Shaolin - I Segreti Del Sacro Tempio PDF

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SHAOLIN

I SEGRETI DEL SACRO TEMPIO


Al mio amato Maestro

INDICE GENERALE

1. DA CUORE A CUORE

2. DEDICA ALL’AUTORE

3. INTRODUZIONE

4. L’ADDESTRAMENTO DEI MONACI

5. IL GIOVANE SMARRITO

6. L’ABATE DEL TEMPIO

7. I DISCEPOLI YOGI SHAOLIN

8. LA MENTE COME L’ACQUA

9. IL TAO DEL TAI CHI

10. IL VECCHIO GATTO

11. IL RUGGITO DELLA TIGRE

12. LE 18 MANI DEL BUDDHA

13. CELEBRAZIONE DEL RESPIRO

14. LE QUATTRO DIMORE CELESTIALI

15. AWALOKITESWARA – ESSERE LUCE

16. ILLUMINAZIONE IN CAMMINO

17. I 10 ESERCIZI PREZIOSI

18. LA CAMICIA ENERGETICA

19. LA LEGGIADRIA DELLA MANTIDE

20. LA GRU BIANCA

21. LA POTENZA DEL DRAGO

22. LA SINUOSITA’ DEL SERPENTE

23. LA MEDITAZIONE BODHIDHARMA


PARTE SECONDA

24. I 10 ESERCIZI PREZIOSI

25. LA CAMICIA ENERGETICA

26. LA LEGGIADRIA DELLA MANTIDE

27. LA GRU BIANCA

28. LA POTENZA DEL DRAGO

29. LA SINUOSITA’ DEL SERPENTE

30. LA MEDITAZIONE BODHIDHARMA

DA CUORE A CUORE

Prima che nascessi io vidi quel meraviglioso sorriso.

Non so come, non so dove, ma lo vidi.

Fu lunga e faticosa la ricerca, non scevra da pericoli, errori e illusioni.

Ma quando i miei occhi furono in grado di vedere, quando le mie orecchie furono in grado di sentire,

quando la mia mente fu in grado di tacere; quando al di là dei cinque sensi fui in grado di percepire, io lo

vidi.

Vidi quel sorriso sul tuo viso – mi rivolgo a Te che stai leggendo questo libro - , ed è lo stesso sorriso del

Buddha, lo stesso sorriso di Gesù.

Che queste pagine siano per Te di aiuto nel trovare il tuo “VERO VOLTO”.

DAL MIO CUORE AL TUO CUORE!

A. ABBRUZZO
DEDICA ALL’AUTORE

Questo scritto è dedicato al nostro Maestro Angelo Abbruzzo che ci ha trasmesso con grande amore e

pazienza la disciplina dell’EQUILIBRIO, dell’ARMONIA, della LUCE.

Donandoci una tecnica, una visuale e soprattutto un pezzetto della sua vita.

Abbiamo visto, udito, assorbito e fatto nostro tutto questo che sarà per noi la coltivazione di un seme

prezioso.

Cosa è stato per noi la pratica dello SHAOLIN ? Innanzi tutto unione, centro e luce, immersione nelle cose

più estese e più grandi: finestra sulla vita.

Gli incontri sono stati sempre uno scambio di idee, di percezioni, di angolazioni e di sfaccettature, ma

soprattutto di silenzi, dove il cuore si tuffava per espandersi.

Poi, a casa, davanti al lavello e nelle più semplici e banali mosse quotidiane, ecco nascere la riflessione e

l’assimilazione di ciò.

L’arricchimento diveniva entusiasmante ed era così legato alla pratica quotidiana da desiderare subito il

gradino successivo !

Vi era poi un settore particolare che accompagnava gli incontri che consisteva nei sogni: sì, proprio i sogni,

cioè quel lavoro notturno che continuava nel subconscio, fatto quando la mente forse tace e lo Shaolin

agisce.

Visioni legate all’azione di questa potente energia mossa che iniziava il suo lavoro sotterraneo.

Come nei movimenti della vita, ecco che si avanza e ci si ritira continuamente, si prendono chiare direzioni

verso tutti i punti della conoscenza per poi ritornare sempre alla base, al centro, al punto zero, al punto

dove yin e yang si incontrano e nasce la quiete.

Si dice nella Bhagavad Gita: “… combatti Arjuna, combatti…”.

Ma con quali mezzi ?

Eccone uno a portata di mano per il XX secolo e per i secoli a venire, riesumato, si direbbe, dal cassetto

della nonna: Semplice, Sicuro, Vigoroso, che racchiude in sé il tutto.

Per ciascuna di noi sicuramente lo Shaolin ha operato un cambiamento, ci ha fatto scoprire “la Vena d’Oro”,

il nostro timbro speciale, la nostra caratteristica, la nostra unicità nell’universo e non continuiamo oltre per

non scoprire anche il senso di onnipotenza che a volte ti fa volare via, dimenticando la più docile delle virtù:

l’UMILTA’.
Siamo parte del Tutto ed ognuno ha un proprio ruolo nel tutto. Nessuno è uguale all’altro e ci vogliono molti

pezzi diversi per comporre l’insieme, esattamente come un orologio smontato dove ci sono svariati

ingranaggi che, visti sparsi, divisi, ci si chiede come possano riuscire a formare uno strumento per l’esatta

misurazione del tempo. Ma quando un orologiaio prende ogni pezzo, lo mette al suo posto, non solo ci si

accorge che l’orologio funziona, ma che segna anche l’ora esatta.

Finché ogni più piccolo elemento rimane al suo posto e fa il proprio lavoro tutto funziona bene.

Fatto questo ora non ci resta che dare il meglio di noi !

Pensiamo sempre di essere gli artefici mentali delle nostre scelte ma può essere che siano altre vibrazioni,

forse quelle dello Shaolin, ad operare.

Forse è stata sufficiente una frazione di silenzio perché lo Shaolin ci facesse pervenire il suo richiamo.

Perciò non servono diserzioni né scientifiche né filosofiche. E’ solo una questione di silenzio e di ascolto, è

solo l’aver percepito che nel Respiro Cosmico esiste anche il respiro dello Shaolin, con il suo ritmo, le sue

energie in movimento, la sua danza ancestrale e così in quella frazione di secondo si è creato un feeling che

va coltivato, amato, assecondato non con la sola contemplazione, ma con l’azione e l’esercizio. L’allievo

deve trovare dentro di sé la “sua” forma con costante esercizio e dopo lungo lavoro di imitazione.

Quindi per un buon apprendimento occorre che si veda il “modello” nella pratica della forma, nella pratica

della vita.

Non solo il maestro è importante, ma anche l’armonia di una classe è elemento fondamentale che va

ricercato continuamente.

Sappiamo che ognuno di noi stabilisce rapporti affettivi a carattere positivo nei confronti di coloro che vede

come persone che hanno contribuito o contribuiscono ad ampliare il suo spazio di movimento cognitivo.

L’aver avuto esperienza di Hatha Yoga, di Meditazione e di amicizia con le persone di un gruppo

antecedente l’apprendimento dello Shaolin è stato un elemento importante, anche se la conoscenza a volte

scatena processi psicologici o pulsioni inconsce, fenomeno di rimozioni precedenti.

Ma non solo la mente rispecchia il vissuto, ma anche il nostro corpo è un’immagine della vita passata; si sa,

per esempio, che traumi psichici ed emotivi tendono ad irrigidire i tessuti muscolari del corpo.

Perciò è necessario un accurato lavoro sul nostro fisico, sulla mente e sullo spirito, un lavoro di unità legato

dal respiro.

Le applicazioni non sono semplici da apprendere, ma sono utili per contrapporre il vuoto al pieno e sono un

valido artificio mentale per memorizzare le posizioni.


L’Equilibrio, l’Armonia, la Creatività che ognuno apporta alla forma, sono già dentro di noi, ma il lavoro per

farle emergere è lungo e faticoso.

Michelangelo, di fronte ad un blocco di marmo, dice: “Basta togliere il superfluo e tutto è già lì.”

Siamo consapevoli che per te, Maestro, sia stato un grande lavoro, tuttavia pensiamo che anche tu, vicino a

noi, ritempravi le forze prendendo, forse, un po’ di ossigeno per il compito gravoso che ti aspettava in città.

Le nostre vibrazioni di Bene, Amicizia, Fratellanza, Unità li si moltiplicavano e formavano un tutt’uno a cui

attingere.

CARO MAESTRO Grazie Grazie Grazie

Marisa

Elena

Cristina
“SE UN UOMO COMPIE IL BENE

LO COMPIA RIPETUTAMENTE,

LO COMPIA INTENZIONALMENTE;

LA GIOIA SI ACCUMULA COL BENE.”

Dhammapada: V.118

INTRODUZIONE

Immaginate di essere all’interno del Sacro Tempio Shaolin: in una sala soffusa di luce c’è un uomo vestito di

nero, è un Monaco dallo sguardo fermo, vivo ed intenso.

Osservatelo con l’immaginazione, con l’occhio della vostra mente:

Il suo respiro naturale e profondo lo unisce alle forze del cielo ed a quelle della terra. Tutto il suo essere è in

uno stato di concentrazione totale nella posizione del PALO IMMOBILE (CHING TSO) mentre la sua energia

si irradia sino a riempire lo spazio attorno.

Dopo questo esercizio, apparentemente statico, ora le sue braccia, le mani, la testa, le gambe e tutto il suo

corpo compongono nello spazio le figure dei cinque mitici animali: la GRU, il SERPENTE, il DRAGO, il

LEOPARDO e la TIGRE.

- Eccolo spiegare le ali nella GRU (HO) muovendosi con grande leggerezza, armonia ed equilibrio.

- Eccolo assumere le movenze sinuose e ondeggianti del COBRA (SHE), le sue mani colpiscono col suo

micidiale morso.

- Ora la sua respirazione diviene più intensa nelle movenze del DRAGO (LUNG) fluide, circolari e potenti.

- Ora il suo corpo assume l’aspetto di un LEOPARDO (PAO) che con la sua tipica felinità balza e azzanna

la preda alla gola.

- Da leopardo si trasforma in una TIGRE (HU) che ruggisce.

Il respiro del Monaco, sempre profondo e consapevole, attiva l’ENERGIA COSMICA (CHI). Questa energia

lo pone in collegamento con tutto ciò che vive e pulsa, poiché tutto l’universo è manifestazione – sottile o

grossolana – della stessa energia.

Il Monaco lo sa, non per sentito dire, ma perché ha sperimentato direttamente e tutto il suo essere è in uno

stato di armonia e di unità.


Ora il Monaco, girando 3 volte su se stesso in senso orario, saluta il sole nascente – simbolo dell’Assoluto -

e si siede su un cuscino nella postura triangolare per meditare. Mentre il Monaco è assorto in meditazione,

nella sala profumata di incenso, sembra riecheggino le parole del grande Yogi NAGARJUNA:

“CH’IO POSSA ANNUNCIARE SENZA TURBAMENTO LA VERITA’ (DHARMA)

A TUTTI GLI ESSERI, CH’IO POSSA DARE LORO GIOIA, SERVIZIO, CONOSCENZA.”

Dopo l’immobilità il movimento (YANG),

dopo il movimento l’immobilità (YIN).

Al di là del movimento e dell’immobilità vi è uno stato di vuoto (WU CHI) non sottoposto alla LEGGE DEI

CONTRARI.

In questo vuoto scompare ogni dualismo e sorge l’AMORE INCONDIZIONATO per tutte le creature che, in

varie sfaccettature, si manifesta essenzialmente come:

- COMPASSIONE (KARUNA)

- BENEVOLENZA (MAITRI)

- GIOIA ALTRUISTICA (MUDITA)

Sul Monaco meditante si posa la mano benedicente del Risvegliato (BUDDHA). Egli ripete all’assemblea

degli esseri di Luce presenti nella sala le parole che già disse 2.500 anni fa:

“Ecco, o Amici, un uomo con la mente rivolta alla benevolenza vive irradiandola verso una regione, verso

una seconda, versa una terza regione, con il cuore pieno di amore grande, abbondante, accresciuto senza

misura, libero da odio e da afflizione.

