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Shaolin - I Segreti Del Sacro Tempio PDF
Shaolin - I Segreti Del Sacro Tempio PDF
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INDICE GENERALE
1. DA CUORE A CUORE
2. DEDICA ALL’AUTORE
3. INTRODUZIONE
5. IL GIOVANE SMARRITO
DA CUORE A CUORE
Ma quando i miei occhi furono in grado di vedere, quando le mie orecchie furono in grado di sentire,
quando la mia mente fu in grado di tacere; quando al di là dei cinque sensi fui in grado di percepire, io lo
vidi.
Vidi quel sorriso sul tuo viso – mi rivolgo a Te che stai leggendo questo libro - , ed è lo stesso sorriso del
Che queste pagine siano per Te di aiuto nel trovare il tuo “VERO VOLTO”.
A. ABBRUZZO
DEDICA ALL’AUTORE
Questo scritto è dedicato al nostro Maestro Angelo Abbruzzo che ci ha trasmesso con grande amore e
Donandoci una tecnica, una visuale e soprattutto un pezzetto della sua vita.
Abbiamo visto, udito, assorbito e fatto nostro tutto questo che sarà per noi la coltivazione di un seme
prezioso.
Cosa è stato per noi la pratica dello SHAOLIN ? Innanzi tutto unione, centro e luce, immersione nelle cose
Gli incontri sono stati sempre uno scambio di idee, di percezioni, di angolazioni e di sfaccettature, ma
Poi, a casa, davanti al lavello e nelle più semplici e banali mosse quotidiane, ecco nascere la riflessione e
l’assimilazione di ciò.
L’arricchimento diveniva entusiasmante ed era così legato alla pratica quotidiana da desiderare subito il
gradino successivo !
Vi era poi un settore particolare che accompagnava gli incontri che consisteva nei sogni: sì, proprio i sogni,
cioè quel lavoro notturno che continuava nel subconscio, fatto quando la mente forse tace e lo Shaolin
agisce.
Visioni legate all’azione di questa potente energia mossa che iniziava il suo lavoro sotterraneo.
Come nei movimenti della vita, ecco che si avanza e ci si ritira continuamente, si prendono chiare direzioni
verso tutti i punti della conoscenza per poi ritornare sempre alla base, al centro, al punto zero, al punto
Eccone uno a portata di mano per il XX secolo e per i secoli a venire, riesumato, si direbbe, dal cassetto
Per ciascuna di noi sicuramente lo Shaolin ha operato un cambiamento, ci ha fatto scoprire “la Vena d’Oro”,
il nostro timbro speciale, la nostra caratteristica, la nostra unicità nell’universo e non continuiamo oltre per
non scoprire anche il senso di onnipotenza che a volte ti fa volare via, dimenticando la più docile delle virtù:
l’UMILTA’.
Siamo parte del Tutto ed ognuno ha un proprio ruolo nel tutto. Nessuno è uguale all’altro e ci vogliono molti
pezzi diversi per comporre l’insieme, esattamente come un orologio smontato dove ci sono svariati
ingranaggi che, visti sparsi, divisi, ci si chiede come possano riuscire a formare uno strumento per l’esatta
misurazione del tempo. Ma quando un orologiaio prende ogni pezzo, lo mette al suo posto, non solo ci si
Finché ogni più piccolo elemento rimane al suo posto e fa il proprio lavoro tutto funziona bene.
Pensiamo sempre di essere gli artefici mentali delle nostre scelte ma può essere che siano altre vibrazioni,
Forse è stata sufficiente una frazione di silenzio perché lo Shaolin ci facesse pervenire il suo richiamo.
Perciò non servono diserzioni né scientifiche né filosofiche. E’ solo una questione di silenzio e di ascolto, è
solo l’aver percepito che nel Respiro Cosmico esiste anche il respiro dello Shaolin, con il suo ritmo, le sue
energie in movimento, la sua danza ancestrale e così in quella frazione di secondo si è creato un feeling che
va coltivato, amato, assecondato non con la sola contemplazione, ma con l’azione e l’esercizio. L’allievo
deve trovare dentro di sé la “sua” forma con costante esercizio e dopo lungo lavoro di imitazione.
Quindi per un buon apprendimento occorre che si veda il “modello” nella pratica della forma, nella pratica
della vita.
Non solo il maestro è importante, ma anche l’armonia di una classe è elemento fondamentale che va
ricercato continuamente.
Sappiamo che ognuno di noi stabilisce rapporti affettivi a carattere positivo nei confronti di coloro che vede
come persone che hanno contribuito o contribuiscono ad ampliare il suo spazio di movimento cognitivo.
L’aver avuto esperienza di Hatha Yoga, di Meditazione e di amicizia con le persone di un gruppo
antecedente l’apprendimento dello Shaolin è stato un elemento importante, anche se la conoscenza a volte
Ma non solo la mente rispecchia il vissuto, ma anche il nostro corpo è un’immagine della vita passata; si sa,
per esempio, che traumi psichici ed emotivi tendono ad irrigidire i tessuti muscolari del corpo.
Perciò è necessario un accurato lavoro sul nostro fisico, sulla mente e sullo spirito, un lavoro di unità legato
dal respiro.
Le applicazioni non sono semplici da apprendere, ma sono utili per contrapporre il vuoto al pieno e sono un
Michelangelo, di fronte ad un blocco di marmo, dice: “Basta togliere il superfluo e tutto è già lì.”
Siamo consapevoli che per te, Maestro, sia stato un grande lavoro, tuttavia pensiamo che anche tu, vicino a
noi, ritempravi le forze prendendo, forse, un po’ di ossigeno per il compito gravoso che ti aspettava in città.
Le nostre vibrazioni di Bene, Amicizia, Fratellanza, Unità li si moltiplicavano e formavano un tutt’uno a cui
attingere.
Marisa
Elena
Cristina
“SE UN UOMO COMPIE IL BENE
LO COMPIA RIPETUTAMENTE,
LO COMPIA INTENZIONALMENTE;
Dhammapada: V.118
INTRODUZIONE
Immaginate di essere all’interno del Sacro Tempio Shaolin: in una sala soffusa di luce c’è un uomo vestito di
Il suo respiro naturale e profondo lo unisce alle forze del cielo ed a quelle della terra. Tutto il suo essere è in
uno stato di concentrazione totale nella posizione del PALO IMMOBILE (CHING TSO) mentre la sua energia
Dopo questo esercizio, apparentemente statico, ora le sue braccia, le mani, la testa, le gambe e tutto il suo
corpo compongono nello spazio le figure dei cinque mitici animali: la GRU, il SERPENTE, il DRAGO, il
LEOPARDO e la TIGRE.
- Eccolo spiegare le ali nella GRU (HO) muovendosi con grande leggerezza, armonia ed equilibrio.
- Eccolo assumere le movenze sinuose e ondeggianti del COBRA (SHE), le sue mani colpiscono col suo
micidiale morso.
- Ora la sua respirazione diviene più intensa nelle movenze del DRAGO (LUNG) fluide, circolari e potenti.
- Ora il suo corpo assume l’aspetto di un LEOPARDO (PAO) che con la sua tipica felinità balza e azzanna
Il respiro del Monaco, sempre profondo e consapevole, attiva l’ENERGIA COSMICA (CHI). Questa energia
lo pone in collegamento con tutto ciò che vive e pulsa, poiché tutto l’universo è manifestazione – sottile o
Il Monaco lo sa, non per sentito dire, ma perché ha sperimentato direttamente e tutto il suo essere è in uno
e si siede su un cuscino nella postura triangolare per meditare. Mentre il Monaco è assorto in meditazione,
nella sala profumata di incenso, sembra riecheggino le parole del grande Yogi NAGARJUNA:
A TUTTI GLI ESSERI, CH’IO POSSA DARE LORO GIOIA, SERVIZIO, CONOSCENZA.”
Al di là del movimento e dell’immobilità vi è uno stato di vuoto (WU CHI) non sottoposto alla LEGGE DEI
CONTRARI.
