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Prof.

Manfredi Bruccoleri
Economia per Ingegneri

Lezione 9
GLI OBIETTIVI MACROECONOMICI

Università degli studi di Palermo


Gli obiettivi macroeconomici

1) Un tasso di crescita di lungo periodo


elevato e stabile.
2) Un basso tasso di disoccupazione.
3) Un’inflazione bassa e stabile.
4) Equilibrio della bilancia dei pagamenti.
Le variabili intermedie

Per raggiungere i 4 obiettivi macroeconomici


lo Stato può tentare di controllare alcune
variabili intermedie.

Queste sono:
ü I tassi di interesse.
ü L’offerta di moneta.
ü Le imposte.
ü La spesa pubblica.
ü I tassi di cambio.
Trade-off tra obiettivi

• Il perseguimento di uno dei quattro obiettivi


identificati può compromettere il
raggiungimento di almeno uno degli altri.

• E’ pertanto importante capire la relazione tra i


quattro obiettivi.

• Un modo in cui gli obiettivi sono legati tra loro è


attraverso la loro relazione con la Domanda
Aggregata (DA) Yd.
Domanda aggregata

La domanda aggregata Yd rappresenta la spesa


totale per l’acquisto di beni e servizi effettuata da
un’economia in un dato periodo.

Yd = C + I + G + X

Si compone di:
• Consumo delle famiglie (C).
• Investimenti delle imprese (I).
• Spesa pubblica (G).
• Esportazioni (X).
Il flusso circolare del reddito

(Z)
Relazione tra prelievi e immissioni

• Un’economia è in equilibrio quando le decisioni


complessive di prelievo e immissione coincidono.

S+T+Z = I+G+X

• Esistono legami indiretti tra risparmio e investimento,


imposte e spesa pubblica, importazioni ed esportazioni.
• quanto maggiore è la quota di reddito risparmiata, tanto maggiore sarà
l’ammontare della di moneta che le banche potranno dare a prestito
• quanto maggiore è il gettito fiscale tanto maggiore potrà essere la spesa
pubblica
• quanto maggiori sono le importazioni, tanto maggiori saranno i redditi
dell’estero, e di conseguenza tanto maggiore sarà la domanda di beni
prodotti internamente

• Tali legami tuttavia non garantiscono che S=I, T=G, Z=X.


Flusso circolare e obiettivi macro
Le decisioni di immissione e prelievo sono prese da individui diversi,
che possono decidere di risparmiare o di investire una quantità
diversa di risorse.

Le immissioni ex ante eccedono i prelievi ex ante

Il livello di spesa aumenta e aumenta anche la domanda aggregata

• La spesa aggiuntiva farà aumentare le vendite delle imprese


e quindi le incentiverà a produrre di più.
• La produzione totale dell’economia aumenterà.
• Le imprese pagheranno più salari, stipendi, profitti, rendite e
interessi.
• In altre parole, il reddito nazionale aumenterà.
Flusso circolare e obiettivi macro

L’aumento della domanda aggregata avrà i seguenti effetti sui


quattro obiettivi macroeconomici:
1) Crescita economica: quanto maggiore è l’eccesso iniziale delle
immissioni sui prelievi, tanto più grande è l’aumento del reddito nazionale
2) Diminuirà la disoccupazione: le imprese assumeranno più lavoratori per
soddisfare la maggiore domanda aggregata

3) L’inflazione aumenta: tanto maggiore è la domanda aggregata rispetto


alla capacità produttiva, tanto più le imprese avranno difficoltà a soddisfare
gli ordini e quindi tanto più ricorreranno all’aumento dei prezzi
4) La bilancia dei pagamenti tenderà ad andare in deficit: l’aumento
della domanda genera più importazioni, la maggiore inflazione interna
rende le esportazioni meno competitive e le importazioni più a buon
mercato rispetto ai beni prodotti internamente
Flusso circolare e obiettivi macro

L’aumento della domanda aggregata avrà i seguenti effetti sui


quattro obiettivi macroeconomici:
1) Crescita economica: quanto maggiore è l’eccessod i delle immissioni
iniziale
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sui prelievi, tanto più grande è l’aumento del reddito nazionale
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2) Diminuirà la disoccupazione: le imprese
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La bilancia dei pagamenti
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le esportazioni meno competitive e le importazioni più a buon mercato
rispetto ai beni prodotti internamente
Il processo di aggiustamento
Se le immissioni ex ante sono diverse dai prelievi ex ante si determina una
situazione di disequilibrio dal quale comincia un processo di aggiustamento
che riporta l’economia in una situazione di equilibrio nella quale le
immissioni eguagliano i prelievi

