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le fosse fuggita dalle mani temerarie.

Completamente abbattuta e sul punto di


perdere i sensi, tuttavia guardando e
riguardando incessantemente la bellezza di quel
volto divino si sentì riavere. Ammirava la
splendida chioma di capelli d'oro intrisa di
ambrosia e le ciocche leggiadramente ricciute
che scendevano sul collo bianco come il latte o
coprivano parte delle guance dal roseo colorito
o ancora pendevano in parte sulla fronte e in
parte sulle spalle, scintillanti di riflessi così vivi
che lo stesso lume della lucerna pareva
illanguidito. Sulle spalle del dio alato le penne
brillano quanto fiori lucenti freschi di rugiada
e, benché le ali fossero in posizione di riposo,
tuttavia le piumoline estreme più tenere e
delicate vibrano di continuo come agitate da un
tremito capriccioso. Tutto il resto del corpo è
così luminoso e delicato che Venere non poteva
davvero pentirsi di aver partorito un simile
figlio. Ai piedi del letto eran posati l'arco, la
faretra e le frecce, le armi propizie di un dio
tanto grande.

Psiche, piena di curiosità, non si sazia di

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