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I processi di giunzione
• I processi di saldatura
• L’incollaggio
• Il fissaggio meccanico
A.A. 2013/2014
Eleonora Atzeni
Processi di giunzione
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La saldatura
La saldatura è un processo di unione permanente, con formazione di un giunto
saldato, di due pezzi metallici che si basa sull’apporto di calore, prodotto in vari modi, o
sull’applicazione di pressioni elevate .
In base alla posizione relativa dei pezzi da saldare si distinguono i seguenti TIPI DI
GIUNTO:
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La saldabilità
L'attitudine dei metalli a saldarsi si chiama SALDABILITÀ: un materiale ha buone
proprietà di saldabilità quando un suo pezzo, prima diviso e successivamente saldato,
conserva lungo il giunto saldato CARATTERISTICHE MECCANICHE non inferiori a quelle
precedenti la rottura.
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Saldabilità
Acciai al carbonio: saldabilità eccellente per Molibdeno: saldabili in particolari
acciai dolci, medio-buona per acciai a medio condizioni
tenore di carbonio, scarsa per acciai al alto Nichel e sue leghe: saldabili
tenore di carbonio
Niobio: saldabile in particolari condizioni
Acciai altolegati: saldabili in particolari
Rame e sue leghe: saldabilità simile alle
condizioni
leghe di Alluminio
Acciai bassolegati: saldabilità medio-buona
Stagno: saldabile
Acciai zincati e prelubrificati: gli strati di
Tantalio: saldabili in particolari condizioni
zinco e di lubrificanti influenzano
negativamente la saldabilità Titanio e sue leghe: saldabili con gas
protettivi
Alluminio e sue leghe: saldabili con elevate
potenze, non saldabili le leghe con Zinco e Tungsteno: saldabile in particolari
Rame condizioni
Ghise: saldabili, anche se con difficoltà Zinco: difficile da saldare, preferibile la
brasatura
Magnesio e sue leghe: saldabili con gas
protettivi e flussi Zirconio: saldabile con gas protettivi
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Classificazione dei processi di saldatura
•Con gas
•Con arco elettrico
Per fusione •Con plasma
•Con Laser
Autogene
•Per punti
Per pressione, a resistenza •A rulli
Saldatura •A scintillio
Saldobrasatura
Eterogene
•Dolce
Brasatura
•Forte
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La saldatura con gas (ossiacetilenica)
Questo tipo di saldatura utilizza come sorgente di calore la fiamma ottenuta dalla
combustione dell'acetilene (C2H2) con l'ossigeno. La fiamma viene prodotta
all'estremità di un cannello nel quale i due gas si combinano in rapporti ottimali, tali
da produrre la cosiddetta FIAMMA NEUTRA. Il cannello deve essere dimensionato in
modo che la velocità della miscela dei due gas sia superiore alla velocità di
propagazione della fiamma, così da evitare accensioni nella patte interna del cannello.
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La saldatura ossiacetilenica
L'acetilene è il più utilizzato fra i gas possibili in quanto possiede le seguenti
caratteristiche:
• alta temperatura di fiamma
• elevato contenuto termico
• bassa reattività della fiamma con il metallo base e d'apporto
• facilità di regolazione della fiamma.
Tre tipi di fiamma ossiacetilenica: (a) fiamma neutra, (b) fiamma ossidante e (c) fiamma
carburante. (d) Illustrazione schematica dell’operazione di saldatura alla fiamma.
Per eseguire una buona saldatura occorre che i lembi dei pezzi da saldare si trovino
nella zona della fiamma detta di saldatura
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La saldatura ossiacetilenica
La saldatura autogena con cannello ossiacetilenico può essere fatta:
• senza metallo d 'apporto nel caso d i spessori molto sottili;
• con metallo d 'apporto negli altri casi, utilizzando bacchette o fili di composizione
simile al metallo base che viene fuso, nella zona di azione della fiamma, per
costituire il cordone di saldatura.
Data la scarsa penetrazione di questa procedimento, i lembi del metallo base vengono
preparati con cianfrinature appena lo spessore dei pezzi da saldare supera i 3 - 4 mm. È
buona norma pulire le superfici dei lembi per eliminare tracce di ossido, olio o grasso.
Questo procedimento può essere utilizzato per molti materiali metallici con
esclusione di leghe refrattarie (ad alta temperatura di fusione) e leghe reattive (che
formano facilmente ossidi e altri composti). Solitamente il procedimento viene usato
per gli acciai dolci (a basso tenore di carbonio).
