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Il sesto comandamento e la vita personale delluomo.

La sessualità (dal latino: sexus) possiede diverse connotazioni: Sessualità


designa un costituente antropologico e comprende la distinzione biologica
che appartiene alluomo e va fino al fondo delle energie ivi collegate(1).
Ugualmente sessualità viene usato per linsieme delle azioni per le quali
viene attuato quel costituente(2). La sessualità può anche designare la
totalità delle differenze di ruolo tipiche delluomo e della donna
(esprimendosi nella consapevolezza sociale, nella cultura e nelle norme
dagire e basandosi sulla rispettiva fisiologia/psicologia sessuale e sulla
rispettiva funzione nella procreazione)(3).
La sessualità nel secondo senso - cioè lesercizio della umana
sessualità - determina, insieme con il lavoro, fondatamente la via della
umanizzazione. Perciò questo esercizio richiede il regolamento morale.
Oggi, per linterpretazione morale che lo precede - molti ne sono daccordo
-, sono ancora decisive le opinioni del secolo passato (e particolarmente
degli anni sessanta del nostro secolo)(I). Noi tutti stiamo ancora sotto
limpatto della discussione iniziata in questo anni strani nonché
creativi(II). Prima di criticare come la chiesa ha reagito alle sfide
provenienti dal nostro secolo, vogliamo domandarci che cosa saremmo
aspettati da essa quale guida morale(III).

I. Un breve riassunto delle posizioni prese nel nostro secolo.


Per un breve riassunto delle opinioni sulle sessualità seguiamo tre voci:
Sigmund Freud (Friedrich Nietzsche), Herbert Marcuse (Karl Marx), Vox
populi(le statistiche e lilluminismo popolare)1.

1.Sigmund Freud(1865-1939).
Luomo all inizio del secolo crede di poter continuare il suo progetto
dumanizzazione soltanto se insiste (come già Nietzsche(1844-1900) sulla
sessualità come mezzo di auto-affermazione. Si capisce subito che con
questo postulato si tratta di una sfida per il puritanismo del tempo. La stessa
sfida accompagna comunque ancora tutto il nostro secolo. Della necessità
della auto-affermazione attraverso la sessualità sono convinti non soltanto i
rappresentanti del 68. Loro certamente si servono dun vocabolario
freudiano e dellidee dello psicologo viennese. Per loro tanto, desiderosi di

1 S. Freud, Drei Abhandlungen zur Sexualtheorie (1905), in Id., Freud-Studienausgabe, vol. V,


Frankfurt 1972, 37-145; C.G. Jung, Gesammelte Werke, ed. M. Niehus Jung et al., Zürich et al.
1958ss; H. Beck - A. Rieber, Anthropologie und Ethik der Sexualität, München-Salzburg 1982, 64-
78; T. Bocher, Sexualität und Humanität, in V. Hochgrebe (ed.), Christliche Verantwortung. Eine
ökumenische Bestandaufnahme zeitgemäßer Ethik, Würzburg 1968, 47-59; A. Görres,
Psychologische Bemerkungen zur Sexualethik, in F. Böckle (ed.), Menschliche Sexualität und
kirchliche Sexualmoral. Ein Dauerkonflikt?, Düsseldorf 1977, 9-32; U. Rauchfleisch,
Psychoanalyse und theologische Ethik. Neue Impulse zum Dialog, Freiburg-Freiburg 1986.
2

emancipazione, Freud diventa il padre di un movimento che si chiama


rivoluzione sessuale. Nonostante la preponderanza duna lingua che
prende la sua origine dalla filosofia meccanicistica e favorisce concetti
tecnici come istinto, energia, impulso(Trieb), il postulato dellauto-
affermazione attraverso la sessualità inaugura di nuovo negli anni sessanta
una lotta allilluminismo.
Sigmund Freud, come abbiamo detto, mette in rilievo gli istinti sessuali,
i quali, secondo lui, escono dalla parte istintuale del Id(ES ). LES è
per lui la sorgente dell emancipazione; lenergia emergente da essa si
dovrà seguire (Il principio del desiderio). Ma Freud non è luomo
caotico che sembra essere, giudicando dalla sua insistenza sugli istinti.
Non chiede soltanto e semplicemente di scaricare le energie dellistinto,
ririene invece necessario e possibile una cultura ( e una morale), laddove
ognuno, in tutta libertà, riesca a seguire i suoi bisogni - e gli istinti. La
dinamica dellES che per lui è nascosto nel mare del subcosciente si
vede raffrenata e limitata davanti alla realtà (il principio della realtà). In
effetti, un comportamento sessuale è comprensibile o legittimo, secondo
Freud, non perché corrisponde al principio del desiderio e crea così
soddisfazione, ma perché soddisfa il principio di realtà e con ciò spinge
avanti e forma la cultura. Gli occorre addirittura la rinuncia allistinto e il
suo rinvio anche in favore di fini monogamici della sessualità (come
daltronde del lavoro) 2.
Uno speciale contributo di Sigmund Freud alla psicoanalisi consiste
nella sua teoria dello sviluppo sessuale: luomo percorre le fasi della
sessualità (orale, anale, edipica), lungo le quali i fattori biologici (istinti) si
trasformano continuamente in fattori psichici di pari passo con lesperienza
sociale (sublimazione). In molti casi comunque, in questo processo, non
si riesce a trovare comunque lequilibrio tra istinto e società. Si resta
soltanto con una isolamento del primo, in forma di nevrosi, di malattie e di
perversioni. Sia alla malattia, sia alla guarigione, in contrario a quello che si
pensa, ragione e dominio contribuiscono poco. Momenti volontari di
integrazione e il porsi razionale dei fini centrano poco con la sessualità
umana. Rimangono invece nel centro della attività le forze e le esigenze
dellistinto (ES), imponente e polimorfo, che nella personalità dinamica
(EGO) resiste contro una istanza rigida interna, chiamata Ueber-Ich!
(Super-Ego) la quale si contrappone alla sua dinamica. Per Sigmund Freud
rimane caratteristica - come abbiamo già detto - una maniera
meccanicistica di concepire le fasi della maturazione (ES, ICH,
ÜBERICH). Ma proprio con questo dà a quelli che seguono le sue idee ed
analisi il senso del linevitabile e del comprensivo della sessualità.

2 H. Marcuse, Eros and Civilisation, Introd.


3

I discepoli di Carl G. Jung (1875-1961)3 si distinguono da Freud e dai


suoi discepoli, in quanto non riconducono tanto la sessualità riuscita ad un
processo sociale adeguato(Ueber-Ich), bensì al rapporto riconciliatore con
le costanti psichiche, che Jung chiama archetipi. Essi sono la manifestazione
di un fondo (ragione) sostanziale (predeterminato), che si differenzia passo
per passo nella coscienza. Gli archetipi apportano materiale antico. Perciò
un osservatore attento ha spesso limpressione, lungo il corso della storia gli
uomini, che questi non hanno quasi per niente modificato le loro idee e
fantasie (inconscio collettivo), sono solo più o meno capaci di sintetizzarle
nella loro coscienza individuale4. I conflitti contrastanti che possono andare
fino alla divisione allinterno delle relazioni tra uomini e donne sono
componenti irrinunciabili di una psicodinamica, che risale dagli strati
collettivi inconsci dellanima e non si fanno frenare neanche dalla
comprensione. La liberazione della sessualità consiste invece solo nel
superamento della falsa coscienza e ultimamente nella identificazione della
vera coscienza individuale. Ecco quello che Jung chiama la morale.
Facciamo un esempio: la promessa di eterna fedeltà tra uomo e donna, è
prima di tutto lespressione di una sperimentata totalità attuale, che
sprigiona il desiderio di durata. Siccome però la totalità può essere
sperimentata solo temporaneamente nel rapporto di coppia, il singolo viene
sempre nuovamente riportato al suo compito di cercare la totalità per suo
conto. Ciò avviene comunque soltanto nella totale fedeltà a se stessi.
Come è difficile questo!? Nella vita quotidiana e anche nelle crisi è
necessario richiamare sempre le buone fantasie di rapporti, alle quali
appartengono anche le componenti sempre diverse nella struttura psichica
animus - anima, che stanno allinizio e dai quali laltro viene visto così
come Dio lo potrebbe aver voluto (Dostojevski). Con questo processo si
rompono dei blocchi e si apre una nuova comunicazione, lindividuazione -
il concetto decisivo. Non a caso si è visto nella teoria Jungiana una forma di
gnosi che non prende sul serio la situazione reale che deve essere
trasformata (responsabilità umana per la vita). Soltanto questo creerebbe una
vera libertà.

2. Herbert Marcuse (1898 - 1979)5 e altri psicologi.


3 C.G.Jung, Problèmes de l'ame moderne, Paris 1961; C.G.Jung, Psychologie et religion, Paris
1958.
4 I desideri e le paure fondamentali degli uomini rispetto ai rapporti sembrano restare simili, solo
laffrontarli cambia (Verena Kast).
5 H.Marcuse, Negations (Boston: Beacon Press, 1968); H.Marcuse, Reason and Revolution (New
York: Oxford University Press, 1941), reprinted Boston: Beacon Press, 1960); H. Marcuse, Eros
and Civilization (Boston: Beacon Press, 1955); H.Marcuse, Soviet Marxism (New York: Columbia
University Press 1958; second edition1988); H.Marcuse, One Dimensional Man (Boston: Beacon
Press, 1964; second edition, 1991); H.Marcuse, An Essay on Liberation (Boston: Beacon Press,
1969); H. Marcuse, Counterrevolution and Revolt (Boston: Beacon Press, 1972); H.Marcuse,
Studies in Critical Philosophy (Boston: Beacon Press, 1973); H.Marcuse, The Aesthetic Dimension
4

Allievi dello psicologo viennese sottolineano ancora maggiormente


listanza sociale che sta dal lato opposto dellistinto. Così H. Marcuse,
padre del movimento dellanno 68, è del parere che lavoro, monogamia e
ordinamenti sociali (civiltà) sarebbero da trasformare secondo lesigenza
posta delleros. In una prima tappa Marcuse ritiene addirittura possibile
quella trasformazione: la società dei paesi industrializzati, crede lui,
potrebbe vincere quella battaglia. Nella fase avanzata dello sviluppo
economico e tecnico essa possiede le facoltà di rifiutarsi agli effetti disumani
che vengono con la tecnica (Verweigerung), e ha, allo stesso tempo, i
mezzi per dare vita ad istituzioni e strutture sociali che sono in piena
armonia con le esigenze umane individuali (sessuali). Più tardi lo stesso
Marcuse dubiterà che questi cambiamenti possano esser messi in pratica.
Altri seguaci di Sigmund Freud cercano di superare limmagine
delluomo concepito alla maniera meccanicistica del loro maestro e tentano
anche loro di concentrarsi sul valore umano della sessualità. Rimane tipico il
loro scetticismo contro la strutture sociali vigenti. Per Erich Fromm(1900-
1980) il nemico principale della sessualità è il capitalismo: sotto il suo
influsso lamore tra uomo e donna perdeva sempre più la sua fiducia in sé e
veniva compresa sempre di più come aspettativa dal di fuori (qualcuno mi
ama), come entità attuale a-storica, che - come direbbe Fromm - è
interessata soltanto a trovare loggetto dellamore, e come forza magica,
sottratta alla responsabilità e la libertà umana. Fromm nutre la visione
duna società che insiste tra i suoi membri più sullessere (Sein) che
sullavere(Haben)6. Ci sono innumerevoli altri psicologi che seguono la
strada presa per primo da Freud, cioè di cedere alla sessualità limportanza
per lautodeterminazione. Eric Ericson si adopera a comprendere i gradi
della forza dellio che, con i mezzi morali, si afferma anche nella sessualità,
come daltronde al di là dei cammini dellintimità riuscita. Rollo May si
rende particolarmente benemerito di strutture della realizzazione dellio7.
Psicologi freudiani di tutti i tempi hanno aggiunto a ciò sempre altri aspetti
ancora (per es. H.Giese, G. Schmid, V. Sigusch). Il filo rosso rimane il tema
della liberazione.
[Uno di quelli che abbiamo inserito tra i profeti degli anni sessanta,
Volkmar Sigusch, più recentemente, nellanno 96, trae una conclusione
assai delusa8: lemancipazione - il grande grido di battaglia - ha tirato fuori
la parte distruttiva della sessualità. Con gli anni sessanta, dice lui oggi, ha
cominciato una impareggiabile gara per una esperienza della sessualità che
intendeva tutto, per tutti, tutto il tempo. La sessualità si degradava in una
merce di consumo, dappertutto dalla moda alla pubblicità, e comportava la
(Boston: Beacon Press, 1978).
6 E.Fromm, Avere o essere, Milano 1977; E.Fromm, The art of loving, London 1957..
7 R.May, Love and Will, New York 1969.
8 Volkmar Sigusch, Die Truemmer der sexuellen Revolution, in Die Zeit 41(1996).
5

tecnicizzazione della procreazione, e la privatizzazione (separazione tra


morale e diritto(stato)). Le speranze che si collegavano con la soddisfazione
dellistinto sessuale stavano per frantumarsi poco a poco. Oggi - come
ultima conseguenza di quel processo della sottomissione al mondo
commerciale ci occupiamo del bambino abusato, del turista del sesso, del
sesso in Internet, ecc. In un modo noioso e triste si discute il sesso del
presidente che rivela sogni non ancora realizzati, lomosessualità dei
ministri del governo Blair, le pratiche sessuali del clero per mostrare che non
ci sono più eccezioni duna vita sessuale. Sigusch oggi fa appello alla gente
semplice: lavventura non della sessualità manifesta, ma della sessualità
vera, con nessun senso trascendentale.]

3.Vox populi 9
Così accade sempre. Quando linsicurezza (in questo caso: sulle
condizioni del soggetto) ha raggiunto un livello assai alto, i perplessi tornano
alluomo e alla donna comune per un consiglio e un esempio. Dopo che
lorientamento ricevuto dagli esperti psicologi e sociologi sè mostrato
inadatto, luomo normale o la donna normale sono ritenuti capaci di
provvedere tutte le informazioni necessarie.
Ma neanche la domanda alluomo normale si svolge senza pre-
giudizio. Un certo numero di investigatori sa già dallinizio - e questo in un
senso negativo - che tutti sono uguali. Tra gli uomini e tra le donne, dicono,
non cè grande differenza. Una parte delle media lo conferma subito con
ancora unaltra rivelazione. Questa rivelazione comincia con un grande
scoop, si continua con il discorso dei buoni che si arrabbiano, perché i
maligni hanno già dettagliato tutto quel caso clamoroso nei loro giornali, si
continua con la scoperta dun terzo che anche i buoni non sono migliori dei
maligni; manca a loro soltanto il coraggio dammettere i loro desideri intimi.
Tutto quello si svolge naturalmente con molti particolari sullo stesso caso.
Alla fine sta la prova: tutti sono ugualmente preda duna sessualità poco
matura.
Un altro gruppo crede invece nella forza della natura incorrotta.
Luomo semplice, la donna semplice secondo loro sanno superare gli
inganni dei sistemi del consumismo e della pubblicità. Si sono salvati da
ogni macchia. È dunque possibile avere un orientamento morale da loro
quando la scienza - una volta listanza fidata - non ne dà più.
Di qualunque cosa si tratti, della prova che tutti sono cattivi oppure che
i semplici sono uomini perbene, in ambedue i casi servono i sondaggi.
Attraverso le statistiche che risultano dai sondaggi si spera di poter
ascoltare la voce del popolo. Così è stato negli anni seguenti del 68. Ma
9 H. Schelsky, Soziologie der Sexualität. Über die Beziehungen zwischen Geschlecht, Moral und
Gesellschaft, Hamburg 1955; H. Tyrell, Geschlechtliche Differenzierung und
Geschlechterklassifikation, in: KZS 38 (1986), 51-489 (Lit!)
6

anche quella spada sè mostrata a doppio taglio. Al contrario della pretesa
dalla parte dei sondaggi, dei reportage e delle così desiderate statistiche - di
dare informazioni sul comportamento vero della gente - , per la maggior
parte vengono afferrate solo delle considerazioni e ideologie sullo stesso
comportamento. Gli investigatori domandano, quale sia il comportamento in
maniera supposta giustificato. Quelle che si ricevono sono risposte che
riflettono più il clima delle opinioni che vengono suscitate durante
lintervista che non il comportamento degli uomini e delle donne.
Alfred Kinsey e i suoi collaboratori, così scrive a ragione A. Fromme, pensano di dirigere
una collana sul comportamento sessuale delluomo e della donna. Quello che in verità
presentavano, erano due volumi con affermazioni sul comportamento sessuale delluomo e della
donna10.
Le statistiche non riportano delle pure realtà, ma affermazioni sulla
stessa realtà. Si raccolgono posizioni che sono determinate sia dalla voglia
di comunicazione degli intervistati, sia dalle domande non raramente
suggestive dellintervistatore: un comportamento che devia da una
convinzione morale accettata si rivela a fatica, anzi vorrà rimanere nascosta.
Ciò che invece è in viene volontariamente proclamato anche come prassi
propria, pur non corrispondendo alla realtà. Professare un comportamento
che devia dalla norma dice a volte molto meno circa quello che fa realmente
lintervistato, che non sul suo rifiuto del sistema normativo e sulla
demolizione di barriere di pudore e sensi di colpa. La sociologia della
sessualità, perciò, userà statistiche, reportage e sondaggi spesso solamente
come raccolta di materiale dello stato di informazione o dellideologie.
(Questo fatto fu comprovato dopo parecchi anni per il Kinsey-Report che
ovviamente era influenzato dalle posizione anteriori dei ricercatori).
Sotto la stessa ambiguità stanno i sondaggi privati che ciascuno sta
facendo ogni tempo. Abbiamo davanti a noi sempre una vasta gamma di
media come la letteratura scientifica che interpreta la cultura, il teatro, il
cinema, la TV etc.. Naturalmente cerchiamo di comprenderli, spiegarli ed
interpretarli, per farci realmente un concetto del comportamento degli
uomini e delle donne di una certa epoca. Interpretiamo a nostro modo le
dichiarazioni, le rivelazioni sessuali, le pubblicazioni sessuali e le
confessioni sessuali che leggiamo ogni giorno sui giornali. In questi
reportage, che rendono profane le cose sante, lamore si degrada in joy of
sex, passione, preferenza sessuale, desiderio di orgasmo. Ciò che un tempo
aveva almeno lapparenza dellabietto, sembra essere divenuto, in seguito
al rovesciamento del privato, la componente di un mondo tecnico e sociale
sterile. Le prostitute, che un tempo rappresentavano il male, ora sono
divenute accompagnatrici, modelle, hostess, massaggiatrici, con la
connotazione della salute e il profumo del fitness. Dopo lesproprio, la
sessualità è stata venduta a fette dal Peepshow, tramite i media. Come è

10 A. Fromme, Der Sexual-Report, Reinbek 1969.


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facile che una impressione pessimista ricavata prima, venga del tutto
confermata? Nemmeno per un ingenuo ottimismo cè spazio vuoto nei
sondaggi privati.
Non è affatto facile recuperare un senso di quello che possa essere
sano, maturo, giustificato nella sessualità quando andiamo a studiare questo
aspetto della umanizzazione. Rimane pur sempre aperta la domanda: che
cosa è la vera disposizione del soggetto dopo che abbiamo visto tanti suoi
condizionamenti?
Non trascurando le statistiche sessuali11, che verso la fine degli anni
60 riscuotevano grande successo, ma contando anche su una pletora di
altre osservazioni e studi, soprattutto dalla comunicazione pastorale con
uomini e donne provenienti da vari condizioni vita, si permette di
concludere, almeno per lambiente culturale occidentale,(1) che le relazioni
tra uomo e donna legalmente fissate, orientate alla durata e alla prole, e
legate ad un alto status sociale - cioè listituto del matrimonio orientato
essenzialmente alla riproduzione - ha subito un processo di grave
cambiamento. Tra gli autori più comprensivi ci sono sì coloro che
riconoscono che il matrimonio monogamico, che ora perde influsso, è il
risultato delle alte richieste sentimentali e personali rivolte al partner, ma
ciò non cambia niente al fatto che queste medesime richieste svegliano dal
canto loro nel partner forze e bisogni, che in maniera retroattiva minano a
loro volta la stabilità del matrimonio e della famiglia e premono verso un
allentamento delle norme sessuali e degli standard12. I dati sociologici
mettono in evidenza che le istituzioni di fatto (coppie di fatto) non vengono
sempre viste come norme stabilite, che restano immutate. Cè davvero
cambiamento. Anche laddove la monogamia non è messa in questione, essa
assume almeno vari significati. La famiglia patriarcale si distingue dalla
concezione di partnership allinterno dellistituzione matrimoniale. Nel
passaggio dalluna forma allaltra si fanno sperimentazioni di un
matrimonio prima del matrimonio, di divorzi, etc. La rottura dun così
rigido codice morale di una volta si sperimenta lampio permissivismo
sociale e altre manifstazioni del liberalismo13.
Da uno studio di confronto tra gli anni 1966 e 1981 è da rilevare che le esperienze di coito degli
studenti è salito dal 65% all86% e quelle delle studentesse dal 56% al 91%. Più del 40% degli uomini e
delle donne affermava di aver avuto rapporti sessuali completi con almeno 6 persone.
Le cause che, secondo gli intervistati, hanno portato i cambiamenti
constatati non sono inequivocabili. Per la maggior parte degli interpreti, nei
11 A. Kinsey, Das sexuelle Verhalten des Mannes, Frankfurt s.a.; Derts, Das sexuelle Verhalten der
Frau, Frankfurt s.a.; H. Giese - G. Schmidt, Studentensexualität. Verhalten und Einstellung. Eine
Umfrage an 12 westdeutschen Universitäten. Reinbeck 1968; G. Schmidt - V. Sigusch, Arbeiter-
Sexualität, Neuwied-Berlin 1971, etc.
12 H. Schelsky, Soziologie der Sexualität, 34-35

13 U. Clement, Sexualität im sozialen Wandel: Eine empirische Vergleichsstudie an Studenten 1966


und 1981, in Beiträge zur Sexualforschung, vol. 61, Stuttgart 1986
8

cambiamenti che spesso vengono raggruppati sotto lo slogan rivoluzione


sessuale, si tratta delle conseguenze di un forte delirio di libertà. Secondo
altri la spinta al cambiamento delle norme, ritenuto gravido di conseguenze,
risale ad una protesta contro la regolamentazione sociale, contro la quale,
nel corso di un passato per vari motivi repressivo, si erano accumulati forti
risentimenti.
Parallelamente allo scioglimento del matrimonio monogamico si può
constatare in tante parti una crisi del nucleo familiare, che rispecchiava
anche altri cambiamenti di mentalità. Numerose sicurezze istituzionali sono
venute a mancare. Per molti la promessa, il fidanzamento, il contratto non
vengono più sorretti da una decisione razionale; essi valgono solo fino a
quando tutto va bene. Abbiamo passato un periodo nel quale sempre più
famiglie maturavano il proposito di abbandonare la forma della piccola
famiglia borghese, non per tornare allera pre-industriale della casa in
comune delle persone imparentate tra di loro, ma per trovare in gruppi di
coabitazione e comuni nuove forme di convivenza. Anche questo doveva
valere come indicatore di un profondo cambiamento: si tratta sì di piccoli
gruppi progressivi votati allideale dellemancipazione, ma essi segnalavano
cambiamenti di coscienza a vari livelli. I vantaggi innegabili della famiglia
mononucleare, che consistono nellalta mobilità, nella sua promozione del
processo di individualizzazione, nella soddisfazione di molteplici bisogni
emozionali, volevano essere conservati; gli svantaggi però, per esempio
leccessiva dipendenza dei membri della famiglia, in particolare della
donna, e lisolamento dal più ampio contesto sociale, volevano essere
evitati. Si pensa così di poter infrangere lanonimato della cultura industriale
e delle città moderne. Per leducazione dei figli in comune si sperava in un
contesto maggiormente realistico. Donne e uomini desideravano più
comunicazione con coetanei ed in generale contatti più frequenti. Cercavano
indipendenza, divisione del lavoro e riconoscimento. Si fa vedere una forte
tendenza allindividualismo che mette in pericolo le forme tradizionale del
rapporto tra uomo e donna (lamore).
Cè un altro punto che viene fuori dalle osservazioni fatto nel contatto
con luomo normale: il facile accesso alla pillola ha contribuito non poco al
fatto che lamore ha smesso di essere la condizione per il dono dellunione
naturale. Al contrario il sesso è divenuto la condizione dellamore, una
circostanza che per paradosso divide luomo e la donna piuttosto che unirli.
Esso li lascia soli e abbandonati laddove pensavano di trovarsi
(Bodamer). Gli aspetti un tempo connessi alla relazione sessuale -
comunione di vita (Partnership) e procreazione - vengono fino ad oggi
radicalmente separati tra di loro. Ci sembra di veder crescere una negazione
di vita.
Un altro elemento che si offre allosservatore è - abbiamo già detto - il
carattere virtuale della sesualità propagata. In una collana progettata in sei
9

volumi, Michel Foucault voleva descrivere questo complesso. Gli rimase


però solo il tempo di una tesi incisiva, la quale sostiene che la società non ha
interesse per la libertà, ma che piuttosto determinati gruppi della società
sono interessati ad una commercializzazione programmatica della
rivoluzione sessuale. In quanto rendono la sfera dellestremamente
personale, dellincontrollabile, del segreto, del proprio indefinito come
qualcosa di sovra-individuale, collettivo, pubblico e con ciò controllabile e
nel principio già sempre conosciuto, sarebbero riusciti a porre luomo sotto
una pressione sociale di attese e ad espropriarlo di ciò che per lui è più
importante (M. Foucault Sexualität und Wahrheit). Davvero la realtà
virtuale, costruita attraverso il computer, è diffusa anche attraverso i mezzi
del commercio e della pubblicità. La discussione sullAIDS ha contribuito
inoltre far sì che i rapporti più intimi venissero spiegati in pubblico. Ora tutti
parlano di rapporti sessuali come se si trattasse di dati puramente tecnici.
Luomo semplice - dove si trova ancora? Non deve essere posto sotto
sorveglianza?
Come già detto, oggi anche la gente normale non è la voce chiara e
incisiva. Di fronte ad esso è rimasto una impressione fortemente
ambivalente. Pochi anni dopo la rivoluzione sessuale si deve dubitare del
successo della liberazione sessuale. Il propagare della sessualità in tutte le
varianti, da supposta emancipazione, è stato ormai riconosciuto come un
fenomeno misantropico14. Martin Dannecker, uno degli illuministi degli
decenni passati, dubita adesso, tutto dun tratto, della convinzione che lui
ed altri hanno difeso per anni, che una sessualità liberata da norme
restrittive sarebbe anche già una sessualità passionale.
In generale cresce senza dubbio il desiderio di nuove forme erotiche,
ma in assenza di qualcosa di così antico come i rituali dellincontro tra i
sessi e le norme poco si riesce. La mancanza delle norme nellambito della
sessualità era già stata denunciata da K. Lorenz come pericolosa per la
sopravvivenza dellumanità. In alcuni ambienti - in particolare in
raggruppamenti di movimenti femministi, di controllo naturale delle nascite,
di omosessuali - ci si occupa in maniera intensiva di leggi dellevoluzione e
del dato di fatto originario della natura sessuale. [I movimenti femministi,
così come altri gruppi a lungo trascurati dalla morale vigente, non sono
esenti da tendenze ostili nei confronti della sessualità. La sessualità anche
tra parecchie di loro sembra non aver niente a che fare con delle persone.]
In conclusione, diciamolo una volta di più, bisogna mettere in guardia
da osservazioni storiche troppo globali. In qualche punto la situazione si aggrava
ancora, per esempio per il fenomeno economico-comunicativo della globalizzazione. Per quanto
riguarda altri punti si fa vedere un ritorno ai valori perduti (Wendy Shalit, A Return to Modesty:
Discovering the Lost Virtue(Free Press), New York 1999. I Verdi in Germania scoprono oggi

14 Die neueren Gesellschaften zeichnen sich nicht dadurch aus, daß sie den Sex ins Dunkel
verbannen, sndern daß sie unablässig von ihm sprechen und ihn als das Geheimnis gelten
machen(49), Frankfurt 1977)Diskursivierung des Sexes(ebd. 21)
10

(8.marzo 1999) che la generazione attuale dei giovani è interessato alla famiglia e al matrimonio.
La materia è così complessa, che è difficile vedere nel loro insieme le
posizioni epocali e individuali nei confronti dellamore e dei desideri
sessuali e i grandi sviluppi, le sue espansioni e le sue ricadute 15. La
sessualità così come essa si presenta realmente, ha sempre bisogno di
trasformazione per raggiungere il suo significato umano. Luguaglianza tra
uomo e donna, per esempio, deve essere sempre nuovamente conquistata. Il
bilanciamento della sessualità come conferma deve sempre nuovamente
essere messo allunisono con la sessualità come via di riproduzione. Dai
dati empirici si può inoltre rilevare che nella realizzazione di ideali
influiscono sempre le esperienze economiche. Resta incerto, ora come
prima, in che cosa consista, nel vivere la sessualità, lo sviluppo originario
(della natura) e dove inizi la libertà. Cè spazio in tutto questo per un
contributo del cristianesimo? Si tratta di un movimento pseudo-religioso
(edonismo, materialismo)?

