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600 - EMPIRISMO

L'empirismo è la corrente filosofica, nata nella seconda metà del Seicento in Inghilterra, secondo cui la
conoscenza umana deriva esclusivamente dai sensi o dall'esperienza. I maggiori esponenti dell'empirismo
anglo-sassone furono John Locke, George Berkeley, e David Hume: costoro negavano che gli esseri umani
avessero idee innate (con il termine innatismo, in filosofia, ci si riferisce a qualsiasi teoria gnoseologica che
sostenga che una persona abbia delle conoscenze già al momento della nascita, ovvero che vi siano nozioni
e concetti che non vengono appresi tramite l'esperienza), o che qualcosa fosse conoscibile a prescindere
dall'esperienza. L'empirismo si sviluppò in contrapposizione al razionalismo, corrente filosofica il cui
esponente principale è stato Cartesio. Secondo i razionalisti, la filosofia dovrebbe essere condotta tramite
l'introspezione e il ragionamento deduttivo a priori. Secondo gli empiristi, invece, si considera alla base del
metodo scientifico l'idea che le nostre teorie dovrebbero essere fondate sull'osservazione del mondo
piuttosto che sull'intuito o sulla fede. In senso lato, oggi per empirismo si intende un approccio pratico e
sperimentale alla conoscenza, basato sulla ricerca e su un modo di procedere a posteriori, preferiti alla pura
logica deduttiva. In questo senso possono essere fatti rientrare nella corrente empirista anche Aristotele,
Tommaso d'Aquino, Roger Bacon, Thomas Hobbes, e l'induttivista Francesco Bacone.
Tra i filosofi che si sono schierati contro forme di innatismo si conta John Locke, che anticipando uno dei
temi fondamentali dell'Illuminismo[10] sosteneva che la mente umana alla nascita fosse una tabula rasa su
cui solo l'esperienza scriverebbe le varie conoscenze e nozioni.

The Restoration ( 1660-1702 )


The reigns of Charles II and James II and the Glorious Revolution
Nella storia e nella cultura inglese, la Restaurazione significa la restaurazione della monarchia sotto la figura
del re Charles II, della famiglia Stuart, che ritornò dal suo esilio francese. Charles era l’erede legittimo di
Charles I, il re giustiziato nel 1649 dai Puritani. La Restaurazione inizialmente fu accolta bene dagli inglesi, il
cui credo nelle origini divine della monarchia era ancora forte; molti la accolsero anche perché era un
ritorno ad una vita meno severa rispetto a quella del periodo del Commonwealth puritano. La prima
preoccupazione del re fu quella di riaffermare il predominio della consolidata chiesa d’Inghilterra, e di
portarla ancora una volta sotto il diretto controllo della Corona. Per questo motivo vi furono una serie di
Acts come la reintroduzione del Book of Common Prayer nel 1662; gli incontri religiosi al di fuori della
chiesa di Inghilterra furono dichiarati illegali nel 1664; il Test Act del 1673 che escludeva dagli uffici pubblici
coloro che non prendevano i sacramenti della chiesa anglicana. In questo modo la pratica religiosa fu resa
difficile per i cattolici e i dissidenti, cioè i protestanti soprattutto i puritani, che erano esclusi anche dalle
cariche più importanti. Questi Acts assieme al disprezzo degli Stuart per il Parlamento erano delle serie
minacce per la stabilità interna del paese. La monarchia degli Stuart minava l’autorità del parlamento e
lasciava poco spazio allo spirito d'impresa dei commercianti. Molte persone hanno perso il lavoro e hanno
subito persecuzioni a causa del loro rifiuto di giurare fedeltà alla Chiesa d'Inghilterra. Le prigioni erano
piene di protestanti. Un grave colpo avvenne nell ‘’the plague year’’, come lo scrittore Daniel Defoe chiamò
l'anno 1665, quando la peste causò la morte di circa 70.000 londinesi. L'anno seguente vide un altro
terribile disastro: il Grande Incendio di Londra, che distrusse gran parte della città.