In questo vuoto scompare ogni dualismo e sorge l’AMORE INCONDIZIONATO per tutte le creature che, in
- COMPASSIONE (KARUNA)
- BENEVOLENZA (MAITRI)
Sul Monaco meditante si posa la mano benedicente del Risvegliato (BUDDHA). Egli ripete all’assemblea
degli esseri di Luce presenti nella sala le parole che già disse 2.500 anni fa:
“Ecco, o Amici, un uomo con la mente rivolta alla benevolenza vive irradiandola verso una regione, verso
una seconda, versa una terza regione, con il cuore pieno di amore grande, abbondante, accresciuto senza
Possano tutti essere felici, tutti gli esseri deboli e forti senza eccezione; nelle sfere superiori, medie, inferiori
dell’esistenza; piccoli o grandi, visibili o nascosti, vicini o lontani, nati o non ancora nati. Possano tutti star
(METTA SUTTA)
Ora il Monaco, uscendo dallo stato meditativo, prende alcune respirazioni profonde.
Prima di continuare con la pratica del SOLO EXERCISE (TAI CHI CHUAN) ricorda alcuni versi dei SACRI
VEDA:
“…Il Saggio perseverante nella gnosi acquisita non disperda la mente nelle molte parole, futile risonanza di
voce.”
“NON FARE IL MALE, ESERCITARSI
NEGLI ELEMENTI SALUTARI,
PURIFICARE LA MENTE, QUESTA E’
L’ESSENZA DELLA DOTTRINA.”
Dhammapada: V.183
Lo scopo, quindi, dell’insegnamento dei grandi Maestri del Sacro Tempio Shaolin, non era quello di creare
combattenti invincibili, ma bensì GUERRIERI SPIRITUALI, uomini del cuore compassionevole, uomini veri.
Questi uomini, questi monaci, venivano forgiati nel corpo e nello spirito attraverso allenamenti durissimi che
La pratica era sempre condotta da un Maestro che insegnava più con l’esempio che con la parola affinché
gli allievi potessero sperimentare direttamente la verità di ciò che veniva trasmesso senza l’intervento del
Oltre alla meditazione i monaci venivano addestrati con la pratica dei 5 ANIMALI (WU HSING CHUAN), la
MANTIDE RELIGIOSA (TAN LANG), le 18 MANI DEL BUDDHA (SHO PA LO HAN SHOU), esercizi respiratori
Raggiunto un certo livello, poi, ogni aspirante monaco riceveva l’INIZIAZIONE a pratiche specifiche miranti
Naturalmente non tutti i praticanti divenivano MONACI (BIKKSHU), poiché le pratiche molto severe
Quelli che riuscivano a superare le difficoltà, oltre ad essere illuminati, divenivano MONACI GUARITORI.
Le pratiche di guarigione andavano dalla imposizione delle mani (PRANOTERAPIA), all’attivazione dei vortici
di energia (CHAKRAS), dall’uso di pozioni medicinali a formule magiche che conferivano al Monaco il potere
di guarire, allontanare interferenze esterne ed orientare eventuali spiriti ossessori dalla persona malata.
Gli INIZIATI, raggiunto un alto livello di pratica e la padronanza del TAI CHI, ovvero la danza cosmica
celebrativa dei contrari (YIN-YANG), si dedicavano solamente alla pratica meditativa ed alla preghiera per il
A questo punto un monaco diveniva BODHISATTWA, vale a dire un uomo che pulsa d’Amore e che aiuta
- MATERIALE
- ASTRALE
- MENTALE
Quello del Bodhisattwa è un operare costante, giorno e notte, un aiuto invisibile, un dono senza volto.
E in questo dono possiamo anche vedere il significato sostanziale delle parole del CRISTO:
“Nessuno ha amore più grande di colui che dona la vita per salvare i suoi fratelli.”
Dhammapada: V.291
IL GIOVANE SMARRITO
In attesa di impartire gli insegnamenti Shaolin ai suoi discepoli, il monaco riceve la visita di un giovane dallo
sguardo smarrito.
“Sono venuto da te perché ho delle grosse perplessità. Ci sono cose che vorrei capire e non capisco. Tante
Maestro, mi hanno indicato tante strade, mi hanno raccontato tante cose ed ora non capisco più nulla.
Avevo un grande entusiasmo ed ora ho perso anche quello. Ho provato il male, ho provato il bene. Ho
provato l’amore ed il dolore. Ho vissuto da ricco e da povero. Tutto ho provato. Sono arrivato ad un punto
Solo una volta ero così vicino alla soluzione del problema del nascere e del morire che credevo di scoprirlo
da un momento all’altro.
Ero in preghiera.
Mi ero avvicinato così tanto a quella emissione di forza che il cervello si era fatto aiutare da ogni cellula del
corpo. Ero vicino a quella luce, anzi vicinissimo; quella luce che trascende le forme, le forze e le simmetrie.
Il monaco lo guardò, gli poggiò le mani sulle spalle e gli diede un bacio sulla fronte. Attraverso i rami, le
foglie, la vegetazione passò una leggera brezza di santità e fu come un momento di grande festa per tutta
la natura.
“Figliolo – disse il maestro – tu vuoi capire un universo dove tutto è capito. Ragionare dove tutto è lume. Far
entrare nella tua mente l’immenso con parole. Lascia i filosofi e le religioni e prendi la strada della saggezza.
perché nulla fa luce senza la comprensione di te stesso. Solo per questa via la vita si fa comprensibile.
Ora figliolo recati alla sala del Buddha dove potrai ascoltare il discorso dell’Abate del Tempio."
“SE UN UOMO CHIARAMENTE PARLA
Dhammapada: V.2
L’abate del tempio, monaco anziano e grande saggio, inizia il discorso sulla conoscenza delle 4 NOBILI
- QUESTO E’ DOLORE
- LA VIA CHE PORTA ALLA CESSAZIONE DEL DOLORE E’ L’OTTUPLICE SENITERO (ARYA MARGA)
- nascita è dolore,
- morte è dolore,
- vecchiaia è dolore,
- tutto ciò che è attaccamento o avversione nei confronti dei 5 punti precedenti è dolore.
- essa è costituita dalla cessazione dell’ignoranza (AVIDHYA) e dai suoi due precedenti poli opposti
(ATTACCAMENTO e AVVERSIONE).
1. retta visione
2. retta intenzione
3. retta parola
4. retta azione
5. retta vita
6. retto sforzo
7. retta concentrazione
8. retta meditazione
Ecco, o amici, un monaco che così conoscendo la via che porta all’annientamento del dolore giorno e notte
si applica:
- egli si adopera, tende lo spirito, si esercita con il proposito di aiutare tutti gli esseri;
- egli si adopera, tende lo spirito , si esercita con il proposito di astenersi dal dire parole aspre, dal
- egli si adopera, tende lo spirito, si esercita con il proposito di non togliere la vita ad alcun essere
vivente;
- egli si adopera, tende lo spirito, si esercita con il proposito di astenersi dal prendere il non dato;
- egli si adopera, tende lo spirito, si esercita con il proposito di cercare in sé la volontà alla stabilizzazione
E così, o amici sorge nel monaco la chiara comprensione delle 4 DIMORE DIVINE (BRAHAMA VIHARA):
- il monaco solerte, consapevole, perspicace si diletta nel soggiornare nella gioia simpatetica;
“Chi consapevole – disse il Risvegliato (BUDDHA) – coltiva simpatia smisurata verso tutte le creature;
Dhammapada: V. 273
I DISCEPOLI SHAOLIN
Ora il Monaco, predisponendosi interiormente a ricevere i suoi quattro discepoli, si rammenta le parole del
Maestro:
I quattro discepoli entrano nella sala a MANI GIUNTE, con attenzione, gratitudine e rispetto.
Essi intuiscono quanto siano fortunati per il fatto di poter apprendere lo Shaolin nel Sacro Tempio e i loro
Dhammapada: V. 81
“L’acqua, o miei diletti, scorre sempre per raggiungere un livello armonioso, non ha forma propria ma
prende quella del recipiente che la contiene. Può, così, assumere qualsiasi forma senza perdere la sua
identità e vincere ogni battaglia senza combattere, infatti nella sua natura di acqua non c’è sforzo ma
fluidità.
Essa ad ogni spinta, ad ogni impedimento risponde con un movimento complementare, senza opporre
Trasformazione secondo natura, vuol dire muoversi in armonia con le leggi della vita universale.
Tutto ciò che viene manipolato con la prevaricazione, tutto ciò che viene represso; tutto ciò che viene
contratto; tutto quello che ha connotazione mentale negativa si trasforma in ghiaccio e in questo non fluire
Sia, perciò, la vostra mente come l’acqua: libera, fresca e pura, o miei diletti, sappiate che non vi sono
nemici da combattere se non quelli che sono in voi, nella vostra mente.