I+G+X>S+T+Z
Immissioni > Prelievi

Es: Aumento della fiducia delle imprese che porta ad un aumento di


investimenti (I). Oppure ad un aumento della spesa pubblica in salute o in
istruzione (G). O ancora un aumento della domanda estera dei nostri
prodotti (X)
L’eccesso di immissioni porta ad un aumento del reddito nazionale
All’aumentare del reddito nazionale, le famiglie non solo spenderanno di più
in beni nazionali (C), ma anche risparmieranno di più (S), pagheranno più
tasse (T) e importeranno di più (Z) ---> i prelievi aumenteranno fino a
raggiungere le immissioni (equilibrio)
OBIETTIVO 1
La crescita economica
• Crescita effettiva
misurata dal tasso di incremento percentuale del reddito nazionale: il
tasso di crescita della produzione effettivamente realizzata (prodotto
effettivo)

• Crescita potenziale
misurata dal tasso di crescita massimo a cui l’economia può crescere. E’
l’incremento percentuale annuo della capacità produttiva
dell’economia: il tasso di crescita del prodotto potenziale (è il massimo
prodotto che un’economia potrebbe produrre se tutti i fattori della
produzione fossero pienamente occupati)
Due sono i fattori principali che contribuiscono alla crescita potenziale:
1. un aumento delle risorse (naturali, lavoro, capitale)
2. un aumento dell’efficienza con la quale queste risorse vengono
utilizzate (progresso tecnologico, miglioramento della capacità dei
lavoratori)
Crescita effettiva e potenziale
CRESCITA POTENZIALE > CRESCITA EFFETTIVA

Aumento della capacità produttiva inutilizzata e aumento della


disoccupazione: cioè cresce il divario tra prodotto potenziale e prodotto
effettivo. Per colmare tale divario il tasso di crescita effettivo dovrebbe
temporaneamente essere maggiore del tasso di crescita potenziale. Nel
lungo periodo però il tasso di crescita effettivo sarà limitato dal tasso di
crescita potenziale

NEL BREVE PERIODO


• assicurare che la crescita effettiva sia tale da mantenere il
prodotto effettivo il più vicino possibile al prodotto potenziale

NEL LUNGO PERIODO


• individuare le determinanti del tasso di crescita potenziale
dell’economia
Il ciclo economico

I cicli si verificano quando l’attività economica accelera o rallenta


CICLO ECONOMICO: è un’oscillazione del prodotto di un dato sistema
economico nel tempo segnato da una diffusa espansione e contrazione nella
maggior parte dei settori di un economia.
PIL
Il ciclo economico

Nonostante la crescita del prodotto potenziale vari in una certa misura nel
corso degli anni (a causa del progresso tecnologico, degli investimenti.
ect.) tenderà ad essere comunque molto più stabile della crescita del
prodotto effettivo.

La crescita effettiva (crescita


del prodotto effettivo) tende a
essere fluttuante e descrive un

PIL
ciclo di espansioni e
contrazioni. La durata e la
dimensione di queste fasi sono
variabili, per cui il ciclo è
irregolare.
Il ciclo economico

1. Ripresa: un’economia stagnante comincia a riprendersi e si


verifica una crescita della produzione effettiva.

2. Boom: fase di rapida


crescita economica, le risorse
vengono maggiormente

PIL
utilizzate e il divario tra
prodotto potenziale e
prodotto effettivo si riduce.

3. Rallentamento: al culmine
del boom la crescita rallenta
o inizia a ridursi

4. Recessione: durante questa fase la crescita è nulla o persino


negativa, aumenta il sottoutilizzo delle risorse
Le cause della crescita effettiva
BREVE PERIODO
Le determinanti principali delle variazioni del tasso di crescita
effettiva sono caratterizzati dalle variazioni della crescita della
Domanda Aggregata (DA)
• Aumento DA: si genera un eccesso di domanda che incentiva
le imprese ad aumentare la produzione, riducendo
l’inutilizzazione delle risorse da parte dell’economia
• Diminuzione DA: aumenta le scorte delle imprese inducendole a
ridurre la produzione