La situazione in patria peggiorò con l'ascesa al trono di Giacomo II (1685-88), fratello di Carlo II. Il nuovo re
era cattolico ed era persino più assolutista del suo predecessore. Le conseguenze di ciò divennero presto
evidenti: rivendicando il diritto divino dei sovrani di decidere sul destino del loro paese senza consultare
ilParlamento, James II rilasciò una Dichiarazione di Indulgenza nel 1687, sollevando cattolici e dissidenti
dalTest Act. Ha anche iniziato a mettere i cattolici in posizioni di potere all’interno della vita pubblica,
anchenelle università. Incapace di raccogliere fondi sufficienti per perseguire la sua politica interna ed
estera, James fu costretto a chiamare il Parlamento nel 1688 ma lo liquidò poiché non era conforme alle
sue idee. Nel frattempo la regina diede al re un figlio maschio che sarebbe stato il suo erede quindi per la
figlia Mary,protestante, non vi erano alcune speranze. Questo accelerò il piano segreto di chiamare William
d’Orange, il campione della causa protestante in Europa e marito di Mary. William arrivò in Inghilterra nel
1688 con un piccolo esercito ma con un grande supporto del popolo. Non incontrò opposizioni e James II fu
costretto ad andare in Francia mentre William e Mary diventano re e regina di Inghilterra nel 1689. Questi
eventi vengono definiti Glorious o Bloodless Revolution. In questo periodo si stavano sviluppando i due
partiti che avrebbero dominato la vita politica inglese per duecento anni: i Tories e i Whigs. In generale:

- i Whigs rappresentavano gli interessi mercantili della classe media e di tutti coloro che, sebbene membri
della Chiesa inglese, tolleravano i dissidenti;

- i Tories rappresentavano la vecchia aristocrazia, devoti alla terra e non al commercio, sostenevano
fortemente la corona e il re esiliato in Francia, e molto severi nella politica ecclesiastica.

New cultural and Social values


Dopo anni di conflitti civili, l’Inghilterra voleva ricreare dei valori standard comuni: qualcosa a cui tutti gli
uomini inglesi istruiti potevano rivolgersi e condividere in pace. Gli scrittori dovevano correggere gli abusi e
indicare la strada giusta, dovevano diventare l’anima della società che stavano aiutando a costruire. Questa
ricostruzione era anche fisica in quanto riguardava la ricostruzione della città di Londra dopo il grande
incendio. Molte delle poesie contemporanee, come The wonderful year di Dryden, il maggior poeta del
periodo, ritraevano la città risorgere dalle sue ceneri come la fenice, diventando più bella e potente di
prima. Londra era il centro pulsante letterario e politico del paese, assunse dunque il ruolo che fino a quel
momento era stato della corte. Pochi conflitti in Inghilterra sono stati così netti come quello tra l’idealismo
morale del Commonwealth puritano e la monarchia restaurata degli Stuart. Negli anni del regime puritano
gli Stuart andarono in esilio in Francia; loro portarono in Inghilterra sapori francesi molto raffinati sia nella
moda che nei modi. I teatri furono riaperti e vecchie e nuove forme di intrattenimento erano in grande
voga: bull e bear baiting, maschere. L’aristocrazia e la corte mostravano un atteggiamento libertino, cinico,
un amore per il piacere ovviamente venivano criticati dai puritani della middle class. Culturalmente,
durante la Restaurazione fu l’ultima volta che la corte dettava le mode. All’inizio del 18 secolo, con
l’avvento del giornalismo, la borghesia iniziò a determinarli. Questo periodo vide anche l'emergere delle
opere: alcune delle opere inglesi più popolari erano degli adattamenti di Shakespeare.

La Royal Society per l'Avanzamento dell'apprendimento fu fondata nel 1662. Scienza, filosofia e letteratura
andavano ancora insieme in quei giorni: la società comprendeva matematici e fisici come Isaac Newton, e
anche grandi scrittori come Jonathan Swift e, in seguito, Alexander Pope. La scienza sperimentale era
strettamente connessa con la filosofia basata sull'esperienza, come quella di John Locke.