Freud Marcuse Vox Populi

Es(principio di Eros/civiltà La soddisfazione


desiderio) dei desideri
allistante
cultura (principio la chance di dar con le forze del
di realità) vita a istituzioni commercio/
sociali in armonia tecnica e del
con le esigenze consumismo
umane individuali
fini monogamici lavoro, matrimonio
monogamia e orientato
ordinamenti essenzialmente
sociali da alla riproduzione
trasformare sotto un profondo
secondo cambiamento
lesigenza dalla
sessualità
Ego(lequilibrio lamore sotto la gente
precario tra istinto lalienazione semplice
e società) proveniente dal collillusione della

15 Cfr. Georges Duby, in LHistoire, Rue de Seine 57, F.75006, Paris, 1983.
11

Freud Marcuse Vox Populi

sistema esperienza
capitalista(Fromm)veramente
autentica

II. La reazione propria alla rivoluzione sessuale


È inevitabile che si faccia unidea della propria posizione e del soggetto
(libero).
1.La posizione propria:
La seguente storiella potrebbe aiutare a trovare la propria posizione. Il
lettore è invitato ad identificarsi il più possibile con una delle persone ivi
nominate: Davide, Elisabetta, Anna e Eduardo.
Davide ed Elisabetta sono fidanzati. Davide viene chiamato (sotto le armi)
alla leva in un luogo assai distante dalla sua città. Elisabetta frequenta il
liceo. Uno dei sui compagni di scuola è Carlo con cui la ragazza, in assenza
di Davide, intrattiene un rapporto di amicizia. Hanno rapporti sessuali.
Elisabetta si sente colpevole. Chiede a Carlo di rinunciarvi. Un giorno
Carlo le dice che sta per compiere un viaggetto nella città dove Davide sta
terminando il servizio militare. Elisabetta esprime subito il suo ardente
desiderio di accompagnarlo. Ha davvero nostalgia e desidera rivedere
Davide. Carlo risponde: Volontieri. Devi però venire a letto con me".
Elisabetta non riesce a decidersi che cosa fare. Si confida con Anna su
questo problema. Anna è una sua amica intima. Lei le fa capire che deve fare
ciò che ritiene meglio. Elisabetta, dopo qualche riflessione, decide di cedere
alla richiesta di Carlo. Nel frattempo Davide ha conosciuto una donna.
Arrivando da lui Elisabetta sente come un obbligo, di comunicargli tutto
quello che è capitato con Carlo. Immediatamente Davide dichiara finito il
fidanzamento. Elisabetta ritorna a casa. Incontra Edoardo che è un ragazzo
serio con chiari principi morali e molto credente. Si confida con lui. Egli,
però, la riprende per aver abbandonato tanto rapidamente i suoi principi ed
essersi allontanata dalle regole ancora riconosciute valide in una etica
sessuale degna di questo nome.
Davide viene presentato come il fidanzato; egli ha contratto un obbligo
istituzionale simile al matrimonio. Coloro che si identificano con lui
presuppongono che egli si lasci determinare nella sua vita da un ordine
preconcetto, cioè quello dellistituzione monogamica che implica oltre un
caso speciale un orientamento morale generale di fedeltà. Essi confidano
che egli sappia dedurre da quel punto di partenza, a seconda delle
circostanze, delle idee normative chiare su tutto il campo della morale
12

sessuale(natura).
Di primo acchito, Edoardo viene recepito a volte come una variante
più decisa di Davide, mentre in verità rappresenta un tipo (typus) nuovo. Al
contrario di Davide, egli ha più di una istituzione (matrimonio) a cui aderire.
Egli ha a disposizione una chiara immagine normativa - interpretata da una
Istituzione (chiesa) che dà fiducia e sicurezza sia nel comportamento privato
sia negli orientamenti sociali (legge naturale). Quello che sidentifica con
Edoardo alle volte sembra affrontare la sessualità in maniera più cauta del
normale. Il sesso, come daltronde tutta la sfera sentimentale, rappresenta
leggermente, dal suo punto di vista, un fatto inquietante (focolaio di
pericoli). Per tenerlo sotto controllo, Edoardo qualche volta tenta di
denigrarlo e di demonizzare i suoi bisogni soggettivi, che non riesce a far
tacere. Non di rado egli è timido, e si sente facilmente colpevole. Ha un
forte bisogno di istituzioni sociali; si aggrappa piuttosto, con tutta la sua
personalità (autoritaria), a forme e convenzioni predefinite, nelle quali si
esprime lautorità, per lui determinante. In sottomissione (responsabile) ai
comandamenti emanati da questa autorità e schermandosi contro tutto quello
che è rimasto non regolato da essa, egli determina - secondo la sua
immagine delluomo - il suo percorso morale.
Anna interrogata, non respinge il matrimonio come istituzione (non ne
parla), ma dirige lattenzione sul fatto che esistono una serie di forme di vita
legittime. Con unenfasi notevole, Anna sottolinea continuamente che non
desisterà mai dal lasciarsi guidare dalla propria esperienza, piuttosto che
dare ordinamenti preconcetti qualsiasi. Quando Elisabetta le chiede un
consiglio, Anna mette in pratica ciò che è la sua convinzione di fondo: ad
ognuno bisogna concedere il diritto della propria decisione etica, anche se
diverge da quella altrui. Nel migliore dei casi, si tratta di una decisione
determinata dalla ragione; essa può però anche dire - nel senso
dellemotività - che la morale sessuale è in fin dei conti solo una questione
di preferenza individuale (realtà neutrale).
A colui che cerca di identificarsi con lei e di giudicare dal suo mondo
immaginativo, Elisabetta appare un passo più avanti rispetto ad Anna.
Come a questultima, anche a lei le istituzioni sembrano essere flessibili e
che perciò - di fronte ad un insieme dei fini - non possono essere viste come
norme preconcette che restano immutabili. A differenza di Anna, però, alla
fine della propria odissea decide che un ordine definitivo (la monogamia
tramandata?) costituisce ancora lo standard delletica, pur sempre in
evoluzione. Similmente ad Anna, anche in lei lesperienza gioca un ruolo
importante. Superando però la concezione di Anna, vede nellesperienza
non solo una registrazione passivo-recettiva di realtà, ma comprende
lesperienza come il rendere accessibile culturale-creativo di una realtà, per
la quale la sessualità in quanto istinto offre solo il materiale non ancora
plasmato. Non senza ferite - essa era sempre nuovamente vittima - ha
13

imparato a comprendere la propria sessualità come via di umanizzazione,


nella quale riceve le disposizioni della natura, tra le quali poi deve scegliere
in libertà quelle che corrispondono alla propria via. Dopo varie deviazioni,
ha scoperto che la stessa sessualità può distruggere rapporti umani, se non si
raggiunge la miscela creativa tra natura e ragione, che si nasconde dietro a
tutto ciò.
(Comprensibilmente quasi nessuno si può identificare con Carlo.
Esclusi coloro che confondono la morale con idee socio-darwinistiche. Nel
suo comportamento, dettato dallo sfruttamento e dalla violenza, Carlo
appare sì come il più forte, ma siccome equipara ampiamente la violenza alla
morale, risulta nel contempo il cattivo).
Lasciando da parte riflessioni religiose e culturali si trova un poco di
orientamento per quello che si vede chiamato a formare la sua sessualità in
libertà per via didentificazione con le quattro persone.

2. Approcci alla libertà responsabile nello spirito di Davide, Edoardo,


Anna, Elisabetta
(Avvertenze: 1.Ho fatto lesperienza che la storia letta possa essere un
modo di auto-provarsi nel riguardo del proprio metodo di argomentazione
etica. Ma non è vero sempre. Dunque se uno si sente male o non
correttamente descritto, lasci perdere tutta quella storia. 2. Se uno ha trovato
che in genere è vero che le sue simpatie sono con Davide, ecc, e andrebbe
nella direzione di identificarsi con lui, potrebbe anche argomentare come lui,
si prenda quella chance di inventare e giustificare il suo proprio metodo,
anche in modo da poter difenderlo contro ognuno che lo contesta. 3. Ho
trovato anche che uno che è consapevole del proprio metodo, dà più
facilmente giustizia ad un altro metodo e può anche correggere una od un
altra enfasi nel suo. 4. Io, adesso, vorrei ritornare, per un momento, alla
storia e proporvi 4 esempi che ho trovato, esempi che sono un po in linea
con le 4 persone, ma hanno tutte la loro sfumatura. Mi sembra utile aver una
possibilità di caratterizzare questi approcci.

Tradizionale socio- autonomo- storico-


deterministico razionale  razionale 

Ordine Lordinamento realità realità della


ritualistico sessualità sotto
la legge della
creatività( la
riduzione
dellistinto
come possibilità
della cultura)

Natura personalità persona libertà nel


autoritaria processo della
umanizzazione
14

Tradizionale socio- autonomo- storico-


deterministico razionale  razionale 
(tra alienazione
e umanizzazione

Matrimonio istituzione istituzioni monogamia


convenzionale approvanti come standard
storico-culturale

a) Lapproccio tradizionale di diritto naturale


Quelli che seguono largomentazione di Davide lo qualificano
preferibilmente in tre parole chiave. La prima è matrimonio. Listituto
matrimoniale viene visto come luogo in cui luso della sessualità... riceve il
suo vero significato e la sua legittimazione etica. É il contesto sociale,
entro il quale si realizza la sessualità esclusivamente (o preferibilmente?).
Nessuno lo dovrebbe perciò dichiarare sorpassato o metterlo in questione,
sotto la pretesa di una situazione culturale nuova. La seconda parola chiave
è ordine. Il matrimonio ha un significato così rilevante, perché esprime un
ordine etico. Che cosa si intende però per ordine? E più facile stabilire
ciò che non è in ordine. Non sono in ordine, per la dichiarazione romana
del 1976, concernente alcune questioni di etica sessuale, tutte le relazioni
prematrimoniali ed extraconiugali. Non in ordine sono i rapporti
omosessuali. La masturbazione viene definita come comportamento che
contrasta molto gravemente lordine. Evidentemente con il concetto di
ordine si rinvia ad un ideale che viene leso dal comportamento amorale. Ma
di quale ideale si tratta? Nel nostro testo raramente si viene a sapere ciò in
maniera chiara ed univoca. Si sente per esempio affermare che la sessualità
non viene trattata a sufficienza sotto lidea dellesperienza, del diversivo,
dellauto affermazione, della passione. Si afferma che essa va oltre ciò che
riescono a comprendere le scienze empiriche che si occupano della
sessualità. In altri luoghi si trova: Si rendono gli angeli (Ignazio), i
progenitori prima del peccato originale (Agostino), Maria, la madre di Dio,
rappresentanti di quel qual cosa di più. Si collega ciò allorigine (in origine
non era così), quellorigine che Gesù sarebbe venuto a ristabilire. Si parla
di valori di così grande rilevanza, che ogni deviazione va considerata una
colpa oggettiva e grave. La terza parola chiave è legge naturale, qui nome
collettivo per le leggi che sono iscritte negli elementi costitutivi della natura
e sono date in maniera uguale a tutti gli esseri dotati di intelligenza.
Secondo il diritto classico naturale, la natura che determina tutto, che in
origine indica ciò che è divenuto, cresciuto, presupposto e non può essere
manipolato, ed è permeato da un principio razionale e perciò sempre
riconoscibile. In ambito teologico va aggiunto che nella natura non è
impresso soltanto un ordine (lex naturalis), ma una legge divina (lex divina).
Per questo la Chiesa può comprendersi come custode e interprete
15

autoritativa della legge morale naturale. Davide, lo sappiamo, personifica


una morale che si può etichettare come tradizionale di diritto naturale. Lo
abbiamo presentato nel filone di Josef Hoeffner.

b) Lapproccio socio-deterministico
Quanto ad Edoardo, rappresenta un tipo diverso rispetto alla prima
argomentazione, si trovano in lui risonanze di una argomentazione
tradizionale di diritto naturale.
Per i rappresentanti della sua idea, listituzione matrimonio sta senza
dubbio anche in primo piano. Però essa viene considerata molto meno al
servizio di un ideale da realizzare, che come ordine strutturale determinato
espressamente da una autorità ed infranto solo sotto la colpa della
disobbedienza. Nello schema ho scritto matrimonio di fissa convenzione
(Naturalmente i rappresentanti cristiani di questo gruppo sostengono di
vedere questa autorità nel magistero ecclesiastico, al quale attribuiscono
linfallibilità con molta più frequenza di quello che oserebbe fare una sana
dottrina.
La sessualità viene vista però da loro come qualcosa di sottoposto a
tabù, che può essere superato solo in forza di un procedimento
(ordinamento) ritualizzato. Una interpretazione, certo non lunica possibile,
della seconda posizione Barbara Underwood: Barbara apparteneva
allunification church, Mun, sessualità esclusa, matrimoni publicamente
organizzati. Gli impulsi sessuali inopportuni - non lo sono sempre? -
vengono repressi, o attribuiti allinflusso di demoni, oppure li si affronta
facendoli diventare qualcosa del male, personificandoli in determinate
persone immorali (prostitute, omosessuali), che per la loro particolarità si
offrono come capri espiatori. La presunta, inestirpabile deviazione morale
sessuale, la si affronta con il cinismo del forte che reclama forti
meccanismi di controllo.
Bisogna sottomettersi non alla legge naturale direttamente, ma all
autorità che la interpreta - dicono coloro che possono andare daccordo con
questa argomentazione. Lobbedienza nei confronti dellautorità, che sola è
capace di interpretarla, è la sola a determinare lorientamento del
comportamento morale (personalità autoritaria16).

c) Lapproccio autonomo razionale


Il tipo di Anna si trova frequentemente nel campo dellemancipazione
liberale ed è ampiamente diffusa. Spesso questa variante è segnata da un
carattere di protesta. Ciò che provoca la contraddizione è latteggiamento
dei difensori di una morale sessuale tradizionale, che desta limpressione
che linsicurezza sperimentata, e grandemente lamentata, poggi su una

16 Th.W. Adorno, tra laltro pp.222-279.


16

ignoranza imperdonabile e unimmorale brama di piacere e ai quali sembra


incomprensibile che gli uomini si trovino in una emancipazione ad essi
necessaria e sperimentino il cambiamento storico nel proprio corpo.
Dalla rabbia e da una crisi di autorità che deriva da essa, attinge poi
non di rado la critica allistituto matrimonio, del quale si ritiene di sapere
che rappresenta solo una tra le altre forme di esercizio della sessualità. Solo
la minore parte dellumanità è sposata, affermano. Per lesercizio della
sessualità, che accanto al lavoro sarebbe il più importante fattore
dellumanizzazione, dovrebbero perciò esistere accanto al matrimonio altre
istanze - come il matrimonio prima del matrimonio o un secondo matrimonio
-, che approvano come comportamento sessuale.
La critica si rivolge anzitutto anche contro lidealismo della posizione
tradizionale, che non di rado, secondo lopinione dei critici, si trasforma in
terrore disumano. Il concetto di ordine, che rappresenta questo idealismo,
riflette unidea fantastica che trascura colpevolmente la realtà della
sessualità come fonte di energia biologicamente ancorata, come desiderio e
istinto. Con ciò si perderebbero poi anche le fasi dello sviluppo sessuale, la
rilevanza sociale della sessualità e il cambiamento del suo significato
storico. Fin dallilluminismo questa posizione si occupa di conseguenza
primariamente della posizione di dominio del soggetto razionale. La natura,
che già con Descartes viene svalutata come res extensa, perde il suo
significato morale. Ciò che qualcuno fa dinanzi alla ragione pratica -
evitando rischi in riferimento alle conseguenze, agendo responsabilmente - è
eticamente permesso (giusto). Anna rappresenta per me un confratello F. Lui
incorpora teoricamente (nelle sue parole) lidea di morale sessuale.

d) Lapproccio storico-razionale
Ci manca la caratteristica della quarta persona. Non ho da offrire in
questo caso nè un cardinale, nè una giovane donna, nè un confratello, ma
uno che si fa sentire spesso in discussioni rispettive. É uno che non è un
ideologo, cioè di una determinata visione, ma qualcuno che pensa alle
vittime e alla difficoltà di arrivare ad una opinione condivisa da tutti. Lo ho
incontrato non raramente, ma non riesco a trovare un nome univoco. Perciò
lo chiamo tizio. Quello che impressiona Tizio, quando considera
Elisabetta, è che - dopo tante occasioni in cui è uscita vittima, abbia ancora
lapertura di lasciarsi istruire da Edoardo. Ovviamente ha anche un senso
morale per quel fidanzamento perchè una volta s è collegata con Davide.
Ormai sa bene che non ha superato la sfida rispettiva. Ne è triste.
Per quanto riguarda listituto del matrimonio, si immagina, Elisabetta si
pone in mezzo alla tradizione. Essa sa ovviamente che nella nostra cultura il
matrimonio monogamico ha avuto un grande significato. Per secoli in
condizioni economiche e sociali diverse, gli uomini e donne del mondo
cristiano hanno trovato nel matrimonio la propria maturità personale e
17

tramite esso sono stati integrati nella società più grande. Ma - in opposizione
ad una parte della tradizione - Elisabetta forse non teoricamente, ma almeno
nella sua prassi e nella sua esistenza sembra riconoscere che in questo
istituto ci sono stati dei cambiamenti che influiscono sulla convinzione etica.
Essa non ritiene superato il matrimonio, ma è convinta che dovrebbe essere
giudicato più dalle attitudini interne e non dalle legalità. Non è sicura se non
almeno in uno o un altro caso possa essere realizzato moralmente in una
unione prematrimoniale od in uno o in un altro secondo matrimonio
realizzato dopo un divorzio.
Per tizio Elisabetta è la tipica rappresentante di uno che segue un
certo ideale e crede daverlo trovato a diversi incroci della sua vita. Dopo
qualche tempo fa lesperienza che quella soluzione apparente è stata una
forma di alienazione. Avendo la volontà morale di continuare nella ricerca
dell ideale si alza e va avanti (cfr. Odissea).
Lidea qui abbozzata sta in rapporto con la tradizione per ciò che
riguarda il concetto-chiave: lordine. I suoi rappresentanti sanno che
lagire etico è orientato verso un ideale. Essi non si comprendono come un
fascio di istinti. Essi non vedono la realizzazione nella ripetizione di routine
di cose sempre uguali. Preferirebbero però non parlare di ideale, per non
dare così limpressione di un idealismo che richiede troppo agli uomini.
Preferirebbero parlare di fini da raggiungere, in particolare del fine
dellhumanum (possibilità della cultura), così viene anche maggiormente in
evidenza il percorso storico delluomo, sul quale luomo - nel singolare
cammino della propria esperienza - si muove in sempre nuovi progetti
costruttivi verso questo fine. Essi sono convinti - e non senza pietà - che in
questo modo possono tener conto dellumanamente possibile, dello stato di
coscienza di ogni volta, di ciò che un singolo - secondo coscienza e volontà
- può rendere e sopportare qui e ora.
Il modo di procedere non è quello della legge naturale, non
limitazione di una personalità autorevole, non semplicemente il giudizio,
ma il giudizio che si mette nel pensiero di Dio, che si mette nel centro
dellamore di Dio e del prossimo, che si mette in mezzo al lavoro per un
mondo che è pieno di miraggi e sorprese.

III. La risposta della chiesa.


Non si può aspettare che la chiesa segua soltanto una delle strade
indicate. Ma certe cose sono insostituibili per raggiungere la vera libertà.
In questo secolo i Sommi Pontefici hanno emanato diversi documenti
riproponendo le principali verità morali sulla castità coniugale. Tra di essi
meritano uno speciale ricordo lenciclica Casti Connubii (1930) di Pio XI,
numerosi discorsi di Pio XII, l enciclica Humanae Vitae (1968) di Paolo
18

VI, l esortazione Apostolica Familiaris Consortio (1981), la Lettera alle


Famiglie Gratissimam Sane (1994) e l'Enciclica Evangelium Vitae (1995)
di Giovanni Paolo II. Con essi vanno sempre ricordati la Costituzione
Pastorale Gaudium et Spes (1965) e il Catechismo della Chiesa Cattolica
(1992). Inoltre sono importanti, in conformità con questi insegnamenti,
alcuni scritti delle Conferenze Episcopali, come pure di pastori e di teologi
che hanno sviluppato e approfondito la materia. É bene anche ricordare l
esempio dato da numerosi coniugi, il cui impegno nel vivere cristianamente
lamore umano è un contributo molto efficace per la nuova evangelizzazione
delle famiglie.
Ci si aspetta dalla chiesa che, in ogni rispetto per la libertà, assuma il
compito di denunciare e annunciare:
1.Denunciare:
a) Ci si aspetterebbe da essa (la chiesa), nella luce della sua tradizione,
la condanna della propensione degli autori considerati per il materialismo e
ledonismo.
b) Inoltre si aspetta dalla Chiesa che risponda al desiderio delluomo di
vivere la sua sessualità in tempo reale e non come una realtà virtuale
resa possibile dai mezzi del commercio e della pubblicità.
c) Non meno ci si aspetta dalla chiesa laiuto per poter mantenere  in
un contesto di vero amore l integro senso della mutua donazione e della
procreazione umana. Perciò, tra i principi morali fondamentali della vita
coniugale, occorre ricordare la connessione inscindibile, che Dio ha voluto
e che l uomo non può rompere di sua iniziativa, tra i due significati
dellatto coniugale: il significato unitivo e il significato pro-creativo .
Modello di vita(J.Ratzinger, Salz der Erde, Stuttgart 1996, 215 s.propria traduzione)
Signor Cardinale: Molti fedeli non capiscono la posizione della chiesa sul controllo delle nascite.
Lei capisce perché loro non la capiscono?

R: Sì, questo si può capire molto bene. E davvero complicata. Nei subbugli del nostro tempo, quando il
numero dei figli non può essere molto alto, per quanto riguarda labitazione, tante altre cose, la loro
incapacità di capire si intuisce facilmente. Li si dovrebbe istruire meno sulla casistica del singolo caso,
ma sulle grandi intenzioni, a cui mira la chiesa.
Credo che ci sono tre opzioni fondamentali, in merito. La prima è, molto fondatamente,
dassumere un atteggiamento positivo verso il bambino nella umanità. C è affatto uno strano cambio in
questa area. Mentre nelle società semplici fino al novecento la nascita di figli venne vista come una vera
benedizione dal cielo, questi stessi, oggi vengono considerati addirittura come una minaccia. Ci
occupano il posto per il futuro, si pensa, ci rubano il nostro spazio di vivere e cosi via. ... La seconda é
che stiamo davanti ad una separazione finora sconosciuta tra sessualità e procreazione, la quale ci
costringe di mantenere la connessione di ambedue assieme.... La terza opzione, che non si possono
risolvere grandi problemi morali senza il tramite di soluzioni tecniche, chimiche...

Q.: Rimane la domanda, se si può rinfacciare a una coppia che ha già parecchi figli, che gli manca un
atteggiamento positivo verso bambini.
Re.: No, certamente no. E quella impressione non dovrebbe essere comunicata.

Q.: Ma quella gente deve avere nonostante limpressione che vivono in una forma di peccato, se
prendono....
R.: Direi, queste sono domande che dovrebbero essere trattate col direttore spirituale, col sacerdote,
19

piuttosto che progettate in astratto.

d)Ugualmente ci si aspetta dalla chiesa la denuncia del liberalismo: La


tradizione cristiana ha sempre difeso, contro le numerose eresie sorte già
agli inizi della Chiesa, la bontà dellunione coniugale e della famiglia.
Voluto da Dio con la stessa creazione, riportato da Cristo alla sua primitiva
origine ed elevato alla dignità di sacramento, il matrimonio è una comunione
intima di amore e di vita degli sposi intrinsecamente ordinata al bene dei
figli che Dio vorrà loro affidare. Il vincolo naturale sia per il bene dei
coniugi e dei figli che per il bene della stessa società non dipende più dall
arbitrio umano.
e) Resta il fatto che la Chiesa denunci ogni individualismo esagerato -
con linsistenza sulla persona, per esempio affermando così: La virtù della
castità coniugale  comporta l integrità della persona e l integrità del dono
 ed in essa la sessualità  diventa personale e veramente umana allorché è
integrata nella relazione da persona a persona, nel dono reciproco, totale e
illimitato nel tempo, dell uomo e della donna .
La denuncia vale soltanto come un mezzo di salvaguardia per la libertà
delluomo e della donna, quando viene combinato con il compito di:

2.Annunciare.
. a) La chiesa deve raccontare linizio e il dramma esistenziale-
metafisico (morte e vita), nel quale si svolge la storia della singola persona,
che così diviene consapevole di se stesso e della propria dignità
(sacramentum),
b) La chiesa deve raccontare la natura come storia delluomo
(caretaker della creazione).
c) La chiesa deve mostrare che Dio è lamante della vita(Sap 11,26).
La storia di Davide nel Vecchio Testamento mi ha aiutato a capire: un
peccato di carne è contro la legge, perché così viene sprecata la
sopravvivenza della stirpe. Nellambito invece esclusivamente personale la
gravità della colpa sarebbe incomprensibile. Il problema è: Siccome luomo
moderno si sente come il prodotto di una ingiustizia che non lo lascia
incolume e sempre rinnova il sentimento di essere trascinato da un calo
morale del mondo (ambiente), non si sente capace di mettersi nel processo
della creatività alla quale la sessualità sembra di disporlo.
(Un esempio tipico: Jackie Kennedy: Da parte centrale di una dinastia, si
rifugge nel piccolo ruolo della vita privata (con i punti fissi del sesso e del
danaro). Un grave peccato una volta, oggi ceduto alla decisione privata di
Lei (Rose Kennedy). Giustamente, oggi, la chiesa tenta di ricuperare il
contenuto con la dualità pro-creazione/amore. Lamore viene visto nella
luce della procreazione, ma viene visto anche la prima parte del doppio
termine nella luce dellamore.
20

La Chiesa intende opporsi ad una qualsiasi manipolazione e ad una


separazione della procreazione dal rapporto sessuale, divenuta possibile a
causa delle possibilità tecniche. La reale reazione dei suoi membri era
spesso diversa da quella che la Chiesa si aspettava. Una inchiesta in
riferimento al Concilio Vaticano II ha dimostrato che anche i cattolici che
frequentano abitualmente la Chiesa, per il 40% in questione di
contraccezione hanno una opinione diversa dalla loro Chiesa, il 21% hanno
una opinione diversa rispetto allindissolubilità del matrimonio. Non vi è
dubbio, che allinterno della Chiesa ha avuto luogo una discussione che
sembra non voler avere fine e persiste tuttora riguardo al permissivismo
largamente diffuso. La conseguenza è un dissenso ampio e gravido di
conseguenze in particolare con coloro che si trovano nella fascia detà tra i
21 e i 40 anni.

d) La chiesa deve annunciare il messaggio dellamore.


Divorziato è divenuto anche allinterno della Chiesa una voce
ricorrente nel registro del personale. Negli ultimi 10-20 anni anche là è
mutata notevolmente la visione del matrimonio. Coloro che chiedono il
matrimonio nelle parrocchie non di rado hanno già alle spalle un divorzio.
Per quanto riguarda la richiesta della chiesa di indissolubilità del
matrimonio, essa può rifarsi alla richiesta del suo fondatore. Lo può però
anche se guarda a coloro che sono passati attraverso il divorzio. Chi incontra
uomini o donne, che sono falliti nel loro matrimonio, li trova spesso feriti.
Sorprendentemente proprio queste persone sono ben lontane dallo sminuire
il valore dellistituto del matrimonio. Esse soffrono piuttosto per il fatto che
vengono bollate come cristiane di seconda categoria. Esse lottano con il
comandamento di Gesù che ha voluto il matrimonio - e su ciò non vi è
dubbio - orientato alla durata e allindissolubilità.
Il rapporto nei confronti dei legami riguardano anche le comunioni di
vita prematrimoniali, che sono molto cresciute di numero negli ultimi
decenni. La discussione allinterno della Chiesa ha impiegato molto
tempo17, finché non si è imparato a distinguere tra comunioni di vita non
matrimoniali e relazioni che si possono rompere in qualsiasi momento. Per
tanto tempo le autorità ecclesiastiche hanno parlato in questo contesto di
ideali di emancipazione portati allesagerazione, di autodeterminazione
senza limiti e di affetti anti-istituzionali. Ciò che le conferma nella loro
premura sono sempre nuovamente uomini, soprattutto giovani, che soffrono
per il comportamento problematico dei legami.
E) Finalmente si tratta di una individualità, ma una che dovrebbe essere ed è
talmente sicura di se stessi, che possa accettare laltro che sta in un ordine
personale (di persona).
17 Una lettera pastorale del vescovo di Magonza, una dichiarazione del Vaticano a proposito
delleducazione sessuale.
21

E quella lenfasi di Giovanni Paolo II: La sessualità riuscita è un


opera darte, un impresa non da poco della personalità (Dürrenmatt).
Sfortunatamente siamo in una situazione dincertezza anche davanti
allideale delluomo. La sessualità può, nella sua pluriformità, essere
soltanto formata tramite un contratto - sotto testimonianza arbitrarie (fino al
porno hard). Non cè nessuna garanzia per la felicità e la vera libertà. ***

Dovrebbe annunciare
dovrebbe denunciare

edonismo, materialismo, metafisica astratta La storia reale delluomo(peccato e morte)


(naturalezza) nella Storia della morte e rissurezione di Gesù
Cristo.
SACRAMENTUM

La realtà virtuale di una sessualità sotto il La vita sessuale dell uomo libero in tempo
dominio del commercio e della pubblicità reale

Lodio della vita (manipolazione, lintegro senso della mutua donazione e della
tecnicizzazione, privatizzazione) procreazione umana(l soggetto davanti alla
vita)
PROLES

liberalismo e Bontà dellunione coniugale e della famiglia


allo stesso tempo pure (La libertà nella istituzione)
convenzioni(funzionalità(intimità, donna, ecc) FIDES

Sessualità integrata nella relazione da persona


individualismo esagerato a persona
EROS-PHILIA-AGAPE 18

Letica sessuale nella tradizione cristiana


--------------------------------------------------
Adesso cominciamo il nostro lavoro come moralisti. Sappiamo che sarà
nostro compito rispondere alla domanda concernente quale sia la verità
morale negli atti della sessualità(2). Ribadiamo che dobbiamo accertare che
un fare possibile in questo ambito, per essere un fare beneè necessario
che concordi, qui e ora, con lintenzione che esce da un soggetto libero e
consapevole. Per conoscere lintenzione (lorientamento al bene) il credente
inizia con la sottomissione alla volontà di Dio espressa sul Sinai (non
commettere adulterio), continua con lo studio della condizione naturale (la
sessualità), prosegue, nella sua storia, con la selezione del rilevante fine
naturale (pro-creare la vita), interpreta questo fine alla luce della
18 La considerazione psicologica dimostra che lamore - un concetto che rappresenta sempre il tutto
dellessere umano - può avere le più svariate sfumature e forme (apatheia, caritas-synthesis,
estatico). I tentativi di dare un orientamento etico per questo concetto, falliscono per il fatto che
non sono in grado di dire sotto quale Logos - sotto quale paradigma - stia l esperienza dellamore
che presuppongono. Nuovi paradigmi appaiono sempre, qualora si pongano fattori reali di
cambiamento e non siano più sufficienti i paradigmi tradizionali per comprendere la totalità
dellessere umano (sessualità, lavoro/nutrimento, sicurezza). Nuovi paradigmi appaiono però
anche quando - per mezzo di fattori ideali collegati a processi di sviluppo (ideologie, per esempio
modernizzazione) e indicazioni espresse (annunci) - viene suggerita una nuova immagine della
comprensione della realtà (monogamia).
22

istituzione principale (matrimonio), si colloca davanti al suo prossimo


significativo con il quale intende comportarsi responsabilmente. Nel caso in
cui si constata davvero laccordo (adaequatio), si parla di bene. Comunque,
questo bene si determina mediante la verifica della correttezza, sia
attraverso il giudizio (decisione) universalizzabile, sia attraverso il soppesare
vantaggi e rischi, sia considerando le conseguenze del fare.
Prima di tutto mi sembra opportuno rievocare le linee generali
delletica sessuale nella tradizione cristiana (A) Alla fine sarà poi possibile
di delineare lessenziale presente in quelli che si sono incontrati col
messaggio di Gesù Cristo (il contributo cristiano)(B).

