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Il legno di uno strumento nuovo assorbe facilmente umidità, particolarmente all'interno del canale
d'insufflazione, della finestra e sul labium. Se ciò avviene in modo eccessivo il legno si gonfia e si
curva, particolarmente nella zona del canale dell'aria. Perciò è importante che uno strumento nuovo
non venga troppo bagnato, ragione per cui, durante le prime settimane, si deve suonare
quotidianamente lo strumento solo per poco tempo.
I tempi raccomandati sono soltanto indicativi. Durante il rodaggio si dovrebbe ascoltare
attentamente il suono dello strumento e smettere di suonare non appena questo cambia, anche se il
tempo indicato non è stato raggiunto. Lo strumento deve poi potersi asciugare bene. Va quindi pulito
con uno straccio e lasciato fuori dall'astuccio. In nessun caso si devono utilizzare mezzi, come per
esempio un asciugacapelli, per accelerare il processo di asciugatura: Si correrebbe facilmente il
rischio di provocare delle spaccature. Anche l'esposizione di uno strumento bagnato al sole o ad una
corrente di aria fredda può provocare delle crepe.
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sviluppa consapevolezza, sia nei confronti dello strumento che di se stesso.
Consigli competenti potranno essere d'aiuto ai bambini che ancora faticano a controllare il flusso
della saliva. Nel caso di eccessivo flusso di saliva, il docente, per assicurare un regolare
svolgimento delle lezioni, potrebbe mettere a disposizione del bambino uno strumento con testa di
resina sintetica.
Nel caso in cui uno strumento si intasasse spesso oppure la qualità del suono dovesse peggiorare, lo
stesso dovrebbe essere inviato al costruttore per una revisione. Nelle parti del canale d'insufflazione,
dopo qualche tempo, i rapporti delle misure possono cambiare. In questo caso un costruttore esperto
può facilmente sistemarlo. È sbagliato accettare un suono insoddisfacente o difettoso prodotto da
uno strumento acquistato da poco.
Gli strumenti in resina sintetica, o con solo la testa in resina, non hanno bisogno di rodaggio. Gli
strumenti in legno invece devono essere abituati all'esposizione regolare all'umidità e alla
temperatura dell'aria del fiato.
Durante le prime sei settimane non si devono superare certe durate di studio:
Prima settimana ca. 5 minuti quotidiani
Seconda settimana ca. 10 minuti quotidiani
Terza settimana ca. 15 minuti quotidiani
Quarta settimana ca. 30 minuti quotidiani
È opportuno suonare il flauto tutti i giorni, senza forzare le note acute. Consigliamo di iniziare
suonando note basse e di sviluppare a poco a poco l'estensione. Suonare note lunghe e passaggi
tranquilli permette di conoscere il proprio flauto e le sue caratteristiche.
La cura quotidiana
Prima di suonare: riscaldare lo strumento
Se non tutto il flauto, almeno la sua testa dovrebbe essere riscaldata, portandola vicino al corpo, per
esempio sotto il braccio. Riscaldando lo strumento si riduce notevolmente la condensazione
dell'acqua e quindi la possibilità che lo strumento si intasi.
Liberare lo strumento dall'acqua soffiando durante l'esecuzione
È necessario, di tanto in tanto, liberare lo strumento dall'acqua condensata all'interno del canale
d'insufflazione, che rende il suono del flauto cupo, soffiandoci dentro. Dopo aver staccato la testa
dello strumento e chiuso la base della stessa con la mano, occorre soffiare nella finestra per far
uscire l'acqua dal canale d'insufflazione. Durante l'esecuzione è più semplice aspirare l'acqua. In
nessun caso bisogna toccare il labium con le dita perché si deforma facilmente, specialmente
quando è umido: Il flauto potrebbe subire danni irreparabile.
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Dopo aver suonato: asciugare (Vedi le illustrazioni)
Il flauto dolce deve essere asciugato bene. A questo scopo sono adatti stracci di cotone, ottenuti per
esempio da una vecchia T-shirt, un asciugapiatti. È importante che non perdano peluzzi. Si taglia
uno straccio, lo si passa attraverso la cruna della bacchetta di pulizia (immagini 1-3) e lo si
introduce nella cameratura del flauto per asciugarlo (immagini 4-6). Per motivi igienici questi
stracci vanno cambiati frequentemente. Anche lo straccio allegato allo strumento è adatto per
asciugare. È necessario togliere prima l'apretto risciacquandolo in acqua calda con un detersivo.