Sebbene la religione fosse ancora pensata come il fondamento della società, gli Inglesi della classe
superiore cominciarono a considerarla come qualcosa su cui non investigare troppo, era meglio accettarla
per vera.

Possiamo far risalire al periodo della Restaurazione quei tratti associati al carattere britannico: tolleranza,
ragionevolezza e buon senso. La tolleranza nella religione e il dubbio intelligente in filosofia sono forse le
parole chiave dell'epoca.

Restoration prose
In comune con quella della prima metà del XVII secolo, la prosa della Restaurazione mostra un
forteinteresse per l'introspezione e l'analisi psicologica, ma con un'importante differenza. Prima del 1660
questa tendenza poteva essere vista in particolare nelle opere religiose. Dopo il 1660 l'analisi
dell'esperienza personale entra nella prosa secolare/pagana, sotto forma di memoirs, diari e opere che
descrivono i personaggi più comuni. Questa nuova introspezione della prosa ha avuto come conseguenza
una più ampia gamma di problemi e argomenti da trattare: eventi privati, grandi eventi storici visti in
relazione all'individuo (la peste o il Grande Incendio di Londra), storie familiari, viaggi, ecc.
Un nuovo stile di prosa si sviluppò: le frasi contorte e le elaborate metafore della prosa giacobina e carolina
furono gradualmente sostituite da uno stile più semplice e conciso.
Si è soliti attribuire queste qualità alla grande influenza della nuova scienza e filosofia: eliminare
amplificazioni e rigonfiamenti per ritornare alla purezza primitiva e alla brevità.
Anche altre forze contribuivano: i puritani, per esempio, insistevano sulla semplicità della vita e della
parola. La letteratura puritana era sempre stata strettamente connessa alle loro credenze religiose. Persino
quelle opere che sembrano mettere in relazione le fortune e le disavventure di un personaggio, o eventi
comuni come i viaggi, sono allegorie di problemi religiosi. Ciò era dovuto alla convinzione puritana secondo
cui predicare la parola di Dio era il più alto e sacro dovere dell'uomo. Quando questo sentimento trovò
espressione scritta, prese naturalmente la forma di sermoni o di opere didattiche.
Il linguaggio era chiaro e diretto: le uniche metafore e figure retoriche erano quelle presenti nella Bibbia,
che veniva spesso citata. Con la Restaurazione la vita quotidiana dell'uomo comune comincia ad assumere
uno specifico interesse letterario, precedentemente sconosciuto. Uomini e donne - e anche questa è stata
una rivoluzione – registrano le loro impressioni degli eventi quotidiani nei diari e nelle biografie. Gli scrittori
di diari non erano, in genere, scrittori professionisti. Di conseguenza, questi diari non erano destinati alla
pubblicazione, e questo è rivelatore del nuovo bisogno che le persone hanno di mettere sulla carta i loro
pensieri più intimi. I due più famosi diaristi del tempo furono indubbiamente Samuel Pepys (1633-1703) e
John Evelyn (1620-1706). Entrambi hanno frequentato l'università e occupavano importanti posizioni
pubbliche.Il diario di Evelyn parla della storia del suo tempo e dei luoghi che aveva visto mentre il diario di
Pepys tratta alcune questioni molto personali.

