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DI VELA
per
SCUOLA NAUTICA MA.ST.CHARTER
VIALE GUGLIELMO MARCONI 70
00146 ROMA
PATENTE NAUTICA
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AUTH. 4/2015
Manuale di vela per Patente Nautica
11.3 La cappa può essere essenzialmente di tre tipi: 14
1 STRUTTURA DI UNA IMBARCAZIONE 3 12 NORME DI PREVENZIONE DEGLI ABBORDI IN MARE 14
2 SPINTA DI ARCHIMEDE 3 12.1 A MOTORE 14
12.2 A VELA 14
3 ARMAMENTO DI UN PICCOLO SLOOP 4 12.3 QUANDO C’E’ PERICOLO DI COLLISIONE 15
3.1 MANOVRE FISSE E CORRENTI 4 12.4 DIRITTO DI PRECEDENZA 15
3.2 I TIPI DI ARMAMENTO 5
3.3 TIPI DI SCAFO E MATERIALI 5 13 I NODI 15
13.1 NODO PIANO 15
4 LE VELE 6 13.2 NODO PARLATO 16
5 LE PARTI DELL’ALBERO 6 13.3 GASSA D’AMANTE 16
13.4 NODO SAVOIA 16
6 IL TIMONE 7
14 ORMEGGI ED ANCORAGGI 16
7 FERRAMENTA 7 14.1 Ormeggio di murata 16
8 VENTO APPARENTE 8 14.2 Ormeggio di poppa con il corpo morto 17
8.1 AVANZAMENTO E SCARROCCIO 8 14.3 Ormeggio di poppa con l’ancora 17
8.2 LASCO E POPPA 8 15 DOMANDE DI ESAME A VELA 17
8.3 CENTRO VELICO E CENTRO DI DERIVA 9
8.4 LE ANDATURE 9 16 DIZIONARIO PRATICO DI TERMINOLOGIA NAUTICA 19
8.5 ORIENTAMENTO DELLE VELE 10
8.6 REGOLAZIONE DELLE VELE 11
9 NORME GENERALI DI MANOVRA 11
9.1 MANOVRE PER LA PARTENZA 11
9.2 COMANDI PER ISSARE LA RANDA 11
9.3 COMANDI PER SVOLGERE IL FIOCCO 11
9.4 COMANDI PER ISSARE IL FIOCCO 12
9.5 MANOVRE PER LA REGOLAZIONE DELLE VELE 12
9.6 COMANDI PER PRENDERE LE MANI DI TERZAROLI ALLA RANDA 12
9.7 MANOVRE DURANTE LA NAVIGAZIONE 12
9.8 COMANDI PER L’INVERSIONE DI ROTTA 13
9.9 MANOVRE PER IL RIENTRO IN PORTO 13
10 SITUAZIONI PARTICOLARI 13
10.1 PREPARATIVI PER IL CATTIVO TEMPO 13
10.2 MANOVRE PER IL RECUPERO DELL’UOMO A MARE 13
11 LA CAPPA 14
11.1 COMANDI PER ENTRARE IN CAPPA 14
11.2 Tre modi per uscire dalla cappa 14
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Qualsiasi sia il materiale di costruzione di una imbarcazione, la sua struttura fa sempre riferimento ad un I dimensioni dell’imbarcazione
gozzo in legno. Da qui ne derivano i nomi di tutte le sue componenti strutturali: • La “SEZIONE MAESTRA” è la sezione trasversale nel punto più largo dello scafo
• dritto di prua • Lo scafo dislocante offre le migliori prestazioni in termini di stabilità di rotta
• ruota di prua • La “STAZZA” è il volume degli spazi chiusi dell’unità
• chiglia • Una “TONNELLATA DI STAZZA” corrisponde a 2,83 metri cubi
• dritto di poppa • La “PORTATA” esprime la capacità di carico dell’unità
• specchio di poppa
• ordinate Altre componenti dell’imbarcazione
• serrette • Il “BOCCAPORTO” è l’apertura nel ponte di coperta per il passaggio all’interno di persone o cose
• falchetta • La distanza verticale tra la coperta e la linea di galleggiamento è detto “BORDO LIBERO”
• scalmiere • Il pavimento è detto “PAGLIOLATO”
• L’”OMBRINALE” è un foro per far defluire l’acqua presente in pozzetto
• fasciame
• Il foro a prora dal quale passa la catena è detto “OCCHIO DI CUBIA”
• Per evitare le “CORROSIONI GALVANICHE” sono installate delle “BARRE DI ZINCO” sotto la chiglia
la chiglia in realtà è composta da più • I “CANDELIERI” sono gli elementi verticali in cui passano le “DRAGLIE”: insieme costituiscono la
strutture sovrapposte: “BATTAGLIOLA” che rappresenta una sorta di ringhiera laterale
• controchiglia • La carena di tipo “TONDA”, cioè “DISLOCANTE” è quella più adatta per la navigazione con cattivo tempo
• chiglia • Gli scafi con carena a “V” non possono essere dotati di motori fuoribordo a gambo corto
• paramezzale
• contro-paramezzale
• torelli
• braccioli 2 SPINTA DI ARCHIMEDE
• baglio Un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso verso l’alto pari al peso del fluido spostato.