A. Le linee generali delletica sessuale nella tradizione


cristiana
I. Limmagine cristiana delluomo nella Scrittura
1. LAntico Testamento
2. Il Nuovo Testamento
3. Limmagine umana emergente dalla Scrittura
II. Linterpretazione etico-religiosa della sessualità che
trascende il senso della Scrittura.
1. Ideale contro la realtà (Agostino)
2. Realtà con lideale (Tommaso)
3. Biologia e norma (neoscolastica)

III. Ideale e realtà: Linterpretazione religioso-cristiana


della sessualità a partire dalla tradizione (Libertà in
alienazione)
1.Esempio: Puritanismo
2.Esempio: Socialismo.
3.Libertà in alienazione

IV. Riassunto sistematico (natura).

B. Il contributo cristiano

A. La tradizione cristiana per quanto riguarda letica sessuale.


-------------------------------------------------------------------
Nelle fonti del cristianesimo si incontra limmagine delluomo come si
presenta davanti agli occhi di Dio, il quale sè manifestato nella persona del
suo figlio Gesù. Siamo fiduciosi che vi incontriamo anche le caratteristiche
del soggetto dellintenzione morale: luomo storico come parte del dramma
23

ingente storico della venuta di Gesù Cristo (vita e morte), luomo in tempo
reale della creazione, al servizio (pro-creazione) della vita, legato in
fedeltà (fino allindissolubilità) allaltro (matrimonio), è profondamente
influenzato dallamore per il partner (il prossimo significativo)19.

I. Limmagine cristiana delluomo nella Scrittura


Ogni autore biblico oppure ogni teologo della tradizione cristiana -
ambedue fonti principali - interpreta la sessualità a suo modo, e
diversamente. Non ci si aspetti una vera uniformità della dottrina20.

1. LAntico Testamento
Dagli scritti dellAntico Testamento, dai quali partiamo adesso, è dato
per scontato che il racconto della creazione abbia il posto centrale anche
nella valutazione della sessualità umana. Questo non esclude comunque che
ci siano molti altri accenti21.
a) Cominciamo però con questo tema della creazione, il vero inizio del
grande ciclo del dramma della salvezza oppure la sua supposizione. I
rispettivi autori del Vecchio Testamento comunicano in prima linea che la
sessualità appartiene allambito vitale del creato. Dietro questo fenomeno
non sta una forza demoniaca, ma la volontà del Signore Dio, che ha dato un
profondo senso (positivo) a tutto. "E Dio vide che era cosa buona" (Gen
1,21). Il Signore Dio sceglie di vivere tra il creato. "Dio che passeggia alla
brezza del giorno" (Gen 3,8). Diversi teologi hanno tentato di decifrare il
"senso " dato dal Signore Dio al creato. In Giovanni Duns Scotus (1266-
1308) si trova una delle più belle descrizioni di questo: tutto è stato fatto per
essere il vero inizio della storia della salvezza, il luogo dove Gesù Cristo,
figlio di Dio, dovrebbe manifestarsi.
Appoggiata sulla fede dun Dio che sè fatto parte di questo mondo,
la religione ufficiale di Jahvé non si stanca mai di opporsi alla concezione
mitica della sessualità come simbolica delluniverso e della vita, come era
usanza per esempio nelle religioni cananee (2 Re 23,7). (cf. Dt 23,18s; 1 Re
14,24); alle pratiche sessuali (proibite) provenienti da altre religioni (Lev
18-23); alla prostituzione cultica (Os 5,7, Lev 19,29); alla omosessualità
veduta come pratica pagana (Lev 1822, Gen 19,4-11(Sodom). Contro tutte
quelle articolazioni considerate come lespressione pseudo-religiosa il

19 Cfr. Philipp Schmitz, Ist die Schöpfung noch zu retten? Umweltkrise und christliche
Verantwortung, Würzburg 1985, 92-116
20 W.Spohn, What are they Saying about Scripture and Ethics (Newman)New York 1984;
R.Schnackenburg,Schnackenburg, Il messaggio morale del Nuovo Testamento, Brescia 1989.

21 Nota: Nei seguenti suddivisioni seguiamo principalmente i cinque categorie sviluppate nel contesto
della considerazione generale del decalogo. Per ragioni pratiche mettiamo insieme comunque 1.e
2., cioè la Parola di Dio nella formazione dellintenzione e leffetto che quella Parola ha per
quanto riguarda il carattere realistico della sessualità.(Si aspetta dunque soltanto una serie da 1.a 4.
24

primo libro della Sacra Scrittura non meno che gli altri che seguono ritiene
che la sessualità abbia il suo carattere secolare. Vedendo luomo nella
prospettiva dun dramma di salvezza da sé non toglie niente del carattere
secolare della sua sessualità. Per questo cè una chiara conferma. Dove nel
arco della evoluzione la fede di Jahvé (e anche la teologia dellalleanza)
raggiunge il suo apice - nel Cantico dei Cantici, lamore tra luomo e la
donna appare - sotto le immagini di una sessualità liberata - come attività
(anzi come gioco) davvero umano (secolare). Sotto la tutela delluno e
unico Dio gli uomini si sentono liberati dinanzi al Dio creatore 22. Anche per
quanto riguarda la vera realtà (il realismo) della loro sessualità. In essa non
cè niente di pseudo-religioso!
b) Come sempre quando si tratta dellincontro con Dio, amante della
vita(Sap 11,26) lo stesso uomo viene inteso come mandatario (care-
taker) della vita. Il creatore Dio chiama luomo a mettere le sue azioni e
la sua responsabilità al servizio della (pro-) creazione di vita. Gli chiede di
attuare il suo interesse naturale-umano per la propria stirpe e per la
sopravvivenza della sua razza. Non cè dubbio, questo interesse - per la vita
dono di Dio, per sempre sotto la responsabilità delluomo - pervade lintero
AT (benedizione, alleanza, promessa, stirpe, popolo, stato, ecc).
Lindividuo muore, svanisce da questo mondo, ma, a causa della sua
sessualità, è in grado di contribuire oltre al momento presente alla
conservazione della stirpe. Dio lo vuole: se qualcuno, per qualsiasi ragione,
non ne è capace, non deve ritirarsi senza danno dal suo obbligo, cioè non
soltanto verso la vita, ma anche verso la famiglia del marito. Si veda per es.
un personaggio tragico, come Anna che è senza figli (1Sam 1.6.11.15; cf. Is
4,1; Gn 30,23; Jes 49,21; RI 11,37f)). Per poter assolvere la funzione della
conservazione della vita anche nel caso limite, esistono istituti come la
poligamia stessa, il matrimonio morganatico con schiavi (Es 21,7-11; Dt
21,10-15), la legge del levirato (Dt 25,5-10). Cè la volontà del Creatore
che la sessualità, attraverso la sua fecondità e la generazione, superi la
morte della stirpe (Gn 12,2). Non si trova traccia dellodio della vita. Ma
rimane vero che ogni aspetto della realtà - non esclusa minimamente la
sessualità - stia sotto la minaccia di perdersi nella corruzione. "Sappiamo
bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del
parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello
Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione
del nostro corpo (Rm 8,22-24). Lumanità non riuscirà a vivere secondo il
mandato divino, se non si mette sotto l arcobaleno della riconciliazione
mostrato a Noè.
c) LAT già rivolge lo sguardo allistituzione che regola il rapporto tra
uomo e donna. Luomo fu creato maschio e femmina (Gn 1,27), ci dice il
22 Erano circostanze concrete che facevano si che lunità tra uomo e la donna ivi tracciata non si
potesse realizzare (saranno una sola carne Gen 2,24).
25

racconto sacerdotale della creazione. E il racconto della tradizione jahvista


aggiunge: la donna, creata dopo luomo, è per lui un aiuto che gli è simile,
qualcuno che gli sta dinanzi (Gn 2,18). In quanto Adamo riconosce la sua
moglie e le dà un nome (ishsha) lui riconosce se stesso e diviene
pienamente uomo (umano). Egli è la richiesta di un simile, e lei costituisce
la risposta di quella richiesta. Non si tratta di una risposta che egli ha
trovato, ma della risposta che Dio ha trovato per lui. Solo perché esistono il
maschio e la femmina, lUomo sa chi è23.
Si nota che nella tradizione jahvista lattenzione si rivolge dapprima a
Eva, la vivente. Come donna che è destinata da Dio ad Adamo, essa è un
aiuto delluomo, nel bene come nel male, essa gli è partner in questo essere
persona. Il Dio dellalleanza resta il modello e il garante dellunità che ne
deriva: Il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e
tutti gli uccelli del cielo e li condusse alluomo, per vedere come li avrebbe
chiamati: in qualunque modo luomo avesse chiamato ognuno degli esseri
viventi, quello doveva essere il suo nome. Così luomo impose nomi a tutto
il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma
luomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. Allora il Signore Dio fece
scendere un torpore sulluomo, che si addormentò; gli tolse una delle
costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la
costola, che aveva tolta alluomo, una donna e la condusse alluomo (Gn
2,19-23a). La Scrittura sa che la donna, che è stata tratta dalla costola
delluomo, possiede la stessa natura delluomo. Tramite Eva, la vivente,
la relazione tra luomo e la donna diviene comunione, dalla quale nasce la
vita. La sua sottomissione alluomo, della quale la Bibbia parla senza enfasi,
ma la quale potrebbe essere vista come una distruzione delluguaglianza, è
ovviamente conseguenza del peccato, esattamente come il parto in dolore
(cfr. Gn 3,16).
La Sacra Scrittura estende il suo interesse per la relazione tra uomo e
donna fino alla istituzione che possa regolare il loro rapporto. Lo fa
riflettendo sul contenuto del sesto comandamento del decalogo Non
commettere adulterio (Es 20,14; Dt 5,18). Questo sesto comandamento
richiede prima ed anzitutto alla donna, già presto promessa ad un membro
duna altra famiglia, di non commettere adulterio. Certamente anche luomo
deve rispettare il matrimonio esistente. Ma per lui i rapporti con donne non
sposate o fidanzate non sono adulterio e conseguentemente non cadono
sotto il sesto comandamento (cfr. Gn 38; Gdc 16). Il rapporto delluomo con
una ragazza non fidanzata viene considerato lesione della proprietà. Se la
ragazza nasconde la seduzione o la violenza avvenuti nel segreto può essere
lapidata (Dt 22,21). Il rapporto con una fidanzata viene sempre considerato
come adulterio e punito con la morte per la fidanzata stessa quando è

23 U. Ranke-Heinemann, HdbPast.Theol. II, 1,43.


26

successo in città e non nel campo aperto. La ragazza deve entrare come
vergine nel matrimonio, ma in genere essere non sposato non è unideale (si
veda in proposito la storia citata di Anna). Da parte delluomo il divorzio è
lecito - per infertilità della moglie, mancanza di piacere, incompatibilità e
adulterio (cfr. Dt 24,1). Non va trascurato che il sesto comandamento, come
abbiamo appena detto, presuppone un matrimonio legittimo (poligamico o
monogamico). Solo allinterno dellistituzione si comprende completamente
il ruolo della donna (cfr. 1 Sam 1,5.8; Sal 35,14; cfr. Pr 23,22; 5.18.19; 12,4;
18,22). Ciò che è caratteristico per la donna diviene man mano caratteristica
del matrimonio. Dal suo ethos viene colpito in particolare luomo. Essa
diviene il luogo proprio dellumanizzazione. Non commettere adulterio
invita ogni singola persona - in primo luogo la donna e poi anche luomo - a
continuare a trasmettere la vita. Ciò che a prima vista appare una
discriminazione della donna, rivela - se si considera il contesto storico - una
procedura che si trova in maniera simile anche in altre culture. La donna non
possederà la stessa libertà delluomo, ma ad essa è assegnato - sotto la
protezione di Jahvè - un compito particolare. La richiesta della fedeltà
fattale, le dà una posizione particolare nella famiglia-tribù. Il compito che
essa svolge allinterno del gruppo è in maniera disuguale più importante di
quello delluomo. Si incontra la donna normalmente con rispetto e
riverenza. Per mezzo di lei, che dà alla luce dei figli, viene superata
lestinzione della stirpe (cfr. Gn 12,2; 27). Per suo tramite vengono
assicurati il potere e la ricchezza della tribù. In quanto si considera il
matrimonio nello suo stadio di sviluppo esso può essere chiamato ein
weltlich Ding (Lutero), ma lo stesso sviluppo rivela che viene
definitivamente regolato dalla legge della alleanza (cfr. Ger 3,6.12; 31,32:
Ez 16,23, Jes 49,14; 54,4ss; 60,15. Dunque viene necessariamente collocato
nella Storia della Salvezza).
d) Colui che è interessato circa il fondamento morale dei diversi
ordinamenti inerenti la sessualità, incontra per primo non linsistenza sulla
relazione da persona a persona, ma una mentalità, che intende
primariamente assicurare il patrimonio del gruppo, esattamente come la casa
ed il bestiame, così la donna stessa - e il legame col suo sposo - viene posta
sotto la protezione di Jahvè vero padrone del popolo (Es 20,17). Inoltre
diviene chiaro che la sessualità controlla i contatti sociali: regola labilità al
culto e alla guerra (le cosiddette impurità legate alla sessualità - emorragie
causate da malattia, mestruazione, parto, pollutio nocturna e coito -
interdicono la partecipazione al culto e alla battaglia nel nome di Dio). Cè
anche una relazione tra labbandono dellesercizio della sessualità e
lesperienza religiosa (Es 19,15). Questo non appartiene semplicemente ad
un ascetismo negativo. Dietro vi è invece lidea che tali fenomeni
appartengano alla sfera della morte, e che la comunità al servizio della vita
si debba tenere lontana da questa sfera.
27

Lelemento oggettivo della sessualità è molteplice, ed è fondamento


morale dei diversi ordinamenti; tuttavia non si può ancora concludere con il
binomio eros-carità: il motivo dellagire si deriva soprattutto del Creatore,
che voleva far nascere la vita nellunica carne. In quanto il diventare
lunica carne suppone una intenzionalità chiara, appare in tanto la
relazione da persona a persona allorizzonte come la sua parte integrale.

2. Il Nuovo Testamento
Il Nuovo Testamento riprende le strutture concettuali dellAntico
Testamento. Riprende linizio della storia della salvezza, ma ormai si
leggono tutti i libri dal punto di vista dellorizzonte vero e unico: Gesù
Cristo.
a) Per trovare un orientamento morale per gli atti morali (sessuali)
anche il nuovo Testamento si rifà al pensiero della creazione:
[3] Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli
chiesero: E' lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi
motivo?. [4] Ed egli rispose: Non avete letto che il Creatore da principio li
creò maschio e femmina e disse: [5] Per questo l'uomo lascerà suo padre e
sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? [6] Così
che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha
congiunto, l'uomo non lo separi. [7] Gli obiettarono: Perché allora Mosè
ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via?.[8] Rispose loro Gesù:
Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre
mogli, ma da principio non fu così. [9] Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la
propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette
adulterio (Mt 19, 3-10).
"Da principio non fu così (Mt 19, 8) - un chiaro riferimento alla
creazione - diviene largomento principale anche del Nuovo Testamento.
Ma nel Nuovo Testamento diviene più evidente che è per mezzo della
persona di Gesù Cristo che viene manifestato il significato della sessualità
(che rimane secolare). Levangelista Marco fa vedere che la legge della
creazione si interpreta con il riferimento alla alleanza: Luomo dunque non
separi ciò che Dio ha congiunto (Mc 10,9). Come la creazione è la
supposizione dellalleanza, così lalleanza dà senso e interpretazione alla
creazione (Karl Barth). Ultimamente è Gesù Cristo, il garante dellalleanza
(cfr. Col 1,15), è lui che illumina e dà senso e fondazione alla sessualità. Da
lui si impara, nella prospettiva dei padri, la castità degli Angeli24 i quali
vivono nel cospetto della sua venuta. Il Nuovo Testamento vede più
chiaramente che con la creazione comincia la storia del Signore con luomo

24 Peter Brown, Die Keuschheit der Engel. Sexuelle Entsagung, Askese udn Kòrperlichkeit am
Anfang des Christentums , Muenchen-Wien 1991; englisches Original: The Body and Society.
Man, Women and Sexual Renunciation ion Early Christianity,(Columbia University Press) New
York 1988.
28

storico: il lettore capisce che la sua storia finisce e si adempie soltanto nella
vicinanza personale (nella Storia) di un Dio che non ammette nessun altro
Dio, accanto a sé.
[Si nota che nel testo citato si parla, come è lecito secondo la legge giudaica, del ripudio
della moglie da parte del marito. Nel parallelo di Marco si trova: [11] Chi ripudia la
propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei; [12] se la donna
ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio.(Mc 10,11-12)].

Laltro elemento già accennato nel contesto del Vecchio Testamento è


che, dalla manifestazione di Gesù Cristo che adempie la creazione, si
apprende che gli atti sessuali vengono affidati alluomo come realtà
creata, come mondana, secolare (Vale le legge generale: più qualcosa
è vicina a Dio, più essa è se stessa, in tempo reale). Non cè spazio per
una dimensione metafisica astratta pseudo-religiosa (Mt 5,28; Rm 7,7;
13,9).

b) "Siate fecondi e moltiplicatevi" (Gen 1,28). Dio, lamante della


vita(Sap 11,26),distrugge ogni interpretazione mitica, e ordina alluomo e
alla donna, con lintenzione del futuro, di prendersi cura della vita (care-
taker). La prospettiva Gesù Cristo, con la quale si entra nella
interpretazione neotestamentaria conferma la dinamica anti-mitica (anti-
ideologica) e fa vedere luomo, ancora più intensamente, come responsabile
della vita. Nei precetti particolari di morale domestica che Paolo prende
dagli stoici e che cristianizza (qualche volta soltanto con laggiunta "nel
Signore" (si veda Col 3,18 4,1; e Ef 5,21ss; 1 Cor 7,21ss) si sottolinea
espressamente la richiesta per una responsabilità della vita da parte
delluomo e della donna. Non si esclude la mutua donazione (anzi questo
viene visto come la dinamica anti-ideologica), ma si insiste sulla pro-
creazione in piena responsabilità (contro la privatizzazione, la
manipolazione, la tecnicizzazione della vita). È anche in Gesù Cristo che
conosciamo le difficoltà: "Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme
e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi,
che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando
l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Poiché nella speranza noi
siamo stati salvati (Rm 8.22-24). Nella speranza di Gesù Cristo (sotto
larcobaleno dellalleanza) possiamo affrontare quella sfida che è la vita.
c) Di lo creò maschio e femmina (Gn 1,27). Nel matrimonio
luomo scopre lobbligo istituzionale. In Gesù Cristo si identifica il mistero
sotto quellobbligo di cui parla Paolo: Come la Chiesa sta sottomessa a
Cristo così anche le mogli siano soggette ai loro mariti (Ef 5,21-33; 1Cor
7,39). Il cristiano sa che la sua fedeltà - per quanto gli sia data come
compito - attinge alla fedeltà di Dio che gli offerta come dono25. Non cè da
25 R. Pesch, Freie Treue, Freiburg 1971,888 99.
29

meravigliarsi allora che, dal suo lato, il matrimonio sotto questo orizzonte
riesca a determinare il linguaggio e la grammatica della descrizione del
rapporto di Dio26.
Una volta vista la profondità del valore umano contenuta in essa,
vengono indette le forme di sessualità che vanno contro il loro interno senso
che si esprime nel matrimonio. Porneia - termine usato anche per eresia e
idolatria (cfr. Ap 17,2ss; 18,3;) - é il rapporto sessuale fuori del matrimonio
nonché il rapporto con prostitute (1 Cor 5,1; 6,12ss).Vengono giudicati dal
punto di vista del matrimonio anche i problemi speciali della omosessualità,
etc. La condanna che prevale fin dallinizio della dottrina paolina, si basa su
due condizioni: (1) si supponeva come naturale la eterosessualità. I
fondamenti psicosociali della omosessualità erano sconosciuti. (2) NT come
AT vedevano nella omosessualità una prassi perversa originata nella idolatria
dei pagani27.
(Lomossesualità era diffusa in tutto il mondo antico. Si vede la differenza
nella valutazione di Platone: nel Simposio è positiva; nelle Leggi
lomosessualità è condannata come prova deffeminatezza, come
controsenso contro la pro-creazione (636B), come prassi contro natura
(836C).

d) Considerando di nuovo il Nuovo Testamento, la sintesi dalla morale


comincia con la storia di Gesù: il suo modo di trattare le donne, il suo non
essere sposato a causa del Regno di Dio (Mt 19,10-12; 1Cor 7,1-11).
Il motivo soggettivo che si sta sviluppando si compone di diverse fonti:
lordinamento concettuale, il suo esempio diviene presto ordinamento della
comunità (Mt 19; Mc 10,10-12). Davanti a un quadro escatologico Paolo
presenta la casistica con sottili domande e risposte sul matrimonio e la
verginità: cfr. 1Cor 728. Il Dio dellalleanza - nella persona di Gesù -

26 W. Kasper, Zur Theologie der christlichen Ehe, Mainz, 36(Teologia del matrimonio cristiano
Brescia 1979)

27 1Cor 6,9-11: O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né
immorali, né idolàtri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né
maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati,
siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del
nostro Dio!; Rm 1,26- 29: Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno
cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Ugualmente anche gli uomini, lasciando il
rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti
ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro
traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una
intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, colmi come sono di ogni sorta di
ingiustizia, di alvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di
28
(12)Tutto mi è lecito!. Ma non tutto giova. Tutto mi è lecito!. Ma io non mi lascerò dominare da
nulla [13]I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi!. Ma Dio distruggerà questo e quelli; il
corpo poi non è per l'impudicizia, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. [14] Dio poi, che
30

trasforma anche i motivi delluomo, che ultimamente trovano la loro sintesi


nellamore.
[28] Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e, visto
come aveva loro ben risposto, gli domandò: Qual è il primo di tutti i
comandamenti?. [29] Gesù rispose: Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore
Dio nostro è l'unico Signore; [30] amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto
il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. [31] E il secondo
è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro
comandamento più importante di questi.[32] Allora lo scriba gli disse: Hai
detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v'è altri
all'infuori di lui; [33] amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta
la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i
sacrifici. [34] Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse:
Non sei lontano dal regno di Dio (Mt 12). E nessuno aveva più il coraggio
di interrogarlo.

3. Limmagine umana emergente dalla Scrittura


NellAntico Testamento si riflettono un poco alla volta le strutture
concettuali, ma solo nelladempimento (Mt 5,17) - la venuta di Gesù Cristo
- diventa evidente qual è il vero significato della sessualità. LAntico
Testamento è da comprendere a partire dal Nuovo Testamento. Nella sua
interpretazione morale del rapporto tra uomo e donna, il NT (si vedano in
proposito i brani di Mt 5,31-32; Mc 10,10-12; Lc 16,18) indica - accanto ad
alcuni atteggiamenti tipici per il compimento del tempo che ha inizio con
Gesù - il rapporto con la creazione illustrato nel primo libro della Scrittura
(Mt 19,3-21), con lalleanza (Ef 5,22-33: 1 Cor 11,8s; 1 Tim 2,13), con la
nuova comunione donata in Gesù (Gal 3,29; Col 3,18; Tt 2,5). Ciò che
avviene tra uomo e donna diviene vocabolario e grammatica del rapporto
divino col mondo (chiesa). Lincarico per la vita, dato alluomo e alla
donna, viene messo in rapporto con lannuncio della fedeltà di Dio. Gesù
Cristo, vincitore del peccato e della colpa, conferisce alluomo e alla donna
la loro vera dignità.
Come principio dellagire vale quello che luomo si sottometta sempre
di nuovo alla volontà di Dio, divenuta manifesta nella croce del Signore.
Quello che la Scrittura dice sulla sessualità, non induce a interpretazioni
sessuali magiche o pseudosacrali. Ne consegue il prendere la responsabilità
per la vita, che è in questo mondo perdura anche a causa della spinta da
ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza. [15] Non sapete che i vostri corpi
sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta?
Non sia mai! [16] O non sapete voi che chi si unisce alla prostituta forma con essa un corpo solo? I
due saranno, è detto, un corpo solo. [17] Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito.
[18] Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato l'uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si
dà alla fornicazione, pecca contro il proprio corpo.[19] O non sapete che il vostro corpo è tempio
dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? [20] Infatti
siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!
31

parte di Dio. Tramite Gesù Cristo listituzione matrimoniale riceve una


chiara valorizzazione (Mt 5). Dove la sessualità emerge come espressione
della libertà (la novità delle relazioni tra uomo e donna, la priorità
dellamore al contrario della schiavitù), allora è lamore che nasce dalla
sottomissione a Dio. Per la Scrittura va da sé che Dio sia il terzo
componente di una sessualità riuscita.
Se ci si aspettavano delle risposte concrete su singole questioni, si
rimane delusi da questa affermazione generale sulla sessualità. Questa
scontentezza, che si riscontra frequentemente, ha portato da un lato a
interpretare in maniera impropria alcuni autori. Da una affermazione nel
libro di Tobia, si è dedotta la prassi che in fondo le notti di Tobia sono
nemiche della sessualità (Tb 14-22), cosa che non corrisponde al suo genus
litterarium. Sulla base di ciò che si denuncia nella Scrittura come
disobbedienza di Onan, viene bollata la masturbazione, che così non può
essere fondata (Gn 38,1-10). Daltro canto le affermazioni dogmatiche
(Niente sessualità allinfuori del matrimonio) hanno portato ad
interpretazioni pericolose nel caso della prostituta di Osea (Os 1,2-7) 29. Il
fatto che la testimonianza scritturistica resti aperta a questioni particolari
concernenti letica sessuale, deve avere una ragione particolare.

II. Linterpretazione etico-religiosa della sessualità che trascende il senso


della Scrittura. Limmagine delluomo presentata dalla tradizione.
Non disponiamo di due fonti indipendenti della conoscenza teologica,
ma come afferma la Costituzione Dei Verbum del Concilio Vaticano II:
La sacra tradizione e la sacra Scrittura sono [due fonti] strettamente tra
loro congiunte e comunicanti... accade così che la chiesa attinge la sua
certezza su tutte le cose rivelate non dalla sola sacra Scrittura (DV 9).
Accanto alla Scrittura sta ciò che il Concilio chiama sacra tradizione. La
parola di Dio, affidata da Cristo signore e dallo Spirito santo agli apostoli
29 Lo stesso Tommaso fatica nel delineare larrivo alla norma morale, dove - secondo la
testimonianza della Sacra Scrittura - il senso letterale di un comandamento non vale; come nel caso
in cui il Signore ordinò ad Osea (1, 2-7) di accettare come sua moglie la prostituta Gomer, o agli
Israeliti di derubare gli Egiziani (spolia Aegyptiorum). Tommaso risponde: "Osea accedens ad
uxorem fornicariam vel mulierem adulteram, non est moechans nec fornicans; quia accesit ad eam
quae sua erat secundum mandatum divinum, qui es auctor instituti matrimonii". Dopo aggiunge: "
Sic igitur praecepta ipsa decalogi, quantum ad rationem justitiae quam continent, immutabilia sunt;
sed quantum ad aliquam determinationen per applicationen ad singulares actus, ut scilicet hoc vel
illud sit homicidium, furtum vel adulterium, aut non, hoc quidem est mutabile quandoque sola
auctoritate divina, in his scilicet quae a solo Deo sunt instituta, sicut in matrimonio et aliis
huiusmodi". Significa: i precetti del decalogo sono immutabili; nemmeno Dio può sollevarli; ma
può esimere la loro osservanza nel caso specifico cambiando loggetto della legge; questo significa
per Osea 1-3 che Gomer nel momento in cui il profeta entra in una relazione con lei, non è più una
prostituta, bensì sua moglie, non per il vincolo del matrimonio, ma per lordine diretto di Colui
che ha fondato listituzione del matrimonio e che può quindi, sotto certe condizioni, porre un
legame tra uomo e donna (secondo la scuola francescana, in particolare Scoto "quod vere
coniunctus est cum aliena et licite" parlano in questo caso di "dispensatio").
32

viene trasmessa integralmente da [questa] sacra tradizione ai loro successori,


affinché questi illuminati dallo Spirito di verità, con la loro predicazione
fedelmente la conservino, la espongano e la diffondano (ibidem). La
tradizione ha dunque il compito di ricondurre spiegazioni attuali e pratiche
ritenute ancora valide (matrimonio, celibato) a spiegazioni antiche che a
loro volta le fondano. E come una nuova legittimazione ed una terapia. Ed
è nel contempo come un corso sulla storicità di immagini e concetti. E
diviene tanto più necessario, laddove la spiegazione originaria è caduta sotto
la soglia della coscienza etico-religiosa, come avviene di frequente oggi.

