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PROVINCIA DI TRENTO
REGOLAMENTO
EDILIZIO COMUNALE
Delibera del
Adozione 70 dd. 28.12.1995
Consiglio Comunale n.
Delibera della
Approvazione 51117/47D dd. 26.01.1996
Giunta Provinciale n.
Delibera del
Modifica 30 dd. 03.08.2005
Consiglio Comunale n.
Delibera del
Modifica 50 dd. 20.12.2006
Consiglio Comunale n.
Delibera del
Modifica 20 dd. 13.07.2010
Consiglio Comunale n.
Delibera del
Modifica 27 dd. 25.06.2015
Consiglio Comunale n.
TITOLO I
NORME GENERALI
1.01. Il presente regolamento disciplina tutte le attività di trasformazione urbanistica ed edilizia del
territorio comunale, sul suolo, sul soprassuolo e nel sottosuolo, le destinazioni d'uso ed i controlli
sull'esecuzione dell'attività stessa in relazione alla strumentazione urbanistica vigente, alle leggi
provinciali e nazionali in materia.
Art. 3 - Deroghe
3.01. Previa deliberazione del Consiglio comunale, su parere della Commissione Edilizia e
subordinatamente al nulla osta della Giunta Provinciale, il Sindaco può autorizzare la deroga alle
norme del presente regolamento limitatamente alla realizzazione di opere pubbliche o di interesse
pubblico.
Art. 4 - Responsabilità dei committenti, dei progettisti, dei direttori e degli assuntori dei la-
vori. Requisiti dei progettisti e dei direttori dei lavori
4.01. L'osservanza del presente Regolamento non limita la responsabilità stabilita dalla legge per i
titolari della concessione edilizia, i progettisti, i direttori e gli assuntori dei lavori.
4.02. I progettisti ed i direttori dei lavori devono essere, nell'ambito delle rispettive competenze,
ingegneri, architetti, geometri, periti edili, periti agrari o dottori in agraria o forestali, iscritti ai
rispettivi albi professionali.
4.03. Il Sindaco può deferire ai rispettivi ordini o collegi professionali, affinchè vengano presi
provvedimenti disciplinari, coloro che, sia nella veste di progettisti, che di direttore dei Lavori o
collaudatori, o per opera diretta o per negligenza od ommissione, dichiarino dati non conformi alla
realtà od operino in difformità alle norme vigenti od al progetto approvato.
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CAPO II
DIRITTI DI INFORMAZIONE ED ACCESSO AGLI ATTI
6.01. Dell'avvenuto rilascio delle concessioni e delle autorizzazioni viene data notizia al pubblico
mediante affissione di apposito elenco all'albo pretorio, con l'indicazione del numero di protocollo, del
destinatario del provvedimento e della localizzazione dell'opera da eseguire.
6.02. Chiunque può prendere visione presso gli uffici comunali competenti della concessione o
autorizzazione e dei relativi atti di progetto. Le modalità di accesso e di informazione sono stabilite
dall'apposito regolamento a termini dell'art. 47 della L.R. 4.1.93 n.1 sull'ordinamento dei comuni.
6.03. L'acquirente di un immobile o di parte di esso, anche sulla base di contratto preliminare di
vendita con sottoscrizione autenticata, ha diritto di prendere visione presso gli uffici comunali di
qualsiasi documento relativo all'immobile stesso e di ottenere ogni certificazione relativa.
L'eventuale rifiuto da parte degli uffici comunali deve constare da atto scritto.
7.01. In sede di rilascio delle certificazioni previste dalla legge, l'Amministrazione comunale può
integrare la pratica degli elementi mancanti, anche mediante la richiesta di autodichiarazione del
proprietario o di tecnico abilitato.
8.01. L'amministrazione comunale, entro trenta giorni dalla richiesta, rilascia ai cittadini dichiarazione
urbanistica che specifica, per l'immobile o area oggetto della richiesta stessa, le previsioni degli
strumenti urbanistici vigenti o adottati nonché le modalità di intervento eventualmente previste nei
piani attuativi.
8.02. Il certificato conserva validità per un anno dalla data di rilascio se non intervengono
modificazioni degli strumenti urbanistici vigenti.
8.03. Il contenuto della dichiarazione comunale ha carattere certificativo rispetto alla disciplina
vigente al momento del suo rilascio, ma non vincola i futuri atti che l'amministrazione comunale può
emanare nel rispetto delle norme vigenti in materia.
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CAPO III
DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI DI TRASFORMAZIONE URBANISTICA EDILIZIA
11.01. Vengono definiti interventi di manutenzione straordinaria le opere e le modifiche sugli edifici
necessarie per rinnovare e sostituire gli elementi costruttivi degradati, anche quelli con funzioni
strutturali, e per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non
alterino i volumi o aumentino le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche
delle destinazioni d'uso.
Art. 12 - Restauro
12.01. vengono definiti interventi di restauro quelli rivolti alla conservazione o al ripristino della
organizzazione del complesso edilizio e alla valorizzazione dei caratteri stilistici, formali, tipologici e
strutturali, assicurandone al tempo stesso la funzionalità nell'ambito di una destinazione d'uso
compatibile. L'intervento comprende inoltre il consolidamento, il ripristino ed il rinnovo degli elementi
costruttivi e degli impianti tecnologici richiesti dalle esigenze d'uso nonché l'eliminazione degli
elementi estranei all'organismo edilizio.
13.01. Vengono definiti interventi di risanamento conservativo quelli tendenti alla conservazione o al
ripristino degli elementi essenziali della morfologia, della distribuzione e della tecnologia edilizia
nonché all'adeguamento all'uso moderno dell'intero organismo degli edifici migliorando le
condizioni di abitabilità in ordine soprattutto alle esigenze igienico-sanitarie, mediante un insieme
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sistematico di opere e con un progressivo recupero del legame con l'impianto tipologico organizzativo
iniziale.
14.01. Vengono definiti interventi di ristrutturazione edilizia, quelli rivolti ad adeguare l'edificio a nuove
e diverse esigenze anche con cambio della destinazione d'uso. L'intervento comprende la
possibilità di variare l'impianto strutturale interno e distributivo dell'edificio, modificandone
l'aspetto architettonico e formale, i tipi ed il modo d'uso dei materiali, purché le murature perimetrali
non vengano demolite.
Art. 15 - Demolizione
15.01. Vengono definiti interventi di demolizione e ricostruzione quelli rivolti alla sostituzione
dell'edificio ovvero interventi di sola demolizione di manufatti.
16.01. Viene definito intervento di nuova costruzione la realizzazione di qualsiasi opera o manufatto
emergente dal suolo o interessante il sottosuolo, ivi compresi i muri di sostegno o di contenimento
di altezza non inferiore a metri 2,00.
17.01. Sono così definite le opere eseguite all'interno delle costruzioni che:
a) non siano in contrasto con gli strumenti urbanistici adottati o approvati e con il presente
regolamento edilizio comunale;
b) non comportino modifiche dei prospetti, delle superfici utili e del numero delle unità
immobiliari;
c) non modifichino, anche parzialmente, la destinazione d'uso delle costruzioni e delle singole
unità immobiliari;
d) non rechino pregiudizio alla statica dell'immobile e rispettino le originali caratteristiche
costruttive del'edificio.
17.02. Le disposizioni di cui al comma precedente non si applicano nel caso di immobili vincolati ai
sensi delle vigenti disposizioni in materia di tutela e conservazione del patrimonio storico, artistico e
popolare e agli immobili ricadenti nell'ambito degli insediamenti storici, ovvero contenuti nell'elenco
di cui all'art. 24 della L.P. 5.9.1991 n. 22 e subordinati ai vincoli di restauro e risanamento.
18.01. Le destinazioni d'uso ammesse sugli immobili sono indicati dalla disciplina relativa alle singole
zone urbanistiche.
18.02. Il mutamento senza opere edilizie della destinazione d'uso della unità immobiliare, quale risulta
dal provvedimento di concessione, o dalla licenza edilizia, oppure dallo stato di fatto per gli immobili
costruiti antecedentemente alla legge 6.8.1967, n. 765, è soggetto alla sola comunicazione al Sin-
daco, purché non risulti in contrasto con le destinazioni d'uso previste degli strumenti urbanistici e sia
verificata la dotazione degli spazi per parcheggio.
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18.03. Il mutamento di cui sopra è tuttavia subordinato all'autorizzazione del Sindaco qualora
riguardi immobili compresi nell'ambito degli insediamenti storici oppure riguardi beni contenuti
nell'elenco di cui all'articolo 24 - comma 3. - della L.P. 5.9.1991 n.22 o edifici e complessi isolati di
interesse storico, artistico e documentario.
18.04. La variazione della destinazione d'uso è soggetta, ove previsto, all'applicazione del
contributo di concessione.
19.01. Sono definiti costruzioni provvisorie i manufatti di carattere temporaneo atti a soddisfare
esigenze particolari limitate nel tempo.
19.02. Tali costruzioni sono soggette ad autorizzazione del Sindaco, con validità massima di un anno
20.01. Ai fini dell'applicazione delle norme del presente R.E. si assumono le definizioni ed i metodi di
misurazione seguenti :
1) Superficie territoriale (ST) - E' l'area complessiva interessata da un intervento
urbanistico attuativo, comprendente le aree per l'urbanizzazione primaria e secondaria e le
aree destinate all'edificazione;
2) Superficie fondiaria (SF) - E' l'area destinata all'edificazione che risulta dalla ST
sottraendo le superfici per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria;
3) Superficie utile lorda (SUL) - E' la somma delle superfici lorde di ciascun piano
dell'edificio, comprese entro il perimetro esterno delle murature, includendo bow window,
scale e ballatoi di accesso, vani ascensori, cavedi per impianti tecnici, nonché il sottotetto qua-
lora abitabile o utilizzabile.