Alcuni ritengono inutile asciugare il flauto dolce. La cameratura infatti non si può asciugare
veramente, perché l'umidità assorbita nel legno non si può togliere. Lo strumento depositato in un
posto arieggiato, per esempio in una libreria, asciuga da solo. Al limite si può asciugare la
cameratura della testa con lo straccio. La parte più bagnata invece, il canale dell'aria, non è possibile
asciugarla poiché non è accessibile alla bacchetta per la pulizia.
Deporre il flauto
Gli astucci e le custodie servono solo per trasportare o per deporre lo strumento quando è asciutto. Il
miglior modo per far asciugare il flauto dolce è all'aria, evitando l'esposizione al sole, al calore di
riscaldamenti, all'umidità e alle correnti d'aria fredda. Se non è deposto nel modo corretto, il legno
dello strumento si gonfia e si forma della muffa . Il posto ideale per il flauto è un luogo protetto, per
esempio in una libreria, nell'astuccio o nella custodia aperta.
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capita quando non è più possibile mettere insieme o staccare facilmente i pezzi del flauto. Solo in
questo caso è opportuno mettere del grasso sul sughero. Troppo grasso può far staccare il sughero
del tenone che, in questo caso, deve poi essere sostituito.
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Quanto frequentemente il flauto deve essere oliato?
Di regola, la cameratura dovrebbe essere sempre un poco untuosa. Il flauto ha una sufficiente
protezione quando il suo interno appare lucido. Se invece è opaco e presenta un aspetto grigiastro,
significa che ha bisogno di olio. Non è quindi possibile dare una risposta semplice alla domanda
"quanto frequentemente oliare". Osservate bene il vostro flauto dolce e trattatelo con cura e cautela.
Lo strumento ve ne sarà grato.
Quali parti del flauto dolce devono essere oliate?
Le parti laccate non devono essere oliate. Per il resto, tutte le parti del flauto possono essere oliate,
ad eccezione del canale dell'aria. Per evitare che l'olio penetri in queste zone, consigliamo di non
trattare né il blocco né le parti del labium.
Quale olio usare?
L'olio di mandorle dolci, quasi privo di odore, è adatto per oliare il legno del flauto. La sua
applicazione è facile e non lascia residui perché è molto liquido. Penetrando nel legno crea un velo
sottile che protegge il flauto dall'umidità. Il set di manutenzione contiene olio di mandorle. È anche
possibile comperarlo in farmacia o in drogheria. Per oliare la meccanica delle chiavi
raccomandiamo invece l'olio per la macchina da cucire o l'olio speciale per chiavi. Questi oli
minerali non induriscono e mantengono lubrificati i contatti meccanici.
Cosa serve per oliare?
• Olio per flauti dolci – Raccomandiamo olio di mandorle
• Pennello – Più fine possibile
• Uno straccio di cotone
• Spazzolino per l'olio – Si possono anche utilizzare spazzolini per bottiglie in vendita presso i
supermercati. Gli spazzolini devono essere di setole di maiale o di plastica e abbastanza rigidi. Se
usati correttamente non si danneggia il legno. Gli spazzolini con peli morbidi, utilizzati per
asciugare lo strumento, non sono invece indicati perchè possono perdere dei peluzzi che poi
rimangono attaccati all'interno della cameratura. Per evitare macchie di olio consigliamo di lavorare
su una tela impermeabile.
Costruttori e suonatori professionisti di flauti dolci fatti in legno di palissandro, di prugno, di rosa o
di acero non trattato con la paraffina, utilizzano a volte l'olio di lino denso, che permette una
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impregnazione duratura. L'uso di quest'olio è però problematico, ragione per cui ne sconsigliamo
l'uso. Infatti quest'olio può lasciare dei residui difficilmente eliminabili e si deteriora facilmente,
lasciando un odore sgradevole che ne rende impossibile l'utilizzo; inoltre è facilmente
autoinfiammabile e quindi anche pericoloso. I nostro consigli riguardano quindi unicamente l'uso
dell'olio di mandorla.
I nostri costruttori rispondono volentieri alle vostre domande riguardanti l'uso dell'olio di lino.
