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sorelle sotto sotto incominciarono a covare

sentimenti di invidia. Finalmente una delle due


incomincia con una specie di interrogatorio a
domandare per filo e per segno chi fosse il
padrone di quelle cose divine, chi fosse suo
marito e che aspetto avesse.
Tuttavia Psiche non ruppe in nessun modo il
silenzio richiestole dal marito e non spifferò i
suoi segreti. Ma all'improvviso le saltò in
mente di dire che era un bel ragazzo di primo
pelo, e che era praticamente sempre a caccia
per monti e campagne. Poi, temendo che, se il
discorso continuava, potesse scapparle di dire
qualcosa che non si doveva, cercò di tagliare
corto, distraendole con il caricarle di gioielli
d'oro tempestati di pietre preziose. Alla fine
chiamò Zefiro e gliele affidò perché se le
portasse via.

In un attimo venne eseguito l'ordine. Quelle


brave sorelle, arrivate a casa, con il fegato che
rodeva per l'invidia, non la smettevano di
chiacchierare e commentare concitatamente
l'accaduto tra di loro. Alla fine una se ne uscì
così: «Ah fortuna cieca, malvagia e ingiusta! Ti

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