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La parola cibo deriva dal latinorum cibus e significa tutto ciò che serve da nutrimento.
In senso lato, cibo è ogni cosa aerea, liquida, solida, elettromagnetica, materiale, eterea, mentale,
culturale ed emozionale.
Ogni sostanza e ogni sensazione che l’uomo mette dentro se stesso, dentro quel complesso apparato
fisiologico, biochimico e spirituale che si chiama corpo.
Dal momento che respiriamo in continuazione, pensiamo in continuazione, e ci alimentiamo più volte al
giorno dalla nascita alla fine della nostra parentesi terrena, è logico che la scelta del nostro cibus, dei
nostri pensieri e dei nostri stili comportamentali, non avrà soltanto un enorme valore culturale,
salutistico, emotivo, psichico, spirituale per noi stessi, ma produrrà anche forti ricadute in termini
economici, politici e sociali nell’ambiente in cui viviamo.
Cibo è dunque molto di più che mettersi a tavola e masticare, molto di più che digerire, assimilare e
andare ai servizi, tutte operazioni inquadrabili nella nutrizione in senso stretto.
Ci ha dato un sistema immunitario che scatena leucocitosi digestiva e disbiosi intestinale ogniqualvolta
trasgrediamo col cotto e con l’animal-proteico.
Ci ha dato un sangue che va in acidificazione ogniqualvolta superiamo la soglia di 24-30 grammi di
proteine al giorno (ottenibili a occhi chiusi con qualsiasi dieta crudista-vegana). Ci ha aggiunto, a
differenza di tutti gli altri animali, un apparato esplicitamente fruttivoro come il duodeno.
Esistono insomma cento segnali coerenti ed inequivocabili che qualificano la nostra macchina come un
perfetto apparato vegano-crudista solare, e zero segnali che contraddicano tale realtà.
Ci troviamo dunque a guidare e gestire una macchina a-proteica e a-lipidica che funziona perfettamente
a liquido zuccherino natural-vitaminizzato, a succo vegetale mineral-organicato e a carica
elettromagnetica solare.
Ovvio che le demenziali ed autolesionistiche modalità alimentari prevalenti nella nostra società dei
consumi e dei macelli, prevalenti nella nostra civiltà sopraffattrice sanguinaria ed ipocrita, prevalenti
nella nostra cultura irrispettosa e coltellaia, cadaveristica e vampiristica, portino a deprecabili fenomeni
di umana follia, di disadattamento, di violenze e di stupri, di sistematiche ed oscure patologie.
Allenarsi ed impratichirsi alla cattiveria e al sistematico cinismo verso i deboli, piumati e quadrupedi,
non può certo essere il miglior viatico verso l’amore e il rispetto del nostro prossimo.
Proteine e grassi animali altamente deperibili, immessi in un tubo gastrico privo di acidi (20 volte meno
dei carnivori) per disgregare le proteine in aminoacidi, privo di enzima uricasi per disgregare gli acidi
urici e le purine delle carni, portano in modo inevitabile al collasso digestivo.
Proteine e grassi animali acidificano il corpo, compromettono la nutrizione, rallentano e letargizzano il
metabolismo cellulare, innestano fenomeni putrefattivi, disattivano il sistema assimilativo, decapitano il
sistema immunitario, producono miasmi insopportabili che salgono dal colon e provocano reflussi
carichi di helicobacter pilori in zona gastrica.
Proteine e grassi animali causano fame cellulare e spingono i sensori calorici a pseudo-compensazioni
amido-zuccherine, e queste causano poi gravi carenze di sodio organico (il buon sodio del sedano, del
cavolo, del carciofo, della rucola e del crescione), e spingono al sovra-consumo di sale marino
inorganico, di sale inorganico dell’Himalaya, di salse, di grana, di prodotti carichi di sali nascosti e di
integratori.
Alla fine, i 40 litri di liquido del corpo umano, inclusi sangue e linfa, assumono una formula errata e
distorta, vengono costantemente inquinati e si crea ritenzione idrica, causando debilitazioni nervine che
portano a irritazioni, a infiammazioni locali (le famose iti), a ulcerazioni, a indurimenti, a
tumorizzazioni, a cachessie e cancri.
Cose note e stranote da 200 anni in campo igienistico.
Tutti così alla ricerca del cibo magico, del rimedio magico, del superfarmaco, del super-integratore,
dell’abile chirurgo, del vaccino total-protettivo, di qualcosa che rimetta in corsa e in funzione le povere
membra scassate e surriscaldate. Il rimedio, unico e privo di alternative, è semplicissimo.
Ripristino drastico della respirazione e della traspirazione cutanea. Frutta e verdura cruda ai massimi
livelli. Riduzione del junk-food ai minimi termini.
