Sei sulla pagina 1di 5

Si, vivrai per sempre

Che cosa ogni persona dovrebbe sapere su nascita, morte, vita e immortalità

Di Roy Eugene Davis

Il risveglio della conoscenza e il ritorno alla comprensione

Conosci già interiormente ciò che leggerai in queste pagine, perché la conoscenza della vita e
dei suoi processi è innata nel tuo essere e nella natura dell’anima. Mentre leggi, non lasciare
che la tua testa ostacoli il cuore. Lascia che la tua consapevolezza intuitiva della verità prevalga
su nozioni errate e limitazioni intellettuali. Sei una creatura spirituale, fatta ad immagine e
somiglianza di Dio. Quest’ultimo è Coscienza Suprema in manifestazione e tu sei un’espressione
specializzata di questa coscienza. In quanto tale, hai attributi e capacità divine. Dio è infinito ed
è al di fuori del tempo e dello spazio. Anche tu sei in grado di rimuovere te stesso dal piano del
tempo e di conoscere l’immortalità. Se - al momento - non comprendi la verità su te stesso, è
solo perché a livello cosciente hai momentaneamente dimenticato le tue origini. Quando la
conoscenza si risveglierà in te, la tua consapevolezza sarà nella comprensione e ciò che è stato
oscurato sarà chiarito. Che cosa ci fa dimenticare le nostre origini e la nostra vera essenza? Il
problema è l’identificazione con il piano della natura. A causa del relazionarci inconsciamente
con la materia, tendiamo a perdere consapevolezza soggettiva e ad essere maggiormente
coinvolti con le circostanze oggettive. Credendo che le realtà percepite dai sensi sono le sole
esistenti, ci aggrappiamo alle stesse creando gli attaccamenti. Anche se siamo così coinvolti,
molte persone ci ricordano frequentemente che situazioni e circostanze mondane sono
mutevoli, in cambiamento e impermanenti. Nonostante le verità che ci sentiamo dire spesso,
essendo incerti o poco consapevoli della Realtà permanente (che ci circonda n.d.t.),
manteniamo i nostri attaccamenti, poiché ci permettono un grado di sicurezza emotiva.
Possiamo pensare: “Se rinuncio ai miei attaccamenti, non ho nulla”. E’ solo quando abbiamo
percezioni sottili delle realtà più elevate, che iniziamo a comprendere ciò che sta dietro le
dimensioni oggettive, che le causa e le supporta. Siamo giunti in questo mondo dallo spazio
profondo e ad esso ritorneremo (1). Proveniamo dalla dimensione di Dio attraverso i piani sottili
e raffinati della natura, fino a raggiungere la dimensione fisica. Nascita e morte del corpo sono
solo incidenti episodici che avvengono durante il nostro soggiorno nel tempo e nello spazio.
Possiamo essere felici, quando qualcuno nasce ed essere tristi quando muore, ma se lo facciamo
con un eccessivo attaccamento a livello emotivo, è perché pensiamo erroneamente che la
nascita fisica sia il vero inizio della vita e la morte, la sua fine. L’incarnazione in un corpo non è
l’inizio dell’anima e l’uscita dal corpo non è il suo termine. Durante i momenti di calma
riflessione introspettiva, lo sappiamo. Quando abbiamo attaccamenti verso l’esterno, siamo
catturati da rapporti emotivi e guidati dall’agitazione (anche se possiamo affermare di credere in
Dio e in una possibilità di vita futura), possiamo spesso mancare di coltivare la consapevolezza
di Dio o di pensare seriamente a quale sarà il nostro destino nel momento in cui il corpo non
sarà più in condizione di supportare il processo della vita e saremo costretti a lasciarlo. Persino
molte persone di natura religiosa che affermano di essere devote sul sentiero spirituale, spesso
relegano al secondo o terzo posto la coltivazione delle virtù morali e delle pratiche spirituali
intenzionali, facendolo solo se hanno tempo e dopo aver soddisfatto per primi i loro interessi
egocentrici. Quando diventano malati, nei momenti di difficoltà, quando sono da soli o hanno
