successive fasi della
creazione dell’esponente elementare e infine dei complessi
fisici, genera lo sviluppo nel mondo fisico di una forza
magnetica assorbente.
Si determina così, attorno a ogni complesso fisico, un
potere gravitazionale costante o … una forza magnetica
assorbente.
La massa non c’entra; c’entra invece la dimensione e la
composizione del complesso fisico come somma (quasi) di
tutti i moti alterni centrici divenuti potere assorbente delle
singole “particelle” del nostro complesso.
C’è, in effetti, qualche relazione con la massa … composti
associativi più grandi o più densi, come presentano una
somma più grande di potere assorbente dei moti centrici,
possono presentare maggiore massa … ed è facile pensare che
sia la massa la responsabile della gravità.
Ma non è così.
E non è dunque la massa a spostare il percorso dei raggi
luminosi, come Einstein ha previsto … ma quel fantastico
potere assorbente - attrattivo, gravitazionale - generato dal
moto alterno centrico della materia elementare e, a monte, da
ciò che di imponderabile gli sta dietro.
Si, avete capito bene: la gravità è un tipo di magnetismo, e
non è altro, in ultima analisi, che una possibile espressione di
una delle sole due forze fondamentali della natura, la forza
centripeta.

Sembra quasi che i miei assurdi pensieri indicati alla


pagina precedente siano ora diventati chiari e … ovvi!
Quando comprendo con la “testa” qualcosa che avevo
solo intuito, ho un sempre guizzo d’entusiasmo. Grazie
Ettore!

145

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Francesco Alessandrini

Elettricità e magnetismo

Tutti noi ben sappiamo cos’è un magnete: una barretta


metallica con due poli, uno positivo e uno negativo. Se
tagliamo la barretta, otteniamo due magneti, ciascuno sempre
con un polo positivo e uno negativo. L’attento Weber30 si
convinse, sulla base delle sue tante prove, che non è possibile
ottenere una divisione del magnetismo nei suoi due poli.
L’impossibilità di questa separazione lo convinse che il
magnetismo doveva essere un fenomeno elettrico della
materia … quel qualcosa che fa scorrere una corrente fra un
polo positivo ed uno negativo e, se non ci sono i due poli, non
c’è elettricità.
L’idea fu proposta, ancor prima di Weber, da Ampère31,
anche lui convinto che non esiste nessuna differenza

30
Wilhelm Eduard Weber ( 1804 – 1891) è stato un fisico tedesco.
Laureato in filosofia, prima divenne professore di filosofia della natura e
successivamente, nel 1831, venne nominato professore di fisica a Gottinga,
nonostante avesse solo ventisette anni. Si interessò di teoria delle onde e
dei fluidi e poi di acustica. Gauss e Weber costruirono il primo telegrafo
elettromagnetico nel 1833 collegando l'Osservatorio e l’Istituto di Fisica di
Gottinga. Una delle sue opere più importanti fu l'Atlante del
Geomagnetismo che raccoglie le mappe del magnetismo terrestre e che
costituì il fondamento dei moderni osservatori geomagnetici. Studiò
approfonditamente il magnetismo insieme a Gauss e nel 1864 pubblicò
l’opera Elektrodynamische Maaßbestimmungen riguardante un sistema di
misurazione delle correnti elettriche, che è alla base delle attuali
metodologie sperimentali. Nel SI, Sistema Internazionale di misura, l’unità
di misura del flusso magnetico è il weber (simbolo Wb) che deve a lui il
nome.
31
André-Marie Ampère (1775 – 1836) è stato un fisico francese. L’unità
di misura della corrente elettrica, l’ampere, porta il suo nome. Le sue
letture abbracciavano quasi tutto il sapere: storia, viaggi, poesia, filosofia,
e scienze naturali. Professore di fisica e chimica, e poi di matematica. La
fama di Ampère è dovuta principalmente allo studio
dell’elettromagnetismo. Sviluppò una teoria matematica che non solo
spiegava il fenomeno elettromagnetico, ma ne prefigurava molti altri.

146

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titolo: La Fisica del Terzo Millennio: sulle orme di Ettore Majorana

La Fisica del Terzo Millennio

essenziale tra magnetismo e una corrente elettrica. Insomma, i


magneti elementari di Weber non erano altro che minuscole
correnti elettriche.
Si formò allora il convincimento, errato ma tuttora ben
vitale, che elettricità e magnetismo fossero una sola realtà
fisica esistente nella materia e ciò ha impedito di approfondire
le loro origini formative.
Sulla base della Teoria degli Esponenti non è così:
elettricità e magnetismo sono due fenomeni distinti e ben
diversi, anche se uno è conseguenza dell’altro e viceversa.

carattere
elettrico

carattere
magnetico

Figura 36: l’interazione dei caratteri elettrici e magnetici all’interno


dell’esponente elementare.

Preparò anche un notevole saggio di filosofia della scienza (Essai sur la


philosophie des sciènces).

147

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Francesco Alessandrini

L’origine è da ricercarsi in un’unica forza spirituale (o


psichica) che si riversa ora in senso verticale, divenendo
magnetica, ora in senso orizzontale, divenendo elettricità o
corrente elettrica.
Abbiamo visto che il magnetismo dell’esponente o
magnetismo esponenziale è quella forma di coesione che lega
gli esponenti tra loro, consentendo la formazione della
materia. Questa attrazione tra esponenti è determinata dalla
presenza di linee di forza centripeta che si inseriscono in ogni
esponente appena creato e sono dovute esclusivamente alle
forze spirituali del tempo che, da quanto detto, promuove una
forza centripeta che rivela caratteri attrattivi o magnetici.
Queste linee di forza magnetiche si svolgono dunque sul
piano verticale, a differenza di quelle elettriche e centrifughe
che si svolgono in ordine orizzontale destro e sinistro.
L’effetto elettrico orizzontale fa nascere linee di forza che
poi si vanno a richiudere verso i poli, zona in cui nasce
l’effetto magnetico centripeto.
L’insieme forma il campo dell’esponente responsabile del
suo “isolazionismo spaziale”.
Dunque, pur interagendo, l’elettricità e il magnetismo
nascono come due fenomeni distinti che preziosamente si
integrano nell’esponente elementare, dando origine al campo
fisico termico responsabile dell’isolazionismo spaziale
dell’esponente stesso.

Materia, antimateria e non materia

Nel 1955, E.O. Lawrence32 accertò sperimentalmente


l’esistenza dell’antiprotone, un protone con carica negativa

32
Ernest Orlando Lawrence (1901 – 1958) è stato un fisico statunitense.
Fu inventore e perfezionatore del ciclotrone, il primo acceleratore circolare

148

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La Fisica del Terzo Millennio

anziché positiva. Esso, quando incontra un protone, ha la


proprietà di provocarne l’annientamento. Quando si
incontrano la loro massa si trasforma in energia e nascono dei
raggi . Ciò costituì, secondo Lawrence, l’inizio della
possibilità di produrre artificialmente l’antimateria, a esempio
un atomo di antidrogeno costituito da un antiprotone e da un
positrone (che è un elettrone positivo, scoperto da C. D.
Anderson33 nel 1932).
Secondo questi studi, dunque, l’antimateria non è altro che
la materia con la polarità apposta alla materia normale:
elettrone (-) contro positrone (+) e protone (+) contro
antiprotone (-). Stessa massa e “indifferenza” degli elementi
neutri.
La difficoltà insita in questa produzione di antimateria è
che l’antiprotone può essere prodotto solo in un acceleratore
di particelle, in cui dei campi magnetici crescenti confinano
l’orbita delle particelle stesse e campi elettrici le accelerano.
Strumentazioni molto importanti, ingombranti e costose …
che la natura certamente non usa.

di particelle atomiche, invenzione che gli fruttò il premio Nobel per la


fisica nel 1939. Dal 1927 in poi lavorò all’Università di Berkeley. Assieme
a suo fratello John, sperimentò le applicazioni in medicina sia dei neutroni
come agenti distruttivi dei tessuti cancerosi, sia dei radioisotopi come
traccianti per studiare il ricambio organico. Nel laboratorio da lui diretto
furono isolati nel 1940 due nuovi elementi radioattivi: il nettunio ed il
plutonio. Quest’ultimo ebbe grande importanza nel progetto Manhattan,
che portò gli Stati Uniti alla realizzazione della bomba atomica. Lawrence
ebbe una parte di primo piano in quest’impresa, contribuendo alla tecnica
di separazione dell’Uranio 235, con il quale fu costruita la bomba che
distrusse Hiroshima.
33
Carl David Anderson (1905-1991) era un fisico americano. A Caltech,
dove svolse tutte le sue ricerche, durante lo studio dei raggi cosmici si
imbatté in particelle con la stessa massa degli elettroni, ma con carica
elettrica opposta. La scoperta, annunciata nel 1932, confermò l’ipotesi
teorica di Paul Dirac dell’esistenza del positrone e per questo vinse il
premio Nobel nel 1936. In seguito, assieme al suo studente Seth
Neddermeyer scoperse, sempre nei raggi cosmici, un’altra particella, il
muone, particella subatomica 207 volte più pesante dell’elettrone.

149

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Francesco Alessandrini

La scoperta dell’antimateria costituisce per i nostri


scienziati la prova della meccanica quantistica secondo cui
ogni particella dell’universo “reale” è dotato di una sua
particella “contraria”, ovvero per ogni particella materiale
deve esistere una corrispondente particella antimateriale.
L’universo “reale” è tutta la materia che vediamo intorno a
noi, a occhio nudo o con i mezzi ottici che la scienza ci offre:
questa è la materia regolare o positiva. Il contrario di materia
“regolare o positiva” è materia irregolare e negativa e non
antimateria, che è differente nelle sue proprietà atomiche e
vuole significare sostanza che ha il potere di annientare la
materia (tipo l’antiprotone di Lawrence).
Nell’universo esiste anche la materia irregolare e negativa,
come esiste pure la forma negativa dell’elettricità, tutti
elementi non considerati dall’attuale fisica.

La materia, dunque, ha il suo contrario nella non materia e


non nell’antimateria.

La non materia è una “sostanza” che non è dotata delle


proprietà fondamentali della materia quali l’estensione e la
massa (inerzia).
Dunque la non materia non occupa una porzione di spazio
“fisico” e non possiede una massa.
Ciò significa che non può possedere nemmeno tutte le altre
proprietà attribuite alla massa come, a esempio,
impenetrabilità, divisibilità, porosità, compressibilità, ecc..
Essa non si manifesta nello spazio, come la materia, bensì
nel tempo. … affermazione forte, vero!?
Inoltre non ha carattere statico come la materia ma
dinamico e, cosa fondamentale, non è caratterizzata dal calore,
come la materia, ma è assolutamente atermica. Ne discende, a
esempio, che non è influenzabile dagli agenti atmosferici che
nella materia, invece, possono provocare una modificazione
chimica, fisica o fisiologica.

150

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La Fisica del Terzo Millennio

Si tratta quindi di una entità imponderabile, eterna,


immutabile, infinita ed estremamente dinamica come il tempo,
costituita da onde sferiche (come ogni fenomeno
dell’universo) che condiziona ed equilibra tutti i fenomeni
della natura perché degli stessi è partecipe.
È propriamente una sostanza psichica o, meglio, “energia
psichica elementare”, concetto che va ben al di là delle
concezioni della fisica classica.
Dunque negli atomi che compongono la materia fisica,
oltre alla sostanza materiale c’è anche il concorso di sostanza
immateriale, vale a dire di “energia psichica elementare”.
Con quest’ultima affermazione intendiamo fare il parallelo
tra “energia elementare e materia” che, in fin dei conti sono la
stessa cosa, ed “energia psichica elementare e non materia”.
In una collisione di un protone contro un antiprotone si ha
una grossa emissione di energia, pari alla sua massa, e si ha
l’annientamento dello stesso. L’energia che viene a mancare è
proprio la sua energia psichica elementare: il protone (la
materia) non sopravvive (si annulla) se non è più dotato della
sua energia psichica elementare, mentre l’energia elementare
“fisica” (ciò che rappresenta l’aspetto fisico della materia
stessa) continua a sopravvivere (i raggi  nell’esempio
dell’antiprotone). Dunque:

la strutturazione della materia fisica e la sua


“tenuta in forma” ha necessariamente bisogno di
un’energia psichica.
Naturalmente parlare di “energia” psichica è un modo di
dire nostro per cercare comprendere qualcosa che è molto
distante dalla nostra conoscenza comune. Potremmo parlare,
senza travisarne il senso, anche di “mente” o “pensiero
organizzativo”. Questa energia psichica è di fatto
riconducibile a tutto quel complesso “spazio spirituale” e alla
sua organizzazione di cui abbiamo tentato di dire.

151

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Francesco Alessandrini

Non siamo certamente i primi ad affermare che dietro alle


cose fisiche c’è un qualcosa di immateriale che le organizza o
che ne costituisce una sorta di matrice o struttura immateriale
(campo morfogenetico).
Tutti i filoni spirituali che attribuiscono un’“anima” alle
cose e principalmente all’esser umano, si pongono in
quest’ottica.
La stessa “teoria unitaria del mondo fisico e biologico” di
Fantappiè34, quando riflette sulle cellule che compongono gli
organismi della natura umana, animale e vegetale, porta ad
accorgersi che ognuna di esse è “mente”, perché alla loro
costruzione concorrono oltre che elementi materiali anche
elementi immateriali.
Analogamente non risulta difficile concepire che gli stessi
atomi che compongono la materia fisica e che poi concorrono
alla formazione degli organismi, debbano necessariamente
considerare il concorso di elementi immateriali, ovvero di
“energia psichica elementare”.
Per non parlare poi della ragione umana, evidentemente
formata da unità psico-fisiche-energetiche, che si esplica
fondamentalmente nella velocità e potenza del pensiero. Per

34
Luigi Fantappié (1901-1956) è stato un matematico italiano. Dopo
essersi laureato alla Normale di Pisa, insegno in varie università italiane,
poi in Brasile e infine ritornò a Rome all’Istituto Nazionale di Alta
Matematica. Nel 1942 elaborò una “Teoria unitaria del mondo fisico e
biologico” dove introdusse il concetto di sintropia che è formalmente
equivalente a quello di informazione elaborato per la prima volta da Ralph
Hartley nel 1928 e a quello di negentropia (o entropia negativa) proposto
da Erwin Schrödinger nel 1943. La teoria è basata sull’idea che le soluzioni
progressive e regressive dell’equazione delle onde rappresentino processi
entropici e “sintropici”: le soluzioni che procedono in avanti nel tempo
darebbero origine ai comuni fenomeni fisici in cui l’entropia aumenta,
mentre le soluzioni che procedono indietro nel tempo darebbero origine
all’organizzazione in opposizione all’aumento del disordine. Il concetto di
negentropia, analogamente a quello di sintropia, è affrontato da molti
ricercatori russi sulle basi degli esperimenti di Nikolai Kozyrev e sulla sua
teoria dei flussi di densità di tempo.

