Jaco ha preso quello strumento che un tempo serviva per accompagnare e lo
ha trasformato in un solista, conferendogli un’autorità che non gli apparteneva. Capelli lunghi e fascetta a tenerli fermi, dita lunghissime e affusolate, magro, sorridente o imbronciato, solitario anche quando suonava con gli altri -che si chiamavano Weather Report e Joni Mitchell, John Mc Laughlin e Pat Metheny- Jaco rubava la scena sul palco, non gli staccavi gli occhi di dosso, perché il basso, in quel modo lì, non l’aveva mai suonato nessuno. Ancora oggi, quando un bassista suona una scala nervosa e pericolosa che frena bruscamente su due armonici; quando sulla tastiera senza tasti fa vibrare le note intonandole perfettamente; quando accompagna con un groove micidiale, ancora oggi, dicevo, quando un bassista suona così, non puoi fare a meno di dire: sembra Jaco Pastorius. Scusate, lo so, sono cose tecniche, ma l’arte, prima di essere emozione, è sempre una questione di tecnica. Oggi che son passati trent’anni, una banalità, con permesso, la vorrei dire: pensa che meraviglia vedere Jaco in paradiso che suona, mentre Pollock fa sgocciolare il colore e Picasso danza imitando il gesto del torero. Invecchiare è così: passi da un “vaffanculo” a un sogno a occhi aperti. IL 21 settembre del 1987, il bassista universalmente noto come Jaco Pastorius moriva in un ospedale di Fort Lauderdale, Florida. Il suo tempo era rimasto come sospeso, mentre lui giaceva in un letto del Broadway Country General Medical Center dalla notte dell'11 settembre. Jaco era andato in coma dopo la rissa con un buttafuori del Midnight Bottle Club. Lui aveva insistito per entrare, Luc Havan aveva continuato a respingerlo. Finché Jaco era finito a terra privo di sensi, il volto immerso nel suo stesso sangue. Dinamica sorprendente, se non contestualizzata. Da tempo Jaco Pastorius aveva smesso i panni dell'idolo di musicisti, appassionati di jazz e semplici amanti della musica suonata per davvero. Varie dipendenze avevano innescato la bomba a tempo di una salute mentale a rischio. La combinazione lo aveva praticamente distrutto, isolato dagli affetti Jaco era finito a chiedere l'elemosina lungo i marciapiedi. Chi bussava alle porte del Midnight Bottle Club, l'11 settembre di 30 anni fa, non era un uomo, ma ciò che ne restava: un corpo dalle movenze scomposte e innaturali, che alcol e droghe avevano prosciugato della sua linfa vitale. Un feticcio. Jaco se n'era già andato da tempo, il mondo lo seppe il 21 settembre del 1987.