Allora vincere veramente vuol dire conoscere se stessi, osservare i fantasmi mentali che, a volte, assumono
l’apparenza di mostri e integrarli nella chiara consapevolezza della natura di Buddha, cioè la nostra vera
natura.
Così, in questa osservazione senza giudizio o condanna, in questa consapevolezza amichevole, calda e
accettante i mostri che assumono l’aspetto dell’ignoranza con i suoi 5 parenti stretti costituiti da:
- Attaccamento
- Avversione
- Indolenza
- Dubbio
- Confusione
vengono trasformati come il ghiaccio che sciogliendosi ritorna a fluire. Come disse un grande saggio:
Dello Spirito
Chiara è la luna
identificazione con le qualità evocate sapendo che esse sono da risvegliare, non da acquisire, giacché sono
già dentro di noi. Ecco perché quando le sentiamo risuonare in tutto il nostro essere ci sentiamo a casa,
I 4 discepoli seduti in CERCHIO assieme al monaco meditano a lungo, immobili come statue esternamente
Ora il monaco intona un sacro mantra di guarigione spirituale rivolto ai suoi discepoli e, nel contempo, a
SAGGIO DA SE STESSO,
Dhammapada: V.63
Dunque, o diletti, immergendovi nel TAO, fluite liberi e freschi come l’acqua; sia rilassato il corpo, sia
Questa immersione nel TAO, è una immersione nel tutto, immersione nel mare dell’energia cosmica.
Il TAO – come è detto nelle antiche scritture – è pienezza senza inizio e senza fine. Dalla pienezza si attinge
In questa immersione nell’eterno TAO, in questo fluire come l’acqua, siete nell’infinito continuo presente, o
miei diletti.
A conclusione della forma, dopo aver disegnato nello spazio le 108 figure del TAO, vi troverete in uno stato
d’essere nel quale cadono i veli che coprono la luce; allora spontaneamente si produce l’esperienza
Guidati dal monaco precettore, i discepoli si muovono con una leggerezza e armonia tale da sembrare
Dhammapada: V.13
IL VECCHIO GATTO
Molti anni fa viveva un esperto nell’arte della spada di nome Shoken. Un giorno un grosso topo entrò nella
Shoken acquistò allora un gatto che subito balzò sul topo, ma fu morso ferocemente sul naso e messo in
fuga.
Shoken sorpreso, si fece prestare dei suoi vicini alcuni gatti esperti cacciatori. Li rinchiuse in casa, ma tutti
Shoken disse allora al suo servo: “Mi hanno detto che nel paese vicino vive un gatto molto famoso. Và a
Il domestico tornò con un gatto vecchio, malandato, dall’aria pacifica e sonnolente, che non sembrava
assolutamente in grado di far fronte all’avversario. Lo stesso topo vedendolo si rassicurò e sottovalutandolo
non gli prestò soverchia attenzione, ma il vecchio gatto con un balzo gli fu sopra e lo uccise.
La sera stessa tutti i gatti si riunirono nel granaio di Shoken e messo al posto d’onore l’eroe del giorno gli
dissero: “Finora noi pensavamo di essere degli ottimi cacciatori di topi e ci siamo allenati per anni a
catturarli, tuttavia siamo stati tutti battuti dal topo che tu sei riuscito con facilità ad uccidere. Qual è il tuo
segreto?”
Il vecchio gatto sorrise e disse: “siete degli ingenui; vi siete abituati a combattere un solo tipo di avversario
e quindi non sapete come cavarvela quando incontrate un topo diverso dagli altri; ma ora raccontatemi
Un gatto nero prese per primo la parola: “Sono nato da una nobile famiglia di cacciatori di topi e mi alleno a
Il vecchio gatto così replicò: ”Nella difficile arte della cattura del topo tu ti sei specializzato solo nel salto. Tu
non applichi che una sola tecnica e quindi sei stato battuto.”
Un grosso gatto tigrato intervenne con tono sicuro: “Io avevo già compreso ciò che ora tu dici e riuscivo a
catturare i topi o con una zampata o con qualsiasi altra tecnica. Sempre avevo trionfato e nessun topo era
sfuggito ai miei colpi; tuttavia in questo caso sono stato battuto pure io. Perché ?”
Il vecchio gatto rispose: “Tu manchi di modestia e hai l’orgoglio di essere il più forte e di vincere sempre;
ma ricorda che se tu combatti il nemico egli ti combatterà, se ti sforzi di ucciderlo egli fa lo stesso. E’ vana
illusione pensare che il tuo nemico sia sempre più debole. Non si può paragonare la corrente normale del
fiume ad un gorgo improvviso. Un topo che sta per morire può talvolta attaccare con la furia della
disperazione. Per salvare la sua vita egli dimentica di essere topo e tutto il resto. Tu non riuscirai mai a
Prese quindi la parola un piccolo gatto grigio: “Io mi sono allenato severamente dando importanza
soprattutto all’aspetto mentale. Non sono orgoglioso e non mi piace combattere. Se incontro un avversario
Il vecchio gatto disse allora: “Il termine “amico” come tu lo usi non è naturale. Se tu decidi di non attaccare,
l’avversario ne sarà subito cosciente. Supponiamo tuttavia che tu ottenga la sua amicizia e che egli poi ti
attacchi a tradimento. Ti troveresti senza difesa. Ciò che ti hanno insegnato è del tutto inutile.”
Il vecchio gatto continuò: “Molti anni fa ho conosciuto un gatto che dormiva tutto il giorno. Dovunque lo
portassero, sparivano i topi anche se nessuno lo aveva mai visto cacciarli. Gli chiesi il suo segreto. Egli non
rispose. Gli ripetei quattro volte la domanda. Invano, io non l’ho mai potuto uguagliare.”
E’ IL VERO VINCITORE.”
BUDDHA
“Prendendo spunto dalla storiella del “VECCHIO GATTO” e sapendo che la vera forza è dentro di noi,
Per prima cosa ponetevi in sintonia col momento presente ancorandovi al respiro; osservate il flusso
naturale e spontaneo attraverso le narici; osservate il petto, l’addome; osservate il flusso delle sensazioni
Ora visualizzate la tigre, osservatela con l’occhio mentale: mentre si muove o si acquatta, mentre corre o
riposa, mentre accudisce i suoi cuccioli, mentre balza e azzanna la preda o mentre si riposa.
Identificandovi con essa, con la sua caratteristica felinità, con la sua forza, con la potenza che sprigiona
unitamente a elasticità e morbidezza, siate perfettamente consapevoli, evitando di scivolare in stati alterati
di coscienza.
Quando percepite il contatto con le sue qualità, lasciate che il corpo si muova da se stesso; lasciatevi fluire
Il monaco lascia che i suoi 4 discepoli entrino in questo stato di “TRANCE” consapevole; lascia che
divengano un tutt’uno con le qualità che la tigre manifesta in perfetta sintonia con la natura e l’ordine
cosmico.
Soggettivamente ognuno dei quattro discepoli manifesta le caratteristiche oggettive della tigre:
Dopo un certo tempo, vigilando su ognuno dei suoi discepoli – figli spirituali – li invita a riprendere contatto
col respiro, ad essere coscienti, ad ascoltare il flusso delle sensazioni, ad essere consapevoli alle
modificazioni energetiche prodotte dalla pratica, ad osservare come “TESTIMONI” un’eventuale emersione
di contenuti mentali.
Conclusa la pratica, i discepoli sostano a lungo eretti, a MANI GIUNTE esprimendo con questo antico gesto
gratitudine, rispetto, unione, non violenza, armonia, connessione con la linea dei grandi maestri YOGHI-
SHAOLIN.
“SU CHI OFFENDE UN UOMO RETTO,
Dhammapada: V.125
I monaci iniziati sono nella sala del Buddha per la pratica delle 18 MANI diretta dall’Abate del tempio
THAYE DORJE.
L’insegnamento orale del Maestro è, secondo la tradizione, ripetitivo. Questo sta a significare che il Dharma
enunciato deve entrare in profondità. Solo così può essere digerito e ben assimilato dai discepoli che
devono trasmettere quanto appreso – per via di diretta esperienza – agli aspiranti monaci che potranno, a
Ora l’Abate del tempio THAYE DORJE inizia il suo discorso sul Dharma inerente le 18 MANI DEL BUDDHA,
mentre i discepoli seduti in cerchio attorno a lui si predispongono all’ascolto in stato di grande ricettività.
