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Indice
Storia
Buddhismo Rovine del Masjid Sabz (la "Moschea
Balkh nel 1911 verde"), che prende il nome dalla sua
cupola (luglio 2001)
Balkh oggi
Localizzazione
Antiche rovine di Balkh
Stato Afghanistan
Ruolo culturale
Provincia Balkh
Etimologia
Distretto Balkh
Note
Territorio
Voci correlate
Coordinate 36°45′N 66°54′E
Altri progetti
Altitudine 365 m s.l.m.
Collegamenti esterni
Abitanti 12 700[1] (2006)
Altre informazioni
Storia Fuso UTC+4:30
orario
Balkh è una delle più antiche città del mondo, ed è considerata
la prima in cui si trasferirono le tribù indoiraniche provenienti Cartografia
dal nord dell'Amu Darya, attorno al 2000 a.C.- 1500 a.C.[2] Gli
arabi la chiamavano Umm al-Bilād o "Madre delle città" (cioè
"metropoli"), a causa della sua antichità e della sua
grandezza.[3] La città era un tradizionale centro dello Balkh
Zoroastrismo, Buddhismo e Islam.[4] Il nome Zariaspa, nome
alternativo della città o di una sua parte, potrebbe derivare
dell'importante tempio del fuoco zoroastriano Azar-i-Asp.[4]
Balkh è considerato il primo luogo in cui Zarathustra applicò la
propria religione, nonché il luogo dove morì.
Per molto tempo la città fu la sede centrale dello Zoroastrismo, il cui fondatore, Zarathustra, morì all'interno
delle sue mura secondo il poeta persiano Ferdowsi. Le fonti armene affermano che il partiano Arsac si
insediò qui.
Buddhismo
Secondo le Memorie di Xuánzàng esistevano circa un centinaio di monasteri buddhisti in città o nelle sue
vicinanze quando la visitò, nel VII secolo. Vi erano 3000 monaci ed un grande numero di stupa ed altri
monumenti religiosi. Lo stupa più impressionante era il Navbahar (in sanscrito "nuovo monastero") che
possedeva una statua molto costosa del Buddha. Il tempio era guidato da Kashmiri chiamati Pramukh (che, a
causa della forma arabizzata del nome, Barmak, divennero noti come Barmecidi). Poco prima della
conquista araba il monastero divenne un tempio del fuoco Zoroastriano. Una notizia curiosa su questo
edificio è stata trovata negli scritti del geografo arabo Ibn Hawqal, un viaggiatore arabo del X secolo, il
quale descrisse Balkh come costruita con argilla, con mura e sei porte, e grande circa metà parasanga. Cita
anche un castello ed una moschea.
(EN) (IT)
«Furthermore we know that a number of «Sappiamo inoltre che molti centri religiosi
Buddhist religious centres had flourished in buddhisti fiorirono in Khorasan, e che il più
Khorasan the most important was the importante era il Nawbahar (Nuovo
Nawbahar (New Temple) near the town of Tempio) nei pressi della città di Balkh, che
Balkh , which evidently served as a evidentemente serviva come meta di
pilgrimage centre for political leaders who pellegrinaggio per i capi politici che
came from far and wide to pay homage to giungevano da lontano per rendergli
it» omaggio»
(EN) (IT)
Al tempo della conquista islamica della Persia nel VII secolo, comunque, Balkh si era dimostrata un
avamposto dalla resistenza ed un luogo sicuro per l'imperatore persiano Yazdgard III, il quale si rifugiò qui
fuggendo dall'esercito di Umar. In seguito, nel IX secolo, durante il regno di Ya'qub ibn al-Layth al-Saffar,
l'Islam divenne particolarmente radicato nella popolazione locale.
Idrisi, nel XII secolo, parla del fatto di possedere vari edifici educativi, e di svolgere commerci.Vi erano
importanti rotte commerciale che passavano in città, arrivando fino all'India ed alla Cina.
Nel 1220 Gengis Khan saccheggiò Balkh, ne macellò gli abitanti radendo al suolo le difese cittadine. Lo
stesso trattamento venne loro riservato nel XIV secolo da Tamerlano. Nonostante questo, Marco Polo la
descriveva ancora come "una nobile e grande città".