Domanda Aggregata e Produzione effettiva fluttuano insieme

- Boom: è associato ad un rapido aumento della DA; tanto


maggiore sarà l’aumento della DA tanto maggiore sarà il tasso di
crescita effettivo nel breve periodo
- Recessione: riduzione della domanda aggregata
Le cause della crescita effettiva

LUNGO PERIODO
• Un rapido aumento della DA non è sufficiente ad assicurare una
crescita elevata per un lungo periodo di tempo.
• Senza un espansione anche del prodotto potenziale la crescita
della produzione effettiva è destinata a finire.
• Quando la capacità produttiva viene completamente utilizzata
e c’è piena occupazione delle risorse produttive, il tasso di
crescita del prodotto effettivo non può superare il tasso di
crescita del prodotto potenziale
• Finche il prodotto effettivo è inferiore al prodotto potenziale, la
curva del prodotto effettivo può aumentare in modo più rapido
della curva del prodotto potenziale
• Ma quando il divario tra le due curve viene eliminato, la curva
del prodotto effettivo non può crescere più della curva del
prodotto potenziale
Le cause della crescita effettiva
LUNGO PERIODO
• Un rapido aumento della DA non è sufficiente ad assicurare una
crescita elevata per un lungo periodo di tempo.
• Senza un espansione anche del prodotto potenziale la crescita
Le determinanti della crescita effettiva nel
della produzione effettiva è destinata a finire.
• lungo laperiodo
Quando sono: viene completamente utilizzata
capacità produttiva
e•c’èla crescita
piena delladelle
occupazione domanda aggregata,
risorse produttive, il tasso di
crescita del prodotto effettivo non può superare il tasso di
che
crescita deldetermina se il prodotto potenziale
prodotto potenziale
• verrà
Finche realizzato
il prodotto effettivo è inferiore al prodotto potenziale, la
curva del prodotto effettivo può aumentare in modo più rapido
• la crescita del prodotto potenziale
della curva del prodotto potenziale
• Ma quando il divario tra le due curve viene eliminato, la curva
del prodotto effettivo non può crescere più della curva del
prodotto potenziale
Le cause della crescita potenziale
Consideriamo il lato dell’offerta, cioè guardiamo alla
capacità produttiva dell’economia
Le determinanti della crescita potenziale dell’offerta sono:
Ø Un aumento delle risorse disponibili (fattori produttivi).
• Capitale
• Lavoro
• Terra ed altre materie prime
Ø La produttività di queste risorse, cioè un aumento
dell’efficienza con la quale queste risorse vengono
utilizzate, attraverso il progresso tecnologico, il
miglioramento delle capacità dei lavoratori o
dell’organizzazione del lavoro.
Politiche a favore della crescita

• Politiche della domanda


Cercano di generare una domanda aggregata
sufficiente ad assicurare che le imprese
desiderino investire e garantire che il prodotto
potenziale venga effettivamente raggiunto.

• Politiche dell’offerta
Cercano di aumentare l’offerta aggregata
aumentando il prodotto potenziale: incentivi alla
ricerca e sviluppo, all’innovazione, alla
formazione professionale.
OBIETTIVO 2
La disoccupazione

Può essere espressa:


• dal numero di persone disoccupate;
• dal tasso di disoccupazione (il rapporto
percentuale tra individui disoccupati e totale
della forza lavoro).

Forza lavoro: persone occupate + persone disoccupate


Chi è disoccupato?

Secondo la definizione economica, sono da


considerarsi disoccupati tutti coloro che:
• sono in età lavorativa
• sono senza lavoro
• vorrebbero lavorare agli attuali salari e stipendi di mercato
• stanno cercando attivamente un lavoro
Il mercato del lavoro
Domanda di lavoro (LD)
E’ data dal numero di lavoratori che le imprese sono disposte ad assumere
a un dato salario reale. È rappresentata da una curva decrescente.

Salario reale
medio

w2

w1
LD

l2 l1 Numero di
lavoratori
Il mercato del lavoro
Forza lavoro (FL)
Numero di persone che desiderano far parte della forza lavoro per ogni
livello di salario reale

Salario reale FL
medio
w2

w1

Numero di
lavoratori
l1 l2
Il mercato del lavoro
Offerta di lavoro (AJ)
E’ costituita dal numero di lavoratori disposti ad accettare un lavoro per un
dato salario reale. È rappresentata da una curva relativamente anelastica.