Zolletta di zucchero? Cento calorie, zero enzimi-catalizzatori, zero vitamine, zero minerali, zero ormoni,
zero auxoni, zero fitonutrienti. Una vera bomba insomma, un ordigno chimico e dopante.
Cioccolato? Merendine? Cole? Succhi di frutta confezionati? Idem, con l’aggravante di altri veleni.
Solo le piante, dotate di apparati foliari ricettivi, simili a pannelli solari, sono in grado di catturare la
luce, il calore e la forza elettromagnetica del sole, e di depositarla nei germogli, nei fiori, nei tuberi,
nelle radici, nella frutta e nei semi. Una dieta di frutta e verdura crude è alimento solare, operante a
livello atomico. Aria fresca, luce solare, innocenza animalistica, pensiero positivo, sono elementi
fondamentali ed irrinunciabili della nostra nutrizione.
I minerali organicati, la vitamina D e il sistema ormonale endocrino
Esiste una generale carenza di calcio organicato, di fosforo, sodio, magnesio, potassio e boro organicati
tra la popolazione. Ed esiste pure una cronica carenza di sole e di vitamina D naturale, stretta
coadiuvante del calcio osseo. Ecco allora l’importanza dei bagni di aria, di mare e di sole, per far sì che
tiroide, timo, adrenali, ipofisi, pineale e ghiandole sessuali funzionino alla perfezione.
Cosa sono mai i frutti, se non ricettacoli di energia solare? Cosa è invece il caseocarnivorismo se non
un’imbarazzante presa per i fondelli del mondo intero? Se non un illudere la gente di trovarci il calcio,
lo zinco, il ferro, gli omega e le proteine nobili, mentre vi si trovano solo cardiopatie, cancro, diabete,
dialisi, tiroiditi e rettocoliti? Formule e prove su tutto questo? Ce ne sono a bizzeffe!
Mi viene in testa Arnold Ehret, con la sua V = P – O, vitalità uguale potenza meno ostruzione.
Cosa è l’ostruzione se non i cibi sbagliati e le digestioni impossibili?
Mi viene in testa Paul Kouchakoff e le sue leucocitosi digestive, autentiche emergenze patologiche
causate dai cibi malamente assunti.
Mi viene in testa André Simoneton, con le sue onde vibrazionali all’infrarosso sui 10 mila Angstrom,
quelle della frutta, o con le onde a 7500 e colore rosso, quelle delle verdure e dei tuberi crudi, o con le
onde a 6500, quelle del minimo salutare e delle patate cotte con la buccia e dei cereali cotti al dente, o
con le onde a 3000 Angstrom e i colori grigi, tendenti ai raggi X, tipici degli alimenti che depredano il
corpo rubandogli micronutrienti anziché apportarne, come succede per le carni, le marmellate, le
merendine, i dolcetti e i salatini.
I giochi della salute e della malattia stanno tutti racchiusi nella giusta formula mineralvitaminica e nel
buon assorbimento nutrienti, che avviene nel campo da tennis da 400-600 mq della mucosa intestinale
coi suoi 4500000 villi, sempreché tale campo non venga trasformato in uno sgabuzzino di 10 mq dai
latticini collosi e caseinici, dalle porcherie varie che scarichiamo continuamente nel nostro carburatore.
Chi si alimenta di carne, pesce, uova, formaggi, cibi cotti, alcol, caffè, dolcetti e salatini, non può essere
persona saggia, ma solo persona folle, votata all’autodemolizione e al suicidio.
Chi si alimenta in quel modo fa un attentato alla propria incolumità, compromette la sua capacità
nutrizionale ed evacuativa, e mette a soqquadro con azione a catena ogni cellula del suo corpo, visto che
nessuno è costruito a compartimenti stagni.
L’umilissima mela contiene, al suo interno, 191 sostanze chimiche conosciute, e altrettante che non si
conoscono. Un morso alla mela e si scatena l’energia atomica dentro di noi.
Scattano silenziosamente 1300 reazioni chimico-enzimatiche per disintegrarne le molecole e piazzarle
nelle diverse parti del corpo. La pectina va all’interno, il retinolo o vitamina A prende la via del globo
oculare (retina), le antocianine vanno a rafforzare i fragili capillari, il licopene va ai genitali e a
contrastare i radicali liberi, l’acqua biologica va ad inondare, al pari di una preziosa rugiada, le
surriscaldate mucose intestinali. E via avanti così per 1300 volte.
E’ la giusta carburazione che conta
Non è il volume, e ancor meno la concentrazione sostanziale del cibo, a donare il massimo rendimento
nutrizionale, ma è la giusta carburazione all’interno del corpo.
Serve un’ottima presenza grasso-proteica, dove ottima sta per minima e non per ridondante.
Ed è proprio su questo punto che il mondo attuale sbaglia clamorosamente.
