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ACQUE DI

APPROVVIGIONAMENTO

FILTRAZIONE
Parte II
Ing. Michele Torregrossa
TIPOLOGIE DI FILTRI
In base alle caratteristiche costruttive e di funzionamento, sono possibili
numerose classificazioni dei filtri di volume.

Quelle principali riguardano le modalità di alimentazione (filtri aperti, cioè


a gravità, e in pressione) e il carico idraulico applicato (filtri lenti e
rapidi).

In linea di massima, si può dire che i filtri lenti (tutti aperti) hanno ancora
un notevole interesse, tanto per gli indubbi pregi che essi presentano,
quanto per il fatto che numerose sono le sue applicazioni tuttora in
esercizio.

Tuttavia, le notevoli superfici da essi richieste hanno ormai condotto a


un'utilizzazione sempre maggiore dei filtri rapidi,
rapidi tanto a gravità, quanto
in pressione.

L’uso di questi ultimi è frequente nei casi in cui occorra affrontare


problemi di disponibilità di spazio (p.e. nel potenziamento di impianti
esistenti).
FILTRI LENTI
Tutti a gravità, non richiedono una fase di chiariflocculazione a monte, in
quanto la coagulazione delle particelle colloidali avviene per effetto degli
enzimi prodotti da alghe e microrganismi che si riproducono sulla
superficie del filtro, costituendo una vera e propria pellicola biologica
“schmutzdecke”.

Il loro dimensionamento può essere eseguito per valori del carico idraulico
di 3-10 m/giorno,
m/giorno che per filtri di sgrossatura può raggiungere anche 20-
30 m/giorno.
m/giorno

I modesti valori del carico idraulico applicato comportano piccole perdite


di carico, ma anche grandi superfici delle vasche.

Strutture in Bacini con argini in terra e fondo


calcestruzzo, a rivestiti con materiali impermeabili
pareti verticali
FILTRI LENTI

4
FILTRI LENTI

5
FILTRI LENTI

6
FILTRI LENTI

7
FILTRI LENTI

8
FILTRI LENTI

9
FILTRI LENTI

10
FILTRI LENTI

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FILTRI LENTI
Costituzione strato filtrante-drenante

12
FILTRI LENTI

Costituzione strato filtrante

13
FILTRI LENTI

Funzionamento

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FILTRI LENTI

Struttura e collegamenti idraulici


FILTRI LENTI
Struttura e collegamenti idraulici
FILTRI LENTI

Struttura e collegamenti idraulici


FILTRI LENTI

Costituzione fondo drenante

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FILTRI LENTI

Pulizia periodica

19
FILTRI LENTI
Pulizia periodica

Rimozione del “schmutzdecke”

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FILTRI LENTI

Pulizia periodica

Sottodreno

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FILTRI LENTI

Regolarizzazione del materiale costituente il letto

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FILTRI LENTI

Costituzione rete di drenaggio

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FILTRI LENTI

Il lavaggio del filtro avviene mediamente una volta al mese; mese dopo il
lavaggio si richiedono alcuni giorni per la riutilizzazione del filtro, al fine
di consentire la formazione della pellicola biologica.

Numerosi problemi operativi possono sorgere, nel caso di acque molto


torbide o per effetto della crescita eccessiva di microalghe sulla
superficie dei filtri.
FILTRI LENTI

Parametri Effetti del trattamento

Batteri Batteri Patogeni ed Escherichia Coli rimossi al 99 -


% Cisti, uova di Elminti e larve di Schistosoma
99.9 %;
completamente rimosse
Virus Completamente rimossi
Sostanze Organiche Rimozione del 60÷75% del COD

Colore Parzialmente rimosso


Torbidità Significativa riduzione (< 1 NTU) se la torbidità
media dell’acqua da trattare non supera 10 NTU. Per
valori più elevati è necessario un pre-trattamento
per evitare l’intasamento del filtro.
Sostanze Es.: Detergenti, Fenoli, Pesticidi.
difficilmente Solo una piccole degradazione è possibile
biodegradabili
Ferro e Manganese Largamente rimossi

Metalli pesanti Riduzione dal 30% al 95%


FILTRI LENTI

Performance dei filtri lenti a sabbia

Effetti della dimensione della sabbia sulla rimozione dei batteri


coliformi totali (Visscher, et al., 1987)