1. Ideale contro realtà


(Ricordiamo lo schema quinto partito della introduzione al sesto comandamento (storia
nella Storia (con linflusso sulla comprensione della sessualità), modello di vita di fronte alla
responsabilità, matrimonio nel mezzo della scelta libera della vita, intenzione dellindividuo col
rispetto dellaltro30).
(1) Nellinterpretazione della testimonianza scritturistica appena
presentata ad Agostino spetta, come sempre nella storia del cristianesimo,
un posto particolare. In lui, nel quale si incrociano la cultura del suo tempo e
lo spirito di Cristo, la Scrittura trova una sua interpretazione esemplare.
È con questo che il suo influsso sullo sviluppo delletica sessuale
diviene particolarmente grande. Per caratterizzarlo si devono elencare
diverse correnti. Lo sfondo per la sua interpretazione è costituito dal
manicheismo, col suo dualismo cosmico ed etico. Seguendo i promotori di
quella dottrina nonché la mentalità seconda la quale la sessualità, la donna e
addirittura il corpo appartengono alla sfera del male. Anche se, dopo la sua
conversione, non riesce a liberarsi in un solo colpo dallinflusso del
manicheismo, - questa dottrina rimane un elemento metafisico che non
passa senza impatto sul suo pensiero - si osservano atti di auto-liberazione.
Agostino fa per es. la scoperta che la fecondità delluomo è un dono di Dio.
Nel vocabolario (e nel mondo delle immagini) di Agostino si
riscontrano anche gravi ripercussioni del neoplatonismo e dello stoicismo.
Con laiuto di questi ultimi lui è in grado di interpretare la sua esperienza
come disturbo: la sessualità, lui ha imperato dai filosofi greci, non può
essere definita da un desiderio di bellezza e di bontà, ma riguarda un istinto
inferiore, che non risale al desiderio di immortalità, ma a pura necessità e
perciò ha degli effetti che limitano lo spirito. La filosofia greca sottopone
allattenzione del dottore della Chiesa il bisogno di una virtù cardinale (la
temperanza, che ha come sottospecie la castità) per ricomporre lideale
della purezza ("castità degli angeli") che luomo ha perso con la sua caduta.
Ma al retroscena delletica sessuale agostiniana appartiene anche - ce
lo aspettiamo - un elemento teologico. Tra quelli che hanno influito sulla
30
Non parliamo sui punto negativi (metafisica, principi astratti, concezioni fisse, funzionalità)
33

posizione morale del vescovo sono in prima linea i pelagiani. E la


discussione con il pelagianesimo lascia le sue tracce nella dottrina sulla
sessualità. Pelagio, monaco britannico, è talmente convinto dellintegrità e
della bontà di tutto il creato, che non vede perché Dio debba ancora rivelarsi
(morire e risorgere) in questo mondo che già sembra bastare a se stesso. Qui
il vescovo di Ippona si mette in piena opposizione. Fortemente inculca il
racconto jahvistico della creazione, secondo il quale sin dallorigine luomo
è stato schiavo del peccato. Luomo ha sempre bisogno della la redenzione.
È in vista della Storia di Gesù Cristo morto e risorto che il creato - anche
esso nella storia - ha il suo senso (secolare?). Ecco il punto di vista dal quale
considera la sessualità umana! Dunque: sulla strada del manicheismo,
neoplatonismo, stoicismo e nel incontro con il pelagianesimo si forma
letica sessuale agostiniana.
È in vista della Storia di Gesù Cristo morto e risorto che il creato
riceve(preserva) il suo senso (secolare). Sulla strada del manicheismo,
neoplatonismo, stoicismo e nellincontro con il pelagianesimo si forma
letica sessuale agostiniana.

(2) Benché la logica conseguenza di detta valutazione dovesse essere la


scelta di una vita senza attività sessuale - e molti padri arrivarono a questa
conclusione - Agostino non si oppone alla necessità che la razza umana
debba continuarsi attraverso la sessualità. Nel modo in cui parla della
procreazione, mostra comunque il suo neoplatonismo. Origene, Gregorio
Nazianzeno e Crisostomo erano del parere che lodierna forma di
procreazione, che ritenevano sconveniente, in paradiso almeno non fosse
esistita. In un primo momento Agostino dà loro ragione. In paradiso
afferma nel suo commento alla Genesi, dove riprendeva il pensiero dei
manichei cera solo una relazione casta tra luomo e la donna. Dobbiamo
ritenere che fosse così, perché prima del peccato non erano figli di questo
mondo (De genesi contra manichaeos, 1,19. PL 34,187). In un successivo
commento alla Genesi (De genesi ad litteram, 3,21; CSEL 28) del 410 si
corregge. Egli perviene poi allidea che nellunione matrimoniale del
paradiso i figli venissero generati nella stessa maniera in cui vengono
generati anche oggi31. Non può riguardare il matrimonio una conseguenza
del peccato, ma lo considera ormai parte dellordine della creazione. Ma
qualcosa era diverso: in paradiso, afferma ora, il rapporto sessuale era privo
di eccitazione sessuale, condizione che ogni amico della sapienza e di gioie
soprannaturali evita volentieri (De civitate Dei, 14,16). La volontà
dominava direttamente gli organi sessuali.
La sessualità per il vescovo di Ippona dunque non è semplicemente
buona. Agostino non arriva ad affermare che lesperienza del desiderio

31 M.Müller, Paradiesesehe 22
34

sessuale costituisce un peccato. Dice soltanto che nellorizzonte dellideale


tutto quanto appartiene al sesso - le sensazioni, i desideri, i contatti - sia
qualcosa di irrazionale, che mette in dubbio luomo nella sua razionalità. La
sessualità per lui è un male (malum), anche se lo si deve considerare un male
necessario. Si sperimenta la disobbedienza in cambio della disobbedienza
(De nuptiis et concupiscentia). Dio, lamante della vita, ha davanti a sé l
uomo lontano dallideale dun perfetto mandatario.
Dio, lamante della vita, ha davanti a sé lUomo ancora lontano
dallideale dun perfetto mandatario. Dappertutto si sperimenta la
disobbedienza in cambio della disobbedienza. Per Agostino la sessualità
è un male (malum), anche se lo si deve considerare un male necessario.

(3) Nel trovare la soluzione in un mondo tanto distante dallidea,


Agostino ritiene critico il matrimonio per la giustificazione delle azioni
sessuali. Lideale (lethos) della sessualità si riscontra, è convinto il padre
dellOccidente, solo nel matrimonio del paradiso (M. Müller, Die Lehre von
der Paradiesehe) e nel matrimonio legittimato con ragioni scusanti. Il
rapporto sessuale resta permesso ed è da onorare quando serve alla
procreazione. Per assomigliare allo standard del matrimonio del paradiso,
deve attenersi strettamente al senso per il quale esiste (proles, fides,
sacramentum).
Lideale sarebbe comunque che questatto della conservazione del
genere umano, ristretto al matrimonio, potesse avvenire senza la passione.
Così come è stato nel paradiso, nel "matrimonio del paradiso". Ma che cosa
possono fare adesso - nella distanza dal luogo della felicità?
Gli uomini almeno non si dovrebbero lasciar andare alla passione. Se
malgrado tutto lo fanno allora anche latto devoto indirizzato alla
procreazione è peccato (veniale), che può essere espiato con lelemosina. In
realtà dunque il matrimonio si colloca al margine del peccato.
Lideale (lethos) della sessualità si riscontra, è convinto Agostino,
solo nel matrimonio del paradiso oppure nel matrimonio legittimato
con ragioni scusanti (proles, fides, sacramentum).

(4) Con queste linee forti e trasparenti, Agostino ha esercitato un


grande influsso (anche sui secoli successivi). Lo schema di pensiero ideale
(che si verifica nel matrimonio del paradiso) contro la realtà (permeata dal
peccato) determina la storia della teologia morale (in particolare delletica
sessuale) dopo di lui. Si può facilmente assumere una posizione critica verso
il grande teologo. Ma non si dimentichi comunque che Agostino ha messo
lideale come elemento relativo della storia dell uomo, che prepara un
atteggiamento non-naturalistico, che sottolinea limportanza del matrimonio,
che savvicina ad una intenzione veramente umana (solo in tempi posteriori
si fa scoprire il soggetto individuale, la variabilità culturale-reale del
35

matrimonio, il Dio della libertà)


Mentre però il grande vescovo di Ippona critica solo il cosciente
orientamento alla passione (vitium concupiscendi) e non lesperienza della
passione (vis sentiendi) in se stesso, Gregorio Magno condanna la passione
in generale. Fulgenzio di Ruspe è convinto che, tramite la passione, si
trasmette il peccato originale. Per Isidoro di Siviglia questa è di per sé
buona; diviene cattiva per le circostanze che sono collegate ad essa. Ma si
deve aggiungere anche questo: il fatto che in Agostino la dottrina del peccato
sia rimasta non chiarita, ha conseguenze nefaste. Nel padre occidentale, che
aveva a disposizione solo categorie neoplatoniche e stoiche, rimaneva chiaro
che egli voleva interpretare il messaggio biblico della trasmissione della vita
ricevuta da Dio che si attua nella sessualità (nellatto sessuale). Ora, dopo di
Agostino, prende il sopravvento, nellinterpretazione della sessualità, uno
spiritualismo della peggior specie - collegato ad un rifiuto della sessualità e
del corpo.
Cerano infatti nei primi secoli delle valutazioni ambivalenti e con
tendenze pessimistiche per quanto riguardava la sessualità umana e che
hanno caratterizzato la forma di vita32. Siccome la sessualità non è solo un
costituente antropologico, ma anche forma delle azioni come mezzo della
socializzazione, si può adoperare il potere per la medesima33. La grande
visione Dilige et fac quod vis non è entrata nel centro.
Un critico non si dimentichi che Agostino ha messo lideale come
elemento relativo della storia dell uomo, come preparazione di un
atteggiamento non-naturalistico, come sottolineatura dellimportanza
del matrimonio, inoltre il vescovo dIppona savvicina anche ad una
intenzione veramente umana. In quanto alla negatività delleredità
agostiniana: mentre il vescovo di Ippona critica solo il cosciente
orientamento alla passione (vitium concupiscendi) e non lesperienza
della passione (vis sentiendi) in se stesso, già con Gregorio Magno si
assiste alla condanna della passione in generale.

Tratteggiando la teologia del vescovo di Ippona devono essere tenuti


presenti quattro punti: mentre mostriamo il carattere idealistico della sua
dottrina ci accorgiamo che egli si limita a parlare dun soggetto generico,
determina la realtà lievemente come un "malum" e interpreta Dio come
garante dellidea. E in tutto: solo in quanto si riesce a riconoscere
lalienazione nellesercizio della sessualità, si riesce ad affrontare lethos
(cristiano).

32 vgl.Peter Brown, Die Keuschheit der Engel. Sexuelle Entsagung, Askese und Körperlichkeit am
Anfang des Christentums, München-Wien 1991(The Body and Society. Men, Women udn Sexual
Renunciation in Early Christianity, New York 1988.
33 Se la sessualità (oltre ad essere un constituivo delluomo) è mezzo della socializzazione, allora è
possibile esercitare un potere attraverso la società esistente e le sue definizioni.
36

2. Realtà con lideale (la realtà e lideale)


Il contrasto con la realtà, come si mostra nel caso dellidealismo
agostiniano, non poteva reggere a lungo. Prima o poi doveva per forza
subire qualche correzione. E quella arriva col tempo, non soltanto a causa
del peso della stessa realtà, la quale non si lascia ridurre ad un nodo di
irrazionalità. Anche le riflessioni degli autori cristiani spingono in questa
direzione. Uno di questi è Tommaso dAquino. Lui soprattutto ha mutato la
resa dei conti tra ideale e realtà. Aristotele ne è stato il padrino.
(2) La realtà, che per Agostino ancora costituisce una fonte
permanente di disturbo e di peccato, per il moralista Tommaso merita invece
unattenzione particolare a causa del suo significato speciale. Infatti, la
realtà contiene secondo lAquinate un senso specifico o una teleologia, anzi
lideale. La realtà dunque si può chiamare buona. Da essa si può dedurre,
secondo lAquinate, almeno in parte (rimane sempre lo spazio della retta
ragione!) il comportamento morale. Un nome appropriato per quella realtà
è "natura". (Si ricordi che siamo prima della svolta cartesiana circa il
soggetto!)
La sessualità è una delle caratteristiche più spiccate della natura.
Anche essa è buona. Non può essere designata né malum physicum né
malum morale. Anche in se contiene la base dellideale che deve ancora
essere realizzato (S.c.G. III c.122ss). E Tommaso crede che questo ideale è
radicato nellordine della creazione (S.c.G. III c.128). La chiarezza di
questo argomento viene comunque oscurato dallimpressione che lo stesso
Tommaso alle volte sembra allontanarsi da essa. Parla duna teleologia
naturale delle inclinazioni sensibili, organi corporei o atti individuali che non
sembrano più aspetti della natura con il suo senso razionale oppure con il
suo ideale umano generale. Ecco di questo non si smette mai di discutere tra
gli interpreti dellAquinate. Tanto si può dire: in Tommaso - contrariamente
a quanto ci si aspetterebbe - la sessualità non raramente viene degradata ad
una animalità indeterminata. Seguendo la famosa definizione di Ulpiano -
ciò che la natura ha insegnato a tutte le creature (quod natura omnia animalia
docuit) - il senso della sessualità si interpreta a partire da una senso naturale
o da una teleologia naturale . Con la procreazione forse come elemento
decisivo. Con la larga intesa, che si manifesta in questa svolta si impone un
errore gravissimo - non nella teoria (in questo Tommaso è al di sopra dogni
sospetto!), ma nella valutazione pratica. Il senso (eticamente giusto) è ciò
che corrisponde a questo che empiricamente viene saputo (La poligamia,
cfr. IV In Sent. qu.33, per es. viene qualificata/non approvata "secundum
naturam", la masturbazione /lomossesualità invece contra naturam).
La conseguenza che ne deriva nellinterpretazione dei suoi discepoli
meno perspicui è che il concetto di natura, che si potrebbe usare davvero
soltanto in forma di concetto normativo - prodotto dun processo
trascendentale che deduce lideale dalla realtà - letica sessuale di San
37

Tommaso acquista tratti empirico-descrittivi. In seguito lAquinate volge la


sua attenzione in primo piano, più di quanto si desideri, ai condizionamenti
biologici, volendo stabilire cosa è obbligante o meno nellambito della
morale sessuale. Lamicizia dei coniugi, chiamata in maniera esuberante
amicitia maxima, viene essenzialmente segnata dallunione corporale per
lutilità della procreazione dei figli. Dalla restrizione della natura alla
biologia forse si spiega anche in che senso Tommaso designa la donna come
deficiens ed occasionatus mas34.
Seguendo la propensione di Tommaso di considerare latto sessuale
nellambito dellanimalesco, si comprende la tesi di qualche seguace
come Antonino, Cajetano e Lessio i quali affermano - in opposizione alla
maggioranza dei teologi loro contemporanei -, che non sarebbe spiegabile
perché il VI Comandamento - quanto al contenuto della sessualità - possa
rivendicare un posto particolare allinterno del decalogo. Il comportamento
guidato dallistinto durante laccoppiamento degli animali farebbe loro
ammettere anche negli uomini, affini nel genere, la possibilità di una
oggettiva scarsa valenza dellagire sessuale (cioè una parvitas materiae in
sexto) ed una diminuzione della libertà (modica delectatio).
Nonostante lambiguità tomistica per quanto riguarda letica sessuale
rimane valido il nuovo approccio del grande teologo: si cerca non più
lideale fuori della realtà, ma dentro di essa. La relazione tra ideale e realtà
vigente negli scritti di Agostino si è mutata in modo dun equilibrio tra
ideale e realtà (natura). Daltronde si dichiara, positivamente, lideale
trovato come aspetto della creazione.
Tommaso dAquino ha mutato la resa dei conti tra ideale e realtà.
Aristotele ne ha fatto da padrino. La sessualità è una delle
caratteristiche più spiccate della natura (buona). Seguendo comunque
la famosa definizione di Ulpiano (quod natura omnia animalia docuit)
dallo stesso Tommaso spesso viene dichiarato eticamente giusto ciò che
corrisponde a ciò che empiricamente viene saputo (dalla natura
empirica). In seguito si volge lattenzione primariamente, più di
quanto si desideri, ai condizionamenti biologici, volendo stabilire cosa è
obbligante o meno nellambito della morale sessuale. Lamicizia dei
coniugi, chiamata in maniera esuberante amicitia maxima, viene
essenzialmente segnata dallunione corporale per lutilità della
procreazione dei figli. Ma sinteticamente possiamo dire ancora: Dio,
lamante della vita, si fa capire tramite la natura alla quale si adatta
luomo (responsabile della vita) secondo lordine della creazione.
(1) In opposizione alla detta preferenza tomista (Sth II-II,88 11 ad 3) i
giansenisti del XVI e XVII secolo richiamano alla memoria la visione
maggiormente storico-salvifica di Agostino. Lo stesso capita anche nello

34 M.Müller, Paradiesesehe 260.


38

studio rinnovato dellAquinate da parte dei moralisti della cosiddetta "etica


autonoma". Il concentrarsi teorico-conoscitivo sul concetto di natura,
dicono loro, non implica che Tommaso rompa radicalmente con la teologia
agostiniana. La loro "relecture" del trattato della legge (I-II, q.90 - 107)
mostra tra laltro che lideale si conosce solo quando saccetta la grande
colpa (e la morte) dei progenitori nella morte (e resurrezione) di Gesù
Cristo. É vero che Tommaso riconosce, in contrasto con il grande Santo
nordafricano, che la passione sessuale ci fu anche nel paradiso e che
constata la sua bontà anche per questo mondo, ma il procedimento psico-
fisico dellatto sessuale gli appare bisognoso della direzione e dellaiuto
della grazia salvifica. Al contrario di Agostino, però, Tommaso dAquino
non presenta lideale, modellato sul matrimonio del paradiso, per metterlo
in contrasto con la realtà. Egli conta invece sulla possibilità (non sempre
realizzata) di trovare lideale nella realtà (essendo lideale la finalità della
natura che tra laltro rispecchia il punto referenziale della creazione e
della redenzione (potentia oboedientalis) e, dopo essere stata elevata per la
redenzione, si rivela socialmente nel grande orbis christianus).
Lambiguità nella descrizione della natura da parte dello stesso Tommaso
fa perdere comunque lunità della ricerca delle norme morali dal connubio
"realtà con lideale".
Al contrario di Agostino Tommaso dAquino non presenta lideale,
modellato sul matrimonio del paradiso, per metterlo poi in contrasto
con la realtà. Egli conta sulla possibilità (non sempre realizzata) di
trovare lideale nella realtà, dopo essere elevata per la redenzione, si
rivela socialmente nel grande orbis christianus.

(3) E che cosa è la dottrina tomista riguardo al matrimonio? I valori


agostiniani di compensazione - cioè i valori che servono per compensare un
matrimonio che si muove al limite del peccato (proles, fides, sacramentum)
- sotto gli occhi di Tommaso dAquino si cambiano in fini dell atto
sessuale (bonum prolis, bonum fidei, sacramentum), il cui perseguimento
razionale fa apparire gli atti matrimoniali (e listituzione del matrimonio)
moralmente buoni, se anche non obbligatori per tutti individualmente (la
continuazione della razza umana può essere garantita quando certi individui,
pur anche essi per motivi sociali, non adoperano i fini per se stessi). Nota: si
domanda però come qualcuno giustifica la sua scelta individuale che
ovviamente non segue la via della natura già determinata? Si mostra qui uno
spazio per la determinazione razionale della natura?. Lo spazio per la
ragione pratica nella determinazione della bontà dun atto si lascia alla
discussione di casi speciali della Sacra Scrittura e le ordinazioni speciali di
Dio (la poligamia dei patriarchi, il matrimonio di Hosea).

I valori agostiniani di compensazione - cioè i valori che servono per


39

compensare un matrimonio che si muove al limite del peccato (proles,


fides, sacramentum) - sotto gli occhi di Tommaso dAquino si cambiano
in fini dell atto sessuale, il cui perseguimento razionale fa apparire gli
atti matrimoniali (e listituzione del matrimonio) moralmente buoni.
Moralmente buono risulta ogni atto, che si manifesta integro di tutti gli
attributi (actus integer). Per un ulteriore valutazione del medesimo
atto serve lattributo actus completus o actus incompletus.

(4) Nel quadro tratteggiato sinserisce, pur in modo inclusivo e


insufficiente, la descrizione dello stato di mente e del cuore dellindividuo
come appare di fronte allaltro del sesso opposto. Si manifesta aperto al
prossimo il quale è voluto(accettato) da Dio nellamore assoluto e (come
visto allora) è capax infiniti. Quellaltro si esibisce in unione con Dio
salvatore. Da Lui si sente chiamato al servizio tra i poveri, ammalati, bruti,
pubblicani e peccatori. É vero: non si riesce ancora a mettere il concetto
dellamore nel centro della valutazione, ma Tommaso prepara la strada
dando una sintesi tra lamore umano e carità divina.
Non si riesce ancora a mettere il concetto dellamore nel centro
della valutazione, ma Tommaso prepara la strada dando una sintesi tra
lamore umano e carità divina.

3. Biologia e norma /affermazione e critica.


(2) La dottrina della sessualità appena trattata si presenta nella
neoscolastica, con un esplicito cenno al tomismo, nella forma seguente:
latto sessuale si fa conoscere principalmente dal suo punto di vista
fisiologico. E questo fatto rileva anzitutto laspetto della procreazione.
Il moralista non è soltanto interessato che latto sessuale sia un atto
pro-creativo, come nella maggioranza dei casi, ma che lo sia principalmente.
Il problema è che dallessere così nella maggioranza dei casi, non segue che
lo debba essere.
Confondendo laspetto empirico e metafisico-etico si ragiona spesso nei termini del sillogismo
seguente: è contro la natura, è contro la morale. La contraccezione è contro natura, ergo è
immorale.

I neoscolastici (in particolare Huerth), nelle loro argomentazioni,


seguono una teleologia dellatto sessuale (copula per se apta ad
generationem). Moralmente buono, secondo loro, risulta quel atto, che si
manifesta integro di tutti gli attributi della procreazione (actus integer).
Per un ulteriore misuramento del medesimo atto serve lattributo actus
completus (actus incompletus)35.
(In questo contesto si capisce la differenza fatta tra errori iuxta naturam e errori contra
naturam. Alla prima categoria appartengono quegli atti sessuali che non toccano lintegrità

35 F. Hürth, De statibus, Roma 1946.


40

dell atto sessuale e, a causa di questo, sono giudicati sempre meno severamente, semmai
avvengono per es. extra matrimonio. 36)
La critica (espressa recentemente da parte delletica autonoma)
considera il fatto che lintegrità dellatto sessuale, per essere lo standard
morale decisivo, deve esser visto primariamente non riguardo al suo senso
fisiologico, ma deve essere valutato "integer" (verace, giusto, vero) per la
ragione pratica.
La dottrina già trattata, nella neoscolastica, si presenta nella forma
seguente: lintegrità dell atto sessuale viene vista sempre di più nel
suo senso fisiologico/biologico e come tale sembra rappresentare lo
standard morale deducibile.
La critica (espressa recentemente nei confronti delletica
autonoma) considerava che lintegrità dellatto sessuale, per essere lo
standard morale decisivo, deve esser visto primariamente non
riguardo al suo senso fisiologico, ma - essendo ancora oggetto
indeterminato - deve essere valutato "integer" (verace, giusto, vero) per
lintervento della ragione pratica (del soggetto, caretaker). Deve essere
giudicato idoneo (giusto) a fare o a non fare (atto buono). Poi ogni etica
sessuale dovrebbe partire dal giudizio (decisione morale, non da
qualsiasi deduzione)

(1) Per la neoscolastica è tipico un altro punto: lordine del peccato (e


della salvezza), che non si nega affatto, non si presenta se non attraverso un
assunto ordine metafisico (legge eterna).
Letica cosiddetta autonoma formula la critica che il messaggio
cristiano (oppure la legge eterna) dovrebbe invece essere spiegato come
orizzonte valido (motivo) dello stesso atto umano.
Per la neoscolastica è tipico un altro punto: lordine del peccato (e
della salvezza), che non si nega affatto, si presenta come ordine
metafisico (legge eterna).
La critica della etica autonoma sapeva che lordine del peccato (e
della salvezza) non si doveva presentare come ordine metafisico (di
volontà di Dio), ma come lincontro storico con il Dio vivo.

(3) Perché vengono presi quasi esclusivamente gli attributi della unità e
indissolubilità per caratterizzare la sacramentalità del matrimonio, cè il
pericolo che si restringa sempre di più ad un elemento essenzialmente
giuridico (cfr. GS 47-52) e che si perda lindole dellistituzione al servizio
dellamore.
Dunque è logico che la critica ammonisca che si ricuperi lindole
dellistituzione (anche teologicamente). Questo dovrebbe mostrare il suo
effetto nella discussione sul divorzio, sulla convivenza, ecc.
36 Vgl.HV 11, Indicazione a Cast Con Aas 29(1930)560, Pius XII, AAS 43(1951)843:
41

La sacramentalità per lungo tempo sè interpretata esclusivamente


tramite gli attributi della unità e indisssolubilità.
La critica dice che si dovrebbe riguadagnare il senso di vera
istituzione (anche teologicamente). Questo si mostrerebbe nella
discussione sul divorzio, sulla convivenza, ecc.

(4) La neoscolastica ha percorso una lunga distanza nella descrizione


dei fini matrimoniali: Finis primarius è la procreazione e leducazione
della discendenza (cfr. Enc. Casti conubii (12-17-23-25. 60); Sanctum
Officium( 1.4. 1944); contro il tentativo di parificare i cosiddetti fines
secondari con il fine primario: CIC(1917) can 1012  1: Matrimonii finis
primarius est procreatio atque educatio prolis, secondarius mutum
adiutorium et remedium concupiscentiae. Can 1055: " Matrimonium
foedus, quo vir et mulier inter se totius vitae consortium constituunt, indole
sua natural ad bonum coniugum atque ad prolis generationem et
educationem ordinatum, a Christo Domino ad sacramenti dignitatem inter
baptizatos evecum est".
La critica insiste su un concetto dellamore che sintetizza tutti gli
elementi diversi della intenzionalità.
Can 1055: " Matrimonium foedus, quo vir et mulier inter se totius
vitae consortium constituunt, indole sua natural ad bonum coniugum
atque ad prolis generationem et educationem ordinatum, a Christo
Domino ad sacramenti dignitatem inter baptizatos evectum est" (CIC
1983).

III. Linterpretazione religioso-cristiana della sessualità a partire della


tradizione : libertà in alienazione
Lambivalenza tra lideale e la realtà (natura) è rimasta tipica per
letica sessuale cattolica. È rimasta la presunta superiorità dellethos. Fino
al tardo medioevo si affermava lopinione che lalto ethos cristiano potesse
essere vissuto solo dal cristiano che si era ritirato dal mondo. Solo il
monaco, se era convinto, sarebbe stato capace di vivere lideale voluto da
Dio, tutti gli altri vi avrebbero partecipato solo in virtù di un compromesso 37.
Ci voleva la Riforma per apportare in questo caso una correzione, con la
rivalutazione del laicato, dei cristiani secolari, anche loro capaci di "castità
perfetta". È rimasta anche limpegno di cercare il significato dellatto
sessuale esclusivamente nella natura. Ci volevano degli sforzi straordinari
per superare un tale sillogismo. È rimasta ugualmente la mancanza di spazio
per la ragione pratica di plasmare moralmente la sessualità come costitutivo

37 Solo dal monaco si pretende una castitas perfecta.


42

antropologico, come azione, ecc.


Daltra parte è riuscita la tradizione teologica di dar nome e carattere
allelemento tipicamente cristiano. Per presentarlo sinteticamente serve - a
nostro avviso - la formula libertà in alienazione
1. In un modo originale - daltronde con conseguenze assai notevoli -
questa linea viene ulteriormente protratta dal Puritanesimo che con diversi
elementi della sua dottrina (errand into the wilderness; business, thrift
and hardwork; visibile saints) ha non soltanto influenzato la politica
(messianismo politico), il mondo della economia (capitalismo) e la
concezione della comunità (democrazia), ma ha anche dato un esempio di
come la sessualità, come dinamica personale, alle volte rimaneva separata.
Notevole è limpatto che ha avuto quel quadro delle idee sulla
interpretazione della famiglia, il matrimonio, la pro- creazione.
2. Lo stesso vale per linterpretazione soltanto apparentemente a-
religiosa, che sè chiamato socialismo. Da questa ideologia prendiamo una
categoria che - in un senso antropologico - ci può aiutare di capire linsieme
dellethos cristiani. Quella categoria è alienazione. Marx la usa per
descrivere lesistenza del lavoratore espropriato dal risultato del suo lavoro
(proprietà), dal suo compagno di lavoro, ultimamente da sé stesso. Per il
padre del socialismo soltanto la sconfitta dellalienazione (la lotta delle
classi) rivela la libertà e lethos. La stessa formula si trova in una
speculazione sul capitalismo (cfr. Erich Fromm).
C) Libertà in alienazione.
Il concetto dellalienazione ha assunto diversi significati già nel
socialismo. Se vogliamo trovare tramite quel concetto una sigla per letica
sessuale cristiana dobbiamo ugualmente distinguere dentro di esso diversi
aspetti.
1) "alienazione" può significare prima cosa che qualcuno è meno uomo
di quanto dovrebbe essere, a causa dun difetto fondamentale consentito.
Contro Pelagio Agostino non esita a spiegare questo difetto in termini di
peccato sebbene per una ulteriore descrizione del medesimo difetto si
appoggi su terminologie e sistemi filosofici diversi (manicheismo,
neoplatonismo, ecc). È ugualmente chiaro per il vescovo di Ippona che
lalienazione (peccato) non può essere superata se non attraverso la fede,
nella quale viene accettata la grande colpa (dei progenitori, condivisa da tutti
(cfr. Rm 5) nellunico Salvatore Gesù Cristo). Nella fede si riceve
segretamente e miracolosamente lassoluzione di quella colpa (la salvezza
in Gesù Cristo) e cosi la libertà. Così accade che nella castità perfetta
vissuta dai cristiani (e abbracciata in Gesù Cristo) si supera il peccato e si
raggiunge il vero senso della sessualità.
43

2) "alienazione" significa che qualcuno è meno uomo (si sente meno


libero) siccome sperimenta (in paura) che è stato imposto su di lui un
"alienum", la sorte della morte, la distruzione della sua esistenza, la
corruzione della vita. Per prima cosa luomo fa tutto per privarsi di quel
fardello cercando il rifugio nella tecnica (tecnicizzazione), nellisolamento
(privatizzazione, nella violenza contro la vita). Ma solo quando riconosce
lalienum per quello che è (le possibilità perdute38) almeno in parte anche
voluto da lui e comincia a convertirsi (con laiuto dellautore della vita),
può trovare la propria libertà dallo stesso alienum e continuare in ogni
tranquillità la strada della vita (care-taker).
3) "alienazione" può anche significare che "luomo non si sente uomo a
causa della sua dipendenza da una istituzione come il matrimonio. Ma vale
di nuovo: solo in quanto si riconosce (e si decide per) listituzione come
garanzia della durata, della canalizzazione, dellintensificazione dellistinto
(e della sessualità), si comincia a capire lessenza nel limite,
lumanizzazione (numerus, duratio, intensitas, habitus) nella ubbidienza,
la libertà nella apparente mancanza della libertà.
4) "alienazione" significa ultimamente che luomo si sente in pericolo a
causa del fatto che un altro lo impedisce e blocca. Decidendosi ad ascoltarlo
comunque, quest altro diventa quello che è (lindividuo). Diventa umano
nellalieno. Lindividuo deve mostrarsi tanto libero da se stesso da vedere
nellaltro non soltanto lestensione, ma anche il correttore di se stesso.