“Ecco, o Amici, l’antica pratica delle 18 Mani del Buddha :perfetta all’inizio, perfetta nel mezzo, perfetta alla
fine.
Perché perfeziona, affina, apre, disingombra, libera e illumina colui che rettamente pratica; rettamente si
sforza, rettamente si applica; ovvero colui che si adopera, tende lo spirito, si esercita con il proposito di
creare in se la volontà alla stabilizzazione di cose buone sorte, accrescerle, svilupparle, completarle.
Il 18, come già sapete, o Amici, è un numero sacro giacché la somma è il 9, vale a dire potenza triplicata
(3x3).
Questa pratica è perfetta all’inizio, perfetta nel mezzo, perfetta alla fine.
Essa vi potenzia nel corpo, vi potenzia nella mente, vi potenzia nello spirito rendendovi forti e puri come il
diamante.
E se è così, o Amici, siano allora le vostre mani uno strumento visibile, tangibile e concreto dell’Amore
sconfinato che un Boddhisattwa nutre, coltiva, alimenta, estrinseca nei confronti di tutti gli esseri senzienti.
Accendendovi di gioia davanti ad ogni persona che incontrate, siano pronte le vostre mani a lenire,
riscaldare, risanare.
Ma non per imparare ad uccidere siete qui, o Amici, bensì per imparare ad amare senza misura; giacché
l’amore non ha limiti né confini. Non si ritragga la vostra mano quando percepite un doloroso lamento, ma
sia pronta ad una calda e amorevole carezza, sia pronta a prendere la mano tesa del fratello sofferente,
La sacre formule apprese, o Amici, i suoni di potere, allontanino le ombre oscure con un gesto benedicente
della mano (MUDRA), giacché sono anch’esse creature come me e come voi. Creature che vivono
nell’errore e nella prevaricazione, creature che si muovono per il possesso in fase discensionale, poiché
spogliarsi di tutto ciò significherebbe evolvere, salire, muoversi in fase ascensionale dove ad attenderli c’è il
fuori moto ove, prima o poi, dovranno immettersi per espiare il karma. E allora, come disse il Cristo: “IVI
Ecco il significato della pratica delle 18 mani del Buddha rettamente trasmessa, rettamente appresa,
perfetta all’inizio, perfetta nel mezzo, perfetta alla fine. Essa sintetizza e attua il Nobile Ottuplice Sentiero:
Oltre alla gestualità rituale, all’attivazione dell’energia pranica tramite il respiro; oltre alle tecniche di difesa e
di attacco, essa contiene la ripetizione di un sacro mantra di guarigione spirituale, per la pace interiore e per
Allora, o amici, quando sarete pronti la luce della verità (buddhità) si rileverà da se stessa in voi e tramite
voi, diradando le tenebre dell’ignoranza che vincolano al ciclo delle rinascite (SAMSARA)”.
Dopo la pratica delle 18 mani del Buddha, della durata di 3 ore, l’Abate Thaye Dorje ed i monaci intonano
per 3 volte il sutra del cuore della grande conoscenza (MAHA PRAJNA PARAMITA HRIDAYA SUTRA).
Ora l’Abate ed i monaci si sintonizzano vibrazionalmente sulla sacra formula contenuta nella parte finale del
sutra.
Mentre i monaci ripetono la sacra formula mentalmente, raggi di luce dorata si dipartono dai loro cuori
irradiandosi nelle 10 direzioni dello spazio e beneficiando tutti gli esseri senzienti.
il supremo mantra,
l’ineguagliato mantra,
Dal sutra del cuore della grande conoscenza, questa magica formula vi è stata donata.
Essa suona così: “TAYATA OM GATE GATE PARAGATE PARASAMGATE BODHI SOHA.”
“A MILLE PAROLE PRIVE DI SENSO
Dhammapada: V. 100
Prima di iniziare a meditare i monaci si dispongono in cerchio attorno all’Abate Thaye Dorje che inizia il
“In che modo, o monaci, dimora un monaco nel corpo, praticando la contemplazione del corpo ?
Ecco: un monaco, recatosi nella foresta, ai piedi di un albero, in luogo deserto, siede con le gambe
incrociate, il corpo eretto, in uno stato di vigile presenza mentale. Con piena consapevolezza egli inspira ed
Se fa una lunga inspirazione, egli consapevolmente riconosce: “io sto facendo una inspirazione lunga”; se
fa una lunga espirazione, egli consapevolmente riconosce: “io sto facendo una espirazione lunga”. Se fa
una breve inspirazione, egli consapevolmente riconosce: “io sto facendo una inspirazione breve”; se fa una
breve espirazione, egli consapevolmente riconosce: “io sto facendo una espirazione breve”.
E si esercita così: “Io inspirerò nella consapevolezza della intera estensione della inspirazione”. Ed ancora:
“Io inspirerò calmando il movimento corporeo della inspirazione; io espirerò calmando il movimento
Così egli dall’interno del corpo dimora, osservando il corpo, dall’esterno del corpo dimora, osservando il
Egli dimora osservando il sorgere degli elementi nel corpo, dimora osservando il sorgere e il dissolversi
“Così è il corpo”, e pertanto in lui questa consapevolezza è di fondamento, perché a lui è base di sapere, è
base di più alta consapevolezza. Ed egli vive libero e nulla brama nel mondo.
SATIPATTHANA SUTTA
“INVANO CI SI AFFANNA IN OSCURI
GRAN FRUTTO.”
Dhammapada: V. 312
“Al crepuscolo di questo giorno – dice l’Abate del Tempio – desidero parlarvi delle quattro Dimore Celestiali,
o amici.
Esse sono:
MAITRI – Benevolenza
KARUNA – Compassione
UPEKKHA – Equanimità
Tali stati d’essere, o qualità intrinseche, sono il corpo, la parola, la mente del BODHISATTWA.
La prima delle Dimore Celestiali è la BENEVOLENZA – o gentilezza amorevole – ed è la qualità del cuore più
Chiunque, indipendentemente dal credo religioso, manifesti questa qualità è un essere spirituale, un
Bodhisattwa.
l’Amore caritatevole non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente,
non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non sospetta il male, non gode dell’ingiustizia,
ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.”
Ecco perché, o Amici, è definita Dimora Celestiale ed ecco, anche, perché è facile riconoscerla:
Ora, o Amici, andate a praticare la meditazione all’aperto camminando con passo lento e consapevole.
Mentre mantenete una verticalità perfetta, percepite di essere un tramite tra le forze del cielo e quelle della
terra.
Fra un’ora ci troviamo qui, o Amici. Portate i vostri discepoli per la meditazione da me guidata ed il discorso
Dopo la meditazione camminando, i monaci si ritrovano nella sala assieme a tutti i discepoli.
Ecco o Amici, la Nobile Dimora Celestiale di MAITRI. vi prego di applicarvi, in questa pratica, con tutto il
vostro corpo, con tutta la vostra mente e con tutto il vostro cuore.
- Ora ponete la vostra attenzione sul respiro che entra ed esce dalle narici. Immaginate di inspirare pace
da tutto ciò che vi circonda: dall’aria, dalle nuvole, dalle stelle, dagli alberi, dal canto degli uccelli, dal
A conclusione della meditazione, l’Abate, i monaci iniziati, i discepoli aspiranti monaci, intonano il DOLCE
CANTO DI MAITRI.
IL CANTO DI MAITRI
onoro il Guru..
onoro il Dharma.
onoro il Sangha.
tutte le creature,
tutte le personalità,
tutte le femmine,
tutti i maschi,
Dhammapada: V. 50
Essere Luce, Luce infinita, perfetta conoscenza che attua le sei azioni trascendenti (PARAMITA), grande
Essere Compassionevole che offre rifugio e protezione a tutti gli esseri sofferenti.
“Ecco, o Amici, L’ARCHETIPO dello YOGHI SHAOLIN, vale a dire il modello di vita da imitare, il perfetto
modello verso cui tendere, il signore della Compassione, ovvero il BODHISATTWA di tutti i BODHISATTWA:
AWALOKITESWARA.