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La Fisica del Terzo Millennio

essa è impossibile, o semplicemente assurdo, non ammettere


la presenza di una sostanza immateriale, ovvero dell’“energia
psichica elementare”, quale componente non solo delle cellule
della nostra mente, ma addirittura come base fondamentale
della nostra stessa esistenza.
Detto in altri termini, non riuscire a vedere la presenza di
uno spazio spirituale immateriale quale organizzatore della
realtà fisica è illogico e irrazionale: in una parola
“antiscientifico”. Non facendolo la nostra scienza rimane
forzatamente superficiale e non può pervenire alla conoscenza
delle basi su cui si poggia la nostra realtà fisica.
Lo so che non è semplice “vedere” ciò che non si vede … ,
ma ciò che di immateriale organizza la materia deve
comunque diventare l’obbiettivo del nostro progressivo e
“tendente all’infinito” percorso di conoscenza.

Lo sferismo

Il concetto di sferismo deriva da “sfera”.


Significa semplicemente che qualcosa assume il modo di
organizzarsi o muoversi con una disposizione sferica, una
sfera “ferma” o una sfera preferibilmente in movimento, che
si amplia o si riduce sempre secondo superfici sferiche.
Ettore dà una importanza enorme alla sfera.
È convinto che la natura, per ogni sua creazione, abbia
assunto la forma sferica come quella più armoniosa e perfetta
e che si presenta a tutti i livelli:

l’universo si muove con e verso la sfericità in tutte


le sue attività principali, siano esse materiali o
immateriali.
Un’espressione dello sferismo, o più semplicemente un
comportamento di tipo sferico nasce, per quanto abbiamo

153

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Francesco Alessandrini

visto, a causa del rapidissimo moto rotatorio a cui è soggetta


l’unità fisica di spazio-tempo, o esponente elementare.
L’unità fisica viene definita nel suo sviluppo dall’azione
istantanea dell’attimo di tempo presente che, assorbendo
un’intera gamma di ordini spirituali, li fonde sfericamente
nella stessa unità fisica.
Grazie a tale fusione l’unità fisica diviene, insieme, unità di
sviluppo spaziale fisico e unità di tempo-presente: dunque alla
base dello spazio e del tempo, così come noi li conosciamo, ci
sono una struttura e un comportamento sferico.
Ritengo poi che, semplicemente, ciò che ci delimita come
Creato o universo da ciò che sta al di fuori, l’infinito
iperspazio, sia ancora una sfera, anche se progressiva e in
continua espansione.
Questa sorta di “confine mobile” del nostro universo, oltre
a “dividerci” è anche ciò che ci “connette” con ciò che sta
oltre, l’infinito iperspazio … o forse con Chi ha avuto l’Idea
Creatrice iniziale che ha dato vita all’universo stesso.
Non ho più dubbi ad ammettere che

la sfera è la forma più pura e perfetta dell’Universo


e, sostanzialmente, la forma che meglio rappresenta
il nostro Creatore e che meglio ci connette a Lui.
Non sono certamente il primo a dirlo, ma è bene ricordarlo
anche perché senza questa base “geometrica” facciamo fatica
a comprendere il funzionamento “matematico” dell’universo.

Finalismo

Alla fine ciò che è all’inizio …


In quanto vi ho finora raccontato ho introdotto una miriade
di concetti, tentando un approccio quanto più scientifico

154

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La Fisica del Terzo Millennio

possibile e divulgativo di ciò che sta alla base del nostro


universo.
La conclusione, che forse avrei dovuto dire con più forza
all’inizio ma che solo ora può apparire nella chiarezza
opportuna, è che il nostro universo si sta evolvendo
dirigendosi verso un preciso obbiettivo, già chiaro e presente
fin dall’Idea Creatrice iniziale:

il nostro universo ha una finalità, ovvero una


precisa direzione verso cui si sta muovendo.
Tento di rendere evidente questa considerazione
ripercorrendo riassuntivamente tutto il percorso finora fatto,
con lo scopo, questa volta, di potervi evidenziare l’unitarietà
che vedo sottostare.
Da quanto finora esposto dovrebbe essere ormai chiarito
che l’esponente elementare, primo elemento del mondo fisico,
è sottoposto anche a una forza di traslazione che è dovuta alla
reazione spontanea dell’atermia spaziale, reazione che lo
spinge senza sosta nello spazio e che abbiamo chiamato
potenza zero (Pz0).
Il punto fondamentale da tenere in alta considerazione è che
questa “potenza” o “forza”, come le altre che intervengono nel
processo, non sono elementi fisici, ovvero sono una
manifestazione spirituale sulla materia fisica.
Evidenziamolo ancor meglio:

tutto ciò che si manifesta come forza sulla materia


fisica è dovuta solo all’ambito spirituale!
La creazione di un esponente elementare termofisico, che
potremmo chiamare anche “campo termofisico” (CtF)
rappresenta la sola “base unitaria” della Creazione universale
e può venir definito anche come Energia Elementare o
“Principio elettromagnetico termofisico”.

155

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Francesco Alessandrini

In sostanza … è la prima presenza fisica del nostro mondo


fisico.
Quando si assiste alla creazione dell’energia elementare
che nasce grazie all’attrito degli esponenti neutri che
compongono l’esponente elementare, immediatamente questo
esponente, che si rivela come un lampo di luce termofisica,
viene lanciato nello spazio a velocità cosmica.
Così facendo viene a perdere quasi interamente il grado
calorifico che si è inizialmente costituito e va a spegnere la sua
luce: calore e luce, appena nati, vengono trasformati in
velocità.
Ed è proprio questa velocità cosmica, acquisita grazie alla
spinta reazionaria della potenza zero, che provoca
l’occultamento del calore fisico.
Se la velocità dell’esponente raggiungesse quella psichica,
l’esponente stesso perderebbe interamente il suo grado
calorifico, portandosi allo zero assoluto.
Ma se così facesse, non avendo più calore, non sarebbe più
un elemento fisico e tornerebbe a essere un elemento spirituale
dopo aver varcato il confine, lo zero assoluto … sparirebbe dal
mondo fisico.
L’esponente dunque mantiene ancora un minimo di
temperatura quando viaggia alla velocità cosmica: conserva,
quel minimo di … entropia che lo fa apparire ancora come
qualcosa di termofisico. Ciò perché, come abbiamo visto, la
reazione offerta dalla potenza zero su di lui non riesce a essere
“completa”.
Da ciò si intuisce che il “potere di energia” dell’esponente
elementare non è il suo potere massimo, avendo ancora quel
po’ di entropia residua.
Se fermiamo l’esponente in modo completo e istantaneo …
si verifica il ritrovamento integrale della sua energia
elementare, senza il minimo disperdimento termico.

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La Fisica del Terzo Millennio

Si ritorna all’attimo della creazione fisica.


In questo sintetico riassunto, che speriamo comprensibile
sulla base di quanto abbiamo cercato di illustrare nello
sviluppo di tutto il libro, emerge - spero abbastanza
chiaramente - come la materia sia creata e condizionata nella
sua azione da elementi esclusivamente spirituali, o perlomeno
non materiali, se la parola spirito vi disturba ancora un po’.
Ma dovrebbe anche emergere una legge di continuità degli
eventi del nostro mondo che non può non appoggiarsi su un
preciso finalismo della Creazione, già contenuto nell’Idea
Creatrice iniziale.
Una continuità bidirettiva, ovvero un percorso che da
spirituale si trasforma in fisico e, viceversa, che da fisico può
ritornare all’attimo della creazione, generata da elementi
“spirituali”, e con dei movimenti complessivi tutti
condizionati da forze o energie esclusivamente spirituali.
La Teoria degli Esponenti, dunque, contiene in sé in modo
esplicito ciò che tentiamo di condensare in “due” parole e cioè
che:

esiste un’innegabile continuità tra il modo spirituale


e quello fisico che non può non appoggiarsi che su
un preciso finalismo della Creazione.
Il finalismo, dunque, si impone in modo assoluto nella
Creazione come modalità di un’evoluzione che cerca di
raggiungere il suo obbiettivo attraverso costruzioni e
distruzioni continue, ovvero attraverso un gioco ininterrotto e
gradualmente evolutivo di fenomeni sintropici ed entropici.
Tale obbiettivo è il conseguimento della più alta perfezione
nell’Armonia universale, un obbiettivo già completamente
contenuto nell’Idea Creativa iniziale.

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Francesco Alessandrini

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La Fisica del Terzo Millennio

Ettore e la Fisica attuale.


La fisica attuale ha subito un grandioso incremento di
conoscenze nel corso degli ultimi anni e ha generato
applicazioni tecnologiche davvero mirabili.
Ettore ne ha sempre avuto un profondo rispetto, non ha mai
maltrattato la fisica “ufficiale”, ma contemporaneamente ne
evidenzia dei grandi limiti.
Un primo grande limite è che manca totalmente di un
concetto realistico sulle origini della Creazione.
Non percependo correttamente le basi, tutte le conclusioni
che essa trae sono molto spesso ingannevoli se non
chiaramente errate.
Perseguendo ricerche appoggiate su basi non corrette si
perde un sacco di tempo e si forzano le conclusioni di ciò che
si trova per piegarle al proprio limitato modo di vedere.
Ciò porta anche a enormi spese per lo sviluppo scientifico,
non giustificate per uno che vede chiaramente come tanti
esperimenti costosissimi che si stanno facendo potrebbero
essere evitati se si conoscesse con più correttezza ciò che “sta
dietro”.

Rolando Pelizza, allievo di Majorana e costruttore


della macchina che dimostrò sperimentalmente le prime
fasi previste della Teoria degli Esponenti, è un
personaggio ben più “sanguigno” di Ettore.
Nel 1978 ebbe un incontro con il prof. Antonio
Zichicchi. Quando il professore si dimostrò incredulo di
fronte alle affermazioni sulle possibilità della macchina,
Rolando, punto nell’orgoglio, si lanciò in un monologo.

159

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Francesco Alessandrini

«Oh, professore! Visto che voi avete il ciclotrone di


Ginevra, che mi dicono sia lungo otto chilometri, con
tutti quei milioni di elettronvolt in gioco per estrarre …
Io non conosco il procedimento, non entro nel merito.
Non mi interessa. Però, a mio parere, è un errore, perché
andate su una strada contraria a quella della natura.
Forzate l’atomo! Con tali energie non ha senso.
Comunque avete già l’esperienza della bomba atomica,
di quella all’idrogeno, tutto quello che è successo
quando si violenta la natura. No, no! Siete su una strada
sbagliata.
Noialtri, però, non facciamo lo stesso, non
violentiamo l’atomo perché semplicemente lanciamo
delle particelle e di conseguenza agiamo come fa la
natura.
Voi fisici costruite gigantesche macchine
acceleratrici di particelle servite da centrali di centinaia
di megawatt, con staff di centinaia… che dico? migliaia
tra scienziati e tecnici provenienti da ogni parte del
mondo riuniti assieme per tentare di cogliere qualche
evento elementare che riveli la natura dell’antimateria.
So che lei ha un progetto, costruire un acceleratore
sotto il massiccio del Gran Sasso approfittando della
costruzione del previsto traforo autostradale che vi si
farà, e che ora si parla perfino della sua idea per
l’Eloisatron. Un acceleratore circolare avente la
circonferenza di oltre 300 chilometri sottoterra capaci di
raggiungere un’energia nel centro massa di 200 TeV. Mi
si dice che come sito proposto alla realizzazione si pensa
all’intera Sicilia! Se la natura ha bisogno di una forza del
genere per ottenere un piccolo fatto fisico, lo scontro tra
particelle elementari dell’atomo, il Padre Eterno di quale
energia ha avuto bisogno per fare l’universo?»35

35
Ravelli, pp. 193-194

160

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La Fisica del Terzo Millennio

Ettore dunque vede la fisica attuale come un grosso e


complesso edificio senza fondazioni. Un edificio così rischia
di crollare da un momento all’altro perché non è stato
saggiamente costruito.
Ettore lo dice chiaramente: la sua teoria prevede che il moto
curvo indotto dalla rotazione delle particelle, un moto
endosferico, «promuove un sistema cosmocentrico mai prima
d’ora espresso dalla scienza, né da essa sono mai state date
dimostrazioni che precisano quelle sole forze dell’universo in
cui viviamo, né mai venne spiegata la reale sorgente
dell’energia che si crea in Natura e tanta meno venne
dimostrata la natura delle forze di gravitazione, sia come
potenza sia come origine»36.
La sua conclusione è che la sua opera completa «metterà a
punto tutti quei problemi scientifici che fino a oggi non hanno
ancora ottenuto una chiarificazione soddisfacente perché
mancanti di un concetto realistico sulla Creazione».
Ettore dunque vuol fornirci quel completamento della
nostra conoscenza della fisica in grado di portarla su un nuovo
sentiero dal fondo solido e chiaro.
Su esso propone di basare, da ora in poi, l’evoluzione della
fisica e della tecnologia.
E allora, ciò che abbiamo finora esposto, per quanto
sommario e divulgativo, intende essere una sorta di
“manifesto” introduttivo alla fisica del futuro, della Fisica del
Terzo Millennio.
Esso costituisce la mappa, ancora poco dettagliata ma che
ritengo sufficientemente precisa, di un sentiero lungo il quale
gli scienziati dovranno incamminarsi se vogliono che la

36
Guzzo-Pelizza, Le significazioni nella realtà dell’essenza creatrice, pp.
190-191.

161

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Francesco Alessandrini

visione della scienza non rimanga troppo limitata e basata su


presupposti errati o, al meglio, incogniti.