Salario reale AJ FL
medio

w2

w1

Numero di
lavoratori
l1 l2
Il mercato del lavoro
Al salario reale di equilibrio wE, l1 persone fanno parte della forza lavoro (e quindi
potenzialmente si rendono disponibili) ma solo la quantità lE accettano
veramente un lavoro (la parte rimanente non vuole lavorare per una
remunerazione pari al salario di equilibrio)

Disoccupazione di equilibrio (EF)


Anche detto tasso naturale di disoccupazione, è quel tasso di disoccupazione
che è presente anche quando il mercato del lavoro è in equilibrio.

Salario reale AJ FL
medio

wE E F

LD

Numero di
lavoratori
lE l1
Il mercato del lavoro
• Disoccupazione complessiva (AC)
• Disoccupazione involontaria (AB) = un lavoratore è involontariamente
disoccupato quando sarebbe disposto ad accettare un lavoro al salario
corrente ma non lo trova.

Salario reale AJ FL
medio
A B
w2 C

wE E F

LD

Numero di
lavoratori
l2 lE l1
Il mercato del lavoro

• Se i sindacati spingono per un salario pari a w2, superiore


rispetto al salario di equilibrio wE, contribuiscono a ridurre il
livello di occupazione.
• Per i lavoratori occupati il salario w2 costituisce sicuramente
qualche cosa di positivo rispetto al salario di equilibrio, tuttavia
per i lavoratori non occupati quel salario (w2>wE) costituisce
una possibile ragione per la disoccupazione involontaria.
• Allora dobbiamo includere anche la disoccupazione classica
all’interno del tasso naturale di disoccupazione.
• Se nel lungo periodo i sindacati desiderano mantenere un
salario pari a w2 l’economia rimarrà nel punto A e AC sarà il
tasso naturale di disoccupazione
Disoccupazione da carenza di domanda
• In seguito la domanda di lavoro (LD) diminuisce e si sposta verso il basso (LD’)
• Prima che i salari o i prezzi cambino il salario reale sarà ancora WE
• In corrispondenza di questo salario WE i lavoratori vorrebbero essere nel punto E
ma le imprese vorrebbero trovarsi nel punto A

Salario reale
AJ
medio FL

E
A F
wE

LD

LD’
Numero di
lavoratori
lA lE
Disoccupazione da carenza di domanda
• In seguito la domanda di lavoro (LD) diminuisce e si sposta verso il basso (LD’)
• Prima che i salari o i prezzi cambino il salario reale sarà ancora WE
• In corrispondenza di questo salario WE i lavoratori vorrebbero essere nel punto E
ma le imprese vorrebbero trovarsi nel punto A
• AE è la disoccupazione per carenza di domanda (disoccupazione involontaria)
• EF è la disoccupazione volontaria

Salario reale
AJ
medio FL

E
A F
wE
H
w1 C

LD

LD’
Numero di
lavoratori
lA lH lE
OBIETTIVO 3
Cosa determina il livello dei prezzi?
Il livello di produzione e i prezzi in una economia sono
determinati dalla interazione tra domanda
aggregata (DA) e offerta aggregata (OA)

PIL reale
(in euro)
Domanda aggregata

È data dal livello totale di spesa per l’acquisto


di prodotti nazionali.

• Spesa dei consumatori


• Spesa del settore pubblico
• Spesa delle imprese
• Spesa dei non residenti
Domanda aggregata
Se aumentano i prezzi:

1. Si avrà un incentivo a consumare


meno beni nazionali e più prodotti
esteri che ora risulteranno più a
buon mercato; diminuiranno
anche le esportazioni. Si ridurrà
quindi la domanda aggregata.

2. Gli individui hanno bisogno di


più denaro per fare i propri
PIL reale
(in euro) acquisti, lasciando invariate le
quantità domandate. Si ridurrà
la spesa per consumi e quindi
la domanda aggregata.

3. Il valore della ricchezza degli individui diminuirà. Per compensare questo


effetto, le persone potrebbero decidere quindi di risparmiare di più e
spendere meno. Quindi ancora una riduzione della domanda aggregata.
Domanda aggregata
Se aumentano i prezzi:

1. Si avrà un incentivo a consumare


meno beni nazionali e più prodotti
esteri che ora risulteranno più a
buon mercato; diminuiranno
anche le esportazioni. Si ridurrà
quindi la domanda aggregata.
All’aumentare dei prezzi si
riduce la domanda
2. Gli individui hanno bisogno di
più denaro per fare i propri

aggregataquantità domandate. Si ridurrà


PIL reale
acquisti, lasciando invariate le
(in euro)

la spesa per consumi e quindi


la domanda aggregata.