Contribuiscono al calcolo della superficie utile lorda, con una quota pari al 50% della loro
entità, i porticati di uso eslusivamente condominiale ed il piano seminterrato;
Non contribuiscono al calcolo della superficie utile lorda:
a) i piani completamente interrati;
b) i porticati pubblici o d'uso pubblico;
c) i volumi tecnici emergenti dalla copertura piana o dalle falde del tetto destinati ad
extra corsa degli ascensori, scale di accesso alla copertura, locali strettamente
necessari per impianti tecologici, serbatoi, vasi di espansione o canne fumarie;
d) scale di sicurezza antincendio esterne ed aperte, nonché qualsiasi rampa esterna
di scala non aperta, terrazze e logge aperte;
4) Volume del fabbricato (V) - E' il volume dell'edificio emergente dal terreno, considerato
allo stato naturale, o dal piano spiccato qualora questo sia autorizzato a livello diverso, ivi
comprese logge rientranti e balconi chiusi su cinque facce;
Sono esclusi dal volume i porticati liberi al piano terreno, eccettuati i vani per le scale,
ascensori e portinerie;
Per il volume interrato si intende quello contenuto sotto il livello, naturale o autorizzato, del
terreno, con non piú di una faccia visibile all'esterno;
5) Indice di fabbricabilità territoriale (IT) - E' il rapporto tra il volume V massimo
realizzabile in una determinata zona e le superficie territoriale ST della zona stessa;
6) Indice di utilizzazione territoriale (UT) - E' il rapporto tra la superficie utile lorda SUL
massima realizzabile in una determinata zona e la superficie territoriale ST della zona estesa;
7) Indice di fabbricabilità fondiaria (IF) - E' il rapporto tra il volume V e la superficie fondiaria
SF;
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8) Indice di utilizzazione fondiaria (UF) - E' il rapporto tra la superficie utile lorda SUL e la
superficie fondiaria SF;
9) Superficie coperta (SC) - E' la proiezione orizzontale delle superfici lorde fuori terra;
10) Indice di copertura (IC) - E' il rapporto tra la superficie coperta SC e la superficie
fondiaria SF;
11) Altezza del fabbricato (H max) - E' definita altezza del fabbricato la misura verticale fra
il piano del terreno allo stato naturale ovvero dal piano spiccato qualora questo sia autorizzato
a livello diverso e l’intradosso delle gronde raso muro perimetrale (intradosso del travetto) o il
punto più elevato del cornicione. Qualora la copertura abbia, anche parzialmente, pendenza
superiore al 45%, per altezza dell’edificio si intende la distanza verticale misurata fra il piano
del terreno allo stato naturale, ovvero il piano di spiccato qualora questo risulti in tutto o in
parte a quota inferiore rispetto all’andamento naturale del terreno, e la linea mediana del
timpano alll’intradosso della copertura; in questo caso l’altezza da considerare per la
determinazione minima fra i fabbricati sarà quella misurata all’intradosso delle gronde raso
muro perimetrali o il punto più elevato del cornicione.
12) Distacco tra gli edifici (DE) - E' il distacco minimo, misurato in proiezione orizzontale,
intercorrente in ogni punto ed in tutte le direzioni, tra la proiezione orizzontale dell'edificio e la
pari proiezione degli edifici finitimi.
Sono esclusi dal computo delle misure gli sporti delle gronde, delle pensiline e dei poggioli
aperti con aggetto fino mt. 1,20, nonchè i rivestimenti murali a cappotto per isolamento
termico non eccedenti i cm. 10.
Sono inclusi nel computo delle misure gli sporti ed i volumi chiusi, gli sporti delle pensiline e
dei poggioli per la parte eccedente mt. 1,20 ed i rivestimenti murali per la parte eccedente i
cm. 10.
13) Distacco dai confini (DC) - E' il distacco minimo misurato in proiezione orizzontale, che
deve intercorrere in ogni punto ed in tutte le direzioni, tra la proiezione orizzontale dell'edificio
ed il confine di proprietà.
Sono esclusi dal computo delle misure gli sporti delle gronde, delle pensiline e dei poggioli
aperti con aggetto fino mt. 1,20, nonchè i rivestimenti murali a cappotto per isolamento
termico non eccedenti i cm. 10.
Sono inclusi nel computo delle misure gli sporti ed i volumi chiusi, gli sporti delle pensiline e
dei poggioli per la parte eccedente mt. 1,20 ed i rivestimenti murali per la parte eccedente i
cm. 10.
14) Distanza dalle strade (DS) - E' il distacco minimo misurato in proiezione orizzontale, che
deve intercorrere in ogni punto ed in tutte le direzioni, tra la proiezione orizzontale dell'edificio
ed il ciglio stradale.
Sono esclusi dal computo delle misure gli sporti delle gronde, delle pensiline e dei poggioli
aperti con aggetto fino mt. 1,20, nonchè i rivestimenti murali a cappotto per isolamento
termico non eccedenti i cm. 10.
Sono inclusi nel computo delle misure gli sporti ed i volumi chiusi, gli sporti delle pensiline e
dei poggioli per la parte eccedente mt. 1,20 ed i rivestimenti murali per la parte eccedente i
cm. 10.
15) Definizione dei piani - Rispetto agli elementi di riferimento i piani di un edificio sono
denominati come segue:
a) piano interrato quello con il perimetro del pavimento sotto il livello del suolo, con i
muri perimetrali completamente interrati.
b) piano seminterrato quello con il perimetro del pavimento tutto o parte sotto il livello
del suolo, con i muri perimetrali emergenti anche parzialmente dal terreno.
c) piano terreno quello con il perimetro del pavimento a livello del suolo; si considera a
livello del suolo anche il pavimento ubicato fino a 30 cm. sotto il livello del suolo per uno
sviluppo perimetrale fino a metà del totale;
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d) piano rialzato quello con tutto il perimetro del pavimento sopra il livello del suolo,
soprastante il piano seminterrato;
e) piano primo e superiori quelli soprastanti al piano terra o al piano rialzato;
f) piano sottotetto quello delimitato superiormente dalla copertura.
16) Numero dei piani - E' il numero dei piani fuori terra, compreso l'ultimo eventuale piano in
arretramento, escluso il piano seminterrato, anche se abitabile o agibile.
17) Superficie utile abitabile o utilizzabile (SUA) - E' la superficie di pavimento degli al-
loggi o dei locali ad altra destinazione, misurata al netto di murature, pilastri, tramezzi,
sguinci, vani di porte e finestre, di eventuali scale interne, di logge e di balconi.
18) Fabbricato o edificio - Si intende qualsiasi costruzione coperta, comunque infissa al
suolo con le piú svariate tecnologie, isolata da vie e spazi vuoti, oppure separata da altre
costruzioni mediante muri maestri o strutture che si elevano, senza soluzioni di continuità,
dalle fondamenta al tetto, che disponga di uno o piú liberi accessi sulla via, dotato
eventualmente di una o piú scale autonome.
Per fabbricato residenziale si intende quel fabbricato, o quella parte di fabbricato, destinato
esclusivamente o prevalentemente ad abitazione.
Per fabbricato non residenziale si intende quel fabbricato, o quella parte di fabbricato,
destinato esclusivamente o prevalentemente ad uso diverso da quello residenziale.
19) Costruzione interrata
Si intende una costruzione tutta sotto il livello naturale del terreno o sotto la quota del terreno
autorizzata e che può presentare alla vista solo la parte strettamente necessaria all'accesso.
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TITOLO II
REGIME AUTORIZZATORIO
21.01. Salvo per le opere individuate al successivo art. 22 e salve le ipotesi nelle quali l'esecuzione
delle opere è semplicemente subordinata alla sola preventiva comunicazione al Sindaco di cui all'art.
23 e per le opere di cui all'art. 24, ogni attività di trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio, ivi
compreso il sottosuolo, è soggetta a concessione edilizia rilasciata dal Sindaco.
21.02. La concessione edilizia deve prevedere:
a) le caratteristiche costruttive e tipologiche dell'edificio da realizzare e la relativa
destinazione d'uso;
b) la misura del contributo di concessione riferita all'incidenza delle spese di urbanizzazione
primaria e secondaria e al costo di costruzione determinata secondo quanto stabilito dalle
norme vigenti.
23.01. Sono soggette a sola segnalazione le opere interne alle costruzioni che non siano in contrasto
con gli strumenti urbanistici adottati o approvati e con il presente regolamento edilizio comunale
vigente, non comportino modifiche della sagoma della costruzione, dei prospetti, nè aumento delle
superfici utili e del numero delle unità immobiliari, non modifichino la destinazione d'uso delle
costruzioni e delle singole unità immobiliari, non rechino pregiudizio alla statica dell'immobile e
rispettino le originarie caratteristiche costruttive degli edifici.
23.02. Per la loro esecuzione il proprietario, o chi ne abbia altro valido titolo, prima dell'inizio dei
lavori, deve presentare al Sindaco una relazione, a firma di un professionista abilitato alla
progettazione, che descriva le opere da compiersi e dimostri il rispetto delle norme di sicurezza e
igienico-sanitarie vigenti.
23.03. Le disposizioni di cui ai commi precedenti non si applicano nel caso di immobili vincolati ai
sensi delle vigenti disposizioni in materia di tutela e conservazione del patrimonio storico, artistico e
popolare ed agli immobili ricadenti nell'ambito degli insediamenti storici subordinati ai vincoli di
restauro e risanamento ovvero contenuti nell'elenco di cui all'articolo 24 della L.P. 5.9.1991 nº 22.
23.04. La relazione di cui al comma 02. non necessita della firma del professionista abilitato qualora i
lavori riguardino la sostituzione o la variazione nell'ubicazione dei servizi igienico sanitari o di impianti
tecnologici interni all'unità immobiliare, l'eliminazione e lo spostamento di pareti interne non portanti
o parte di esse, la sostituzione degli infissi interni, la realizzazione di controsoffittature, la
sostituzione di pavimenti, purché siano garantiti i requisiti igienico-sanitari di cui al presente
regolamento.