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Quando lo strumento necessita un servizio di manutenzione
o di una riparazione
Il legno ha tante buone caratteristiche ed è ideale per costruire flauti dolci. Tuttavia si tratta di un
materiale naturale vivo, particolarmente sensibile all'umidità. Di conseguenza non è escluso che un
flauto dolce, nonostante sia stato rodato in modo corretto, con una manutenzione e una cura
coscienziosa, manifesti problemi di suono, si intasi facilmente, presenti difficoltà nella risposta delle
note acute o altri difetti. In questa situazione è opportuno mandare lo strumento al costruttore, o ad
un altro artigiano qualificato, per una revisione o una riparazione. Quasi sempre sarà possibile
ottenere un miglioramento sorprendente.
Il sughero si è staccato
Il tenone viene pulito dai residui di sughero, di colla, di
La cameratura del flauto dolce va olio e di grasso. Poi viene incollato un nuovo sughero
rinnovata. naturale, in modo duraturo.
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L'incastro del tenone è troppo largo o stretto
Se l'incastro del tenone è troppo agevole, si mette un
sughero più spesso, in caso contrario il sughero va limato.
Queste sono le riparazioni richieste più frequentemente. Altre volte, su richiesta, viene rivestito il
becco con avorio artificiale, cambiato il blocco, accorciato il flauto (se il diapason è troppo basso),
riavvolto il filo sul tenone, vengono applicati nuovi anelli di avorio artificiale o di metallo alla testa
o al piede, oppure costruite chiavi speciali.
Una accurata manutezione assicura al flauto dolce una lunga vita. Molti suonatori però ignorano che
il loro strumento abbisogna, di tanto in tanto, di una revisione da parte di uno specialista. Nella
maggior parte dei casi, una riparazione o revisione è opportuna per permette di ritrovare la qualità
originaria del suono.
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Particolari interessanti e domande frequenti
• Legno o resina sintetica?
• Diteggiatura tedesca e barocca
• Con o senza doppi fori?
• I vari legni
• La famiglia dei flauti dolci
• Termini specifici del flauto dolce
• Intonazione del la1 = 442Hz
• Il flauto dolce - uno strumento per principianti e professionisti
• Strumenti adatti a suonare assieme al flauto dolce
• Che senso ha un flauto per mancini?
• I nostri flauti hanno nuovi numeri d'ordinazione
Di conseguenza questi flauti dolci hanno problemi di intonazione, di risposta per le note acute e una
sonorità insoddisfacente.
Ci sono anche flauti dolci in resina sintetica, costruiti con procedimenti più complessi, che possono
essere intonati e rifiniti dai costruttori. Questi flauti hanno evidentemente un prezzo maggiore.
Oltre agli strumenti in legno, la Moeck offre modelli di qualità costruiti interamente in resina
sintetica (Flauto 1) o con la testa in resina e il corpo in legno (Flauto Penta, Flauto 1 Plus). Questi
strumenti si raccomandano particolarmente ai bambini di età della scuola dell'infanzia o delle prime
classi elementari, che possono avere problemi di salivazione e che non sono ancora in grado di
trattare il loro flauto con la necessaria cautela. Sono strumenti notevolmente robusti.
Nonostante questi pregi la resina sintetica non può sostituire il legno. In particolare, la qualità del
suono, come pure la capacità di assorbire l'umidità, sono notevolmente migliori in uno strumento di
legno. Già i bambini più piccoli sono in grado di distinguere delle differenze di qualità del suono,
una capacità che va sviluppata durante le lezioni di musica.
Il legno è un materiale naturale e vivo, molto sensibile al modo in cui viene trattato.
L'uso del flauto dolce in legno richiede una sensibilità, che può essere sviluppata fin da bambini.
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Diteggiatura tedesca e barocca
Inizialmente l'uso della diteggiatura tedesca risulta più facile. Dalla nota fondamentale, con tutti i
fori chiusi, alzando un dito dopo l'altro, si ottiene la scala fondamentale del flauto dolce. Presto è
possibile suonare facili canzoni in tonalità semplici. I flauti dolci con la diteggiatura tedesca però
hanno degli svantaggi. Alcuni semitoni, in tonalità diverse a quella fondamentale, si possono
difficilmente intonare.
