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IN UN BATTER D’OCCHI Walter Munch

(Sintesi della prima parte del libro che considero più “pratica”.La seconda parte tratta in maniera piu speci-
fica di ciò che è stato per l’autore lavorare con le diverse macchine di montaggio,delle sue considerazioni
sull’avvento del digitale e l’eventuale sostituzione della pellicola)

Stacchi e stacchi fantasma


in Apocalypse now, alla fine di ogni ripresa,a meno che non ci fosse stato un problema
evidente, si cambiavano le posizioni delle cineprese e il tutto veniva ripetuto. Il montaggio
non è tanto mettere insieme quanto la "scoperta di un percosro", e che la stragrande mag-
gioranza del tempo di un montatore non la passa tagliando fisicamente la pellicola; più
materiale cè più percorsi possono essere considerati. Per ogni stacco del film finito c'erano
probabilmente 15 stacchi "fantasma"; fatti,presi in considerazione, poi disfatti e tolti dal
film.Ogni giornata lavorativa serviva per sgombrare ed illuminare il cammino davanti a noi;
proiezioni, discussioni,riunioni, pianificazioni,prendere appunti, archiviare….una grande
preparazione insomma, per arrivare all'azione decisiva, lo stacco.

Perché funzionano gli stacchi?


lo stacco rappresenta uno spostamento del campo visivo totale ed istantaneo,che qualche
volta implica un salto avanti o indietro nel tempo come nello spazio. Al contrario, la realtà
visiva che noi percepiamo è un continuo flusso di immagini ininterrotte.miracolosamente la
mente umana, abituata a questo continuo flusso di immagini, si è abituata perfettamente a
capire e considerare gli stacchi ed a leggere immagini differenti come immagini relative a
contesti diversi.ad ogni modo la scoperta che certi tip di stacco funzionavano, ha portato
quasi immediatamente a capire che i film poteva essere girati "a pezzi"; in pratica i film non
erano più confinato nello spazio e nel tempo.
In generale, più lunga è la ripresa più grande è la possibilità di errore.oltretutto la disconti-
nuità ci permette di scegliere la migliore angolazione per ogni emozione ed ogni partico-
lare della storia, per poi montarle assieme ed avere un impatto emozionale maggiore.

Tagliare le cose che non vanno


secondo alcuni, il montaggio è "tagliare le cose che non vanno". il problema è capire cosa
non va. Nei film narrativi la struttura del tempo è frammentaria e bisogna esprimere anche
gli stati d'animo, perciò diventa complicato identificare "le cose che non vanno". E quello
che non funziona per un film può andare bene per un altro. In effetti un montatore si
imbarca alla ricerca di quelle particolari cose che "non vanno" in quel particolare film, e le
toglie, purché non venga compromessa la struttura di ciò che rimane.
Due montatori diversi, con esattamente lo stesso materiale, faranno 2 film diversi.
Scegliere una o l'altra possibilità da un significato diverso alla scena.il montatore si fa
un'idea della linea da seguire per montare il film; è sconsigliabile cambiare idea durante il
processo creativo se non si vuole creare un montato incoerente.

ll massimo con il minimo


Il principio di base è cercare di ottenere sempre il massimo con il minimo/ con l'enfasi di
cercare).Non ci si può riuscire sempre, ma bisogna tentare di produrre il maggior effetto
possibile sulla mente dello spettatore con il minimo numero di cose sullo schermo.perchè?
perché vogliamo fare solo quello che è necessario per impegnare l'immaginazione del
pubblico. suggerire è sempre meglio che esporre. superato un certo limite, si incoraggia lo
spettatore a rimanere tale anziché partecipare attivamente alla storia.non bisogna montare
con tanti stacchi, ameno che non sia un effetto voluto o richiesto per esprimere
qualcosa.molto spesso ci vuole più lavoro e riflessione per decidere di non tagliare.il monta-
tore deve avere il coraggio di permetter alo spettatore di decidere cosa guardare, senza per
forza tentare di avere il controllo totale di ciò che vuoi far vedere.

La regola del sei


per molti anni, la regola era; preservare la continuità dello spazio tridimensionale e violarla
era visto come una mancanza di rigore o di talento.
in realtà io metto questa continuità tridimensionale in fondo ad una lista di 6 criteri da
seguire per fare un bello stacco. in cima cè l'emozione che vogliamo far provare al
pubblico.cio che il pubblico considera di più in un film non è il montaggio o le belle inquad-
rature; è l'emozione che hanno provato nel vederlo.