• anguilla
• puntale
Osservando lo scafo dall’alto e
suddividendolo secondo le sue
assi sarà possibile individuare la
• proravia
• poppavia
• lato di dritta
• lato di sinistra
• mascone
• giardinetto
Altre caratteristiche dello scafo sono:
• lunghezza fuori tutto: lunghezza totale
dell’imbarcazione inclusi gli slanci presenti a
poppa ed a prua
• lunghezza al galleggiamento: lunghezza
della linea di galleggiamento
• pescaggio: distanza verticale tra la linea di
galleggiamento e la parte più profonda dello
scafo. La spinta di Archimede è applicata al Centro di Carena la cui posizione dipende dalla forma dell’opera viva.
L’imbarcazione è anche sottoposta alla forza peso che viene applicata al Centro di Gravità.
Movimenti della barca Sbandando il natante – e variando così la forma della parte di scafo immersa – il Centro di Carena si sposterà
• Il movimento di oscillazione intorno all’asse “VERTICALE” di una unità è definito lateralmente dando origine ad una nuova Spinta Verticale.
“IMBARDATA” Dall’azione della forza di peso (verso il basso) e di quella di spinta di Archimede (verso l’alto) nasce la
• L’oscillazione dell’unità intorno al suo asse “TRASVERSALE” è detto “BECCHEGGIO” coppia di forze che tende a raddrizzare lo scafo.
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3 ARMAMENTO DI UN PICCOLO SLOOP
Il metacentro rappresenta il punto di intersezione della spinta di Archimede, con il piano longitudinale di
simmetria.
Esso rappresenta il limite di stabilità della nave ed esso dovrà sempre sovrastare di Centro di Gravità per
non invertire la tendenza della coppia di forze. 3.1 MANOVRE FISSE E
L’altezza metacentrica è la distanza del Metacentro dal Centro di Gravità: più grande è l’altezza metacentrica
più grande è la coppia raddrizzante e tanto più stabile è l’imbarcazione. CORRENTI
Le MANOVRE FISSE (o DORMIENTI) sono
utilizzate per sostenere l’albero, e sono:
le SARTIE: Cavi laterali fissati all'albero per
mezzo di staffe e allo scafo per mezzo delle lande;
lo STRALLO DI PRUA: Cavo a prua fissato come
le sartie, serve anche da sostegno per issare la
vela di prua;
lo STRALLO DI POPPA o PATERAZZO: Cavo a
poppa fissato come le sartie; si definisce
paterazzo quando è facilmente regolabile in
navigazione. Se il paterazzo è biforcato si
definisce a patta d'oca.
SARTIE VOLANTI: Cavi laterali fissati all'albero
per mezzo di staffe e allo scafo per mezzo delle
lande. Servono a tirare e a sostenere l’albero
verso poppa, generalmente utilizzate negli armi
frazionati: si dicono volanti perché si molla
quella sottovento in modo da non ostacolare il
movimento del boma.
All’albero sono fissate le CROCETTE e il BOMA.
Lo snodo che collega il boma all’albero si chiama
TROZZA.
L’estremità libera del boma è detta VAREA.
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Le MANOVRE CORRENTI sono utilizzate per muovere qualcosa, e sono:
3.3 TIPI DI SCAFO E MATERIALI
le DRIZZE, per alzare e ammainare le vele;
le SCOTTE, per regolarle;
il TRASTO della randa;
il VANG, tiene basso il boma;
il TESABASE e le BOROSE nel boma;
l’AMANTIGLIO, per sollevare il boma;
il CARICA-ALTO o AMANTIGLIO e il CARICABASSO, per alzare ed abbassare il TANGONE.
Nei moderni yacht l’albero è in genere di lega di alluminio e costituisce, rispetto ai vecchi alberi di
legno, un notevole alleggerimento del peso in alto.
La flessibilità laterale dell’albero è annullata dalle sartie basse e medie, mentre la flessibilità sul piano
longitudinale è utile per adattare la forma della randa.
Uno yacht può essere dotato di:
ARMAMENTO IN TESTA D’ALBERO, quando lo strallo di prora è attestato sulla parte più alta. In questo
caso, la superficie della randa è pari al 40-50% della superficie velica totale;
ARMAMENTO FRAZIONATO, quando lo strallo è attestato sull’albero in una posizione più bassa della testa
d’albero. In questo caso, la superficie della randa è pari al 60-70% della superficie velica totale.
Vetroresina: leggerezza, durata, semplicità di riparazione
Acciaio: è robusto ma poco idoneo per barche di lunghezza inferiore ai 15 metri
3.2 I TIPI DI ARMAMENTO Alluminio: molto più leggero dell’acciaio ma attualmente i costi sono ancora elevati.
Il piano velico o attrezzatura, è costituito, oltre che dalle vele stesse, dall’insieme degli elementi che Legno: richiede costi di costruzione e di manutenzione elevati rispetto agli altri materiali.
consentono di sostenere ed orientare le vele a seconda delle diverse andature e condizioni di vento. Questi Ferrocemento: molto economico ma il peso è eccessivo
sono albero, boma, manovre fisse e manovre correnti.
SLOOP, un solo albero con randa e fiocco;
CUTTER, un solo albero con randa e due fiocchi;
KETCH, due alberi con randa di mezzana a proravia dell’asse del timone;
YAWL, due alberi con randa di mezzana a poppavia del timone;
GOLETTA, due alberi con randa di maestra a poppa e randa di trinchetta a prora.
5 LE PARTI DELL’ALBERO
L’albero può essere passante o poggiato in coperta. Originariamente costituito in legno, viene oggi realizzato
prevalentemente in alluminio, ma anche in fibra di carbonio.