Appena nato Awalokiteswara, Signore dei 3 mondi e personificazione dell’Amore incondizionato, mormorò il
Sacro Mantra:
E’ possibile contare le particelle esistenti nell’universo, ma è difficile contare i meriti creati dalla recitazione
E’ possibile contare le gocce che compongono l’oceano, ma è difficile calcolare l’energia positiva
1) giustamente trasmessa
2) giustamente appresa
3) giustamente recitata
- Essa porta al superamento delle interferenze interne ed esterne che possono essere di ostacolo alla vita
spirituale;
recitazione corretta e costante, quando sarete pronti, riceverete l’INIZIAZIONE SEGRETA. In questa
SIATE FELICI !
ILLUMINAZIONE IN CAMMINO
Il giovane smarrito, accettato come discepolo dal monaco TAOGEN, si rende conto che c’è una atmosfera
particolare quando è luna piena al tempio Shaolin. L’incenso spandeva il suo profumo con leggere folate e
Il giovane discepolo osservava attraverso la finestra il giardino: i cerchi concentrici tracciati nella sabbia che
Sembrava che tutto parlasse di pace quella sera: la luna, i muri, gli alberi, i viali, la campana, la statua del
Buddha.
I giorni trascorrevano lieti e attivi al tempio. I suoi dubbi si andavano via via sciogliendo come neve al sole e
La presenza del monaco TAOGEN lo rassicurava, lo aiutava a superare quei momento in cui la pratica dello
Parlava poco, il monaco TAOGEN, non si metteva in mostra, non saliva in cattedra, non faceva nulla per
E questo lo capiva.
Non capiva, invece, le risposte alle sue domande. Quella che gli poneva più sovente concerneva
l’illuminazione.
Con queste considerazioni, si accinse ad andare a dormire sdraiato sul fianco destro, nella posizione del
Come ogni mattina, prima dell’alba, al termine della seduta di meditazione, il monaco TAOGEN dava dei
Quel giorno, dopo la meditazione camminando e la colazione, il programma della giornata comprendeva:
- i 10 esercizi preziosi
- la camicia energetica
- la gru bianca
- la meditazione Bodhi-Dharma.
Quella stessa mattina deciso a seguire i consigli del monaco TAOGEN, il giovane discepolo si mise a
sincronizzato col respiro. Percepiva la natura, il profumo dei fiori e dei pini, il gioioso cinguettio degli uccelli,
A mano a mano che camminava, si sentiva sempre più centrato in se stesso. Notò, così, che stava
avvenendo in lui un cambiamento, che stava scendendo dall’alto e emergendo dal profondo qualcosa di
vibrante, di luminoso, di stabile: uno stato d’essere che non aveva mai provato prima, ma che tuttavia, non
Improvvisamente si sentì totalmente immerso, come un pesce nell’acqua, in un caldo mare, immoto e in
moto allo stesso tempo, vibrante luce, pace e Amore; in uno stato in cui tutte le distinzioni di ogni genere
scomparvero e nel quale percepiva di essere in interrelazione con tutti gli esseri viventi, con tutte le creature
dell’universo.
Dopo questa esperienza, il giovane discepolo comprese che “QUESTO STATO D’ESSERE” viene da se
stesso e da se stesso va (non senza lasciare tracce indelebili) e che non poteva fare altro che tenere le mani
Felice corse a raccontare l’accaduto al suo Precettore spirituale – il monaco TAOGEN – il quale, dopo averlo
“Bene, ma non attaccarti a questa esperienza, non esaltarti, così non ti deprimerai quando avrai dei periodi
di apparente aridità.
Ora, andando a mangiare, ringrazia per il nutrimento quotidiano, ricordano che il come si mangia è
Tra un’ora ci troviamo nella sale del Buddha assieme ai tuoi compagni di pratica.”
PARTE SECONDA
CHI KUNG
I 10 ESERCIZI PREZIOSI
(VYASA)
Preziosi perché attraverso vari tipi di respirazione, suoni e movimenti, andiamo a purificare, preparare,
dinamizzare, e potenziare il corpo fisico, il doppio eterico costituito da 72.000 vene eteriche (NADIS), sette
Il canale sinistro è quello lunare (IDA NADI). Il canale destro è quello solare (PINGALA NADI). Il canale
centrale (SUSHUMNA NADI) si attiva allorquando i due canali – il lunare e il solare – si fondono all’unisono.
Quando questo avviene la dea addormentata, chiamata KUNDALINI, localizzata nel 1.o vortice
(MULADHARA) inizia a risvegliarsi e, trovando il canale adatto per il suo passaggio, ascende sino al 7.o
vortice (SAHASHRARA) collegando il polo umano al polo supremo unificando il corpo materiale e i corpi
Il risveglio della KUNDALINI spiritualizza il corpo, o diletti. In questo modo lo YOGHI SHAOLIN ottiene la
1. ESERCIZIO
Ponetevi nella posizione eretta, con i piedi paralleli alla stessa larghezza delle spalle, gli occhi semichiusi e
le mani rivolte verso il basso ventre, che è il centro di forza per eccellenza (fig. 1).
Inspirando sollevate le braccia lateralmente sino a giungere le mani al di sopra della testa (fig. 2 – 3).
Espirando toccate con le mani giunte il coronale (7.o chakra) e scendendo con le braccia completate
2. ESERCIZIO
Ponetevi seduti con le gambe aperte, afferrate le punte dei .piedi e serrate il mento allo sterno (fig. 4).
Concentrate la vostra attenzione sul diaframma. In questo esercizio l’espirazione è attiva mentre
l’inspirazione è passiva. Attraverso una leggera contrazione del diaframma avviene l’espirazione dal naso
con il suono HEE; l’inspirazione avviene automaticamente in seguito al naturale rilassamento del
diaframma.
3. ESERCIZIO
Mantenete le ginocchia alla stessa larghezza del bacino ed i pugni alla stessa larghezza delle spalle. Sia le
4. ESERCIZIO
Ponete le mani sui talloni, chiudete le natiche e, sollevandovi, spingete il bacino in avanti (fig. 7).
Tenendo la postura ferma e gli occhi semichiusi, fate la respirazione a mantice attraverso la bocca.
5. ESERCIZIO
Appoggiandovi sulle mani, col busto un po’ inclinato in avanti, spalancate la bocca verso il suolo col suono
RAAM, contemporaneamente spalancate le dita delle mani, contraete i muscoli delle braccia, delle spalle e
6. ESERCIZIO
Sollevatevi sulle cosce ponendo il busto e la testa in verticale, tenete le braccia aperte all’altezza delle
Fate delle circonduzioni del busto lente e ampie snodando tutta la colonna vertebrale.
7. ESERCIZIO
In fase di inspirazione sollevatevi sulle gambe aprendo le braccia come fossero delle ali (fig. 10).
8. ESERCIZIO
Ora andiamo a praticare la respirazione solare. Ponete le vostre mani sulle natiche, tenete il mento in
contatto con lo sterno (fig. 12). Concentratevi sul 3.o vortice di energia (MANIPURA), conosciuto come la
ruota dei mille raggi e centro ripartitore di energia, assumete la posizione ad arco. Mantenendo la postura
9. ESERCIZIO
Ora andiamo a praticare la respirazione sonora. Appoggiatevi sugli avambracci con i palmi delle mani verso
l’alto (fig. 13). Prendete coscienza del corpo, del respiro e del 5.o vortice di energia (VISHUDDA).
In fase di espirazione stringete i pugni, contraete tutto il corpo, mentre dalla gola esce il suono HUU.
Completando l’espirazione, rilassatevi completamente lasciando che l’inspirazione avvenga poi in maniera
naturale.
10. ESERCIZIO
Ponetevi in posizione eretta con le braccia alzate e le mani in ricezione di energia con i palmi verso l’alto
(fig. 14).
In fase di espirazione scendete sulle gambe col suono HAA, abbassate le braccia avvicinando i gomiti.
Inspirando tornate lentamente nella posizione iniziale col suono HENG. Restate alcuni secondi in questa
PAO KANG
LA CAMICIA ENERGETICA
(LAO TSE)
Il termine “CAMICIA”, sta ad indicare l’aura, vale a dire la radianza energetica dei corpi sottili che si estende
In posizione eretta, con i piedi paralleli, gli occhi semichiusi, il corpo rilassato, le mani rivolte verso il ventre
(fig. 1) iniziate a respirare con l’addome in maniera lenta, profonda e regolare attraverso il naso.