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CAPO II - NORME PROCEDURALI
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Tale dichiarazione è richiesta anche per le opere di manutenzione straordinria, di restauro e di risana-
mento conservativo nei casi previsti dalla L.P. 7.1.1991 nº 1.
25.09. La Commissione edilizia, qualora lo ritenga necessario, puo richiedere la presentazione di
plastici, di simulazioni grafiche computerizzate o elaborati grafici in scala idonea riproducenti l'opera
progettata inserita in ambiente reale.
26.01. Le relazioni geologiche, geotecniche ed idrauliche nonché i pareri geotecnici sono redatti nel
rispetto di quanto prescritto dal D.M. 11.03.1988.
26.02. Qualora lo smaltimento delle acque bianche sia previsto a dispersione, le relazioni geologiche,
nel consentire l'intervento, devono essere completate con i disegni e i calcoli dei dispersori.
26.03. La relazione geologica deve comprendere ed illustrare la situazione litostratigrafica locale,
con definizione dell'origine e natura dei litotipi, del loro stato di alterazione e fratturazione e della loro
degrabilità, i lineamenti morfologici della zona nonché gli eventuali dissesti morfologici ed i dissesti in
atto e potenziali.
Deve precisare inoltre i caratteri geostrutturali generali, la geometria e le caratteristiche delle superfici
di discontinuità e fornire lo schema della circolazione idrica superficiale e sotterranea.
26.04. La relazione geotecnica deve comprendere ed illustrare la localizzazione dell'area
interessata, i criteri di programmazione ed i risultati delle indagini in sito ed in laboratorio e le tecniche
adottate, nonché la scelta dei parametri geotecnici di progetto, riferiti alla costruenda opera, ed il pro-
gramma di eventuali controlli, che si raccomandano per la successiva fase esecutiva per verificare la
validità delle ipotesi di progetto. La relazione geotecnica deve essere firmata da un geologo oppure
da un professionista laureato in altra disciplina con maturata esperienza in campo geotecnico.
26.05. La relazione idraulica è finalizzata alla specifica verifica delle condizioni idrauliche dell'area e
all'indicazione degli accorgimenti conseguentemente necessari ai fini della tutela idraulica dell'opera e
del territorio circostante.
26.06. Il parere di fattibilità geotecnica può essere redatto dal progettista o da altro tecnico sulla
base della pratica locale, utilizzando anche i dati geologici e geotecnici dedotti dalla letteratura. Esso
deve riportare uno stralcio della carta geologica di sintesi.
Il parere di fattibilità deve essere firmato da un geologo o da un tecnico abilitato.
26.07. La relazione geologico-geotecnica (formata dalla sezione geotecnica) deve essere firmata
da un geologo regolarmente iscritto all'albo nazionale dei geologi oppure la sezione geologica da un
geologo e la sezione geotecnica da un professionista laureato in altra disciplina, purché con maturata
esperienza in campo geotecnico. Le due sezioni devono essere tra loro coerenti.
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27.05. Per interventi da eseguire su aree dotate di piano attuativo o di un piano di lotizzazione in
vigore la domanda di concessione si intende accolta qualora entro il termine di 60 giorni non sia stato
comunicato il provvedimento motivato con cui ne viene negato il rilascio.
In tal caso il richiedente, purché in possesso dei provvedimenti di cui al comma 4 dell'art. 88 della L.P.
5.9.1991 nº 22, eventualmente necessari, può dar corso ai lavori dandone comunicazione al Sindaco
previa corresponsione al Comune del contributo di concessione calcolato in via provvisoria dal
richiedente medesimo, salvo conguaglio sulla base delle determinazioni del Sindaco.
27.06. La pronuncia del Sindaco sulla domanda di autorizzazione deve essere comunicata al
richiedente non oltre 60 giorni alla data di ricevimento della domanda o da quella di presentazione di
documenti aggiuntivi richiesti per iscritto dall'Amministrazione comunale ad integrazione dei progetti.
L'istanza si intende accolta quando entro il termine anzidetto non sia stato comunicato il
provvedimento motivato con cui ne viene negato il rilascio. In questo caso il richiedente può dar corso
ai lavori, purchè sia in possesso dei provvedimenti di cui all'art. 88 comma 4 della L.P. 5.9.1991 nº
22 eventualmente necessari previa comunicazione al Sindaco.
27.07. Nel caso di immobili soggetti al vincolo in base alle vigenti disposizioni in materia di tutela e
conservazione del patrimonio storico, artistico e popolare o in materia di tutela paesaggistica, per la
concessione o l'autorizzazione non può essere attuato il silensio assenso.
27.08. Prima del rilascio della concessione, a meno che non si tratti di una delle ipotesi di gratuità
prevista dalla legge, deve essere versato il contributo di concessione a norma della legge provinciale
nella misura e secondo le modalità riportate nel relativo regolamento.
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CAPO III
COMMISSIONE EDILIZIA
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CAPO IV
NORME PER L'ESECUZIONE DEI LAVORI
31.01. Prima dell'inizio di qualsiasi intervento edilizio il titolare della concessione o dell'autorizzazione
deve comunicare la data di inizio delle opere ed il nominativo del Direttore dei lavori e dell'Impresa
costruttrice.
A tale comunicazione deve essere allegata, in quanto necessaria, la documentazione relativa all'isola-
mento termico firmata dal commitente e dal progettista e comprensiva della relazione tecnica e del
progetto esecutivo di cui alla legge 9.1.1991 nº 10, al D.P.R. 28.6.1977, nº 1052, al D.M.
23.11.1982, nonché la dichiarazione del Direttore dei lavori di aver preso conoscenza della
relazione geologica, geotecnica e del parere di fattibilità nel caso esso fosse stato richiesto come
allegato al progetto.
31.02. Prima dell'inizio dei lavori di nuova edificazione il titolare della concessione edilizia deve
richiedere all'Amministrazione comunale la determinazione degli allineamenti e delle quote cui dovrà
esattamente uniformarsi..
31.03. Un incaricato del Comune, può in ogni tempo visitare i lavori.
32.01. Del completamento dei lavori il titolare della concessione o dell'autorizzazione è tenuto a darne
comunicazione al Comune.
32.02. Tale documentazione è sottoscritta anche dal direttore dei lavori e dal costruttore.
CAPO V
ABITABILITA' ED AGIBILITA'
33.01. Gli edifici non possono essere abitati o destinati all'utilizzo senza la preventiva autorizzazione
di abitabilità o di agibilità del Sindaco che viene rilasciata previo accertamento della conformità della
costruzione alle norme vigenti e delle condizioni di igienicità e salubrità.
33.02. L'autorizzazione di abitabilità o agibilità è necessaria sia per le nuove costruzioni, sia per le
unità immobiliari o gli edifici oggetto di interventi edilizi di risanamento conservativo o
ristrutturazione.
34.01. La domanda per il rilascio del certificato di abitabilità o di agibilità è presentata in bollo
sull'apposito modulo predisposto dall'Amministrazione comunale e firmata dal richiedente.
34.02. Ad essa vanno allegati:
a) certificato di collaudo statico per le opere in cemento armato o a struttura metallica, ovvero
dichiarazione del direttore dei lavori o del costruttore in assenza di dette opere;
b) certificato di prevenzione antincendi o altra documentazione relativa alla normativa
provinciale o nazionale in materia di prevenzione antincendio ove necessaria
c) dichiarazione di conformità o certificato di collaudo degli impianti installati come previsto
dagli articoli 9 e 11 della legge n. 46 del 1990;
d) dichiarazione congiunta del progettista, del Direttore dei lavori e del costruttore sulla
conformità dei lavori alla documentazione relativa all'isolamento termico già depositata presso
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i competenti uffici dell'amministrazione comunale ai sensi della legge n. 10 del 1991, ovvero
dichiarazione di non sussistenza degli obblighi di cui alla citata normativa da parte del Diret-
tore dei lavori o del proprietario;
e) dichiarazione del Direttore dei lavori o del costruttore dell'avvenuta esecuzione
dell'intercapedine aerata o del vespaio con idonea isolazione sottostante il pavimento del
piano piú basso dell'edificio destinato ad abitazione o ad usi equivalenti;
f) dichiarazione congiunta del progettista, del Direttore dei lavori e del proprietario sulla
conformità dei lavori alla normativa per il superamento e l'eliminazione delle barriere
architettoniche in relazione alla destinazione d'uso dell'immobile;
g) certificato di potabilità dell'acqua per uso domestico nel caso di approvvigionamento
diverso dalla rete pubblica;
h) dimostrazione dell'avvenuto allacciamento alla rete di fognatura comunale mediante
esibizione della dichiarazione di corretta esecuzione rilasciata dall'Ufficio tecnico comunale,
ovvero dichiarazione del proprietario o del Direttore dei lavori sul diverso sistema di smalti-
mento delle acque nere;
i) dimostrazione, mediante presentazione di idonea documentazione, dell'avvenuta iscrizione
al Nuovo Catasto Edilizio Urbano dell'immobile in conformità alle disposizioni delle norme
vigenti;
m) eventuali dichiarazioni o certificazioni indicate in sede di rilascio della concessione;
n) ricevuta dell'avvenuto versamento della relativa tassa regionale;
34.03. Alla domanda dovrà inoltre essere allegata la documentazione eventualmente prescritta da
specifiche disposizioni normative in relazione a particolari tipi di utilizzazione dell'immobile.
35.01 L'autorizzazione di abitabilità ed agibilità deve essere rilasciata dal Sindaco entro il termine di
quarantacinque giorni dalla data di ricevimento della domanda di cui all'art. 34 o da quella di
ricevimento di documenti integrativi eventualmente richiesti per iscritto dall'Amministrazione
comunale.