paura, possono pensare a Dio e a come mettersi in sintonia con Lui. Le persone spesso hanno
bisogno di affrontare circostanze impegnative, prima di aspirare a ciò che è in – in realtà – la
possibilità più attraente di tutte: risvegliarsi spiritualmente e acquisire una comprensione più
elevata. Fare entrambe le cose renderebbe la vita più godibile, dandogli anche uno scopo. La
spiritualità è naturale in noi, perché è innata nel nostro essere. Non è una condizione da
acquisire o creare, ma solo un bisogno al quale si deve permettere di svilupparsi. E’ più facile
essere spiritualmente consapevoli di non esserlo, quando abbiamo imparato ad abbandonarci
alle inclinazioni di sviluppo dell’anima. Abituati a pensare nei termini della tua realtà spirituale
relazionata alla condizione umana, piuttosto di pensare come un essere umano condizionato che
si sforza di diventare spirituale. Questa semplice correzione nell’atteggiamento contribuirà a
farti sperimentare “passi in avanti” nella coscienza, che ti permetteranno di comprendere in
modo più chiaro le realtà più elevate. Lo spirito di Dio, risplendendo sul piano della materia
primordiale, gli dà vita. I riflessi della coscienza di Dio assumono un senso di individualità e si
identificano con i processi della natura. Ognuno di noi è un riflesso della Coscienza di Dio.
Quando diventiamo così coinvolti dai processi universali al punto di perdere la consapevolezza
della nostra vera essenza, nasciamo nelle varie sfere della natura a livelli fini, sottili e
grossolani. La via per ristabilire la consapevolezza nel suo stato puro e originale, consiste nel
desiderare l’illuminazione della coscienza, la realizzazione di Dio e nel risvegliarsi in entrambe.
Con l’incarnazione fisica, perdiamo solitamente la consapevolezza dell’esistenza precedente e
abbiamo poco o nessun ricordo attivo di incarnazioni passate o di esperienze astrali. Benché la
consapevolezza elevata sia una caratteristica di alcune anime appena nate, spesso questa si
oscura a causa dei coinvolgimenti sensoriali, delle abitudini e degli atteggiamenti acquisiti, che
culminano dagli sforzi fatti per adattarsi a tradizioni e circostanze culturali. Alcune anime molto
consapevoli, tuttavia, riescono a mantenere stati di consapevolezza chiara e sono in grado di
focalizzarsi sugli scopi dell’anima per tutta la durata della loro vita terrena. Varie influenze
restrittive possono interferire con la consapevolezza dell’anima nel momento della nascita fisica.
Si può nascere con consapevolezza limitata, oppure un’anima può portare con sé conflitti
mentali ed emotivi. I fattori genetici possono influire, come possono essere presenti anche
squilibri dovuti alla scarsa salute fisica e psicologica dei genitori prima del concepimento o a
cattive abitudini mantenute durante la gravidanza. Possono prevalere condizioni ambientali
poco salutari, oppure condizioni economiche e sociali repressive possono influenzare
negativamente la famiglia. Alcune anime arrivano in questo mondo in situazioni molto difficili,
eppure si elevano subito sopra di esse. Altri, invece, nascono con opportunità splendide e una
costituzione perfetta, riuscendo in ogni modo a rendere la propria vita un inferno. Non abbiamo
scelto coscientemente i nostri genitori o le circostanze dell'infanzia che abbiamo vissuto.
Possiamo però essere attratti da determinate circostanze a causa delle nostre tendenze
subcoscienti e degli stati condizionati di coscienza. Più importante dell’inizio della vita terrena è
che, crescendo, ognuno di noi faccia scelte razionali e costruttive per dirigere la vita verso la
realizzazione e la crescita spirituale. Non possiamo fare nulla per cambiare il passato, ma
possiamo fare molto per assicurarci opportunità presenti e future di apprendimento e crescita.