162

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La Fisica del Terzo Millennio

Dalla teoria alla pratica


La nuova e fantastica Teoria degli Esponenti di Ettore non
è solo teorica.
L’altrettanto nuova matematica che la racconta è stata
costruita in modo talmente preciso da portare alla costruzione
di una macchina, in grado di sperimentare e utilizzare le
predizioni teoriche.
Per arrivare all’utilizzo pratico Ettore ha costruito una
trattazione in grado di sfruttare l’equilibrio e la simmetria della
natura cosmica senza violare alcuna legge fisica e avvalendosi
anche di alcuni risultati sperimentali raggiunti dalla fisica
nucleare moderna.
Il suo primo fine è sempre stato quello di creare, senza
danni per l’umanità, l’energia necessaria alle sue attuali
esigenze. Ettore, cresciuto nell’ambiente della fisica degli anni
’30 che stava per arrivare alla conoscenza e all’utilizzo della
violenta reazione a catena da lui già ipotizzata, si è sempre
opposto a un simile modo di trattare la natura.
Ha escluso dunque a priori simili metodi di intervento, che
considerava apportatori di enormi danni all’umanità presente
e futura, specialmente in relazione agli effetti della
radioattività.
Si è dunque preoccupato, a esempio, di trovare una
soluzione pratica che evitasse il bombardamento diretto del
nucleo, come si fa nelle tecniche di fissione nucleare.
Nella fissione, per superare la zona elettricamente carica
degli elettroni che difende il nucleo, occorre utilizzare dei
“proiettili” neutri, come a esempio i neutroni, o altri proiettili
talmente veloci da superare gli intensi campi della corona
atomica, ovvero la nuvola di elettroni esterna al nucleo. Tali

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proiettili veloci, accelerati a hoc, possono essere a esempio


elettroni o anche protoni; quando queste particelle
raggiungono il nucleo, lo possono spezzare, ottenendo due o
più elementi diversi.
Ma Ettore si è anche messo in testa che, dovendo comunque
giungere al nucleo per arrivare alla grande energia in esso
contenuta, andava evitato di superare le forti barriere
protettrici costituite dagli intensi campi elettrici della corona
atomica.
Il problema principale è diventato dunque quello di slegare
l’atomo senza bombardarlo; ora, però, aveva a disposizione
tutte le sue nuove conoscenze su ciò che lega saldamente la
materia, ovvero il potere centripeto magnetico.

Ettore ha dunque compreso che si può slegare


delicatamente l’atomo se si riesce ad annullare la
forza di gravità e quella di isolazionismo spaziale
degli esponenti.
Facendo ciò si provoca la ricomparsa dell’energia termica
contenuta negli esponenti stessi, a spese di un rallentamento
della loro velocità, e dunque si “può produrre energia”.
Il modo più “dolce” di farlo è quello di creare il
disorientamento degli ordini direttivi esponenziali.
Un’applicazione pratica di questo concetto richiede
innanzitutto di avere a disposizione della materia prima, delle
particelle, su cui poter esercitare un’azione antigravitazionale
per annullare la forza di gravità di cui sopra.
Ciò corrisponde, tra l’altro e come effetto indotto, ad
annullare il peso atomico delle particelle e per far ciò si deve

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trasformare la materia, da regolare o positiva a irregolare o


negativa37.
In questa azione non ha praticamente nessuna importanza
che le particelle appartengano a un qualche elemento
specifico, come invece è importante nella fissione nucleare
avere particelle specifiche, particolarmente pesanti e “sature”,
come gli elementi radioattivi naturali o artificialmente
prodotti. Queste particelle da utilizzare esistono già in enorme
quantità anche nel “banale” pulviscolo atmosferico, e non è
difficile isolarne una certa quantità in un apposito contenitore.
Ciò che è importante, invece, è che il contenitore abbia una
forma pressoché circolare e che al suo centro, in modo
geometricamente perfetto, possa agire, secondo le logiche
dette, una “macchina” antigravitazionale.
Si otterrà così un microscopico punto di gravità zero, ciò in
ragione del peso atomico dell’elemento prescelto, presente in
abbondanza nel pulviscolo.
Nel contenitore si deve realizzare un campo
complessivamente “antigravitazionale” esattamente contrario
a quello gravitazionale ma non solo: serve anche realizzare un
qualcosa di contrario al campo di isolazionismo degli
esponenti o, meglio, ai campi che lo compongono.
Ricordando come sono costituiti questi campi
nell’esponente, dovremo realizzare dei campi esattamente
opposti.
Ci vorrà allora un campo magnetico verticale superiore,
diretto verso l’esterno, contrario a quello dell’esponente che si
dirige dall’alto verso il centro.

37
Si veda il capitolo “Materia, antimateria e non materia”, dove si fa
presente che la “materia irregolare o negativa” non è esattamente
l’antimateria e non va confusa con essa.

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Ci vorrà poi un altro campo magnetico verticale che “tira


verso il basso”, esattamente opposto al campo dell’esponente
che dal basso sale e spinge verso il centro.
E poi un campo elettrico destro che spinge in orizzontale
verso il centro, opposto a quello positivo dell’esponente che si
spinge verso l’esterno.
E un campo elettrico che contrasti quello uscente negativo
orizzontale sinistro dell’esponente, che spinga verso il centro.
Inoltre ci vorrà il già descritto campo “gravitazionale”
esattamente opposto a quello complessivo dell’esponente.
In tutto cinque campi dunque, che devono essere realizzati
con una precisione pressoché assoluta nel centro della sfera e,
cosa fondamentale, con una ritmicità di azione esattamente
coincidente con quella dell’azione dei vari campi
dell’esponente.

Campi
dell’esponente
G (-)
Ms

G (+)

E- E+

Campi indotti Mi
al centro della
sfera

Figura 37: campi da indurre al centro della sfera (in azzurro) per
generare la materia irregolare o negativa.

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All’interno dei campi generati le particelle del pulviscolo


avranno un certo movimento.
Il periodo di stasi del campo elettrico - ricordo che è un
campo pulsante - induce un movimento di queste particelle
verso il centro di gravità zero. Quando raggiungono il punto,
il loro moto si arresta istantaneamente ed espellono l’energia
elementare in esse contenuta. In quell’istante si priva la
particella della sua carica elettrica, si rientra in uno stato
prefisico, ovvero si ottiene la materia negativa desiderata, ben
diversa dall’antimateria di Lawrence.
Nella descrizione di cosa succede al centro della macchina
avevamo detto a suo tempo38 che si realizza uno stato di vuoto
dimensionale. L’affermazione, per quanto non precisa, rende
bene l’idea di una modalità per far uscire la materia dallo
spazio fisico in cui si trova ed è, a tutti gli effetti, una modalità
di rientro in quella “zona” dello spazio cosmico nella quale si
passa dagli ordini direzionali fino all’esponente elementare.
L’azione fatta permette dunque di disorientare gli ordini
direzionali andando, di fatto, a slegare la materia, essendo
intervenuti su tutto ciò che la teneva unità e isolata.
Si crea dunque una sorta di “vuoto dimensionale fisico” o,
parlando altrimenti, si esce dallo spazio fisico per entrare in
uno spazio che gli sta dietro, quello cosmico. Di fatto si entra
in un’altra dimensione in cui c’è la materia negativa, ovvero
un qualcosa che non ha nessuna delle proprietà della materia
(estensione e massa) e che va più precisamente definita come
“energia psichica”, in funzione di quanto analizzato nel
capitolo su “materia, antimateria e non materia”.
So bene quanto la cosa vi sembri assurda … ma “così è,
[anche] se [non] vi pare”.
Tornando alla macchina, è possibile dunque tarare
opportunamente il punto di gravità zero per manovrare la
materia positiva e trasformarla in negativa. Ma non è possibile

38
Vd. “La macchina. Il ponte tra la scienza e l’Oltre”.

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spingere fuori dal punto a gravità zero la materia negativa,


perché essa tende a ritornare sul punto.
Ciò permette di comprendere come nasca, nel momento in
cui si tenta di spinger fuori la materia negativa, una forza che
la ritira indietro, ovvero si manifesta e si produce un’energia
negativa che può essere utilizzata come forza
antigravitazionale.
Le “particelle”39 di materia negativa, proprio a causa di
questa “energia negativa”, dimostrano una sorta di coesione
tra loro e attraggono altre particelle di materia negativa. Ma,
allo stesso tempo, respingono quelle di ogni altra materia
positiva o regolare.
Detto in altri termini, un campo gravitazionale negativo,
ovvero costituito da energia negativa prodotta da materia
negativa, può essere utilizzato come un propulsore
gravitazionale o antigravitazionale, che dir si voglia.
Dall’utilizzo della macchina di Pelizza, nelle sue prime
fasi, si è osservato e compreso che la produzione dell’energia
negativa da parte della materia negativa necessita di una
induzione o “sollecitazione” del moto traslativo della stessa
materia. Tale moto deve venir indotto all’interno della sfera
generatrice (una zona sferica interna al rocchetto, come avrete
modo di vedere più avanti), a partire dal punto di gravità zero.

39
Mi risulta difficile chiamarle “particelle”, ma non so come altro
chiamarle per tentare di utilizzare un linguaggio comprensibile e/o già noto
ai più. Come mi risulterà anche difficile in seguito continuare a distinguere
materia negativa da antimateria; perdonatemi se userò impropriamente
entrambe le espressioni. Il fine è sempre e solo quello di dare un minimo
di riferimento alla nostra comprensione razionale.

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La Fisica del Terzo Millennio

Una calibratura molto attenta fin dalla prima fase.

La prima fase del funzionamento della macchina è stata,


secondo le indicazioni di Ettore, quella dell’annichilazione
controllata della materia.
In questa fase, quando viene attivato il reattore all’interno
della macchina, la produzione di materia negativa deve essere
dosata in modo estremamente preciso. Occorre, a esempio,
rispettare i tempi che intercorrono tra la taratura del punto di
gravità zero della macchina generatrice e la messa in funzione
di uno specifico campo elettrico che fornirà alla materia
negativa la spinta necessaria al suo moto. Come dire che, non
appena la “principessa si è preparata” - la materia negativa è
pronta -, bisogna subito far arrivare un’elegante “carrozza” -
un campo elettrico - in grado di condurla alla festa. Alla
principessa, con le sue scarpette delicate, non verrebbe mai in
mente di fare tutta quella strada che la divide dal castello del
re! Se ne starebbe ferma a casa sua, in solitudine e covando
una rabbia che via via aumenta fino a portarla alla distruzione.
Ma nel nostro caso non siamo “delicati” come si conviene
a una principessa …
Infatti il campo esercita un violento urto elettrico sulla
materia negativa che provoca un movimento sub-atomico in
cui le particelle proiettate vengono indotte a seguire le loro
linee verticali, ora divergenti, dei campi magnetico e
gravitazionale.
All’interno del rocchetto della macchina, gli “atomi” di
materia negativa attirano altri atomi similari che, in fila
indiana, contribuiranno con la loro carica di energia negativa
ad aumentare la spinta e quindi la velocità di reazione.
Alla fine trovano una via d’uscita dalla macchina
generatrice lungo un condotto orizzontale che indirizza il
fascio delle particelle verso l’obbiettivo voluto. L’uscita
avviene in linea retta, alla velocità della luce - quella

169

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dell’impulso elettrico -, e alla distanza proporzionata alla


potenza e alla qualità dell’impulso elettrico adottato … con
una precisione praticamente centimetrica.
Detto altrimenti, le “antiparticelle” vengono trasportate
dall’impulso elettrico in grado di muoverle alla velocità della
luce fino, al massimo, a circa 1500 km di distanza. Tale
distanza massima è dovuta al tempo di vita delle
“antiparticelle” nello spazio fisico attraversato, che è di circa
5 millesimi di secondo.
La difficoltà nel mettere a punto “il sistema di trasporto”
della materia negativa è stata enorme nella prima fase di
costruzione della macchina, fase in cui molti prototipi sono
andati distrutti a causa di un’implosione causata da un eccesso
di accumulo di materia negativa, non prontamente espulsa
tramite il corretto campo elettrico.
In tal caso, infatti, il reattore si autodistrugge per
saturazione, perché la reazione tra materia negativa e materia
regolare non può esaurirsi se non attraverso due
“meccanismi”: o la saturazione, o l’urto contro un obbiettivo
composto dal suo stesso elemento.
In quest’ultimo meccanismo, infatti, il fascio può
attraversare, senza danno alcuno, qualsiasi oggetto o materia
incontrato nel suo cammino, basta che i loro elementi non
abbiano partecipato alla creazione della materia negativa40.
Ciò significa che possiamo ottenere un’interazione
selettiva tra la materia negativa e la corrispondente materia
regolare. Quando il fascio di materia negativa urta contro
l’obbiettivo programmato, può provocare il suo
annichilamento o una fusione o vaporizzazione a causa del
calore sviluppato. La quantità di calore sviluppabile può essere
regolata limitando opportunamente la potenza dell’energia
negativa durante la sua produzione.

40
Non ho avuto modo di comprendere come sia possibile generare una
specifica materia negativa.

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La Fisica del Terzo Millennio

Ettore ha poi previsto tutta una serie di fasi in cui si può


arrivare alla produzione di un corpo costantemente caldo e la
conseguente possibilità di produrre energia controllata, oppure
si può provocare la trasmutazione degli elementi o anche,
infine, si può uscire dallo spazio fisico per accedere a quello
cosmico “retrostante”.
Tutte queste fasi nascono da un sapiente impiego e
proporzione dei concetti impiegati in questa prima fase, quella
dell’annichilazione.

Materia negativa e neutroni.