3. Il valore della ricchezza degli individui diminuirà. Per compensare questo


effetto, le persone potrebbero decidere quindi di risparmiare di più e
spendere meno. Quindi ancora una riduzione della domanda aggregata.
Offerta aggregata

PIL reale
(in euro)

• La curva di offerta aggregata è crescente rispetto ai prezzi ed è data dalla


produzione totale nell’economia.
• I prezzi dei fattori produttivi (in particolare il lavoro) non crescono rapidamente
quanto i prezzi dei beni finali: all’aumentare dei prezzi, diminuisce il salario reale
pagato dalle imprese e pertanto aumenta la loro redditività.
• Ciò le induce a espandere la produzione.
L’equilibrio macroeconomico
Si ha nel punto di intersezione tra domanda e offerta aggregata (punto E)

• Variazioni nel livello


dei prezzi provocano
movimenti lungo le
curve di domanda e
di offerta aggregata. E

• Variazioni delle
componenti della
domanda e
dell’offerta
aggregata PIL reale
provocano (in euro)

spostamenti delle
rispettive curve.
Il tasso di inflazione
• Inflazione = aumento del livello generale dei prezzi
• Il tasso di inflazione = misura la velocità di variazione del
livello generale dei prezzi
• Tasso di inflazione (anno t) = livello prezzi (anno t) – livello
prezzi (t-1) /livello dei prezzi (anno t-1)
• Ma come si misura il livello dei prezzi connesso alla
definizione di tasso di inflazione?
• Livello dei prezzi = media ponderata dei prezzi dei beni
e dei servizi di un’economia --> gli indici dei prezzi
utilizzati per calcolare il livello dei prezzi sono: Indice
Prezzi al Consumo, Deflatore del PIL, e l’Indice dei Prezzi
all’Ingrosso
Il tasso di inflazione
• L’opposto dell’inflazione è la DEFLAZIONE che si verifica
quando diminuisce il livello generale dei prezzi. Può essere
provocata da una fase di contrazione o ristagno
dell’attività economica e dell’occupazione
• L’ISTAT pubblica ogni mese un indice dei prezzi al
consumo, e il tasso di inflazione viene calcolato come la
percentuale di incremento dell’indice rispetto ai dodici
mesi precedenti.
• Pur riferendosi ogni volta ad una ben precisa moneta il
tasso d'inflazione può differenziarsi territorialmente, per cui
il fatto che due territori (Paesi o regioni, province, ecc.)
abbiano la stessa moneta (es. Euro) non vuol dire che
hanno anche lo stesso tasso d'inflazione.
Il tasso di inflazione
Il tasso di inflazione

Secondo alcuni economisti l’Italia – nei primi anni della grande crisi
economica - si trova sull’orlo della STAGFLAZIONE: un generale
aumento dei prezzi, accompagnato però da un ristagno della
produzione e della crescita della disoccupazione
Il tasso di inflazione

• ATTENZIONE!
• Non confondere una variazione
dell’inflazione con una variazione dei
prezzi
• Un aumento dell’inflazione significa un
incremento più veloce dei prezzi
• Una diminuzione dell’inflazione significa
un incremento più lento dei prezzi (ma
sempre di un incremento si tratta, finché
l’inflazione è positiva).
Cause dell’inflazione

• Inflazione da domanda.
• Inflazione da costi.
• Inflazione strutturale.
Inflazione da domanda

Si ha quando la domanda aggregata cresce più velocemente del


potenziale produttivo. Es. espansione della spesa spinge la curva DA
verso dx.