Ai bambini si dovrebbe insegnare la verità su ciò che sono (esseri spirituali) e lo scopo della vita.
Bisognerebbe fornir loro informazioni, senza supportare miti ed evitando di inventare
spiegazioni illusorie. Se non sapevi queste cose, le stai imparando adesso, pertanto, da ora in
avanti, procedi con buon senso e con uno scopo. Non esiste ragione per la quale non dovremmo
goderci la vita ed essere felici, ma la stimolazione sensoriale e la felicità superficiale non
dovrebbero essere enfatizzate in modo eccessivo. Si sperimenta naturalmente il godimento,
quando viviamo in modo corretto e siamo nel flusso di eventi e relazioni che supportano scopi
elevati. L’universo ci sta già dando ogni cosa di cui abbiamo bisogno per avere conforto,
nutrimento ed espressione creativa, pertanto vivere non dovrebbe essere un grande sforzo.
Scopri perché sei venuto in questo mondo e quali sono i tuoi obiettivi, quindi, se vuoi essere
felice e compiere il tuo destino, vivi con uno scopo. Le persone centrate nel (piccolo) sé e deboli
di mente non sono felici. Sii cosciente di Dio, emotivamente maturo e responsabile. Se lo farai,
sarai molto felice e avrai successo in ogni modo. Siamo in questo mondo per imparare, crescere
nella comprensione, rendere un contributo utile alla società e alle circostanze planetarie, per
risvegliare le nostre capacità spirituali e per metterle in pratica. La vita nel corpo è troppo breve
per sprecarla in rapporti problematici, comportamenti di dipendenza, preoccupazioni
egocentriche e ricerca di guadagno materiale, a scapito della crescita dello spirito. Vivi una vita
godibile e produttiva, mantenendo un atteggiamento mentale positivo, entusiasta e
interessandoti ad attività che supportino lo sviluppo dell’anima. Espandi la tua consapevolezza
per diventare maggiormente cosciente a livello cosmico e nutri il sano desiderio di esprimere il
tuo pieno potenziale e di realizzare la totalità di Dio. Quando affronterai il momento in cui dovrai
lasciare questo mondo, fallo con grazia, senza dispiacere. La morte del corpo è la transizione
dell’anima verso le dimensioni sottili e gli stati più elevati della coscienza. Preparati per la
transizione, vivendo coscientemente già da adesso, relazionandoti alle circostanze con piena
consapevolezza e in modo appropriato. Rinuncia a sentimenti di colpa e dispiacere. Liberati dal
peso dei conflitti psicologici. Puoi farlo perché sei un essere spirituale, superiore a stati mentali,
emotivi, fisici e alle circostanze. Ristabilire la consapevolezza nella chiarezza e nell’armonia, non
è tanto una questione di volontà, quanto di scelta. Quando non permettiamo più a ricordi,
traumi, fallimenti, stati mentali negativi, umori, bisogni istintivi, influenze di altre persone, stati
fisici e circostanze ambientali di determinare i nostri punti di vista nella vita, possiamo fare le
scelte corrette e seguirle con azioni determinate. La preparazione migliore per la transizione è di
essere abili nel “morire” quotidianamente nei confronti del mondo. Questo non significa
rigettare il mondo o rifiutarsi di partecipare ad attività e relazioni utili, ma significa essere
attenti ed addestrati a vedere noi stessi nella giusta prospettiva riguardo al mondo. Significa
anche vivere coscientemente e con una comprensione più elevata. Impara ad osservare la
natura illusoria del mondo, attraverso le sue realtà sottili che lo causano e lo supportano.
Guarda attraverso le apparenze esteriori, fino al cuore dell’attività universale (Dio). Questo è il
modo per vivere in maniera godibile nel mondo senza attaccamenti e per lasciarlo senza
dispiaceri o paure. Attaccamenti, dispiaceri e paure, sono causa di infelicità e avvelenano le
nostre vite. Metti la parola fine in questo momento al dolore mentale ed emotivo, e te ne
libererai per sempre. Se desideri crescere a livello spirituale ed essere più rispondente
all’attività della Grazia di Dio, dovresti includere nella tua routine anche la preghiera e la
meditazione quotidiane. Si può pregare con lo scopo di entrare in maggior sintonia con Dio,
quindi si può trascendere la preghiera, quando prevale la consapevolezza supercosciente e
cosciente di Dio. Queste ultime permettono la contemplazione divina spontanea. Da solo, nel
silenzio dell’anima, dimorerai per l’eternità. Sperimenterai la gioia serena e non emotiva della
consapevolezza di Dio che conoscevi prima di essere coinvolto nelle scene mutevoli dello
spettacolo del mondo. Con la pratica, sarai ancorato a Dio al punto che nulla di esterno potrà
disturbare la tua pace dell’anima. Quando si medita profondamente, il praticante ritira
l’attenzione da corpo (ma questo ritiro è una cosa diametralmente opposta rispetto
all’incoscienza), sensi, sentimenti e pensieri. E’ supremamente vigile, con la consapevolezza non
limitata dalle precedenti influenze ingombranti e libera di esplorare stati soggettivi della
coscienza e di percepire direttamente Dio.