Possano tutti essere felici, tutti gli esseri deboli e forti senza eccezione; nelle sfere superiori, medie, inferiori

dell’esistenza; piccoli o grandi, visibili o nascosti, vicini o lontani, nati o non ancora nati. Possano tutti star

bene ed essere felici.”

(METTA SUTTA)

Ora il Monaco, uscendo dallo stato meditativo, prende alcune respirazioni profonde.

Prima di continuare con la pratica del SOLO EXERCISE (TAI CHI CHUAN) ricorda alcuni versi dei SACRI

VEDA:

“…Il Saggio perseverante nella gnosi acquisita non disperda la mente nelle molte parole, futile risonanza di

voce.”
“NON FARE IL MALE, ESERCITARSI
NEGLI ELEMENTI SALUTARI,
PURIFICARE LA MENTE, QUESTA E’
L’ESSENZA DELLA DOTTRINA.”
Dhammapada: V.183

L’ADDESTRAMENTO DEI MONACI

Lo scopo, quindi, dell’insegnamento dei grandi Maestri del Sacro Tempio Shaolin, non era quello di creare

combattenti invincibili, ma bensì GUERRIERI SPIRITUALI, uomini del cuore compassionevole, uomini veri.

Questi uomini, questi monaci, venivano forgiati nel corpo e nello spirito attraverso allenamenti durissimi che

si svolgevano giornalmente in una delle sale del Tempio.

La pratica era sempre condotta da un Maestro che insegnava più con l’esempio che con la parola affinché

gli allievi potessero sperimentare direttamente la verità di ciò che veniva trasmesso senza l’intervento del

mentale che assai spesso distorce la percezione del reale.

Oltre alla meditazione i monaci venivano addestrati con la pratica dei 5 ANIMALI (WU HSING CHUAN), la

MANTIDE RELIGIOSA (TAN LANG), le 18 MANI DEL BUDDHA (SHO PA LO HAN SHOU), esercizi respiratori

(CHI KUNG), sacre formule (MANTRAS) e tecniche di guarigione.

Raggiunto un certo livello, poi, ogni aspirante monaco riceveva l’INIZIAZIONE a pratiche specifiche miranti

al raggiungimento dello stato di illuminazione (BUDDHITA’).

Naturalmente non tutti i praticanti divenivano MONACI (BIKKSHU), poiché le pratiche molto severe

portavano ad una selezione tanto spontanea quanto spietata.

Quelli che riuscivano a superare le difficoltà, oltre ad essere illuminati, divenivano MONACI GUARITORI.

Le pratiche di guarigione andavano dalla imposizione delle mani (PRANOTERAPIA), all’attivazione dei vortici

di energia (CHAKRAS), dall’uso di pozioni medicinali a formule magiche che conferivano al Monaco il potere

di guarire, allontanare interferenze esterne ed orientare eventuali spiriti ossessori dalla persona malata.

Gli INIZIATI, raggiunto un alto livello di pratica e la padronanza del TAI CHI, ovvero la danza cosmica

celebrativa dei contrari (YIN-YANG), si dedicavano solamente alla pratica meditativa ed alla preghiera per il

bene, la pace e l’illuminazione di tutti gli esseri senzienti.

A questo punto un monaco diveniva BODHISATTWA, vale a dire un uomo che pulsa d’Amore e che aiuta

vibrazionalmente tutti gli esseri dei 3 Mondi:

- MATERIALE

- ASTRALE

- MENTALE
Quello del Bodhisattwa è un operare costante, giorno e notte, un aiuto invisibile, un dono senza volto.

E in questo dono possiamo anche vedere il significato sostanziale delle parole del CRISTO:

“Nessuno ha amore più grande di colui che dona la vita per salvare i suoi fratelli.”

“CHI CERCA LA SUA GIOIA

INFLIGGENDO AD ALTRI DOLORE,

CONFUSO ED INTESSUTO DI OSTILITA’,

MAI SI LIBERA DALLE OSTILITA’.”

Dhammapada: V.291

IL GIOVANE SMARRITO

In attesa di impartire gli insegnamenti Shaolin ai suoi discepoli, il monaco riceve la visita di un giovane dallo

sguardo smarrito.

“Perché sei venuto a me figliolo ?“

“Sono venuto da te perché ho delle grosse perplessità. Ci sono cose che vorrei capire e non capisco. Tante

cose a cui vorrei credere e tante cose che vorrei vedere.

Ma a chi devo credere ?

Che cosa devo vedere ?

Che cosa devo capire ?

Maestro, mi hanno indicato tante strade, mi hanno raccontato tante cose ed ora non capisco più nulla.

Avevo un grande entusiasmo ed ora ho perso anche quello. Ho provato il male, ho provato il bene. Ho

provato l’amore ed il dolore. Ho vissuto da ricco e da povero. Tutto ho provato. Sono arrivato ad un punto

in cui non mi interessa più vivere così.

Solo una volta ero così vicino alla soluzione del problema del nascere e del morire che credevo di scoprirlo

da un momento all’altro.

Ero in preghiera.

Mi ero avvicinato così tanto a quella emissione di forza che il cervello si era fatto aiutare da ogni cellula del

corpo. Ero vicino a quella luce, anzi vicinissimo; quella luce che trascende le forme, le forze e le simmetrie.

Ma poi dopo un po’ di tempo, di nuovo l’ottundimento ed il caos.”


“Chissà com’è – disse il monaco – passare il tempo tra un fiore e l’altro come fanno le farfalle.”

“Perdonami maestro se ti sto annoiando con le mie chiacchiere.”

Il monaco lo guardò, gli poggiò le mani sulle spalle e gli diede un bacio sulla fronte. Attraverso i rami, le

foglie, la vegetazione passò una leggera brezza di santità e fu come un momento di grande festa per tutta

la natura.

“Figliolo – disse il maestro – tu vuoi capire un universo dove tutto è capito. Ragionare dove tutto è lume. Far

entrare nella tua mente l’immenso con parole. Lascia i filosofi e le religioni e prendi la strada della saggezza.

Attraverso la meditazione e la conoscenza interiore, tutto ti parlerà, e capirai la filosofia e la religione,

perché nulla fa luce senza la comprensione di te stesso. Solo per questa via la vita si fa comprensibile.

Ora figliolo recati alla sala del Buddha dove potrai ascoltare il discorso dell’Abate del Tempio."
“SE UN UOMO CHIARAMENTE PARLA

O AGISCE LA GIOIA LO SEGUE,

COME OMBRA CHE NON ABBANDONA.”

Dhammapada: V.2

L’ABATE DEL TEMPIO

L’abate del tempio, monaco anziano e grande saggio, inizia il discorso sulla conoscenza delle 4 NOBILI

VERITA’ (ARYA SACCA):

“Ecco, o amici, un monaco che secondo realtà conosce:

- QUESTO E’ DOLORE

- QUESTA E’ L’ORIGINE DEL DOLORE

- QUESTA E’ LA CESSAZIONE DEL DOLORE

- LA VIA CHE PORTA ALLA CESSAZIONE DEL DOLORE E’ L’OTTUPLICE SENITERO (ARYA MARGA)

Ecco, o amici, la prima nobile verità:

- nascita è dolore,

- morte è dolore,

- vecchiaia è dolore,

- la perdita di ciò che si crede di possedere è dolore,

- non ottenere ciò che si desidera è dolore.

Ecco, o amici, la seconda nobile verità:

- tutto ciò che è attaccamento o avversione nei confronti dei 5 punti precedenti è dolore.

Ecco, o amici, la terza nobile verità:

- essa è costituita dalla cessazione dell’ignoranza (AVIDHYA) e dai suoi due precedenti poli opposti

(ATTACCAMENTO e AVVERSIONE).

Ecco, o amici, la quarta nobile verità dell’ottuplice sentiero:

1. retta visione

2. retta intenzione

3. retta parola

4. retta azione

5. retta vita
6. retto sforzo

7. retta concentrazione

8. retta meditazione

Ecco, o amici, un monaco che così conoscendo la via che porta all’annientamento del dolore giorno e notte

si applica:

- egli si adopera, tende lo spirito, si esercita con il proposito di aiutare tutti gli esseri;

- egli si adopera, tende lo spirito , si esercita con il proposito di astenersi dal dire parole aspre, dal

discorso calunnioso, dal vuoto cicaleccio;

- egli si adopera, tende lo spirito, si esercita con il proposito di non togliere la vita ad alcun essere

vivente;

- egli si adopera, tende lo spirito, si esercita con il proposito di astenersi dal prendere il non dato;

- egli si adopera, tende lo spirito, si esercita con il proposito di cercare in sé la volontà alla stabilizzazione

di cose buone sorte, accrescerle, svilupparle, completarle.

E così, o amici sorge nel monaco la chiara comprensione delle 4 DIMORE DIVINE (BRAHAMA VIHARA):

- il monaco solerte, consapevole, perspicace si diletta nel soggiornare nella benevolenza;

- il monaco solerte, consapevole, perspicace si diletta nel soggiornare nella compassione;

- il monaco solerte, consapevole, perspicace si diletta nel soggiornare nella gioia simpatetica;

- il monaco solerte, consapevole, perspicace si diletta nel soggiornare nell’equanimità.

“Chi consapevole – disse il Risvegliato (BUDDHA) – coltiva simpatia smisurata verso tutte le creature;

chi consapevole offre rifugio e protezione a tutti gli esseri senzienti;

chi consapevole si rallegra per la felicità altrui osserva la disciplina;

chi osserva la disciplina ha conoscenza e chi ha conoscenza osserva la disciplina.”

Ora l’Abate ed i monaci Shaolin intonano un sacro mantra:

“NAMU TASSA BHAGAVATU ARAHATU SAMMASAMBUDDHASSA”

(Gloria a Lui, al sublime, al venerabile, al perfetto Risvegliato.)


“ECCELSO E’ L’OTTUPLICE SENTIERO,

VIA ALLE QUATTRO NOBILI VERITA’.

LA LIBERAZIONE DALLA BRAMA E’ IL

PIU’ ALTO ELEMENTO PER COLORO

CHE HANNO DUE PIEDI E OCCHI”.

Dhammapada: V. 273

I DISCEPOLI SHAOLIN

Ora il Monaco, predisponendosi interiormente a ricevere i suoi quattro discepoli, si rammenta le parole del

Maestro:

“Ciascuno istruisca prima se stesso poi istruisca gli altri.”

“Ciascuno guidi prima se stesso poi guidi gli altri… .”

I quattro discepoli entrano nella sala a MANI GIUNTE, con attenzione, gratitudine e rispetto.

Essi intuiscono quanto siano fortunati per il fatto di poter apprendere lo Shaolin nel Sacro Tempio e i loro

occhi fiduciosi guardano il monaco che li accoglie amorevolmente.

“COME UN GROSSO MASSO

NON E’ MOSSO DAL VENTO,

COSI’ DA BIASIMO O DA LODE

NON E’ MOSSO IL SAGGIO.”

Dhammapada: V. 81

LA MENTE COME L’ACQUA

“L’acqua, o miei diletti, scorre sempre per raggiungere un livello armonioso, non ha forma propria ma

prende quella del recipiente che la contiene. Può, così, assumere qualsiasi forma senza perdere la sua

identità e vincere ogni battaglia senza combattere, infatti nella sua natura di acqua non c’è sforzo ma

fluidità.

Osservatela con l’occhio mentale:

- turbinante nelle cascate

- calma nella superficie di un lago


- minacciosa in un torrente

- dissetante in una fresca sorgente.