Qualora il Sindaco non si sia pronunciato nel termine predetto, l'istanza di autorizzazione si
intenderà accolta, restando peraltro salvi i poteri del Sindaco e dei servizi tecnici e sanitari comunali
di vigilanza e sorveglianza igienica ed edilizia.
CAPO VI
LOTTIZZAZIONE
36.01. Chiunque voglia procedere alla lottizzazione di terreni a scopo edilizio, e comunque nei casi di
cui all'articolo 53 della L.P. 22/91, deve sottoporre al Comune relativo progetto ed astenersi dal darvi
anche solo in parte esecuzione fino a quando il Comune non lo abbia autorizzato.
36.02. L'autorizzazione è data, fatte salve le disposizioni previste dalle vigenti norme legge, con
deliberazione del Consiglio comunale con la quale è contestualmente approvata la convenzione
relativa agli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria a carico del lottizzante, secondo le norme
in vigore.
37.01. Per procedere alla lottizzazione di aree i proprietari interessati devono presentare domanda di
autorizzazione alla lottizzazione alla quale vanno allegati:
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1) Stralcio delle previsioni dello strumento urbanistico in scala 1:2000 e 1:5000 relativo alla zona
oggetto del piano, esteso anche alle zone adiacenti, in modo che risultino chiare le
connessioni con le altre parti del territorio comunale.
2) Planimetria generale orientata della zona relativa allo stato di fatto, comprendente le proprietà
soggette al piano attuazione, in scala 1:1000 sulla quale dovranno essere indicati:
a) i dati catastali;
b) le aree interessate al progetto con distinzione tra quelle destinate ad uso privato e quelle
destinate ad uso pubblico (strade, piazze, parcheggi, aree per attrezzature di interesse
collettivo e di interesse pubblico, giardini pubblici, ecc.);
c) gli spazi pubblici circostanti con le relative dimensioni, destinazioni, ecc. (strade, piazze,
giardini ecc.);
d) quantità totale e percentuale dalle aree destinate ad uso privato e destinate ad uso
pubblico;
e) tutti i fabbricati esistenti nella zona compresa nella planimetria, con l'indicazione, per
ciascuno, del numero dei piani e della loro utilizzazione (se residenziale, industriale o pubblici
servizi);
3) rilievo topografico quotato con curve di livello dell'area interessata al progetto di scala 1:200 o
1:500;
4) una o piú planimetrie del progetto del piano di attuazione in scala 1:200 o 1:500 con
l'eventuale suddivisione in lotti e contenenti i seguenti elementi:
a) larghezza delle vie e delle piazze o altro spazio ad uso pubblico o ad uso privato;
b) spazi riservati al parcheggio, sia pubblico che privato;
c) distanze delle costruzioni dai fili stradali e tra i fabbricati;
d) planivolumetria quotata (altezze degli edifici e numero dei piani fuori terra), con
rispondenza del progetto alle prescrizioni del P.R.G. e del regolamento edilizio;
5) una o piú planimetrie quotate in scala 1:200 o 1:500 del progetto delle opere di urbanizzazione
primaria, corredate dalla dichiarazione di fattibilità e conformità rese dagli enti erogatori del
servizio consistenti in:
a) strade residenziali;
b) rete dell'impianto di fognatura per lo smaltimento delle acque nere e bianche, precisando
anche il sistema di dispersione e di smaltimento finale e l'eventuale allacciamento ad altra
rete esistente, con le relative concessioni per l'immissione in essa;
c) rete idrica con la precisazione delle modalità di allacciamento alla rete esistente
dell'acquedotto;
d) rete di distribuzione dell'energia elettrica e del gas, se prevista;
e) rete dell'illuminazione pubblica, estesa a tutto il tracciato, con la precisazione delle
modalità di allacciamento alla rete esistente della società erogatrice con le relative
concessioni, i punti luce previsti e le eventuali cabine di trasformazione;
f) localizzazione dei punti di raccolta dei rifiuti solidi urbani, da realizzare a norma del
regolamento comunale;
g) rete idrica antincendi e attacchi idranti di progetto;
6) sezioni in scala da 1:100 a 1:500 in numero sufficiente ad illustrare l'andamento del livello
definitivo del terreno a sistemazione avvenuta, con riferimento al profilo del terreno naturale.
Il livello definitivo del terreno è quello da assumere come piano di riferimento per la misura
delle altezze;
7) rappresentazioni grafiche atte a definire gli elementi costruttivi di riferimento, forme e
distribuzioni dei fori, pendenza delle falde, tipologia del tetto, posizioni e materiali degli sporti,
materiali e colori;
8) relazione tecnica descrittiva dei criteri informatori del piano di attuazione e della sua
realizzazione;
9) relazione geologica in quanto necessaria dell’area oggetto di intervento;
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10) dati tecnico-urbanistici degli interventi riferiti agli strumenti di pianificazione;
11) nullaosta dell'AMSEA o dell'ENEL e, ove necessario, il nullaosta dei vigili del fuoco
12) copia della denuncia dello S.P.A.;
13) eventuali autorizzazioni ai fini della tutela del paesaggio, di valutazione dell'impatto
ambientale, ecc.
37.02. I progetti dei piani di lottizzazione oltre agli altri elaborati devono contenere anche:
a) il titolo di proprietà o altro idoneo a dimostrare il tipo di diritto esercitato sulle aree
interessate al progetto;
b) lo schema di convenzione di cui al successivo articolo 43..
38.01. I piani di lottizzazione sono corredati da apposita convenzione redatta ai sensi delle vigenti
disposizioni.
38.02. In particolare la convenzione deve indicare:
a) le caratteristiche delle costruzioni contenute nel piano proposto secondo gli indici del P.R.G.;
b) la superficie totale delle aree ad uso pubblico distinte per destinazione (strade, verde pubbli-
co, ecc);
c) le opere di urbanizzazione primaria, con la descrizione di massima delle opere da eseguirsi;
d) l'assunzione a carico del proprietario degli oneri di urbanizzazione primaria precisate nell'art.
4 della legge 29.9.1964, nº 847 e successive modifiche, nonché, ove richiesto dal Comune,
la cessione gratuita entro i termini prestabiliti delle aree necessarie;
e) l'assunzione, a carico del proprietario di una quota parte degli oneri per opere di
urbanizzazione secondaria relative alla lottizzazione con cessione gratuita delle aree
necessarie, ovvero di una quota parte degli oneri riguardanti le opere necessarie per
allacciare la zona ai pubblici servizi con
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\
38.03. La convenzione di lottizzazione è approvata dal Consiglio comunale con la deliberazione di
autorizzazione alla esecuzione.
39.01. La domanda di lottizzazione con i relativi elaborati è trasmessa ai competenti uffici comunali
per l'istruttoria e l'esame preliminare.
39.02. Successivamente gli atti sono rimessi alla Commissione edilizia per il parere di competenza.
39.03. Acquisiti i necessari pareri il progetto di piano, corredato della convenzione, viene sottoposto
all'approvazione del Consiglio comunale, che può apportare, motivatamente, modifiche ed
integrazioni.
39.04. Ad approvazione del Consiglio comunale avvenuta ed ottenuto il parere di legeittimità della
P.A.T. si procede alla stipulazione della convenzione ed all'intavolazione a cura del proprietario o dei
proprietari interessati.
39.05. A seguito dell'intavolazione della convenzione possono essere chieste le concessioni edilizie
per l'esecuzione delle opere.
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\
TITOLO III
NORME IGIENICO EDILIZIE E TECNOLOGICHE
CAPO I - REQUISITI
40.01. Le norme tecnologiche disciplinano i requisiti che gli edifici devono possedere per
soddisfare, a livello di soglia minima, le esigenze private e della collettività, nel rispetto delle
normative provinciali e nazionali di settore
40.02. I requisiti normati sono i seguenti:
a) termici ed igrotermici;
b) illuminotecnici;
c) acustici;
d) di purezza dell'aria;
e) dotazione di servizi tecnologici;
f) relativi alla sicurezza;
g) impermeabilità;
41.01. Gli edifici di nuova costruzione e quelli assoggettati a lavori di risanamento conservativo o di
ristrutturazione devono essere progettati e realizzati in modo che in ogni locale abitabile o stabilmente
occupato da persone si possano mantenere temperature dell'aria e temperature superficiali interne
della pareti opache adeguate alla destinazione d'uso, in particolare nei mesi freddi e nei mesi caldi.
42.01. Gli edifici di nuova costruzione e quelli assoggettati a lavori di ristrutturazione devono essere
progettati e realizzati in modo che l'illuminazione dei locali abitabili o stabilmente occupati da persone
sia adeguata agli impegni visivi richiesti di cui al successivo articolo 48.
42.02. L'illuminazione diurna dei locali abitabili o stabilmente occupati da persone deve essere
naturale e diretta.
43.01. Gli edifici di nuova costruzione devono essere ubicati, progettati e realizzati in modo che i
livelli sonori dei rumori da questi provenienti, immessi negli edifici circostanti, non superino i valori
compatibili con la destinazione di questi ultimi, come definito dalla L.P. 18 marzo 1991, n. 6 e
Regolamento di esecuzione.
44.01. Gli edifici devono essere progetatti e realizzati in modo che ogni locale possa fruire in tutte le
stagioni di aereazione adeguata alla sua destinazione.
44.02. L'aerazione puo essere naturale oppure artificiale, attivata con sistemi permanenti adeguati
alla destinazione dei locali medesimi.
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Art. 45 Dotazione di servizi tecnologici
45.01. Gli edifici, anche se isolati, devono essere dotati, in misura adeguata alla loro destinazione, di
almeno i seguenti servizi fondamentali:
a) riscaldamento e dispositivi connessi;
b) distribuzione dell'acqua potabile in misura proporzionale al numero dei locali abitati ed in
modo da garantire il regolare rifornimento all'interno di ogni alloggio;
e) distribuzione dell'energia elettrica e dispositivi di protezione dai rischi connessi;
d) trasporto verticale meccanico delle persone e delle cose, fatta eccezione per gli edifici con
meno di tre piani abitabili fuori terra;
c) raccolta ed allontamento delle acque meteoriche, delle acque reflue, dei rifiuti liquidi e solidi;
f) eventuale aerazione artificiale.