A volte, mentre si medita, si percepisce una luce bianca chiara con la visione interiore; la stessa
che molte persone vedono, quando iniziano la loro transizione dal corpo verso le sfere più
elevate. Meditando regolarmente, iniziamo a trovarci a nostro agio con la luce e con le varie
percezioni sottili che la possono accompagnare. Alcuni meditanti, durante la pratica, vedono un
tunnel di luce in mezzo alle sopracciglia. Questa visione è dovuta alle forze vitali nel corpo che
fanno il percorso inverso, fino a raggiungere i centri alti del cervello. Molte persone che hanno
sperimentato (temporaneamente) la cessazione delle funzioni vitali, hanno riportato in seguito
di aver visto un tunnel di luce attraverso il quale sono passati, per raggiungere una sfera di
brillantezza e bellezza incredibili. A volte, in quella sfera di luce, comunicano con esseri
benevolenti che solitamente li informano del fatto che la loro presenza, in quel luogo, è
prematura e che dovranno ritornare alla consapevolezza del corpo per compiere i loro doveri
terreni. Essi possono vedere amici o parenti che sono morti anni prima, oppure santi che
irradiano qualità divine. Di solito, chi ha avuto anche solo una di queste esperienze, sostituisce
l’ansia con la comprensione. Una caratteristica delle persone che hanno avuto incontri durante
le esperienze di pre-morte, è data dal fatto che diventano più attente al giusto vivere (con uno
scopo) e sono più gentili e appropriate nelle loro relazioni con il prossimo. Esistono altre
dimensioni, oltre la terra, abitate da esseri che stanno crescendo spiritualmente. Dalla
dimensione di Dio, attraverso la manifestazione materiale, esistono piani della natura che
fungono da campi di operazione per le anime che hanno bisogno di rimanere in essi o che
desiderano di esprimersi in quei luoghi. Esistono dimensioni celesti, dove gli abitanti sono quasi
completamente illuminati. Parliamo delle dimensioni fini causali dei campi magnetici e delle
proprietà elettriche. Esistono dimensioni astrali dove le forze vitali sono espressive in modo
predominante. Benché tutte le dimensioni abbiano anime illuminate che servono come
insegnanti, la maggior parte degli abitanti sono anime che stanno ancora crescendo nella
comprensione verso la libertà. I loro stati di coscienza non sono ancora perfetti e i loro
comportamenti non sono ancora divinamente ideali, a causa delle loro percezioni illusorie e delle
restrizioni mentali persistenti. Le dimensioni astrali più elevate sono i “cieli” sperati da molte
persone religiose che vedono la vita dopo la morte come il momento in cui saranno riuniti con i
loro cari e – forse - con Dio. Le persone non illuminate tendono naturalmente ad immaginare
una condizione umana glorificata come ideale più elevato. Alcune persone sperimentano una
condizione celeste che si conforma alle loro aspettative. Una volta giunti in quella dimensione, vi
risiedono per un po’, dopodiché o ritornano sulla terra in una nuova incarnazione, o trascendono
gli attaccamenti astrali per continuare la loro crescita spirituale, senza ritornare sul piano
terreno. La reincarnazione (3), anche se molte anime la sperimentano, non è una necessità.
Siamo propensi ad essere attirati dalle circostanze che servono i nostri scopi nella maniera
migliore o con le quali ci sentiamo maggiormente a nostro agio; è comprensibile, pertanto, che
alle anime le cui opportunità migliori di crescita sono in questo mondo sia data l’opportunità di
rientrare in questo piano, mentre le anime che non hanno facoltà intellettuali ed intuitive
sviluppate, considereranno esclusivamente quella terrena come l’unico tipo di esperienza
possibile.