Essa ad ogni spinta, ad ogni impedimento risponde con un movimento complementare, senza opporre

resistenza, lasciandosi fluire, come la vita, nella continua trasformazione naturale.

Trasformazione secondo natura, vuol dire muoversi in armonia con le leggi della vita universale.

Tutto ciò che viene manipolato con la prevaricazione, tutto ciò che viene represso; tutto ciò che viene

contratto; tutto quello che ha connotazione mentale negativa si trasforma in ghiaccio e in questo non fluire

con la vita ecco il freddo e il gelo, la paura che attanaglia e paralizza.

Sia, perciò, la vostra mente come l’acqua: libera, fresca e pura, o miei diletti, sappiate che non vi sono

nemici da combattere se non quelli che sono in voi, nella vostra mente.

Allora vincere veramente vuol dire conoscere se stessi, osservare i fantasmi mentali che, a volte, assumono

l’apparenza di mostri e integrarli nella chiara consapevolezza della natura di Buddha, cioè la nostra vera

natura.

Così, in questa osservazione senza giudizio o condanna, in questa consapevolezza amichevole, calda e

accettante i mostri che assumono l’aspetto dell’ignoranza con i suoi 5 parenti stretti costituiti da:

- Attaccamento

- Avversione

- Indolenza

- Dubbio

- Confusione

vengono trasformati come il ghiaccio che sciogliendosi ritorna a fluire. Come disse un grande saggio:

“Senza impurità nell’acqua

Dello Spirito

Chiara è la luna

Anche le onde vi si infrangono

E sono trasformate in Luce.”

Ora meditiamo, o miei diletti, iniziando con una proposizione:

CHE IO POSSA ESSERE IN PACE

CHE IO POSSA ESSERE LIBERO

CHE IO POSSA ESSERE FELICE.


Non sia questa proposizione una vana ripetizione, un inutile chiacchiericcio mentale, bensì una totale

identificazione con le qualità evocate sapendo che esse sono da risvegliare, non da acquisire, giacché sono

già dentro di noi. Ecco perché quando le sentiamo risuonare in tutto il nostro essere ci sentiamo a casa,

nella nostra “VERA CASA”.

I 4 discepoli seduti in CERCHIO assieme al monaco meditano a lungo, immobili come statue esternamente

ma interiormente vivi, vibranti, consapevoli.

Ora il monaco intona un sacro mantra di guarigione spirituale rivolto ai suoi discepoli e, nel contempo, a

tutti gli esseri senzienti:

“OM TARE TUTTARE TURE SOHA”


“LO STOLTO CHE RICONOSCE

LA SUA STOLTEZZA E’ SAGGIO,

MA LO STOLTO CHE SI REPUTA

SAGGIO DA SE STESSO,

GIUSTAMENTE E’ CHIAMATO STOLTO.”

Dhammapada: V.63

IL TAO DEL TAI CHI

“Ecco la danza cosmica celebrativa dei contrari, o miei diletti.

Essa racchiude un mondo di sottigliezza, di bellezza e di armonia, giacché è l’ARTE SUPREMA da

padroneggiare prima di accedere allo stato di boddhisattwa.

Dunque, o diletti, immergendovi nel TAO, fluite liberi e freschi come l’acqua; sia rilassato il corpo, sia

rilassata la mente, sia rilassato tutto il vostro essere.

Questa immersione nel TAO, è una immersione nel tutto, immersione nel mare dell’energia cosmica.

Il TAO – come è detto nelle antiche scritture – è pienezza senza inizio e senza fine. Dalla pienezza si attinge

pienezza, attinta la pienezza dalla pienezza, la pienezza rimane tale.

In questa immersione nell’eterno TAO, in questo fluire come l’acqua, siete nell’infinito continuo presente, o

miei diletti.

A conclusione della forma, dopo aver disegnato nello spazio le 108 figure del TAO, vi troverete in uno stato

d’essere nel quale cadono i veli che coprono la luce; allora spontaneamente si produce l’esperienza

benedetta, simile ad uno stato di grazia.”

Guidati dal monaco precettore, i discepoli si muovono con una leggerezza e armonia tale da sembrare

fluttuanti nello spazio nella sequenza dell’ULTIMA ARTE.


“COME LA PIOGGIA PENETRA

IN UNA CASA DAL TETTO SCONNESSO,

COSI’ LA BRAMA PENETRA

NELLA MENTE NON BENE ESERCITATA,

NON ESPERTA, NON EQUILIBRATA.”

Dhammapada: V.13

IL VECCHIO GATTO

Molti anni fa viveva un esperto nell’arte della spada di nome Shoken. Un giorno un grosso topo entrò nella

sua casa infastidendolo continuamente senza che egli riuscisse a catturarlo.

Shoken acquistò allora un gatto che subito balzò sul topo, ma fu morso ferocemente sul naso e messo in

fuga.

Shoken sorpreso, si fece prestare dei suoi vicini alcuni gatti esperti cacciatori. Li rinchiuse in casa, ma tutti

furono feriti e messi in fuga dal terribile topo.

Shoken disse allora al suo servo: “Mi hanno detto che nel paese vicino vive un gatto molto famoso. Và a

fartelo prestare dal suo proprietario.”

Il domestico tornò con un gatto vecchio, malandato, dall’aria pacifica e sonnolente, che non sembrava

assolutamente in grado di far fronte all’avversario. Lo stesso topo vedendolo si rassicurò e sottovalutandolo

non gli prestò soverchia attenzione, ma il vecchio gatto con un balzo gli fu sopra e lo uccise.

La sera stessa tutti i gatti si riunirono nel granaio di Shoken e messo al posto d’onore l’eroe del giorno gli

dissero: “Finora noi pensavamo di essere degli ottimi cacciatori di topi e ci siamo allenati per anni a

catturarli, tuttavia siamo stati tutti battuti dal topo che tu sei riuscito con facilità ad uccidere. Qual è il tuo

segreto?”

Il vecchio gatto sorrise e disse: “siete degli ingenui; vi siete abituati a combattere un solo tipo di avversario

e quindi non sapete come cavarvela quando incontrate un topo diverso dagli altri; ma ora raccontatemi

piuttosto come vi allenate.”

Un gatto nero prese per primo la parola: “Sono nato da una nobile famiglia di cacciatori di topi e mi alleno a

fare i balzi più lunghi, più alti e più veloci di tutti.”

Il vecchio gatto così replicò: ”Nella difficile arte della cattura del topo tu ti sei specializzato solo nel salto. Tu

non applichi che una sola tecnica e quindi sei stato battuto.”
Un grosso gatto tigrato intervenne con tono sicuro: “Io avevo già compreso ciò che ora tu dici e riuscivo a

catturare i topi o con una zampata o con qualsiasi altra tecnica. Sempre avevo trionfato e nessun topo era

sfuggito ai miei colpi; tuttavia in questo caso sono stato battuto pure io. Perché ?”

Il vecchio gatto rispose: “Tu manchi di modestia e hai l’orgoglio di essere il più forte e di vincere sempre;

ma ricorda che se tu combatti il nemico egli ti combatterà, se ti sforzi di ucciderlo egli fa lo stesso. E’ vana

illusione pensare che il tuo nemico sia sempre più debole. Non si può paragonare la corrente normale del

fiume ad un gorgo improvviso. Un topo che sta per morire può talvolta attaccare con la furia della

disperazione. Per salvare la sua vita egli dimentica di essere topo e tutto il resto. Tu non riuscirai mai a

battere un simile topo.”

Prese quindi la parola un piccolo gatto grigio: “Io mi sono allenato severamente dando importanza

soprattutto all’aspetto mentale. Non sono orgoglioso e non mi piace combattere. Se incontro un avversario

più forte di me cerco di farmelo amico.”

Il vecchio gatto disse allora: “Il termine “amico” come tu lo usi non è naturale. Se tu decidi di non attaccare,

l’avversario ne sarà subito cosciente. Supponiamo tuttavia che tu ottenga la sua amicizia e che egli poi ti

attacchi a tradimento. Ti troveresti senza difesa. Ciò che ti hanno insegnato è del tutto inutile.”

Il vecchio gatto continuò: “Molti anni fa ho conosciuto un gatto che dormiva tutto il giorno. Dovunque lo

portassero, sparivano i topi anche se nessuno lo aveva mai visto cacciarli. Gli chiesi il suo segreto. Egli non

rispose. Gli ripetei quattro volte la domanda. Invano, io non l’ho mai potuto uguagliare.”

L’attenzione inconsapevole del gatto …

La disattenzione inconsapevole dell’uomo …


“TRA COLORO CHE IN COMBATTIMENTO

MILLE VOLTE VINSERO MILLE NEMICI,

COLUI CHE VINSE SE STESSO

E’ IL VERO VINCITORE.”

BUDDHA

IL RUGGITO DELLA TIGRE – HU CHUAN

“Prendendo spunto dalla storiella del “VECCHIO GATTO” e sapendo che la vera forza è dentro di noi,

andiamo a praticare la forma denominata “TIGRE”.

Per prima cosa ponetevi in sintonia col momento presente ancorandovi al respiro; osservate il flusso

naturale e spontaneo attraverso le narici; osservate il petto, l’addome; osservate il flusso delle sensazioni

che il corpo mente vi comunica.

Siate consapevoli di tutto ciò che è in voi e attorno a voi.

Ora visualizzate la tigre, osservatela con l’occhio mentale: mentre si muove o si acquatta, mentre corre o

riposa, mentre accudisce i suoi cuccioli, mentre balza e azzanna la preda o mentre si riposa.

Identificandovi con essa, con la sua caratteristica felinità, con la sua forza, con la potenza che sprigiona

unitamente a elasticità e morbidezza, siate perfettamente consapevoli, evitando di scivolare in stati alterati

di coscienza.

Quando percepite il contatto con le sue qualità, lasciate che il corpo si muova da se stesso; lasciatevi fluire

totalmente evitando di mettere in azione il mentale.”

Il monaco lascia che i suoi 4 discepoli entrino in questo stato di “TRANCE” consapevole; lascia che

divengano un tutt’uno con le qualità che la tigre manifesta in perfetta sintonia con la natura e l’ordine

cosmico.

Soggettivamente ognuno dei quattro discepoli manifesta le caratteristiche oggettive della tigre:

caratteristiche archetipiche, collegate con l’energia ancestrale.

Dopo un certo tempo, vigilando su ognuno dei suoi discepoli – figli spirituali – li invita a riprendere contatto

col respiro, ad essere coscienti, ad ascoltare il flusso delle sensazioni, ad essere consapevoli alle

modificazioni energetiche prodotte dalla pratica, ad osservare come “TESTIMONI” un’eventuale emersione

di contenuti mentali.
Conclusa la pratica, i discepoli sostano a lungo eretti, a MANI GIUNTE esprimendo con questo antico gesto

gratitudine, rispetto, unione, non violenza, armonia, connessione con la linea dei grandi maestri YOGHI-

SHAOLIN.
“SU CHI OFFENDE UN UOMO RETTO,

UN UOMO SINCERO, SENZA MACCHIA,

SU COSTUI STOLTO RICADE IL MALE,

COME POLVERE GETTATA CONTRO VENTO.”

Dhammapada: V.125

LE 18 MANI DEL BUDDHA

I monaci iniziati sono nella sala del Buddha per la pratica delle 18 MANI diretta dall’Abate del tempio

THAYE DORJE.

L’insegnamento orale del Maestro è, secondo la tradizione, ripetitivo. Questo sta a significare che il Dharma

enunciato deve entrare in profondità. Solo così può essere digerito e ben assimilato dai discepoli che

devono trasmettere quanto appreso – per via di diretta esperienza – agli aspiranti monaci che potranno, a

loro volta, sperimentare.