IV. Riassunto (Natura)


Nel testo precedente abbiamo supposto tre concetti della natura. Da una
parte si parlava della natura biologica. Cerano dei tempi e degli autori che
mettevano le loro mani su questo tipo di concetto, propagavano un
cosiddetto realismo o biologismo. Non di rado oscuravano allo stesso tempo
lideale e lo spazio razionale di tras-formarlo. Dallaltra parte si parlava
dalla natura come dellideale (qualche volta interpretato come logos della
creazione) dal quale si derivava (direttamente o indirettamente) un
comportamento corretto. Ultimamente, nei tempi moderni, si limitava a
chiamare natura (rationalis) soltanto la ragione pratica che decretava
giusta/naturale secondo la ragione la relazione raggiunta (adaequatio) tra
fare (concreto e possibile) e fare bene (costruito sulla strada
dellintenzione buona). Come la natura figurava il carattere
universalizzabile, lequilibrio tra vantaggi e rischi, il sopravvento delle
conseguenze favorevoli, ecc.
1.Natura - come realtà, fatti, fenomeni. Natura, in un primo senso, è
tutto quello che può essere conosciuto secondo un modo di conoscenza
38 Le parole duna donna dopo un aborto: "Schuldgefühle? Nie!" Ein wenig später fuhr sie
allerdings fort: "Aber da war eine unglaubliche Trauer und Traurigkeit über verlorene
Möglichkeiten".
44

induttiva. Dicendo questo si domanda subito: ma come procede una


conoscenza induttiva? Una prima risposta è: potrebbe procedere secondo il
metodo delle scienze naturali. Ma subito viene il dubbio. Le scienze
naturali, alle quali uno pensa quando ascolta la parola "induttivo", si
fermano alla oggettività, prevedibilità, quantità, controllo. Mentre ad esse
manca la capacità di capire qualcosa che richiede sottomissione (submissio),
cioè soggettività, sorpresa, qualità. E quegli elementi non sono nemmeno
aspetti della realtà. Potrebbe procedere dunque al metodo delle arti liberali,
non escluso la filosofia? Di nuovo il dubbio. Anche la filosofia si può
trovare a disagio con tutto quello che non è ovvio (evidenza) e direttamente
fenomenico. E questo particolarmente in quanto mette un metodo
trascendentale sopra un metodo fenomenologico.
La natura davvero la può essere studiata da uno che si muove su scale
soffici e che riesce ad origliare i demoni della natura"39. La natura si apre
soltanto a colui che è sensibile alla totalità dei fenomeni, a chi sente (e sa
raccontare) storielle della sensibilità (O.Marquard). Non basta mettere sotto
analisi gli animali di una regione. Neanche basta andare al giardino
zoologico (così facendo si avrà soltanto una idea delle variazioni delle
specie e organismi). Ciò che manca è la vita, la crescita, il tempo, l`altro non
ancora previsto40. Per questo sarebbe necessario condividere i sentimenti,
contemplare, intuire. In tutti questi atteggiamenti si può assumere un
presentimento della realtà come totale. La natura viene sentita come realtà
immensa, diversa, consistente di sottospecie organiche41. La natura appare
come un conglomerato di una materia dura, non ancora formata. Viene
scoperta come "una determinata relazione dellorigine"42, come base minima
della vita umana43, come "physis". (In questo caso il concetto greco va
giustamente usato). Complessità, interazione, sinergia sono termini di una
descrizione adatta.
Ovviamente, alluomo che sente, ascolta e contempla non si presentano
solo tratti positivi. Il mito greco sa che Prometeo portando il fuoco ai mortali
ruba loro la consapevolezza della morte44. Luomo incontra nella natura il
39 P.C.Mayer-Tasch, Vom "Kulturstaat" zum "Naturstaat?". Zum schizophrenen Kulturverständnis der
Gegenwart, in: Naturschutz braucht Wertmaßstäbe(hrsg.von Akademie für Naturschutz und Land -
schaftspflege, Laufen/Salzach,1989.30-36, 39.
40 W.F.Gutmann, Organismus und Prozeß: Die Entstehung eines dynamischen Naturverständnisses,
in: G.Fuchs(Hrsg),Mensch und Natur, 141-168, 161.
41 H.Rolston III,Science and Religion. A Critical Survey (Random House)New York 1987,24off.
42 R.Spaemann, Das Natürliche und das Vernünftige, 112.

43 Es ist die Aufgabe der Naturwissenschaften, diese "physis" beschreibend, erforschend(in Zahlen,
Formeln, Grundsätzen zu systematisieren (vgl. W.F.Gutmann, Organismus und Prozeß. Die
Entstehung eines dynamischen Naturverständnisses, In: G.Fuchs(Hrsg), Mensch und Natur. Auf
der Suche nach der verlorenen Einheit, Frankfurt 1989, 141-168).Dabei kann es zur Übersy-
stematisierung kommen, wonach sich die Naturwissenschaft um eine Reduktion des entstanden
44 H.G.Gadamer, Der Mench als Naturwesen und Kulturträger,in: G.Fuchs(Hrsg), Mensch und Natur,
9-30,24.
45

caos e la morte. Inventa e crea la tecnica per far nascondere limpressione


intollerabile. Allora, con sensibilità si deve associare l`accoglienza. Così la
natura sembra un complesso assai intrecciato.
2. Natura come cultura. Chi usa il concetto di natura ha già formato, in
un processo di comunicazione, una immagine (un modello) della realtà.
Questo modello è il risultato di un progetto razionale della comunità
(massima dellagire). Natura - in quel contesto - sembra essere la
manifestazione oggettiva della propria esperienza nella ricerca della sua
identità (io empirico). Il risultato sta nel mezzo di un circolo ermeneutico,
nel quale la persona umana, in unità con gli altri, ultimamente forma la sua
propria massima. Si fa vedere come il riflettore di una cultura morale da
costruire.
A proposito del modello, gli eticisti sono daccordo con i
rappresentanti della scienza naturale. Benché quel modello si esprima
qualche volta nella forma di leggi teoretiche, anche esse fanno parte della
relatività dei modelli (Romano Guardini).
3. Natura e giudizio morale.
Per arrivare ultimamente ad una scelta morale, sarà necessario volere
(preferire) un certo modello più di altri. Occorre proprio un giudizio morale
che mette la massima sullorizzonte della ragione (universalizzazione). Per
il credente questo si fa dopo essersi messo sotto la volontà di Dio, dopo
aver risposto (tutti) alle necessità degli altri (le generazione future) e dopo
essersi rassegnati allalienazione che diventa allora la nota distintiva della
propria soggettività.
Il proprio volere sta sotto una necessità che si chiama, nonostante il
suo carattere formale, anche essa natura, che ultimamente si riduce a un
primo "principio" (Bonum faciendum, malum vitandum), ma non sintende
senza riferimento alla massima (natura-modello) e alla realtà, da dove
emerge (natura-realtà, fatti, fenomeni).

B. Lessenziale presente in quelli che si sono incontrati col messaggio del


Fondatore Gesù Cristo (il contributo cristiano)

I. SACRAMENTUM (La Storia di Gesù Cristo presente, da segno


salvifico efficace nella storia reale dellUomo).
Gli avversari del dottore della Chiesa, Agostino, accusavano a suo
tempo i seguaci della nuova dottrina, cioè i cristiani, di avere una coscienza
monomaniacale. Il loro interesse, infatti, si sarebbe limitato all'unico dato di
fatto, cioè che un Dio avrebbe allinizio creato il mondo e poi che questo
stesso Dio avrebbe inviato nel tempo il suo Figlio. L'unica idea dunque
rilevante, per loro sarebbe stata solo ed esclusivamente quella della storia
della rivelazione di Dio nel tempo. (Per capire quello che intendono con la
loro accusa, basta gettare lo sguardo alla dottrina di San Paolo e di qualche
46

padre della chiesa.)


Il tempo stesso, lo spazio e la natura, lordine (naturale) verrebbero del
tutto dimenticati e messi da parte a causa di questa eccessiva sottolineatura
dell'auto comunicazione di Dio nella storia. Il luogo nel quale si realizza
l'incontro storico con Dio, non risulterebbe solo trascurato, ma perfino
distrutto (cfr. Sermo 104).
[Per inciso, si può aggiungere che una simile accusa si è riproposta
ripetutamente dopo il tempo dei Padri della Chiesa: la troviamo in Jean
Jacques Rousseau, il precursore dell'Illuminismo, in Friedrich Nietzsche, il
nemico critico di ogni etica cristiana, chiamata etica degli schiavi. In tempi
più recenti (1967), la ritroviamo nella critica dello storico americano Lynn
White, che attribuisce alle unilateralità storiche della concezione giudeo-
cristiana del mondo, la responsabilità per la crisi ecologica. Come l'ebraismo
così anche il cristianesimo, avrebbe - secondo quest'autore - annunciato un
Dio personale, apparso nella storia, completamente riferito all uomo, in
modo da svuotare così il mondo stesso del suo significato naturale. Il
risultato sarebbe stato che gli scienziati e gli esperti della tecnica avrebbero
potuto fare alla fine tutto ciò che volevano con un natura de-divinizzata. Ed
oggi, meritiamo ancora una volta il rimprovero dei nostri contemporanei
perchè facciamo il possibile per collocare la verità storica del cristianesimo
al luogo degli ordini di natura?
I critici non tardano di proporre un rimedio per il problema da loro
identificato. I critici di Agostino si fanno avvocati di un ordine metafisico
della naturalezza. Rousseau preponeva un ideale della natura ("ordine
naturale"), Nietzsche una forma del darwinismo etico (superuomo), White
la sensibilità per la natura empirica, anche essa forse dettata da in un ordine
metafisico. Innumerevoli sono i tentativi nellarco dei millenni di postulare
un ordine che starebbe in sè, senza la necessità della redenzione (Baal, culti
di fertilità, estetismo, edonismo, materialismo, ecc).]
Agostino sapeva invece che a causa del peccato luomo era bisognoso
della redenzione. In generale, lenfasi del cristianesimo sè mostrato in
riferimento storico al Salvatore. Vero è che nel centro della considerazione
stava la persone di Gesù Cristo. Questo fatto aveva il suo influsso sul
progetto delle norme morali. I critici del cristianesimo avevano ragione: i fini
della natura (pro-creazione) venivano affrontati dal punto di vista
dellindirizzato; si mostrava nella legittimazione delle azioni sessuali (per
es. i rapporti prematrimoniali, del secondo matrimonio, dellunione
omosessuale), ecc. Dappertutto si poteva sviluppare un costruttivismo
(realtà virtuale).
Laltro elemento che nellincontro di Dio con questo mondo veniva
confermato anche nella realtà (natura) e nella secolarità, si trascurava troppo
spesso. Anche questo rimane un tema eterno della etica sessualità da
sottolineare: la Storia di Gesù Cristo presente, segno salvifico efficace per
47

questo mondo. In Gesù luomo viene invitato e supportato come


caretaker (in tempo reale) reale della creazione. (SACRAMENTUM)

II.Rispetto per la vita.


Sembra davvero pieno dironia che sul fondamento del cristianesimo
sia cresciuta anche la tendenza opposta. Con laristotelismo-tomismo - che
senza dubbio ha dato una spinta notevole alla riflessione teologica - si
faceva viva anche linsistenza sulla natura come regola principale della
morale. Le azioni della sessualità sembrano soprattutto orientate verso il
servizio della pro-creazione (pro-creare la vita). Il matrimonio appare
listituzione sociale destinata alla propagazione della prole.
Durante i secoli si doveva sempre e di nuovo raccordarsi al
presupposto della procreazione, la auto donazione degli sposi. La
responsabilità del soggetto (dei soggetti) doveva essere sottolineata come un
infrangimento significativo per la categoria della natura. Nel corso del tempo
si alterava comunque la sicurezza per quanto riguardava il soggetto. Con la
svolta copernicana viene spostato dal centro. Con la scoperta del
subcosciente ad opera di Sigmund Freud si nutre il dubbio che il soggetto si
conosca davvero, con Karl Marx viene visto come il prodotto delle
circostanze economiche e sociali.
La chiesa si vede spesso nella trincea contro ambedue le parti: contro
un naturalismo e contro un soggettivismo. Deve dunque ricordare la
connessione inscindibile, che Dio ha voluto e che l uomo non può
rompere di sua iniziativa, tra i due significati dellatto coniugale: il
significato unitivo e il significato pro-creativo .

III. Matrimonio e libertà.


J. Veuillot, un giornalista francese, annunciava cent'anni fa che alla fine
del nostro secolo, che sta ora per terminare, la società sarebbe stata o
socialista o cattolica, mai più liberale. Noi oggi, siamo nelle condizioni di
poter verificare la validità della sua profezia. Anche Veuillot non ha potuto
predire un ordine sociale. Il liberalismo, infatti, vinse ancora una volta, e
oggi su tutti i fronti della cultura politica. Vinsero sia il libero mercato che il
liberalismo economico. Dalla parte dei vincitori non ci sono né Il Capitale
di Karl Marx, neppure le encicliche sociali dei pontefici, ma il Wall-Street-
Journal. Il liberalismo determina - pur scomparendo dallo spettro dei partiti
politici - tutta le democrazia pluralista. Dal 1989 poi, si è esteso in tutto il
mondo. (Gli uomini vengono liberati dai loro ruoli sessuali internalizzati
come sono previsti nel progetto della società industriale per la famiglia
nucleare. Allo stesso tempo si vedono costretti - di subire un disavanzo
notevole nel campo materiale - di costruire una propria esistenza tramite il
mercato di lavoro, educazione, mobilità alle spese di vincoli della famiglia,
48

della associazione e della vicinità) 45.


Quello che Veuillot ha prospettato come il risultato - un socialismo o
comunitarismo cattolico, un vero ordine sociale, deve essere di nuovo
elaborato e reso consapevole. Per letica sessuale questo significa la
rivendicazione dellistituto matrimoniale quale regola normativa della
sessualità. Cosa è, cioè cosa dovrebbe essere o potrebbe essere la famiglia,
il matrimonio, lessere genitori, lerotismo, lamore, non può essere
presunto, saputo anticipatamente, autorevolmente annunciato. Variano il
contenuto, i confini, le norme, la moralità, le possibilità da individuo ad
individuo, da coppia a coppia. Perciò il come,cosa, perché dev
essere indovinato, trattato, compromesso, fondato, anche quando in tal
modo i conflitti e i demoni, che ci sono sempre nei dettagli e dovrebbero
essere pacificati, vengono soltanto svegliati e scatenati. Gli stessi individui
che vogliono vivere insieme, sono (o meglio diventano) sempre più
legislatori della loro forma di vita, i giudici delle loro trasgressioni, i
sacerdoti che cancellano via le loro colpe, i terapeuti che rilassano e
sciolgono i vincoli del passato. Ma anche quelli che si vendicano, che
vogliono retribuire ciò che hanno sofferto. Lamore diventa una formula a
vuoto che deve essere riempita da quelli che si amano, al di là delle tombe
delle biografie - purché la canzone, la pubblicità, il testo pornografico, la
letteratura alla maîtresse, la psicologia facciano da regista46.
45 Die Menschen werden freigesetzt aus den verinnerlichten Geschlechtsrollen, wie sie im Bauplan
der Industriegesellschaft für die Lebensführung nach dem Modell der Kleinfamilie vorgesehen
sind, und sie sehen sich(...) Zugleich gezwungen, bei Strafe materieller Benachteiligung eine eigen
Existenz über Arbeitsmarkt, Ausbildung, Mobilität aufzubauen und diese notfalls gegen Familien.-,
Partnerschafts- un Nachbarschaftsbindungen durchzusetzen und durchzuhalten. (Beck, Beck-
Gernsheim, Das ganz normale Chaos 13f.)Vgl. U. Beck, Jenseits von Stand und Klasse? Soziale
Ungleichheiten, gesellschaftliche Individualisierungsprozesse und die Entstehung neuer sozialer
Formationen und Identitäten, in: Reinhard Kreckel(Hg.), Soziale Ungleichheiten, Göttingen
1983)= Soziale Welt, Sonderband 2), 35-74. Individualisierung wird ausgelöst und gefördert durch
(1) soziale und geographische Mobilität(meine soziale Beziehungsmuster),durch(2) soziale
Sicherung-und Steuerungssysteme(Risikominimierung), durch(3) künstliche
Binnendifferenzierungen(Bildungsabschlüsse und betriebliche Statushierarchien), durch
(4( Konkurrenzbeziehungen, durch (5) Großstadtsiedlungen, durch (6)Arbeitsmarktsdynamik,
durch Sinken der Erwerbsarbeitszeit, etc. Vgl. ebd,38-40)

46
Was Familien, Ehe, Elternschaft, Erotik, Liebe ist, meint, sein sollte oder sein könnte, kann nicht mehr
vorausgesetzt, abgefragt, verbindlich verkündet werden, sondern variiert in Inhalten,
Ausgrenzungen, Normen, Moral. Möglichkeiten am Ende eventuell von Individuum zu
Individuum, Beziehung zu Beziehung, muß in allen Einzelheiten das Wie, Was, Warum-Nicht
enträtselt, verhandelt, abgesprochen, begründet werden, selbst wenn auf diese Weise die Konflikte
und Teufel, die in allen Details schlummert und gesänftigt werden sollen, aufgeweckt und
entfesselt werden. Die Individuen selbst, die zusammenleben wollen, sind oder genauer - werden
mehr und mehr die Gesetzgeber ihrer eigenen Lebensform, die Richter ihrer eigenen Verfehlungen,
die Priester, die ihre Schuld weg küssen, die Therapeuten, die die Fesseln der Vergangenheit
lockern und lösen. Aber auch die Rächer, die Vergeltung üben an erlittenen Verletzungen. Liebe
wird eine Leerformel, die die Liebenden selbst zu füllen haben, über die sich auftuenden Gräben
der Biographien hinweg - auch wenn dabei der Schlagertext, die Werbung, das pornographische
Skript, die Mätressenliteratur, die Psychoanalyse Regie führen.(U.Beck/E.Beck-Gernsheim, Das
49

Senzaltro tutto questo nel contesto della libertà, valore


apparentemente contrastante (1 Cor. 8). Nel contesto della storia cristiana
non si può riguardare la sessualità senza quell elemento che ovviamente è
anchesso frutto del vangelo di Cristo e, che per mancanza di una parola
adatta, chiamiamo soggettività ( da distinguere dalla voce peggiorativa
soggettivismo.)

IV. Individualismo e amore.


In una libertà, propagata e vissuta in questo modo, l'altra persona ha
solo ancora un significato, fino a quando serve per un determinato scopo,
cioè in quanto compagno d'affari, compagno di conversazione, compagno di
scambio, compagno di tennis, compagno di letto, o in quanto compagno di
matrimonio.
Quello che si vorrebbe è un nuovo rispetto per laltro. Lindividuo
dovrebbe essere tanto sicuro di se(me) stesso che osa riconoscere laltro
come laltra parte di me(se) stesso.

Il contributo cristiano. La critica La chiesa risponde

storicità natura sacramentum (segno esterno


della grazia efficace

soggetto razionale (persona) natura(procreazione) della auto-donazione e pro-


specie creazione

libertà matrimonio matrimonio in libertà

lindividuo laltro amore

D. Il matrimonio come istituzione centrale della vita sessuale.

Senza dubbio, un contributo decisivo per dare unordine ragionevole e


morale alla vita sessuale, viene dalla cultura cristiana nella sua eccellente
istituzione del matrimonio. In essa si vedeva fin dallinizio una
realizzazione della libertà, una manifestazione responsabile per la vita, la
scoperta dellindividuo nel rapporto con gli altri, e anche lincarnazione
ganz normale Chaos, Frankfurt 1990, 13
50

della fede47. Di tutto questo erano convinti i cristiani dogni secolo. Aurelio
Agostino - per citare soltanto una fonte autorevole - sapeva più di tutti gli
altri scrittori della cristianità che quella istituzione - non meno dellautorità
paterna - dopo la cacciata dal paradiso era disperatamente caduta sotto
linflusso del peccato. Persisteva allora sempre la minaccia che legoismo e
lostinazione estendessero linsocialità, frutto del peccato, anche al
matrimonio48. Perciò ci si doveva prendere cura dello stesso istituto e lottare
contro le varie e diverse forme di disistima nei confronti dello stesso.
Parliamo qui, per prima cosa, di un aspetto di quella lotta, la difesa del
matrimonio contro le difficoltà che emergono fino ad oggi tra innumerevoli
coppie: stare insieme confrontandosi con tanti ostacoli oppure di
divorziare.

AA) Divorzio
Per quel che riguarda il divorzio si tratta di un fenomeno vasto e
diffuso in tutto il mondo come viene dimostrato dalle fonti statistiche. Non
vogliamo qui entrare nei dettagli della stessa statistica. I numeri sono
leggermente diversi variando da nazione a nazione. Comunque per i paesi
occidentali vale una media simile a quella che ho trovato nel mio paese:
globalmente, per riassumere, si conferma la notizia spesso riportata, che un
matrimonio su tre non dura oltre 25 anni. [Nella Germania occidentale (le
cifre nella Germania dellEst sono leggermente diverse!) tra 10000 coppie
di una classe divorziano 3400). E si osserva ancora che il fenomeno è in
crescita [Lultimo materiale da me considerato e pubblicato dallufficio
federale di statistica (Stastistisches Bundesamt) del 24 luglio 1997 presenta i
seguenti dati: in Germania nel 1996 si contavano 175.000 divorzi, 6.125 res.
3,6% di più dellanno precedente. Colpiti da un divorzio dei genitori erano
148.782 figli minorenni, 6.490 risp. 4,6% più dellanno precedente. (Nella
Germania dellOvest sono 10 su 1000 matrimoni esistenti, in Germania
dellEst 7 su 1000. (Nel 1995 si contavano 165.000 divorzi, il 2 % di più
dellanno precedente. La maggioranza dopo cinque anni di matrimonio.]
Lesperienza, dalla quale scaturisce una riflessione sul divorzio è assai
estesa. Nessuno può affermare che questa sia una realtà piuttosto della
società secolare e sia estranea alla chiesa. (Da parte di qualche paese che ha
introdotto soltanto negli ultimi decenni una legislazione che permette il
divorzio e un nuovo matrimonio, la chiesa sembrava ancora potersi isolare
dal resto della società pluralista. Purtroppo questo non è possibile. Il fatto
47 .Brown, Die Keuschheit der Engel. Sexuelle Entsagung und Koerperlichkeit im Anfang des
Christentums, (Carl Hauser Verlag)Muenchen-Wien1991; Bernhard Fraling, Sexualethik. Ein
Versuch aus christlicher Sicht(Ferdinand Schòningh) Paderborn1995; H.G.Gruber, Christliche Ehe
in moderner Geselllschaft (Herder) Freiburg-Basel-Wien 1993; Alain Mattheeuws, Union e
procreation. Developpments de la dottrine des fins de mariage(cerf), Paris 1989.
48 P.Brown, Die Keuschheit der Engel. Sexuelle Entsagung und Koerperlichkeit Im Anfana de
Christentums, (Carl Hauser Verlag)Muenchen-Wien1991 , 413ss.
51

dei divorzi non pesa meno nella chiesa stessa - anche tra i propri membri.
Propriamente nella chiesa, con sempre maggiore frequenza,
sincontrano uomini e donne che hanno fallito con il loro matrimonio.
Incontrandoli si fa una nuova esperienza. Sorprendentemente essi sono
spesso ben lontani da una disistima dellistituzione matrimoniale. Essi
soffrono per il fatto che vengono segnati, ai loro occhi, come cristiani di
seconda categoria. Frequentemente fanno fatica ad aderire, ancor più degli
altri cristiani, al comandamento di Gesù Cristo, che - non ne dubitano - ha
voluto il matrimonio orientato alla durata e allesclusività. Ecco,
limpressione che si raccoglie incontrandoli: spesso sono feriti. [Se questa
ferita riflette un peccato, non si può decidere a-priori. Quello che è
implicato in prima persona dovrebbe confessarlo]. Per ragioni private -
perché loro stessi hanno vissuto la vicenda - oppure per motivi di solidarietà
- perché non possono che riconoscere linevitabilità della separazione - non
pochi cristiani richiedono maggiore attenzione ai problemi teologici e
pastorali del divorzio. Postulano addirittura una revisione della dottrina della
Chiesa: la Chiesa dovrebbe - così dicono taluni - togliere il divieto del
divorzio. Un secondo gruppo invece insiste che la Chiesa cattolica dovrebbe
- similmente alla chiesa orientale ortodossa - tendere ad una soluzione
pratica, in modo tale che da un lato sia vivo il ricordo della richiesta del
Fondatore (per quanto riguarda lindissolubilità), dallaltro, però, sia
evidente la misericordia di Dio nel singolo caso, in cui qualcuno si è adattato
ad una nuova situazione con responsabilità morale49. Oppure la chiesa
dovrebbe, dicono altri in determinate condizioni (in caso di fallimento del
primo matrimonio, per il coniuge non colpevole, nel caso in cui esista un
secondo matrimonio che ha dato buoni risultati, e in favore dei figli di questo
secondo matrimonio e se esistono chiari segni di fede) almeno valutare di
più la responsabilità per la nuova unione e riammettere ai sacramenti i
divorziati risposati50. Senza dubbio in quanto si tratta del divorzio, abbiamo
davanti ai nostri occhi un tema che merita lattenzione del moralista e del
teologo pastorale.

1. La Sacra Scrittura e il divorzio.


[1] Quando un uomo ha preso una donna e ha vissuto con lei da
marito, se poi avviene che essa non trovi grazia ai suoi occhi, perché egli ha
trovato in lei qualche cosa di vergognoso, scriva per lei un libello di ripudio
e glielo consegni in mano e la mandi via dalla casa. [2] Se essa, uscita dalla
casa di lui, va e diventa moglie di un altro marito [3] e questo la prende in
49 Cf. del Sinodo comune delle diocesi tedesche della V Plenaria del sinodo dei Vescovi della
Conferenza episcopale austriaca, etc.

50 Cioè non sotto la condizione di vivere insieme come fratello e sorella. Contraria a ciò si dimostra
la decisione della Conferenza episcopale tedesca del settembre 1972. Nonostante il veto del sinodo
di Würzburg, questa decisione fu più tardi confermata da Roma e ribadita nuovamente.
52

odio, scrive per lei un libello di ripudio, glielo consegna in mano e la manda
via dalla casa o se quest'altro marito, che l'aveva presa per moglie, muore,
[4] il primo marito, che l'aveva rinviata, non potrà riprenderla per moglie,
dopo che essa è stata contaminata, perché sarebbe abominio agli occhi del
Signore; tu non renderai colpevole di peccato il paese che il Signore tuo Dio
sta per darti in eredità" (Dt 24,1-4).
Nel testo più importante per capire la dottrina biblica sul divorzio, si
deve riconoscere dapprima che non si concede il permesso di divorziare,
bensì viene pronunciata la proibizione di contrarre matrimonio con una
divorziata. E come motivo viene presentato la santità di Dio che lo esclude.
Viene dunque già presupposta la realtà del divorzio, una pratica che si
afferma nel tardo giudaismo. Si ammette - ma linterpretazione autorevole di
Gesù che afferma da principio non fu così, nega tale possibilità - un divorzio
a determinate condizioni (perché è stata contaminata)51. Non che quella
pratica non fosse opposto già nei testi dellAntico Testamento, anzi viene
severamente criticato: per es. Mal 2,14-16 ([14] E chiedete: Perché?
Perché il Signore è testimone fra te e la donna della tua giovinezza, che ora
perfidamente tradisci, mentre essa è la tua consorte, la donna legata a te da
un patto.[15] Non fece egli un essere solo dotato di carne e soffio vitale?
Che cosa cerca questo unico essere, se non prole da parte di Dio? Custodite
dunque il vostro soffio vitale e nessuno tradisca la donna della sua
giovinezza.[16] Perché io detesto il ripudio, dice il Signore Dio d'Israele, e
chi copre d'iniquità la propria veste, dice il Signore degli eserciti. Custodite
la vostra vita dunque e non vogliate agire con perfidia"; Sir 7,26 ("Hai una
moglie secondo il tuo cuore? Non ripudiarla, ma di quella odiata non fidarti!
).
E che è la volontà di Dio per quanto riguarda il divorzio? Gesù
interpreta questa volontà che è salvifica per luomo, con tutta la sua autorità
(Mc 10,2-12: [2] E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli
domandarono: E' lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?. [3] Ma
egli rispose loro: Che cosa vi ha ordinato Mosè?. [4] Dissero: Mosè ha
permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla. [5] Gesù disse loro:
Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. [6] Ma
all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; [7] per questo
l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. [8]
Sicché non sono più due, ma una sola carne. [9] L'uomo dunque non separi
ciò che Dio ha congiunto. [10] Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono
di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: [11] Chi ripudia la propria
moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei; [12] se la donna
ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio; cfr. Mt 19,3-9:
51 Con ciò si possono intendere varie cose: cose non estetiche , malattie, deformazioni o impurità
etico-religiosa. Secondo Schammai si intende soprattutto un comportamento immorale, secondo
Hillel qualcosa come cibo bruciato, parlare senza rispetto dei parenti del marito, etc.
53

Gesù spiega che un divorzio è incompatibile con la santità di Dio. Per la


durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli,
ma da principio non fu così (Mt 19,8-9/Mc 10,5-6). Ma nelle formulazioni
in cui il Nuovo Testamento tramanda la richiesta radicale di Gesù, si trovano
anche già tracce di adattamento culturale: listruzione dei discepoli in Mc
10,10-12 presuppone già rapporti giuridici romani, secondo i quali anche la
donna ha il diritto di introdurre la causa del divorzio. Al contrario, il testo di
Lc 16,18, presumibilmente più antico, è indirizzato a una comunità giudeo-
cristiana, perché in essa solo luomo può divorziare.
Le clausole di divorzio, cioè di adulterio, tanto discusse in maniera
controversa, Mt 5,32; 19,952: chiunque ripudia la sua moglie, eccetto il caso
di concubinato, la espone alladulterio, fanno anchesse riferimento alla
comunità giudeo-cristiane, che nel divorzio da un coniuge che vive in
adulterio qualificato (incesto, prostituzione, perversità sessuale, adulterio
continuato, ecc.) vede addirittura la volontà di Dio53. Si può costatare dopo
la lettura dei testi della Bibbia che i Sinottici danno limpressione che Gesù
tenga ad una continua interiorizzazione dellethos. Convivere con una donna
che contraddice in modo scandaloso la santità richiesta da Dio, è del tutto
insopportabile. Sarebbe del tutto sbagliato vedere in ciò una mitigazione
della richiesta etica. Un riassunto tale sarebbe in contraddizione con la
radicalità di tutta la predicazione di Gesù. Chiunque guarda una donna per
desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore (Mt 5,28). La
radicalità viene intesa anche dai discepoli: Se questa è la condizione
delluomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi (Mt 19,10).
Laccento principale sulla moralità resta senzaltro la volontà salvifica
di Dio. Essa costituisce la cornice per lagire delluomo. Ma non si nega in
nessun modo la responsabilità delluomo e della donna. La giovane Chiesa -
certamente provocata da difficoltà pratiche - discute ancora fino a dove
arrivi la richiesta del Signore e fino a dove possa arrivare il venire incontro
alla debolezza degli uomini: così, per esempio, Paolo permette il divorzio
dal coniuge pagano, se questi non giunge alla vera fede (1 Cor 7,12-15).