Servono il gruppo B e la C, e tutte le altre vitamine scoperte e da scoprire. Serve una buona presenza di
B9 (folati) e un’ottima presenza di B12 (cobalamina), dove ottima sta ancora per minima. La prova
lampante ce la offre la natura stessa, che non ne ha messa negli alimenti veri, se non in quantità
infinitesimali.
Chi mai penserebbe poi che un minuscolo ed invisibile atomo possegga, al suo interno, un’energia
travolgente ed esplosiva, miliardi di volte più grande di lui?
Chi mai accetterebbe che il mammut, l’elefante, il rinoceronte, l’ippopotamo, l’orango, la giraffa, il toro,
lo yak, il bufalo, il bisonte, il cavallo, la mucca trovino nell’erba e nelle fronde verdi le sostanze per
produrre il loro latte, per sostenere il loro possente sviluppo muscolare?
Abbiamo detto mela. Ma se dicessimo kako, nespola, corbezzolo, fico, dattero, banana, pera, uva,
castagna, ciliegia, radicchio, carota, cosa succederebbe? Dovremmo rifare il discorso delle 1300 reazioni
biochimiche per 160 mila volte, tante quante sono le piante eduli che il Creatore ha messo a disposizione
di un uomo ignorante, ingrato ed incosciente, che, indifferente a tanta generosità divina, va a cercare il
suo cibo nel sangue dei suoi fratelli minori, approfittando del fatto che sono ignudi, indifesi, sguarniti ed
innocenti.
E con gli altri cibi pesanti di cui si sta ingozzando l’umanità intera?
Con le delizie lavorate, dolcificate, salate, incremate, borotalcate dai cuochi e dagli chef, non succede
forse la stessa cosa? Niente affatto. Il percorso dei cibi morti e dei cibi-junk, o cibi-spazzatura, è
totalmente diverso. Devitalizzare, cuocere, de-enzimizzare un cibo, significa togliergli ogni caratteristica
di biodisponibilità autentica, cioè di biodisponibilità-priva-di-effetti-collaterali.
Il cibo devitalizzato è qualcosa di estremamente diverso dal cibo generoso della natura, è un cibo ladro.
Rappresenta una imposizione chimica, una aggressione violenta e deleteria contro il corpo che reagisce e
non tarda ad esibire i segni dell’offesa. Segni che si chiamano indigestione, acidità, costipazione,
stitichezza, influenza, crisi epatica, crisi pancreatica, crisi renale, cardiopatia e cancro.
I resti animali che hanno subito l’orrenda trafila della macellazione e che grondano sofferenza, sangue e
liquidi organici, altro non possono fare che diffondere intorno a sé gli acri e funerei umori della morte e
della cadaverina. Impregnati di atroce, muta ed inespressa sofferenza, nulla hanno più da dire o da dare
al mondo. Hanno esalato l’anima e si sono svuotati di ogni forma energetica. Trattasi di povere salme
disgraziate, degne di segno di croce e di eterno riposo. Materiale in stato di avanzata decomposizione,
destinato al camposanto e non certo al ristorante. Men che meno al nostro apparato gastrointestinale.
Abbiamo un rapporto di inalterabile e diretta dipendenza col mondo vegetale
Persino i cibi lavorati, sintetizzati, pastorizzati dalle industrie alimentari, poco importa se di origini
vegetali, sono buoni al massimo per fare del concime agricolo, apporto calorico a parte.
Cotture prolungate, sintesi, concentrazioni, liofilizzazioni, hanno tolto loro il valore più importante e
fondamentale che è l’acqua biologica strutturata, ovvero l’acqua vitaminizzata, mineralizzata,
glucosizzata, energizzata e galvanizzata, tipica di quell’impareggiabile pacchetto che ci viene
generosamente offerto dal nostro interlocutore cibario principe, che è la pianta, il cespuglio, l’albero.
Vogliamo forse dire che le famose 1300 reazioni atomiche della mela, nei casi ora citati, non scattano?
Esattamente così.
Nell’esempio della mela c’erano gli enzimi, le vitalie, i colori, gli umori, i minerali, gli auxoni, le
vitamine, i coenzimi, gli ormoni, la componente elettromagnetica.
Nel caso della carne, del pesce, delle uova, del formaggio, degli zuccherini, dei salatini, degli amidi
cotti, delle caffeine e delle theine, il fattore enzimatico è stato sistematicamente azzerato, e siamo di
fronte a non-cibi, a sostanze ladre dalle proprietà dopanti, intasanti, indebolenti e costipanti.
Siamo cioè di fronte a un pericoloso surrogato, ovvero a un cibo-bidone, come scrissi in una tesina del
5/1/2010, dal titolo “Il pomo, il cibo-bidone e il doping di domani”.