Ora l’Abate del tempio THAYE DORJE inizia il suo discorso sul Dharma inerente le 18 MANI DEL BUDDHA,

mentre i discepoli seduti in cerchio attorno a lui si predispongono all’ascolto in stato di grande ricettività.

“Ecco, o Amici, l’antica pratica delle 18 Mani del Buddha :perfetta all’inizio, perfetta nel mezzo, perfetta alla

fine.

Perché perfetta, o Amici ?

Perché perfeziona, affina, apre, disingombra, libera e illumina colui che rettamente pratica; rettamente si

sforza, rettamente si applica; ovvero colui che si adopera, tende lo spirito, si esercita con il proposito di

creare in se la volontà alla stabilizzazione di cose buone sorte, accrescerle, svilupparle, completarle.

Il 18, come già sapete, o Amici, è un numero sacro giacché la somma è il 9, vale a dire potenza triplicata

(3x3).

Questa pratica è perfetta all’inizio, perfetta nel mezzo, perfetta alla fine.

Essa vi potenzia nel corpo, vi potenzia nella mente, vi potenzia nello spirito rendendovi forti e puri come il

diamante.

A che serve questa potenza triplicata, o Amici ?

 non per nuocere

 non per prevaricare

 non per sottomettere il più debole


 non per dimostrare la propria forza

 non per vantarsi

 non per vendicarsi

 non per alimentare l’ego

 non per prendere il non dato

 non per uccidere

E se è così, o Amici, siano allora le vostre mani uno strumento visibile, tangibile e concreto dell’Amore

sconfinato che un Boddhisattwa nutre, coltiva, alimenta, estrinseca nei confronti di tutti gli esseri senzienti.

Accendendovi di gioia davanti ad ogni persona che incontrate, siano pronte le vostre mani a lenire,

riscaldare, risanare.

- La vostra mano può uccidere

- la vostra mano può accarezzare.

Ma non per imparare ad uccidere siete qui, o Amici, bensì per imparare ad amare senza misura; giacché

l’amore non ha limiti né confini. Non si ritragga la vostra mano quando percepite un doloroso lamento, ma

sia pronta ad una calda e amorevole carezza, sia pronta a prendere la mano tesa del fratello sofferente,

mentre dal vostro cuore scaturisce l’invocazione accorata:

- sia pace e luce in te fratello mio

- possa la gioia essere il tuo nutrimento

- possa tu essere perfettamente sano nel corpo e nella mente

- possa tu essere libero e felice.

- Per il potere della verità che sia così ed è così!

La sacre formule apprese, o Amici, i suoni di potere, allontanino le ombre oscure con un gesto benedicente

della mano (MUDRA), giacché sono anch’esse creature come me e come voi. Creature che vivono

nell’errore e nella prevaricazione, creature che si muovono per il possesso in fase discensionale, poiché

spogliarsi di tutto ciò significherebbe evolvere, salire, muoversi in fase ascensionale dove ad attenderli c’è il

fuori moto ove, prima o poi, dovranno immettersi per espiare il karma. E allora, come disse il Cristo: “IVI

SARA’ IL PIANTO E LO STRIDORE DI DENTI.”

Ecco il significato della pratica delle 18 mani del Buddha rettamente trasmessa, rettamente appresa,

perfetta all’inizio, perfetta nel mezzo, perfetta alla fine. Essa sintetizza e attua il Nobile Ottuplice Sentiero:
Oltre alla gestualità rituale, all’attivazione dell’energia pranica tramite il respiro; oltre alle tecniche di difesa e

di attacco, essa contiene la ripetizione di un sacro mantra di guarigione spirituale, per la pace interiore e per

la pace nel mondo: OM MUNI MUNI MAHA MUNI SAKYAMUNI SOHA

Allora, o amici, quando sarete pronti la luce della verità (buddhità) si rileverà da se stessa in voi e tramite

voi, diradando le tenebre dell’ignoranza che vincolano al ciclo delle rinascite (SAMSARA)”.

Dopo la pratica delle 18 mani del Buddha, della durata di 3 ore, l’Abate Thaye Dorje ed i monaci intonano

per 3 volte il sutra del cuore della grande conoscenza (MAHA PRAJNA PARAMITA HRIDAYA SUTRA).

Ora l’Abate ed i monaci si sintonizzano vibrazionalmente sulla sacra formula contenuta nella parte finale del

sutra.

Mentre i monaci ripetono la sacra formula mentalmente, raggi di luce dorata si dipartono dai loro cuori

irradiandosi nelle 10 direzioni dello spazio e beneficiando tutti gli esseri senzienti.

“Pertanto si dovrebbe conoscere la sacra formula come il grande mantra,

il mantra della conoscenza,

il supremo mantra,

l’ineguagliato mantra,

dissipatore di ogni sofferenza, in verità.

Difatti cosa potrebbe esservi di errato ?

Dal sutra del cuore della grande conoscenza, questa magica formula vi è stata donata.

Essa suona così: “TAYATA OM GATE GATE PARAGATE PARASAMGATE BODHI SOHA.”
“A MILLE PAROLE PRIVE DI SENSO

E’ PREFERIBILE UNA PAROLA SENSATA

CHE, UDITA, MENI ALLA CALMA.”

Dhammapada: V. 100

CELEBRAZIONE DEL RESPIRO (ANAPANASATI)

Prima di iniziare a meditare i monaci si dispongono in cerchio attorno all’Abate Thaye Dorje che inizia il

discorso sulla CELEBRAZIONE DEL RESPIRO (ANAPANASATI).

“In che modo, o monaci, dimora un monaco nel corpo, praticando la contemplazione del corpo ?

Ecco: un monaco, recatosi nella foresta, ai piedi di un albero, in luogo deserto, siede con le gambe

incrociate, il corpo eretto, in uno stato di vigile presenza mentale. Con piena consapevolezza egli inspira ed

altrettanto consapevolmente egli espira.

Se fa una lunga inspirazione, egli consapevolmente riconosce: “io sto facendo una inspirazione lunga”; se

fa una lunga espirazione, egli consapevolmente riconosce: “io sto facendo una espirazione lunga”. Se fa

una breve inspirazione, egli consapevolmente riconosce: “io sto facendo una inspirazione breve”; se fa una

breve espirazione, egli consapevolmente riconosce: “io sto facendo una espirazione breve”.

E si esercita così: “Io inspirerò nella consapevolezza della intera estensione della inspirazione”. Ed ancora:

“Io inspirerò calmando il movimento corporeo della inspirazione; io espirerò calmando il movimento

corporeo della espirazione.”

Così egli dall’interno del corpo dimora, osservando il corpo, dall’esterno del corpo dimora, osservando il

corpo dall’interno e dall’esterno del corpo dimora, osservando il corpo.

Egli dimora osservando il sorgere degli elementi nel corpo, dimora osservando il sorgere e il dissolversi

degli elementi nel corpo.

“Così è il corpo”, e pertanto in lui questa consapevolezza è di fondamento, perché a lui è base di sapere, è

base di più alta consapevolezza. Ed egli vive libero e nulla brama nel mondo.

Così, o monaci, un monaco nel corpo dimora osservando il corpo.”

SATIPATTHANA SUTTA
“INVANO CI SI AFFANNA IN OSCURI

RITI: IN NON CHIARE CONDIZIONI

DI PUREZZA MENTALE NON VI E’

GRAN FRUTTO.”

Dhammapada: V. 312

LE 4 DIMORE CELESTIALI (BRAHMAVIHARA)

“Al crepuscolo di questo giorno – dice l’Abate del Tempio – desidero parlarvi delle quattro Dimore Celestiali,

o amici.

Esse sono:

 MAITRI – Benevolenza

 KARUNA – Compassione

 MUDITA – Gioia compartecipe

 UPEKKHA – Equanimità

Tali stati d’essere, o qualità intrinseche, sono il corpo, la parola, la mente del BODHISATTWA.

La prima delle Dimore Celestiali è la BENEVOLENZA – o gentilezza amorevole – ed è la qualità del cuore più

importante e potente della pratica spirituale.

Chiunque, indipendentemente dal credo religioso, manifesti questa qualità è un essere spirituale, un

Bodhisattwa.

Vediamo, in proposito, le parole di S. Paolo:

“Qand’io parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,

se non ho Amore caritatevole, divento un rame risonante

o uno squillante cembalo.

E quando avessi il dono di profezia

e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza,

e avessi la fede in modo da trasportare i monti,

se non ho Amore caritatevole, non so nulla.

E quando distribuissi tutte le mie facoltà per nutrire i poveri,

e quando dessi il mio corpo ad essere arso,

se non ho Amore caritatevole, ciò niente mi giova.


L’Amore caritatevole è paziente, benigno;

l’Amore caritatevole non invidia;

l’Amore caritatevole non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente,

non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non sospetta il male, non gode dell’ingiustizia,

ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.”

Ecco perché, o Amici, è definita Dimora Celestiale ed ecco, anche, perché è facile riconoscerla:

- essa non causa dolore

- non causa sofferenza

- non dipende da condizioni

- non pone condizioni.

Ora, o Amici, andate a praticare la meditazione all’aperto camminando con passo lento e consapevole.

Ad ogni passo sentite il sostegno della Madre Terra.

Siate assorti in questo incedere nobile;

siate assorti in questo incedere pacifico;

siate assorti in questo incedere maestoso.

Mentre mantenete una verticalità perfetta, percepite di essere un tramite tra le forze del cielo e quelle della

terra.

Fra un’ora ci troviamo qui, o Amici. Portate i vostri discepoli per la meditazione da me guidata ed il discorso

conclusivo della giornata inerente il GRANDE BODHISATTWA AWALOKITESWARA.

Dopo la meditazione camminando, i monaci si ritrovano nella sala assieme a tutti i discepoli.

Ecco o Amici, la Nobile Dimora Celestiale di MAITRI. vi prego di applicarvi, in questa pratica, con tutto il

vostro corpo, con tutta la vostra mente e con tutto il vostro cuore.

La Benevolenza, la gentilezza amorevole, inizia col PERDONO.

Ripetete mentalmente quanto vado ad enunciare in prima persona:

- Se consciamente o inconsciamente ho causato a qualcuno danno o sofferenza, io chiedo perdono !

- Se qualcuno consciamente o inconsciamente mi ha recato danno o causato sofferenza, io perdono !

- Se ho recato danno a me stesso per ignoranza paura, incoscienza o altro, io mi perdono !

- Ora ponete la vostra attenzione sul respiro che entra ed esce dalle narici. Immaginate di inspirare pace

da tutto ciò che vi circonda: dall’aria, dalle nuvole, dalle stelle, dagli alberi, dal canto degli uccelli, dal

ruscello d’acqua pura.


- Quando espirate, espirate l’Amore che avete nel cuore, lasciate che l’Amore si irradi come RAGGI DI

LUCE DORATA nelle 10 direzioni dello spazio.”

A conclusione della meditazione, l’Abate, i monaci iniziati, i discepoli aspiranti monaci, intonano il DOLCE

CANTO DI MAITRI.

IL CANTO DI MAITRI

Con questa pratica

in accordo col vero dharma

onoro il Guru..

Con questa pratica

in accordo col vero dharma

onoro il Dharma.

Con questa pratica

in accordo col vero dharma

onoro il Sangha.

Con questa pratica

in accordo col vero dharma

onoro mio padre e mia madre.

Con questa pratica

in accordo col vero dharma

onoro i miei insegnanti.

Possano tutti gli esseri,

tutte le cose viventi,

tutte le creature,

tutti gli individui,

tutte le personalità,

tutte le femmine,

tutti i maschi,

tutti coloro che sono nobili,

tutti coloro che non lo sono,

tutti gli esseri angelici,


tutti gli umani,

tutti coloro che si trovano in condizioni infelici,

possano essi essere liberi dall’inimicizia,

essere liberi dalla sofferenza mentale

liberi dalla sofferenza fisica,

possano prendersi cura di se stessi felicemente

possano essere liberi dalla sofferenza,

possano godere di sicurezza e di abbondanza,

avere il karma come loro vero possedimento

possano tutti gli esseri senzienti essere felici e liberati.