45.02. Gli alloggi devono poter fruire di almeno i seguenti altri servizi:
a) distribuzione dell'acqua calda nei locali di servizio, apparecchi di produzione esclusi;
b) distribuzione del gas di rete o G.P.L. ove esiste;
c) espulsione dei gas combusti;
d) eventuale aerazione artificiale.
45.03. Gli impianti ed i sistemi permanenti al servizio degli edifici devono essere progettati e
realizzati in modo che risultino agevoli la condotta, la manutenzione e la sostituzione delle
apparecchiature fondamentali.
45.04. In particolare devono essere ubicati in appositi locali o spazi opportunamente e facilmente
accessibili alle persone autorizzate o addette:
a) gli apparecchi al servizio di uno o piú edifici o di parti comuni di uno stesso edificio;
b) i contatori generali e divisionali, fatta eccezione per i contatori divisionali del gas.
46.01. Gli edifici ed i loro elementi costruttivi devono conservare stabilità statica nelle normali
condizioni di impiego.
46.02. Le superfici vetrate non devono costituire pericolo per le persone, utilizzando vetri di sicurezza
ove necessario.
46.03. I parapetti dei balconi e delle finestre, sporgenti su vuoto, devono avere altezza non deve
essere inferiore a metri uno.
46.04. Gli impianti istallati negli edifici e i depositi di combustibile devono rispondere alla loro funzione
senza costituire pericolo per le persone e per le cose.
46.05. L'installazione degli apparecchi a fiamma libera non è consentita nei locali ciechi.
46.06. La progettazione degli edifici deve essere conforme alla normativa antincendio
46.07. L'illuminazione artificiale di emergenza, ove ritenuta necessaria, può essere prescritta dal
Sindaco, sentita la Commissione edilizia.
46.08. I soppalchi devono essere dotati di parapetti o di ripari equivalenti.
46.09. Gli spazi destinati alla circolazione promiscua di persone e di automezzi devono essere dotati
di opportuna segnaletica.
47.01. Gli elementi costitutivi degli edifici non devono cedere umidità di edificazione o di
condensazione e devono rimanere asciutti.
47.02. Gli elementi costitutivi degli edifici non devono poter essere imbibibili irrerversibilmente con
acque meteoriche o con eventuali acque fluenti, freatiche o stagnanti.
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47.03 Le nuove costruzioni non possono distare meno di mt 3.00 da muri di sostegno esistenti di
altezza superiore a m 3.00.
CAPO II
IGIENE EDILIZIA E REQUISITI DEGLI AMBIENTI INTERNI
48.01. Sono considerati locali di abitazione permanente o locali abitabili, ai fini dell'applicazione del
presente Regolamento, tutti quei locali in cui la permanenza di una o piú persone non abbia carattere
di saltuarietà.
48.02. Per essi valgono le seguenti norme:
a) zone di fondovalle (fino a quota 500 mt):
L'altezza utile misurata da pavimento a soffitto, non dovrà essere inferiore a mt. 2,60.
La superficie di illuminazione ed aereazione, su spazi liberi esterni, non dovrà essere inferiore
a 1/10 della superficie di pavimento.
b) zone di mezza montagna (da 501 a 900 mt di quota):
L'altezza utile, misurata da pavimento a soffitto, non dovrà essere inferiore a mt. 2,50.
La superficie di illuminazione ed aereazione, su spazi liberi esterni, non dovrà essere inferiore
a 1/10 della superficie di pavimento.
c) zone di montagna (oltre 901 mt di quota):
L'altezza utile, misurata da pavimento a soffitto, non dovrà essere inferiore a mt. 2,40.
La superficie di illuminazione ed aereazione, su spazi liberi esterni, non dovrà essere inferiore
a 1/12 della superficie di pavimento.
48.03. I locali abitabili, con esclusione della cucina, debbono avere una superficie minima netta di mq.
8.
48.04. Per i locali abitabili ricavati in sottotetti delimitati anche parzialmente dalla falda del tetto
avente una inclinazione minima del 35%, è consentita in tutte le zone un'altezza media ponderale
non inferiore a mt. 2,20 riferita almeno alla superficie minima netta dei locali di cui al comma 02.
48.05. Per le mansarde la superficie di illuminazione ed aereazione non dovrà essere inferiore a
1/12 della superficie del pavimento.
48.06 Nei locali adibiti a negozio di altezza non inferiore a mt 4,60 sono ammessi soppalchi, purché
la loro superficie non superi il 40% del pavimento del locale, siano disimpegnati unicamente
dall'interno ed abbiano un'altezza minima di mt 2,20.
48.07. Per gli ambienti non destinati ad abitazione permanente, quali servizi igienici, corridoi, locali di
sgombero, depositi, guardaroba, scale d'accesso e simili, è ammessa un'altezza minima di mt 2,20;
per i locali sottotetto di cui al punto 48.04 l’altezza di m 2,20 è intesa come altezza media ponderale.
48.08. L'alloggio minimo, anche se monolocale, deve avere una superficie netta, comprensiva dei
servizi igienici:
non minore di mq. 45 se realizzato entro la perimetrazione del Centro Storico, individuata nelle
tavole del vigente strumento urbanistico (P.R.G.);
non minore di mq. 50 se realizzato in qualsiasi area esterna alla perimetrazione del Centro Storico
individuata nelle tavole del vigente strumento urbanistico (P.R.G.).
Negli interventi di recupero, anche parziale, di edifici esistenti, e di restauro o di risanamento di
fabbricati compresi negli agglomerati di interesse storico artistico o soggetti alla disciplina degli edifici
di interesse artistico o storico, qualora sia dimostrata l'impossibilità tecnica al raggiungimento della
superficie minima dell'alloggio, il Sindaco o il suo delegato ai sensi dell'art. 4, comma 1, della L.R.
04.01.1993, N. 1, come sostituito dall'art. 1, comma 2, della L.R. 22.12.2004 N. 7, sentita la
Commissione edilizia, può autorizzare in deroga l'esecuzione di abitazioni di superficie netta fino al
limite di mq. 35.
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Ogni alloggio dovrà essere dotato (oltre alla superficie minima dell'alloggio) inderogabilmente di spazi
di pertinenza esclusiva destinati a deposito, cantina, legnaia, ecc., ricavati nello stesso piano, nei
piani inferiori o in quelli superiori, o in locali di pertinenza posti nelle immediate vicinanze dell'alloggio,
per una superficie complessiva netta non inferiore a:
mq. 15 se realizzato entro la perimetrazione del Centro Storico, individuata nelle tavole del vigente
strumento urbanistico (P.R.G.);
mq. 6 se realizzato in qualsiasi area esterna alla perimetrazione del Centro Storico individuata
nelle tavole del vigente strumento urbanistico (P.R.G.).
Tali superfici minime nette (mq. 15 o 6) possono essere realizzate anche con più locali, alla
condizione che gli stessi vengano delimitati da pareti fisse e che non siano, almeno per la metà della
superficie (rispettivamente mq. 7,5 e 3), direttamente collegati all’appartamento del quale
costituiscono pertinenza.
48.09. Nell'effettuazione di opere di restauro o di risanamento di fabbricati compresi negli agglomerati
di interesse storico, artistico o di particolare pregio ambientale, o comunque soggetti alla disciplina
degli edifici di interesse artistico o storico, ovvero in edifici destinati ad attivitè commerciali o culturali
è consentito derogare alle norme di cui ai precedenti commi 02 - punti a), b) e c) - e 05, purché
l'autorità sanitaria (nel caso di edifici a destinazione non residenziale) o il progettista (nel caso di
edifici ad uso residenziale o non residenziale), rispettivamente accerti o autocertifichi
espressamente la sufficienza igienica dei locali abitabili, con l'adozione di eventuali soluzioni tecniche
atte a garantire ogni possibile miglioramento delle caratteristiche igienico-sanitarie.
49.01. Le stanze da letto, il soggiorno e la cucina abitabile devono essere provvisti di finestra apribile
sull'esterno.
49.02. E' da assicurare in ogni caso l'aspirazione dei fumi, vapori ed esalazioni nei punti di
produzione (cucine, gabinetti ecc) prima che si diffondano.
49.03. Il punto di cottura eventualmente annesso al soggiorno, deve comunicare ampiamente con
quest'ultimo e deve essere adeguatamente munito di impianto di aspirazione forzata sui fornelli.
49.04. Le canne di ventilazione, anche ai fini di quanto previsto nel comma 01 - lettera b) - del
successivo articolo 50, non dovranno avere una sezione con diametro interno inferiore a mm 100.
50.01. Tutti gli alloggi ed i locali adibiti ad uso diverso dall'abitazione (negozio, laboratorio, pubblico
esercizio ecc.) devono essere provvisti di almeno un locale di servizio igienico con i seguenti requisiti:
a) superficie non inferiore a mq. 4;
b) aereazione ed illuminazione dirette dall'esterno, mediante finestra di superficie non inferiore
a mq. 0,60, oppure ventilazione meccanica con un minimo di 15 ricambi ora, da assicurarsi
mediante impianto di aspirazione, anche centralizzata, e regolata da temporizzatore;
c) pareti rivestite di materiale lavabile fino all'altezza minima di m 2,00;
d) per le abitazioni: WC, lavabo, bidet, vasca da bagno o doccia;
e) per i locali ad uso non abitativo: WC, lavabo.
50.02. I servizi igienici, non devono comunicare direttamente con locali destinati a cucina o zona
giorno, ma esserne separati da antigabinetto il cui lato minimo deve essere di almeno metri 1,00.