Restoration poetry
In Gran Bretagna era già in corso una reazione contro gli eccessi della poesia metafisica. Venne preferito un
linguaggio più semplice e diretto: la buona scrittura divenne sinonimo di chiare idee espresse in frasi chiare
e ben bilanciate. L'età si rivolse anche all'antica Roma per i suoi modelli. Horace è diventato un favorito. Il
suo distacco dalle passioni della vita, la sua moderazione, l'odio per le folle volgari e la preferenza per
un'esistenza ritirata con pochi amici selezionati, attrasse fortemente la Restaurazione. Le traduzioni e gli
adattamenti di Horace furono molto popolari, specialmente di quelle opere che toccavano i due temi più
famosi del poeta romano: the golden mean, l'equilibrio perfetto che doveva essere tenuto tra le turbolenze
del mondo, e il carpe diem.
In questo periodo è stata scritta molta satira, un genere che ha dominato non solo la Restaurazione ma
anche la prima metà del XVIII secolo. La satira aveva il fascino di essere una via di fuga dalle richieste fatte
dall'epoca al poeta: gli permetteva di esprimere il disaccordo scritto senza essere costretto a proporre
alternative. Le satire erano comunemente distici decasillabici chiamati distici eroici.

Restoration drama
I teatri erano stati chiusi dal 1642 al 1660, durante il periodo puritano. Quando sono stati riaperti, è stato
con un nuovo tipo di opere e sono cambiate le condizioni della performance. Charles II ha riconosciuto
ufficialmente solo due compagnie: Duke's Men e King's Men. Una novità dalla Francia è stata l'introduzione
delle attrici donne.
Il vecchio teatro pubblico elisabettiano circolare e all'aperto non esisteva più.
Quando a Sir Christopher Wren, l'architetto più famoso dell'epoca, fu chiesto di costruire due teatri per le
compagnie con licenza di Londra, costruì due teatri al coperto, molto più piccoli del vecchio teatro
elisabettiano, molto più vicini ai piccoli teatri elisabettiani privati al chiuso.
I nuovi teatri non avevano la vecchia piattaforma protesa nel pubblico: invece c'era un palcoscenico
circondato da un arco di proscenio, molto simile ai teatri moderni. C'erano scenari che potevano essere
usati per opere diverse, ad esempio una stanza o un giardino, che potevano essere cambiati per mezzo di
una macchina, mentre lo spettacolo era in corso. C'era anche l'illuminazione artificiale e gli attori salivano
sul palco attraverso gli ingressi laterali, non più attraverso le porte sul retro del palco. Tutte queste
innovazioni sono ancora utilizzate oggi. Il cambiamento nella struttura dei teatri ha coinciso con un
cambiamento nella qualità del pubblico. Il pubblico misto dei teatri elisabettiani è stato perso per sempre,
così come lo stretto contatto tra attori e pubblico durante la performance. Il pubblico della Restaurazione
era composto da nobili e membri dell'alta borghesia: un pubblico raffinato che si aspettava un
intrattenimento raffinato. Il teatro è giustamente considerato la migliore espressione letteraria della
Restaurazione. La produzione teatrale può essere divisa in: heroic plays, tragedie e commedie.
Gli heroic plays furono molto popolari negli anni tra il 1660 e il 1680.
I loro personaggi erano eroi e eroine nobili, coraggiosi e fedeli; le loro trame, estremamente complicate e
che richiedono sempre decisioni estreme; il loro linguaggio, di solito messo in distici eroici e sempre