“NON LE ALTRUI CATTIVE AZIONI.

NON CIO’ CHE GLI ALTRI FANNO O NON FANNO,

OGNUNO GUARDI CIO’ CHE LUI

STESSO FA O NON FA.”

Dhammapada: V. 50

AWALOKITESWARA – ESSERE LUCE

BODHISATTWA BODHISATTWA MAHABODHISATTWA

AWALOKITA MAHA PRAJNA PARAMITA MAHASATTWA:

Essere Luce, Luce infinita, perfetta conoscenza che attua le sei azioni trascendenti (PARAMITA), grande

Essere Compassionevole che offre rifugio e protezione a tutti gli esseri sofferenti.

“Ecco, o Amici, L’ARCHETIPO dello YOGHI SHAOLIN, vale a dire il modello di vita da imitare, il perfetto

modello verso cui tendere, il signore della Compassione, ovvero il BODHISATTWA di tutti i BODHISATTWA:

AWALOKITESWARA.

Appena nato Awalokiteswara, Signore dei 3 mondi e personificazione dell’Amore incondizionato, mormorò il

Sacro Mantra:

“OM MANI PADME HUM”

E’ possibile contare le particelle esistenti nell’universo, ma è difficile contare i meriti creati dalla recitazione

di questo mantra, o Amici.

E’ possibile contare le gocce che compongono l’oceano, ma è difficile calcolare l’energia positiva

sviluppata dalla recitazione del mantra di Awalokiteswara (CENRESIG in tibetano), o Amici.

Questa Sacra Formula deve essere:

1) giustamente trasmessa

2) giustamente appresa

3) giustamente recitata

- Essa porta al superamento delle interferenze interne ed esterne che possono essere di ostacolo alla vita

spirituale;

- essa sviluppa i poteri paranormali (SIDDHI);

- essa diviene la causa dell’attuazione delle 6 azioni trascendenti (PARAMITA).


Qualunque cosa chiederete, o Amici, vi sarà concessa per i meriti di questa sacra formula. Tramite la sua

recitazione corretta e costante, quando sarete pronti, riceverete l’INIZIAZIONE SEGRETA. In questa

iniziazione un MAHASATTWA (Essere di Luce angelica) vi sussurrerà all’orecchio un mantra personale e

segreto. Perciò, o diletti, l’iniziazione segreta è la vera iniziazione.”

SIATE FELICI !
ILLUMINAZIONE IN CAMMINO

Il giovane smarrito, accettato come discepolo dal monaco TAOGEN, si rende conto che c’è una atmosfera

particolare quando è luna piena al tempio Shaolin. L’incenso spandeva il suo profumo con leggere folate e

tutt’intorno si avvertiva una chiara, limpida pace.

Il giovane discepolo osservava attraverso la finestra il giardino: i cerchi concentrici tracciati nella sabbia che

circonda i massi gli davano una sensazione di movimento nella immobilità.

Sembrava che tutto parlasse di pace quella sera: la luna, i muri, gli alberi, i viali, la campana, la statua del

Buddha.

I giorni trascorrevano lieti e attivi al tempio. I suoi dubbi si andavano via via sciogliendo come neve al sole e

sentiva la mente sempre meno vacillante.

La presenza del monaco TAOGEN lo rassicurava, lo aiutava a superare quei momento in cui la pratica dello

Shaolin gli sembrava essere troppo difficile e impegnativa.

Parlava poco, il monaco TAOGEN, non si metteva in mostra, non saliva in cattedra, non faceva nulla per

“ESSERE IN QUEL MODO”.

E questo lo capiva.

Non capiva, invece, le risposte alle sue domande. Quella che gli poneva più sovente concerneva

l’illuminazione.

Con queste considerazioni, si accinse ad andare a dormire sdraiato sul fianco destro, nella posizione del

Buddha, con folate di benevolenza per tutti gli esseri.

Come ogni mattina, prima dell’alba, al termine della seduta di meditazione, il monaco TAOGEN dava dei

suggerimenti e spiegava il programma ai suoi quattro discepoli.

Quel giorno, dopo la meditazione camminando e la colazione, il programma della giornata comprendeva:

- i 10 esercizi preziosi

- la camicia energetica

- la leggiadria della mantide

- la gru bianca

- la potenza del drago

- la sinuosità del serpente

- la meditazione Bodhi-Dharma.
Quella stessa mattina deciso a seguire i consigli del monaco TAOGEN, il giovane discepolo si mise a

camminare lentamente, consapevolmente. Si sentiva tranquillo mentre il passo si era naturalmente

sincronizzato col respiro. Percepiva la natura, il profumo dei fiori e dei pini, il gioioso cinguettio degli uccelli,

il ciottolato sotto i piedi senza essere disturbato da nulla.

A mano a mano che camminava, si sentiva sempre più centrato in se stesso. Notò, così, che stava

avvenendo in lui un cambiamento, che stava scendendo dall’alto e emergendo dal profondo qualcosa di

vibrante, di luminoso, di stabile: uno stato d’essere che non aveva mai provato prima, ma che tuttavia, non

gli era sconosciuto.

Improvvisamente si sentì totalmente immerso, come un pesce nell’acqua, in un caldo mare, immoto e in

moto allo stesso tempo, vibrante luce, pace e Amore; in uno stato in cui tutte le distinzioni di ogni genere

scomparvero e nel quale percepiva di essere in interrelazione con tutti gli esseri viventi, con tutte le creature

dell’universo.

Dopo questa esperienza, il giovane discepolo comprese che “QUESTO STATO D’ESSERE” viene da se

stesso e da se stesso va (non senza lasciare tracce indelebili) e che non poteva fare altro che tenere le mani

aperte, rendersi vuoto, umile, disponibile e presente.

Felice corse a raccontare l’accaduto al suo Precettore spirituale – il monaco TAOGEN – il quale, dopo averlo

ascoltato con amorevolezza paterna, gli disse:

“Bene, ma non attaccarti a questa esperienza, non esaltarti, così non ti deprimerai quando avrai dei periodi

di apparente aridità.

Ora, andando a mangiare, ringrazia per il nutrimento quotidiano, ricordano che il come si mangia è

altrettanto importante di quello che si mangia, o diletto.

Tra un’ora ci troviamo nella sale del Buddha assieme ai tuoi compagni di pratica.”
PARTE SECONDA

CHI KUNG

I 10 ESERCIZI PREZIOSI

“Non esiste pratica più elevata

del controllo del respiro.

Esso elimina ogni impurità

e accende la fiamma della Conoscenza.”

(VYASA)

“Ecco, o diletti, i 10 esercizi preziosi.

Preziosi perché attraverso vari tipi di respirazione, suoni e movimenti, andiamo a purificare, preparare,

dinamizzare, e potenziare il corpo fisico, il doppio eterico costituito da 72.000 vene eteriche (NADIS), sette

vortici di energia e tre canali centrali.

Il canale sinistro è quello lunare (IDA NADI). Il canale destro è quello solare (PINGALA NADI). Il canale

centrale (SUSHUMNA NADI) si attiva allorquando i due canali – il lunare e il solare – si fondono all’unisono.
Quando questo avviene la dea addormentata, chiamata KUNDALINI, localizzata nel 1.o vortice

(MULADHARA) inizia a risvegliarsi e, trovando il canale adatto per il suo passaggio, ascende sino al 7.o

vortice (SAHASHRARA) collegando il polo umano al polo supremo unificando il corpo materiale e i corpi

sottili nella luce infinita.

Il risveglio della KUNDALINI spiritualizza il corpo, o diletti. In questo modo lo YOGHI SHAOLIN ottiene la

supremazia sugli elementi della natura.

Ora andiamo a praticare la respirazione sui 7 CHAKRA.

1. ESERCIZIO

Ponetevi nella posizione eretta, con i piedi paralleli alla stessa larghezza delle spalle, gli occhi semichiusi e

le mani rivolte verso il basso ventre, che è il centro di forza per eccellenza (fig. 1).

Inspirando sollevate le braccia lateralmente sino a giungere le mani al di sopra della testa (fig. 2 – 3).

Espirando toccate con le mani giunte il coronale (7.o chakra) e scendendo con le braccia completate

l’espirazione. Fate lo stesso con gli altri vortici di energia.

Siate assorti in questo esercizio, o diletti !

2. ESERCIZIO

Ora andiamo a praticare la respirazione di purificazione.

Ponetevi seduti con le gambe aperte, afferrate le punte dei .piedi e serrate il mento allo sterno (fig. 4).

Concentrate la vostra attenzione sul diaframma. In questo esercizio l’espirazione è attiva mentre

l’inspirazione è passiva. Attraverso una leggera contrazione del diaframma avviene l’espirazione dal naso

con il suono HEE; l’inspirazione avviene automaticamente in seguito al naturale rilassamento del

diaframma.

Siate assorti in questo esercizio, o diletti !

3. ESERCIZIO

Ora andiamo a praticare la respirazione del gatto.

Ponetevi sulle ginocchia e sui pugni.

Mantenete le ginocchia alla stessa larghezza del bacino ed i pugni alla stessa larghezza delle spalle. Sia le

braccia che le cosce sono in verticale (fig. 5).


Mentre espirate dalla bocca col suono soffiato FFFF spingete il dorso in alto; alla fine dell’espirazione tirate

l’ombelico verso la colonna vertebrale (fig. 6).

L’inspirazione avviene spontaneamente ritornando nella posizione iniziale (fig. 5).

Siate assorti in questo esercizio, o diletti !

4. ESERCIZIO

Ora andiamo a praticare la respirazione del cammello.

Ponete le mani sui talloni, chiudete le natiche e, sollevandovi, spingete il bacino in avanti (fig. 7).

Mantenendo il mento allo sterno e la chiusura delle natiche, iniziate a respirare.

Tenendo la postura ferma e gli occhi semichiusi, fate la respirazione a mantice attraverso la bocca.

Siate assorti in questo esercizio, o diletti !

5. ESERCIZIO

Ora andiamo a praticare la respirazione del leone.

Appoggiandovi sulle mani, col busto un po’ inclinato in avanti, spalancate la bocca verso il suolo col suono

RAAM, contemporaneamente spalancate le dita delle mani, contraete i muscoli delle braccia, delle spalle e

della gola. Ad ogni esecuzione intensificate suono e respirazione.

Siate assorti in questo esercizio, o diletti !

6. ESERCIZIO

Ora andiamo a praticare la respirazione del serpente.

Sollevatevi sulle cosce ponendo il busto e la testa in verticale, tenete le braccia aperte all’altezza delle

spalle con gli avambracci un po’ piegati (fig. 9).

Fate delle circonduzioni del busto lente e ampie snodando tutta la colonna vertebrale.

In fase di espirazione emettete un suono sibilante SSS attraverso la bocca.

Per tre volte fate 5 circonduzioni a sinistra e 5 a destra.

Siate assorti in questo esercizio, o diletti !

7. ESERCIZIO

Ora andiamo a praticare la respirazione dell’airone.


In questo esercizio la respirazione si fa attraverso la bocca in modo circolare e senza pause.

In fase di inspirazione sollevatevi sulle gambe aprendo le braccia come fossero delle ali (fig. 10).

In fase di espirazione chiudete il corpo a uovo (fig. 11).

Intensificate gradualmente movimento e respirazione.

Siate assorti in questo esercizio o diletti !