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FILTRI LENTI
Dimensionamento

1. Fissare la domanda massima di acqua da trattare Q (m3/d, m3/h).


/h)

2. Fissare la velocità di filtrazione, v (m3/m²· h = m/h).


m/h)

3. Determinare il numero di ore di funzionamento giornaliere “a” (Es. il filtro


può essere non alimentato durante la notte o solo per poche ore al giorno –
vedi fattore “b”)

4. I parametri “a” e “b” sono legati alla superficie totale di filtrazione


dall’espressione:

Q
A=
[(a ⋅ v ) + b]
[m ]
2

dove:
a = ore di funzionamento al giorno;
b = 0 per funzionamento continuo;
b = 0.5 per 8 ore di funzionamento ininterrotto al giorno;
b = 0.7 per 16 ore di funzionamento ininterrotto al giorno.
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FILTRI LENTI

Dimensionamento

Il rapporto lunghezza/larghezza deve ricadere nel range tra 1 e 4.

5. Fissare il numero di filtri “n” (minimo 2 filtri)


filtri

6. L’area di ciascun filtro si ottiene dividendo l’area totale A per il numero di


filtri, ciascuno dei quali ha la medesima superficie.

7. La velocità di filtrazione per ciascun filtro operante in parallelo è dato


dall’espressione:

Q
Q
v= n = [m/h ]
A A
n

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FILTRI LENTI

Particolari costruttivi

Dispositivo di scarico

Dispositivo di alimentazione
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FILTRI LENTI

Realizzazione in monoblocco compatto metallico

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FILTRI RAPIDI

CLASSIFICAZIONE

Sulla base delle modalità di alimentazione:

- filtri aperti, cioè a gravità;

- filtri in pressione.
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’
I filtri sono realizzati con vasche rettangolari o quadrate, generalmente
in cemento armato.
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

L'alimentazione dell'acqua grezza avviene mediante delle valvole a clapet,


la cui chiusura è automatica durante la fase di controlavaggio del filtro,
per effetto dell'innalzamento del livello idrico.
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

A seconda delle modalità di alimentazione e a seguito del progressivo


intasamento del filtro, questo può funzionare a livello variabile e portata
costante,
costante o viceversa a livello costante e portata variabile,
variabile o infine a
livello e portata costanti;
costanti quest’ultimo caso è il più frequente.

In tale situazione viene generata a valle del filtro una perdita di carico
localizzata variabile nel tempo, che risulta massima all’istante iniziale di
funzionamento del filtro (cioè subito dopo la sua pulizia), e decrescente
fino a un valore minimo o nullo, nel corso del progressivo intasamento del
filtro.

Quindi il filtro funziona in condizioni di perdita di carico globale costante


e pari al valore massimo, entrando in controlavaggio quando la perdita
localizzata raggiunge il suo valore minimo.
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Esempio di filtro con avviamento del controlavaggio quando la perdita


localizzata raggiunge il suo valore minimo.
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Filtro non in esercizio

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FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Filtro in esercizio

37
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Le dimensioni in pianta di ogni filtro sono di solito non inferiori a 15-20


m2, e raramente superiori ai 150 m2.

Lo spessore dello strato filtrante è generalmente pari a 0,75-0,90 m,m ma


non mancano esempi di filtri con letti alti anche oltre 2 m,
m costituiti però
da sabbia più grossa (con diametro anche di 1,5 mm)
mm e molto uniforme.

Soluzioni impiantistiche meno


frequenti, adoperate in passato,
prevedono che lo strato di
sabbia sia posato su uno di
ghiaia,
ghiaia avente spessore di 40-80
cm, con dimensioni della ghiaia
crescenti in genere da 6 mm a
70 mm
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’
Sabbia quarzifera

Granulometria = 1,2 - 2,5 mm


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FILTRI RAPIDI A GRAVITA’
Sabbia quarzifera

Granulometria = 0,7 - 1,2 mm 40


FILTRI RAPIDI A GRAVITA’
Antracite

Granulometria = 1,2 - 2,5 mm


41
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Lo strato di ghiaia è retto dal fondo della vasca,


vasca costituito di solito da un
solaio in cemento armato.
armato
Tra il solaio e lo strato di ghiaia vi è il sistema di drenaggio per la raccolta
dell'acqua, costituito, da un collettore principale situato lungo l'asse
principale del filtro, in cui confluiscono i collettori laterali.