Pomo o formaggetta
Chiusura superiore dell’albero
Canaletta o rotaia
Scanalatura dove si inferisce la vela
Mastra Buccellato
Inizialmente costruite in canapa o cotone pesante oggi vengono realizzate in Dacron per uso prevalentemente Foro in coperta nel quale passa l’albero
crocieri- stico e per uso agonistico in Kevlar, Mylar, Pentex, Vectran, Spectra, Carbonio. Camicia
Le vele devono essere rigide, leggere e durature e il rap- porto tra queste tre caratteristiche ne determina il Collare ermetico degli alberi passanti per impedire l’ingresso dell’aria e dell’acqua sotto coperta
prezzo. Per quanto le vele triangolari rappresentino oggi l'assoluta maggioranza, esistono anche vele quadre, Miccia o piede
auriche, latine, di terzo e a tarchia. Base dell’albero
Le vele comunemente utilizzate nelle moderne imbarcazioni sono: Scassa
Randa: Vela principale (denominata Marconi o bermudiana) inferita verticalmente nell'albero e inferita Base su cui poggia il piede d’albero
orizzontalmente sul boma Crocette Distanziatori trasversali tra albero e sartie che servono a stabilizzare l'albero (ango- lo minimo tra
Fiocco: Vela di prua con l'angolo di scotta a proravia dell'albero (si hanno fiocco 1 grande, fiocco 2 medio, albero e sartie 18°)
fiocco 3 piccolo) Trozza
Genoa: Vela di prua con l'angolo di scotta a poppavia dell'abero (si hanno genoa 1 grande, genoa 2 medio, Punto d’attacco del boma e del tangone sul- l’albero
genoa 3 piccolo) Varea
Tormentina: Vela pesante di piccola superficie, armata sullo strallo di prua e con uno stroppo d'acciaio per Estremità opposta alla trozza su boma e tangone
alzare l'angolo di mura permettendo il passaggio delle onde (si utilizza con vento forte e mare grosso)
Trinchetta: Simile al fiocco, ma armato sullo strallo di trinchetto
Spinnaker: Vela simmetrica di prua non inferita e di grande superficie. Viene utilizzata nelle andature portanti
e murata sulla varea del tangone
Yankee: Fiocco piccolo con angolo di scotta molto alto. Si utilizza sui cutter accoppiato alla trinchetta.
Altre parti della vela:
Gratile o ralinga
Cima cucita nell’inferitura e nella base della randa per essere inferita nella cana- letta dell’albero e del boma
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6 IL TIMONE 7 FERRAMENTA
Esistono due tipi principali di timoni:
Ordinario Passacavi o bocca di granchio
Nel quale la superficie della pala si trova interamente a Ferro aperto dove scorrono le cime d'ormeggio
poppavia dell’asse del timone Bitta
Compensato o semicompensato Ferro a forma di T dove si dà volta alle cime
Nei quali parte della pala si trova a pro- ravia dell’asse del d'ormeggio
timone Galloccia o castagnola
Pala, anima o testa Accessorio a forma di T dove si dà volta alle
Parte attiva del timone immersa nell’acqua manovre correnti
Agugliotti Redancia
Perni fissati allo scafi per agganciare il timone (esterno) Anello scanalato per rinforzare un occhiello nelle
Femminelle sartie o nelle cime
Anelli fissati alla pala per essere aggan- ciati agli agugliotti Grillo
Barra Elemento metallico a forma di U chiuso con un
Asta per la manovra del timone perno a vite o a scatto
Losca Golfare
Foro nello scafo dove passa l’asse del timone Qualsiasi anello d'acciaio dove si fissano varie
Frenello manovre: (es.: life line sullo scafo, tangone a
Sistema di trasmissione con cavi e catene bilancino sull'albero e borose al boma)
Agghiaccio Arridatoio o tornichetto
Sistema di trasmissione tra i frenelli e l’asse del timone Tendicavo a vite per tesare le manovre fisse e qualsisi
cavo (es.: draglie)
L’impiego del timone produce i seguenti effetti: Moschettone
• Riduzione della velocità Gancio metallico con chiusura mediante leva a
• Spostamento laterale sul lato opposto a quello molla
dell’accostata Strozzascotte
• Sbandamento Accessorio per bloccare rapidamente le manovre
• Leggero appruamento correnti
Bozzello
La CURVA DI EVOLUZIONE è la traiettoria descritta Puleggia per rinviare le manovre correnti
dall’unità che accosta. Lande
Staffa metallica ancorata ad una parte strutturale dello scafo dove si agganciano le manovre fisse
L’ANGOLO per ottenere il massimo effetto evolutivo è tra Winch
30° e 40° Verricello per ridurre lo sforzo di trazione delle manovre correnti
LOSCA
CALCAGNOLO
il vento apparente arriva sempre più da prua del vento reale;
il vento apparente varia di intensità a seconda della nostra
andatura (per capirlo, basta osservare la lunghezza dei vettori di
VA nella figura). È più forte di bolina e diminuisce via via che ci
avviciniamo alla poppa.
Ecco perché navigando di bolina sembra che ci sia più vento,
mentre in poppa sembra che il vento diminuisca.
Ed ecco perché spesso si fa l’errore di credere che sia
improvvisamente caduto il vento, mentre abbiamo solo poggiato
un po’.