1)rispecchia fedelmente l'emozione del momento


2)fa andare avanti la storia
3)avviene in un momento interessante e giusto dal punto di vista del ritmo.
4)rispetta quello che possiamo chiamare il "tracciato dell'occhio"; cioè la posizione ed il
centro d'attenzione dello spettatore all'interno del programma.
5)rispetta la planimetria(salti di campo,ecc)
6)continuità tridimensionale dello spazio reale; dove sono i personaggio nella stanza ed il
rapporto tra loro. se dobbiamo sacrificare qualcosa lo facciamo partendo dal fondo. quando
l'emozione, la storia ed il ritmo sono giusti, lo spettatore tenderà a dimenticassi dei prob-
lemi minori.

Fuorviare
La preoccupazione fondamentale di un montatore dovrebbe essere qualla di mettersi nei
panni dello spettatore.cosa penserà lo spettatore in questo momento?cosa bisogna che
pensi? quali emozioni vogliamo che provi?
i maghi , per non far veder elle loro "magie" tendono a fare qualcosa, un movimento, un
gesto che porti a spostare l'attenzione. il montatore deve sapere fare lo spesso. deve saper
indirizzare a spostare l'attenzione dello spettatore dove vuole. è importante a volte, immag-
inare di vedere ciò che si sta montando, come proiettato su uno schermo con 1000 persone
in sala, sapendo di non poter più toccare il proprio lavoro.

Vedere intorno al fotogramma


il montatore è uno dei pochi che lavorano alla realizzazione di un film senza sapere ciò che
è successo in fase di ripresa ed allo stesso tempo ha una grande influenza sul film. il monta-
tore deve sapere vedere solo quello che cè sullo schermo, esattamente come farà lo spetta-
tore, senza tener conto di ciò che avviene sul set. un regista, come anche la troupe tenderà
a tenere sempre in considerazione inquadrature particolarmente difficili o che hanno rich-
iesto molto temo e soldi per la realizzazione, facendosi a volte fuorviare su ciò che è più
giusto per il film.il regista, in particolare, che deve partecipare a tutta a realizzazione del
film, è bene che si prenda un lunga pausa e non pensi più al film per lungo tempo, per
poter affrontare il montaggio più lucidamente.

Sognare in coppia
Per molti versi il montatore riveste per un regista lo stesso ruolo che un redattore ha per
uno scrittore: incoraggia certi sviluppi dell'azione e ne sconsiglia altri, discute con lui se un
certo materiale va incluso nel lavoro finito o se cè bisogno di inserirne di nuovo. ma nel
cinema il montatore ha anche la responsabilità di montare concretamente le immagini. e
qui il ruolo del regista è quello di offrire spunti e consigli proprio come farebbe con un
attore che deve affrontare una parte.
"il rapporto tra regista e montatore è in qualche modo simile: il regista è il sognatore,di
solito, e il montatore è l'ascoltatore. ma anche per il più preparato dei registi ci sono dei
limiti all'immaginazione e alla memoria, soprattutto a livello dei dettagli. ecco che il
compito del montatore è quello di proporre degli sviluppi alternativi come un'esca per il
sogno addormentato che insorge a sua difesa ed in questo modo si rivela pienamente."

Lavoro di gruppo;montatori multipli


Spesso 2 montatori lavorano simultaneamente e con la stessa autorità.Il vantaggio di lavo-
rare assieme ad altri è la velocità, il rischio invece è la mancanza di coerenza. A volte suc-
cede che vi sono montatori che lavorano sotto supervisione di un montatore principale, in
altre, se un montatore si è fatto una sola idea di come montare il materiale o non riesce a
capire bene le esigenze del regista, un secondo montatore può riuscire a chiarire la situazi-
one.

Il momento decisivo
in genere un regista si può attaccare ad un'inquadratura o il montatore si lascia scappare
quella giusta a causa della troppa mole di materiale. un buon metodo di lavoro per non
lasciarsi ingannare o annoiare dal troppo girato visualizzato è quello di scegliere il foto-
gramma che pensiamo sia il più rappresentativo di quel take, farne una foto, e compararle
assieme come tali. in base a questo riusciremo a capire quale comunica meglio l'emozione
che vogliamo rappresentare. in genere così si possono risolvere più in fretta anche discus-
sioni con il regista.è inevitabile annoiarsi e cominciare a vedere tutto uguale, senza prestare
attenzione ai particolari, ma dobbiamo sforzarci di rimanere lucidi e valutare le potenzialità
di ogni inquadratura.

