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Ci siamo mai chiesti come i bambini riescono a farci comprare quello che vogliono loro? O
come alcuni venditori ci "intortano". Usano lo “Yes-Set”!
Bel nome! Ma cos'è? E' una tecnica che predispone l’interlocutore a dire sì: una serie di
"domande a imbuto" che, usate consapevolmente o inconsapevolmente, creano un “campo
affermativo” efficace sia nella relazione uno a uno che di fronte ad un pubblico più ampio.
Le prime quattro domande sono "retoriche" o per dirla tecnicamente sono asserzioni
verificabili. La quinta no: è una induzione. Il pubblico, già predisposto positivamente in
quanto "rispecchiato" nel suo stato fisico (stretti e accaldati) e nel suo mood emotivo (in
attesa ed eccitati), sarà pronto ad accettare che "il suo obiettivo" è scatenarsi e
farsi coinvolgere nella serata.
Ecco invece un esempio "uno a uno". E' il dialogo tra una mamma e sua figlia:
i bambini sanno usare lo "yesset" senza aver
fatto particolari studi ... sono i migliori
persuasori al mondo!
1. Mamma è vero che sono il tuo tesoro? -> Certo amore mio!
2. E che sei felice quando sono felice? -> E’ proprio così tesoro!
3. Secondo te sono carina? -> Ma certo che se carina: sei una bambina bellissima!
4. E se c’è una cosa che mi fa ancora più carina e ordinata come piace a te e anche felice,
tu mi aiuti ad averla? -> Ma certo tesoro.
Anche qui solo le prime quattro asserzioni sono verificabili, l'ultima è un'induzione.
Ecco come la usava Erickson per entrare in rapporto con i propri pazienti e costruire con
loro -in tempi molto brevi- una relazione in cui loro fossero disposti a seguirlo nelle sue
induzioni (ovvero nel suo caso, è importante ricordarlo, istruzioni psicoterapiche):
3. Ah, le spiace anche servire del the per entrambi? Grazie mille.
5. E ora che è seduta comoda, Lei è pronta a iniziare ad ascoltarmi e… mentre siamo seduti
qui oggi, e io so che lei conosce la ragione per cui siamo qui...
Così, dopo aver predisposto il paziente a
seguire le sue istruzioni, Milton
Erickson poteva aiutarlo a lavorare con più
tranquillità e fiducia.
Il meccanismo dietro questa tecnica, apparentemente facile e banale, si basa sull’uso dei
“truismi” (anche sotto forma di “domande retoriche”) ovvero affermazioni assolutamente
vere, scontate o comunque verificabili nell'esperienza diretta della persona.
In tutti e tre i casi (presentatore, bambina, psicoterapeuta) chi “guida” la relazione prepara il
terreno con una serie di domande a cui l’interlocutore risponderà sicuramente di sì (quelle da
1 a 4) ed ecco perché si chiama “Yes-Set”.
E in tutti e tre i casi ad alcuni truismi o affermazioni vere e/o verificabili segue una
"affermazione non verificabile" che è in realtà un'induzione (o comando) o una richiesta
data per scontata.
Ma perchè funziona?
Dopo un certo numero di “sì” ogni interlocutore è più propenso a dire di “sì” anche alla
proposta finale: è più difficile dire un “no” dopo aver detto “si” a tutte le domande
precedenti. E' il potere del "campo affermativo".
Lo sanno bene i venditori, gli influenzatori, i
marketer e tutti quelli che utilizzano questi
principi per vincere le resistenze.
Ecco ad esempio un uso eccellente, ma non etico, della tecnica. E' tratto dal film: "Thank
you for smoking" di Jason Reitman. Il protagonista è davvero un influenzatore diabolico!
Lui non nasconde la verità ... la "filtra".
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Consigliato 10 volte
1 Commento
Marika Piccirillo 2 anni
Consulente Web Marketing_Recruiter_Event Planner_SuperVisor/TeamLeader Hostess Promoter_Impi…
Mi Consiglieresti un yes set da utilizzare per approcciare come Fundraiser e far leva sul
pubblico? Grazie
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Maurizio Rossi
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