Nelle soluzioni più recenti non è più


previsto lo strato di ghiaia (che peraltro
interviene pochissimo nel meccanismo di
filtrazione); l'intero letto filtrante è
costituito da sabbia.
sabbia L'acqua filtrata
fuoriesce dal fondo della vasca,
mediante degli ugelli,
ugelli che devono pure
consentire l'alimentazione dell'acqua
e/o dell'aria di controlavaggio
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Ugelli
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Ugelli
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Ugelli
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Ugelli

Come prima accennato, nel caso dei filtri dual-media,media o di quelli meno
usuali a tre strati, al di sopra della sabbia è previsto uno strato di mezzo
filtrante a granulometria superiore, che deve avere un peso specifico
minore, al fine di non invertire la sua posizione durante la fase di lavaggio
del filtro.
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Problemi di distribuzione dei fluidi di controlavaggio attraverso il fondo


drenante dei filtri:
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Tipico caso di cattiva distribuzione dell’acqua di controlavaggio:


FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Innovazioni nella costituzione del fondo drenante dei filtri:


FONDI PREFORMATI
Moduli pre-formati in PEad
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Innovazioni nella costituzione del fondo drenante dei filtri:


FONDI PREFORMATI
Moduli pre-formati in PEad

Piatti in conglomerato di granuli di poliuretano, spessore 30 mm, porosità


da 500 a 700 µm.
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’
Innovazioni nella costituzione del fondo drenante dei filtri:
FONDI PREFORMATI

Moduli pre-formati in PEad


FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Innovazioni nella costituzione del fondo drenante dei filtri:


FONDI PREFORMATI
Moduli pre-formati in PEad
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Innovazioni nella costituzione del fondo drenante dei filtri:


FONDI PREFORMATI
Moduli pre-formati in PEad
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Innovazioni nella costituzione del fondo drenante dei filtri:


FONDI PREFORMATI
Moduli pre-formati in acciaio inossidabile
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Innovazioni nella costituzione del fondo drenante dei filtri:


FONDI PREFORMATI
Moduli pre-formati
in acciaio inossidabile
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Innovazioni nella costituzione del fondo drenante dei filtri:


FONDI PREFORMATI
Moduli pre-formati in acciaio inossidabile
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Innovazioni nella costituzione del fondo drenante dei filtri:


FONDI PREFORMATI
Moduli pre-formati in acciaio inossidabile
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Costituzione dello strato filtrante


FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Controlavaggio

Quando il filtro raggiunge il massimo grado di intasamento, occorre


procedere al suo controlavaggio;
controlavaggio eso può essere eseguito immettendo
all’interno del letto filtrante acqua e aria,
aria in modo congiunto e/o
separatamente

L'aria viene alimentata prima dell'acqua di controlavaggio o


contemporaneamente a questa, allo scopo di favorire l’espansione del
letto.

Spesso lo stesso sistema di tubi ed ugelli viene utilizzato per l’estrazione


dell'acqua filtrata e per l’alimentazione dell'acqua di controlavaggio e
dell'aria.
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Controlavaggio

La velocità dell'acqua di lavaggio (< 30 m/h)


m/h è all'incirca doppia di quella di
filtrazione,
filtrazione mentre l'aria ha una velocità da 4-6 volte maggiore di quella di
filtrazione (fino a circa 90 m/h,
m/h con pressione fino a circa 0,5 atm).
atm
Un ciclo di lavaggio tipico è il seguente: si effettua prima l'immissione
d'aria per 2 o 3 minuti,
minuti poi di sola acqua (circa 5 minuti),
minuti) ed infine di
acqua e di aria insieme,
insieme ancora per qualche minuto.

La frequenza dei lavaggi e quindi il consumo dell'acqua dipendono dalle


caratteristiche dell'acqua da filtrare; a titolo puramente indicativo può
dirsi che un filtro viene lavato normalmente una o due volte al giorno; solo
in particolari casi, quando cioè si ha a che fare con acque poco torbide, si
possono avere cicli operativi anche di tre giorni o più.