8. ESERCIZIO

Ora andiamo a praticare la respirazione solare. Ponete le vostre mani sulle natiche, tenete il mento in

contatto con lo sterno (fig. 12). Concentratevi sul 3.o vortice di energia (MANIPURA), conosciuto come la

ruota dei mille raggi e centro ripartitore di energia, assumete la posizione ad arco. Mantenendo la postura

statica respirate in maniera veloce, leggera e superficiale col naso.

Siate assorti in questo esercizio o diletti !

9. ESERCIZIO

Ora andiamo a praticare la respirazione sonora. Appoggiatevi sugli avambracci con i palmi delle mani verso

l’alto (fig. 13). Prendete coscienza del corpo, del respiro e del 5.o vortice di energia (VISHUDDA).

In fase di espirazione stringete i pugni, contraete tutto il corpo, mentre dalla gola esce il suono HUU.

Completando l’espirazione, rilassatevi completamente lasciando che l’inspirazione avvenga poi in maniera

naturale.

Siate assorti in questo esercizio o diletti !

10. ESERCIZIO

Ora andiamo a praticare la respirazione bi-polare (YIN-YANG).

Ponetevi in posizione eretta con le braccia alzate e le mani in ricezione di energia con i palmi verso l’alto

(fig. 14).

In fase di espirazione scendete sulle gambe col suono HAA, abbassate le braccia avvicinando i gomiti.

Restate per alcuni secondi in questa posizione di chiusura (YIN).

Inspirando tornate lentamente nella posizione iniziale col suono HENG. Restate alcuni secondi in questa

posizione di espansione (YANG).


Continuando in questo processo di chiusura ed apertura, di contrazione ed espansione, cercate di

percepire nel vostro corpo la pulsazione cosmica.

Siate assorti in questo esercizio o diletti !”

PAO KANG

LA CAMICIA ENERGETICA

“Un buon vincitore non dà battaglia.”

(LAO TSE)

“Ecco, o diletti, la camicia energetica.

Il termine “CAMICIA”, sta ad indicare l’aura, vale a dire la radianza energetica dei corpi sottili che si estende

oltre il corpo fisico.


1. ESERCIZIO

In posizione eretta, con i piedi paralleli, gli occhi semichiusi, il corpo rilassato, le mani rivolte verso il ventre

(fig. 1) iniziate a respirare con l’addome in maniera lenta, profonda e regolare attraverso il naso.

Siate totalmente assorti nella respirazione, o diletti !

2. ESERCIZIO

Mantenendo la postura precedente, portate le braccia in apertura laterale con i palmi delle mani rivolti verso

l’alto (fig. 2). Mentre continuate a respirare profondamente con l’addome, ponetevi in uno stato mentale di

ricezione, di captazione di energia pranica.

Siate totalmente assorti in questo stato, o diletti !

3. ESERCIZIO

Dalla posizione precedente spostate lateralmente la gamba destra, ancoratevi saldamente al suolo con i

piedi mentre la sommità del capo si protende verso l’alto.

Chiudete i glutei, mantenete la schiena bene eretta, gli occhi semiaperti, la lingua sul palato. Ora

immaginate di abbracciare un albero di pino, tenete le braccia a cerchio con il dito medio di ambedue le

mani quasi in contatto all’altezza del cuore (fig. 3). Percepite lo scheletro, percepite i muscoli, percepite gli

organi, percepite nervi e tendini. Immaginate di respirare attraverso tutti i pori della pelle, mentre l’energia

vitale penetra sino alle ossa.

Siate assorti in questo esercizio e in quelli che seguono, o diletti !

4. ESERCIZIO

Ora, muovendovi lentamente, portate le braccia a cerchio sopra il capo (fig. 4) mantenendo la stessa

attitudine interiore.

5. ESERCIZIO

Fate lo stesso portando le braccia a cerchio in basso (fig. 5).

6. ESERCIZIO

Riportate le braccia a cerchio in alto sopra la testa mentre vi accucciate sulle gambe (fig. 6).
7. ESERCIZIO

Ora portatevi distesi al suolo con le gambe incrociate e le braccia a cerchio all’altezza della gola (fig. 7).

8. ESERCIZIO

Portatevi lentamente seduti a gambe incrociate con le braccia a cerchio all’altezza del plesso solare (fig. 8).

9. ESERCIZIO

Ora, portandovi in piedi, aprite lateralmente le braccia con i palmi delle mani verso l’alto (fig. 10). Sentite

tutta la vostra sostanza: carne, sangue, ossa, muscoli, nervi, organi, saturata di energia pranica, o diletti !

10. ESERCIZIO

Concludendo la sequenza della camicia energetica, riportate le mani rivolte verso il basso ventre (fig. 11),

restando in ascolto del respiro, delle sensazioni e delle variazioni energetiche che il corpo vi comunica.

Mangiando, bevendo, camminando, lavorando, praticando, leggendo, meditando, curando e anche

dormendo, sappiate di essere luce, o diletti !”


TAN LANG

LA LEGGIADRIA DELLA MANTIDE

“I praticanti di livello superiore

arrivano a sentire l’energia di

un avversario senza toccarlo.”

(CH’EN WEI MING)

“Ecco, o diletti, la pratica della mantide religiosa.

Anche se leggiadra, cioè leggera e graziosa, la mantide ha una particolarità che la distingue dagli altri

animali. Questa particolarità la rende micidiale nei confronti di eventuali nemici, poiché essa percepisce i
loro movimenti come se fossero al rallentatore. Perciò la costante pratica della mantide religiosa e la

identificazione con le sue qualità rendono lo Yoghi Shaolin imbattibile. Raggiunta questa padronanza, un

eventuale combattimento, termina ancora prima di iniziare.

Ora andiamo a praticare le varie forme della mantide:

Iniziando con un atteggiamento di religiosità, ponetevi eretti con i piedi uniti, gli occhi semichiusi e le mani

giunte all’altezza della gola.

Come già sapete, all’inizio dello studio degli animali, occorre collegarsi con le forze della terra e le forze del

cielo.

Ora lasciate scivolare naturalmente le braccia lungo i fianchi. Affondando sulle gambe, spostate

lateralmente il piede sinistro, portando i piedi paralleli alla stessa larghezza delle spalle. Fatto questo,

spingete la sommità del capo verso l’alto, mentre le gambe, prima un po’ flesse, si tendono lentamente.

Percepite la verticalità, il baricentro, l’asse centrale. Siate coscienti di essere un tramite tra le forze del cielo

e quelle della terra.

Andate ad esplorare coscientemente tutto il corpo dalla testa ai piedi. Durante questa esplorazione notate

eventuali tensioni, contratture dolorose, blocchi energetici.

Ascoltate tutte le sensazioni e le variazioni energetiche che il corpo vi comunica. Ponetevi in sintonia col

respiro. Osservatelo mentre fluisce naturale, libero e spontaneo.

Ora date via all’energia. Inspirando sollevate le braccia in avanti sino all’altezza delle spalle con i palmi

verso l’alto. Espirando girate i palmi verso il basso e scendete lentamente con le braccia in avanti.

1. ESERCIZIO

Passando al 1. esercizio, inspirate sollevando le braccia lateralmente sino a portarle alla stessa larghezza

delle spalle (fig. 1).

Tenendo le mani vicine, iniziate a muoverle con leggiadria, curando il rilassamento dei polsi.

Andando con il dorso della mano verso l’alto ed il palmo verso il basso, scendete in avanti con le mani

all’altezza dell’ombelico e poi riportatele di nuovo in alto al di sopra del capo (fig. 2).

Siate concentrati in questo esercizio, o diletti !


2. ESERCIZIO

Curando costantemente il rilassamento dei polsi – peculiarità della mantide – e portando le braccia in avanti

all’altezza delle spalle, muovete il dorso della mano verso il corpo e il palmo dell’altra mano in avanti

all’altezza del viso (fig. 3).

Siate concentrati i questo esercizio, o diletti !

3. ESERCIZIO

Portando ancora le braccia all’altezza delle spalle (fig. 4), spostate la gamba destra lateralmente, affondate i

piedi al suolo e chiudete le natiche. Muovete le mani verticalmente col dorso verso l’alto ed il palmo verso il

basso, alternativamente.

Mentre continuate a muovere le mani con graziosità, ruotate lateralmente a sinistra, ritornate lentamente al

centro, poi ruotate lentamente a destra.

Siate concentrati in questo esercizio, o diletti !

4. ESERCIZIO

Partendo con le mani sovrapposte all’altezza del cuore (fig. 5), portate le braccia in apertura laterale col

dorso delle mani verso l’esterno (fig. 6).

Ad ogni movimento di chiusura invertite l’incrocio delle mani.

Continuando con questo movimento di apertura e chiusura, intensificate gradualmente movimento e

respirazione.

Siate concentrati in questo esercizio, o diletti !

5. ESERCIZIO

Partendo con le braccia all’altezza delle spalle, muovete le mani verticalmente con il dorso verso l’alto ed il

palmo verso il basso alternativamente. Spostando lentamente il peso del corpo sulla gamba destra, andate

in flessione sino a sedervi sul tallone, mentre le mani continuano a muoversi (fig.. 7).

Mantenendo il baricentro basso, spostate lentamente il peso del corpo sulla gamba sinistra.

Continuate così flettendo alternativamente le gambe, mentre le braccia si muovono con leggerezza ed in

perfetta sintonia..

Siate concentrati in questo esercizio, o diletti !


6. ESERCIZIO

Partendo con i piedi paralleli alla stessa larghezza delle spalle, inspirando portate il dorso delle mani verso

l’alto, sollevandovi sulle punte dei piedi (fig. 8). Espirando portate i palmi delle mani verso il suolo,

lasciandovi cadere naturalmente sui talloni. (fig. 9).

Intensificate gradualmente il movimento e la respirazione.

Siate concentrati in questo esercizio, o diletti !

7. ESERCIZIO

Partendo dalla posizione laterale sinistra, in passo vuoto – vale a dire col 60 % del peso del corpo sulla

gamba posteriore ed il 40 % su quella anteriore – con la mano destra sovrapposta alla sinistra, muovete le

braccia verticalmente col dorso delle mani verso l’alto ed il palmo verso il basso. Fate lo stesso in guardia

destra (fig. 10 – 11).

Siate concentrati in questo esercizio, o diletti !

8. ESERCIZIO

Partendo dalla posizione a gambe larghe e le mani sovrapposte (fig. 12), ruotando di 180 gradi, portate un

colpo con il dorso della mano destra all’altezza della tempia, poi passando dalla posizione iniziale, portate

un colpo col dorso della mano sinistra alla stessa altezza, prendendo il vostro corpo come riferimento (fig.

13).

Fate partire il movimento dal baricentro con scioltezza e coordinazione.

Siate concentrati in questo esercizio, o diletti !

9. ESERCIZIO

Mantenendo la posizione a gambe larghe, ancoratevi saldamente al suolo, come se i piedi avessero delle

radici. Tenete la schiena ben eretta e chiudete le natiche. Ora muovete le braccia verticalmente col palmo

della mano destra verso l’alto ed il palmo della mano sinistra verso il basso.

Continuate invertendo la posizione delle mani, vale a dire con il palmo della mano sinistra verso l’alto ed il

palmo della mano destra verso il basso.

Intensificate il movimento e la respirazione (fig. 14).

Siate concentrati in questo esercizio, o diletti !


10. ESERCIZIO

Rimanendo nella stessa postura, aprite le braccia lateralmente con i palmi delle mani verso l’alto. con gli

occhi semichiusi, respirate liberamente, profondamente e gioiosamente attraverso il naso (fig. 15).

Tutto il vostro corpo sia in uno stato di ricezione e captazione dell’energia prancia.

Siate concentrati in questo esercizio, o diletti !

11. ESERCIZIO

Restando con i piedi ben ancorati al suolo e mantenendo la chiusura delle natiche, avvicinate il dito medio

al pollice di ambedue le mani. Lentamente e con attenzione portate le braccia a cerchio con le mani

all’altezza del cuore (fig. 16).