50.03. I servizi igienici in soprannumero rispetto al minimo prescritto possono prescindere dal rispetto
delle disposizioni di cui al comma precedente, ad eccezione di quelle riguardanti l'aerazione.
Sono fatte salve le disposizioni specificatamente stabilite dalle norme provinciali in materia di esercizi
alberghieri e di ricezione turistica all'aperto.
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50.04. I locali devono essere dotati di tubo di ventilazione protetto da griglia di sufficiente superficie e
le canne di cacciata e di mandata devono essere ventilate con prolungamento delle tubazioni sopra il
letto.
Art. 51 Cucine
51.01. La cucina o l'angolo cottura devono essere forniti di acquaio e di canna di ventilazione. La
canna di ventilazione a la canna fumaria devono sbucare sopra il tetto non meno di mt. 1,00.
51.02. Qualora nel locale venga previsto l'impiego di apparecchi con utilizzo di gas combustibile deve
essere previsto un foro con presa d'aria sulla parete esterna delle dimensioni indicate nelle norme
UNI-CIG a seconda dell'impiego di gas metano o G.P.L..
51.03. E' ammessa la costruzione di locali con superficie inferiore a quella prevista per la formazione
di cucine alle seguenti condizioni:
a) le cucine devono essere provviste di diretta illuminazione ed aerazione per mezzo di
finestra di almeno 0,80 mq. aprentesi verso uno spazio libero e di canna di sfiato con
impianto di aspirazione forzata sui fornelli;
b) è ammessa la sola ventilazione forzata purché siano garantiti almeno 15 ricambi d'aria
all'ora purché non siano presenti apparecchi a combustione.
52.01. I locali siti al pianterreno, seminterrato ed interrato devono avere il pavimento unito ed
impermeabile, e che, negli ambienti al piano terreno e nei porticati, non deve essere a quota inferiore
di quella dei marciapiedi o degli spazi aperti con i quali confinano.
Le murature perimetrali contro terra devono essere protette dall'umidità.
52.02. I piani seminterrati possono essere adibiti a servizio delle abitazioni ubicate ai piani
soprastanti, a pubblici esercizi, magazzini di vendita, mense e laboratori, purché abbiano altezza fuori
terra di almeno mt 1,50. Qualora destinati agli usi di cui sopra i locali seminterrati devono avere
altezza interna netta non inferiore a mt. 2.50 e superficie netta di illuminazione ed aerazione non in-
feriore ad 1/8 della superficie del pavimento, con finestra aprentesi a non meno di cm. 20 dal piano di
spiccato del terreno circostante.
Tali locali devono essere dotati di regolamentare vespaio sottopavimento, di idonea intercapedine
perimetrale nonché di regolare scarico delle acque nere.
Nel caso in cui vengano utilizzati come autorimesse pubbliche o private si applicano le disposizioni
del successivo articolo 54.
52.03. Per i locali di cui al comma 02 adibiti a cantina, deposito, magazzino non di vendita, servizi
igienici, lavanderia, corridoi, ecc. l'altezza minima è ridotta a mt 2,20.
52.04. Nei locali seminterrati e interrati in tutto il loro primetro è vietata l'installazione, il deposito e
qualsiasi utilizzo di apparecchiature o impianti alimentati a G.P.L..
Art. 53 - Soppalchi
54.01. Le autorimesse possono essere a box singoli o con la sola indicazione dei posti macchina.
54.02. Il box ha le dimensioni minime di mt 2,50 x 5,00 utili mentre, il posto macchina ha le
dimensioni minime di mt 2,20 x 5,00 utili.
54.03. L'inizio delle rampe di accesso alle autorimesse e ai piani interrati in generale deve essere
arretrato dal limite dell'area soggetta al transito pubblico in modo tale da garantire la sicurezza al
traffico sia pedonale che veicolare.
54.04. Le corsie di manovra delle autorimesse dovranno avere larghezza minima di mt 5,00.
54.05. Le rampe non potranno avere pendenza superiore al 25%.
La pavimentazione delle rampe deve essere eseguita con materiali antisdruccievoli.
54.06. In luogo delle autorimesse convenzionali potranno essere realizzate autorimesse
meccanizzate.
In tal caso, ai soli fini della valutazione della dotazione di parcheggi per gli edifici, sarà computata una
superficie netta di parcheggio corrispondente a mq. 12,50 per ogni posto macchina utile.
55.01. I balconi e le terrazze devono essere provvisti di idoneo parapetto e presentare superficie
continua ed impermeabile.
Non possono aggettare sulla pubblica via se non ad altezza dal piano viabile uguale o superiore a mt.
4,50.
55.02. La quota di calpestio dovrà essere inferiore a quella della soglia di collegamento con
l'edificio.
55.03. Tutti i parapetti devono avere altezza minima di mt 1,00, struttura e forma idonea a costituire
efficace riparo e le ringhiere o i fori dovranno essere inattraversabili da una sfera di 10 cm di
diametro.
Art. 56 - Dotazione di servizi igienici degli esercizi pubblici, di locali aperti al pubblico e
uffici privati
56.01. Tutti gli esercizi pubblici ed i locali aperti al pubblico, quali cinematografi, teatri e simili, con
esclusione dei negozi, devono essere dotati di servizi igienici, anche in deroga rispetto alle
prescrizioni dell'art. 50, ad eccezione di quelle riguardanti l'aerazione e l'illuminazione, nel rispetto
della specifica normativa di legge.
57.01. Qualsiasi prodotto di combustione di caldaie, scaldabagni, stufe, forni, fornelli, ecc., ovvero
qualsiasi forma di ventilazione naturale o meccanica (bagni ciechi, cucine, condizionamento degli
ambienti) deve essere scaricato nell'atmosfera a quota superiore di almeno mt 1,00 dalla falda di
copertura mediante camini e condotti di idonea sezione.
57.01.bis L’installazione dei collettori solari e dei pannelli fotovoltaici su edifici o pertinenze degli
stessi, situati nelle aree soggette a tutela Paesaggio individuate nel Piano Urbanistico Provinciale
(aree gialle), è subordinata all’acquisizione dell’autorizzazione paesaggistica, come previsto
dall’articolo 99, comma 1, lettera e-bis) della L.P. 22/91 e ss.mm..
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L’installazione dei collettori solari e dei pannelli fotovoltaici su edifici o pertinenze degli stessi, ubicati
negli insediamenti storici o su edifici storici sparsi (individuati nelle tavole del vigente strumento
urbanistico) è parimenti subordinata all’acquisizione dell’autorizzazione paesaggistica.
L’autorizzazione paesaggistica è rilasciata previo parere della commissione edilizia comunale, che
si esprime in conformità ai criteri della deliberazione della Giunta Provinciale n. 1529 del 28 luglio
2006.
L’installazione dei collettori e dei pannelli fotovoltaici dovrà comunque rispettare le indicazioni
elencate nell’ “Allegato parte integrante CRITERI” della Delibera della Giunta Provinciale n. 1529
del 28 luglio 2006, ed in particolare il punto “3 CRITERI CONCERNENTI LA COLLOCAZIONE DEI
PANNELLI”
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CAPO III - ASPETTO ESTERNO DEGLI EDIFICI E DEGLI SPAZI
59.01 In relazione al rilevante aspetto formale delle coperture, nelle zone residenziali di
conservazione il manto e la forma della copertura dovranno rispettare le caratteristiche originarie
tenendo conto dei valori e delle tradizioni locali.
60.01. Le superfici non edificate devono avere una specifica destinazione ed essere opportunamente
sistemate e, dove possibile, arborate.
60.02. A tale riguardo il Sindaco, sentita la Commissione edilizia, ha facoltà di imporre la
manutenzione e la conservazione del verde dei fossati, delle siepi, ecc., e la rimozione di oggetti, di
depositi, di materiali e quanto altro possa deturpare l'ambiente o costituire pregiudizio per la
pubblica incolumità.
60.03. Il Sindaco, sentita la Commissione edilizia, ha facoltà di imporre la recinzione e la
manutenzione dei terreni non coltivati e privi di specifica destinazone e che risultino indecorosi o
pericolosi.
60.04. Il Sindaco può, ingiungendo l'esecuzione delle opere di cui al comma precedente, indicare le
modalità di esecuzione e fissare il termine dell'inizio e dell'ultimazione dei lavori, riservandosi
l'intervento sostitutivo ai sensi della legislazione vigente.
60.05. E' ammessa l'affissione di manifesti e cartelli pubblicitari unicamente negli spazi indicati dal
Comune, nel rispetto delle caratteristiche ambientali.
60.06. In tutti gli interventi di nuova edificazione devono essere previste adeguate aree a verde.
60.07. Le costruzioni interrate sottostanti le aree previste a verde di cui al comma 01. dovranno
essere coperte da uno strato di terreno vegetale dello spessore minimo di 40 cm. che va sistemato a
verde con impianto di erba ed arbusti da indicarsi in progetto.
60.08. I progetti delle sistemazioni a verde devono comprendere le dimensioni e le ubicazioni delle
parti di lotto destinate a tal fine.
60.09. La copertura della costruzione interrata deve garantire l'assoluta impermeabilità alle radici.
60.10. Le aree a parcheggio esterne possono essere conteggiate nelle zone a verde qualora vengano
pavimentate con materiale che consenta la crescita dell'erba e vengano sistemate con alberature tra i
posti macchina.
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Nelle zone residenziali le aree a parcheggio sistemate ed alberate coma sopra descritte, possono
essere computate nelle zone a verde per non più del 50% di zona verde richiesta dalle norme.
61.01. Sono ammesse le seguenti sporgenze da edifici e da muri che aggettino su strade di cui all’art.
2 lettere a), b), c), d), e) ed f) del D.L. 285 del 30.04.1992 (Nuovo Codice della Strada), sempre che
non costituiscano pericolo per la viabilità, per le persone e per le cose:
a) lo zoccolo degli edifici per una sporgenza di non piú di 5 cm;
b) le gronde.