Orientativamente, l'acqua occorrente per il lavaggio,


lavaggio con il sistema
acqua+aria è pari al 2-3% dell'acqua filtrata.
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Clapet

Filtro in esercizio

Filtro in attesa di controlavaggio


FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Filtro in fase di controlavaggio


FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Filtro in fase di controlavaggio

Filtro in esercizio
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Chiariflocculazione
Filtrazione
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’
Una crescente applicazione si riscontra per una tipologia di filtri,
riconducibili alla categoria dei filtri rapidi aperti, in cui sia garantito il
funzionamento continuo o semicontinuo,
semicontinuo senza quindi la necessità della
periodica messa fuori esercizio per la fase di controlavaggio.

Ciò è possibile mediante la


realizzazione di un sistema di
pulizia del mezzo filtrante che
rimuova con continuità i solidi
accumulati

oppure che isoli per brevi


periodi parti del filtro,
filtro che
vengono sottoposte a lavaggio,
senza la necessità di
interrompere l’alimentazione
del filtro.
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’
Filtri rapidi a rigenerazione
continua della sabbia
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Filtri rapidi a rigenerazione continua della sabbia


FILTRI RAPIDI A GRAVITA’
Filtri rapidi a rigenerazione continua della sabbia in batteria
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’
Filtri rapidi a rigenerazione continua della sabbia con struttura in c.a.

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FILTRI RAPIDI A GRAVITA’
Filtri rapidi a rigenerazione continua della sabbia con struttura in c.a.

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FILTRI RAPIDI A GRAVITA’
Filtri rapidi continui a celle
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’
Filtri rapidi continui a celle
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’
Filtri rapidi continui a celle
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’
Filtri rapidi continui a celle con vasca prefabbricata
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’
Filtri rapidi continui a celle con vasca prefabbricata
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Filtri rapidi continui a celle con vasca prefabbricata

• l’acqua da filtrare inonda il letto


di sabbia;
• l’acqua attraversa il mezzo
filtrante granulare e le piastre
porose di supporto;
• l’acqua filtrata, attraverso una
serie di aperture, passa nel
canale dell’effluente;
• uno stramazzo mantiene
un’immersione costante del letto
filtrante.
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Filtri rapidi continui a celle con vasca prefabbricata

• l’acqua continua ad attraversare il mezzo


filtrante;

• inizia il ciclo di controlavaggio a seguito


di un aumento di livello, di un comando
temporizzato, o manualmente;

• durante il controlavaggio la travata


motorizzata, la cappa e le pompe appese,
si muovono lentamente e continuamente
su ciascun settore filtrante;

• la pompa di controlavaggio spinge l’acqua


filtrata attraverso il mezzo filtrante,
espandendolo;

• lo strato di materiale depositato sul letto


ed i solidi intrappolati all’interno, sono
rimossi, raccolti sotto la cappa e pompati
nella canaletta;

• al raggiungimento del minimo livello


liquido stabilito, vengono interrotti il
controlavaggio ed il movimento della
travata.
FILTRI RAPIDI A GRAVITA’

Infine, va sottolineato che i filtri rapidi possono essere utilizzati, oltre


che per la filtrazione diretta dell'acqua, anche per la filtrazione con
coagulazione simultanea (filtri-flocculatori, con dosaggio in testa dei
reagenti coagulanti) o infine per la filtrazione di acqua già chiariflocculata
(quindi con funzione di affinamento).
FILTRI RAPIDI AUTOMATICI A GRAVITA’