Nel XVI secolo gli Usbechi entrarono a Balkh. Il sovrano Mogol Shah Jahan li combatté senza successo per
molti anni, attorno al 1640. Balkh divenne la sede del governo di Aurangzeb nella sua gioventù. Nel 1736 fu
conquistata da Nadir Shah. Sotto la monarchia Durani cadde in mano agli afgani; venne conquistata dallo
Scià Murad di Kunduz nel 1820, e per qualche tempo fu soggetta all'Emirato di Bukhara. Nel 1850 Dost
Mohammed,[8] dei Barakzai, conquistò Balkh, che da quel momento rimase sotto il controllo afgano. Nel
1866 Balkh perse il suo status amministrativo di città vicina di Mazar-i Sharif.[9]
Nel 1911 Balkh era un insediamento composto da circa 500 case di coloni afgani, da una colonia di ebrei e
da un piccolo bazar situati in mezzo ad ettari di detriti e macerie. Entrando dalla porta occidentale (Akcha),
si passava sotto a tre archi in cui si potevano riconoscere i resti dall'antica Moschea del Venerdì (Jāmiʿ
Masjid). Le mura esterne, quasi tutte in rovina, avevano un perimetro stimato di 10 o 11 km. A sud-est vi
erano i resti di mura che dimostravano la presenza dei Mongoli.
Fortezza e cittadella a nord-est erano costruiti su un'altura, cintati da mura e da un fossato. Di loro è rimasto
molto poco, tra cui alcuni pilastri. La Moschea Verde (Masjid Sabz) prende il nome dalla grande cupola che
la sovrasta, e si dice che sia stata la tomba del khwaja Abu-Nasr Parsa. Di lei resta solo l'entrata della
vecchia madrasa.
La città era difesa da una guarnigione di poche centinaia di irregolari (kasidar), dato che le truppe regolari
dell'Afghan Turkestan erano state dislocate a Takhtapul, vicino a Mazar-i Sharif. I giardini nord-orientali
contenevano un caravanserraglio che rappresentava un lato della corte, affiancato da un gruppo di Platanus
orientalis.[10]
Balkh oggi
Un progetto di ammodernamento fu iniziato nel 1934, con l'obbiettivo di creare otto strade, case e bazar. La
moderna Balkh è un centro industriale per la produzione di cotone, noto in Occidente col nome di "agnello
persiano" (Karakul), mandorle e meloni.
Balkh ebbe un ruolo di primo piano dello sviluppo della lingua e letteratura persiana. Le prime opere della
letteratura persiana furono scritte da poeti e scrittori originari di Balkh.Rabia Balkhi
Nel 1207 Balkh ha dato i natali a Celaleddin Rumi, noto come Mevlana (m. Konya, 1273), fondatore
dell'ordine dei Dervisci
Etimologia
Il nome della provincia e dello Stato appaiono nelle iscrizioni in lingua persiana antica (B.h.i 16; Dar Pers
e.16; Nr. a.23) come Bāxtri, ovvero Bakhtri. È scritto nell'Avesta Bāxδi. Da quest'ultimo derivano i passi
intermedi di Bāxli, il sanscrito Bahlīka, Balhika ‘Bactrian', l'armeno Bahl e, per trasposizione, il persiano
moderno Balx, ovvero Balkh.[11]
Note
1. ^ Balkh, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
2. ^ Nancy Hatch Dupree, An Historical Guide to Afghanistan, 1977, Kabul, Afghanistan
3. ^ Frank Harold, Balkhi and Mazar-e-Sharif, Silk Road Seattle
4. William Woodthorpe, The Greeks in Bactria and India, prima edizione 1938, seconda edizione
1951, terza edizione 1984, pp. 114-115 e n. 1
5. ^ Padshahs & Pehelvans: by Rohinton G.N. Panthaky (http://tenets.zoroastrianism.com/padsh
ah33.html)
6. ^ Reinterpreting Islamic historiography: Hārūn al-Rashīd and the narrative of the ʻAbbāsid
caliphate, Tayeb El-Hibri Edition Cambridge University Press, 1999, p. 8, ISBN 0-521-65023-2,
9780521650236
7. ^ India, the ancient past: a history of the Indian sub-continent from c. 7000 BC to AD 1200,
Burjor Avari Edition, Taylor & Francis, 2007, ISBN 0-415-35616-4, ISBN 978-0-415-35616-9, p.
220
8. ^ Persia, Arabia, etc., su World Digital Library, 1852. URL consultato il 27 luglio 2013.
9. ^ F. Grenet, "BALK (http://www.iranica.com/newsite/articles/v3f6/v3f6a024.html)",
Encyclopædia Iranica, Stati Uniti d'America, Columbia University
10. ^ Encyclopædia Britannica, XI edizione, Cambridge University Press, 1911
11. ^ Daniel Coit Gilman, Harry Thurston Peck, Frank Moore Colby, "The New international
encyclopædia, Volume 2", Dodd, Mead and Company, 1902, p. 341
Voci correlate
Balhae
Barmecidi
Rossane
Altri progetti
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