Devono altresi essere rispettate:
1) per le tende davanti ad aperture:
sono ammesse le tende ricadenti su spazio pedonale aperto al pubblico.
La loro altezza dal suolo deve essere in ogni punto non inferiore a mt. 2,20 e la protezione
della sporgenza massima deve essere arretrata non meno di cm. 50 dal filo esterno del
marciapiede.
La posizione delle tende può essere vietata quando queste costituiscono ostacolo al traffico o
comunque limitino la visibilità;
2) per lampade, fanali, insegne ed altri infissi:
la loro installazione è consentita ad altezza non inferiore a mt. 4,50 dal piano viabile, anche in
presenza di marciapiede, a condizione che la sporgenza non superi il 10% della larghezza
dello spazio prospettante, con un massimo di mt 1,50.
61.02. I serramenti prospettanti su spazi pubblici devono potersi aprire senza sporgere dal parametro
esterno fino ad un'altezza pari a mt. 4,50.
Sotto i portici e sui marciapiedi relativi a nuove costruzioni poste sulla linea stradale sono ammesse,
previa concessione da parte del Comune, prese di aria e di luce in piano orizzontale a livello del
suolo, per illuminare e arieggiare i sotterranei, purché siano ricoperte da elementi trasparenti a
superficie scabra o a griglia, tecnicamente idonei e collocati a perfetto livello del suolo.
62.01. Gli eventuali elementi dei volumi tecnici emergenti oltre le coperture devono essere risolti
architettonicamente ed essere eseguiti con materiali di provata solidità, sicurezza e resistenza agli
agenti atmosferici.
Di norma le antenne TV e le torrette delle canne fumarie o di ventilazione dovranno essere
centralizzate.
Art. 63 - Recinzioni
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2) entro i limiti delle zone destinate ad usi agricoli, la forma, le dimensioni, i materiali saranno
definiti in base alle caratteristiche ambientali ed alle esigenze funzionali;
3) è vietato in ogni caso l'uso di materiali taglienti o acuminati;
4) entro i limiti delle zone destinate a complessi produttivi valgono le norme di cui al punto
1).
E' inoltre obbligatorio recingere le eventuali parti che possono risultare pericolose per gli
addetti, per clienti o visitatori e per i pedoni che transitano nei pressi dei complessi produttivi.
In quest'ultimo caso le recinzioni possono raggiungere l'altezza di mt. 2,00.
5) Le recinzioni tradizionali esistenti (steccati, muretti in pietra) devono essere
conservate.
In caso di demolizione, parziale o totale, o nel caso di rifacimento delle recinzioni
tradizionali, le stesse devono essere ripristinate con materiali, tecniche e caratteristiche
costruttive similiari a quelle preesistenti.
6) Per i muri di sostegno valgono le seguenti prescrizioni:
a) Devono essere realizzati preferibilmente in pietra a faccia vista.
Qualora siano realizzati in calcestruzzo o in altri materiali, la loro superficie non deve
essere liscia ma presentare una accentuata scabrosità che ne favorisca l'inserimento
ambientale;
b) i muri di sostegno tradizionali esistenti devono essere conservati.
In caso di demolizione, parziale o totale, o nel caso di crolli o rifacimenti dei muri di soste-
gno tradizionali, gli stessi devono essere ripristinati con materiali, tecniche e
caratteristiche costruttive similiari a quelle preesistenti.
63.02. Il Sindaco, sentita la Commissione edilizia, può vietare l'uso delle recinzioni o può autorizzare
altezze maggiori per impianti o costruzioni particolari, esclusa la residenza, o imporre l'adozione di
soluzioni architettoniche unitarie.
64.01. E' vietato aprire passi o accessi carrai sulla pubblica via senza l'apposita concessione del
Sindaco.
La concessione è corredata di un disciplinare regolante le modalità di accesso e i relativi oneri.
64.02. La localizzazione di passi o accessi carrai non può avvenire in corrispondenza del lato interno
di curve o in prossimità di curve cieche o comunque con ridotta visibilità, nonché in prossimità di
intersezioni stradali.
64.03. La larghezza di passi ed accessi carrai deve essere commisurata alla larghezza dell'accesso
privato e all'ingombro dei veicoli che devono accedervi.
64.04. Nella realizzazione di passi ed accessi carrai deve essere mantenuta la continuità di
marciapiede e deve essere garantita la sicurezza al traffico pedonale e veicolare.
64.05. I portici ed i passaggi coperti, gravati da servità di pubblico passaggio, devono essere costruiti
ed ultimati in ogni loro parte a cura ed a spese dei proprietari.
64.06. Il pavimento ed i corpi illuminati dei portici destinati ad uso pubblico devono essere realizzati
con materiale riconosciuto idoneo dal Comune.
64.07. Le opere di manutenzione dei portici sono a carico del proprietario, salvo che la realizzazione
dei portici non sia dipesa da prescrizioni del P.R.G. comunale ovvero da accordi intervenuti con il
Comune.
64.08. Le aree costituenti i portici ed i passaggi coperti rimangono di proprietà, essendo però gravate
da servitú perpetua di pubblico transito.
64.09. La larghezza dei portici, misurata tra il parametro interno degli elementi di sostegno ed il filo
del muro o delle vetrine di fondo, non può essere minore di mt 2,00, mentre l'altezza non deve
essere inferiore a mt 2,80.
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Art. 65 - Indicatori stradali, apparecchi per i servizi collettivi, numeri civici
65.01. Al Comune è riservata, per ragioni di pubblica utilità, previo avviso agli interessati e senza
obbligo di indennizzo, la facoltà di applicare o far applicare alle fronti esterne dei fabbricati, edifici o
costruzioni di qualsiasi natura prospettanti su spazi pubblici:
a) I numeri civici che vengono assegnati ad ogni fabbricato;
b) le indicazioni dei nomi delle strade, delle piazze e in genere di tutti gli spazi pubblici;
c) lanterne, lampade ed altri corpi illuminati per la pubblica illuminazione.
65.02. I privati sono tenuti a rispettare i numeri e le tabelle apposte dal Comune, a non coprirle e
nasconderle alla pubblica vista, a ripristinarle qualora risultino distrutte o danneggiate per fatto a loro
imputabile.
65.03. In caso di demolizione di costruzioni che non vengano piú ricostruite, il proprietario deve
notificare al Sindaco il numero che deve essere abolito. Nel caso di nuove costruzioni, i proprietari
devono richiedere al Sindaco l'applicazione del numero civico.
65.04. La segnaletica stradale pubblica e di pubblico interesse di cui alla circolare Min. LL. P. 9
febbraio 1979, n. 400 deve essere possibilmente raggruppata in appositi pannelli.
CAPO IV
CARTELLI E MEZZI PUBBLICITARI
Art. 66- Norme generali
66.01. L'installazione di cartelli, insegne ed altri mezzi pubblicitari all'interno dei centri abitati è
subordinata ad apposita autorizzazione comunale.
66.02. E' esclusa sotto qualsiasi forma la pubblcità commerciale all'infuori degli appositi spazi fissati
dal Comune.
66.03. Il Sindaco, sentita la Commissione edilizia, ha facoltà di far rimuovere elementi di ogni tipo
(insegne, targhe, scritte ecc.) contrastanti con il decoro e le caratteristiche degli edifici su cui sono
poste.
67.01. In ogni situazione i cartelli e gli altri mezzi pubblicitari dovranno essere realizzati con materiali
non deperibili e resistenti agli agenti atmosferici.
67.02. Le strutture di sostegno e di fondazione, qualora essi non siano collocati su costruzioni fisse,
dovranno resistere alle spinte del vento ed essere saldamente ancorate al terreno.
I cartelli e gli altri mezzi pubblicitari dovranno avere sagoma regolare e dimensioni adeguate al
contesto edilizio circostante.
67.04. Nei centri storici sono esclusi materiali non tradizionali e le collocazioni, dimensioni e
caratteristiche dovranno essere valutate in rapporto alle caratteristiche architettoniche e funzionali
degli edifici su cui se ne chiede l'applicazione.
67.05. Per la segnaletica stradale vanno rispettate le norme di cui al D.P.R. 16.12.92 n. 495 di
esecuzione ed attuazione del nuovo Codice della Strada.
68.01. Chiunque intenda porre in opera cartelli ed altri mezzi pubblicitari deve produrre domanda
rivolta al Sindaco con allegata idonea documentazione dalla quale siano desumibili:
a) ubicazione e collocazione dell'intervento;
b) caratteristiche tecniche dei materiali utilizzati;
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c) dimensioni, colorazione e composizione del testo;
d) documentazione fotografica del contesto.
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CAPO V
COSTRUZIONI A SPECIALE DESTINAZIONE
69.01. I ricoveri per gli animali devono essere aerati ed illuminati dall'esterno con finestre di superficie
complessiva non inferiore ad 1/20 della superficie del pavimento; devono inoltre essere ventilati con
canne che partono dal soffitto e si elevano oltre il tetto.
69.02. Il pavimento deve essere costruito con materiale ben connesso, impermeabile, raccordato a
guscia con le pareti, inclinato verso calette di scolo a superficie liscia, impermeabile, con pendenza
volta all'esterno verso appositi pozzi stagni.
69.03. Le mangiatoie, le rastrellerie e gli abbeveratoi devono essere costruiti con materiale di facile
pulitura e disinfezione.
69.04. Le porte devono apririsi verso l'esterno.
69.05. Le stalle ed altri ricoveri stabili per animali in genere non devono comunque comunicare con
locali di abitazione e non devono avere aperture verso facciate ove esistono finestre di abitazioni a
distanza inferiore a mt 6,00 in linea orizzontale.
Art. 70 - Concimaie
70.01. Oltre alle protezioni necessarie alla prevenzione degli infortuni, le concimaie devono essere
impermeabili, costruite in cemento o altro materiale che garantisca la tenuta stagna del raccoglitore di
letame, ed essere completemente chiuse.