Tutte le anime hanno la stessa essenza e le medesime capacità, poiché sono tutte espressioni
della Coscienza Suprema, ma alcune sono più consapevoli di altre e, di conseguenza, più
funzionali. Il destino finale di tutte le anime è lo stesso: il risveglio completo in Dio. Quanto
veloce possa essere la realizzazione del Supremo, dipende del desiderio individuale per la
realizzazione e dalla grazia di Dio. Avendo un sincero desiderio di realizzazione, ogni persona
farà il massimo possibile per il benessere personale, per vivere secondo le influenze di supporto
della natura e per facilitare la propria crescita spirituale. Quale risultato del vivere intenzionale,
diventiamo maggiormente rispondenti alle attività della grazia di Dio. La Grazia è l’inclinazione
irresistibile intrinseca dell’evoluzione dentro e intorno a noi, che culmina in trasformazione,
crescita e raggiungimento degli scopi. Senza di essa, saremmo soli in mezzo a forze cosmiche
enormemente possenti. Con il suo aiuto, siamo condotti fino ai livelli di consapevolezza
dell’anima che le persone limitate dai sensi difficilmente aspirano a conoscere. La nostra
condizione psicologica si trasforma, mentre si dissolvono e si superano restrizioni interiori e
ostacoli esteriori. La consapevolezza, precedentemente ristretta a spazi limitati, si espande fino
a raggiungere l’onnipresenza. La mancanza di potere è sostituita dall’onnipresenza.
L’onniscienza dissolve totalmente l’ignoranza. Onnipresenza. Onniscienza e onnipotenza non
sono caratteristiche acquisite. Sono cose naturali, attributi che si realizzano, quando la nostra
consapevolezza si espande, permettendoci di reclamare la nostra identità divina. Siamo già
immortali. Avendo origine in Dio, la Sua vita è la nostra ed è questa la ragione per cui vivremo
per sempre. Benché sia possibile vivere a lungo (anche centinaia d’anni in qualche caso) (2),
l’immortalità fisica non è possibile, poiché il mondo non è destinato a rimanere per sempre
com’è oggi. L’immortalità è una caratteristica dell’anima, e quest’ultima, mentre acquisisce
consapevolezza, continua ad esprimersi in dimensioni sempre più sottili (dopo aver lasciato il
corpo) fino al raggiungimento della consapevolezza perfetta dell’esistenza-essere oltre le
dimensioni della natura manifesta. L’ideale, per chi è risoluto e in grado di discriminare, non è di
diventare un Dio, ma di realizzare la coscienza di Dio. Anche gli esseri più elevati, ossia le anime
che hanno raggiunto uno status quasi divino, stanno ancora sperimentando stati di coscienza
soggetti a fluttuazione e devono continuare ad aspirare al risveglio finale. Benché l’immortalità
non sia peculiare al corpo, la si può realizzare durante l’incarnazione fisica e questo è l’ideale
principale che ogni devoto dovrebbe avere come aspirazione di guida.