2. ESERCIZIO
Mantenendo la postura precedente, portate le braccia in apertura laterale con i palmi delle mani rivolti verso
l’alto (fig. 2). Mentre continuate a respirare profondamente con l’addome, ponetevi in uno stato mentale di
3. ESERCIZIO
Dalla posizione precedente spostate lateralmente la gamba destra, ancoratevi saldamente al suolo con i
Chiudete i glutei, mantenete la schiena bene eretta, gli occhi semiaperti, la lingua sul palato. Ora
immaginate di abbracciare un albero di pino, tenete le braccia a cerchio con il dito medio di ambedue le
mani quasi in contatto all’altezza del cuore (fig. 3). Percepite lo scheletro, percepite i muscoli, percepite gli
organi, percepite nervi e tendini. Immaginate di respirare attraverso tutti i pori della pelle, mentre l’energia
4. ESERCIZIO
Ora, muovendovi lentamente, portate le braccia a cerchio sopra il capo (fig. 4) mantenendo la stessa
attitudine interiore.
5. ESERCIZIO
6. ESERCIZIO
Riportate le braccia a cerchio in alto sopra la testa mentre vi accucciate sulle gambe (fig. 6).
7. ESERCIZIO
Ora portatevi distesi al suolo con le gambe incrociate e le braccia a cerchio all’altezza della gola (fig. 7).
8. ESERCIZIO
Portatevi lentamente seduti a gambe incrociate con le braccia a cerchio all’altezza del plesso solare (fig. 8).
9. ESERCIZIO
Ora, portandovi in piedi, aprite lateralmente le braccia con i palmi delle mani verso l’alto (fig. 10). Sentite
tutta la vostra sostanza: carne, sangue, ossa, muscoli, nervi, organi, saturata di energia pranica, o diletti !
10. ESERCIZIO
Concludendo la sequenza della camicia energetica, riportate le mani rivolte verso il basso ventre (fig. 11),
restando in ascolto del respiro, delle sensazioni e delle variazioni energetiche che il corpo vi comunica.
Anche se leggiadra, cioè leggera e graziosa, la mantide ha una particolarità che la distingue dagli altri
animali. Questa particolarità la rende micidiale nei confronti di eventuali nemici, poiché essa percepisce i
loro movimenti come se fossero al rallentatore. Perciò la costante pratica della mantide religiosa e la
identificazione con le sue qualità rendono lo Yoghi Shaolin imbattibile. Raggiunta questa padronanza, un
Iniziando con un atteggiamento di religiosità, ponetevi eretti con i piedi uniti, gli occhi semichiusi e le mani
Come già sapete, all’inizio dello studio degli animali, occorre collegarsi con le forze della terra e le forze del
cielo.
Ora lasciate scivolare naturalmente le braccia lungo i fianchi. Affondando sulle gambe, spostate
lateralmente il piede sinistro, portando i piedi paralleli alla stessa larghezza delle spalle. Fatto questo,
spingete la sommità del capo verso l’alto, mentre le gambe, prima un po’ flesse, si tendono lentamente.
Percepite la verticalità, il baricentro, l’asse centrale. Siate coscienti di essere un tramite tra le forze del cielo
Andate ad esplorare coscientemente tutto il corpo dalla testa ai piedi. Durante questa esplorazione notate
Ascoltate tutte le sensazioni e le variazioni energetiche che il corpo vi comunica. Ponetevi in sintonia col
Ora date via all’energia. Inspirando sollevate le braccia in avanti sino all’altezza delle spalle con i palmi
verso l’alto. Espirando girate i palmi verso il basso e scendete lentamente con le braccia in avanti.
1. ESERCIZIO
Passando al 1. esercizio, inspirate sollevando le braccia lateralmente sino a portarle alla stessa larghezza
Tenendo le mani vicine, iniziate a muoverle con leggiadria, curando il rilassamento dei polsi.
Andando con il dorso della mano verso l’alto ed il palmo verso il basso, scendete in avanti con le mani
all’altezza dell’ombelico e poi riportatele di nuovo in alto al di sopra del capo (fig. 2).
Curando costantemente il rilassamento dei polsi – peculiarità della mantide – e portando le braccia in avanti
all’altezza delle spalle, muovete il dorso della mano verso il corpo e il palmo dell’altra mano in avanti
3. ESERCIZIO
Portando ancora le braccia all’altezza delle spalle (fig. 4), spostate la gamba destra lateralmente, affondate i
piedi al suolo e chiudete le natiche. Muovete le mani verticalmente col dorso verso l’alto ed il palmo verso il
basso, alternativamente.
Mentre continuate a muovere le mani con graziosità, ruotate lateralmente a sinistra, ritornate lentamente al
4. ESERCIZIO
Partendo con le mani sovrapposte all’altezza del cuore (fig. 5), portate le braccia in apertura laterale col
respirazione.
5. ESERCIZIO
Partendo con le braccia all’altezza delle spalle, muovete le mani verticalmente con il dorso verso l’alto ed il
palmo verso il basso alternativamente. Spostando lentamente il peso del corpo sulla gamba destra, andate
in flessione sino a sedervi sul tallone, mentre le mani continuano a muoversi (fig.. 7).
Mantenendo il baricentro basso, spostate lentamente il peso del corpo sulla gamba sinistra.
Continuate così flettendo alternativamente le gambe, mentre le braccia si muovono con leggerezza ed in
perfetta sintonia..
Partendo con i piedi paralleli alla stessa larghezza delle spalle, inspirando portate il dorso delle mani verso
l’alto, sollevandovi sulle punte dei piedi (fig. 8). Espirando portate i palmi delle mani verso il suolo,
7. ESERCIZIO
Partendo dalla posizione laterale sinistra, in passo vuoto – vale a dire col 60 % del peso del corpo sulla
gamba posteriore ed il 40 % su quella anteriore – con la mano destra sovrapposta alla sinistra, muovete le
braccia verticalmente col dorso delle mani verso l’alto ed il palmo verso il basso. Fate lo stesso in guardia
8. ESERCIZIO
Partendo dalla posizione a gambe larghe e le mani sovrapposte (fig. 12), ruotando di 180 gradi, portate un
colpo con il dorso della mano destra all’altezza della tempia, poi passando dalla posizione iniziale, portate
un colpo col dorso della mano sinistra alla stessa altezza, prendendo il vostro corpo come riferimento (fig.
13).
9. ESERCIZIO
Mantenendo la posizione a gambe larghe, ancoratevi saldamente al suolo, come se i piedi avessero delle
radici. Tenete la schiena ben eretta e chiudete le natiche. Ora muovete le braccia verticalmente col palmo
della mano destra verso l’alto ed il palmo della mano sinistra verso il basso.
Continuate invertendo la posizione delle mani, vale a dire con il palmo della mano sinistra verso l’alto ed il
Rimanendo nella stessa postura, aprite le braccia lateralmente con i palmi delle mani verso l’alto. con gli
occhi semichiusi, respirate liberamente, profondamente e gioiosamente attraverso il naso (fig. 15).
Tutto il vostro corpo sia in uno stato di ricezione e captazione dell’energia prancia.
11. ESERCIZIO
Restando con i piedi ben ancorati al suolo e mantenendo la chiusura delle natiche, avvicinate il dito medio
al pollice di ambedue le mani. Lentamente e con attenzione portate le braccia a cerchio con le mani
12. ESERCIZIO
Avvicinando la gamba destra alla sinistra, portatevi con i piedi alla stessa larghezza delle spalle, e con le
dita delle mani verso il primo vortice di energia. Ora descrivete dei piccoli movimenti con le mani lungo
l’asse centrale in corrispondenza dei sette chakra.- prima dal basso verso l’alto, poi dall’alto verso il basso
(fig. 17).
A conclusione della mantide religiosa, portate le mani con i palmi verso il basso ventre, sintonizzandovi con
la respirazione addominale.
Inspirando sollevate lateralmente le braccia (fig. 18) sino a portare le mani al di sopra del coronale.
Prima di continuare con gli altri esercizi, andiamo a bere una buona tazza di thè .”
HO CHUAN
LA GRU BIANCA
(LAO TSE)
“Ora andiamo a spiegare le ali nell’esercizio della gru bianca nella sua caratteristica giocosità e gioiosità.