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Manuale di vela per Patente Nautica
8.3 CENTRO VELICO E CENTRO DI DERIVA
Si definisce centro di deriva il punto di applicazione della forza dell’acqua sull’opera viva che dipende
strettamente dalle caratteristiche progettuali dell’imbarcazione.
Si definisce centro velico il punto di applicazione della forza del vento sulle vele. La posizione del centro
velico dipende dalle caratteristiche progettuali, dalla posizione e regolazione dell’albero, dalla forma e
regolazione delle vele.
Il centro velico di una singola vela si trova approssimativa- mente all’intersezione delle bisettrici degli angoli
della vela. Considerando l’insieme di fiocco e randa, il centro velico complessivo si troverà lungo la
congiungente dei centri veli- ci delle singole vele e ad una distanza da questi inversa- mente proporzionale
alle rispettive superfici. Al livello progettuale il centro velico viene posizionato leggermente a poppavia del
centro di deriva per fornire all’imbarcazione una tendenza leggermente orziera che migliora la sensibilità del
timone nelle andature strette e nel caso di non governo porti la prua al vento in una posizione di sicurezza.
Se il centro velico (CV) e il centro di deriva (CD) cadono sulla stessa verticale, l’imbarcazione sarà in perfetto
equilibrio ed avrà la massima stabilità di rotta. Se il CV si trova a proravia del CD, l’imbarcazione sarà
poggiera, men- tre se il CV sarà a poppavia del CD (come generalmente avviene) l’imbarcazione sarà orziera.
L’equilibrio direzionale di un’imbarcazione può essere modifica- to in vari modi: variando l’inclinazione
dell’albero mediante la regolazione del paterazzo e dello strallo di prua; modificando la superficie della randa
e del fiocco; variando il loro profilo (vele più grasse o più magre); regolando le vele.
La forza risultante del vento sulle vele può essere considerata applicata in un solo punto: il CENTRO VELICO
(CV).
La forza dell’acqua che agisce sulla deriva e sull’opera viva, invece, può essere considerata applicata in un solo
punto chiamato CENTRO DI DERIVA (CD).
1° caso Ho solo la randa. 8.4 LE ANDATURE
RS e FS sono applicate in punti Si definiscono andature i diversi modi di avanzare che un'imbarcazione a vela assume rispetto alla direzione
diversi e si crea una coppia che del vento.
fa ORZARE la barca (CV più a La propulsione nelle barche a vela è prodotta, in modo analogo alla portanza di un'ala, dalla differenza di
poppa di CD). pressione generata dal vento sulle due "facce" della vela. La diversa direzione del vento rispetto all'asse
2° caso Ho solo il fiocco. longitudinale dell'imbarcazione costringe i conduttori della barca a modificare la regolazione delle vele per
Anche in questo caso le forze meglio sfruttare la spinta del vento sulle vele.
sono applicate in punti diversi e si Per indicare la direzione del vento rispetto all'asse longitudinale della barca si è sviluppato un sistema
crea una coppia che fa POGGIARE la convenzionale che divide l'angolo tra prua e poppa dell'imbarcazione (corrispondente a 180°) in 16 quarte
barca (CV più a prua di CD). ciascuna corrispondente quindi a 11° 15'. La direzione del vento viene indicata convenzionalmente in quarte,
3° caso Ho randa e fiocco. che forniscono un'indicazione immediatamente comprensibile al conduttore della barca e ai marinai delle
Le forze sono applicate nello regolazioni da effettuare sulle vele.
stesso punto e LA BARCA È Andature contro il vento
EQUILIBRATA (CV e CD sulla bolina per vento che proviene tra le sei e le quattro quarte da prua. Si può inoltre distinguere tra:
stessa verticale). bolina stretta (40 - 45 gradi al vento reale)
bolina larga (45 - 55 gradi al vento reale)
I limiti dell'andatura di bolina sono dipendenti dal tipo di imbarcazione. Le imbarcazioni a vele quadre, meno
adatte a risalire il vento si trovano in andatura di bolina con vento a sei quarte da prua, mentre le
imbarcazioni a vele auriche o a vele Marconi si trovano in andatura di bolina con vento a quattro quarte da
prua.
Andatura al traverso
2. al traverso detto anche a mezza nave per il vento perpendicolare all'asse longitudinale dell'imbarcazione.
(90 gradi al vento reale).
Andature portanti
lasco (o di vento largo, più arcaico), quando il vento soffia di lato all'imbarcazione, con un angolo rispetto ad
essa che può variare dal gran largo, quattro quarte da poppa, al largo, sei quarte da poppa,(100 - 130 gradi al
vento reale) fino al vento a mezza nave o traverso allorché il vento spira perpendicolarmente all'asse
longitudinale dell'imbarcazione.
Nelle andature portanti (lasco, gran lasco e poppa piena) invece, si deve cercare di esporre la massima
superficie al vento orientando le vele in direzione ortogonale al vento apparente.