altisonante.
Le opere ruotano sempre attorno all’amore. Anche lo scenario e la messa in scena di drammi eroici erano
opere ricche ed esagerate nelle decorazioni. Queste opere rappresentavano un ideale di eroismo perfetto
che ovviamente non è mai esistito ed era troppo stereotipato per dare vita ai personaggi sul palco.
Gli eroi drammatici di Shakespeare, Amleto, Otello, Lear, sono figure tragiche a causa delle loro debolezze e
dei loro dubbi; gli eroi del gioco eroico sono sempre impeccabili nelle loro pose e discorsi. Anche i titoli
delle opere teatrali sono esagerati, ad esempio Tyrannic Love di Dryden.
I drammaturghi della restaurazione hanno preso dal grande drammaturgo francese Corneille l'idea che la
tragedia dovrebbe suscitare "ammirazione" tra gli spettatori. I personaggi, di conseguenza, si sono sempre
comportati e hanno parlato in modo nobile e dignitoso. Non c'era alcuna mescolanza di scene comiche con
il tragico, come in Shakespeare. Sono state osservate le unità classiche. In comune con il dramma
elisabettiano, tuttavia, le tragedie della Restaurazione erano scritte in blank verse.
Il genere migliore e il più rappresentativo dei gusti dell'età era certamente la commedia.
Le commedie erano scritte da e per la corte, e di conseguenza riflettevano la loro visione della vita:
aristocratica, irriverente, esageratamente gentile e licenziosa. La commedia della restaurazione era
strettamente legata alla satira, ma nonostante il ridicolizzare di alcuni personaggi come il marito geloso,
non si è satirizzato per modificare le abitudini ed era non era seriamente critico nei confronti della società
contemporanea. Al contrario, l'umorismo e l'arguzia sprezzante hanno contribuito a nascondere una
fondamentale mancanza di ideali e la dissolutezza delle classi superiori. In questo senso, la commedia di
restauro è una descrizione realistica della società di corte contemporanea che va a teatro per vedere
rappresentato il proprio stile di vita sul palcoscenico. Nel tentativo di riprodurre la conversazione delle
classi superiori nel modo più fedele possibile, il verso è stato generalmente abbandonato a favore della
prosa. Per quanto riguarda i temi, le commedie erano per lo più incentrate sulla relazione tra i due sessi.
L'amore era principalmente inteso come una guerra di ingegno /wit in cui uomini e donne cercano di
imbrogliarsi l'un l'altro; la vera passione non è l'amore nel senso romantico della parola, ma l'attrazione
sensuale, la vanità e la reputazione sociale. Il matrimonio è stato oggetto di molte opere teatrali,
solitamente viste come un mezzo per creare alleanze ricche. Le trame erano solitamente piuttosto
complesse, coinvolgendo mascheramenti e rivelazioni a sorpresa. Le commedie erano generalmente
ambientate a Londra, in case aristocratiche o caffetterie, i luoghi d'incontro preferiti dell'alta società. Nelle
commedie della Restaurazione troviamo un marcato antagonismo tra la campagna e la città.
A differenza del teatro elisabettiano, il teatro della Restaurazione non è mai stato popolare a livello
nazionale. La maggior parte del paese non era interessata al mondo spiritoso ma superficiale e cinico della
commedia della restaurazione. Verso la fine del secolo la commedia della Restaurazione stava declinando
insieme alla società che l'aveva prodotta.