Per prima cosa ponetevi seduti sulle ginocchia socchiudete gli occhi e osservate il flusso del respiro.
Ora partendo dallo stato di vuoto mentale, visualizzate la gru. Osservatela con l’occhio interiore:
- mentre si muove con leggerezza, armonia, equilibrio;
In questa osservazione consapevole cercate di captare le sue qualità intrinseche e di identificarvi con esse.
1. ESERCIZIO
In questo primo esercizio chiamato “IL RESPIRO DELLA GRU”, prendete coscienza dei vortici di energia
accingendovi a dinamizzarli.
Inspirate attraverso il naso in fase di apertura (fig. 1) ed espirate in fase di chiusura (fig. 2).
2. ESERCIZIO
Rimanendo seduti sulle ginocchia ruotate alternativamente le spalle (fig. 3). Mentre il respiro fluisce libero
curate il rilassamento:
3. ESERCIZIO
Dalla posizione seduta, muovendovi con attenzione, portatevi eretti con i piedi uniti, le gambe leggermente
flesse, le braccia aperte ai lati del corpo con i gomiti rivolti verso il basso e i polsi rilassati.
Ora portandovi in equilibrio su una gamba (fig. 4) muovete le braccia come se fossero delle ali, mentre
Portatevi in passo pieno con la gamba sinistra in avanti, vale a dire col 65 % del peso del corpo sulla
gamba anteriore ed il 35 % su quella posteriore, mentre le braccia aperte lateralmente si chiudono un po’ in
Ora portate il calcio diretto con la gamba posteriore in fase di espirazione (fig. 6) con un suono un po’
soffiato (FHOO). Calciate velocemente con la gamba sciolta mentre la vostra energia esplode nel momento
Ora passate al calcio rovesciato. Con la gamba completamente sciolta e la caviglia in estensione,
descrivete un ampio cerchio (fig. 7) dall’interno verso l’esterno in fase di espirazione e con lo stesso suono.
Dopo un certo numero di ripetizioni alternate la posizione portando il calcio rovesciato con l’altra gamba.
5. ESERCIZIO
Portatevi a gambe larghe, con il peso del corpo equamente distribuito, punte dei piedi verso l’esterno.
Tenete le braccia ad ali aperte con i gomiti verso il basso ed i polsi completamente rilassati. Da questa
posizione spostate un po’ il peso del corpo sugli avampiedi e spiccate il volo leggeri come la gru.
Percepite la forza degli alluci, sia in fase di volo sia in fase di atterraggio, usando la espirazione un po’
soffiata (fig. 8)
6. ESERCIZIO
Portatevi con i piedi uniti, le braccia in avanti alla stessa larghezza delle spalle con i palmi rivolti in avanti.
Restando in equilibrio sulla gamba sinistra, sollevate lentamente la gamba destra piegata (fig. 9) portando il
ginocchio più in alto dell’anca e la punta del piede verso il basso. Sollevate il braccio destro sopra il capo,
Lentamente e con molta attenzione, invertite la posizione delle gambe e delle braccia.
Tenete gli occhi aperti e lo sguardo posato verso il suolo a circa 3 m davanti a voi.
Dopo l’ultima esecuzione, portate le mani sovrapposte, la destra sopra la sinistra, i pollici in contratto (fig.
10), mentre le punte delle dita di entrambe le mani esercitano una leggera pressione sul punto chiamato
Siate intensamente consapevoli, o diletti, dimorando nel presente con carne e ossa, mente e cuore !”
CHI LUNG
(Li Hi Yu)
La caratteristica di questo mitico animale è la potenza che esprime attraverso il respiro, il suono e gli
artigli."
Partendo con le braccia in alto (fig. 1), spalancate le dita delle mani ponendo in esse la vostra energia
interna. Mentre respirate profondamente con il suono HIII in fase di espirazione, le dita delle mani si
Ora ponete l'artiglio della mano sinistra all'altezza del gomito del braccio destro (fig. 2).
Muovete l'artiglio della mano destra in modo circolare, espirate in fase di discesa (fig. 3) ed inspirate in fase
di salita.
Intensificate gradualmente respiro, movimento e suono mentre percepite la potenza del drago, o diletti!
2. ESERCIZIO
Dopo l'ultima esecuzione del primo esercizio, sfiorate il viso con le mani (fig. 4), portate le braccia all'altezza
delle spalle e, in fase di espirazione, spingete gli artigli delle mani lateralmente (fig. 5).
Intensificate gradualmente respiro, movimento e suono mentre percepite la forza del drago, o diletti!
3. ESERCIZIO
Dopo l'ultima esecuzione del secondo esercizio portate gli artigli delle mani in avanti all'altezza del viso e, in
Intensificate gradualmente respiro, movimento e suono mentre percepite la forza del drago, o diletti!
4. ESERCIZIO
Dopo l'ultima esecuzione del terzo esercizio ruotate lateralmente a sinistra portandovi in passo vuoto,
rivolgete i palmi delle mani verso l'alto in fase di inspirazione, poi ruotando le mani, artigliate verso il basso
Dopo 36 esecuzioni ruotate lateralmente a destra (fig. 8) ripetendo l'esercizio per altre 36 volte.
Intensificate gradualmente respiro, movimento e suono mentre percepite la forza del drago, o diletti!
5. ESERCIZIO
Dopo l'ultima esecuzione del quarto esercizio assumete la posizione di guardia del drago.
In posizione frontale, portate l'artiglio della mano sinistra in avanti all'altezza del viso - prendendo il vostro
corpo come riferimento - e l'artiglio della mano destra al di sopra della testa (fig. 9).
Ora usando la vostra energia interna, artigliate con un movimento fulmineo e potente diagonalmente verso il
Dopo 36 esecuzioni invertite la posizione delle mani (fig. 11), artigliando con la mano sinistra ancora per 36
volte.
Intensificate gradualmente respiro, movimento e suono mentre percepite la forza del drago, o diletti!
6. ESERCIZIO
Dopo l'ultima esecuzione del quinto esercizio, tornate in guardia destra (fig. 9). Ora, facendo appello alla
vostra energia interna, artigliate lateralmente con la mano destra mentre l'artiglio della mano sinistra si porta
in contatto esterno con il gomito destro (fig. 12). Ambedue gli artigli delle mani sono rivolti verso l'esterno.
Dopo 36 esecuzioni, invertite la posizione di guardia e ripetete l'esercizio facendo attenzione al numero
delle ripetizioni.
Intensificate gradualmente respiro, movimento e suono mentre percepite la forza del drago, o diletti!
7. ESERCIZIO
Dopo l'ultima esecuzione, ripetete il primo esercizio con la posizione delle braccia invertita (fig. 13).
Spalancate le dita delle mani ponendo in essi tutta la vostra energia interna. Ora muovete l'artiglio della
mano sinistra in modo circolare (fig. 14) mentre espirate col suono HIII che, ad ogni ripetizione, diviene
sempre più potente. Dopo l'ultima esecuzione, sfiorate il viso con le mani - come nel secondo esercizio -
(fig. 15) poi, in fase di espirazione, portate i palmi delle mani in basso.
Mentre ricomponete l'energia, col respiro ed il movimento delle braccia (fig. 16 - 17 - 18), accertatevi che la
divaricate, le braccia ai lati del corpo e gli occhi chiusi. Osservate il corpo, il respiro, le sensazioni, le
Sentite il vostro corpo eterico e la vostra aura, o diletti, lasciandovi pervadere tutte le direzioni lontane e
vicine!"
SHE CHUAN
(Li Hi Yu)
Per prima cosa ponetevi nella posizione eretta di meditazione, con i piedi paralleli alla stessa larghezza delle
spalle, le braccia ai lati del corpo con i palmi delle mani rivolti in basso (fig. 1).
Prendete coscienza del movimento ascensionale e discensionale dell'energia lungo l'asse cerebro-spinale.
Ora inspirate consapevolmente dai genitali alla cavità orale e, viceversa, espirate dalla cavità orale ai
genitali.
La spina dorsale, in corrispondenza eterica col canale centrale (SUSHUMNA NADI), è la via dello spirito.