Tali aumenti determinano


sia aumenti dei prezzi sia
aumenti della produzione. A
Quanto minore è la
capacità produttiva
inutilizzata (quanto più si è E
vicini alla produzione DA’
potenziale) tanto più le DA
imprese reagiscono
all’aumento di DA PIL reale
(in euro)
aumentando i prezzi.
Inflazione da domanda

Quando la produzione non


è in grado di soddisfare la
domanda di un mercato di
un bene, il prezzo di
mercato del bene
aumenta fino a riportare in
A
equilibrio la quantità
offerta con la quantità
domandata (punto A). E
DA’
Questo meccanismo
automatico del mercato DA

consente di riportare in PIL reale


equilibrio il sistema e (in euro)

genera inflazione.
Inflazione da domanda

• L’inflazione da domanda è tipicamente associata


ad una ripresa economica
• E’ considerata il fenomeno opposto alla
disoccupazione da carenza di domanda
1. Quando l’economia è in recessione, la
disoccupazione da carenza di domanda sarà
elevata ma l’inflazione da domanda sarà bassa
2. Quando invece l’economia si avvicina al
culmine del ciclo economico, l’inflazione da
domanda sarà alta mentre la disoccupazione
da carenza di domanda sarà bassa
Inflazione da costi
E’ associata ad aumenti continui dei costi per produrre una data
quantità di prodotto (spostamenti curva di OA verso sx)

Tali aumenti determinano sia


aumenti dei prezzi sia
diminuzioni della produzione.
OA’
Di quanto le imprese
aumentano i prezzi e riducono OA
la produzione dipende dalla
forma della curva di DA A
Quanto meno anelastica è la
DA tanto minore sarà la E
riduzione delle vendite per ogni
aumento di prezzo e quindi
tanto più le imprese saranno in
grado di scaricare sui
PIL reale
consumatori i maggiori costi (in euro)
Inflazione da costi

• L’effetto dell’inflazione da costi su


occupazione e produzione sarà opposto
rispetto a quello dovuto all’inflazione da
domanda
• Con l’inflazione da domanda, la
produzione e quindi l’occupazione
tenderanno a crescere
• Con l’inflazione da costi, la produzione e
l’occupazione tenderanno a crescere
Tipi di inflazione da costi
L’aumento dei costi può derivare da fonti diverse, quindi si
possono distinguere diverse tipologie di inflazione da costi:

• Inflazione da salari: quando i sindacati ottengono aumenti


salariali indipendentemente dalla domanda di lavoro
• Inflazione da profitti: quando le imprese usano il loro potere
monopolistico per ottenere maggiori profitti aumentando i
prezzi indipendentemente dalla domanda dei consumatori
• Inflazione importata: quando il prezzo delle importazioni
aumenta indipendentemente dal livello della domanda
aggregata.
Gli effetti dell’inflazione

• Chi ha contratto un debito trae vantaggio dal rialzo improvviso dei


prezzi, poiché alla scadenza, dovrà restituire una somma di
denaro che dal punto di vista nominale ha sempre lo stesso valore
ma dal punto di vista reale ha perso potere d’acquisto.

• Proprio per evitare questi effetti, molte forme di debito (soprattutto


a lunga scadenza come i mutui) hanno tassi d’interesse variabili
che si adeguano cioè all’inflazione (all’andamento dei prezzi).

• Per questa ragione gli investitori sono interessati al tasso reale (non
al tasso nominale) --> Il tasso d’interesse reale non è altro che il
tasso d’interesse nominale depurato dall’inflazione
Gli effetti dell’inflazione

• Una fase ad inflazione in ascesa induce, infatti, i consumatori a


ridurre il proprio risparmio sotto forma di investimenti in strumenti
finanziari e ad investire, invece, in beni meno soggetti a perdite di
valore come appartamenti, terreni e metalli preziosi

• Un secondo grave effetto dell’inflazione è l’alterazione nella


distribuzione dei redditi. L’aumento dei prezzi colpisce, infatti,
coloro che percepiscono un reddito fisso (impiegati, dipendenti,
pensionati ecc.).

• Tali soggetti dovranno cioè provvedere ai propri fabbisogni con un


reddito che, in termini reali, è uguale a quello percepito
antecedentemente all’aumento dei prezzi
Politiche antinflazionistiche

Se l’inflazione è la conseguenza di un eccesso di domanda


• In questo caso il Governo di un Paese dovrà adottare
interventi di politica economica che comprimano i
consumi (ridurre la domanda).
• In che modo? Ad esempio con un aumento del
prelievo fiscale.

Se l’inflazione è la conseguenza del rialzo dei costi


• In questo caso il Governo di un Paese dovrà adottare
la cosiddetta politica dei redditi
• In che modo? Ad esempio con il blocco dei salari
(costo del lavoro)

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