le mani al confortante pensiero di una prole divina e, piena d'esaltazione per questa promessa di gloria, provò l'orgoglio di diventare mamma. In preda alla trepidazione, contava i giorni che mancavano e i mesi che andavano passando e, nella sua ingenuità, si meravigliava dell'ignoto fardello e si domandava come mai per una piccola puntura il ventre poteva gonfiarsi a quel modo. Ma ormai quelle pesti delle sue sorelle, furie sozzissime che schizzavano veleno come vipere, stavano arrivando per mare, con una rapidità che non faceva sperare niente di buono. Allora così un'altra volta ancora il marito saltuario raccomandò alla sua Psiche: «Il giorno è arrivato, il giorno del disastro; un nemico, del tuo stesso sesso e del tuo stesso sangue, ha preso le armi contro di te. Ha già mosso il campo, si è schierato a battaglia e ha fatto suonare le trombe. Ormai le tue sorelle sciagurate hanno messo mano alla spada e puntano alla tua gola. Ahimè, che disastro intorno a noi, o mia dolce Psiche! Abbi pietà di