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La scala fondamentale, con la diteggiatura barocca, richiede invece già una posizione a forchetta
per il quarto grado. Questa complicazione iniziale, soprattutto per le piccole mani dei bambini,
rende però possibile suonare tutti i semitoni nell'estensione di due ottave senza particolari
difficoltà e ben intonati.
Per chi non vuole limitarsi a suonare delle semplici melodie, e non esclude la possibilità di
affrontare in futuro brani più impegnativi, è consigliabile utilizzare fin dall'inizio un flauto con la
diteggiatura barocca.
È comunque possibile passare dalla diteggiatura tedesca a quella barocca, che si differenzia per
alcune posizioni.
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I vari legni
A seconda delle preferenze individuali, è possibile scegliere tra diversi tipi di legno.
Il legno più morbido, dell'acero e del pero, produce suoni più dolci, quello più duro, dell'ebano e del
grenadiglio, suoni più brillanti.
La tinteggiatura non influisce né sul suono né sulle caratteristiche del legno.
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La famiglia dei flauti dolci
La famiglia dei flauti dolci è costituita da varie taglie, presenti nella linea "Flauti Rondo": dal
grande basso (tono più basso do) al sopranino (tono più basso fa2). Gli strumenti utilizzati più
frequentemente sono i soprani e i contralti. Esistono inoltre strumenti ancora più grandi (il subbasso
in fa e pure il subcontrabbasso in Do) e anche un flauto più piccolo del sopranino in fa2, il cui tono
più basso è un do3, chiamato "Gar Klein Flötlein".
Dallo schema si può riconoscere che, a una nota fondamentale di un'ottava inferiore, corrispondono
una frequenza dimezzata e una lunghezza dello strumento raddoppiata.
La nota do1, fondamentale del tenore, ha frequenza dimezzata rispetto al relativo do2 del soprano,
perciò suona un'ottava più grave. Allo stesso modo il grande basso in do, rispetto al tenore, ha una
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lunghezza doppia, una frequenza dimezzata e quindi suona un'ottava inferiore. Rispetto al soprano
suona due ottave più gravi.
Vale lo stesso principio per gli strumenti in fa:
Sopranino (fa2), contralto (fa1), basso (fa) e subbasso (Fa)
Termini specifici del flauto dolce
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Intonazione del la1 = 442Hz
Da qualche tempo i Flauti dolci della Moeck sono intonati sul la1= 442 Hz (gli Hertz corrispondono
alle vibrazioni in un minuto secondo). Prima, il la1 di riferimento, corrispondeva a 440 Hz, che in
rapporto al pianoforte si rivela troppo basso. Oggigiorno infatti è usuale accordare i pianoforti tra i
443 e i 445 Hz, un'intonazione che ora i flauti dolci ben riscaldati possono raggiungere. Suonando
con altri flauti e strumenti intonati con un diapason di 440 Hz, i nostri flauti dolci risultano
leggermente crescenti, problema che si può facilmente risolvere estraendo un po' la testa dal corpo
dello strumento. La correzione di 2 o 3 Hertz non ha praticamente influenza sull'intonazione del
flauto dolce. Correzioni di 6 Hz, o superiori, comportano invece sempre più problemi: l'intonazione
delle ottave, così come di altri intervalli, non è più accurata.
Il diapason di 442 Hz ci sembra un buon compromesso tra l'intonazione più acuta delle orchestre
professionali moderne e dei pianoforti e il diapason standard, stabilito nel 1939, applicato ancora
prevalentemente nell'ambito della musica amatoriale e nelle chiese.
Nota bene: questo sviluppo non riguarda i nostri flauti dolci con il diapason storico la1 = 415 Hz.
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studio professionale del flauto dolce è molto impegnativo. La formazione, che di regola si svolge
presso un conservatorio, dura a lungo, al fine di acquisire perfettamente la tecnica della
respirazione, dell'articolazione e della meccanica.
Il flauto dolce ha una lunga storia. Per interpretare in modo adeguato la musica delle varie epoche, è
necessario studiare le caratteristiche degli stili e saper suonare diversi tipi di flauti dolci, che
richiedono quasi tutti delle conoscenze e delle capacità particolari. La scelta di suonare il flauto
dolce può quindi essere definitiva: non è necessario passare, dopo la fase iniziale, ad un altro
strumento. È possibile proseguire il cammino e scoprire tutte le ricchezze che il flauto dolce offre.
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