Per la fisica conosciuta, la materia negativa che abbiamo


descritto è essenzialmente neutronica.
La nostra fisica non riconosce ancora l’energia psichica di
cui è costituita la materia negativa, ma può intuire il fatto che,
nel momento in cui andiamo a trasformare materia regolare in
materia negativa, otteniamo un prodotto essenzialmente
neutronico.
Infatti nella trasformazione rimangono integri solo i
neutroni, perché per loro natura di carica elettrica nulla,
mentre i protoni e gli elettroni vengono a legarsi intimamente
perdendo la loro carica elettrica e diventando per conseguenza
neutri anch’essi. Da questo punto di vista non si può negare
che la materia negativa sia costituita, nella sua espressione
“fisica”, integralmente da neutroni.
La straordinaria potenza di penetrazione dei neutroni è ben
nota, e quindi è immaginabile quale forza di propulsione
“gravitazionale” possa emettere la materia negativa generata
nella macchina di Rolando.

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Le fasi di sviluppo della macchina


La macchina, costruita da Rolando Pelizza sulla base delle
indicazioni di Ettore, ha subito una precisa evoluzione
temporale riuscendo a raggiungere gradualmente tutte le
quattro fasi di funzionamento previste da Ettore stesso.
Il 26 febbraio 1964 il Maestro – così Rolando chiamava il
“frate Ettore” – gli scrisse una lettera in cui annunciava che il
periodo di formazione durato quasi sei anni si era concluso con
successo. Nella stessa lettera gli preannunciò quale avrebbe
dovuto essere il lavoro a seguire, come brevemente riassunto
nello stralcio della lettera che vi presento.
«[…] Ora sei sicuramente pronto per affrontare il compito
di realizzare la macchina; conosci perfettamente ogni
particolare, hai appreso dettagliatamente la formula
necessaria per il funzionamento della stessa; ora ti consegno
disegni e dati per il montaggio.
Solo una cosa ti chiedo: devi essere molto prudente.
Disegni e dati non sono tanto importanti; la formula,
invece, va ben custodita. Per nessun motivo deve cadere in
mano di altre persone: sarebbe la fine, di sicuro.
[…]
La macchina sarà presentata solo dopo la realizzazione
della seconda fase, che consiste nel riscaldamento della
materia, una fonte inesauribile di energia sotto forma di
calore.
Tieni sempre presente il giuramento che abbiamo fatto: per
nessun motivo, anche a costo della vita, sarà ceduta come
strumento bellico, ma dovrà essere usata esclusivamente al
fine di migliorare la nostra esistenza.

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Come ben sai, la macchina permetterà di realizzare le


prime quattro fasi:
1.a fase: annichilimento controllato della materia.
2.a fase: rallentamento dello spin della materia per far sì
che si surriscaldi.
3.a fase: trasmutazione della materia.
4.a fase: traslazione della materia.
[…]
A macchina realizzata, avrai tre possibilità:
Prima: che funzioni subito, cosa quasi impossibile, perché
espellere l’antiparticella è materialmente complicato, dato
che non ho parametri di paragone.
Seconda possibilità: che si autodistrugga e, annichilendosi
la macchina, resterà ben poco del materiale. Questo vorrà
dire che il principio funziona. È solo questione di ottenere
l’espulsione (cosa non da poco), obiettivo al quale si arriverà
solo con prove e correzioni.
Terza possibilità: che non funzioni; impossibile se
realizzata e montata correttamente!
[…] »

Ettore era molto ottimista sulla correttezza delle sue


previsioni e, a posteriori, dobbiamo dire che aveva
perfettamente ragione.
Permettetemi ora di ampliare leggermente il discorso sulle
fasi. Ho già detto molto sulla prima fase, quella
dell’annichilazione della materia, nel capitolo precedente. La
commento nuovamente qui, in modo più discorsivo.

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La Fisica del Terzo Millennio

La prima fase: l’annichilazione.

Nel 1976 è stata messa a punto la prima fase della


sperimentazione di Rolando quella dell’annichilazione o
annichilamento controllato della materia, come la chiama
Ettore.
Ve lo immaginate un sistema che permette di cancellare
quasi istantaneamente ogni tipo di rifiuto prodotto dall’uomo?
Meraviglioso!
Ma se la stessa tecnologia la applichiamo
all’annichilazione dell’avversario o delle sue armi … o finisce
ogni tipo di guerra con la vittoria di chi ha in mano la macchina
o rischia di finire il mondo intero.
Terribile!
Bastano queste brevi considerazioni per capire perché
Ettore e Rolando non hanno ancora diffuso i “segreti” della
loro incredibile scoperta: non possono rischiare di distruggere
il mondo.
Detto in modo sommario e impreciso, ma che ci dà l’idea
di cosa succede, in questa fase la macchina di Rolando riesce
a liberare in forma organizzata l’antimateria.
Essa proietta, diciamo così, atomi uguali e contrari a quelli
della materia in esame, “cancellandola” ovvero producendo
l’annichilazione.
Rolando riesce a provocare un’annichilazione selettiva, e
cioè può decidere quale materiale annullare, anche quando un
fascio attraversa diversi materiali, anche posti anteriormente
al materiale stesso. Inoltre le antiparticelle si possono
mescolare, per annichilire qualsiasi cosa, anche costituita da
materiali diversi.
Calibrando molto bene il fascio in uscita si riesce a produrre
pochissima energia residua, contravvenendo in modo

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clamoroso alle predizioni di Einstein. Secondo la famosa


equazione E=mc2, infatti, la scomparsa di un grammo di
materia dovrebbe produrre circa 25 milioni di Kwh di energia,
equivalenti al calore sviluppabile da 2700 tonnellate di
carbone. … Qui l’energia prodotta è decisamente inferiore, per
non dire quasi trascurabile!

La seconda fase: la produzione di energia.

Il completamento della seconda fase fu mostrato per la


prima volta a un pubblico ristretto nel 1981.
Nella fase della produzione di energia, si realizza, di fatto,
un rallentamento controllato dello spin delle particelle.
Tale rallentamento induce nella materia una sorta di attrito
“interno”41, un po’ come succede quando il freno rallenta la
ruota della vostra bicicletta, il cui effetto evidente è un
riscaldamento. Calibrando bene il rallentamento si può portare
la materia trattata a una temperatura inferiore a quella che la
farebbe sciogliere, diciamo dell’ordine del 40% di quella di
fusione o di ebollizione, per stare sufficientemente lontani
dalla fusione stessa che corrisponde, di fatto, alla sparizione
della materia.
La particolarità è che si può così disporre di un corpo caldo,
sempre alla stessa temperatura - le oscillazioni misurate sono
minime - che non si riscalda ulteriormente, anche se il calore
non viene assorbito dall’esterno.
Se il calore, viceversa, viene assorbito - a esempio con un
sistema di circolazione idrica attorno al materiale riscaldato -,
il corpo continua a rimanere alla stessa temperatura mentre si
ha a disposizione dell’acqua calda a qualche centinaio di gradi
per produrre energia.

41
Per quanto più sopra detto, ora sappiamo che un rallentamento della
“velocità” della particella produce un “ritorno” del suo calore; basta saper
equilibrare bene la proporzione tra i due.

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Questo livello di avanzamento della realizzazione della


macchina garantisce una produzione di energia a costi quasi
nulli - il corpo riscaldato praticamente non si consuma … - e
in quantità illimitate.
Un’altra delle chimere della nostra epoca viene raggiunta,
con un beneficio potenzialmente enorme in termini di
inquinamento ambientale: non avremo più bisogno di bruciare
petrolio e carbone …
Meraviglioso!
Ma, anche qui, se lo strumento non va a beneficio di tutti
ma solo di alcuni, la tentazione del potere e della
prevaricazione sugli altri ritorna a essere grande. O se con lo
stesso criterio si cominciano a fondere le armi del nemico o a
bruciare le sue case …
Terribile!

La terza fase: la trasmutazione della materia

Nel 1992 era pronta la terza fase, quella della trasmutazione


della materia, … il sogno di tutti gli alchimisti.
Che la trasmutazione fosse possibile, ovvero il passare da
una materia a un’altra, è noto da tanto tempo, anche alla
scienza ufficiale. A esempio E. Rutherford se ne accorse nel
1919, quando bombardando l’azoto con particelle emesse
dal radium, otteneva idrogeno e ossigeno.
Ma ora …
Ora la trasmutazione, con Ettore, non è più un caso fortuito.
Avendo compreso come la materia si costruisce, il suo
calore e colore, l’assemblaggio di determinati ordini direttivi
… se ci si mette ad un particolare punto in cui la materia si
costruisce, la si può anche “rimescolare” e … ritornando nello
spazio fisico, trasformarla.

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E il risultato è strabiliante: si cambia la struttura della


materia e si passa, a esempio, da un pezzo di plastica allo
stesso pezzo ma di oro purissimo.
Di esso va mantenuto, diciamo, l’aspetto geometrico
complessivo del pezzo di materia in esame, ma va
completamente modificato l’aspetto relativo alla costituzione
del suo materiale.
Anche questa fase presenta degli aspetti meravigliosi, come
quello di poter ottenere tutte le materie prime che ci
interessano senza continuare a depredare porzioni sempre
maggiori di questa nostra Terra.
Ma, dall’altro lato, presenta un pesante aspetto negativo:
chi ha la possibilità di trasmutare può diventare ricchissimo,
avere tutte le materie prime di cui necessita … ancora una
forma di potere e di prevaricazione sugli altri.

La quarta fase: il trasferimento dimensionale

C’è poi la quarta fase, quella del trasferimento


dimensionale o della traslazione della materia.
Si sa che … l’appetito vien mangiando.
Quando Ettore ha cominciato ad addentrarsi nelle
dimensioni non fisiche ha ben compreso le modalità di
trasferimento fra la nostra dimensione fisica e le altre
dimensioni “non fisiche” a supporto della vita nella materia.
Nel trasferimento dimensionale avviene qualcosa di nuovo:
oltre a “portare via” qualcosa dall’ambito fisico, lo si può
“parcheggiare”, in forma non fisica, in un qualche punto
definito dello spazio cosmico. E poi, eventualmente lo si può
riportare indietro.
Anche la nostra fisica comincia a intuire che questo sia
possibile, ma senza la grandiosa costruzione di Ettore in grado

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La Fisica del Terzo Millennio

di definire come sia fatto l’Oltre Materia, questo traguardo


sarà irraggiungibile.
In questo trasferimento la materia non viene distrutta, ma
semplicemente riportata alla sua sola “struttura” non fisica
ovvero quel “doppio” della materia fisica che si trova in uno
stato di completa atermia, nello spazio cosmico. Di fatto, si
ritorna allo stadio degli esponenti neutri, esponenti che una
volta creati sono “indistruttibili ed eterni” e di essi viene
mantenuto anche l’assemblaggio complesso a cui sono stati
sottoposti. Nella trasmutazione, invece, è proprio
l’assemblaggio complesso a essere modificato.
Questa operazione ha la prerogativa di essere reversibile,
ovvero si può riportare e far ricomparire nel nostro ambito
materiale l’oggetto scomparso.
So per certo che una cosa simile la percepite come “pura
magia”.
Ma no … per quanto assurda possa sembrare, è
semplicemente una possibilità del nostro mondo non ancora
conosciuta.
Questo è un vero e proprio trasferimento dimensionale, che
avviene naturalmente e molto frequentemente nella materia
che ci circonda, solo che noi non lo sappiamo.
Questa possibilità apre la strada a delle applicazioni
davvero grandiose come, a esempio, il teletrasporto.
Ma anche a molto altro che, per “pudore” mentale, non oso
raccontare. Delle possibilità “incredibilmente assurde” ma …
meravigliose!
Ma, anche qui, cosa dire se la stessa tecnologia viene
applicata per far sparire, pur senza distruggerlo, l’avversario
indesiderato trasferendolo oltre la materia?
Una forma di potere mostruosa.

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Oltre la quarta fase

Sembra che Ettore abbia individuato altri due livelli di


sviluppo delle sue teorie; Rolando non ha voluto sapere quali
fossero ed è opportuno che anche noi non li consideriamo.

Dico solo che, nel cercare di apprendere la Teoria


degli Esponenti, per la parte limitata che mi è stato
concesso di vedere, ho notato alcune mancanze
importanti che il livello raffinato delle altre conoscenze
espresse fa intuire che siano state certamente studiate ma
volutamente non divulgate.
La mancanza che ritengo più grossa è quella relativa
alla “gestione” dell’ambito spirituale, molto raffinata in
relazione alla presenza degli ordini direttivi e al loro
funzionamento, ma altrettanto scarna e parziale in
relazione alla “regia”, affidata semplicemente all’Idea
Creativa iniziale e, in parte non esplicitamente
riconosciuta, al ruolo del pensiero umano. Secondo la
mia opinione è presente un altro “agente psichico”,
ovvero una struttura in grado di governare o influenzare
pesantemente il funzionamento dell’ambito spirituale.
Tale struttura ritengo sia interna al Creato e
completamente non fisica, salvo rare eccezioni. Non mi
dilungo su questo aspetto, ma ritengo fondamentale la
sua presenza e l’interazione tra il pensiero umano e
quello di questo “agente psichico” nella continua
creazione o evoluzione della nostra realtà fisica.
Non ho prove, ma ritengo altamente probabile che le
fasi successive della teoria di Ettore abbiano a che fare
con questo aspetto, con il pensiero e con l’interazione
dei pensieri dei vari agenti psichici del nostro Creato.
A questo livello, probabilmente, la macchina di
Rolando non serve più, ed è forse proprio per questo che
Rolando non ha voluto sapere nulla di questi livelli.
Rolando ha dedicato tutta la sua vita alla costruzione

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La Fisica del Terzo Millennio

della macchina, c’è riuscito, e in questo si giocava lo


scopo della sua esistenza.
Oltre … ci penserà qualcun altro e, forse, lo ha già
fatto Ettore.
Ma questo non mi è dato di sapere.