2. Tradizione e divorzio
Considerando la tradizione si nota per prima che viene conservata la
stretta osservanza del matrimonio monogamico. I Padri della Chiesa hanno
presente con impressionante chiarezza lobbligatorietà delle parole di Gesù.
Cercano persino di bandire un secondo matrimonio dopo la morte del
coniuge.
Ma nello stesso tempo si riscontra lattenzione ad un adattamento
culturale. In taluni casi - sotto concetti come sopportazione, indulgenza, non

52 fr. Bonsirven, Hauck-Schulz.


53 W. Kasper, Theologie der Ehe, 62.
54

giudizio - cercano comprensione per coloro che hanno divorziato senza


colpa.
(E impressionante come non considerano solo la contraddizione circa la verità oggettiva
(simbolica-sacramentale), ma come insistono anche sullaspetto morale. In ogni cultura
si aprono nuovamente spazi per nuove decisioni morali individuali.)

Origene (+253/4)54 riferisce (chiaramente in forma di condivisione) di


alcuni presbiteri, che permettono a donne divorziate (divorziata a
colpa/causa del marito, significa: ripudiata dal marito) di risposarsi mentre il
marito è ancora in vita. Origene ritiene ragionevole questa prassi non
secondo la Scrittura, ma perché aiuta a impedire cose peggiori. Basilio
(+379)55 parlerà già in questo contesto di diritto consuetudinario, quando
riammetterà alla comunione ecclesiale, dopo prolungata penitenza, un uomo
divorziato a causa della moglie/ripudiato dalla moglie e risposatosi. Egli è
anche incerto se chiamare adultera una donna che convive con un uomo
abbandonato dalla propria moglie. Ritiene che ad essa - come anche ad un
uomo in simili condizioni - spetti indulgenza. Più tardi, nella Chiesa
orientale, si riscontrerà una soluzione pastorale sempre meno influenzata da
tradizioni giuridiche: a determinate condizioni di cause oggettive, che stanno
in una certa qual lieve analogia con morte e divorzio del coniuge, secondo il
principio delleconomia si dà il permesso di contrarre seconde nozze, senza
che queste vengano equiparate al primo matrimonio.
I Padri latini non sembrano conoscere un simile diritto consuetudinario.
Ma anche tra loro si trovano - per esempio nellAmbrosiaster (IV sec.)56 -
alcuni indizi del fatto che nella comunità cristiana ci si dà pensiero per i
divorziati risposati. Non sorprende perciò che Agostino (+430) chiami un
errore perdonabile il fatto che un uomo, divorziato a causa della moglie e
risposato, venga riammesso (dopo lunga penitenza) nella comunione
ecclesiale, cioè partecipi allEucaristia (De fide et operibus 19,35 - CSEL,
41,81). Ciò rinforza limpressione che il vescovo di Ippona non abbia
ancora trovato pastoralmente una vera sicurezza, se più tardi pensa di dover
mettere nuovamente in dubbio il suo primo giudizio (Lettera a Fausto, Schn.
721).
I Penitenziali irlandesi e franco-anglosassoni, che rispecchiano il pensiero
morale dellAlto Medio Evo, tollerano o permettono un secondo matrimonio
mentre è in vita il primo coniuge, in caso di morte presunta, rapimento,
cattura del partner.
Un interessante testo è costituito da una lettera di Gregorio II a Bonifacio
(22 novembre 726): Dal momento che mi interroghi sulla nostra direttiva
nelle cose che riguardano la disciplina ecclesiastica, vogliamo esporti con

54 Origines, In Matthaeum, 14,23: PG 13,1244ss.


55 Basilius, Ep.217,77; PG 32, 804s;Ep.188,9.PG32, 677s., cf.Ep.199,21: PG 32,721.
56 Ambrosiaster, IN Epist.I ad Cor. 7,10,11; PL 17, 230.
55

tutta lautorità della tradizione apostolica ciò che devi osservare, e


naturalmente non parliamo nella nostra piccolezza, ma appoggiati alla grazia
di colui che apre la bocca ai muti... Se una donna, dopo una malattia, non è
in grado di dare alluomo la possibilità di adempiere ai suoi doveri
coniugali, la cosa migliore è che egli le stia lontano e eserciti lastinenza.
Ma poiché ciò lo possono fare solo uomini con alti ideali, la soluzione
migliore (se luomo è incapace di esercitare lastinenza) è quella che
luomo contragga un nuovo matrimonio. Tuttavia egli deve almeno assistere
la moglie ammalata, se ella non ha contratto la malattia per propria colpa...
Questo, caro fratello, è ciò che si deve dire per autorità della Sede
apostolica.... Ciò che sorprende in questa lettera non è quello che viene
detto - al riguardo esistono tante affermazioni simili - bensì lautorità con la
quale ciò viene espresso. Con lassistenza alla moglie ammalata si vuole
dire che il vincolo morale abbraccia di più dellordinamento giuridico. Di
conseguenza, nel contesto menzionato bisogna sempre nuovamente fare
appello alla coscienza dei contraenti.
Generalmente si cerca però, nella Chiesa del mondo occidentale, a partire
dal Decreto di Graziano (1279), di venire incontro ai reali problemi
matrimoniali attraverso la cessazione della comunione di vita (separatio
mensae et tori).
A ciò si aggiunge il Privilegium paulinum, che permette al coniuge
divenuto cristiano di rendere nullo il matrimonio contratto prima del
battesimo e di contrarre nuove nozze, se il coniuge rimasto pagano rifiuta di
vivere in pace con il suo coniuge cristiano.
Quando la Chiesa, allinizio dellepoca moderna, fu messa a confronto
con situazioni di poligamia completamente nuove, nei territori di missione,
istituì, analogamente al Privilegium paulinum, il cosiddetto Privilegium
petrinum, secondo il quale il Papa, a determinate condizioni, poteva
sciogliere dal vincolo un matrimonio non sacramentale in favorem fidei57.
(Ovviamente bisogna discutere se in questo ambito qualche volta sè perso
di vista lattributo antropologico della fedeltà e del legame naturale)
La realtà che la Chiesa dOccidente pur operando prevalentemente su
modelli di pensiero giuridici, non riuscì ad occultare è che nel suo fundus ci
sono anche da risolvere problemi culturali di adattamento: nel cambiamento
radicale del passaggio dal mondo tardo-antico a quello germanico,
nellampliarsi del vecchio mondo nel nuovo. Un interessante tentativo di
ricondurre allunità le differenze, è rappresentato dalla sessione XXIV del
Concilio di Trento. Rispetto ai dubbi mossi alla Parola del Signore, il
Concilio stabilisce che lindissolubilità appartiene alla testimonianza

57 Con il termine Privilegium petrinum si intende lautorità che spetta al Papa - in quanto vicario
di Cristo in terra e autentico interprete del diritto naturale, in forza della potestà di legare e
sciogliere data gli da Cristo -, di sciogliere un matrimonio per metà cristiano, in virtù della vera
fede.
56

obbligatoria della Scrittura. Rispetto alla Riforma, il Concilio insiste che il


matrimonio non è soltanto una cosa che riguarda la libertà privata del
singolo, ma è una realtà ecclesiale. Per questo la Chiesa avrebbe il diritto di
fissare un ordinamento matrimoniale che corrisponda al Vangelo. Il
matrimonio non è una cosa che riguarda la libertà privata del singolo.
Rispetto alle pratiche presenti nella Chiesa occidentale (per es. Venezia), i
Padri conciliari agiscono con molta cautela: essi arrivano al massimo a
dichiarare che la dottrina e la prassi tramandata e in vigore, secondo la quale
il divorzio e le secondo nozze non sono ammesse, non costituiscono errore,
ma corrispondono al Vangelo.

3. Problemi pastorali attuali


La rassegna della storia ci ha fatto vedere che, a causa della colpa
umana, il matrimonio cristiano che rappresenta uno dei più preziosi
contributi del cristianesimo alla cultura mondiale, non ha sempre risposto al
suo ideale e spesso è stato meno fedele di quello che avrebbe dovuto
essere. Le cause sono molteplici, ma si muovono sempre tra debolezza,
cambiamenti culturali e peccato. [ Siccome il matrimonio qual è ha la sua
radice cristiana, si può constatare che laccettazione della parola di Gesù (la
fede), che è comandamento e parola di salvezza, ha potuto superare
lalienazione sempre di nuovo emersa (centralità dellidea del sacramento).
Inoltre, la storia del matrimonio ci ha confermato la giustezza della dottrina
della chiesa che le esigenze della vita (culturali) che per luomo moderno
sembrano rimuovere le prospettive delluomo e della donna come persona,
una volta volute (abbandonandosi) le fanno invece possibili e reali (nel senso
della creazione). La storia del matrimonio ci ricorda ancora che la
dipendenza dalla istituzione del matrimonio che resta incolume durante tutta
lepoca cristiana, ogni volta accettata in piena libertà si trasforma in uno
strumento della fedeltà e della cultura cristiana (alleanza).Ultimamente la
storia del matrimonio ci avverte che il pericolo sempre temuto dessere
impedito e bloccato da un altro - un pericolo sentito molto di più nei tempi
moderni - è stato superato ogniqualvolta lindividuo sè potuto convincere
che nellaltro (il suo amore) potesse propriamente trovare se stesso
(chiesa).]
a) Leredità della tradizione
Lanalisi del divorzio partita dalla "conditio humana" non esclude,
anzi fa vedere come possa essere considerato come conseguenza del
peccato. Come si considera il matrimonio come istituto e sacramento, così
la sua rottura si giudica come linfrangere il legame umano e la violazione
della legge di santità. Partiamo dallaspetto dogmatico-sacramentale, per poi
ritornare allaspetto propriamente morale.
aa) A prescindere dal suo servizio di vita (fine pro-creativo) e la sua
indole damore (fine unitivo), ecc. secondo la volontà del Fondatore della
57

Chiesa, che vuole la santità per tutto il suo popolo, il matrimonio, che viene
concluso in libertà, ovviamente presenta in maniera permanente la presenza
della promessa divina (alleanza/sacramentum). Il divorzio sta in
contrapposizione a questa volontà del Fondatore (sacramento:
eucarestia/matrimonio). Un nuovo matrimonio, secondo la supposizione
spesso fatta, fa fatica a dare un senso ai fini procreativi e unitivi ed essere un
vero segno della libertà.

bb) Ogni matrimonio è unistituto culturale. Linsegnamento della


Scrittura non è mai stato applicato semplicemente in maniera astratta
(dogmatica/giuridica) a qualsiasi situazione storica e culturale. Nel
passaggio della Chiesa ad un nuovo ambito culturale o ad una nuova epoca,
illustri teologi hanno nuovamente messo in rilievo limportanza
delladattamento alla cultura relativa (inculturazione) - nel riguardo della
vita, dellabbandono delluno allaltro e della libertà. Lanalisi del divorzio
perciò dovrebbe essere fatta sempre anche a partire dalla "conditio
humana". É molto più difficile per i nostri contemporanei considerare
esclusivamente il carattere metafisico-dogmatico dellargomento.

cc) La parola di Gesù riguardo al matrimonio e particolarmente alla


fedeltà (lindissolubilità del matrimonio) è Parola di salvezza che contiene
come promessa ciò che comanda. Ciò trova espressione allinterno della
Chiesa nel fatto della "indulgenza", rispetto a coloro che hanno fallito nel
primo matrimonio e vivono adesso nel secondo matrimonio.
Si ricorda una volta di più: Gesù ha annunciato il Dio degli uomini. Da
parte degli uomini si richiede in questione nuova responsabilità. (Rimane la
grande difficoltà di tradurre categorie canoniche in principi morali
(annullamento, invito alleucaristia(?), guida/aiuto della chiesa/pastori)

b) La discussione attuale58
Prima di descrivere la discussione attuale si deve osservare che essa ha
perduto la larghezza della tradizione. Ripetiamo! Ci si offrono soltanto due
soluzioni. Gli uni mettono in evidenza soprattutto il carattere di principio
(dogmatico) del divieto di divorzio e gli altri partono dalla realtà morale
delle seconde nozze, che non si vuole e non si può negare. (Cominciando
con il primo, non si dovrebbe tralasciare la considerazione morale. Quando
si comincia con il secondo, si deve essere attenti alla distruttività
(postlapsaria della sessualità) che richiede lofferta della salvezza di Dio in

58 Cfr. A. Zirkel, Schließt das Kirchenrecht alle wiederverheirateten Geschiedenen von de


Sakramenten aus?, Mainz 1977; H. Rotter, Die sittliche Beurteilung der katholischen ungültigen
Zweitehe, in Stimmen der Zeit 105 (1980) 235-243; J. Enichlmayer, Wiederverheiratet nach
Scheidung. Kirche und Dilemma. Versuch einer pastoralen Aufarbeitung, Wien, Herder & Co,
1986.
58

Gesù Cristo).
aa) Il primo approccio, di fronte ad un sempre più crescente numero di
divorziati, si concentra sul ripensamento del matrimonio e il divieto di
divorzi (Nota: davanti al Dio di santità, in chiara consapevolezza della
realtà, di ciò che si tratta, e dei fini risultanti (massime) unitivi e procreativi,
della istituzione interpretativa del matrimonio, assumendo una uniformità
della comunità degli interessati (in amore), facendosi presente la
realizzazione umana (libertà), si giudica (in coscienza) che si deve
procedere così, arrivando in tal modo alla norma). Questo primo approccio è
di carattere dogmatico (giuridico) e il divorzio viene visto come lobiezione
oggettiva di questa verità.
Per via dillustrazione: in una legge-quadro la Conferenza episcopale
tedesca del 1972, per i divorziati risposati, era prevista dapprima una
partecipazione alla comunione eucaristica - in caso di invalidità del primo
matrimonio, in caso di cohabitatio fraterna, in caso di promessa di voler
rimediare la colpa commessa e in caso di voler ovviare allopposizione al
comandamento divino.
Sulla stessa linea vi è quasi una conferma da parte di Giovanni Paolo II
che nella sua esortazione apostolica Familiaris consortio(n. 84) afferma:
La riconciliazione nel sacramento della penitenza la quale apre la via al
sacramento della eucaristia, può essere impartita soltanto a coloro che si
sono pentiti della violazione del segno dellalleanza con Cristo e della
fedeltà e sono sinceramente preparati ad una vita che non sta più in
opposizione allindissolubilità dell matrimonio. Questo significa
concretamente che i due partner, se non vogliono per gravi motivi - quale
leducazione dei figli - cedere allobbligo alla separazione, si decidono di
vivere in piena astinenza, cioè di astenersi da quegli atti, che sono riservati
ai coniugi. Giovanni Paolo II cita qua una sua omelia alla conclusione del
sinodo episcopale VI (AAS 72 (1980), 1082). Si deve notare che il pontefice
dichiara un fatto morale (i rapporti sessuali oppure la rinuncia ad essi) sono
una prova per la testimonianza di fede.
Il Sinodo comune delle diocesi tedesche 1975 andò oltre e domandò
alle rispettive istituzioni romane, per casi ben circoscritti (escluso lo
scandalo), unammissione alla eucaristia per divorziati, senza la condizione
previamente posta. Dopo una lunga fase di riflessione, Roma rispose, che
non potesse darsi comunione eucaristica ai divorziati risposati, perché
questo si opporre allalleanza damore tra Cristo e la Chiesa, della quale si
parla in Ef 5,22-33 e perché la legge dellindissolubilità non può venir in
alcun modo sminuita59.

59 Cfr. anche il decreto di Pio X Sulle disposizioni necessarie per ricevere frequentemente e
giornalmente la comunione eucaristica (20.12.1905); la lettera della Congregazione per la
dottrina della fede (11.4.1975); il Sinodo comune delle diocesi tedesche (edizione ufficiale
completa 449-453).
59

Ancora più recentemente (10 luglio 1993) si è fatta sentire uniniziativa


di tre vescovi tedeschi (K. Lehmann, W. Kasper, O. Saier), che ha ricevuto
una riposta dalla Congregazione della Dottrina della Fede il 14 Settembre
1994. Seguiva un'altra lettera dei medesimi vescovi alle parrocchie delle
diocesi coinvolte, che insisteva sulle intenzioni degli Ordinari di ordinare
alla prassi delle parrocchie in cui i parroci avevano preso già approcci
diversi. Secondo i vescovi, a tutti quelli che vivono in un secondo
matrimonio non dovrebbe esser negata la comunione, dopo che loro
avessero fatto, con laiuto dun padre spirituale o del parroco, lesame di
coscienza60, ed aver raggiunta la convinzione, di potersi esimere dalla legge
vigente (epikeia) che vieta ai divorziati i sacramenti e legittimamente
accedere alla mensa del Signore.
La soluzione dei tre vescovi si riassume così: non è possibile
luniversale e formale ammissione, perché in tale modo sarebbe oscurata la
fedeltà della chiesa per quanto riguarda lindissolubilità del matrimonio.
Tanto meno è possibile unammissione dellautorità ecclesiastica particolare
nel caso singolo. Perciò rimane come unica soluzione: dopo un esame della
coscienza, nel caso singolo, i partners (o soltanto uno dei partner per se
stesso) dovrebbero essere in grado, di decidersi daccedere alla mensa del
Signore (can 843 par 1). (Questo vale in modo particolare, ma non esclusivo
quando tra i partner la convinzione prevale, che il matrimonio precedente
non è mai stato valido)61.
È chiaro che si deve rispettare ed osservare la posizione della chiesa
universale, secondo lo stato di vita e le circostanze della vita: si trovano in
contrasto oggettivo allalleanza dellamore tra Cristo e la Chiesa, il qual fa
visibile e presente leucaristia (Familiaris Consortio, 84)
bb) Come abbiamo visto già nella tradizione sè considerata e studiata
sempre anche la realtà morale del matrimonio e del divorzio (non solo la
verità oggettiva dogmatica). Perciò si poteva reagire in modo di non-
giudizio, di indulgenza, e di supporto. Restano dunque valide delle
riflessioni che partono dal presupposto della realtà delle seconde nozze.
Questo secondo matrimonio si dimostra moralmente rispettabile quando il
naufragio del primo matrimonio viene, se questo è necessario, assunto dalla
propria responsabilità, quando si può constatare credibilmente che il ritorno
al primo partner non è possibile e il primo matrimonio non può essere
ricostituito. Inoltre, ingiuria e danno devono essere risarciti al massimo
possibile. I doveri verso la moglie e i figli del primo matrimonio (CIC can.
60 Die Prüfung soll nach Kriterien erfolgen: Vgl. Die Bischòfe der Oberrheinischen Kirchenprovinz,
Zur seelsorglichen Begleitung von Menschen aus zerbrochenen Ehen, Geschiedenen und
Wieferverheirateten Geschiedenen. Freiburg, Mainz, Rottenburg 10.Juli 1993.
61 Con il tema dallammissione alla s. eucaristia che era considerata inammissibile a causa dello
stato (publicus peccator; contradizio oggettiva(14.Sept.1994)) di quello che viveva nel secondo
matrimonio - una situazione che poteva essere rimediata soltanto dalla astinenza dai rapporti
sessuali - si tratta la questione da un punto pastorale.
60

1071,  1,3) devono essere onorati. Speciale cura sarà necessaria, quando
uno dei partner ha finito il primo matrimonio sotto condizioni aperte e con
uno scandalo. La seconda unione matrimoniale si dovrebbe mostrare come
convivenza duratura. Deve essere fermamente chiaro che i partners cerchino
nella fede cristiana il motivo religioso della partecipazione alla vita
sacramentale della chiesa. Ciò vale anche per leducazione dei bambini. In
ogni modo il riconoscimento delle seconde nozze non deve oscurare il fatto
del fallimento del primo matrimonio. Dovrebbe comunque far credere in un
Dio di misericordia.

la la realtà i le le le La
motivaz concret fini istituzio fasi articola griglia
ione a naturali ni riuscite zioni dei
centrale determi della della diritti
native comuni libertà
cazione (soggett
o)

(Nota: Davanti al Dio di santità, in chiara consapevolezza della realtà, di che


si tratta, e dei fini risultanti (massime), unitivi e procreativi, della istituzione
interpretativa del matrimonio, assumendo una uniformità della comunità
degli interessati (in amore), facendosi presente la realizzazione
umana(libertà), si giudica (in coscienza) che si dovesse procedere (=agire)
così(=giustamente), arrivando in tal modo alla norma (=il bene morale).***

BB. Convivenza non matrimoniale62


Se si parla del matrimonio, oggi non si può tralasciare di parlare anche della
convivenza, che - anche se non è ancora matrimonio - assomiglia in svariate
forme al matrimonio63. Queste unioni vengono persino chiamate simili al
matrimonio, prematrimoniali, matrimoniali-alternative o non-
matrimoniali. Significa: sono da giudicare secondo il matrimonio. Anzi
quanto vengono denominate, ancora nella loro forma deficiente ci mostrano

62 Heller, Andreas, Zusammenleben von Mann und Frau. Kirche und Nichteheliche
Lebensgemeinschaften, Klagenfurt 1989; .Müller, Karl-Heinz, Unverheiratet zusammenleben.
Sozial wissenschaftliche und anthropologisch-ethische Analyse der nichtehelichen
Lebensgemeinschaften unter besonderer Berücksichtigung der existentialanalytisch-
logotherapeutischen Anthropologie, St.Ottilien 1992. Schockenhoff, Eberhard, Ehe -nichteheliche
Lebensgemeinschaften-Ehelosigkeit, in: Johannes Gründel(Hg), Leben aus christlicher
Verantwortung 3, Düsseldorf 1992, 31-66.Süssmuth, Rita, Nicheheliche Lebensgemeinschaften -
eine Alternative zu Ehe und Familie?, in: Diakonie 19(1988), 317-326Tettamanzi, Dionigi,
Rapporti prematrimoniali e morale cristiana, Daverio, Milano 1973. Wingen, Max, Nichteheliche
Lebensgrmeinchaften. Formen-Motive- Folgen. Zürich 1984Zuccaro, Cataldo, Morale sessuale.
Nuovo manuale di teologia morale. Esizioni Dehoniane Bologna 1997..
63 BRD 1982 1 Million inzwischen 1 1/2 bis 2 Millionen, 61 % der Paare jünger als 30, 78% der
Paare waren ledig, 14% geschieden, 8 % verwitwet. 25 % haben Kinder . Nur 15% betreuen auch
Kinder, bei 5% gemeinsame Kinder
61

il profilo etico del matrimonio (sacramentum, proles, fides, eros).


1.Che cosa sono convivenze?
Non si tratta dun fenomeno unitario: sotto lo slogan della convivenza
non-matrimoniale, si nascondono convinzioni e modi di vita numerosi e
vari64. Cè da un lato lunione sessuale tra uomo e donna finalizzata alluso
comune del tempo libero; dallaltro lato ci sono i cosiddetti matrimoni
alternativi, che fanno ricusare il matrimonio in assoluto. Al terzo posto
sono da nominare le convivenze non matrimoniali, in cui i partners nutrono il
desiderio di una relazione interumana feconda e fedele, ma non riescono a
convincersi dentrare qui e adesso in un matrimonio unitivo e duraturo (lo
escludono come una istituzione legale.)
Mentre le prime due forme sono in eclatante e inconciliabile
contraddizione con la concezione (addirittura cristiana) del matrimonio,
secondo le quali il matrimonio è la realizzazione emblematica della
sessualità, lultima forma è di vecchia data e si tratta sotto diversi titoli.
Cadono sotto questa categoria tutti i rapporti prematrimoniali, sui quali così
si espresse nel 1973 lattuale cardinale di Genova D. Tettamanzi: ...la
dottrina della Chiesa cristiana, secondo la quale le relazioni sessuali devono
restringersi al matrimonio è spesso impugnata come teoria e nella pratica è
ignorata quasi completamente65. Cadono sotto la stessa categoria oggi
esempi molte più stabili e duraturi, anzi sono esempi quasi-istituzionali. (Si
contano da uno (Rita Süßmuth66) a due (A.Heller67) milioni di coppie in
Germania). Secondo una valutazione ufficiale (Bundesministerium für
Familie und Senioren, 1992) fino all80% degli sposati praticano una forma
di convivenza due anni prima del matrimonio.
Le presunte ragioni addotte per giustificare tali forme di convivenza
prematrimoniali sono varie e generalmente ben conosciute: si dice di provare
con queste una conoscenza in più, che sarebbe mancata alla generazione
precedente spesso vista come ripugnante nei sui atteggiamento riguardante il
matrimonio; si insiste su lunione sessuale come una faccenda privata, che
sarebbe estranea sia allo Stato sia alla Chiesa. Nella nostra epoca
sovraccarica di regolamenti e spesso priva dello spazio privato cresce
lostilità conto listituzione e ci si aspetta tutto dai rapporti personali. Altri
affermano invece (e insistono così sulla presunta illeceità della convivenza)
che si prepara ad un vero matrimonio soltanto con un periodo di astinenza ).

64 Cf. K. Lehmann. Lettera pastorale caresimale 1974.

65 D.Tettamanzi, Rapporti prematrimoniali e morale cristiana, Daverio, Milano 1973).


66 Rita Süßmuth, Wandlungen im Bindungsverhalten. Liebe und Treue im Blick auf nicht-ehelich
Lebensgemeinschaften. In.Hederkorrespondenz 35(1981), 195-199; 245-252.Rita Süßmuth. Nicht-
eheliche Lebensgemeinschaften - eine Alternative zu Ehe und Familie? In. Diakonia 19(1988),
317-326.
67 A.Heller,Zusammenleben von Mann und Frau. Kirche und Nichteheliche Leensgemeinschaften.
Wien/Klagenfurt 1989)
62

Il numero crescente delle convivenze quasi-istituzionalizzate risponde


senza dubbio ad un trend molto generale: "Statistiche condotte in tutto il
mondo mostrano che ci allontaniamo dal modello della famiglia ancora
molto simile alla famiglia allargata patriarcale, composta da vari nuclei
familiari, e ci muoviamo verso famiglie più nucleari basate sulla coppia e i
suoi figli, verso famiglie composte esclusivamente da giovani o vecchi
sposati o non sposati, verso famiglie con un genitore soltanto, famiglie
ricostituite, famiglie di lunga durata .
"Statistical surveys conducted throughout the world, using distance/nearness in terms of
traditional models as the parameter for measurement, show that we are moving away
from a family whose model is still very close to but not coincidental with the enlarged,
extended patriarchal family, made up of several family nuclei, towards families which are
more specifically nuclear, hinging around the couple and their children, towards families
composes exclusively of a young or old married, or unmarried couple, single-parent
families, reconstituted families, singles (young and old), and lastly what some call the
"long term family of the young adult in which the children continue living with their
parents for a long time - something that is becoming increasingly common in many
European Countries, not only in Italy, but also in Belgium and France. The tendency to
defer fundamental choices such as marriage is also present among young women who, as
one would expect, no longer identify with their grandmotherss model of the house-
wife-mother", but neither do they expect their mothers role model of the "working
women living as a couple with the children"". They prefer to keep their status as a
daughter - working, studying, unemployed, ecc.- as long as possible".

La coabitazione viene vista come un episodio in un processo. In questo la


fattibilità e la natura duratura subisce il test dentrare nella vita insieme passo
per passo, come uno strumento di prova se le diversità possono essere superate
senza troppa difficoltà. Contrariamente a quello che si pensava prima, la
63

coabitazione non è veramente una via alternativa della vita, ma una nuova
conseguenza nel ciclo coniugale. In una prima fase si insiste dunque sulla
privatezza del vincolo coniugale, su uno spazio e un tempo dun sentimento
speciale, sulla libertà relativa allimpegno e al successo professionale.
"Creeping polygamy, which, through a sequence of marriages, affect almost one/half of the totale
married population in some countries, such as the United States"(Alba Dini) 68
Si tratta forse di una analogia a qualcosa che sì è avuto in altre
culture?69 In un documento del SCEAM, intitolato:
" Vers lindigenisation du rituel du mariage", en date de 15 septembre 1976, les eveques
africains rappellent quen Afrique Noire, e quoiquil en soit de la grande diversité des
coutumes matrimoniales à travers lensemble du continent, " le "prendre
femme"(mariage) est une action progressive, cest à dire une action qui procède étape par
étape " et ils estiment nécessaire des les énumérer: "choix des conjoint(scelta del partner);
introduction et acceptation de la demande officielle en mariage(domanda officale);
probation des fiancés(prova dei fidanzati); actes qui font que, aux yeux des groupes en
présence, le jeune homme e la jeune fille acquièrent le statut social dépoux e dépouse
(declarazione); transfert de lépouse au domicile de lépoux(tralochi); festivités(festività);
cohabitation des époux(coabitazione); première naissance au sein du foyer(prima nacita).
Aussi longtemps que cette dernière étape ne saccomplit pas, le couple connaît une
instabilité qui peut conduire au divorce, où a linfidélité qui pousse lhomme à prendre
une deuxième femme pur avoir des enfants"(Les évêque dAfrique parlent.... n. 29, 1976,
p.128 (Finchè queta ultima etappa non è compiuta, la copia conosce una instabilità che
può condurre al divorzio, o allinfidelità la quale preme luomo daver una msecodna
moglie per procrere dei figli)(in: René Luneau, Paroles e silences du Synode africain 1989-
1995),66.