11.3 La cappa può essere essenzialmente di tre tipi:
Ardente:
12.2 A VELA
Quando le imbarcazioni sono su mura differenti, quella con mura a sinistra (a) deve lasciare libera rotta a
Quando si mette il fiocco a collo, si cazza la randa quasi a ferro e si mette il timone all’orza. La remora di mare
quella con mura a dritta (b)
lasciata dall’imbarcazione è sopravento al giardinetto
Quando le imbarcazioni sono sulle stesse Mura, quella sopravvento (a) deve lasciare libera rotta a quella
Filante:
sottovento (b)
Quando si mette il fiocco a collo, si molla completamente la scotta randa lasciandola fileggiare completamente
e si mette il timone all'orza. La remora di mare lasciata dall’imbarcazione è sopravento al traverso
Secca:
Quando si ammainano completamente le vele (fiocco e randa), si fila l’ancora galleggiante da prua con una
cima di 10-15 mt e si mette il timone all’orza. È una manovra che si attua con i venti superiori a 55-60 nodi. La
remora di mare lasciata dalla imbarcazione è sopra- vento al traverso
13 I NODI
Per andare in barca occorre saper fare qualche nodo.
12.4 DIRITTO DI PRECEDENZA Quando facciamo un nodo, le due estremità del cavo che utilizziamo si chiamano:
Le unità a motore devono dare precedenza alle unità a vela ed a tutte le unità che si trovano nelle seguenti corrente, l’estremità libera;
condizioni particolari: dormiente, l’estremità fissata alla barca, o a qualsiasi altra cosa, che non possiamo far scorrere liberamente.
• alla fonda
• rimorchiatori
• con difficoltà di manovra
• che non manovrano 13.1 NODO PIANO
• condizionate dalla propria immersione È un nodo di giunzione per collegare
• draga escavante due cavi di uguale diametro.
• intente alla pesca Non è un nodo di cui fidarsi perché
• militari spesso si scioglie.
Il modo più semplice di eseguirlo:
1. creare un anello alla fine
di uno dei cavi
La presa di gavitello, sia a vela che a motore va effettuata, come nel
caso di recupero di “uomo a mare”, procedendo negli ultimi metri
solo con l’abbrivio e la prua al vento, fino a fermarsi.
Per quanto riguarda invece l’ormeggio, le cui diverse modalità
14 ORMEGGI ED ANCORAGGI sono illustrate nella figura, è opportuno ricorda soltanto alcune
Si definisce ancoraggio quando l’imbarcazione si vincola dando fondo all’ancora ed ormeggio quando si regole di base.
aggancia ad un punto fisso a terra (banchina, ponti- le, etc.).
Quando l’imbarcazione ha necessità di fermarsi in un punto non dotato di attrezzature a terra oppure è Cerchio di fonda: in rada, ancorando alla ruota (scafo libero di
costretta a mantenersi in rada, è obbligata a dar fondo ad una o più ancore o ad agganciarsi ad un gavitello ruotare con raggio pari alla propria lunghezza più quella del
fissato ad un corpo morto. cavo/catena) si dovra’ calcolare che col mutamento del vento, la
È opportuno ricordare che le ancore sono concepite per lavorare in senso orizzontale. È pertanto barca non vada a collidere con altre unità.
fondamentale, a seconda delle con- dizioni del vento e del mare, filare una quantità di catena, il cosiddetto
calumo, pari ad almeno 3-5 volte la profondità (io personalmente uso sempre da 5 fino a 10 volte il fondale).
I diversi tipi di ancoraggio sono illustrati nella figura che segue. Le modalità rappresentate sono applicabili
14.1 Ormeggio di murata
allo stesso modo sia che si utilizzi una o più ancore, sia qualora si utilizzi un gavitello al posto di un’ancora. Preparare i parabordi sul lato di previsto ormeggio. Sarà meglio se il punto di ormeggio sarà posto sul lato
verso cui si sposta la poppa quando si innesta la retro- marcia: con un elica sinistrorsa si accosterà pertanto
sul lato destro, con un’elica destrorsa sul lato sinistro.
NAUTICA Camicia Rivestimento in neoprene dell’albero all’altezza della mastra per impedire
infil- trazioni di aria e di acqua all’interno della cabina nel caso l’albero sia
A passante.
Abbattuta Manovra che consiste nel cambiamento di mura passando con la poppa nella Candeliere Aste verticali fissate alla falchetta che sostengono le draglie (sorta di paletti in
direzione di provenienza del vento. un recinto).
Albero Principale sostegno delle vele. È generalmente realizzato in alluminio, cavo e Cappa Esistono 3 tipi di cappa: ardente, filante, secca e rappresentano:
di sezione ovale nella direzione prua-poppa per aumentarne la resistenza e la • una manovra per resistere al brutto tempo
flessibilità. Può essere passante o poggiante in coperta. In quest'ultimo caso • una manovra per rallentare (ardente) o fermare (filante) l’imbarcazione
un controalbero o una paratia provvedono a scaricare gli sforzi di • una manovra per il recupero dell’uomo a mare.
compressione sulla chiglia. Cappa Ardente Fiocco a collo, randa cazzata a ferro e timone all’orza. Si forma una remora di
Allunamento Convessità verso poppa della balumina della randa. mare sopravento al giardinetto.
Allungamento Rapporto tra lunghezza dell’albero e del boma. Generalmente non inferiore a Cappa Filante Fiocco a collo, randa mollata e timone all’orza. Si forma una remora di mare
3. All’aumentare dell'allungamento crescono le capacità boliniere sopravento al traverso.
dell’imbarcazione. Cappa Secca A secco di vele, con un’ancora galleggiante filata a prua (10-15 mt di cavo) e
Amantiglio Cavo in tessile che serve per sorreggere e sollevare boma e tangone. timone all’orza. Si forma una remora di mare sopravento al traverso. Si usa
L’amantiglio può anche assumere la funzione di drizza di rispetto della randa con venti superiori ai 55-60 nodi.
in caso di necessità. Caricabasso Paranco collegato alla trozza di un boma libero di scorrere su di un binario
Andatura L’angolo che l’asse longitudinale dell’imbarcazione forma con la direzione del posto verticalmente lungo l’albero. Nelle imbarcazioni moderne è stato
vento reale. sostituito dal cunningham. Ed anche la manovra corrente che trattiene verso
Angolo di bugna (o di scotta) Angolo più a poppa della randa e del fiocco. il basso la varea del tangone dello spinnaker.