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Francesco Alessandrini

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La tecnologia della macchina


La macchina: come è fatta e cosa fa42

Nella sua versione più recente, la macchina “piccola”


ovvero quella in grado di trattare un volume pari a quello di
un cubo di 8 m3 (2m×2m×2m), è costituita da un contenitore
esterno - la scatola esterna - in alluminio, anch’esso cubico di
lato pari a circa 55 cm, tutto chiuso eccetto un piccolo
quadrato su un lato, corrispondente al foro di uscita della guida
del “raggio”.

Figura 38: vista dall’esterno della macchina “piccola”, un cubo di


alluminio di 55 cm di lato.

42
Pubblicato per la prima volta in La Macchina.

183

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titolo: La Fisica del Terzo Millennio: sulle orme di Ettore Majorana

Francesco Alessandrini

Figura 39: vista di spigolo della macchina nel suo insieme, sezionata
per vedere l’interno.

Al suo interno alloggiano altre tre scatole (la grande, la


media e la piccola), tutte in alluminio e collegate alle altre
scatole mediante dei distanziatori rigidi in alluminio
posizionati nei vertici.

Figura 40: sezione verticale della parte centrale della macchina; sono
ben visibili il rocchetto e la guida.

184

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titolo: La Fisica del Terzo Millennio: sulle orme di Ettore Majorana

La Fisica del Terzo Millennio

All’interno della scatola più piccola è posizionato il cuore;


un insieme di cinque motorini sostenuti da un’articolata
struttura in plexiglas. I motorini (passo-passo nelle ultime
versioni) sono in grado di variare la loro velocità di rotazione
da 1 a 100 giri al minuto e di invertire il senso di rotazione.
I motorini sono assemblati all’interno del cuore della
macchina attorno al nucleo della macchina stessa (il rocchetto)
in posizione corrispondente alle 4 direzioni (est/nord/
ovest/sud) e uno centrale al di sotto (down). I motorini fanno
ruotare delle sfere o dei dischetti in grado di generare, tramite
la loro influenza, uno stato particolare al centro del nucleo,
come descritto nelle pagine precedenti.

Figura 41: assemblaggio d’assieme del “cuore” della macchina con i


cinque motorini (in blu).

Il gruppo down permette la rotazione di 3 dischetti ceramici


su asse orizzontale passante per i centri dei dischetti.

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Figura 42: assemblaggio d’assieme del gruppo inferiore down; a lato


sulla sinistra il motorino elettrico.

Il gruppo est fa ruotare su asse orizzontale una sfera cava


in acciaio inox.

Figura 43: assemblaggio d’assieme del gruppo est.

Il gruppo nord fa ruotare su asse verticale tre dischetti, uno


magnetico in ferrite, uno in oro e uno in platino.

186

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La Fisica del Terzo Millennio

Figura 44: assemblaggio d’assieme del gruppo nord.

Il gruppo ovest fa ruotare su asse orizzontale una sfera cava


in acciaio inox.

Figura 45: assemblaggio d’assieme del gruppo ovest.

Il gruppo sud fa ruotare su asse orizzontale tre dischetti,


uno magnetico in ferrite, uno in oro e uno in platino.

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Francesco Alessandrini

Figura 46: assemblaggio d’assieme del gruppo sud.

L’insieme dei movimenti indotti dai motorini,


programmabili con velocità diverse a seconda dell’obbiettivo
(posizione e tipo di trasformazione da indurre) produce il già
descritto stato antigravitazionale e antisolazionistico
all’interno del centro del cuore, in un elemento detto
“rocchetto”.

Figura 47: assemblaggio d’assieme del rocchetto centrale.

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La Fisica del Terzo Millennio

Esso è composto da un cilindro di alluminio con una parte


avvolta da una bobina di argento, chiuso da due tappi di
alluminio con sovrapposti dei dischetti di oro e ferrite
(magnete) e con all’interno quattro dischi sagomati di piombo
(foro centrale a forma di croce). Nella parte alta, sulla parete
verticale del cilindro, c’è un foro su cui si collega la guida, una
sorta di condotto a sezione quadrata in cui viene convogliato
il “segnale” proveniente dal rocchetto.
L’insieme rocchetto più guida può essere definito come
“diffusore”, ovvero l’elemento in grado di portare all’esterno
le “antiparticelle” generate all’interno del rocchetto.

Figura 48: Assemblaggio d’assieme della guida e della spira-


rocchetto (sopra) e una sezione d’assieme della guida (sotto).

La guida non è un semplice condotto direttivo, ma è la parte


della macchina in cui il passaggio delle “antiparticelle” viene
rinforzato e il loro mezzo di trasporto - un impulso elettrico -
accelerato alla velocità della luce. Le “antiparticelle”
corrispondenti al materiale impostato (nella fase 1) vengono
così convogliate verso l’obbiettivo. Esse, una volta

189

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Francesco Alessandrini

raggiuntolo, provocheranno una repentina modifica della


materia fisica originaria “adeguandola” al flusso
antiparticellare in arrivo.
Il fondamentale passaggio nella guida attraversa celle
delimitate dall’involucro esterno e da sezioni costituite da tre
materiali abbinati (piombo, oro e platino), di cui una, quella in
piombo, sagomata a stella.
La fisica attuale non è in grado di comprendere la struttura
di questo elemento (nemmeno il resto comunque) perché
utilizza delle relazioni e interazioni combinate di elettricità,
magnetismo e gravità non note.
L’unica potenza elettrica in input nel sistema, fornita da una
piccola batteria da macchina, è quella necessaria
essenzialmente al solo funzionamento dei cinque motorini e
alla gestione dell’impulso.
L’alimentazione a 12 V in corrente continua viene data per
impulsi di durata a partire da 1 millisecondo. Tale
alimentazione viene fornita alla bobina posizionata alla base
del rocchetto.
Tutte le immagini qui riportate sono state ricavate dai
documenti che Rolando Pelizza ha fatto pubblicare on line nel
marzo-aprile 2016 sul sito del giornalista Rino Di Stefano.
Rolando descrive il funzionamento della macchina in modo
leggermente diverso da quanto vi ho appena descritto. Egli
dice esplicitamente:
«questa macchina, della quale oggi pubblichiamo i disegni,
è in grado di espellere particelle di antimateria, selettive, che,
a contatto con analoga materia, si distruggono provocando
l’emissione di grande energia. L’attuale macchina è rivestita
da un cubo in alluminio di circa 55 cm per lato e il
meccanismo della struttura è alimentato da una piccola
batteria d’automobile che serve ad azionare il sistema
interno. Quest’ultimo genera le antiparticelle che poi vengono
espulse da un condotto, la cui estremità termina con un foro a

190

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La Fisica del Terzo Millennio

quadrifoglio sul frontale della macchina. Dall’esterno,


dunque, la macchina appare come un perfetto cubo, senza
alcuna estremità. Le antiparticelle hanno una vita di 5
millesimi di secondo e fuoriescono per motu proprio alla
velocità della luce, fino a una distanza massima di 1500 km.
Per essere più precisi, la macchina è in grado di gestire
tutti gli elementi della Tavola periodica di Mendeleev e può
emettere antiparticelle per ogni singolo elemento,
graduandone la distanza e le dimensioni, da un centimetro
cubo fino a un volume di 20 m per lato, pari a 8000 metri cubi.
L’emissione è controllabile anche nell’intensità, andando dal
solo riscaldamento della materia colpita (rallentando il flusso
delle particelle) fino al completo annichilimento della stessa.
Ponendo quindi l’oggetto che si vuole annichilire o riscaldare
a una certa distanza dalla macchina, l’uscita delle
antiparticelle si esaurirà nel rispetto dei comandi impartiti.»

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Francesco Alessandrini

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La Fisica del Terzo Millennio

La matematica di Ettore
Non ho avuto modo di studiare o vedere nulla della
matematica che Ettore ha costruito per descrivere e costruire
la sua teoria fisica.
Ma, nonostante questo, mi permetto di fare alcune mie
considerazioni che derivano dalle poche cose intuite dai
discorsi di Rolando.
Mi sembra che, in generale, Rolando non consideri la
matematica di Ettore come particolarmente difficile; anzi, una
volta appresa è facilmente utilizzabile a mente, dice lui, e
permette di fare velocemente dei calcoli, anche più
rapidamente di quanto possa fare un computer che utilizza, per
lo stesso problema, una matematica “normale”.
Tenterò di presentarvi le mie idee su questa matematica
tramite un esempio applicato a un particolare problema che
Rolando ha incontrato durante le sue prove: la presenza di
strani residui che si presentavano dopo un’annichilazione.

Un esempio della matematica di Ettore43

Durante la costruzione delle macchine, Rolando ha avuto


molti inconvenienti. Prima le macchine si distruggevano, poi,
a un certo punto, hanno cominciato a funzionare e il primo
traguardo dell’annichilazione è stato raggiunto.
Tuttavia l’annichilazione, pur funzionando, non dava un
risultato pulito: lasciava dei residui strani.

43
Pubblicato per la prima volta in La Macchina.

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Francesco Alessandrini

Ogni volta che veniva emesso il raggio annichilatore, si


generavano una dozzina di nuovi elementi, oltre a del potassio,
sempre presente. E, se si ripeteva l’invio del raggio sullo
stesso obbiettivo, si creavano altri 12 elementi, diversi da
quelli precedenti. Attuando questa modalità per 8 volte di
seguito sempre sullo stesso obbiettivo, si creavano 96 elementi
chimici, tutti diversi e corrispondenti a tutti i primi 96 elementi
della tavola periodica degli elementi chimici, ideata
inizialmente dal chimico russo Mendeleev.
Rolando ha elencato i gruppi di elementi corrispondenti a
ognuna delle 8 annichilazioni, chiamando ogni singolo
elemento con il numero atomico corrispondente della tavola
periodica, e li ha riuniti in una tavola, la tavola di Rolando.
Nella figura che segue la riportiamo e, a seguire, riportiamo
anche la tavola periodica degli elementi.

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

1 1 3 5 7 9 37 39 41 43 45 73 75
2 2 4 6 8 10 38 40 42 44 46 74 76
3 11 13 15 17 47 49 51 53 77 79 81 83
4 12 14 16 18 48 50 52 54 78 80 82 84
5 19 21 23 25 27 55 57 59 61 63 85 87
6 20 22 24 26 28 56 58 60 62 64 86 88
7 29 31 33 35 65 67 69 71 89 91 93 95
8 30 32 34 36 66 68 70 72 90 92 94 96

Figura 49: la tavola di Rolando (n° atomico riferito alla tavola di


Mendeleev).

Nella tavola di Rolando si può cominciare a intravvedere


qualcosa che si riferisce alla matematica di Ettore.
Il tentativo di inquadramento degli elementi ha permesso di
comprendere la loro formazione a gruppi “organizzati”
nell’ordine matematico rappresentato, appunto, nella tavola di
Rolando. Quest’ultima ha poi potuto essere studiata per essere
inquadrata nella nuova matematica di Ettore, che ora
cercheremo di approfondire.

194

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La Fisica del Terzo Millennio

Figura 50: la tavola periodica degli elementi (originariamente “la


tavola di Mendeleev” degli elementi chimici).

Nella tabella di Rolando si vede che gli elementi generati


in ogni singola emissione stanno tra loro in una certa relazione
numerica. Chiaramente questa relazione è intellegibile perché
c’è già una preventiva organizzazione dei numeri della tabella,
una semplicissima organizzazione in ordine crescente dei
risultati di ogni singola riga.
Gli elementi del primo gruppo sono 1-3-5-7-9. Nella
matematica di Ettore possiamo considerare questo gruppo
come un singolo numero e fare una prima assunzione
matematica - che chiamiamo “assunto di raggruppamento” -
dicendo che

195

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Francesco Alessandrini

1 3 5 7 9 = 1g5 (1)

dove, in 1g5, l’1 sta a significare il gruppo n° 1 o “numero


gruppo”, g sta a significare “gruppo di numeri” o “unità
gruppo” e il pedice 5 sta a significare che il gruppo è composto
da 5 elementi (numeri).
Il secondo gruppo di 5 numeri, 37-39-41-43-45, si vede che
sta in relazione al primo semplicemente sommandogli 36
unità. Quindi potremmo scrivere semplicemente che:

37 39 41 43 45 = 1g5+36 (2)

assumendo con ciò che aggiungiamo 36 unità a ogni


singolo numero del gruppo 1.
Sempre nella prima riga c’è un terzo gruppo finale, che si
differenzia dai precedenti perché costituito soltanto dagli
elementi 73-75. Esso si ritrova ancora in relazione al gruppo 1
se di esso si considerano solo i primi due elementi (numeri) e
se si somma a essi il numero 36×2. Oppure può anche essere
relazionato ai primi due termini del secondo gruppo
sommando ancora 36. Per comodità teniamo per buona la
prima relazione e possiamo scrivere:

73 75 = 1g2+36×2 (3)

dove il pedice 2 in 1g2 significa che del primo gruppo 1g


abbiamo considerato solo i suoi primi due elementi.
La prima riga di elementi, dunque, può essere scritta in
modo raggruppato con una semplice relazione del tipo:
1g5; 1g5+36;1g2+36×2 (4)

196

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La Fisica del Terzo Millennio

Analoghe considerazioni si possono fare per le righe


successive o addirittura per gruppi di righe; per esempio, se
definiamo tutta la prima riga con

1g5;1g5+36;1g2+36×2 = 2g12 (5)

si vede che la seconda riga può essere semplicemente


scritta con
2g12+1 (6)

La definizione di cui al punto (5) è un “assunto di


riduzione”. Possiamo poi, con la stessa logica, adottare i
seguenti assunti di riduzione:

1g4+10;1g4+36+10;1g4+36×2+4 = 3g12 (7)

1g5;1g5+36;1g2+36×2
= 4g24
2g12+1 (8)

1g4+10;1g4+36+10
= 5g16
3g8+1 (9)

1g4+36×2+4
= 6g8
1g4+36×2+5 (10)

Sulla base delle considerazioni di cui sopra, la tavola di


Rolando presenta 96 numeri, che possono venir raggruppati in
soli 11 elementi, supposto di considerare i 6 assunti di
raggruppamento e/o di riduzione illustrati.