79
FILTRI RAPIDI AUTOMATICI A GRAVITA’

torrino Funzionamento
Funzionamento
d’alimentazione

ingresso
acqua da
filtrare

uscita acqua
filtrata

tubazione di scarico
acque di
serbatoio stoccaggio controlavaggio
acqua per
controlavaggio

letto filtrante
FILTRI RAPIDI AUTOMATICI A GRAVITA’
Funzionamento:
Funzionamento: fase
fase di
di alimentazione
alimentazione
torrino
d’alimentazione
FILTRI RAPIDI AUTOMATICI A GRAVITA’
Funzionamento:
Funzionamento: fase
fase di
di filtrazione
filtrazione
FILTRI RAPIDI AUTOMATICI A GRAVITA’
Funzionamento:
Funzionamento: fase
fase di
di accumulo
accumulo acqua
acqua per
per controlavaggio
controlavaggio
FILTRI RAPIDI AUTOMATICI A GRAVITA’
Funzionamento:
Funzionamento: fase
fase di
di scarico
scarico acqua
acqua filtrata
filtrata
FILTRI RAPIDI AUTOMATICI A GRAVITA’
Funzionamento:
Funzionamento: perdita
perdita di
di carico
carico nel
nel letto
letto filtrante
filtrante
FILTRI RAPIDI AUTOMATICI A GRAVITA’
Funzionamento:
Funzionamento: innesco
innesco controlavaggio
controlavaggio

3
2 4

1 5
vuoto
0 6
FILTRI RAPIDI AUTOMATICI A GRAVITA’
Funzionamento:
Funzionamento: innesco
innesco controlavaggio
controlavaggio
FILTRI RAPIDI AUTOMATICI A GRAVITA’
Funzionamento:
Funzionamento: inizio
inizio controlavaggio
controlavaggio

3
2 4

1 5
vuoto
0 6
FILTRI RAPIDI AUTOMATICI A GRAVITA’
Funzionamento:
Funzionamento: inizio
inizio controlavaggio
controlavaggio
FILTRI RAPIDI AUTOMATICI A GRAVITA’
Funzionamento:
Funzionamento: fase
fase di
di controlavaggio
controlavaggio

3
2 4

1 5
vuoto
0 6
FILTRI RAPIDI AUTOMATICI A GRAVITA’
Funzionamento:
Funzionamento: fase
fase di
di controlavaggio
controlavaggio
FILTRI RAPIDI AUTOMATICI A GRAVITA’
Funzionamento:
Funzionamento: disinnesco
disinnesco del
del sifone
sifone

3
2 4

1 5
vuoto
0 6
FILTRI RAPIDI AUTOMATICI A GRAVITA’
Funzionamento:
Funzionamento: fase
fase di
di filtrazione
filtrazione

3
2 4

1 5
vuoto
0 6
FILTRI RAPIDI AUTOMATICI A GRAVITA’

94
FILTRI RAPIDI AUTOMATICI A GRAVITA’
aa doppio
doppio letto
letto

FILTRAZIONE CONTROLAVAGGIO95
FILTRI RAPIDI IN PRESSIONE

I filtri in pressione sono costituiti da un letto filtrante normale (sabbia di


quarzo, antracite, sabbia di diatomee, etc.), disposto in un recipiente
metallico a perfetta tenuta ed atto a resistere alla pressione dell'acqua.

In essi, il processo di filtrazione si svolge in maniera del tutto identica a


quanto già esposto a proposito dei filtri rapidi aperti, salvo la maggiore
pressione di esercizio (fino a 7-8 atm).

Da un punto di vista costruttivo, i filtri in pressione possono essere divisi


in due categorie: orizzontali e verticali.

I primi sono adoperati in piccoli impianti, mentre i secondi si sono


dimostrati più convenienti nel caso di impianti di una certa entità, perché
in tal caso si può contenere l’ingombro in pianta dell’impianto aumentando
l’altezza del filtro.

Il funzionamento dei due tipi di filtro è del tutto identico.


FILTRI RAPIDI IN PRESSIONE
Filtri in pressione orizzontali e verticali

(a) (b)
FILTRI RAPIDI IN PRESSIONE
Filtri in pressione verticali

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FILTRI RAPIDI IN PRESSIONE
Filtri in pressione verticali

99
FILTRI RAPIDI IN PRESSIONE
Filtri in pressione verticali

100
FILTRI RAPIDI IN PRESSIONE
Filtri in pressione verticali
CRITERI DI DIMENSIONAMENTO DEI FILTRI RAPIDI
Spesso nella pratica di fa riferimento a criteri di dimensionamento
empirici o a dati di esperienza da sottoporre a verifica su pilota.