Angolo di drizza (o di penna) Angolo superiore della randa e del fiocco. Cunningham Manovra che consente di tesare verso il basso l’inferitura della randa e molto
Angolo di mura Angolo più a prua della randa e del fiocco. raramente del fiocco, passando attraverso una brancarella appositamente
Angolo morto L’unico angolo, di ca. 90-100° (ovvero 45-50° a destra e a sinistra rispetto realizzata lungo l’inferitura poco sopra l’angolo di mura. Ottiene lo stesso
all’asse del vento reale), all’interno del quale un’imbarcazione a vela non può risultato di un aumento di tensione della drizza agendo dal lato opposto (si
procedere direttamente (settore di bordeggio sopravento). usa in regata).
Arridatoio (anche tornichetto) Tendicavo a vite che serve per tesare le sartie o altre Cutter Imbarcazione a vela con un solo albero che, oltre alla randa ha due vele a
manovre come per es. le draglie. prua. Quella montata sullo strallo di prua si chiama yankee, mentre quella
B montata sullo strallo di trinchetta si chiama trinchetta. Estremamente
Balumina (anche caduta poppiera) Lato verso poppa della randa e del fiocco. efficiente nelle andature di bolina.
Base-Piede-Bordame Base del fiocco e della randa (per il genoa anche grembiale e mutanda). D
Battagliola Insieme di candelieri, draglie, falchetta, pulpito di prua e di poppa che Deriva Appendice che serve a ridurre lo scarroccio laterale e ad abbassare il bari-
delimita il perimetro dell’imbarcazione. centro dell’imbarcazione al di sotto della linea di galleggiamento, così da
Bitta Ferro a T sul quale si bloccano le cime d’ormeggio. creare una coppia raddrizzante dell’imbarcazione stessa. Il peso di una deri-
Boccaporto Apertura sulla coperta per il passaggio di persone e cose. va di un’imbarcazione a bulbo, può raggiungere il 40-50% del peso totale
Bolina Ogni andatura che forma un angolo inferiore ai 90° con la direzione del vento dell’imbarcazione.
reale. Si distingue in: Draglia Cavo in acciaio passante nei candelieri che recinta il perimetro
• Bolina stretta (45-50°) con le vele cazzate al massimo dell’imbarcazione.
• Bolina (55-60°) con le vele un pò più lascate Drizza Cavo in tessile (meglio se in spectra) che serve per issare le vele.
• Bolina larga (70-75°) vele ancora più lascate Generalmente il genoa ha due drizze, di cui una di rispetto, mentre per la
Boma Sostegno rigido orizzontale sul quale si inferisce la base della randa. randa tale funzione può essere assolta dall’amantiglio (in caso di necessità).
Borose Insieme di cime (normalmente 2 o 3) che vengono utilizzate per terzarolare F
la randa. Vengono passate attraverso la brancarella della bugna e lavorano Falchetta Rialzo in legno o alluminio lungo tutto il perimetro della coperta.
inizialmente in verticale, e successivamente in orizzontale, sostituendo il Fascia di galleggiamento Fascia di separazione tra opera viva ed opera morta all'interno della quale
tesabase. cade la linea di galleggiamento in funzione del carico trasportato.
Brancarelle (occhielli) Anelli metallici praticati sulle vele, rinforzati con diversi strati di tessuto Ferzi Pannelli di cui sono costituite le vele. I diversi ferzi, cuciti tra loro, servono a
(bugna). dare la giusta forma alle vele (profilo alare).
Buccellato Cunei di gomma, o legno, che servono a limitare il movimento dell’albero Fetch Lunghezza del tratto di mare sottoposto all’azione di un determinato vento.
all’interno della mastra. Maggiore è tale lunghezza, più elevata sarà l’altezza delle onde e maggiore
Bugna Rinforzo delle brancarelle fatto di diversi strati di tessuto o angolo di poppa sarà la distanza tra un’onda e un’altra.
della randa e del fiocco. Fiocco Vela prodiera triangolare, murata a prua e con l’angolo di scotta a proravia
dell’albero. A seconda delle dimensioni (decrescenti) abbiamo: Fiocco1, 2 e 3
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e Tormentina. Quest’ultima viene generalmente utilizzata con venti superiori O
ai 45-50 nodi e murata tramite uno stroppo di acciaio che alza il punto di Oblò Finestratura apribile per permettere il passaggio della luce e dell’aria.
mura di 1-1,5 mt per consentine il passaggio delle onde (ovviamente in Ombrinale Foro praticato nel pozzetto e sulla falchetta per permettere il drenaggio del-
questo caso alte) sotto la vela. l’acqua dalla coperta o per fissare grilli o bozzelli.
G Opera morta Parte emersa dell’imbarcazione (sopra la linea di galleggiamento).
Galloccia Ferro a T su cui si bloccano scotte e drizze. Opera viva Parte immersa dell’imbarcazione (sotto la linea di galleggiamento).