1. ESERCIZIO
Dopo la respirazione lungo l'asse centrale che aiuta a risvegliare Kundalini - simbolicamente rappresentato
da un serpente attorcigliato alla base della spina dorsale - ponetevi con le gambe divaricate (fig. 1) e le
Prima di partire con questo movimento sinuoso ed ondeggiante, caratteristico del serpente, rilassate la
mente ed il corpo.
Ora facendo partire l'impulso sinuoso dal baricentro muovete le mani davanti a voi in modo ampio, circolare
Dopo 108 movimenti in senso anti-orario fate altri 108 movimenti in senso orario mentre, in fase di
2. ESERCIZIO
Portatevi nella posizione della "FRUSTA" in passo pieno frontale (fig. 3). Ora, similmente al serpente, fate il
vuoto su un ipotetico attacco frontale (fig. 4) mentre espirate col suono sibilante.
Siate totalmente immersi in questa alternanza di vuoto e pieno ripetendo l'esercizio per 108 volte prima
3. ESERCIZIO
Ponetevi a gambe larghe - la distanza tra i piedi è il doppio della larghezza delle spalle -, ancorate i piedi al
suolo e chiudete le natiche. Mobilizzando l'energia interna portate 108 colpi con la punta delle dita
Mantenendo la posizione del precedente esercizio, le braccia nella posizione "SOLLEVARE LE MANI" (fig.
7), vale a dire la mano sinistra all'altezza della gola e la mano destra vicina al gomito sinistro, partendo dal
baricentro e trasmettendo l'impulso sinuoso alla colonna vertebrale, muovete ambedue le mani dall'interno
verso l'esterno con un movimento a spirale discendente ed ascendente (fig. 8) per 108 volte.
Invertendo la posizione delle mani ed il movimento a spirale fate altre 108 ripetizioni.
5. ESERCIZIO
Partendo dalla medesima posizione con le braccia un po' piegate, i gomiti verso il basso e le mani
all'altezza del cuore, arrotolate il serpente a sinistra con un movimento sciolto e fluido (fig. 9). Dalla
posizione arrotolata verso il suolo, facendo partire l'impulso energetico dal baricentro, scattate con moto
ascendente e colpite col taglio interno della mano all'altezza della tempia (fig. 10) per 108 volte. Lo stesso
6. ESERCIZIO
In quest'ultimo esercizio andate a colpire l'ipotetico bersaglio col micidiale "MORSO DEL COBRA".
Portatevi in guardia sinistra nella posizione a passo vuoto, col 95% del peso del corpo sulla gamba
posteriore ed il restante 5% sul piede avanzato (fig. 11). Con la rapidità del cobra, scattate in avanti
sollevando il ginocchio destro e portando il morso all'altezza della gola (fig .12) per 108 volte. Invertendo la
A conclusione della sequenza, come per gli altri animali, andate a ricomporre l'energia (fig. 13).
Ora, prima della meditazione BODHIDHARMA, che conclude il programma della giornata, dedicate un po'
di tempo per la pulizia del corpo, degli indumenti, della stanza e dei vostri oggetti.
LA MEDITAZIONE BODHIDHARMA
(Wu Yu Hsiang)
Dopo il lavoro manuale ed il pasto seguito da un po' di riposo, i discepoli si recano alla sala del Buddha ove
"Il termine cinese CHAN, o diletti, proviene dalla radice sanscrita DHYANA.
- fare giorno
- fare luce
- illuminare.
Come già sapete, o diletti, l'insegnamento del nostro Tempio proviene dal grande Maestro BODHIDHARMA.
Egli, così come altri uomini geniali del suo tempo, tralasciando l'aspetto storico, si rivolse a quella che si
chiama NATURA DEL BUDDHA, cioè non s'interessò al Buddha o alle sue parole, ma al contenuto della sua
Questa preziosa esperienza - di portata universale - inerente la BUDDHITA', ovvero la nostra vera natura,
Si può solo trasmettere da cuore a cuore, come una fiamma che accende un'altra fiamma, quando
1. ESERCIZIO
Sedete sulle ginocchia nella posizione del diamante (VAJRA), le mani sulle cosce con i palmi rivolti verso
l'alto e gli
occhi semichiusi (fig. 1). Siate ricettivi e, mantenendo la postura ben eretta, collegatevi interiormente con i
“Inchinandomi con rispetto ai piedi di loto dei gloriosi maestri del passato chiedo il permesso di entrare nei
piani sottili ove regnano Amore, Luce, Pace e di realizzare, qui e ora, la Buddhità per beneficiare tutti gli
esseri senzienti.”
2. ESERCIZIO
Portate la mano sinistra sopra il capo con il palmo rivolto verso l’alto in ricezione di energia e la mano
Ruotando la mano sinistra verso il coronale, in fase di espirazione, fatela scendere lungo l’asse centrale
3. ESERCIZIO
Portate ambedue le mani sopra il coronale (fig. 4), rivolgete le punte delle dita verso il basso e, in fase di
espirazione scendete in avanti lungo l'asse centrale (fig. 3). In fase di inspirazione, con un ampio movimento
laterale delle braccia, riportate le mani sopra il coronale (fig. 4) e continuate nell'esercizio.
4. ESERCIZIO
Dopo l'ultima respirazione del terzo esercizio, restate con le mani sopra il coronale (fig. 4). Con gli occhi
5. ESERCIZIO
Dalla postura precedente, portate gli avambracci ai lati del corpo con i palmi delle mani verso l'interno (fig.
Ora con la respirazione a MANTICE muovete ambedue le mani verso l'interno (come per comprimere l'aria)
scendendo dal quinto vortice al terzo e salendo dal terzo vortice al quinto.
6. ESERCIZIO
Appoggiate le punte delle dita sul cuore e, con gli occhi semichiusi, respirate lentamente, profondamente,
consapevolmente.
Ponete la mano sinistra col palmo verso l'alto all'altezza dell'ombelico e la mano destra col palmo rivolto in
basso appoggiata sullo sterno (fig. 7). Ora muovete mentalmente l'energia in senso orario intorno allo
stomaco.
Mentre il respiro fluisce naturalmente, visualizzate come una girandola di luce che ruota sempre più
intensamente.
8. ESERCIZIO
Ponete ambedue le mani in corrispondenza dell'area genitale (fig. 8). Con gli occhi semichiusi respirate
9. ESERCIZIO
Continuando a respirare con l'addome in maniera lenta, dolce e consapevole aprite le braccia ai lati del
Siate coscienti del triangolo di Luce che il vostro corpo disegna nello sazio, o diletti!
10. ESERCIZIO
Ora, come nel quinto esercizio (fig. 10), portate le braccia ai lati del corpo. Oscillate leggermente con il
Siate coscienti del doppio eterico che circonda il corpo fisico, o diletti!
11. ESERCIZIO
Assumete la posizione speculare del secondo esercizio (fig. 11). Mentre la mano destra è in ricezione di
Quando l'aria inspirata e l'aria espirata si fondono, in questo momento, toccate il centro senza energia e
Portate i palmi delle mani in corrispondenza del secondo chakra (fig. 12). A partire da questo esercizio, dalla
conosciuta anche come respirazione di "LUNGA VITA", i movimenti dell'addome sono invertiti. Perciò
rientrate un po' l'addome in fase di inspirazione e rilassatelo, spingendolo un po' in fuori, in fase di
espirazione.
13. ESERCIZIO
Continuando nella respirazione prenatale, portate le braccia ai lati del corpo con i palmi delle mani verso
l'alto (fig. 13). Ora inspirate col suono HENG, ritenete il respiro per circa sette secondi, quindi espirate col
suono HAAA.
14. ESERCIZIO
Proseguendo con la respirazione prenatale, portate le mani sopra il coronale (fig. 14). Respirate in tre fasi
come nel precedente esercizio (il suono HENG ed il suono HAAA sono ripetuti mentalmente).
15. ESERCIZIO
Ancora con la respirazione prenatale, portate le mani a triangolo al centro del petto (fig. 15).
16. ESERCIZIO
Ora, portando di nuovo le mani verso il tantien, ovvero il secondo vortice, concentratevi ancora di più nella
respirazione prenatale.
Ora, posando gli avambracci al suolo e formando con l'indice ed il pollice di ambedue le mani un triangolo
18. ESERCIZIO
Ritornando con il busto in posizione verticale, portate le mani sopra le cosce, la destra sopra la sinistra, con
Ora, o diletti, percepite la presenza d'essere di ciascuna persona come sentite la vostra, quindi, mettendo