Uno schema di dimensionamento che si appoggia a dati operativi, pur


conservando una sua razionalità d’impostazione è quello qui di seguito
descritto:

• si fissa un valore della velocità di fitrazione, v, all’interno di un campo


di valori accettabili (5÷7 max 10 m/h);

• si impone, sulla base del profilo idraulico dell’impianto, una perdita di


carico limite ∆HL (tale perdita di carico è la perdita di carico
attraverso il solo mezzo filtrante, per cui a questa devono essere
aggiunte le perdite di carico, localizzate e distribuite, che attengono
all’intera fase di filtrazione – ugelli, regolatore, tronchi di tubazione,
saracinesche, valvole, etc.);

• si calcola la permeabilità del letto filtrante in condizioni di


intasamento finale (perforazione completa);
completa
CRITERI DI DIMENSIONAMENTO DEI FILTRI RAPIDI
• si calcola l’altezza L del letto filtrante mediante la relazione di Darcy
nelle condizioni di completo intasamento:

v = K · ∆HL/ L ⇒ da cui ⇒ L = K · ∆HL/ v


Una simile soluzione non lascia però alcun margine di sicurezza,
sicurezza se non
quello legato al fatto che la perdita di carico limite viene correlata
all’incipiente perforazione e non a quella completa.

Siccome però il tempo di perforazione di un letto filtrante cresce – se


restano invariati gli altri parametri – con l’altezza L del letto, è
possibile ragionare come se:

∆HL = ∆H* + ∆H’


ove:
∆H* = perdita di carico dello strato filtrante totalmente intasato,
calcolata per le condizioni limite di porosità, dimensione
nominale, coefficiente di uniformità e sfericità dei granuli;
∆H’ = perdita di carico nello strato di sicurezza pulito, sottostante lo
strato intasato.
CRITERI DI DIMENSIONAMENTO DEI FILTRI RAPIDI

E’ allora possibile scrivere:

∆HL = (L*·v/KL) + (L’v/K0)


Ed essendo nota ∆HL e imposto L’ = 0,15-0,30 m è possibile calcolare

L = L*+ L’

Si dovrà a questo punto verificare che il valore di L trovato consenta il


rispetto della condizione:

tcontrolavaggio ≤ tperforazione
Una relazione empirica orientativa usata talora per calcolare l’altezza
minima filtrante (L*), valida per D10≤1,2 mm è quella proposta da
Hakamura:

L* = [580/(1-n0)]·D10
FILTRAZIONE DI SUPERFICIE

Tra le possibili applicazioni riconducibili a fenomeni di filtrazione di


superficie possono richiamarsi la stacciatura e la microstacciatura e
quella su supporto sottile, che trova nei filtri "precoat" la maggiore
applicazione.
FILTRAZIONE DI SUPERFICIE

Stacciatura e microstacciatura
E' probabilmente l'esempio di filtrazione più grossolana, fra tutte quelle
possibili; infatti l'effetto filtrante è qui demandato esclusivamente alla
capacità del mezzo filtrante di intercettare tutte le particelle aventi una
dimensione media superiore a quella dei fori.
A tale scopo vengono adoperati tessuti metallici o in fibra sintetica, di
solito montati su tamburi rotanti, la cui alimentazione avviene a superficie
libera per gravità; meno frequenti sono le modalità di alimentazione in
pressione.

L'apertura delle maglie è


compresa tra 0,2 e 4 mm,mm per la
stacciatura,
stacciatura e tra 25 e 125 µm,
per la microstacciatura;
microstacciatura
l'intasamento delle maglie è
evitato rimuovendo in continuo il
materiale filtrante, che viene
asportato dai teli mediante getti
di acqua a pressione .
FILTRAZIONE DI SUPERFICIE

Stacciatura a tamburo (luce passante < 2 mm)


FILTRAZIONE DI SUPERFICIE

Stacciatura a tamburo
FILTRAZIONE DI SUPERFICIE

Stacciatura a tamburo
FILTRAZIONE DI SUPERFICIE

Stacciatura e microstacciatura
I microstacci hanno applicazioni di notevole interesse nella
potabilizzazione delle acque; il loro dimensionamento può eseguirsi
imponendo un carico idraulico superficiale prossimo a 50 m3/m2xora,
xora
applicato alla superficie realmente immersa (quindi circa 35 m3/m2xora,
xora
estesa all'intera superficie).
FILTRAZIONE DI SUPERFICIE