Mantenete gli occhi semichiusi e continuate a respirare profondamente.

Siate concentrati in questo esercizio, o diletti !

12. ESERCIZIO

Avvicinando la gamba destra alla sinistra, portatevi con i piedi alla stessa larghezza delle spalle, e con le

dita delle mani verso il primo vortice di energia. Ora descrivete dei piccoli movimenti con le mani lungo

l’asse centrale in corrispondenza dei sette chakra.- prima dal basso verso l’alto, poi dall’alto verso il basso

(fig. 17).

Siate concentrati in questo esercizio, o diletti !

A conclusione della mantide religiosa, portate le mani con i palmi verso il basso ventre, sintonizzandovi con

la respirazione addominale.

Ora ricomponente l’energia.

Inspirando sollevate lateralmente le braccia (fig. 18) sino a portare le mani al di sopra del coronale.

Espirando scendete con le mani frontalmente lungo l’asse cerebro-spinale.

Grazie per il vostro impegno e la vostra attenzione e diletti !

Prima di continuare con gli altri esercizi, andiamo a bere una buona tazza di thè .”
HO CHUAN

LA GRU BIANCA

“La cedevolezza prevale sulla forza.,

la morbidezza batte la durezza.”

(LAO TSE)

“Ora andiamo a spiegare le ali nell’esercizio della gru bianca nella sua caratteristica giocosità e gioiosità.

Per prima cosa ponetevi seduti sulle ginocchia socchiudete gli occhi e osservate il flusso del respiro.

Il flusso del respiro vi porta in sintonia con la vita universale.

Ora partendo dallo stato di vuoto mentale, visualizzate la gru. Osservatela con l’occhio interiore:
- mentre si muove con leggerezza, armonia, equilibrio;

- mentre dorme o riposa in equilibrio su una gamba;

- mentre spicca il volo;

- mentre spiega le sue bianche e candide ali.

In questa osservazione consapevole cercate di captare le sue qualità intrinseche e di identificarvi con esse.

1. ESERCIZIO

In questo primo esercizio chiamato “IL RESPIRO DELLA GRU”, prendete coscienza dei vortici di energia

accingendovi a dinamizzarli.

Inspirate attraverso il naso in fase di apertura (fig. 1) ed espirate in fase di chiusura (fig. 2).

Siate consapevoli, o diletti !

2. ESERCIZIO

Rimanendo seduti sulle ginocchia ruotate alternativamente le spalle (fig. 3). Mentre il respiro fluisce libero

curate il rilassamento:

- spalle sciolte e morbide;

- scapole, clavicole e giunture completamente rilassate;

- distendete anche i 58 muscoli facciali.

Siate consapevoli, o diletti !

3. ESERCIZIO

Dalla posizione seduta, muovendovi con attenzione, portatevi eretti con i piedi uniti, le gambe leggermente

flesse, le braccia aperte ai lati del corpo con i gomiti rivolti verso il basso e i polsi rilassati.

Ora portandovi in equilibrio su una gamba (fig. 4) muovete le braccia come se fossero delle ali, mentre

affondate e vi elevate – come per spiccare il volo – sulla gamba d’appoggio.

Dopo un po’ invertite la posizione delle gambe.

Siate consapevoli, o diletti !


4. ESERCIZIO

Portatevi in passo pieno con la gamba sinistra in avanti, vale a dire col 65 % del peso del corpo sulla

gamba anteriore ed il 35 % su quella posteriore, mentre le braccia aperte lateralmente si chiudono un po’ in

avanti (fig. 5).

Ora portate il calcio diretto con la gamba posteriore in fase di espirazione (fig. 6) con un suono un po’

soffiato (FHOO). Calciate velocemente con la gamba sciolta mentre la vostra energia esplode nel momento

in cui il piede tocca il bersaglio.

Ora passate al calcio rovesciato. Con la gamba completamente sciolta e la caviglia in estensione,

descrivete un ampio cerchio (fig. 7) dall’interno verso l’esterno in fase di espirazione e con lo stesso suono.

Dopo un certo numero di ripetizioni alternate la posizione portando il calcio rovesciato con l’altra gamba.

Siate consapevoli, o diletti !

5. ESERCIZIO

Portatevi a gambe larghe, con il peso del corpo equamente distribuito, punte dei piedi verso l’esterno.

Tenete le braccia ad ali aperte con i gomiti verso il basso ed i polsi completamente rilassati. Da questa

posizione spostate un po’ il peso del corpo sugli avampiedi e spiccate il volo leggeri come la gru.

Percepite la forza degli alluci, sia in fase di volo sia in fase di atterraggio, usando la espirazione un po’

soffiata (fig. 8)

Siate consapevoli, o diletti !

6. ESERCIZIO

Portatevi con i piedi uniti, le braccia in avanti alla stessa larghezza delle spalle con i palmi rivolti in avanti.

Restando in equilibrio sulla gamba sinistra, sollevate lentamente la gamba destra piegata (fig. 9) portando il

ginocchio più in alto dell’anca e la punta del piede verso il basso. Sollevate il braccio destro sopra il capo,

mentre il sinistro rimane in avanti all’altezza del cuore.

Percepite la centratura, l’equilibrio e la connessione con la natura armoniosa della gru.

Lentamente e con molta attenzione, invertite la posizione delle gambe e delle braccia.

Tenete gli occhi aperti e lo sguardo posato verso il suolo a circa 3 m davanti a voi.

Siate consapevoli, o diletti !


A conclusione dell’esercizio della gru bianca portatevi seduti sulle ginocchia, le mani posate sulle cosce, il

busto bene eretto, il mento leggermente retratto e gli occhi semichiusi.

Ripetete, come all’inizio, il “IL RESPIRO DELLA GRU”.

Dopo l’ultima esecuzione, portate le mani sovrapposte, la destra sopra la sinistra, i pollici in contratto (fig.

10), mentre le punte delle dita di entrambe le mani esercitano una leggera pressione sul punto chiamato

“TANTIEN” centro della forza e oceano di energia (CHI HAI).

Siate intensamente consapevoli, o diletti, dimorando nel presente con carne e ossa, mente e cuore !”
CHI LUNG

LA POTENZA DEL DRAGO

"Non appena la forza dell'avversario mi sfiora,

il mio pensiero è già penetrato nelle sue ossa."

(Li Hi Yu)

"Ecco, o diletti, la sequenza del drago.

La caratteristica di questo mitico animale è la potenza che esprime attraverso il respiro, il suono e gli

artigli."

(Inizio e conclusione della sequenza come la mantide).


1. ESERCIZIO

Partendo con le braccia in alto (fig. 1), spalancate le dita delle mani ponendo in esse la vostra energia

interna. Mentre respirate profondamente con il suono HIII in fase di espirazione, le dita delle mani si

trasformano in potenti artigli.

Ora ponete l'artiglio della mano sinistra all'altezza del gomito del braccio destro (fig. 2).

Muovete l'artiglio della mano destra in modo circolare, espirate in fase di discesa (fig. 3) ed inspirate in fase

di salita.

Intensificate gradualmente respiro, movimento e suono mentre percepite la potenza del drago, o diletti!

2. ESERCIZIO

Dopo l'ultima esecuzione del primo esercizio, sfiorate il viso con le mani (fig. 4), portate le braccia all'altezza

delle spalle e, in fase di espirazione, spingete gli artigli delle mani lateralmente (fig. 5).

Intensificate gradualmente respiro, movimento e suono mentre percepite la forza del drago, o diletti!

3. ESERCIZIO

Dopo l'ultima esecuzione del secondo esercizio portate gli artigli delle mani in avanti all'altezza del viso e, in

fase di espirazione, portate gomiti e artigli verso il basso (fig. 6).

Intensificate gradualmente respiro, movimento e suono mentre percepite la forza del drago, o diletti!

4. ESERCIZIO

Dopo l'ultima esecuzione del terzo esercizio ruotate lateralmente a sinistra portandovi in passo vuoto,

rivolgete i palmi delle mani verso l'alto in fase di inspirazione, poi ruotando le mani, artigliate verso il basso

in fase di espirazione (fig 7).

Dopo 36 esecuzioni ruotate lateralmente a destra (fig. 8) ripetendo l'esercizio per altre 36 volte.

Intensificate gradualmente respiro, movimento e suono mentre percepite la forza del drago, o diletti!

5. ESERCIZIO

Dopo l'ultima esecuzione del quarto esercizio assumete la posizione di guardia del drago.

In posizione frontale, portate l'artiglio della mano sinistra in avanti all'altezza del viso - prendendo il vostro

corpo come riferimento - e l'artiglio della mano destra al di sopra della testa (fig. 9).
Ora usando la vostra energia interna, artigliate con un movimento fulmineo e potente diagonalmente verso il

basso (fig. 10).

Dopo 36 esecuzioni invertite la posizione delle mani (fig. 11), artigliando con la mano sinistra ancora per 36

volte.

Intensificate gradualmente respiro, movimento e suono mentre percepite la forza del drago, o diletti!

6. ESERCIZIO

Dopo l'ultima esecuzione del quinto esercizio, tornate in guardia destra (fig. 9). Ora, facendo appello alla

vostra energia interna, artigliate lateralmente con la mano destra mentre l'artiglio della mano sinistra si porta

in contatto esterno con il gomito destro (fig. 12). Ambedue gli artigli delle mani sono rivolti verso l'esterno.

Dopo 36 esecuzioni, invertite la posizione di guardia e ripetete l'esercizio facendo attenzione al numero

delle ripetizioni.

Intensificate gradualmente respiro, movimento e suono mentre percepite la forza del drago, o diletti!

7. ESERCIZIO

Dopo l'ultima esecuzione, ripetete il primo esercizio con la posizione delle braccia invertita (fig. 13).

Spalancate le dita delle mani ponendo in essi tutta la vostra energia interna. Ora muovete l'artiglio della

mano sinistra in modo circolare (fig. 14) mentre espirate col suono HIII che, ad ogni ripetizione, diviene

sempre più potente. Dopo l'ultima esecuzione, sfiorate il viso con le mani - come nel secondo esercizio -

(fig. 15) poi, in fase di espirazione, portate i palmi delle mani in basso.

Mentre ricomponete l'energia, col respiro ed il movimento delle braccia (fig. 16 - 17 - 18), accertatevi che la

testa sia libera ed il torace sgonfio.

A conclusione dell'esercizio portatevi supini in posizione di rilassamento con le gambe leggermente

divaricate, le braccia ai lati del corpo e gli occhi chiusi. Osservate il corpo, il respiro, le sensazioni, le

variazioni energetiche e i contenuti mentali.

Sentite il vostro corpo eterico e la vostra aura, o diletti, lasciandovi pervadere tutte le direzioni lontane e

vicine!"
SHE CHUAN

LA SINUOSITA' DEL SERPENTE

"Quando l'avversario si prepara ad usare la sua forza interna,

ma non l'ha ancora emessa, in questo preciso istante,

il mio CHI deve penetrare nel suo."

(Li Hi Yu)

"Ecco, nell'attuazione pratica, la sequenza sinuosa del serpente.

Per prima cosa ponetevi nella posizione eretta di meditazione, con i piedi paralleli alla stessa larghezza delle

spalle, le braccia ai lati del corpo con i palmi delle mani rivolti in basso (fig. 1).

Prendete coscienza del movimento ascensionale e discensionale dell'energia lungo l'asse cerebro-spinale.
Ora inspirate consapevolmente dai genitali alla cavità orale e, viceversa, espirate dalla cavità orale ai

genitali.

La spina dorsale, in corrispondenza eterica col canale centrale (SUSHUMNA NADI), è la via dello spirito.

Perciò siate consapevoli, o diletti!