700 – L’ILLUMINISMO
L'illuminismo in Inghilterra (Enlightenment) è un movimento culturale e filosofico iniziato nella seconda
metà del secolo XVII, caratterizzato dalla discussione su quei temi gnoseologici, etici e politici che
anticipano il pensiero francese del Settecento. L'illuminismo inglese, che aveva già ampiamente trattato, ad
opera di John Locke, e approfondito, con il pensiero di David Hume, le questioni sulla gnoseologia, sull'etica
e la politica - tematiche queste considerate acquisite e riprese dalla cultura francese del Settecento - si
interessa soprattutto del problema morale e religioso. Le ragioni di questa scelta risiedono nella particolare
situazione storica inglese. Mentre infatti in Francia l'illuminismo diffonde le esigenze della borghesia
progressista tesa ad abbattere l'assolutismo monarchico, in Inghilterra i benefici effetti della "gloriosa
rivoluzione" del 1688 avevano contribuito a risolvere i problemi del rapporto tra l'istituto monarchico e il
parlamento. Nonostante l'Atto di Tolleranza del 1689 che decretava la fine delle persecuzioni religiose, il
ricordo delle discriminazioni religiose al tempo dell'assolutismo degli Stuart e della dittatura di Oliver
Cromwell faceva sentire negli animi il rischio di un ritorno a quella condizione di intolleranza. Per questo il
dibattito degli intellettuali sulla religione non si ferma e costituisce la particolare caratteristica
dell'illuminismo in Inghilterra. Il culto della ragione, la condanna del trascendentalismo religioso, l'esigenza
di riforme politiche e sociali, che formavano il patrimonio pratico dell'Illuminismo, trovarono larga
applicazione anche in campo letterario. A. Pope definiva grande l'opera letteraria che sapeva incitare
l'umanità al bene. Si riscoprì nei classici antichi un esempio di saggezza, che disciplina la fantasia e la
soggettività, dando il gusto dell'intelligenza. S'ispirarono alle nuove idee illuministiche gli scritti di J. Swift,
improntati a una satira acre della società, la Favola delle api di B. Mandeville, il Robinson Crusoe di D. De
Foe, che voleva esaltare l'uomo in quanto costruttore di un suo mondo in cui sopravvivere. Spunti polemici
e auspicanti una nuova società illuminata dalla ragione si trovano nei periodici di R. Steele e di J. Addison, in
particolare nello Spectator; nelle opere narrative di H. Fielding e di T. Smollet è esaltata l'intraprendenza
individuale; una speranza di tempi nuovi si trova in S. Johnson. In Francia s'ispirarono alle forme più vive
dell'Illuminismo il dramma borghese di Diderot, le Lettere persiane di Montesquieu e molte altre opere, dal
romanzo alla satira sociale. In Italia, nonostante la sua subordinazione a quello francese e inglese,
l'Illuminismo ebbe notevoli manifestazioni letterarie: lo si riscontra con grandi esigenze di rinnovamento
civile nella satira di Parini, nelle affermazioni umanitarie di Muratori e di Beccaria, in perorazioni e squarci
storici di Filangieri e di Spedalieri; per effetto dell'Illuminismo l'Arcadia ritornò alla ragione, esaltò l'amore
per la natura e predilesse le opere della pace. In Germania l'Illuminismo trovò particolare manifestazione
nell'opera di Lessing (Nathan il Saggio, il Laocoonte, la Drammaturgia di Amburgo), come in tutto il dramma
borghese. Nella stessa Spagna furono presenti motivi d'ispirazione illuministica, per esempio nelle Lettere
marocchine di Cadalso. Rispetto al Rinascimento, l’Illuminismo relega Dio ai margini del mondo, l’ uomo
diviene il fabbro totale della propria sorte. Parimenti, l’illuminismo è erede della Rivoluzione Scientifica,
divenendone di fatto la sua vera e propria filosofia. L’Illuminismo è anche erede delle due grandi scuole
filosofiche dell’età moderna: il razionalismo e l’empirismo. Quando Cartesio stabilisce che si deve accettare
per vero solo ciò che appare alla mente, pone le basi dell’Illuminismo. Tuttavia, rispetto al razionalismo,
l’Illuminismo è contrassegnato da una rigorosa autolimitazione della ragione nel campo dell’esperienza e
della volontà di estendere la ragione anche al dominio della religione. Dall’altro lato, pur essendo
influenzato dall’empirismo, l’Illuminismo si distingue per una maggiore fiducia nella ragione umana. La
ragione, tuttavia, non è concepita come la sola dimensione dell’uomo. E’ dovuta infatti agli illuministi la
scoperta del sentimento come categoria spirituale a sé. L’ostilità dell’Illuminismo nei confronti delle
religioni nasce in primo luogo da una mentalità razionalistica che misconosce il concetto di rivelazione. In
secondo luogo, gli illuministi ritengono che le varie religioni della storia abbiano contribuito, con il potere
politico, a tenere i popoli nell’ignoranza. Infine, essi, convinti che la ragione vuole la felicità, reputano che la
religione abbia intristito gli uomini con il senso del peccato, della morte e del castigo. Nell’ambito della
critica illuministica alla religione distinguiamo il filone deista e quello ateo. Il deismo crede in una religione
naturale e immutabile, fondata su un nocciolo razionali di verità comuni, come l’esistenza di Dio e i principi
morali riguardanti l’amore ed il rispetto dei simili. La religiosità laica del deismo si concretizza così in
un’etica universale che abbraccia tutti gli uomini. La corrente atea ritiene invece che la religione sia di per
sé un fenomeno patologico ed irrazionale, che non sgorga dall’intelletto ma dalla paura. Jean Meslier
interpreta la religione in chiave politica, ritenendo che la sottomissione al Monarca divino voluta dalle
religioni non sia che una manovra per sottomettere i popoli ai monarchi umani. Tuttavia, al di là delle loro
posizioni, gli illuministi hanno difeso la possibilità di professare un qualsivoglia credo religioso. Gli
illuministi ritengono che l’unico soggetto della storia sia l’uomo, e che ogni teoria che fondi la storia su Dio
e la Provvidenza mistifichi la reale condizione umana. Queste teorie sono una causa dell’immobilismo delle
masse, portate a sperare in una soluzione dall’alto dei propri problemi.