Stacciatura e microstacciatura
Filtri a tela
FILTRAZIONE DI SUPERFICIE

Stacciatura e microstacciatura

Filtri a tela
FILTRAZIONE DI SUPERFICIE

Stacciatura e microstacciatura

Filtri a tamburo

Apertura tela filtrante


da 10 a 1000 µm

Diametri: 0,5 – 0,8 – 1,2 – 1,6 – 2 – 2,4 e 2,8 m


FILTRAZIONE DI SUPERFICIE

Stacciatura e microstacciatura
Filtri a tamburo

L’acqua è filtrata attraverso la


superficie periferica del
tamburo in lenta rotazione.

Le particelle sono
accuratamente separate
dall’acqua, grazie alla speciale
struttura degli elementi
filtranti.

I solidi separati sono rimossi


dalla tela filtrante,
convogliati nella tramoggia di
raccolta e quindi scaricati.
FILTRAZIONE DI SUPERFICIE

Stacciatura e microstacciatura

Filtro a tamburo
FILTRAZIONE DI SUPERFICIE

Stacciatura e microstacciatura

Filtro a tamburo
FILTRAZIONE DI SUPERFICIE

Stacciatura e microstacciatura

Filtro a tamburo
FILTRAZIONE DI SUPERFICIE

Filtri pre-coat
In questo caso l'azione filtrante
è esaltata dalla formazione di un
"prerivestimento" (precoat),
ottenuto facendo depositare sulla
superficie esterna degli elementi
filtranti i solidi contenuti in una
sospensione concentrata; come
materiale di apporto sono
adoperati fibre di cellulosa,
cellulosa terre
di diatomee (con diametro medio
di 5-100 µm), carboni attivi, attivi
resine scambiatrici,
scambiatrici etc.
FILTRAZIONE DI SUPERFICIE
Filtri pre-coat
Gli elementi filtranti possono avere forma a
candela o a piastra, in materiale munito di fori
(acciaio), o poroso (gres, resina).

In tal modo, da un lato, si ha un effetto


filtrante elevato, dall'altro, si evita
l'intasamento dell'elemento filtrante.

Filtri precoat di forma


cilindrica (avente diametro di
solito pari a 1-2 m), formato da
più elementi filtranti a candela
in acciaio, funzionanti in
parallelo;
FILTRAZIONE DI SUPERFICIE

Filtri pre-coat
Tubi di supporto
Intorno a ciascun elemento è avvolto un filo
metallico, che agevola l'adesione del materiale
di rivestimento.
FILTRAZIONE DI SUPERFICIE

Filtri pre-coat

Il funzionamento del filtro prevede


l'alimentazione alternata di acqua da trattare,
ricca di solidi sospesi, e della sospensione di
prerivestimento (body feed).

Sulla superficie di ciascun elemento filtrante


viene così a formarsi una pellicola di spessore
crescente nel tempo, costituita da strati di
solidi sospesi e materiale coprente.
FILTRAZIONE DI SUPERFICIE

Filtri pre-coat

Raggiunto lo spessore massimo compatibile con


l'intasamento del filtro (circa 1 cm),
cm occorre
prevederne la rigenerazione; questa avviene
agevolando il distacco del prerivestimento
portando in depressione l'intero filtro.

Il materiale di prerivestimento può essere


recuperato oppure smaltito coi fanghi.
FILTRAZIONE DI SUPERFICIE

Filtri pre-coat

Questo tipo di filtri, rispetto alle altre soluzioni possibili, ha il vantaggio di


richiedere modesti volumi di ingombro, a parità di portate trattate; essi
vengono quindi adoperati dove esistano problemi di spazio (es. nel caso del
trattamento delle acqua di piscina); per contro essi richiedono costi elevati.

La soluzione con terre di diatomee,


diatomee che è la più usata, consente la rimozione
anche dei solidi di dimensioni inferiori a 0,1 µm, senza una precedente fase
di coagulazione.

Il progetto dei filtri precoat viene di solito eseguito per valori dei carichi
idraulici di 60-180 m/giorno,
m/giorno riferiti all'intera superficie filtrante.
Fine

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