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La saldatura ossiacetilenica
Il saldatore ha il controllo della temperatura della zona da saldare e la pressione della
fiamma aiuta a dare forma al cordone di saldatura; inoltre può facilmente controllare
la quantità di metallo depositato, in quanto metallo d'apporto e sorgente di calore
sono separati. Queste caratteristiche di controllabilità lo rendono particolarmente
adatto alla saldatura di spessori sottili, come nel caso di tubi o lamiere. Grossi
spessori possono essere saldati, ma con costi e tempi maggiori rispetto ad altri sistemi
di saldatura.
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La saldatura ad arco
L’energia si distribuisce:
elettroni
Ioni posit. •66% all’anodo
•33% al catodo
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I parametri di saldatura
Q I V
60 J/cm
l v
Penetrazione
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Il soffio magnetico
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La saldatura con elettrodo rivestito
DC
AC
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Funzione del rivestimento
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Trasferimento del metallo d’apporto
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La saldatura con elettrodo rivestito
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La saldatura ad arco sommerso
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La saldatura in gas protettivo
TIG (Tungsten Inert Gas welding) o saldatura ad arco
elettrico con elettrodo in tungsteno (infusibile) entro
atmosfera protettiva inerte.
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La saldatura TIG
(a) Processo di saldatura con elettrodo in tungsteno in gas protettivo, noto anche
come saldatura TIG, e (b) apparecchiatura impiegata per questo processo
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La saldatura TIG
L'arco, che scocca tra l'elettrodo e il metallo base, è protetto dal gas (ARGON, o
ELIO, o una miscela dei due gas) che fuoriesce dalla pistola, dalla cui estremità sporge
l'elettrodo. L'ARCO viene acceso da una scintilla pilota che provocando la ionizzazione
del gas protettivo, lo rende conduttore. Per l'alta temperatura di fusione del
tungsteno, l'elettrodo non fonde.
Il metallo d’apporto, presente se lo spessore dei pezzi è maggiore di circa 1 mm, viene
immesso nella zona dell’arco elettrico e fondendo andrà a costituire il cordone di
saldatura. Il metallo d’apporto ha la forma di barrette nella saldatura manuale, di filo
quando si salda con sistemi automatici.
Spray Globular
Argon o Argon + O2 CO2 o Argon + CO2
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Saldatura MIG - MAG
• Capacità di saldare un ampio
range di materiali.
• Attrezzature semplici e poco
costose.
• Basso costo degli elettrodi.
• Elevata efficienza.
• Facilità di automazione.
• Possibilità di saldare in tutte
le posizioni.
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La saldatura al plasma
Due metodi di saldatura al plasma: (a) ad arco trasferito e (b) ad arco non
trasferito. Con questo processo si possono ottenere saldature profonde e strette
a elevate velocità di saldatura.
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La saldatura al plasma
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Lavorazioni con il laser
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Il laser: interazione con il materiale
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Il laser: la riflettività
100
80
Riflettività (%)
60
40
20
All’inizio la superficie del pezzo “riflette” buona parte dell’ energia del
fascio laser. Appena formatosi il bagno di fusione l’energia viene
maggiormente assorbita e si forma il foro di penetrazione (keyhole) con
temperature dell’ ordine dei 20.000 °C.
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Esempio di saldatura laser
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La saldatura laser
Minima dispersione di calore, risultante in distorsioni minime dei pezzi.
Ripetibilità delle saldature.
Zona termicamente alterata di piccole dimensioni.
Cordone di saldatura sottile e generalmente di buon aspetto.
Elevata resistenza meccanica.
Possibilità di saldare materiali dissimili.
Generalmente non richiede materiale di flusso o di apporto.
Possibilità di saldare in aree difficili da raggiungere per le altre tecniche.
Spesso più veloce delle altre tecniche
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La metallurgia del giunto
Tagliando un giunto saldato, si possono distinguere tre zone:
La zona fusa nella quale il metallo base e quello d'apporto sono arrivati alla fusione.
Solidificando si formano dei grani, orientati nella direzione del flusso termico di
conduzione, che possono essere grandi o piccoli in funzione della velocità di
raffreddamento. Per avere elevata resistenza meccanica è preferibile una struttura a
grana fine.
Il metallo base inalterato nel qua le i cicli termici sono sta ti tali da non alterare
apprezzabilmente la struttura cristallina originaria e le relative proprietà meccaniche e
tecnologiche.
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La metallurgia del giunto
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Microstruttura
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Difetti di saldatura
I principali difetti di saldatura sono:
• Porosità • Cricche
• Inclusione di scorie • Strappi lamellari
• Fusione incompleta • Irregolarità superficiali
• Difetti di profilo • Tensioni residue
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Difetti di saldatura
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Difetti di saldatura
Vari tipi di cricche nei giunti saldati: (a) cricche a cratere e (b) altre cricche in
giunti di testa e giunti a T.