197

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Francesco Alessandrini

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

1 1g5 1g5+36 1g2+36*2


2 2g12+1
3 1g4+10 1g4+36+10 1g4+36*2+4
4 3g12+1
5
4g24+18
6
7
5g16+18 6g8+12
8

Figura 51: la tavola di Rolando raggruppata secondo le relazioni tra


gruppi di elementi.

Nella tavola che precede si riporta la stessa tavola di


Rolando vista prima, ma ora raggruppata in funzione delle
relazioni definite tra gruppi di numeri.
Una simile descrizione matematica dell’evento è molto
diversa da quella iniziale o da quella che fa la nostra
matematica supponendo di essere di fronte a un evento casuale
“costruito” a partire da 96 numeri indipendenti e non correlati,
ovvero guidati dal caso.
La riconosciuta non causalità dell’evento (qui,
naturalmente, è prioritario e indispensabile lo studio del
fenomeno fisico che ci fa intuire l’assenza di casualità) porta
alla costruzione di una serie di relazioni, poi inquadrabili
matematicamente, che riducono enormemente le probabilità
legate a una predizione di un successivo accadimento
dell’evento.
Supponendo anche di legare il n° di possibilità di
accadimento dell’evento, descritto in quest’ultima forma, alle
combinazioni ricavabili dalle 11 relazioni individuate (cosa
che secondo la matematica di Ettore, supponiamo, possono
essere ulteriormente e significativamente ridotte in base ad
altre relazioni di riduzione o esclusione) potremmo dire che le
possibilità sono pari a 11! (11 fattoriale). Tale valore, ancora
molto alto, è pari a 3,99*107, ovvero circa 40 milioni di
possibilità.

198

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titolo: La Fisica del Terzo Millennio: sulle orme di Ettore Majorana

La Fisica del Terzo Millennio

Se però andiamo a confrontare questo numero con le


possibilità derivanti dai 96 numeri iniziali, avremmo 96!
possibilità ovvero circa 9,92*10149, un numero talmente
grande (circa un 1 seguito da 150 zeri) da non poterlo neanche
pronunciare.
Ebbene, ciò che la nostra fisica e la sua previsione
matematica sta attualmente facendo, quando tratta eventi
apparentemente caotici e casuali, è lavorare con questi grossi
numeri al posto dei relativamente pochi individuabili con la
matematica di Ettore.
Anche se la cosa non sta esattamente così (anche la fisica
attuale ragiona considerando alcune relazioni possibili ed
escludendo così alcune possibilità di evento), attualmente
vengono considerati molti più eventi di quelli che la realtà poi
riproduce e ciò causa, ad esempio, un numero di calcoli
enormi e inutili.
La matematica di Ettore ha compreso, interagendo con
l’osservazione del fenomeno fisico, l’inesistenza di una
casualità del fenomeno stesso e ha compreso le relazioni che
governano alcuni “gruppi” di fenomeni che la fisica attuale
considera regolati dal caos.
La matematica di Ettore descrive tutto questo e, dopo essere
stata costruita sulla base della comprensione del fenomeno
fisico o del gruppo di fenomeni similari, ora diviene lo
strumento per prevedere altri fenomeni fisici attualmente
considerati imprevedibili o comunque regolati da leggi
caotiche.
Di fatto Ettore ha scoperto che il caos, o meglio, il caso non
esiste.
Questo aspetto, meglio dettagliato nella descrizione che
facciamo in questo libro della fisica di Ettore, fa sì che si possa
arrivare a comprendere le fondamentali leggi dell’universo in
cui viviamo e a descriverle matematicamente perché …

199

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titolo: La Fisica del Terzo Millennio: sulle orme di Ettore Majorana

Francesco Alessandrini

la struttura fondamentale dell’universo non è


casuale ma è organizzata
secondo precise relazioni matematiche!
Rolando continua a insistere su questo aspetto e arriva a
dirci che Ettore ha definito questo aspetto con estrema
precisione, tanto da essere giunto a individuare una ben
precisa “formula del caso” che, se inquadrabile in una formula
… tanto casuale non può più essere. Semplicemente, dunque,

il caso non esiste!


Ma per conoscere la sua formulazione matematica dovremo
attendere ciò che gli scritti di Ettore ci diranno quando sarà il
momento opportuno per la loro diffusione. Per ora dobbiamo
accontentarci dello scarno inquadramento della sua
matematica che abbiamo potuto fare in queste pagine.

200

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titolo: La Fisica del Terzo Millennio: sulle orme di Ettore Majorana

La Fisica del Terzo Millennio

Per ora mi fermo qui

Vi ho raccontato molte cose, forse troppe per lo scopo


divulgativo che questo testo dovrebbe avere.
Anche se … ritengo ci sia molto altro da dire, e
soprattutto da fare.
Sì, perché questo libro è solo l’inizio di un percorso,
del nuovo percorso della Fisica del Terzo Millennio.
Una fisica che amplierà enormemente le attuali
conoscenze e ci permetterà di vivere in un mondo e in
un modo molto diverso da quello attuale.
Lo farà certamente se noi uomini saremo in grado di
abbinare, alla conoscenza della natura, un
comportamento nuovo e una ancor più importante
conoscenza del nostro pensiero e delle sue modalità di
utilizzo.

Sì, perché la Fisica del Terzo Millennio


è la fisica del pensiero.
Nel pensiero risiede la nostra vera potenza nel
plasmare la realtà materiale che ci circonda.
Una potenza talmente elevata che ci permetterà, un
giorno, di fare a meno di una certa tecnologia, finora
necessaria per crescere, ma che ora ci sta portando verso
il baratro climatico e ambientale.
Sono ottimista sul fatto che per questa volta, a causa
degli ipotizzati incombenti cataclismi, non solo
climatici, l’uomo non scomparirà dalla faccia della
Terra; avremo modo di continuare a vivere, come razza

201

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titolo: La Fisica del Terzo Millennio: sulle orme di Ettore Majorana

Francesco Alessandrini

umana, per molto ancora e così crescere secondo i piani


di quell’Armonia universale scritta nel Creato fin dal
suo inizio.
E se ci salviamo … questa volta il merito va a due
esseri umani, Ettore e Rolando, che hanno introdotto nel
mondo una conoscenza e una tecnologia in grado di
salvare il pianeta. Forse dovrei ringraziare anche
qualcun altro, che però per ora non mi è dato di
individuare.
A tutti loro, comunque, come essere umano offro la
mia riconoscenza e la mia più grande partecipazione alla
loro storia di esseri straordinari.

202

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titolo: La Fisica del Terzo Millennio: sulle orme di Ettore Majorana

La Fisica del Terzo Millennio

Appendici
Le nuove leggi e i principi di Ettore

Ettore Majorana, nello sviluppare la sua Teoria Generale


degli Esponenti, ha dovuto introdurre numerose nuove Leggi
o nuovi Principi mai prima d’ora definiti in modo scientifico
o comunque attualmente non definiti secondo il significato
dato nell’ambito della teoria stessa.
In questo capitolo se ne presenta un elenco sommario, con
un breve tentativo di esplicitazione, che va visto come una
mappa di riferimento nel complesso e complessivo svolgersi
della teoria. Nel testo che precede non tutte queste leggi sono
trattate esplicitamente anche se sono sempre sottintese nella
costruzione teorica.

Leggi o principi universali fondamentali

Le leggi o i principi che seguono sono da considerarsi come


cardini funzionali di tutta la Creazione.

1) principio della Inesistenza allo Zero Assoluto,


nell’estremo vuoto;
2) principio dell’Ordine Primordiale Spirituale;
3) legge universale dell’Armonia;
4) principio dell’Ordine Matematico Universale;
5) principio del Tempo;
6) legge universale dell’Azione e Reazione o del
Contrasto;

203

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titolo: La Fisica del Terzo Millennio: sulle orme di Ettore Majorana

Francesco Alessandrini

LEGGI E PRINCIPI CONTENUTI NELLA TEORIA GENERALE DEGLI ESPONENTI

Principio della
Inesistenza allo Zero
Prima della creazione 1
Assoluto, nell’estremo
vuoto

Principio dell’Ordine
All'inizio della Creazione 2
Primordiale Spirituale

La struttura del Creato

Principio dell’Ordine
Legge universale
Generali 3 4 Matematico 5 Principio del Tempo
dell’Armonia
Universale

Legge universale
dell’Azione e
6
Reazione o del
Contrasto

Legge universale della


Legge universale Legge universale
7 8 Funzione 9
della Differenziazione dell’Utilità
Qualificativa

Legge universale del


10
Divenire

Ambito spirituale 11 Legge Spirituale

Legge degli Ordini


Legge universale Principio neutro di
Ambito cosmico 12 13 Direttivi orientativi 14
dell’Agire Cosmico Disparità
delle unità di energia

Principio di
Ambito cosmico-fisico 15
Isolazionismo

Ambito fisico 16 Legge di Gravità 17 Principio di Parità

Figura 52: le leggi e i principi contenuti o sottintesi nella Teoria


Generale degli Esponenti.

7) legge universale della Differenziazione;


8) legge universale della Funzione Qualificativa;
9) legge universale dell’Utilità;
10) legge universale del Divenire;
11) legge Spirituale;
12) legge universale dell’Agire Cosmico;
13) legge degli Ordini Direttivi orientativi delle unità di
energia;
14) principio neutro di Disparità;

204

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La Fisica del Terzo Millennio

15) principio di Isolazionismo Spaziale;


16) legge di Gravità;
17) principio di Parità.

Ricordiamo poi separatamente un’altra teoria scientifica


per certi aspetti in grande accordo con le teorizzazioni di
Majorana.

1) teoria Unitaria del Mondo Fisico e Biologico.

In quanto segue trovate una breve descrizione delle leggi


che ho elencato, cercando di coglierne sinteticamente il
significato.

1) Principio della Inesistenza allo Zero Assoluto,


nell’estremo vuoto

Majorana postula che, prima dell’inizio dell’universo, c’era


solo un Infinito Iperspazio estremamente vuoto e con una
temperatura corrispondente a quella dello zero assoluto,
temperatura alla quale non può esistere nulla di fisico.
L’iperspazio manifestava un’estrema capacità dissolvente per
cui, se qualcosa avesse tentato di invaderlo, esso lo avrebbe
istantaneamente annullato.

2) Principio dell’Ordine Primordiale Spirituale

L’azione del moto psichico contenuta nell’Idea Creativa


genera inizialmente, tramite una sorta di esplosione, uno
spazio spirituale dotato di un ordine, un’organizzazione. Tale
spazio “prende vita” all’interno del preesistente infinito
iperspazio delimitando una zona di spazio da immaginarsi
come una sfera in rapidissima espansione. Tale principio è
sostanzialmente sovrapponibile al principio dell’Ordine
Spaziale Universale che sancisce la presenza nello spazio di

205

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titolo: La Fisica del Terzo Millennio: sulle orme di Ettore Majorana

Francesco Alessandrini

un assetto (ordine) geometrico generale. In esso ogni ordine


particolare costituisce una Unità Spirituale.

3) Legge universale dell’Armonia

L’Idea Creatrice iniziale ha introdotto nel precedente


infinito iperspazio uno spazio in espansione dotato di
un’organizzazione d’insieme e specifica (ordini direttivi) che
segue una legge universale di Armonia. Tale legge è intesa al
mantenimento di precisi equilibri fra gli elementi del Creato e
alla gestione di un divenire che opera tramite processi alterni
entropici e sintropici (distruzione e costruzione organizzata)
finalizzato al raggiungimento di un’armonia finale
complessiva.

4) Principio dell’Ordine Matematico Universale

L’azione del moto psichico contenuta nell’Idea Creativa


genera, dapprima nello spazio spirituale, un principio di ordine
matematico a cui è poi soggetta l’intera costruzione
dell’universo. Ciò significa che tutto è descrivibile in termini
matematici e che l’universo non è una struttura alimentata dal
caso. Questo è il motivo per cui anche la nostra fisica e
matematica sono in grado di descrivere e prevedere il
comportamento degli oggetti del Creato: se non esistesse un
ordine matematico, la natura non potrebbe essere dunque
descrivibile con teorie matematiche come la nostra scienza è
abituata a fare.

5) Principio del Tempo

Immediatamente dopo la nascita dello spazio spirituale, il


moto psichico contenuto nell’Idea Creativa genera anche il
tempo, da intendersi come una potente forza assorbente in

206

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titolo: La Fisica del Terzo Millennio: sulle orme di Ettore Majorana

La Fisica del Terzo Millennio

grado di richiamare in “nuclei” denominati “attimi di tempo


presente” gli ordini direttivi dello spazio spirituale in
velocissimo e continuo movimento centrifugo. Nasce così un
“moto-tempo” uguale ma con ordine direzionale inverso a
quello del “moto-spazio”.

6) Legge universale dell’Azione e Reazione o del


Contrasto

Il Creato nasce e si sviluppa a seguito di un eterno


“ribollire” di azioni e reazioni. È il contrasto tra l’azione di
due forze contrapposte, una centrifuga e una centripeta, a
generare tutto ciò che esiste nello spazio fisico. L’azione e la
reazione non sono mai contemporanee, ma prima agisce una e
immediatamente dopo l’altra, come reazione all’agire o
all’esistenza della prima. Se questa legge non esistesse non si
potrebbe ottenere alcun equilibrio stabile.

7) Legge universale della Differenziazione

Non può esistere nel microcosmo come nel macrocosmo


un’entità identica all’altra. Questa legge nasce nel passaggio
dallo stato statico del non essere (la qualità non differenziata
dell’infinito iperspazio precedente la Creazione) a quello
dinamico dell’essere (ingresso dell’Idea Creatrice a delimitare
lo spazio del Creato). Questo passo iniziale rappresenta
l’ingresso nella dualità, dove le due sole forze del Creato -
centrifuga e centripeta - iniziano le infinite espressioni
differenziate o duali nate dal contrasto della loro azione. Tale
contrasto non può generare entità uguali perché è
perennemente applicato a elementi iniziali diversi (ordini
direttivi) e soggetta a pensieri “creatori” diversi (non esiste
solo il pensiero umano, già di per sé estremamente variabile).