Metodi e macchine
innanzitutto un buon metodo per non assopirsi è quello di lavorare in piedi. a differenza dei
nuovi sistemi di montaggio non lineare, alcuni metodi "vecchi" come l'utilizzo di macchine
Kem permettono(ti obbligano) di rivedere velocemente il girato prima di arrivare a vedere
la scena che stavamo cercando. questo potrebbe essere considerato un difetto della
macchina ma in realtà rivedere le varie inquadrature girate di una scena ci permette di far
nascere nuove idee. quando guardiamo il girato per la prima volta, abbiamo un'idea relati-
vamente preconcetta, basata sulla sceneggiatura, di quello che stiamo cercando. magari
rivedendo un take scartato senza motivazioni pertinenti, ci rendiamo invece conto che è
proprio adatto alla nostra idea.Altra cosa importante è il rivedere il materiale ed il montato
prendendosi delle lunghe pause(cosa impossibile in genere a causa dei tempi di consegna).
In generale si tende a perdere di vista l'idea centrale di montaggio o ci si attacca ad essa.è
importante quindi staccare e rivedere le cose fatte, per capire che strada di sta prendendo e
se ci sono strade alternative, più interessanti.

Proiezioni test
molti registi organizzano delle proiezioni test(con film anche incompleti) con pubblico che
varia dalle 10 alle 100 persone, per poi far compilare test atti a capire quali scene cosa piace
e non piace del film che si sta facendo. ma la cosa più utile non è ciò che prova il pubblico,
ma cosa proviamo noi quando il film viene proiettato a 100 persone che non l'hanno mai
visto. ci si rende conto di tante cose che non vanno. il problema è che se domandiamo al
pubblico quale scena è piaciuta di meno e l'80% è d'accordo su una scena che proprio non
va,l'impulso è quello di aggiustare quella scena.Ma cè la possibilità che quella scena vada
bene.Invece il problema potrebbe essere che il pubblico non abbia capito qualcosa che era
necessario conoscere nei 5 min precedenti.Allora, invece di aggiustare la scena, si potrebbe
lavorare alla parte precedente per cercare di comunicare meglio ciò che vogliamo.

Niente paura, è solo un film


perché funzionano gli stacchi? Al momento dello stacco cè una discontinuità totale e istan-
tanea del campo di visione.Anche se la realtà sembra continua, esiste quell'altro mondo in
cui passiamo forse un terzo della nostra vita; la realtà onirica dei sogni. Nei sogni le
immagini sono molto più frammentarie e intrecciate in modi molto più strani e bruschi che
nella vita da svegli.modi che per lo meno si avvicina al metodo del montaggio.Sogni e film
che fanno paura hanno lo stesso potere di scavalcare le nostre difese, a differenza di
libri,quadri o musiche dello stesso genere.una cosa curiosa che si è notata è che esiste
un'analogia tra il montaggio e la realtà di tutti i giorni; il battere d'occhi. quando guardi un
soggetto, poi decidi di cambiare e guardarne un'altro. dopo magari una prima volta in cui
lo sguardo si muove " a panoramica", tendiamo naturalmente a battere gli occhi tra un
soggetto e l'altro, i un certo qual modo "stacchiamo" tra un'inquadratura e l'altra. il battere
d'occhi è probabilmente legato agli stati emotivi e alla natura e frequenza dei nostri pen-
sieri; il batter d'occhi è qualcosa che aiuta la discriminazione interiore dei nostri pensieri. Lo
stacco separa e puntualizza. analogamente alla realtà ogni volta che cambiamo il soggetto
che stiamo osservando( quindi cambiamo pensiero), gli stacchi sono il batter d'occhi che fa
finire un concetto e ne fa cominciare un'altro, sposta l'attenzione ed il pensiero.
Questioni di ritmo
Se è vero che il ritmo dei pensieri è dato dal batter d'occhi, un buon metodo di ritmo è
quello di far coincidere lo stacco con il battere d'occhi dell'attore(il bravo attore, che si
immedesima nei pensieri del personaggio, ha la sua stessa cadenza di pensieri,ergo la
stessa che la storia vuole trasmettere). D’altra parte dobbiamo pensare anche a cio che
vogliamo suggerire allo spettatore. Per esempio, se stacchiamo da un personaggio prima
che finisca di parlare,incoraggiamo lo spettatore a credere che sia sincero. Se al contrario ci
soffermiamo sul personaggio dopo che ha finito di parlare,permettiamo allo spettatore di
vedere,attraverso l’espressione nei suoi occhi,che probabilmente sta mentendo.Così lo
spettatore si farà un’idea diversa del personaggio e di quello che ha detto.

1)identificare una serie di possibili punti di stacco(il confronto con il batter d’occhi può
aiutarci a farlo)
2)determinare quali effetti diversi possono avere sullo spettatore
3)scegliere quale di questi effetti è il più corretto per il film

Il ritmo e la cadenza degli stacchi deve coincidere con la cadenza dei pensieri.La cadenza
media del batter d’occhi nel mondo reale sta tra un minimo di quattro e un massimo di
quaranta volte al minuto.Nel mezzo di uno scontro fisico si battono gli occhi decine di volte
al minuto perchè si pensano decine di cose contradditorie, per cui dovrebbero esserci
decine di stacchi al minuto in una scena di violenza in un film.

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