L'apertura può avvenire unicamente nelle operazioni di carico e scarico del letame.
70.02. Le concimaie andranno collocate il piú lontano possibile dalle abitazione in aree che non
sovrastino falde acquifere usate a scopo potabile.
70.03. Il conferimento del letame, così come lo svuotamento, andranno sempre eseguiti in modo da
non arrecare alcun disturbo in fatto rumore od odore al vicinato.
70.04. E' vietato conferire in concimaia altri rifiuti che non siano quelli prodotti degli animali allevati.
70.05. E' vietato l'accumulo, anche provvisorio, di letame in spazi pubblici, mentre l'accumulo negli
spazi privati è vietato quando possa creare molestie al vicinato.
70.06. Solo fatte salve le norme contenute negli articoli da 25 a 30 della L.P. 27 febbraio 1986, n. 4
recante norme di attuazione del piano provinciale di risanamento delle acque.
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TITOLO IV
STABILITA' E SICUREZZA
71.01. Ogni fabbricato deve essere realizzato secondo le migliori regole dell'arte del costruire ed in
conformità alle vigenti disposizioni di legge in ordine ai requisiti dei materiali da costruzione, alle
sollecitazioni, al calcolo, al dimensionamento ed all'esecuzione delle strutture, al fine di assicurare
la stabilità di ogni sua parte.
72.01. Quando un edificio o parte di esso minacci rovina, oppure quando si compiano lavori che
possano comunque comportare rischi per l'incolumità delle persone o delle cose, il Sindaco
incarica l'Ufficio tecnico
CAPO II
NORME ANTINCENDIO
75.01. L'eventuale impianto interno per la distribuzione del gas deve poter essere isolato, mediante
saracinesca, dalla rete collettiva di distribuzione.
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Le tubazioni non possono attraversare le centrali termiche, le cabine elettriche, i depositi di
immondizie, i vani di ascensore e montacarichi e le canne fumarie. Non è ammessa l'installazione di
apparecchi funzionanti a G.P.L. in locali interrati.
75.02. Ogni impianto elettrico deve essere eseguito secondo le norme C.E.I. ed essere
corrispondente alle disposizioni particolari delle aziende od enti distributori.
75.03. Ogni impianto elettrico deve essere dotato di interruttore generale che selezioni i circuiti per
ogni unità immobiliare: interruttori, contatori e quadri elettrici devono essere installati in ambienti
adeguati e di facile ispezionabilità.
Dove possa presentarsi pericolo di incendio o di esplosione gli impianti devono essere a tenuta
stagna o antideflagranti.
L'impianto deve essere corredato di rete di terra e di interruttore differenziale.
75.04. Per gli impianti industriali, tutte le apparecchiature devono corrispondere alle norme C.E.I..
75.05. I condotti da fumo devono essere:
a) costruiti con canne ad intercapedine di facile pulitura e di sufficiente coibenza;
b) provvisti di bocchette d'ispezione alla base;
c) sopraelevati di almeno mt 1,00 rispetto all'estradosso delle coperture.
Non possono essere installati nella muratura di fienili o di locali contenenti materiali combustibili.
75.06. Le costruzioni nelle quali siano collocati forni di pane, pasticceria o simili, forni a diffusioni o
simili, forni metallurgici, fucine, ecc., devono essere realizzati con materiali aventi resistenza al fuoco
classe REI 120.
CAPO III
CAUTELE DA OSSERVARE PER L'ESECUZIONE DEI LAVORI
Art. 76 - Cantieri
76.01. Il cantiere deve essere convenientemente recintato e chiuso in modo da impedirne l'accesso a
chiunque non sia interessato ai lavori. La recinzione ed i ripari delle impalcature devono garantire la
sicurezza e l'incolumità per persone e cose e avere aspetto decoroso.
76.02. In particolare, ove le opere di cui al precedente comma debbano intraprendersi sul fronte dei
fabbricati verso vie, piazze e suolo pubblico, i cantieri dovranno essere recintati con steccati solidi alti
almeno mt 2,50.
76.03. Qualora per l'ampiezza della strada o per la natura del lavoro non fosse possibile erigere
steccati, il ponteggio dovrà essere protetto su tutto il paramento verso strada con tavole di sponda sui
piani di lavoro e con reti e stuoie antinfortunistiche, dovrà avere il piano di lavoro più basso ad altezza
non inferiore a mt. 2,50 e dovrà essere dotato delle protezioni atte a permettere la eventuale circola-
zione dei pedoni in tutta sicurezza nello spazio sottostante.
76.04. Gli angoli delle recinzioni sporgenti sulla pubblica via devono essere evidenziati mediante
zebrature e muniti di segnali luminosi a luce rossa, opportunamente disposti, da mantenersi accesi
dal tramonto fino al levar del sole.
76.05. Le aperture nelle protezioni del cantiere devono essere volte verso l'interno ed essere chiuse
durante la sospensione dei lavori.
76.06. Tutte le strutture provvisionali (ponti di servizio, impalcature, rampe, scale, parapetti e simili),
devono avere requisiti di resistenza, stabilità e protezione conformi alle disposizioni in materia di
prevenzione degli infortuni sul lavoro.
76.07. Quando il cantiere comporti l'occupazione temporanea di suolo pubblico il titolare della
concessione o autorizzazione edilizia, l'eventuale committente, il costruttore o il Direttore dei lavori,
devono ottenere la concessione per l'occupazione del suolo, impegnandosi a rispettare le modalità
di eventuali ripristini ed ogni altra prescrizione contenuta nel disciplinare della concessione stessa,
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con l'obbligo di apporre le segnalazioni diurne e notturne per la presenza di eventuali ostacoli alla
circolazione.
76.08. Qualora la delimitazione del cantiere racchiuda manufatti che interessino servizi pubblici
devono essere adottate le opportune disposizioni per il libero accesso agli addetti.
76.10. Nella conduzione del cantiere devono essere rispettate tutte le vigenti norme di sicurezza.
76.11. E' fatta eccezione per la costruzione della recinzione:
a) se si tratti di opere di pochissima importanza, o da eseguirsi nei piani superiori di un
fabbricato, nel qual caso il costruttore potrà venire autorizzato dal Sindaco a sostituire la
recinzione con altri dispositivi o segnali che servano di manifesto avviso ai passanti.
b) in caso di eccessivo intralcio al pubblico transito, quando il Sindaco non ritenga che il suolo
pubblico possa essere ingombrato con la recinzione, il costruttore dovrà provvedere alla
realizzazione di ponti di servizio pensili sopra lo spazio pubblico ad un'altezza che sarà stabilita
dall'Ufficio tecnico comunale.
77.01. Sul luogo dei lavori deve essere esposta in posizione ben visibile una tabella di idonee
dimensioni recante le seguenti indicazioni:
a) data e numero della concessione o dell'autorizzazione;
b) il nome del titolare, dell'eventuale committente, del direttore lavori, del progettista, del
calcolatore delle strutture.
78.01. Qualora i lavori, gli edifici, le opere ed in genere la situazione dei luoghi costituiscano pericolo
per la sicurezza e la pubblica incolumità, il Sindaco interviene ai sensi delle vigenti disposizioni
contenute nelle leggi regionali sull'ordinamento dei Comuni.
79.01. Chiunque voglia eseguire opere edilizie, siano esse nuove costruzioni, riparazioni o demolizioni
di fabbricati già esistenti, deve osservare tutte le cautele atte a prevenire ogni pericolo di danno a
persone o cose.
79.02. Nelle opere di demolizione, specialmente nello stacco dei materiali voluminosi e pesanti,
devono usarsi tutte le cautele atte ad evitare qualsiasi danno alle cose ed alle persone e in particolare
scuotimento del terreno e conseguente danneggiamento o molestia ai fabbricati vicini e a coloro che
vi abitano.
79.03. E' altresi vietato gettare e far cadere dall'alto verso la pubblica via materiali di demolizione.
Quando ciò sia necessario per la natura dell'opera, i materiali di demolizione dovranno venire calati
entro appositi contenitori, condotti o altri mezzi precauzionali, previa bagnatura.
Art. 80 - Scavi
80.01. Gli scavi dei terreni dovranno avere le pareti con una scarpa sufficiente ad impedire
franamenti, anche secondo quanto eventualmente prescritto dalla relazione geologica e geotecnica.
Nel caso cio non fosse sufficiente a dare sicurezza, lo scavo dovra essere con pareti armate a regola
d'arte.
Tutti gli scavi che presentano il ciglio su aree pubbliche dovranno essere protetti da steccati,
recinzioni o parapetti, con relativi segnali luminosi.
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Art. 81 - Rinvenimenti e scoperte
81.01. Oltre alle prescrizioni di cui all'art. 43 e seguenti dalla legge 1.6.1939 n. 1089 circa l'obbligo di
denuncia all'autorità competente da parte di chiunque compia scoperte di presumibile interesse
paleontologico, archeologico o storico artistico, il committente, il direttore e l'assuntore dei lavori sono
tenuti a segnalare immediatamente al Sindaco i ritrovamenti che dovessero verificarsi nel corso dei
lavori.
81.02. Analoga segnalazione va fatta nel caso di reperimento nel corso degli scavi.
81.03. Il Sindaco potrà disporre tutti quei provvedimenti che ritenesse utile prendere in conseguenza
di tali scoperte, in attesa delle definitive determinazioni delle competenti autorità.
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INDICE
REGOLAMENTO EDILIZIO
TITOLO I
NORME GENERALI
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TITOLO II
REGIME AUTORIZZATORIO
CAPO VI - LOTTIZZAZIONE
41
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TITOLO III
NORME IGIENICO EDILIZIE E TECNOLOGICHE
CAPO I - REQUISITI
TITOLO IV
STABILITA' E SICUREZZA
43
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