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Francesco Alessandrini

8) Legge universale della Funzione Qualificativa

Nel microcosmo come nel macrocosmo tutte le entità sono


differenziate, sia nella forma sia nello scopo, ovvero sono
dotate di una loro specifica funzione qualificativa. Se così non
fosse, non potrebbe esistere un divenire che si è opposto e si
oppone alla staticità eterna. Da ciò discende anche una
reciproca utilità di tutti gli elementi/esseri, in un complesso
sistema differenziato e divenente gestito da un’Armonia (vd.
legge dell’Armonia) presente fin dall’applicazione iniziale
dell’Idea Creatrice.
La legge universale della Funzione Qualificativa deriva
dalla prima legge universale della Differenziazione.

9) Legge universale dell’Utilità

Nel Creato tutto ha una sua utilità. Nulla risulta avulso


dall’interezza cosmica. Da questo sottile legame fondante del
Creato deriva anche la concatenazione e l’assenza di casualità
negli eventi del Creato.

10) Legge universale del Divenire

Il Creato è sottoposto ad un perenne divenire non casuale


ma guidato dalla legge universale dell’Armonia, finalizzata al
raggiungimento per passi successivi (divenire) di un ordine
finale armonico ed equilibrato.

11) Legge Spirituale

La legge spirituale è quella legge o modalità di


comportamento sempre rispettata nell’ambito dello spazio
spirituale, che non consente l’unione di ordini direttivi. Essi
rimangono “assoluti” e distinti, e che non possono mai entrare

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La Fisica del Terzo Millennio

in contatto a causa di quel moto centrifugo “rettilineo”


costante che li porta via via verso l’esterno, allontanandoli
sempre più e mantenendoli nella loro distinzione e purezza
iniziale.

12) Legge universale dell’Agire Cosmico

Il nostro universo si realizza e sviluppa secondo una precisa


ingegneria cosmica che, di concerto con la legge universale
dell’Armonia, dà luogo ad un divenire di sperimentazioni che
non finiscono mai.
È proprio in questo divenire di sperimentazioni che si attua
la Creazione, esattamente come avviene in un processo
ingegneristico in cui il pensiero o il progetto o l’idea iniziale
deve poi passare ad una fase di sperimentazione/realizzazione
in ambito fisico, sennò si perde l’azione e il significato dello
stesso progetto iniziale.

Naturalmente, essendo io un ingegnere, sono


entusiasticamente in accordo con questa legge e mi
lancio in un’affermazione per noi assolutamente
indimostrabile: senza una sperimentazione
“dimostrativa” nel Creato, il Creatore non avrebbe
potuto fare una scelta in relazione alla correttezza dei
Suoi Pensieri, ovvero di tutte le singole parti contenute
nell’Idea Creativa o Pensiero Iniziale.

13) Legge degli Ordini Direttivi orientativi delle unità di


energia

Lo spazio spirituale costituisce una specie di contenitore di


ordini direttivi intelligenti (forme organizzate dello spazio).
Il successivo spazio cosmico è il luogo in cui questi ordini
vengono inseriti in “matrici” e costituisce una “palestra di

209

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sfogo” di tutte le unità di energia elementare che in questo


modo vengono a realizzarsi.
Nello spazio cosmico, infatti, queste unità iniziano una
nuova serie di processi associativi, fino ad assumere i caratteri
di fisicità quando interviene una sorta di “saturazione” di
ordini direttivi.
Questa legge considera dunque la presenza degli ordini
direttivi e come essi agiscano e orientino nel processo di
costruzione delle unità di energia alla base della creazione
fisica.

14) Principio neutro di Disparità.

Il moto dell’esponente neutro è traslatorio e anche


rotatorio. Nel suo movimento complessivo possiede una sorta
di moto a spirale che va visto come una rotazione della
particella attorno all’asse della traiettoria complessiva
traslativa (asse polare). Quest’ultimo “ordine di giro nel piano
verticale” conferisce all’esponente un carattere neutro e
promuove un principio di disparità ovvero un comportamento
“non simmetrico” che si distingue da quello simmetrico “di
parità” delle particelle fisiche.
A livello di schematizzazione ideale, la non simmetria si
realizza in un moto traslativo lungo un’unica direzione
associato al movimento rotazionale sempre nello stesso verso.

15) Principio di Isolazionismo Spaziale

Ogni esponente elementare vive in un suo campo isolato da


altri campi limitrofi per la legge di isolazionismo spaziale.
In base a tale legge ogni unità di spazio si mantiene separata
da ogni altra unità a causa del campo che è sempre “negativo”.
In tal modo si realizza una repulsione tra due o più campi

210

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vicini, tutti negativi, in grado di mantenere una distanza


minima o una separazione tra gli stessi campi.
Se vogliamo tentare una descrizione leggermente più ampia
di questa legge, richiamando anche alcuni concetti espressi nel
testo, potremmo dire che ogni presenza sostanziale fisica viene
di continuo sottoposta alle due leggi di gravitazione e
antigravitazione - attrazione e repulsione - in modo alterno e
ad una velocità molto elevata, quella cosmica. Queste due
azioni ritmiche fanno sì che la singola unità di energia
elementare conservarvi di continuo la sua posizione di
separazione dalle altre unità esistenti, siano esse associate in
complessi unitari oppure isolate.
Ciò che avviene è il risultato dell’azione di due forze
ugualmente potenti e veloci che agiscono in senso contrario:
per un attimo l’azione è gravitazionale, che è come dire
magnetica ovvero coesiva o attrattiva, ma nell’attimo
successivo l’azione risulta opposta. L’azione combinata di
queste due forze uguali e opposte provoca la nascita di un
moto rotatorio delle particelle che genera un campo di
isolamento su ogni minima presenza unitaria di energia
termofisica.
Tale azione investe per intero tutto l’universo cosmico,
assoggettandolo al mantenimento dei singoli spazi di
isolazionismo.
Ne discende anche che ogni complesso stellare, sia esso di
modestissime dimensioni o formidabilmente grande come la
più gigantesca galassia, cadendo sotto l’azione continuativa di
queste due azioni contrarie, può avere un suo spazio di
isolamento nello stesso modo delle singole unità di energia.

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16) Legge di Gravità

La legge ha un’impropria ma ormai diffusa denominazione


riferentesi alla caduta di un “grave”, un peso, attratto da una
massa.
In termini generali la potremmo definire come la legge in
base alla quale gli elementi dell’universo vengono attratti, in
contrapposizione all’antigravità ovvero a ciò che tende a
respingere o a spingere lontano, o a disintegrare come il vuoto
dell’iperspazio.
La gravità è, detto in modo estremamente sintetico,
un’esplicitazione nello spazio fisico di una delle due forze alla
base della Creazione, quella centripeta fornita dal tempo, in
contrapposizione a quella centrifuga fornita dallo spazio.
Essa non dipende direttamente dalla massa, anche se c’è
una correlazione con la presenza di massa: nel mondo fisico è,
altresì, dovuta al moto rotatorio delle particelle, lo spin, e
all’indotto moto complessivo traslativo curvo delle particelle
stesse.

17) Principio di Parità

Comportamento simmetrico che si manifesta


universalmente su tutte le particelle fisiche.
A livello di schematizzazione ideale si realizza in un moto
centripeto rototraslativo neutro nel piano verticale ed un moto
centrifugo simmetrico, positivo e negativo, rototraslativo nel
piano orizzontale. Ovvero nel mondo fisico le particelle
presentano due tipi di moto simmetrici sia in direzione
verticale (magnetico) sia in direzione orizzontale (elettrico).

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La Fisica del Terzo Millennio

18) Teoria Unitaria del Mondo Fisico e Biologico

È la teoria del matematico Luigi Fantappiè (1944)


contenente la conclusione, pienamente condivisa da Ettore
Majorana, secondo la quale:
«tutte le leggi della natura sono simmetriche rispetto ai due
versi del tempo e tutti i fenomeni dell’universo sono costituiti
da onde sferiche le quali, per la detta simmetria, possono
essere non solo divergenti (fenomeni “entropici”) come quelle
comunemente osservate, ma anche “convergenti” (fenomeni
“sintropici”) che sono quelli sostanzialmente nuovi che si
vengono a scoprire».

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Francesco Alessandrini

Glossario

Nel testo vengono utilizzati molti concetti nuovi e


attualmente sconosciuti.
Essi richiedono l’utilizzo di parole nuove o di parole usuali
con accezioni diverse da quelle abitualmente considerate.
Il glossario che segue ha lo scopo di puntualizzare il
significato dei termini utilizzati e funge da riferimento quando,
durante la lettura, ci si scorda del preciso significato e contesto
in cui il termine viene utilizzato.

Creato: tutto ciò che si pone a valle di un processo di


creazione; per estensione del termine, tutto il nostro universo.
Creazione: in generale l’atto di portare alla vita o all’azione
qualcosa prima inesistente.
Creazione spirituale e fisica: una Creazione prima non fisica
e successivamente fisica in grado di costituire una parte di
“non vuoto in movimento” nell’ambito dell’immota e vuota
unità iperspaziale. È tale il nostro universo nella sua forma più
completa.
Disparità (principio di): comportamento universale non
simmetrico che si manifesta nell’esponente neutro.
Energia: in generale potremmo semplicemente definirla come
quel qualcosa che permette alle cose di muoversi; in termini
tecnici è una forza moltiplicata per lo spostamento che essa
provoca ovvero ciò che la forza produce o può produrre
quando è effettivamente applicata su qualcosa. Tutto ciò che
entra a far parte del nostro spazio fisico, al momento della sua
“generazione”, entra apportando l’energia elementare. Questa
energia elementare permea tutto l’universo, perché tutti, ma
proprio tutti i suoi elementi concorrono a formarla. Senza
questa “forza viva” l’universo fisico come lo conosciamo noi
non esisterebbe: in un certo senso, l’energia è la creazione
fisica stessa. Avremo un’energia o tanti tipi di energia diversi
dello spazio fisico ma, dietro, c’è anche un’energia che

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potremmo definire “psichica” in grado di attivare i processi


che concorrono, solo alla fine, alla formazione fisica.
Esponente elementare: prima realizzazione dello spazio
cosmico-fisico, in cui degli esponenti neutri, scontrandosi,
acquisiscono caratteristiche termiche.
Esponente neutro: è la prima composizione spirituale che
precede la vera creazione fisica. Non ha caratteri né spirituali
né fisici per mancanza di termia. Appartiene allo spazio
cosmico.
Eterno Dio immanente: il Creatore, inconoscibile alla mente
umana, che sta dietro il nostro Universo, e non solo.

Forme-matrici: sono le “istruzioni” espresse come forme


geometriche sulla base delle quali ogni evento
dell’universo è costretto a conformarsi. Non possono
esistere nel nostro Creato entità o eventi non considerati
dalle forme matrici primarie. Le forme-matrici non sono
considerate nella teoria di Majorana anche se il suo
Principio dell’Ordine Matematico Universale può essere
considerato un corollario del “mio” Postulato dei Principi
Informatori44 o dell’esistenza delle Forme-Matrici.

Forza centrifuga: la forza diretta verso l’esterno, sinonimo di


entropia in ambito fisico, sinonimo di magnetismo repulsivo,
di antigravità. È prodotta dallo Spazio. La forza centrifuga
possiede un moto costante.
Forza centripeta: la forza diretta verso il centro, sinonimo di
sintropia, sinonimo di magnetismo attrattivo, sinonimo di
concentrazione, sinonimo di gravità. È prodotta dal Tempo. La
forza centripeta possiede un moto alterno o alternato.

44
Altre culture hanno già individuato questi principi, come ad esempio
quella egiziana. Vd. Dall’analisi di alcuni reperti antichissimi, un
messaggio di sopravvivenza per l’uomo, p. 83.

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Forza: quel qualcosa che, se capitiamo nel suo ambito di


azione, ci provoca un movimento di un qualche tipo.
Forze dell’Universo: nell’Universo esistono due sole forze.
Quella centrifuga e quella centripeta. Esse trovano esistenza
nel Moto Psichico e non possono mai agire
contemporaneamente.
Idea Creativa: un “pensiero” del Creatore che ha dato inizio
al Moto Psichico in grado di opporre un superlativo potere di
forza “attiva” al potere “statico” dissolvente posseduto
dall’iperspazio.
Inizio del Tempo: momento in cui si è attivata l’Idea Creativa
grazie al Moto Psichico.
Iperspazio: letteralmente super-spazio, è lo spazio senza
movimento e senza confini (infinito) preesistente alla
formazione dell’universo e nel quale l’universo è inserito.
Isolazionismo spaziale (legge di): legge che impone ad ogni
elemento o corpo fisico, semplice o complesso, di isolarsi in
modo indipendente nello spazio. Si applica agli esponenti
neutri, agli esponenti elementari e a tutto il resto dei complessi
fisici; è dunque è attiva sia nello spazio cosmico sia nello
spazio fisico.
Moto Psichico: in generale è la caratteristica attivante di un
pensiero finalizzata alla realizzazione di un elemento o di
un’esperienza. Il primo moto psichico è quello introdotto
dall’Idea Creativa iniziale.
Negatini: manifestazione termofisica di carattere negativo che
nasce dall’urto occasionale ed istantaneo di due esponenti
neutri.
Neutrini: manifestazione termofisica di carattere neutro che
nasce dall’urto occasionale ed istantaneo di due esponenti
neutri.

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Ordine direttivo tridimensionale: analogo all’ordine


spaziale, è l’assetto o la disposizione di elementi dotati di
influenza direzionale nello spazio.
Ordine Matematico Universale (principio di): l’enunciato
introdotto da Majorana che stabilisce che alla base del nostro
Spazio Spirituale, ovvero del nostro universo, c’è un ordine
matematico in base al quale vengono conformati tutti gli
elementi e gli eventi dell’universo stesso.

Nella mia teoria questo principio si sovrappone


all’enunciazione dell’esistenza delle forme-matrici, che
suppone che alla base del nostro universo ci siano delle
forme-matrici poi rappresentabili anche in linguaggio
matematico.