Genoa Vela di prua inferita sullo strallo di prua. Può essere assicurata allo strallo tra- Ordini di crocette Coppia di crocette poste lateralmente sull’albero alla medesima altezza. Gli
mite garrocci oppure inferita nella canaletta dello strallo. Si definisce genoa la ordini di crocette risultano sempre inferiori di uno rispetto all’ordine delle
vela di prua il cui angolo di scotta si trova a poppavia delle sartie. A seconda sartie.
delle dimensioni (decrescenti) si distingue in Genoa 1 (leggero o pesante), Ordine di sartie Coppia di sartie contrapposte. Gli ordini di sartie risultano sempre superiori
Genoa 2 e Genoa 3. di uno rispetto all’ordine di crocette. In un albero a due ordini di crocette si
Goletta o schooner Imbarcazione a vela, solitamente superiori ai 16 mt, con due alberi della distinguono in basse intermedie e alte.
stessa altezza o quello di prua più basso (trinchetto) dell’altro (maestro). Orzare Manovra che serve per stringere il vento, ovvero per avvicinare la prua alla
Golfare Anello in acciaio fissato sulla coperta o sulla base del boma dove viene fissato direzione di provenienza del vento.
tramite un nodo o un bozzello un paranco, una borosa o una scotta. P
Gratile Cimetta all’interno della ralinga lungo l’inferitura del fiocco e della randa. Paiolo (o pagliolato) “Pavimento” all’interno dell’imbarcazione.
I Paterazzo Cavo d'acciaio che serve a sostenere l'albero longitudinalmente verso poppa e
Inferitura (o caduta prodiera) Lato del genoa parallelo allo strallo di prua e della randa a regolare la curvatura dell’albero. Si definisce paterazzo uno strallo di poppa
parallelo all’albero. facilmente regolabile in navigazione.
K Penna Vertice superiore delle vele.
Ketch Imbarcazione a vela, solitamente superiore ai 14 mt, con due alberi di cui Poggiare Manovra che serve per allontanare la prua dalla direzione di provenienza del
quello a prua è più alto (maestro) e quello a poppa più basso (mezzana) e vento.
l’asse del timone si trova a poppavia dell’albero di mezzana. Ha il vantaggio Pomo o Formaggetta Tappo superiore dell’albero.
rispetto a uno sloop di pari superficie velica di avere il centro velico più Pozzetto Parte generalmente poppiera dell’imbarcazione da dove manovra
basso. l’equipaggio.
L Presa di terzaroli Manovra che consente di ridurre la superficie velica della randa quando il
Landa Staffa metallica fissata alla costola (centina) dello scafo dove si attaccano le vento rinforza. Normalmente si prende la 1a mano di terzaroli con vento
sartie. intorno ai 18 nodi e la 2a mano intorno ai 25 nodi, comunque dipende molto
Lifeline Cavo d’acciaio che scorre sulla coperta da prua a poppa che si fissa con dei dall’andatura, dalla barca, dall’equipaggio, dalle vele ecc...
grilli agli ombrinali della falchetta ed a cui si aggancia con il moschettone Pulpito di poppa (o coronamento) Struttura in acciaio inox che “recinta” la poppa sopra i due
delle cinture di sicurezza per evitare di cadere in mare. giardinetti dell’imbarcazione.
Linea di galleggiamento La linea, disegnata dalla superficie dell’acqua sulla murata, che separa l’o- Pulpito di prua Struttura in acciaio inox che consente di manovrare in sicurezza a prua (sopra
pera viva dall’opera morta. ai due masconi dell’imbarcazione).
Losca Canale dello scafo all’interno del quale passa l’asse del timone. Punto di scotta (o passascotte) Bozzello o rinvio posto su di un carrello spostabile su di un
M binario così da far lavorare la scotta della vela di prua nel modo migliore.
Manovre Correnti Sono tutte le drizze e scotte che servono per issare e regolare le vele. R
Manovre fisse Sono l’insieme di cavi metallici che sostengono l’albero (sartie e stralli). Raffica Aumento repentino e di breve durata dell’intensità del vento. In presenza di
Mastra Foro sulla coperta attraverso cui si inserisce l’albero passante. una raffica si verifica un aumento del vento reale al quale non corrisponde
Matafioni Sono delle cimette sulla randa poste all’altezza delle brancarelle dei terzar li immediatamente un aumento di velocità dell’imbarcazione. Il vento
che servono per raccogliere la parte di randa che risulta in eccedenza quando apparente tende pertanto a ruotare verso poppa, ragion per cui è possibile
si prendono le mani di terzaroli. orza- re di più o lascare le vele.
Max-prop Tipo di elica con pale orientabili (richiudibili a motore spento durante la Ralinga Sorta di guaina realizzata lungo l’inferitura entro la quale è cucito il gratile,
navigazione a vela) per diminuire la resistenza all’avanzamento. che serve ad inferire la vela nella canaletta dell’albero e dello strallo-cavo o ad
Mura Lato dell’imbarcazione da cui viene il vento. Nella navigazione con mura a agganciare i garrocci che scorrono sullo strallo di prua ed i cursori che si
drit- ta l’imbarcazione prende il vento dal lato destro ed il boma sporge dal infilano nella canaletta dell’albero.
lato sinistro (vedi in poppa piena), nella navigazione mura a sinistra il Randa Vela “principale” delle imbarcazioni armate a sloop inferita verticalmente
contrario. Importanti perché sulle mura si basano le regole di precedenza di nell'albero e orizzontalmente nel boma.
rotta Remora di mare Scia sopravento dell’imbarcazione creata dallo scarroccio di un’imbarcazione
N alla cappa su cui si frangono le onde prima di investire l’imbarcazione stessa.