1. ESERCIZIO

Dopo la respirazione lungo l'asse centrale che aiuta a risvegliare Kundalini - simbolicamente rappresentato

da un serpente attorcigliato alla base della spina dorsale - ponetevi con le gambe divaricate (fig. 1) e le

mani con i palmi rivolti avanti all'altezza dello stomaco.

Prima di partire con questo movimento sinuoso ed ondeggiante, caratteristico del serpente, rilassate la

mente ed il corpo.

Ora facendo partire l'impulso sinuoso dal baricentro muovete le mani davanti a voi in modo ampio, circolare

ed anti-orario (fig. 2).

Dopo 108 movimenti in senso anti-orario fate altri 108 movimenti in senso orario mentre, in fase di

espirazione, emettete un suono sibillino (SSS).

Siate consapevoli e lasciatevi fluire, o diletti!

2. ESERCIZIO

Portatevi nella posizione della "FRUSTA" in passo pieno frontale (fig. 3). Ora, similmente al serpente, fate il

vuoto su un ipotetico attacco frontale (fig. 4) mentre espirate col suono sibilante.

Siate totalmente immersi in questa alternanza di vuoto e pieno ripetendo l'esercizio per 108 volte prima

nella posizione sinistra poi in quella destra.

Siate consapevoli e lasciatevi fluire, o diletti!

3. ESERCIZIO

Ponetevi a gambe larghe - la distanza tra i piedi è il doppio della larghezza delle spalle -, ancorate i piedi al

suolo e chiudete le natiche. Mobilizzando l'energia interna portate 108 colpi con la punta delle dita

all'altezza della gola.

Ripete per 10 volte questa sequenza di 108 colpi.

Siate consapevoli e lasciatevi fluire, o diletti!


4. ESERCIZIO

Mantenendo la posizione del precedente esercizio, le braccia nella posizione "SOLLEVARE LE MANI" (fig.

7), vale a dire la mano sinistra all'altezza della gola e la mano destra vicina al gomito sinistro, partendo dal

baricentro e trasmettendo l'impulso sinuoso alla colonna vertebrale, muovete ambedue le mani dall'interno

verso l'esterno con un movimento a spirale discendente ed ascendente (fig. 8) per 108 volte.

Invertendo la posizione delle mani ed il movimento a spirale fate altre 108 ripetizioni.

Siate consapevoli e lasciatevi fluire, o diletti!

5. ESERCIZIO

Partendo dalla medesima posizione con le braccia un po' piegate, i gomiti verso il basso e le mani

all'altezza del cuore, arrotolate il serpente a sinistra con un movimento sciolto e fluido (fig. 9). Dalla

posizione arrotolata verso il suolo, facendo partire l'impulso energetico dal baricentro, scattate con moto

ascendente e colpite col taglio interno della mano all'altezza della tempia (fig. 10) per 108 volte. Lo stesso

movimento viene eseguito a destra con altre 108 ripetizioni.

Siate consapevoli e lasciatevi fluire, o diletti!

6. ESERCIZIO

In quest'ultimo esercizio andate a colpire l'ipotetico bersaglio col micidiale "MORSO DEL COBRA".

Portatevi in guardia sinistra nella posizione a passo vuoto, col 95% del peso del corpo sulla gamba

posteriore ed il restante 5% sul piede avanzato (fig. 11). Con la rapidità del cobra, scattate in avanti

sollevando il ginocchio destro e portando il morso all'altezza della gola (fig .12) per 108 volte. Invertendo la

posizione portate il morso del cobra ancora per 108 volte.

A conclusione della sequenza, come per gli altri animali, andate a ricomporre l'energia (fig. 13).

Ora, prima della meditazione BODHIDHARMA, che conclude il programma della giornata, dedicate un po'

di tempo per la pulizia del corpo, degli indumenti, della stanza e dei vostri oggetti.

In qualsiasi momento della giornata siate ininterrottamente consapevoli, o diletti!"


CHAN

LA MEDITAZIONE BODHIDHARMA

"In quiete siate come una montagna,

in moto siate come un fiume."

(Wu Yu Hsiang)

Dopo il lavoro manuale ed il pasto seguito da un po' di riposo, i discepoli si recano alla sala del Buddha ove

ad attenderli c'è il monaco TAOGEN.

"Il termine cinese CHAN, o diletti, proviene dalla radice sanscrita DHYANA.

Il prefisso di DHY significa:


- rischiarare

- fare giorno

- fare luce

- illuminare.

Perciò l'illuminazione è già nella giusta pratica.

La giusta pratica della meditazione è l'essenza e l'espressione del Dharma.

Come già sapete, o diletti, l'insegnamento del nostro Tempio proviene dal grande Maestro BODHIDHARMA.

Egli, così come altri uomini geniali del suo tempo, tralasciando l'aspetto storico, si rivolse a quella che si

chiama NATURA DEL BUDDHA, cioè non s'interessò al Buddha o alle sue parole, ma al contenuto della sua

esperienza, un'esperienza viva e diretta, ovvero l'esperienza della propria illuminazione.

Questa preziosa esperienza - di portata universale - inerente la BUDDHITA', ovvero la nostra vera natura,

non si può comunicare con le parole né si può comprendere con la lettura.

Essa ha poco a che fare con l'erudizione.

Si può solo trasmettere da cuore a cuore, come una fiamma che accende un'altra fiamma, quando

l'occasione si presenta. Ecco perché quando il discepolo è pronto il maestro arriva.

Ora andiamo a praticare i 18 esercizi della meditazione Bodhidharma, o diletti.

1. ESERCIZIO

Sedete sulle ginocchia nella posizione del diamante (VAJRA), le mani sulle cosce con i palmi rivolti verso

l'alto e gli

occhi semichiusi (fig. 1). Siate ricettivi e, mantenendo la postura ben eretta, collegatevi interiormente con i

gloriosi maestri del passato.

Enunciate ora la vostra RETTA INTENZIONE con queste parole:

“Inchinandomi con rispetto ai piedi di loto dei gloriosi maestri del passato chiedo il permesso di entrare nei

piani sottili ove regnano Amore, Luce, Pace e di realizzare, qui e ora, la Buddhità per beneficiare tutti gli

esseri senzienti.”

2. ESERCIZIO

Portate la mano sinistra sopra il capo con il palmo rivolto verso l’alto in ricezione di energia e la mano

destra posata sulle cosce (fig. 2).


Respirate lentamente, profondamente, consapevolmente.

Ruotando la mano sinistra verso il coronale, in fase di espirazione, fatela scendere lungo l’asse centrale

sopra la mano destra.

Sintonizzatevi con le forze universali della Luce, o diletti!

3. ESERCIZIO

Portate ambedue le mani sopra il coronale (fig. 4), rivolgete le punte delle dita verso il basso e, in fase di

espirazione scendete in avanti lungo l'asse centrale (fig. 3). In fase di inspirazione, con un ampio movimento

laterale delle braccia, riportate le mani sopra il coronale (fig. 4) e continuate nell'esercizio.

Siate coscienti dell'asse di Luce centrale, o diletti!

4. ESERCIZIO

Dopo l'ultima respirazione del terzo esercizio, restate con le mani sopra il coronale (fig. 4). Con gli occhi

semichiusi respirate lentamente, profondamente, consapevolmente.

Siate coscienti del settimo vortice di Luce, o diletti!

5. ESERCIZIO

Dalla postura precedente, portate gli avambracci ai lati del corpo con i palmi delle mani verso l'interno (fig.

5) ed i gomiti rivolti in basso.

Ora con la respirazione a MANTICE muovete ambedue le mani verso l'interno (come per comprimere l'aria)

scendendo dal quinto vortice al terzo e salendo dal terzo vortice al quinto.

Siate coscienti del quinto vortice di Luce, o diletti!

6. ESERCIZIO

Appoggiate le punte delle dita sul cuore e, con gli occhi semichiusi, respirate lentamente, profondamente,

consapevolmente.

Siate coscienti del quarto vortice di Luce, o diletti!


7. ESERCIZIO

Ponete la mano sinistra col palmo verso l'alto all'altezza dell'ombelico e la mano destra col palmo rivolto in

basso appoggiata sullo sterno (fig. 7). Ora muovete mentalmente l'energia in senso orario intorno allo

stomaco.

Mentre il respiro fluisce naturalmente, visualizzate come una girandola di luce che ruota sempre più

intensamente.

Siate coscienti del terzo vortice di Luce, o diletti!

8. ESERCIZIO

Ponete ambedue le mani in corrispondenza dell'area genitale (fig. 8). Con gli occhi semichiusi respirate

lentamente, profondamente, consapevolmente.

Siate coscienti del primo vortice di Luce, o diletti.

9. ESERCIZIO

Continuando a respirare con l'addome in maniera lenta, dolce e consapevole aprite le braccia ai lati del

corpo con i palmi rivolti avanti (fig. 9).

Siate coscienti del triangolo di Luce che il vostro corpo disegna nello sazio, o diletti!

10. ESERCIZIO

Ora, come nel quinto esercizio (fig. 10), portate le braccia ai lati del corpo. Oscillate leggermente con il

busto in avanti ed indietro mentre fate la respirazione a mantice.

Siate coscienti del doppio eterico che circonda il corpo fisico, o diletti!

11. ESERCIZIO

Assumete la posizione speculare del secondo esercizio (fig. 11). Mentre la mano destra è in ricezione di

energia respirate ancora più lentamente e consapevolmente con l'addome.

Quando l'aria inspirata e l'aria espirata si fondono, in questo momento, toccate il centro senza energia e

saturo di energia, o diletti!


12. ESERCIZIO

Portate i palmi delle mani in corrispondenza del secondo chakra (fig. 12). A partire da questo esercizio, dalla

respirazione addominale, passate alla "RESPIRAZIONE PRENATALE". In questo tipo di respirazione,

conosciuta anche come respirazione di "LUNGA VITA", i movimenti dell'addome sono invertiti. Perciò

rientrate un po' l'addome in fase di inspirazione e rilassatelo, spingendolo un po' in fuori, in fase di

espirazione.

Siate coscienti del secondo vortice di Luce, o diletti!

13. ESERCIZIO

Continuando nella respirazione prenatale, portate le braccia ai lati del corpo con i palmi delle mani verso

l'alto (fig. 13). Ora inspirate col suono HENG, ritenete il respiro per circa sette secondi, quindi espirate col

suono HAAA.

Siate saldi e centrati nella postura, o diletti!

14. ESERCIZIO

Proseguendo con la respirazione prenatale, portate le mani sopra il coronale (fig. 14). Respirate in tre fasi

come nel precedente esercizio (il suono HENG ed il suono HAAA sono ripetuti mentalmente).

Siate forti nella postura, o diletti!

15. ESERCIZIO

Ancora con la respirazione prenatale, portate le mani a triangolo al centro del petto (fig. 15).

Respirate in tre fasi come nel precedente esercizio.

Sia come una montagna la vostra postura, o diletti!

16. ESERCIZIO

Ora, portando di nuovo le mani verso il tantien, ovvero il secondo vortice, concentratevi ancora di più nella

respirazione prenatale.

Il respiro è la vita, celebrate gioiosamente la vita, o diletti!


17. ESERCIZIO

Ora, posando gli avambracci al suolo e formando con l'indice ed il pollice di ambedue le mani un triangolo

portate la fronte verso di esso (fig. 17).

Mantenendo la postura di prosternazione, continuate con la respirazione prenatale.

18. ESERCIZIO

Ritornando con il busto in posizione verticale, portate le mani sopra le cosce, la destra sopra la sinistra, con

i pollici in leggero contatto (fig. 18).

Ora, o diletti, percepite la presenza d'essere di ciascuna persona come sentite la vostra, quindi, mettendo

da parte la preoccupazione di voi stessi, divenite ciascun essere!"

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