(Ci sono tante altre forme, in uno o nell altro periodo delle culture diverse,
non soltanto mariage coutumier africain. Cè anche il matrimonio

68 "...for the focus on marriage data has partly concealed the most important change that has taken
place in recent years> the gradual structuring of a new model for the formation of the
couple(Jean/Claude Kaufmann, Nuptialite ou conjugalite.Critique d une indicateur et etat de
evolution conjugles en Europe, In. Archives Europeeennes de Sociologie 1994, 1(p. 6.)
Cohabitation should be seen as part of this process. In this way the feasibility and the lasting nature
f a union is tested out by entering a life together step by step, as a means of seeing whether the
differences can be handled without too much difficulty(sociologie du couple) ... contrarz to what
was previoulsy thought, cohabitation is not really an alternative waz of life but rather a new
sequence in the conjugal cicele(24) Privasition of conjugal bond, space allowed to sentiment,
ensure professional success. Creeping polygamy, which, through a sequence of marriages, affects
almost one/half of the total married population in some countries, such as the United States31

69 "Ainsi, dans un document officiel du SCEAM, intitulé: " Vers lindigenisation du rituel du
mariage", en date de 15 septembre 1976, les eveques africains rappellent quen Afrique Noire, e
quoiquil en soit de la grande diversité des coutumes matrimoniales à travers lensemble du
continent, " le "prendre femme"(mariage) est une action progressive, cest à dire une action qui
procède étape par étape " et ils estiment nécessaire des les énumérer: "choix des conjoint;
introduction et acceptation de la demande officielle en mariage; probation des fiancés; actes qui
font que, aux yeux des groupes en présence, le jeune homme e la jeune fille acquièrent le statut
social dépoux e dépouse; transfert de lépouse au domicile de lépoux; festivités; cohabitation
des époux; première naissance au sein du foyer. Aussi longtemps que cette dernière étape ne
saccomplit pas, le couple connaît une instabilité qui peut conduire au divorce, où a linfidélité qui
pousse lhomme à prendre une deuxième femme pur avoir des enfants"(Les évêque dAfrique
parlent.... n. 29, 1976, p.128 (in: René Luneau, Paroles e silences du Synode africain 1989-
1995),66.
64

clandestino "Rentenehe", forme tipiche dei paesi occidentali ecc), sempre


prendendo sul serio da una parte il nucleo intimo della comunicazione, non
trascurando, anzi curandosi della situazione antropologica, ma insistendo
ultimamente sul giudizio personale, la pratica pastorale deve sempre tentare
doffrire una soluzione).
Non si dovrebbe chiudere questo discorso senza accennare allaspetto
propriamente teologico. Il matrimonio, infatti, in quanto sacramento, è segno
efficace dellunione dellamore di Cristo con la Chiesa. Perciò la
celebrazione sacramentale non è una semplice cerimonia, ma una reale
partecipazione a quellamore cristologico in assenza del quale il gesto
sessuale resterebbe vuoto nel suo significato. Anche questo dovrebbe
rimanere presente.

2. La moralità della convivenza


Il CCC 2353 così si esprime sulla convivenza, chiamata fornicazione:
Essa è gravemente contraria alla dignità delle persone e della sessualità
umana naturalmente ordinata sia al bene degli sposi, sia alla generazione e
alleducazione dei figli. Inoltre è un grave scandalo quando vi sia corruzione
dei giovani70. Ci sono gravi ragioni per un tale giudizio che ha la
prospettiva finale. È naturalmente vero che rapporti prematrimoniali possono
interrompere lo sviluppo della persona che, nel servizio della cultura (Freud)
e della propria libertà ha bisogno dun tempo di rinuncia e di ascesi. Si
arriva a conoscere gli elementi dei rapporti sessualità- lintimità, lapertura
allaltra persona, la volontà della vita - soltanto durante un processo assai
complesso, nel quale la rinuncia è un elemento importante. È ugualmente
vero che uomini e donne devono imparare che lamore non si riduce ad un
evento puntuale e ad un episodio della vita emozionale, ma ha sempre
unaspetto storico che comprende tutta la vita e si svolge lentamente tra
diversi gradi. Idealmente dovrebbero intendere un atto sessuale completo
come lespressione (Gestalt, simbolo reale) della vita intera voluta con
una persona. (In questo senso potrebbero assumere con la loro unione un
dovere pubblico (ospitalità, prassi politica e ecclesiale, ecc) 71. Nondimeno è
necessario per ogni coppia arrivare ad una chiara decisione per laltra
persona prima di impegnarsi in una unione sessuale definitiva. Il si del
matrimonio è il luogo, è il punto, di riferimento per una tale decisione.
Da una prospettiva finale si può intendere il giudizio morale sopra
citato. Lo stesso giudizio suppone comunque una chiara analisi della
situazione. Per aiutare dinterpretare e valutare le diverse forme di
convivenza non è sufficiente. Ma come abbiamo previamente detto, molti
dei nostri contemporanei si trovano in uno stato di coscienza ben diverso.
70 cf.Persona humana, 11, AAS 68(1976)

71 Cf.B.Fraling, Sexualethik. Ein Versuch aus christlicher Sicht. Paderborn1995,192-194..


65

Non capiscono le ragioni che sembravano tanto convincenti in una altra


cultura. Supponiamo dunque il caso reale che i partners non riescono a
convincersi di assumere una forma vincolante durevole del matrimonio,
conducono però qualcosa che è una vita in comune, e non pensano ad
avere i rapporti a tempo o in prova, vivono invece unidea della donazione
totale e di volersi legare luno allaltro. Riescono, malgrado i loro
persistenti dubbi, a nutrire il desiderio di un rapporto interumano fecondo e
fedele.
La prima preoccupazione del moralista è di evidenziare i motivi che
hanno condotto alla frequente forma della convivenza. Ciò significa in prima
linea tendere ad uno smantellamento delle cause che impediscono ai partners
di pervenire ad una giusta comprensione dellamore. Come prima causa
potrebbe essere elencato il sospetto che molti si appoggino esclusivamente
sui propri sentimenti. Una volta i motivi per unirsi erano le relazioni
familiari, il livello di educazione o la professione praticata; oggi sono
soprattutto i sentimenti ai quali viene attribuita la facoltà di fondare lunione
tra uomo e donna. Come prova ci si riferisce ad un trend di emozionismo
generale. Lo smantellamento delle cause significa in questo contesto aiutare
a scoprire la razionalità dellunione. Non è per sé falso affidarsi ai propri
sentimenti. Ma ciò non dovrebbe implicare la diffidenza nei confronti della
razionalità che è propria anche ad ogni rapporto umano. Unaltra causa
spesso citata sarebbe la paura del futuro. Infatti, questo si sente
continuamente: non fa senso restaurare il vecchio quadro della famiglia (con
permanenza, figli, e tutto - in un mondo già sovrappopolato, caratterizzata
per tanta disuguaglianza, sotto le minacce ecologiche e della violenza.). Cè
una paura pervasiva, vagante, in continua ricerca del suo oggetto. Lo
smantellamento di questa causa della convivenza fa vedere come un atto
esistenziale che è lamore unico, esclusivo, indissolubile sia il fondamento
della speranza, e lo sia soltanto nella misura nella quale rimane esistenziale.
Sì, si capisce che uno abbia paura per un futuro incerto, ma laccettazione
del futuro è proprio un segno del vero amore. Tra gli impedimenti contro il
matrimonio si deve combattere al terzo posto anche l ostilità della società
nei confronti dei figli (come ci si può assumere la responsabilità di mettere
al mondo dei figli, che in fondo non si desidererebbero molto?).
Smantellamento di questa causa significa dimostrare come lopposizione
contro la vita nuova e labbandono alla tecnica - il disinteresse ai figli - ruba
il carattere vero, umano, alla cultura e alla società. Un vero problema delle
unioni prematrimoniali sono i figli. Si dovrebbe mostrare la ricchezza
della nuova vita. E vero cè anche - una quarta causa! - nella nostra
società la sovrabbondanza di scelte, e cè il pericolo di cedere a qualche
indecisione. Anche qui si dovrebbe mostrare come la riduzione delle scelte,
pur difficile, apre la strada alla felicità. Quelli da cui si aspetta un giudizio
devono essere messi in grado di vedere il carattere della libertà in
66

alienazione (peccato, vita, stabilità, altro).

3 Il problema delle istituzioni


Particolarmente laiuto istituzionale non deve mancare. Generalmente
vale la convinzione che nella misura in cui i partners si sanno obbligati
allamore e alla partnership e si prendono carico dei vari aspetti della
convivenza (comunione economica, abitativa, sessuale e di assistenza), essi
partecipano agli effetti umanizzanti attribuiti al matrimonio e hanno diritto -
nei limiti della loro auto-comprensione - al riconoscimento sociale.
Per lo stato, parliamo prima di esso, questo significa: non contraddire
se il matrimonio (e la famiglia) - secondo unopzione statale lodevole -
viene posta sotto la particolare protezione dell ordinamento statale (GG
art.6 1). E per la chiesa guardasigilli della tradizione cristiana significa: il
matrimonio rimane norma e meta dellunione sessuale umana.
Cè un movimento politico/giuridico che vuole elevare la relazione
prematrimoniale al livello del matrimonio. Però, se si parte dalla comune
valutazione delle istituzioni e si tiene conto dellauto-comprensione degli
uomini e delle donne coinvolti nella fondazione, si esclude che le
convivenze non matrimoniali vengano trattate per analogia secondo il diritto
matrimoniale e familiare. I conflitti e i problemi che sorgono in queste
convivenze possono essere attribuiti ad un altro ambito legislativo (società
finalizzata a una comune economia, a una società interna, al diritto
contrattuale, al diritto di servizio e di lavoro, alla garanzia di fiducia). Non
cè perciò alcun motivo per una iniziativa legale. La soluzione dei conflitti
deve venir quindi affidata a coloro che ne sono coinvolti (devono contrarre
contratti privati!) e ai tribunali [per esempio nel campo del diritto daffitto,
del diritto sociale (gli appartamenti sociali), del diritto processuale (rifiuto di
testimoniare), del diritto di pignoramento, etc.].

4. Convivenza e promessa di Dio


Largomento in questione - come abbiamo fatto precedentemente - non
viene trattato solo dal punto di vista umano dellamore e dellistituto
culturale matrimonio. Il credente fa presente davanti a tutte le diverse
forme delle convivenze un elemento di più: secondo la volontà del
fondatore della Chiesa, la piena comunione sessuale umana ha la sua norma
e forma finale nel matrimonio72. Poiché ciò è così Gesù Cristo ha destinato
questa istituzione a rimanere in lui presenza simbolica della promessa di Dio
incarnatoriamente strutturata. In altre parole: egli ha voluto che il
matrimonio fosse sacramento. Di questo è convinta la Chiesa e lo deve
comunicare.
72 E così, perché richiede lassoluto dellamore, perché essa rappresenta - nella forma istituzionale -
tutta la vita con le sue crisi e i suoi punti culmine, perché è in grado di anticipare simbolicamente il
compimento soggettivo.
67

Non manca la grazia di Dio a quelli che sono in cammino per compiere
quello che il matrimonio potrebbe e dovrebbe diventare per loro - il
sacramento dellamore e della vita. Si potrà dire che essi non raggiungono la
piena forma di ciò che Gesù ha voluto dal matrimonio. Nella misura in cui
essi non sono immuni da cattivo umore e passione, da incertezze sociali e
culturali, non sono neppure in grado di rendere presente in maniera
permanente la salvezza di Dio. In un modo aperto e comprensivo la Chiesa
lo dirà a tutti.

5. La norma pastorale.
Quelli che si sono decisi per una convivenza prematrimoniale non
devono essere visti da un punto moralistico soltanto. La frequenza e la
quantità crescente è una indicazione per un fenomeno tran-soggettivo
(insistenza sulla privatezza del vincolo coniugale, sullo spazio e sul tempo di
un sentimento speciale, sulla possibilità di fare carriera, di vivere il più a
lungo possibile nel cosiddetto hotel mamma). Laccentuazione del
matrimonio è comunque rimasto un elemento centrale e decisivo della
dottrina e prassi cristiana. La tradizione cristiana ha sempre saputo che la
verginità (astinenza) prematrimoniale ha il suo senso. Zuccaro mette in
rilievo un altro elemento: "In conclusione, accanto a queste ragioni che
rendono problematico legittimare i rapporti sessuali prima del matrimonio
vorrei ricordare ancora una volta la necessità che i fidanzati sentono come
esigenza di amore di esprimere il loro dialogo interpersonale attraverso la
ricerca di gesti di affetto autenticamene espressivi della loro condizione.
Occorre convincersi che, ancora una volta, la castità non necessariamente
significhi rinuncia allamore, e nemmeno rinuncia a una costellazione di
gesti affettuosi che la motivata rinuncia alla genitalità fa scoprire in tutta la
loro bellezza. Al contrario, esige che il dialogo affettuoso tra i fidanzati, allo
stesso tempo, diventi espressione e radice del loro amore"73.
-----
agire

73 Cataldo Zuccaro, Morale sessuale. Nuovo manuale di teologia morale, 1997, 184s.
68

la la fini istituzion Il FINE In libertà


promessa sessualità naturali e di principale (soggetto
di Dio (costituen (finis matrimoni (essenza, )
presente te unitivus, o con le anima del (col
incarnata antropolo finis proprietà matrimoni supporto, La griglia
escatologi gico, procreativ (indissolu o indulgenz dei diritti
ca azioni, us) bilità, (lamore a non- problemi
ruoli) in unità) in giudizio non
gradualità ultima processo dautorit trattati in
forma e di à che ha analogia
norma maturità) l al diritto
senso di interesse matrimoni
astinenza nel ale
matrimoni
o)

giudizio (studiando gli elementi duna dovuta intenzione (norma generale) di


agire si giudica (in coscienza) che un certo modo è giusto, lagire tale
dunque buono (norma universale).***

CC. Il matrimonio

E ora arrivato il momento di dedicarci alla più importante delle istituzioni


sessuali, il matrimonio. Lesperienza insegna che ogni cambiamento del
comportamento morale sessuale in fondo ha sempre una diversa posizione
relativa al matrimonio. Il numero crescente dei divorzi fa pensare che la
stessa istituzione del matrimonio si sia indebolita. La frequenza delle
convivenze prematrimoniali indica un matrimonio in pericolo rispetto a
quelli che cedono alla forma più debole dello stare insieme. Talvolta la
cambiata valutazione della omosessualità relativizza in qualche maniera
lesclusività del matrimonio tra eterosessuali e suggerisce lequivalenza di
altre forme di istituzionalizzazione (Il fatto che gli omosessuali desiderano
che le loro unioni siano legittimate lascia intuire la tendenza innata in ogni
forma di sessualità di muovere verso una istituzionalizzazione).
Dopo aver accennato a due minacce del matrimonio, il divorzio e le
convivenze prematrimoniali, rivolgiamo la nostra attenzione ad una prima
presentazione del matrimonio che è sacramento, istituzione principale
della sessualità e "luogo" dellamore (Supponiamo i diversi aspetti del
matrimonio: beni (bona), fini (fines) e proprietà (proprietates).

I. Il sacramento del matrimonio


Nel sacramento - il primo dei beni del matrimonio (gli altri sono proles e
fides) - non si tratta di un rito di benedizione, ma del reale "stare di
fronte a Dio delluomo", il quale stare si manifesta, si rispecchia e si
69

realizza nellumano "stare luno di fronte allaltro" e "nellessere uno"74.


Colui che si lega ad un partner dellaltro sesso in matrimonio, si colloca
davanti a Dio, il cui effetto si mostra negli attributi di questa unione. (Dove
due o tre sono radunati nel mio nome...(Mt 18, 20). Oppure si potrebbe
dirlo così: il matrimonio è fondato sulla parola di Dio (per Gesù Cristo) per
la quale, nonostante la diversità culturale, rimane uno, esclusivo e
indissolubile non soltanto sul titolo morale/giuridico, ma come dono della
salvezza.
1. Alleanza
Cosa significa questo, cioè che nel matrimonio due persone ("uomo e
donna") stanno davanti a Dio, si comincia a dischiudere quando si segue per
es. una riflessione luterana la quale ha un interesse definitivo davvicinare
alla nozione del sacramento. Riscoprendo quella verità per qualche tempo
perduta, si osserva, con nuove parole, cosa significa la presenza di Dio nella
istituzione del matrimonio. Si sa, che sin dallinizio della Riforma i seguaci
di Lutero si sentivano a disagio nellaffermare la sacramentalità del
matrimonio. Lo stesso Lutero aveva parlato casualmente dun affare
mondano. Ma neanche lui voleva escludere che tra i coniugi non ci fosse
soltanto un obbligo morale di fronte a Dio, che entrambi nel loro
matrimonio fossero però rapportati a Dio e che questo rapporto si estendesse
fino al punto di non mancare nemmeno al non-credente. In riferimento a ciò
il teologo luterano Helmut Thielecke spiega: Ciò che stabilisce la fede, è
semplicemente il fatto che il cristiano si vede costretto ad onorare lo stato
del matrimonio nelle sue proprietà come ordinamento santificato, che egli
riceve dalle mani del suo fondatore e che inizia, conduce e porta a
compimento sempre nel nome di questo fondatore75. Chi si sposa, insegna
la dottrina dei luterani, sta dinanzi a Dio che sè donato nella creazione.
Dalla sua posizione calvinista Karl Barth fa notare - come sempre, in
contesti diversi - che non possiamo comprendere questo ordine della
creazione come un ordine che noi possiamo trovare, ma come un qualcosa
che la misericordia di Dio in Gesù Cristo, che ci è stata rivelata nella sua
parola, ... ci ha dischiuso76. Al legame del partner già fondato nella
creazione, è questa lopinione di Barth, corrisponde lauto-rivelazione di
Dio in Gesù Cristo. Infine lo stesso legame per il quale i coniugi si decidono
sarebbe di nuovo un rapporto fondato e santo di portata escatologica:
"nellalleanza, progettata prima della creazione del mondo, resasi manifesta
in Israele, realizzata in Gesù Cristo, annunciata per mezzo della Chiesa dagli
apostoli, trasmessa dallo Spirito Santo, si rivela che Dio stesso assicura di

74 Th. Schneider, Zeichen der Nähe Gottes, Mainz 1979, 283


75 H. Thielecke, Theologische Ethik III, 625s.
76 K. Barth, Kirchliche Dogmatik, III, 449; Cfr. anche H. Schlier, Der Brief an die Epheser, 21958,
263, A 1.
70

portare ogni amore alla sua piena verità...77. Tutti questi elementi che
corrispondono al legame-donazione di Dio nella creazione, auto-rivelazione
di Dio in Cristo, annuncio del tempo futuro - si lasciano compendiare nel più
frequente dei concetti sacramentali: il concetto biblico di alleanza78. Nel
matrimonio cè una alleanza tra Dio (in Gesù Cristo) e luomo (Ef 5,22-33).
2. Lauto-rivelazione di Dio nella storia.
In tutte le fasi in cui il legarsi delluomo combacia con la donazione di
Dio, diviene, sempre un po più, chiaro che anche quella donazione divina
ha la sua storia (che si integra nella storia delluomo). La creazione e
lincarnazione, ovviamente, si rispecchiano nella storia delluomo e nel suo
modello di vita. Lalleanza, lo stare da marito e moglie davanti a Dio nella
unione nonostante la sua validità invariabile, ha, secondo quello che
abbiamo detto finora, un aspetto storico.
È compito della Chiesa annunciare propriamente questo. Il messaggio
delle nostre chiese, soprattutto in questo tempo di crisi nel quale viviamo,
deve indicare nel contempo i valori che Cristo stesso riconosce e la miseria
che egli ci rivela e dalla quale ci vuole strappare (368). Lannuncio sempre
nuovo della Chiesa contiene la verità che gli occhi dellamato presentano il
proprio futuro. Perché essa è il volto di Cristo, che ha rivolto lo sguardo
sulla vita matrimoniale nel caso in cui questa promessa non dovesse
realizzarsi a causa di coloro che sono chiamati a riceverla (367). Il
matrimonio non trasporta nessuna grazia, che non ha ricevuta prima da
Cristo. La chiesa evangelica pensa di dover dire proprio questo anche
allindirizzo della chiesa Cattolica che spesso viene accusata di cedere ad
un automatismo sacramentale a-storico ("opus operatum")

3.La comunione con Dio promessa in Gesù Cristo


Nella tradizione cattolica la comunione di marito e moglie nel
matrimonio, nonostante il suo carattere storico, sulla base della promessa in
Gesù Cristo, è stato chiamato sacramento. Per Karl Rahner un sacramento
è la presenza permanente, simbolica, incarnatoria, strutturata della salvezza
escatologica79. Anche se è chiaro che un matrimonio non può mai esaurire
la ricchezza del mistero che si rende visibile in questa realtà, il mistero
stesso è apparso in Gesù Cristo definitivamente. La rivelazione ci insegna
prima di tutto che Dio, il Dio vero e vivo, non solo non è estraneo allamore
77 Die Theologie der Ehe und das Problem der Mischehe, Schlußbericht der Römisch/katholischen -
Lutherisch/reformierten Studienkommission 1976.
78 Questo rapporto di grazia tra il mistero di Cristo e lo stato matrimoniale deve avere questo unico
nome. Pensiamo tutti che il termine biblico di alleanza designi in modo migliore il mistero del
matrimonio. Questalleanza viene chiamata dalla Chiesa cattolica sacramento. Le chiese
protestanti preferiscono non adoperare questo termine, anzitutto a motivo della loro definizione di
sacramento ed anche per la particolare posizione del matrimonio rispetto al battesimo ed
alleucaristia ed infine a motivo di dispute e malintesi del passato (Die Theologie der Ehe und das
Problem der Mischehe).
79 Karl Rahner, Kirche und Sakramente, 22.
71

umano, ma ne costituisce egli stesso lorigine e la sorgente. Solo lamore


spiega che Dio è veramente il Creatore e che era nel suo disegno creare la
famiglia umana, per la quale a sua volta lamore è il presupposto e la vita ...
Come progetto di una comunione totale, orientata alla procreazione e
alleducazione degli uomini in maniera umana, lamore coniugale va
ricondotto al disegno creativo di Dio, che vuole un mondo nel quale gli
uomini vivano a sua immagine. Ma Dio non è lorigine creativa
dellumanità, senza dare egli stesso, nella storia, lesempio non raggiunto e
irraggiungibile dellamore... Unendosi per sempre nella carne di Cristo al
nostro essere umano, Dio rivela che il suo amore di alleanza è paragonabile
anche allamore coniugale. Come partner dellalleanza con il popolo di
Israele totalmente fedele, Dio si rivela in Gesù Cristo come lo sposo par
excellence, come colui che rivela il suo amore assoluto nei confronti della
Chiesa e dellumanità, donandosi per essa sulla croce....

4. Il sacramento del matrimonio nel contesto degli altri sacramenti


Per il credente ciò è indiscusso: Tutta la vita terrena del cristiano è
fondata e culmina... nellagire sacramentale; da questo egli riceve dal canto
suo lindirizzo e la forza, la sua unicità e la non-scambiabilità come
comunione di vita e di destino con Cristo ... Nellagire simbolico dei
sacramenti si riflette ... non solo il radicale cristocentrismo della vita
cristiana in tutte le sue dimensioni, ma altrettanto linteriore vicinanza tra
liturgia e vita...80.
a) Il punto di partenza della definizione di sacramento
Invece di partire da una definizione astratta di sacramento, che è già il
risultato di una lunga teologia conciliare81, si dimostra più naturale seguire
un percorso storico; il sacramento viene inteso anzitutto come comunione di
vita e di destino con Cristo. Come concetto centrale risalta per primo quello
di mistero. Lo si trova prevalentemente al plurale, per indicare i numerosi
antichi culti misterici, linfluenza dei quali si può rintracciare dal VII secolo
avanti Cristo fino al IV secolo dopo Cristo82. A partire da Tertulliano83, il
termine sacramentum come traduzione di mysterion fa parte del
linguaggio cristiano. Ma passa però del tempo finché il termine viene usato
nel senso del terminus technicus oggi adoperato.

80 A. Schilson, Nach CiG, 3. Juni 1984, 190.


81 II Concilio di Lione (DS 869), Firenze 1439 (DS 1310-1313), VII Sessione del Concilio di Trento
1547 (DS 1601-1613), Vaticano II (SC 5-12, 26-27, 47-48, 59-62; LG 1, 7-17, 21, 35, 48; OE 22).
82 Nonostante tutte le polemiche appassionate su ciò, sia gli atti di culto pagani, sia quelli cristiani
vengono ricondotti alla stessa idea (anche se non allo stesso contenuto concreto). Come i misteri
pagani rendono presente realmente, nelle loro azioni sacre, il destino e loperato dei loro dei,
così nei riti simbolici dellazione del sacramento cristiano si compie una ripetizione cultuale e con
ciò essi rendono presente lazione salvifica di Cristo storicamente irripetibile (G. Bornkamm,
Mysterion, in ThWNT IV, 809-834, 832).
83 Tertulliano, De praescriptione haereticorum, 40
72

Per quanto riguarda il matrimonio, tra le diverse confessioni cristiane si


discute ancora se si dovrebbe generalmente adoperare il concetto di
sacramento. La relazione conclusiva di un dialogo ecumenico del 1976, che
sopra abbiamo brevemente richiamato, conclude con la seguente
affermazione: Questo rapporto di grazia tra il mistero di Cristo e lo stato
matrimoniale deve avere un nome. Pensiamo tutti che il concetto biblico di
alleanza sia quello che determina meglio il mysterium del matrimonio.
Questa alleanza viene chiamata sacramento dalla Chiesa cattolica. Le chiese
riformate preferiscono non adoperare questo concetto, anzitutto per la loro
definizione di sacramento e anche per il particolare posto che ha il
matrimonio in rapporto al sacramento del battesimo e delleucaristia, ed
infine a causa delle discussioni e dei malintesi del passato. Crediamo di
poter avere una visione del matrimonio comune nel più profondo, anche a
partire da una mentalità diversa e da posizioni storiche diverse (Relazione
conclusiva, 366-367).

b) La sacramentalità del matrimonio


Ciò che nella comprensione cattolica è sacramento, si determina
secondo tre elementi: istituzione da parte di Gesù Cristo, segno esteriore,
rinvio di questo segno alla grazia interiore e alloperato di questa grazia
interiore.

aa) Istituzione da parte di Gesù Cristo84


Ciò che vale per ogni sacramento, vale anche per il matrimonio: esso
deve essere deducibile, se non direttamente dalla parola esplicita, ma
almeno implicitamente, cioè indirettamente, dal potere di Colui che si
riferisce autorevolmente al Pentateuco (Dt 24,1ss) e che apre - attraverso la
vittoria sulla durezza del cuore (Mt 19,8) - la via per poter eseguire ciò che
Dio ha voluto (Cfr. Mc 10,2-12; Lc 16,18; Mt 19,1-12; 1 Cor 7,39). In
realtà Gesù Cristo nel suo annuncio [si oppone] al diritto dIsraele
storicamente formatosi e contrappone la prassi veterotestamentaria ed
ebraica del divorzio (Dt 24,1ss) al disegno creativo di Dio. Sicché il nuovo
approccio di Gesù consiste nel fatto che in opposizione alla volontà di Dio
storicamente realizzata e depotenziata mette in risalto linsuperato appello
di Dio nella sua radicalità e totalità (Mt 5,32). Solo il discepolo che tramite
la fede e la sequela si associa a Gesù e si decide dessere il suo testimone, è
sufficientemente liberato dalla durezza del cuore e disposto a lasciarsi
richiamare allautentica origine85. La dimensione cristologica diviene più
84 H. Baltensweiler, Die Ehe im Neuen Testament, Zürich 1967; H. Greven, Ehe nach dem Neuen
Testament, in H. Krems - H. Mumm (edd.), Theologie der Ehe, Regensburg - Göttingen 1969, 37-
79; R. Schnackenburg, Die Ehe nach dem Neuen Testament, in Ibidem 9-36: Idem, Die sittliche
Botschaft des Neuen Testaments, Freiburg 1986, 144-155, 236-250.
85 K. Lehmann, Glaube, Taufe Ehesakrament. Dogmatische Überlegungen zur Sakramentalität der
christlichen Ehe, in Stud. Mor. XVI (1978) 71-97, 74.
73

evidente dopo lavvenimento della Pasqua ... Testo chiave che attesta ciò è
1Cor 7,39, in cui Paolo ammonisce di contrarre matrimonio nel Signore...
Solo la realtà della salvezza della nuova alleanza rende possibile lordine
del matrimonio, che corrisponde veramente alla creazione... Solo in questo
contesto ha senso parlare di Ef 5,21-23 (K. Lehmann, 72-73).
bb) Il segno esteriore
Il segno esteriore distintivo della sacramentalità del matrimonio, che
rende visibile il mysterium, è la comunione di vita e di amore personale tra
uomo e donna86. Limmagine, il matrimonio terreno, riceve e riprende e
rappresenta il rapporto tra Cristo e la Chiesa87. Si tratta di
rappresentare, non necessariamente di una convincente vita esemplare. I
coniugi non prendono letteralmente Gesù come esempio che imitano nella
vita quotidiana. Il matrimonio e il suo adempimento vengono costituiti nella
loro essenza sullesempio di Cristo. Lamore tra uomo e donna, scrive K.
Lehmann, è segno e simbolo reale che rende presente lamore e la fedeltà
di Dio donatici una volta per sempre in Gesù Cristo e resi presenti nella
Chiesa. Con ciò il matrimonio è una partecipazione al sacramento originario
Cristo-Chiesa o, come dice M. J. Scheeben, un articolarsi del grande
mistero Cristo-Chiesa. Nella loro comunione di vita gli sposi realizzano
proprio ciò che è anche lessenza della Chiesa nel suo insieme, cioè
lunione di Gesù Cristo con il suo popolo (K. Lehmann, 74). Karl Rahner
parla di una relazione reciprocamente condizionata: luna è, perché laltra è.
Il loro reciproco rapporto di somiglianza non è supplementare in entrambi,
ma è un vero rapporto di partecipazione, attraverso la provenienza originaria
dellunità tra i coniugi dallunità Cristo-Chiesa88.
cc) Rimando ed effetto
Il segno esteriore - come risulta da quanto detto finora - rimanda a una
grazia interiore. La personale comunione di vita tra marito e moglie risulta la
grammatica, con laiuto della quale si esprimono lamore e la fedeltà di
Dio. Nel rimandare, il segno provoca però la grazia interiore, alla quale
rimanda. Nel sacramento marito e moglie partecipano allirrevocabile
apparizione della promessa salvifica di Dio agli uomini, che è apparizione
della Chiesa stessa89. Nellamore e nella fedeltà dei coniugi si realizza
leffetto niente affatto automatico di una promessa e di una dedizione
irrevocabili. Nelle sembianze della sua creazione il Signore ci rende
partecipi di se stesso, del suo amore salvifico, della sua dedizione fino alla
morte, ma anche della sua indistruttibile vita pasquale nella gloria90.