Nel passato si sbagliava pure, per fame e per ignoranza, ma c’erano molte meno insidie di oggi.
Non esistevano i supermercati e non esistevano le cole.
Alla ADA (American Dietetic Association) e alla AHA (American Hearth Association) hanno rimesso
alla prova recentemente l’esperimento di Cambridge, quello dei 5 pasti di sola frutta al giorno,
scoprendo che, se i five-per-day diventassero non 12 come nel paleolitico, ma almeno 8, schiveremmo
non solo cancro e cardiopatie, i maggiori killer mondiali, ma anche tutte le altre patologie minori.
Occorre però che ci liberiamo in fretta e furia degli OGM e delle tonnellate di pesticidi che fanno del
nostro paese la pattumiera dell’Europa, col 30% delle porcherie chimiche continentali, della Monsanto e
della Bayer, abituate a finire nei nostri terreni e nelle nostre falde acquifere, come ci ricorda in
continuazione il professor Giuseppe Altieri, grande talento della eco-agronomia italiana e mondiale.
Dobbiamo mangiare cibi vitali e nutrienti, evitando di cadere nell’affamamento inutile (digiuni a parte) e
nell’ipercortisolismo.
C’è un’importante correlazione tra cortisolo e alimentazione.
Il cortisolo è l’ormone dello stress, e l’ACTH (adeno-corticotropin-hormone o corticotropina) è il
precursore del cortisolo (valore medio nel sangue 10-70 ng/L, ma 100-200 ng/L alle 8.00 am e 100 ng/L
soltanto alle 20 di sera, e bambini la metà).
L’ACTH e il cortisolo aumentano la gittata cardiaca, e con essa la glicemia.
Tutto avviene nel fegato con la gluconeogenesi epatica da stomaco vuoto, e la conversione
compensativa dell’aminoacido alanina in glucosio, cosa che stimola la secrezione di glucagone e riduce
l’attività dei recettori insulinici.
Un modo supertecnico per dire “mangiate più giusto e più spesso”.
E poi alcune teorie demenziali ed allucinanti si permettono di criticare gli agrumi, favolosi regali della
natura, straricchi di vitamina C, di flavonoidi esclusivi come l’esperidina, miracolosa sostanza che
rinforza l’endotelio e contrasta l’arteriosclerosi.
Arance non nemiche, ma grandi alleate del bambino in crescita e dell’uomo.
Arance che rinforzano la struttura ossea e la dentatura, altro che far sanguinare le gengive e far cadere i
denti. Arance che contrastano le patologie e persino l’invecchiamento precoce.
Chi soffre di riflusso gastrico pensi piuttosto a mettersi in regola con la sua disbiosi intestinale,
ricorrendo a centrifugati di carote, di rape e di bietole, e impari poi a mangiarsi arance, kiwi e mirtilli
liberamente, ma sempre a stomaco vuoto.
I ricercatori francesi dell’Istituto di Ricerca Agronomica della Sorbona hanno dato per 4 settimane
mezzo litro di succo d’arancia al giorno a 24 uomini sovrappeso, scoprendo che al termine del mese,
l’endotelio dei medesimi (cioè la membrana che riveste i vasi sanguigni, che regola il passaggio delle
sostanze, il tono dei vasi e la pressione sanguigna) denotava una marcata funzionalità prima inesistente,
e quindi una pressione minima significativamente abbassata, come pubblicato nelle scorse settimane
dall’American Journal of Clinical Nutrition.
Onore a Paola Bocchi, a Luigi Boschi e a tutti voi qui presenti al Vegadinner di Parma
Divertiamoci dunque stasera, carissimi amici di Parma e dintorni, a gustare il magnifico menù realizzato
con amore e scienza da una splendida cuoca come Paola Bocchi, che si è adoperata per trasformare la
sua cucina, tradizionale e carnivora alla Parmigiana, in cucina quasi crudista e vegana.
Frullato di carote, sedano, ananas e zenzero, vino rosè (in bicchierini), sedani con salsa verde, patè di
ceci e avocado, insalata di radicchietto, rucola, ravanelli e olive.
Pennette saltate con verdure crude. Polentina con funghi freschi. Cavoli, finocchi e carote.
Patate e rosmarino al forno. Radici amare e bietola rossa. Castagnaccio e Armagnac. Pane azzimo e
integrale. Qualche goccio di Chianti per chi ama il rischio e il compromesso delle endorfine etiliche.
Questo è il menù che ho sotto i miei occhi. C’è forse qualcuno che brama i disgustosi fast food
dell’accoppiata MacDonald’s-Cremonini? C’è forse qualcuno di voi che rimpiange le sinistre proposte
culinarie delle macellerie televisive tipo Fornelli in Piazza, Gusto, Prova del Cuoco, Cotto e Mangiato?