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Distorsioni dopo saldatura
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Distorsioni dopo saldatura
Sequenza di distorsione di una struttura saldata: (a) prima della saldatura, (b)
durante la saldatura, con la generazione del cordone di saldatura, e (c) dopo la
saldatura, quando si evidenzia la distorsione della struttura. Fonte: adattato da
J. A. Schey.
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Prove sui giunti saldati
(a) Tipi di provini per la prova di taglio delle saldature, (b) prova di
avvolgimento su rullo e (c) piegatura su tre punti di provini saldati.
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La saldatura per resistenza
La saldatura per resistenza, o a punti, è un procedimento di saldatura
autogena “per pressione” nel quale il calore necessario alla fusione ,
localizzato tra le superfici da unire, è fornito dal passaggio della corrente
elettrica secondo la nota legge:
Q R I t (J ) 2
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La saldatura per resistenza
Saldatura per resistenza: (a) sequenza di operazioni nella saldatura per punti, (b)
sezione trasversale di un giunto saldato per resistenza, in cui è visibile il punto di
saldatura e la leggera impronta lasciata dagli elettrodi sulle superfici delle lamiere.
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Effetto della pressione
Pressione
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La resistenza
Re Rc R’e
l
l
l
l
l
l
l
R’p Rp
100
0
200
900°
1600°
Resistenza (mW)
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La scelta dei parametri
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La pinza di saldatura
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Configurazioni degli elettrodi
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La saldatura continua
(a) Illustrazione del processo di saldatura continua, con elettrodi a rullo; (b) punti
di saldatura sovrapposti che generano un giunto ininterrotto a tenuta stagna; (c)
sezione trasversale di una saldatura per punti spaziati ottenuta con elettrodi a
rullo
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La saldatura di testa per scintillio
Processo di saldatura di
testa per scintillio di due
barre o tubi: (a) prima e (b)
dopo
Sequenza di
operazioni
nella saldatura
di prigionieri
per scintillio
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Prove sui giunti saldati per punti
Prova sulle saldature per punti: (a) prova di taglio, (b) prova di trazione
su giunti a croce, (c) prova di torsione e (d) prova di strappo (peeling).
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Brasatura e saldobrasatura
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Saldobrasatura
È una saldatura ETEROGENA, pertanto il metallo base non prende parte alla formazione
del giunto e quindi la temperatura dei lembi dei pezzi da saldare deve essere sempre
inferiore al suo punto di fusione. Il metallo d'apporto, sempre presente, ha una
temperatura di fusione minore di quella del metallo base.
I lembi dei pezzi vengono opportunamente cianfrinati, come per le saldature autogene, e
puliti. Quindi si riscaldano con fiamma ossiacetilenica o in forno a induzione, fino alla
temperatura di fusione del metallo d'apporto, che immesso in questa zona (generalmente
sotto forma di fi lo o di barrette) fonde e solidificando riempie il cianfrino.
Il giunto saldato è formato dal metallo d'apporto e da una zona di interfaccia con il metallo
base composta da una lega o da un composto intermetallico formato tra il metallo base e
quello d' apporto (LEGA DI TRANSIZIONE).
Il metallo d'apporto solitamente utilizzato è una lega di ottone (60% Cu, 40% Zn) con
tracce di silicio (meno utilizzati sono il rame e l 'argento), che fonde ad una temperatura d i
circa 800°C
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Brasatura
È simile alla saldobrasatura con l 'eccezione della cianfrinatura dei lembi dei pezzi da
saldare. Infatti in questo caso i pezzi sono semplicemente appoggiati l'uno sull'altro: lo
spazio capillare che rimane tra i due viene riempito dal metallo d'apporto fuso, che ha una
grande scorrevolezza e capacità di bagnare il metallo
Il giunto è costituito quindi da uno strato sottilissimo di metallo d'apporto che ha
formato una lega di superficie col metallo base. Per tale motivo il giunto ha scarsa elasticità
e resistenza meccanica.
In funzione della tempera tura di fusione del metallo d'apporto le brasature possono
essere:
• DOLCI , nel caso di uso di leghe con temperatura di fusione < 450°C.
• FORTI, nel caso di uso di leghe con temperatura di fusione di 600 - 700 °C.
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Metallo di apporto per la brasatura forte
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Leghe brasanti in brasatura dolce
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Il giunto incollato
La resistenza che un
giunto incollato
realizza dipende da
due fattori:
L’ adesione
La coesione
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Adesione e coesione
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Gli adesivi strutturali
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Prova di strappo
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Gli adesivi
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Le giunzioni meccaniche
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Le giunzioni meccaniche
Esempi di rivetti: (a) pieni, (b) tubolari, (c) spaccati, (d) a compressione
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L’aggraffatura
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La crimpatura
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Fissaggio a pressione e a molla
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Linee guida per i giunti saldati
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Linee guida per giunti brasati
107
Linee guida per giunti incollati
108
Linee guida per giunti chiodati
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