86 La chiesa cattolica rimane anche con GS (47-52) in una ambiguità tra contratto e alleanza
in quanto riguarda il matrimonio.
87 H. Schlier, Der Brief an die Epheser, 263
88 K. Rahner, Schriften zur Theologie VIII, Einsiedeln 1967, 339.
89 K. Rahner, Schriften zur Theologie VIII, 535.
90 Die Deutschen Bischöfe, Zukunft der Schöpfung, 21
74

Nellatteggiamento di riconciliazione tra i coniugi, il Signore li rende


partecipi della sua dedizione e salvezza misericordiosa. Nellunità e
nellesclusività, li rende partecipi del compimento e della sua salvezza
prossima.
Dal sacramento deriva - a ciò rimanda a ragione la costituzione del
Vaticano II Gaudium et Spes - un obbligo morale: Questo amore, ratificato
da un impegno e più di tutto sancito da un sacramento del Cristo, è
indissolubilmente fedele nella prospera e cattiva sorte sul piano del corpo e
dello spirito, e di conseguenza è alieno da ogni adulterio e divorzio. Lunità
del matrimonio confermata dal Signore appare in maniera lampante anche
dalla uguale dignità personale sia delluomo che della donna, che deve
essere riconosciuta nel mutuo e pieno amore (GS 49).

5. Il matrimonio cristiano considerato dal punto di vista canonico


Per quanto detto fin qui abbiamo preferito usare coscientemente un
linguaggio teologico-morale, con lalleanza come parola chiave. Con ciò
si potrebbe perdere di vista che dietro si deve situare la terminologia
giuridica del contratto. Nel can. 1055 del CIC si dice del matrimonio:
Quare inter baptizatos nequit matrimoniali contractus validus consistere,
quin sit eo ipso sacramentum. Nella Chiesa cattolica il linguaggio che si
usa per parlare del matrimonio è infatti determinato dal diritto canonico. Si
parla anche delle proprietà del matrimonio (indissolubilità, unità, ecc)
a) Indissolubilità.
Di un contratto si può dire che è indissolubile. Il concilio di Trento -
oltre al can. 7 [(DS 1807) cfr. anche can. 5 (DS 1805)] - ha fatto di questa
essenza caratteristica91 del matrimonio la proprietà decisiva. I testi dottrinali
della Chiesa - non escluso il Vaticano II (cfr. GS 49) - riconducono sempre
nuovamente la dimensione morale del matrimonio a questa espressione. Ma
questa concettualità intesa in maniera prevalentemente giuridica, che
secondo i canonisti è ovviamente più appropriata, diviene comprensibile ed
è applicabile soltanto per il matrimonium ratum et consummatum92.

b) Unità
Per quanto riguarda una seconda proprietà essenziale, lunità,
teologi moralisti e canonisti prendono lo stesso orientamento. Entrambi
insistono sullesclusività come proprietà fondamentale e perciò sono
costretti ad occuparsi di violazioni contro lindivisa comunione di vita e di
amore (la poligamia, il levirato, etc.). Per comprendere profondamento però
cosa si intenda con unità, bisogna considerare diversi aspetti: da un lato la

91 Nella discussione, accanto alle proprietà essenziali (indissolubilità, unità) bisogna distinguere i
fini, cioè le ragioni del matrimonio (generatio et educatio prolis, ecc.) e i beni del matrimonio
(proles, fides, sacramentum).
92 R.Sebott, Ehelehre 25.
75

proprietà delluomo, che gli rende possibile vivere in un momento presente,


ma in riferimento a un futuro non ancora realizzato, intenzionalmente però
anticipato, e daltro lato la proprietà umana di trovare la legittimità dun
individuo, costituita nellunità e comunione con un altra persona.

c) Un elemento facilmente dimenticato: la storicità.


È tipico per un linguaggio giuridico che astrae dalla realtà concreta-
storica. Per designare un fenomeno come il sacramento del matrimonio,
questa realtà concreta non può rimanere comunque del tutto inosservata. Ci
sono le fondamenta culturali, storiche ed essenziali del matrimonio che lo
costituiscono. Accanto alla richiesta dellindissolubilità e dellunità si deve
dunque ritenere che cè una realtà culturale e storica in crescita. Purtroppo
questo aspetto non viene considerato a sufficienza negli attuali
pronunciamenti ecclesiastici, anche se la visione di una graduale forma di
realizzazione della Chiesa non è così estranea. Diversamente non si
potrebbe spiegare nemmeno la forma del diritto di un rendere valido in un
secondo momento un matrimonio con effetti giuridici retroattivi (sanatio in
radice), né lo scioglimento radicale di un matrimonio un tempo validamente
contratto, ma non consumato (matrimonium ratum non consummatum)93.
Anche lannullamento che attrae tanta attenzione da fuori della chiesa ha
bisogno di una considerazione storica (psichica e sociale), difficilmente
usata dai giuristi. Forse anche Joseph Ratzinger pensa a questo quando -
con sorpresa della stampa italiana - ha chiesto una prassi dellannullamento
meno centrale, ancora controllabile giuridicamente. ... nel futuro potrebbe
esserci una constatazione extragiudiziale, che il primo matrimonio sia stato
nullo (Joseph Kardinal Ratzinger, Salz der Erde, (DVA) Stuttgart 1996,
221). Non cè dubbio che il diritto matrimoniale venga ancora concepito
troppo secondo lanalogia del diritto reale (Sachenrecht). I canonisti
designano, nel contesto di un contratto, come materia remota del
sacramento del matrimonio lo ius in corpus. Inoltre dispongono della
classificazione della materia proxima (come forma valgono le parole e i
segni medesimi, in quanto esprimono la reciproca accettazione della cosa
indicata).

II. Listituzione matrimoniale


Dopo avere indicato le linee generali del sacramento, le metteremo adesso
93 A leggere il lavoro nascono delle considerazioni (certamente non a carico dellAutore) sullideale
sovraccaricato di comunione di vita ( qui concepito secondo Zulehner). Uno sguardo alla
comprensione del matrimonio nuovamente cambiata (sotto linflusso del femminismo, della
cultura dei single, delle coppie omosessuali che aspirano al matrimonio, etc.), chiarifica la
differenza tra istituzione e morale. Ciò che ci si aspetta dalla comunione di vita viene realizzato
solo attraverso gli stessi coniugi. Nella dottrina teologica del matrimonio, si dovrebbe anzitutto
descrivere la forma sociologica di una comunione di vita matrimoniale, come presupposto per una
realizzazione personale e non come lideale sovraccaricato di aspettative, alle quali poi nessuno
può corrispondere.
76

in un contesto etico. Questo significa che vorremmo rilevare lindole


culturale che sta nellaltra parte della parole di Dio in Gesù Cristo.

1.La trasformazione dellamore


Il fine principale del matrimonio è lamore. Se rimaniamo nella
tradizione dei fini classici del matrimonio (finis procreativus, finis
unitivus), si dovrebbe dire forse che lamore non è un fine, ma lessenza
del matrimonio, lanima dei beni, fini e proprietà del matrimonio e dellatto
congiugale94. Daltra parte essentia definitur a fine. In questo senso
anche lamore entra nellambito dei fini. Si può dire forse che il fine
amore sia un fine di un senso più comprensivo e profondo degli altri.
a) Lamore trascendentale: come tale, il fine principale dellamore ha
un carattere trascendentale. Si ricorda che lamore dei coniugi ha lamore
di Dio come base e fondamento. Poiché lamore sembra dirigersi soprattutto
ad un uomo (o donna), la riflessione teologica rivela che lui/lei è già
antecedentemente voluto (accettato) da Dio nellamore assoluto
(caritas). Si tratta qui duna dimensione che ha il suo impatto pratico
sullanima del matrimonio: caritas fa sì che il matrimonio sia apertura,
disposizione (capacità) dellunione. Caritas lo fa essere lincarnazione della
salvezza e del salvatore. Caritas lo rende visibile nella persona di Cristo - la
sua vocazione al servizio trai poveri, ammalati, bruti, pubblicani e peccatori.
Si tratta veramente duna dimensione che percorre lamore dei coniugi.
(Stiamo comunque attenti. Qui non si dipinge limmagine di un amore
spirituale o mistico. Siccome parliamo della donna e delluomo come esseri
sessuali, la philia/eros rimane il fondamento, senza il quale caritas non
avrebbe radici, non potrebbe svilupparsi, in ultima analisi non sarebbe
nemmeno nostra. Tramite caritas luomo e la donna camminano oltre il
loro stato attuale. Si sentono capaces infiniti.Si tratta dunque di una
dimensione trascendentale.
b) Lamore del legame (istituto): Lamore è libero, ma solo nel
legame esclusivo e indissolubile col partner si trova il suo compimento. Per
quanto riguarda questa tesi si tratta di una verità antropologica, che appare
aprioristicamente evidente. Come fatto dellesperienza occorre comunque
una riscoperta rinnovata in ogni cultura. Una frase dun film, in un contesto
dove lamore appare volatile, illustra il risultato duna tale scoperta in
parole poco consuete: Egli avverte lattrazione demoniaca tra un uomo e
ununica donna (Wim Wenders, Paris, Texas). Che appare da fuori una
cosa assai comune, si rivela negli occhi dellamante in una estrema densità
esistenziale. La relazione esclusiva tra un uomo e una donna si impone a
quello che viene toccato in un modo straordinariamente impressionante.
Tradotta in una dimensione di tempo e di coerenza lattrazione demoniaca
94 Alain Mattheeuws, Union e procréation. Développements de la doctrine des fins du mariage (cerf)
Paris 1989, 239
77

si può interpretare soltanto in termini di legame duraturo e indissolubile.


c) Lamore esistenziale: La nostra cultura sa che lamore si esprime in
una affermazione attiva della umanità dellaltro, nella negazione della colpa
e della morte, che minaccia di farlo sparire, e nella volontà di farlo
compagno della propria felicità. I coniugi si donano reciprocamente la
totalità dellamore.

2. Istituzione morale (non legale).


La cultura ha incanalato lespletamento di tali elementi dellamore in
forma di istituzione. La realizzazione del fine principale dellamore è infatti
possibile solo nellistituzione morale! Idealmente listituzione è la
concretizzazione dellatto soggettivo umano. Come tale essa stabilisce
(intensifica) quellatto, e allo stesso modo, garantisce la massima
soddisfazione (A.Gehlen) 95. Listituzione dà la direzione e protegge nel
caso di conflitto il protagonista dellamore: Listituzione è il modo e la
forma in cui una cultura canalizza il percorso dei modi di comportarsi
istintivi originari, in maniera da salvaguardare un legame ottimale personale
e sociale del comportamento globale. Listituzione stabilisce modi di
comportarsi istintivi originari così durevoli, che luomo viene reso atto
attraverso ciò di portare e formare ordinamenti stabili della propria persona
e società. Essa soltanto sgrava luomo da un confronto diretto con i propri
istinti e apre alla sua energia vitale gli ambiti comportamentali, nei quali egli
diviene capace di prestazioni culturali96.
Il fatto che listituzione sia la concretizzazione dellatto rispettivo -
vale per tutte le istituzioni, cioè dello stato, della chiesa e anche del
matrimonio. Questultimo ha come anticipazione la convivenza stabile. La
parola tedesca per coabitazione e beiwohnen si riferisce a Wohnen, il
fatto degli atteggiamenti di protezione, la tendenza di farsi il letto; si parla
anche di Beischlafen97. É chiaro che la potenza ottima per luomo e la
donna si trova soltanto nella cultura della casa, del contatto stretto,
dellassimilazione, brevemente dellaGewohnheit (abitudine).
Si comincia ad illustrare il senso della istituzione con la riflessione
sullatto esterno, il quale aggiunge allatto interno la potenzialità dessere
ripetuto, di durare, di essere più o meno intenso e dessere spinta ad un
intero modo di condotta. Si finisce la riflessione sullistituzione con il
sapere che essa incanala, protegge, garantisce latto soggettivo (lamore,
leros, anche la potenza)98. In tale forma può diventare la concretizzazione
95 A.Gehlen, Der Mensch, Frankfurt a.M. 1966; A. Gehlen, Die Seele in technischen Zeitalter,
Hamburg 1957; A. Gehlen, Moral und Hypermoral, Frankfurt am Main 1969;A. Gehlen,
Prospettive antropologiche, [Bologna] 1987.
96 H.Schelsky, Die Abnormen und die Gesellschaft, in H.Giese (ed.), Die sexuelle Perversion,
Frankfurt 1967, 368-384, 373.
97 H.Giese, Probleme der abnormen Sexualitàt, 82.
98 Vale anche per quanti hanno scelto la via ascetica del celibato. Lenergia sessuale può essere
78

dei desideri sessuali, la stabilizzazione, la protezione, la garanzia99. Allo


stesso tempo la sessualità può diventare una delle forze maggiori della
cultura (grammatica e vocabolario per lo speciale rapporto delluomo
con Dio, istituto centrale per dare un modello a rapporto sociali, diakonia,
caritas, ospitalità, gruppi di interessi, principio per la vita personale
(discorso, cultura di convivenza, etc). Questo vale almeno per lo sviluppo
del matrimonio nellarco della storia.

3. Istituzione e storia.
Listituzione, in quanto tale e in quanto quadro di valori, viene
accettato dai giovani, proprio dopo che loro hanno avvertito le conseguenze
eccessive dellindividualizzazione. Nel nostro secolo in molti paesi lamore
non riesce purtroppo a trovare la sua profondità e la sua tradizionale, e una
volta consueta, forma distituzionalizzazione (il "matrimonio"), proprio
perché il rapporto uomo-donna sembra essere ulteriormente aggravato per
polarizzazioni e mancanze della cultura (sentimento-razionalità, paura del
futuro-mancanza di esistenzialità, ostilità verso la vita nuova-organicità della
cultura e società, sovrabbondanza delle scelte-necessità della rinuncia).
Inoltre linsistenza sul proprio curriculum vitae, la mobilità della  vita,
lassenza della procreazione in tante unioni tra donna e uomo, la
moltitudine delle scelte rende lamore più volatile e listituzione meno
solida. La chiesa daltronde ha contribuito qualche volta allimpedimento,
sommergendo quasi ogni soluzione perché ha comunicato limpressione che
tutto la sfera della sessualità sia immersa in un clima di peccato e non lasci
spazio per chiarimenti istituzionali razionali.
La totalità non cè mai totalmente (totus, sed non totaliter). Deve
essere considerata in statu nascendi (gradualità), in modo storico. Si
sviluppa solo nel processo. Passo per passo gli istinti e gli affetti vengono
posti al servizio della scelta fatta e del vincolo contratto allinizio.

III. Lessenza (anima) del matrimonio.


I rapporti sessuali trovano nel matrimonio il luogo esclusivo (dicono gli uni)
o autentico (dicono gli altri). Oppure: secondo la morale cristiana, il
matrimonio viene considerato come il luogo esclusivo (o principale) della
attività sessuale. Si figura il matrimonio così perché si pensa che in esso si
esprime lessenza dellamore e della piena comunione umana in quanto
luomo è costituito come essere sessuale. Sicché è una opera darte. Dice
Friedrich Dürrenmatt: Il convivere ... lo sa fare ognuno. Il matrimonio è

contenuta e messa in servizio della cultura.


99 Listituzione è nient altro che quello che hanno chiamato gli scolastici actus externus,
distinguendolo dall actus internus. Secondo loro actus externus aggiunga all ictus internus
numero, durata, intensità, habitus.
79

sempre una opera darte come la fondazione di uno stato100.

1. Lamore, fine principale e gli altri fini.


Allinterno della teologia morale cattolica si sono svolte ampie
discussioni sui fini del matrimonio. Per secoli il punto di partenza aveva la
chiarezza giuridica (CIC(1917) can 1012  1:) Matrimonii finis primarius
est procreatio atque educatio prolis, secondarius mutuum adiutorium et
remedium concupiscentiae. Finis primarius dunque, secondo quella
fonte, è il primo fine del matrimonio. La procreazione e leducazione della
discendenza (Enc. Casti connbii (12-17-23-25,60) sono alla base della
definizione. Dopo si lascia spazio per altri fini. Viene giustificata questa
gerarchia con losservazione che per la definizione di qualcosa si sceglie
sempre la nota distintiva, cioè quella che distingua listituto rispettivo dagli
altri. Già in seguito allEnciclica Casti connubii alcuni autori cercavano
però di capovolgere lordine tramandato dei fini (generatio et educatio
prolis, mutuum adiutorium coniugum, honestum remedium
concupiscientiae), in quanto dichiaravano laffermazione fatta al n.24 di
questa enciclica (mutua coniugum interior conformatio... etiam primaria
matrimonii causa et ratio dici potest) come un nuovo inizio. Ma nel 1944
la gerarchia viene messa nuovamente in evidenza dal SantUffizio [AAS 36
(1944) 103]. La congregazione si oppone al tentativo di parificare i
cosiddetti fines secondari col fine primario. Nella Costituzione pastorale
del Concilio Vaticano secondo Gaudium et spes la dottrina sui fini viene
riassunta nella maniera seguente: Per sua indole naturale, listituto stesso
del matrimonio e lamore coniugale sono ordinati alla procreazione e alla
educazione della prole e in questo trovano il loro coronamento. E così
luomo e la donna, che per il patto di amore coniugale non sono più due,
ma una sola carne (Mt 19,6), prestandosi un mutuo aiuto e servizio con
lintima unione delle persone e delle attività, sperimentano il senso della
propria unità e sempre più pienamente la raggiungono. Questa intima unione,
in quanto mutua donazione di due persone, come pure il bene dei figli,
esigono la piena fedeltà dei coniugi e ne reclamano lindissolubile unità
(GS 48). E il diritto ecclesiastico rinnovato non esita a ripetere di pari passo:
Matrimoniale foedus, quo vir et mulier inter se totius vitae consortium
constituunt, indole sua naturali ad bonum coniugum atque ad prolis
generationem et educationem ordinatum, a Christo Domino ad sacramenti
dignitatem inter baptizatos evectum est (can. 1055). Dietro questa
affermazione giuridica si riconosce lintenzione della recente dottrina
matrimoniale cattolica di volere anteporre (per confermare sul fine della
sessualità e del matrimonio) ad ogni ulteriore specificazione lindoles
dellamore, come il fine principale. Il fine principale è ordinato agli altri
100 F.Dürrenmatt, zit. Nach Wunnibald Müller, Liebe und Zölibat. Wie eheloses Leben gelingen kann,
Mainz 1994, 15.
80

fini previamente citati.


Dai testi conciliari in poi non si studiano più i fini isolati dallamore
dei coniugi e della istituzione del matrimonio, ma nel centro sta latto
fondamentale damore in quanto è esteso in tempo, in quantità, in qualità e
in un orientamento universale e gli altri escono come i suoi esplicative.
Infatti appartengono ad un altro ordine: lamore descrive il rapporto attuale
dei coniugi e la dinamica soggettiva dellistituzione, gli altri fini
rappresentano i punti centrali della natura sessuale umana. Anche
sociologicamente si accentua primariamente limportanza dellamore. Si
domanda che cosa lega il gruppo della famiglia. Si riflette di nuovo sulla
base soggettiva dello stesso matrimonio101. È vero che studi empirici
evidenziano una centralità della struttura familiare con i componenti
"genitori" e - se ci sono - "figli", ma nel centro si trova il legame dellamore.
Più importante della istituzione formato dai suoi fini rispettivi appare il
modo come uomo e donna si legano soggettivamente102. È da concentrarsi,
nello studio, sulla coppia. Infatti, la stessa coppia "inventa" lunione sempre
di nuovo - rendendola vera base di qualsiasi tipo di famiglia possibile in
seguito a tipi diversi della famiglia103.
La coppia si vede rilanciata dal suo potere originario, lamore, latto
fondamentale e "autopoietico"104.
Si offre la necessità di riflettere su quello che è l amore coniugale105.
101 Le citazioni sequenti sono prese da un "paper" non pubblicato di Alba Dini Martino(Gregoriana),
The psychological problems of the family in the modern world, 1998. "By and large, the effects of
the changes that have ocured in marriage (nuptiality rate in Italy 4,9 per thousand, in Sweden 3,8,
in US 9,1) procreation( fertility rates in Italy 1,19, Spain 1,22, Germany 1,30, UK 1,72) mentality
and life/style, have increasingly simplified the structure of the family, generally restricted now to
parents and their children, the later becoming increasingly less numerous or even completely
absent, a fragmented family with the consequent increase in the overall number of families".
102 "So much so indeed that it might seem more accurate to speak, as many authors suggest, of the
conjugal family rather than the nuclear family, hinging around the couple with the family
potentially coinciding with the couple, and then with marriage, if that exists. One interesting figure
in the European Union 1994 (Source Eurostar), 30% of all families comprise two members, 28%
one member, 18% three members. This means that about 80% of all European families have no
more than three members".
103 ... the couple plays a central an essential role as evidenced by recent research which has
highlighted the many different choices available today when >inventing> and having a personal
one/to/one relationship as a couple giving rise to different types of family, also within the same
conjugal family. There are good reasons today for speaking of a <autopoietic> and essentially
selfreferencing family, rooted in a daily experience which is increasingly more controversially
becoming the place of< living world> and increasingly a here and now fragment in which the
search for meaning, in personal, relational and social terms, is gradually becoming more
problematic.
104 Today with their meaning of love and sharing of their lives, the couple brings the family into
being, but it still remains the couple, and only the couple, that is capable of guaranteeing the
lasting existence and development, and hence the stability, of the family. This brings out with great
clarity the significance today o the meeting o love between a man and a woman, consciously and
unconsciously, but always all/embracing, in personal affect und psychological terms, inter alia
105 I is true, that there is a radical and existential demand, the need to love and to be loved, is
becoming increasingly evident, then raises questions that must be answered for example, what does
><love means today, and > why is it precisely on our age that romantic love triumpfs and why it is
81

Sarà dunque necessario, per il moralista e il pastore, aiutare le coppie - e


sono numerose - a far vivere il loro amore, parte centrale della istituzione e
supposto del sacramento.

2. Fasi dellamore, del fine principale.


Accorgendosi che si rende necessaria la riflessione sullatto
fondamentale e "autopoietico" dell amore, il teologo moralista si ricorda
che questo concetto antropologico può essere visto prima su un livello
filosofico - designato, secondo il linguaggio comunemente accettato,
tramite i termini greci eros/philia - e dopo su un livello teologico, che
trova la sua espressione nel concetto latino caritas. Si presuppone che
leros sia il fondamento, senza il quale alla caritas mancano le radici e
il senso, e senza cui essa non potrebbe svilupparsi, in ultima analisi non
sarebbe nemmeno nostra. Si classifica la "caritas" come la forma nuova (di
interpretazione) della dualità eros/philia. Senza la "caritas" alla "philia"
mancherebbe lintensità, la dinamica, la ricchezza (io, tu, realtà).

a) La fase "filosofica" dellamore.


Sappiamo bene che lamore (eros/philia) si costituisce nel "sì"
(giudizio, contratto) dei due partner. Sappiamo anche che ci sono delle
implicazione antropologiche nel "si dellamore". Ci sono diversi aspetti
della fenomenologia dellamore. Ne scegliamo tre. Dovrebbero
comprendersi per laspetto fondatore, antropologico, storico
("comunicazione, la libertà in alienazione").

aa) Amore come lattività comunicativa-sociale (fondatrice).


Lamore in primo grado non dovrebbe essere inteso al modo di chi aspetta
qualcosa, di chi paurosamente e passivamente attende una persona che
potrebbe divenire il suo amante, liberatore, salvatore (E.Fromm). Lamore
dunque non è latteggiamento dellattendente, ma piuttosto lattività.
Qualcuno troverà la propria realizzazione andando attivamente incontro
allaltro e accettando (abbracciando) deliberatamente questaltro nella sua
alterità (guardandolo e apprezzandolo, riconoscendo intorno se stesso!).
Circa la concezione passiva dellamore - che ha non solo radici
psicologiche, bensì anche sociali, economiche e culturali - si deve dire: può
apparire come un grande ostacolo per una comprensione adeguata
dellamore e dellattività comunicativa-sociale.
La prima formula per descrivere questa attività di amore, dove si
gioca davvero il tutto per tutto, potrebbe essere: E bene che tu esisti.
Vuol dire: io mi accorgo che un altro esiste e, dicendolo, ne faccio un
riconoscimento esplicito. E bene che tu esisti. La formula ha laspetto di
that people constantly seek romantic love even after three, four or more marriages, or liebe
inmraltons or >< serious affairs<( to use the currant language).
82

un complimento, ma in realtà è un atto creatore-fondatore106.

bb) Lamore (atto) che affronta lestraneità, la colpa, e ultimamente la


stessa morte. Descrivendo lamore come attività non si perda di vista che
ogni persona, da un altro lato, appare molto meno come un uomo di attività
e di potere. Sembra essere sempre linferiore, il dipendente da quello che,
dallaltra parte, gli viene attivamente incontro (anche lui stesso può apparire
facilmente come linferiore). Negli occhi dellaltro sembra essere povero,
pieno di difetti (per es. di non essere più giovane, attrattivo, fecondo), in
balia della morte (lo stesso vale anche per laltro). Dallamore si crede che
possa superare la povertà, il fallimento, la morte.
La vera risposta alla "alienazione" provata è infatti latto fondamentale
che può e vuole intenzionalmente sollevare dallessere divenuto estraneo, la
dipendenza, la paura e persino la morte. Per me tu non morirai (e
dallaltro viene la conferma con le stesse parole. Lamore viene conquistato
da entrambi i lati contro limponente istanza della morte).
Da ognuna di queste forme di estraniazione e di povertà e di morte si
richiama qualcuno che lo salvi. Per un gesto dumiltà (Lorenz), per un
rituale doffertorio (Luhmann)107 il povero tende le mani verso uno che
possa trarre dallabisso. In ogni cultura si trovano strumenti che sono in
grado di superare la miseria dellaltro, del povero, del colpevole. Nella
comunicazione ordinaria ci sono diversi modi capaci di far sapere allaltro,
cioè al povero, che almeno quello che esibisce questi modi di
comunicazione, non lo considera inferiore e povero. Per esempio nel
benvenuto rituale rivolto allestraneo.
La vera risposta allincubo dellaltro è comunque lamore - non la
scoperta delloggetto adeguato per lamore. Per me tu non morirai.
cc) Lamore come "integrazione" finale e completa di tutte gli aspetti
della vita e dello sviluppo dell"io". Lamore sempre può essere sospettato
di una forma di miracolo. In ogni cultura sincontrano concetti che alludono
al "miracoloso", all"incantevole", addirittura al demoniaco. Particolarmente
dallamore fra i sessi saspetta lincontro con quello al di sopra del
normale, la perfetta felicità, almeno la completa soddisfazione di tutti i
bisogni istintivi. Cosa si può dire a proposito di tale idea?
Dellultimo punto - cioè "della completa soddisfazione di tutti i bisogni
istintivi" - si può dire seccamente che non solo non è la base della felicità,
ma non garantisce nemmeno la salute mentale108. Ma la felicità è qualcosa
che cominciamo con lamore e certamente ne abbiamo fatto lesperienza.
Riferendoci alla propria esperienza confermiamo che anche il senso
dellincantamento, del miracoloso, anche del demoniaco non era totalmente
106 Rollo May, Love and Will, 288
107 Cfr. H.S. Sullivan, S. Freud, Art.93
108 E.Fromm, The art of loving, 92
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assente. Al minimo lamore (non solamente quello sessuale) ci fa accettare


la nostra umanità, la possibilità di comprendersi completamente umano,
bello, fecondo-creativo, pieno di dignità, in condizione impressionante,
piena di valori. Ecco, un altro elemento contenuto nellamore appena
descritto come attività e superamento della morte.
Quello che lamante risponde: Ti faccio partecipe della mia felicità
(socius beatitudinis meae). Io ti faccio sperimentare la tua umanità nella mia
umanità, lauto comprensione nella mia comprensione, la tua fertilità nella
mia fertilità, ecc. Per quanto povero sia davvero, non ha mai perso la
capacità, cioè dallettare, affascinare, sedurre. Chi reagisce
allallettamento, al fascino, alla seduzione - non è escluso che risponda ad
un mito, ai mezzi della magia o ad un tabù. La si prova, laddove qualcuno
riconosce laltro, dove accetta il fascino dellaltro.

b) La fase teologica dellamore.


E facile vedere come al livello umano (filosofico) segua, per il
credente, un altro livello teologico (divino).

aa) Amore e creazione


Colui che dice: E bene che tu esisti, manifesta in questa sua
affermazione unaltra pretesa. Integra la sua attività in unaltra attività che
supera di gran lunga la sua propria attività e che nel contempo la comprende
ancora. Ciò significa che egli intende il suo agire inquanto creativo come
parte della creazione di Dio.
Colui che ama, si interroga ancora, dopo aver afferrato tutte le
dimensioni dellamore umano, sulle basi e sulle radici di questo amore.
Siccome si intende come credente, prende coscienza del fatto che lui stesso
è creatura e che il suo agire deve sottostare alla fedeltà del Creatore. Infatti
è Dio colui che secondo Gesù di Nazaret unisce luomo e la donna e con ciò
crea un legame, del quale luomo non può disporre. Dal punto di vista di
Dio, questo legame non è un peso, ma una grazia...109.

bb) Amore e superamento della morte (redenzione)


Secondo lattestazione biblica lincontro tra due persone - e la
comunione che si fonda su questincontro - riesce solo col superamento di
una realtà avversaria (espulsione dal paradiso, esodo). Il racconto jahvistico
della creazione si dimostra convinto che Dio Creatore consegni quel
superamento tramite il suo proprio agire creativo il quale è nel contempo
riconciliazione colluomo che è caduto nel peccato (Adamo, Caino, figli di
Dio, Noè). Lamore - anchesso erede della creazione e della
riconciliazione - è con ciò lannientamento del peccato e della morte. Ciò

109 W. Kasper, Zur Theologie der christlichen Ehe, 57


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che si intendeva con la frase: Per me tu non morirai si può capire


pienamente soltanto nella seconda fase. Lamore supera - sembra
promettere - la morte, abbandonandosi alla promessa riconciliatrice e
salvifica di Dio che ha vinto la morte in Gesù Cristo suo figlio. Lamore
allora riesce ad escludere la morte, protestare contro di essa e negarla
(Soloview).

cc) Amore e felicità (eterna)


Colui che ha riconosciuto la propria estraneità, può allo stesso modo
anche scoprire il come e il perché della sua vita personale. Propriamente
riconoscendo lestraneità come estraneità, riesce ad intravvedere la
direzione della sua vita e inquanto viene a distaccarsi da essa, lancia il suo
progetto di vita personale.
Immediatamente questo riconoscimento significa distribuzione della
felicità. Ti faccio partecipe della mia felicità (socius in beatitudine mea).
Più mediatamente diventa la strada alla propria felicità - non al proprio
merito, ma come promesso per mezzo dellintervento di Dio. Solo con il
Suo aiuto uno sarà capace di sottrarsi allegoismo, alla violenza, alla magia
e di imparare che cosa significhi amare nel senso profondo.***

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