Ordine Spaziale Universale (principio di): enunciato di


validità universale che sancisce la presenza nello spazio di un
assetto (ordine) geometrico generale. In esso ogni ordine
particolare costituisce una Unità Spirituale. È sostanzialmente
sovrapponibile al principio dell’Ordine Primordiale Spirituale.
Ordine Spaziale: assetto o disposizione organizzata dello
spazio non fisico di elementi appartenenti allo stesso spazio.
Parità (principio di): comportamento universale simmetrico
che si manifesta su tutte le particelle fisiche.
Potenza zero o Pz0: è la superlativa forza reattiva dissolvente
dell’unità iperspaziale; è una forza primordiale che tende a
“far sparire” tutto ciò che si presenta nel suo ambito d’azione,
e cioè ovunque.
Potenza: è la forza nell’unità di tempo, ovvero ciò che
permette di distinguere se, in uno stesso periodo di tempo, la
forza è in grado di provocare un grande o piccolo movimento.
Principio del Tempo: sancisce, sostanzialmente, la presenza
dell’azione centripeta promossa dal Moto Psichico posseduta
dall’Idea Creativa.

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Protini: manifestazione termofisica di carattere positivo che


nasce dall’urto occasionale ed istantaneo di due esponenti
neutri.
Reazione, reattivo, reazionario: tutte espressioni indicanti
una forza o un’attività che nasce per contrastare un'altra di
opposta direzione o significato.
Sferismo: in generale è il comportamento secondo superfici
sferiche di tutti i principali eventi ed elementi del Creato.
Nello specifico sottintende il moto traslativo curvo delle
particelle che tende a farle muovere all’interno di una sfera di
spazio, sia pure di enormi dimensioni.
Spazio Cosmico: spazio a valle dello spazio spirituale che
possiede un suo svolgimento spaziale ben definito anche se
soggetto ad una continua espansione. È una sorta di matrice in
cui si incasellano degli ordini direttivi intelligenti e una
palestra di sfogo delle unità di energia elementare che in esso
iniziano una serie di processi associativi fino ad assumere poi
i caratteri della fisicità, passando nello spazio fisico.
Spazio Fisico: lo spazio oggetto della nostra esperienza fisica;
si pone a valle dello spazio cosmico e possiede un suo
svolgimento spaziale ben definito anche se soggetto ad una
continua espansione più lenta di quella dello Spazio Cosmico
e soggetta ai suoi caratteri termici, polari e fisici.
Spazio Spirituale: la zona circoscritta di iperspazio
interessata dalla Creazione Spirituale. È uno spazio in
velocissima espansione occupato da ordini direttivi (ordini
spaziali) lanciati centrifugamente in un moto puramente
traslativo.
Spazio: è la graduale conquista dell’infinito iperspazio da
parte degli ordini spaziali. In espansione continua a una
velocità superlativamente veloce per quanto riguarda lo spazio
spirituale. In espansione più lenta per quanto riguarda lo
spazio cosmico e, a seguire, lo spazio fisico.

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La Fisica del Terzo Millennio

Spiritualità: in generale è la manifestazione non fisica del


moto psichico, dotata di movimento e opposta alla staticità
della potenza zero posseduta dall’unità iperspaziale. Si noti
che questa definizione di spiritualità si sovrappone alle molte
altre comunemente utilizzate e può generare confusione se non
intesa nell’accezione di cui sopra.
Tempo: in senso lato rappresenta la forza centripeta e
assorbente/condensante introdotta nella Creazione per
contrastare la forza centrifuga, dissolvente, tipica
dell’iperspazio, prima, e il moto centrifugo dello spazio
spirituale, poi.
Unità di spazio neutre: unità di spazio appartenenti allo
spazio Cosmico; esse si propagano in tutte le direzioni
secondo un preciso ordine distributivo influenzato dalla
potenza zero.
Unità di tempo presente o attimo presente: una creazione a
sé che non possiede né i caratteri spirituali e nemmeno quelli
del mondo fisico perché manca di calore. Si esprime in modo
neutro.
Unità fisica: meglio precisabile come unità fisica di spazio-
tempo o esponente elementare, è il primo elemento della
creazione nel modo fisico, frutto dell’assorbimento e della
fusione da parte del tempo di un’intera gamma di ordini
spirituali.
Unità Iperspaziale o Unità infinita: espressione o sviluppo
dell’infinito, inconcepibile alla mente umana, nell’ambito
dell’iperspazio. È uno spazio buio, totalmente privo di calore
e mancante di qualsiasi ordine in quanto non dotato di un
particolare punto di riferimento che consentisse l’inizio di un
ordine primordiale. Essa costituisce il principio della
inesistenza allo zero assoluto e nell’estremo vuoto. Essa
possiede una “superlativa forza reattiva o di reazione” che si
riversa con tutto il suo altissimo potere dissolvente su tutto ciò
che la invade.

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Francesco Alessandrini

Unità Spirituale: un assetto (ordine) particolare e definito


dello spazio spirituale ovvero un particolare ordine spaziale.
Velocità cosmica: è la velocità di spostamento nell’ambito
dello spazio cosmico e si ritiene superi il 1.000.000 di km/s.
Velocità fisica: è quella massima dello spazio fisico; è la
velocità massima dei fotoni pari a circa 300.000 km/s.
Velocità psichica: è la velocità che si ha nello spazio
spirituale, allo zero assoluto; è la velocità degli ordini spaziali,
quella del pensiero umano e della spiritualità. È una velocità
elevatissima, quasi “infinita”.
Zero assoluto: temperatura corrispondente a -273,1299°
centigradi che funge da “barriera divisoria” tra l’ambito fisico
“termico” e il sottostante ambito non fisico e “atermico” (lo
spazio spirituale e, parzialmente, lo spazio cosmico).

220

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La Fisica del Terzo Millennio

Ringraziamenti
Questo libro ha costituito per me una sfida di conoscenza
che non avrei mai osato intraprendere senza l’aiuto amorevole
del “mio” Maestro. Senza di Lui non si sarebbero mai
realizzate quelle “coincidenze” necessarie per imbatterci in
questa storia incredibile, ottenere le informazioni, e
comprenderne i contenuti. Senza di Lui non avrei mai trovato
la forza necessaria per scrivere, pubblicare e divulgare questo
libro.
A Lui la paternità e il mio primo e immenso grazie.
Grazie alla mia compagna di vita, Maddalena, per aver
compreso l’importanza di ciò che stavo facendo e per avermi
sostenuto incondizionatamente.
Grazie a Roberta, cara amica e collaboratrice, coautrice con
me del libro della “Macchina”; grazie a lei per la paziente
correzione di questo testo.
Grazie a Carla e Piergiorgio, miei fratelli, per il sostegno
“morale” e le elaborazioni grafiche. Grazie a Giacomino Iob
per avermi fatto conoscere Antonio Rosada, che a sua volta
ringraziamo per averci fatto conoscere Rolando e non solo.
Grazie a chi non ho conosciuto, ma che ci è stato vicino in
tutto questo percorso, in primis Alfredo Ravelli, il cui libro,
dopo avermi incuriosito, mi ha “costretto” ad “approfondire”
l’argomento. Grazie a tutti coloro, anch’essi mai conosciuti
direttamente, come Rino Di Stefano, che ci hanno permesso di
entrare in contatto con questa storia e di ricevere con facilità
alcune delle informazioni che ora leggete in questo libro.
Grazie anche a Marco Praturlon e a Camillo Urbani, per il
paziente scambio di e-mail dal contenuto squisitamente

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Francesco Alessandrini

tecnico: i loro suggerimenti mi hanno evitato qualche


clamoroso svarione teorico.
Ma soprattutto grazie a Ettore e a Rolando, divenuto per me
un vero amico, per il lavoro che hanno svolto e che, grazie a
loro, verrà svolto affinché la vita sulla Terra sia ancora
possibile. Grazie di cuore per aver usato sempre la conoscenza
per il bene dell’umanità.

222

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La Fisica del Terzo Millennio

Bibliografia
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Francesco Alessandrini

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titolo: La Fisica del Terzo Millennio: sulle orme di Ettore Majorana

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Sommario
Premessa ................................................................................. 7
Introduzione ........................................................................... 9
Il contenuto di questo testo .............................................. 13
Non sono un fisico ........................................................... 16
Una nota per la lettura ...................................................... 17
L’universo di Ettore ............................................................. 19
Uno schema generale ........................................................... 21
Un salto mentale ............................................................... 22
Un approccio graduale ..................................................... 23
Lo schema generale .......................................................... 23
Prima del Tempo .................................................................. 27
La Creazione e il Moto Psichico .......................................... 31
Qui fa proprio freddo … .................................................. 37
Le sole due forze dell’Universo ....................................... 38
L’unità spirituale .............................................................. 43
Lo Spazio Spirituale ............................................................. 53
Il Tempo ............................................................................... 57
Avviciniamoci alla creazione fisica ..................................... 63
Lo Spazio Cosmico .......................................................... 63
L’esponente neutro ........................................................... 67
Il principio di Disparità e quello di Parità ........................ 69
L’inizio della manifestazione termofisica ........................ 70
La nascita dell’esponente elementare ............................... 72
L’esponente elementare ................................................... 74
Isolazionismo spaziale e gravità....................................... 81
Le particelle fisiche .......................................................... 84
L’origine della radioattività.............................................. 87
Moti e velocità nel Creato. ............................................... 89
Gli ordini direzionali, l’intelligenza della fisicità ............ 93
Il moto nei complessi fisici .............................................. 96
La sintesi è nel respiro dell’universo. .............................. 97

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Avviciniamoci alla cromofisica universale. ................... 100


Il fotone .......................................................................... 104
La velocità delle particelle nel mondo fisico .................. 106
Parliamo allora di calore, di urti e di energia. ................ 108
Luce ................................................................................ 111
La luce continua ............................................................. 114
La luce solare.................................................................. 116
La forza........................................................................... 118
L’energia ........................................................................ 122
Le linee di forza dell’esponente elementare ............... 127
Come gli esponenti si attraggono o respingono ......... 128
L’energia è la creazione fisica .................................... 133
Le forze attrattive dei corpi. ........................................... 133
L’ingresso nel tempo ...................................................... 136
La produzione di energia ................................................ 138
L’applicazione pratica ................................................ 140
La forza di Gravità ......................................................... 142
Elettricità e magnetismo ................................................. 146
Materia, antimateria e non materia ................................. 148
Lo sferismo ..................................................................... 153
Finalismo ........................................................................ 154
Ettore e la Fisica attuale. .................................................... 159
Dalla teoria alla pratica....................................................... 163
Una calibratura molto attenta fin dalla prima fase. ........ 169
Materia negativa e neutroni. ........................................... 171
Le fasi di sviluppo della macchina ..................................... 173
La prima fase: l’annichilazione. ..................................... 175
La seconda fase: la produzione di energia...................... 176
La terza fase: la trasmutazione della materia ................. 177
La quarta fase: il trasferimento dimensionale ................ 178
Oltre la quarta fase ......................................................... 180
La tecnologia della macchina ............................................. 183
La macchina: come è fatta e cosa fa ............................... 183
La matematica di Ettore ..................................................... 193
Un esempio della matematica di Ettore .......................... 193
Per ora mi fermo qui ........................................................... 201
Appendici ........................................................................... 203

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Le nuove leggi e i principi di Ettore............................... 203


Leggi o principi universali fondamentali ................... 203
1) Principio della Inesistenza allo Zero Assoluto,
nell’estremo vuoto ........................................... 205
2) Principio dell’Ordine Primordiale Spirituale .. 205
3) Legge universale dell’Armonia ....................... 206
4) Principio dell’Ordine Matematico Universale 206
5) Principio del Tempo ........................................ 206
6) Legge universale dell’Azione e Reazione o del
Contrasto ......................................................... 207
7) Legge universale della Differenziazione ......... 207
8) Legge universale della Funzione
Qualificativa .................................................... 208
9) Legge universale dell’Utilità ........................... 208
10) Legge universale del Divenire ......................... 208
11) Legge Spirituale .............................................. 208
12) Legge universale dell’Agire Cosmico ............. 209
13) Legge degli Ordini Direttivi orientativi delle
unità di energia ................................................ 209
14) Principio neutro di Disparità. .......................... 210
15) Principio di Isolazionismo Spaziale ................ 210
16) Legge di Gravità .............................................. 212
17) Principio di Parità ............................................ 212
18) Teoria Unitaria del Mondo Fisico e Biologico 213
Glossario ........................................................................ 214
Ringraziamenti ................................................................... 221
Bibliografia ........................................................................ 223
Fonti internet .................................................................. 224

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L’autore
Francesco Alessandrini è un ingegnere progettista di grandi
strutture con un passato di docente universitario che si occupa
da oltre vent’anni di energie sottili e di fenomeni correlati agli
stati di coscienza allargata. Da circa dieci anni utilizza una
procedura intuitiva che gli ha permesso di ricavare tutta una
serie di conoscenze sui più vari aspetti del Creato e della vita
degli uomini. Queste conoscenze sono state trascritte in una
quindicina libri, di cui alcuni pubblicati anche in lingua
inglese.
Assieme a Roberta Rio, ha elaborato un nuovo metodo di
indagine storica, denominato “metodo storico-intuitivo”, in
cui l’utilizzo del tradizionale metodo storico “oggettivo” si
combina a intuizioni ricavate in stato di supercoscienza. Con
esso si perviene a un’interpretazione di manufatti ed eventi
irraggiungibile con il classico metodo storico.
La “Via del Corpo®” è un’altra delle loro realizzazioni
comuni: un percorso di crescita umana ed “evolutiva” in cui,
a partire dal corpo fisico e dal suo utilizzo nella realtà della
Materia, si perviene gradualmente alla percezione di un
“Oltre” che spazia nel mondo dello Spirito. Divulgano questa
via tramite libri, conferenze e seminari in Italia e all’estero.
Assieme a Roberta gestisce un sito dedicato esclusivamente
alla Fisica del Terzo Millennio:
www.thirdmillenniumphysics.world
Per eventuali contatti:
info@voyageindestiny.org

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