Nodi Esistono vari tipi di nodi: di arresto, di unione, di ormeggio e di trazione. Ritenuta del boma Funzione alternativa del wang nel quale, invece di essere agganciato
inferiormente alla base dell’albero, viene fissato alla falchetta, in modo da
impedire nelle andature di poppa il sollevamento del boma ma soprattutto
per evitare la “strambata”.
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Ruota del timone “Volante dell’imbarcazione” (volgarmente parlando). Velocità critica Velocità massima che un’imbarcazione può raggiungere in fase dislocante,
S pari a Vc (nodi)=2,4 x Lg lunghezza di galleggiamento (mt).
S-drive Tipo di trasmissione del motore all’elica che non utilizza la tradizionale linea Vento apparente Risultante del vento reale e del vento di avanzamento. Direzione ed intensità
d’asse, ottenuta tramite un giunto cardanico a forma di “S”. Consente la del vento apparente sono fondamentali per la regolazione delle vele.
concentrazione dei pesi a centro barca e favorisce la manovrabilità Virata Manovra che consiste nel cambiamento di mure passando con la prua per la
dell’imbarcazione grazie alla vicinanza dell’elica al centro della rotazione direzione di provenienza del vento.
dell’imbarcazione stessa (anche questo tipo di trasmissione ha i suoi difetti!). W
Sartia Tirante di acciaio che serve a sostenere lateralmente l’albero ancorandolo Wang Paranco collegato tra la base dell’albero ed il boma che ha il compito di evi-
allo scafo tramite le lande. tare che questi si sollevi nelle andature portanti.
Scassa Base sulla quale è alloggiata la parte terminale dell’albero o del controalbero. Y
Skeg Pinna di protezione fissa che si trova a prua della pala timone. Yankee Fiocco del cutter posizionato sullo strallo di prua e con l’angolo di scotta
Sloop Imbarcazione a vela dotata di un solo albero che, oltre alla randa, ha una sola molto alto.
vela prodiera. Estremamente efficiente nelle andature di bolina. Yawl Imbarcazione a vela, solitamente superiore ai 13 o 14 mt, con due alberi di cui
Spring Cima di ormeggio posizionata in diagonale da prua verso poppa e viceversa. quello a prua è più alto (maestro) e quello a poppa più basso (mezzana) e
Evita all’imbarcazione ormeggiata di fianco di avanzare o di arretrare. l’asse del timone si trova a proravia dell’albero di mezzana. La randa di
Stecche Le stecche vengono inserite nelle apposite tasche cucite sulle vele e servono a mezzana è molto piccola ed ha soprattutto funzioni stabilizzanti quando
irrigidire la balumina della randa e in rari casi quella del fiocco. Le rande l’imbarcazione è all'ancora (evita il brandeggio).
steccate hanno le stecche che arrivano fino all’inferitura.
Stralletto Piccolo strallo di prua che si collega all’albero più in basso dello strallo
principale e sulla coperta più a poppa. Viene fissato sulla coperta tramite un
grillo e un arridatoio ad un golfare.
Strallo Tirante d’acciaio che serve a sostenere longitudinalmente l’albero
ancorandolo allo scafo. Lo strallo di prua tiene l’albero verso prua, lo strallo di
poppa tiene l’albero verso poppa.
Strambata Abbattuta involontaria che si manifesta con il passaggio violento e non
controllato del boma da un lato all’altro dell’imbarcazione.
T
Tasche o guaine Tasche dove vengono inserite le stecche.
Tesabase Manovra corrente che esce dalla varea del boma e serve a tendere la base
della randa. Lavora in orizzontale.
Testimone Segno sulla ruota del timone che indica la posizione di “barra al centro”.
Tientibene Corrimano posto sulla tuga per aiutare l’equipaggio negli spostamenti e
diminuire i rischi di caduta in mare.
Timone compensato Timone in cui parte della pala si trova a proravia dell’asse del timone e che
serve a ridurre lo sforzo alla barra. Il rapporto tra superficie della pala a
proravia dell’asse e superficie a poppavia è di circa 1/3.
Timone semicompensato Timone in cui solo una parte della pala (generalmente la parte bassa) si trova
a proravia del proprio asse e che serve a ridurre lo sforzo alla barra.
Traversino di poppa Cima d’ormeggio ortogonale all’asse dell'imbarcazione che evita alla poppa di
allontanarsi dal molo.
Traversino di prua Cima d’ormeggio ortogonale all’asse dell'imbarcazione che evita alla prua di
allontanarsi dal molo.
Trozza Estremità del boma verso prua che si aggancia all’albero. Anche estremità del
tangone agganciata all’albero.
Tuga Parte rialzata della coperta.
V
Varea Estremità del boma verso poppa. Anche estremità del tangone lontana dal-
l’albero.
Vela di trinchetta Secondo fiocco posizionato sullo strallo di trinchetta del cutter.
Vele Rappresentano la parte propulsiva di un’imbarcazione a vela. Devono essere
inestensibili sotto l’azione del vento, resistenti agli agenti atmosferici e
leggere.
Vele fileggianti Libere di disporsi nella direzione del vento come una bandiera.
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