800 – POSITIVISMO
Il positivismo è un movimento filosofico e culturale, nato in Francia nella prima metà dell'Ottocento e
ispirato ad alcune idee guida fondamentali riferite in genere all'esaltazione del progresso scientifico. Questa
corrente di pensiero, trainata dalle rivoluzioni industriali e dalla letteratura a esso collegata[1], si diffonde
nella seconda metà del secolo a livello europeo e mondiale influenzando anche la nascita di movimenti
letterari come il verismo in Italia e il naturalismo in Francia. Henri de Saint-Simon introdusse per la prima
volta il termine "positivismo". Il positivismo non si configura dunque come un pensiero filosofico
organizzato in un sistema definito come quello che aveva caratterizzato la filosofia idealistica, ma piuttosto
come un movimento per certi aspetti simile all'illuminismo, di cui condivide la fiducia nella scienza e nel
progresso scientifico-tecnologico, e per altri affine alla concezione romantica della storia che vede nella
progressiva affermazione della ragione la base del progresso o evoluzione sociale.
Per certi aspetti il positivismo appare una originale riproposta del programma illuministico con cui
presenta delle affinità quali:

 la fiducia nella ragione e nel sapere al servizio dell'uomo come mezzi per conseguire la "pubblica
felicità"obiettivo questo fallito dagli illuministi per cui i positivisti si propongono di portare ordine,
tramite il metodo scientifico applicato in ogni campo delle conoscenze umane, per una
riorganizzazione globale della società resa caotica dalle rivoluzioni che l'hanno sconvolta.
 esaltazione della scienza vista in contrapposizione alla metafisica: «il metodo scientifico avrebbe
dovuto sostituire la metafisica nella storia del pensiero» (positivista è il grido "Keine Metaphysik
mehr!", "non più metafisica!").
 una visione laica e tutta immanente della vita dell'uomo in contrasto con i pensatori cattolici.

Nello stesso tempo il positivismo si caratterizza per incisive differenze con l'illuminismo:

 mentre gli illuministi combattevano contro la tradizione metafisica e religiosa e i privilegi


dell'aristocrazia in una visione del mondo ancora dominante, i positivisti, che pure si oppongono a
quella tradizione che ostacola la razionalizzazione della cultura e della società, agiscono contro
posizioni anacronistiche e in nome di un atteggiamento culturale che è già consolidato in una
società borghese stabilmente al potere con una mentalità scientifica e laica ormai largamente
condivisa.
 mentre il riformismo illuminista tendeva a tradursi in una rivoluzione, come fu poi quella francese,
il riformismo positivista è antirivoluzionario e, pur contrastando la vecchia tradizione, è ostile alle
nuove forze rivoluzionarie del proletariato e alla pretesa scientificità dell'ideologia socialista.
 mentre gli illuministi, come Kant, ancora si preoccupano di dare una giustificazione teorica del
valore limitato di verità delle scienze, i positivisti la danno per scontata e puntano a una "visione
scientifica globale del mondo" cadendo nella metafisica di un'interpretazione unica e totale della
realtà.
 gli illuministi ricorrono alla scienza, pur con il suo limite, contro la metafisica e la religione, i
positivisti rendono la scienza una metafisica di certezze assolute con la fondazione di una nuova
religione scientifica.

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