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(Sintesi della prima parte del libro che considero più “pratica”.La seconda parte tratta in maniera piu speci-
fica di ciò che è stato per l’autore lavorare con le diverse macchine di montaggio,delle sue considerazioni
sull’avvento del digitale e l’eventuale sostituzione della pellicola)
Fuorviare
La preoccupazione fondamentale di un montatore dovrebbe essere qualla di mettersi nei
panni dello spettatore.cosa penserà lo spettatore in questo momento?cosa bisogna che
pensi? quali emozioni vogliamo che provi?
i maghi , per non far veder elle loro "magie" tendono a fare qualcosa, un movimento, un
gesto che porti a spostare l'attenzione. il montatore deve sapere fare lo spesso. deve saper
indirizzare a spostare l'attenzione dello spettatore dove vuole. è importante a volte, immag-
inare di vedere ciò che si sta montando, come proiettato su uno schermo con 1000 persone
in sala, sapendo di non poter più toccare il proprio lavoro.
Sognare in coppia
Per molti versi il montatore riveste per un regista lo stesso ruolo che un redattore ha per
uno scrittore: incoraggia certi sviluppi dell'azione e ne sconsiglia altri, discute con lui se un
certo materiale va incluso nel lavoro finito o se cè bisogno di inserirne di nuovo. ma nel
cinema il montatore ha anche la responsabilità di montare concretamente le immagini. e
qui il ruolo del regista è quello di offrire spunti e consigli proprio come farebbe con un
attore che deve affrontare una parte.
"il rapporto tra regista e montatore è in qualche modo simile: il regista è il sognatore,di
solito, e il montatore è l'ascoltatore. ma anche per il più preparato dei registi ci sono dei
limiti all'immaginazione e alla memoria, soprattutto a livello dei dettagli. ecco che il
compito del montatore è quello di proporre degli sviluppi alternativi come un'esca per il
sogno addormentato che insorge a sua difesa ed in questo modo si rivela pienamente."
Il momento decisivo
in genere un regista si può attaccare ad un'inquadratura o il montatore si lascia scappare
quella giusta a causa della troppa mole di materiale. un buon metodo di lavoro per non
lasciarsi ingannare o annoiare dal troppo girato visualizzato è quello di scegliere il foto-
gramma che pensiamo sia il più rappresentativo di quel take, farne una foto, e compararle
assieme come tali. in base a questo riusciremo a capire quale comunica meglio l'emozione
che vogliamo rappresentare. in genere così si possono risolvere più in fretta anche discus-
sioni con il regista.è inevitabile annoiarsi e cominciare a vedere tutto uguale, senza prestare
attenzione ai particolari, ma dobbiamo sforzarci di rimanere lucidi e valutare le potenzialità
di ogni inquadratura.
Metodi e macchine
innanzitutto un buon metodo per non assopirsi è quello di lavorare in piedi. a differenza dei
nuovi sistemi di montaggio non lineare, alcuni metodi "vecchi" come l'utilizzo di macchine
Kem permettono(ti obbligano) di rivedere velocemente il girato prima di arrivare a vedere
la scena che stavamo cercando. questo potrebbe essere considerato un difetto della
macchina ma in realtà rivedere le varie inquadrature girate di una scena ci permette di far
nascere nuove idee. quando guardiamo il girato per la prima volta, abbiamo un'idea relati-
vamente preconcetta, basata sulla sceneggiatura, di quello che stiamo cercando. magari
rivedendo un take scartato senza motivazioni pertinenti, ci rendiamo invece conto che è
proprio adatto alla nostra idea.Altra cosa importante è il rivedere il materiale ed il montato
prendendosi delle lunghe pause(cosa impossibile in genere a causa dei tempi di consegna).
In generale si tende a perdere di vista l'idea centrale di montaggio o ci si attacca ad essa.è
importante quindi staccare e rivedere le cose fatte, per capire che strada di sta prendendo e
se ci sono strade alternative, più interessanti.
Proiezioni test
molti registi organizzano delle proiezioni test(con film anche incompleti) con pubblico che
varia dalle 10 alle 100 persone, per poi far compilare test atti a capire quali scene cosa piace
e non piace del film che si sta facendo. ma la cosa più utile non è ciò che prova il pubblico,
ma cosa proviamo noi quando il film viene proiettato a 100 persone che non l'hanno mai
visto. ci si rende conto di tante cose che non vanno. il problema è che se domandiamo al
pubblico quale scena è piaciuta di meno e l'80% è d'accordo su una scena che proprio non
va,l'impulso è quello di aggiustare quella scena.Ma cè la possibilità che quella scena vada
bene.Invece il problema potrebbe essere che il pubblico non abbia capito qualcosa che era
necessario conoscere nei 5 min precedenti.Allora, invece di aggiustare la scena, si potrebbe
lavorare alla parte precedente per cercare di comunicare meglio ciò che vogliamo.
1)identificare una serie di possibili punti di stacco(il confronto con il batter d’occhi può
aiutarci a farlo)
2)determinare quali effetti diversi possono avere sullo spettatore
3)scegliere quale di questi effetti è il più corretto per il film
Il ritmo e la cadenza degli stacchi deve coincidere con la cadenza dei pensieri.La cadenza
media del batter d’occhi nel mondo reale sta tra un minimo di quattro e un massimo di
quaranta volte al minuto.Nel mezzo di uno scontro fisico si battono gli occhi decine di volte
al minuto perchè si pensano decine di cose contradditorie, per cui dovrebbero esserci
decine di stacchi al minuto in una scena di violenza in un film.