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La gatta Cenerentola

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La gatta Cenerentola (nell'originale napoletano, La gatta cennerentola) è una celebre fiaba di Giambattista
Basile, inclusa nella raccolta postuma Lo cunto de li cunti (1634-1636).

Essa rappresenta una delle redazioni più note della fiaba di Cenerentola, un racconto popolare tramandato
sin dall'antichità in centinaia di versioni provenienti da diversi continenti.[1] La fiaba all'origine de La gatta
Cenerentola sarà successivamente inclusa anche nelle celebri raccolte di Charles Perrault e dei Fratelli
Grimm.

La versione di Basile presenta diverse varianti rispetto a Cendrillon di Perrault, su cui sono in gran parte
basati il lungometraggio animato Cinderella del 1950 e le successive produzioni Disney: in particolare,
l'eroina, di nome Zezolla, si macchia addirittura dell'omicidio della sua matrigna, che viene però poi
sostituita da una nuova matrigna anche peggiore.

Indice
Adattamenti
Riferimenti culinari
Note
Voci correlate
Collegamenti esterni

Adattamenti
Roberto De Simone ne ha realizzato un celebre adattamento teatrale, considerato uno dei suoi capolavori,
diretto dal maestro Domenico Virgili. L'opera è stata rappresentata 175 volte nei primi due anni dopo la sua
realizzazione.

Il film d'animazione italiano Gatta Cenerentola, del 2017, è tratto dalla fiaba omonima. Ambientato in una
Napoli futuristica e violenta, racconta la storia di Mia, ragazza rimasta orfana quando suo padre viene ucciso
immediatamente dopo le sue seconde nozze, e che sarà presa in custodia da Angelica, la sua nuova matrigna,
già madre di sei bambine.

Riferimenti culinari
La descrizione dei festeggiamenti dati dal re per trovare la fanciulla che aveva perso lo scarpino contiene
un'interessante testimonianza della cucina napoletana del Seicento, e dimostra la diffusione, già all'epoca, di
pastiera e casatiello, piatti tipici della cucina pasquale:
«E, venuto lo juorno destenato, oh bene mio: che mazzecatorio e che bazzara che se
facette! Da dove vennero tante pastiere e casatielle? Dove li sottestate e le porpette?
Dove li maccarune e graviuole? Tanto che nce poteva magnare n’asserceto formato.»

(Giambattista Basile, La gatta Cenerentola.)

Note
1. ^ Stith Thompson, La fiaba nella tradizione popolare, Milano, Il Saggiatore, 1967, pp. 185-188
dall'edizione del 1994 (ed. originale: The Folktale, 1946, tradotta da Quirino Maffi)

Voci correlate
Giambattista Basile
Cenerentola
La gatta Cenerentola (De Simone)

Collegamenti esterni
Testo originale in napoletano, su ilportaledelsud.org.
Traduzione italiana, su paroledautore.net.
Versione critica della Zanichelli con note a margine (PDF), su online.scuola.zanichelli.it.

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