Si può avere la tentazione, mentre si sperimentano condizioni umane limitanti o confortevoli, di


accettare le circostanze come sono, sperando in miglioramenti futuri. Il tempo però non fluisce,
poiché siamo noi a fluire in esso e le esperienze che abbiamo, unitamente alle circostanze che
sperimentiamo, sono ciò che sono a causa dei nostri stati di coscienza. Quando sperimentiamo
avanzamenti nella coscienza, partendo dalla consapevolezza limitata fino a raggiungere quella
senza limiti, le nostre circostanze cambiano in corrispondenza diretta alle nostre realizzazioni.
Questo è il motivo per cui il completamento (la realizzazione n.d.t.) è possibile in questa
incarnazione. Per riuscire a raggiungerlo, bisogna correggere atteggiamenti e stati di coscienza.
Farlo, richiede pensiero razionale, regolamentazione degli impulsi sensoriali e dei desideri,
maturità emotiva, comportamenti conformi alle leggi di supporto della natura, coltivazione delle
virtù morali e pratiche spirituali in grado di contribuire al risveglio e allo sviluppo delle capacità
dell’anima. Vivendo adesso come desideriamo, la buona fortuna che può essere stata pensata
solamente come una possibilità futura, può essere disponibile in questo momento. Non
possiamo avere realizzazioni più alte e dimostrare qualità divine fintanto che scegliamo di
drammatizzare comportamenti irresponsabili e di essere indisciplinati. Benediciamo noi stessi e
ci puniamo in base alle scelte che facciamo, pertanto è inutile biasimare Dio o le circostanze per
la nostra condizione. Le leggi universali di causa ed effetto determinano i risultati e, poiché sono
immutabili, si applicano nello stesso modo a tutti. Questo significa che, se facciamo scelte
razionali, possiamo partecipare (attivamente n.d.t.) al processo di autotrasformazione e di
crescita dello spirito, evitando allo stesso tempo di essere alla mercé delle nostre condizioni
interiori o esteriori. Non dobbiamo essere vittime del fato e della legge di causa ed effetto.
Possiamo sperimentare il compimento del destino dell’anima in quest’incarnazione. Ovviamente,
questo non significa che, di tanto in tanto, non avremo sfide da affrontare. Vivendo come
dobbiamo in un mondo che cambia, emergeranno a volte circostanze non pianificate, ma le
potremo affrontare meglio rimanendo calmi a livello interiore e relazionandoci ad esse con
saggezza. Mentre siamo in questa dimensione o in qualsiasi altra, è produttivo per noi pensare a
quale ruolo utile possiamo agire in cooperazione con i processi della vita.

Facendolo, evitiamo le preoccupazioni personali e diventiamo partecipanti più coscienti (e


agenti consapevoli di Dio) sulla scena del mondo. Pensiamo maggiormente in termini di cosa
possiamo fare (di valore) e di cosa Dio può fare attraverso di noi. Facendo tutte queste cose,
risolviamo immediatamente molti dei problemi relazionati agli sforzi centrati nel (piccolo) sé e la
crescita spirituale naturale avviene in modo spontaneo. Facendo realmente del servizio utile,
senza nessun pensiero del tipo: “Cosa ci guadagno?” scopriamo che Dio, in quanto universo,
provvede per ogni nostro bisogno e ci dà anche di più. Sperimentiamo di essere nel flusso della
buona fortuna infinita, della soddisfazione dell’anima e della continua scoperta. Realizziamo, a
quel punto, cosa significa sperimentare per sempre la vita immortale.

Traduzione e note di Furio Sclano


(1) Per “spazio profondo” si intendono le dimensioni sottili e non le galassie materiali.
(2) Si afferma che Il primo guru della nostra tradizione (Mahavatar Babaji) sia incarnato nello stesso corpo da
secoli.
(3) Viconsiglio di leggere il libretto “Un uomo nuovo in una nuova era – La reincarnazione e il tuo destino –
pubblicato gratuitamente su www.kriyayoga.it

Sri Babaji Maharaji

Potrebbero piacerti anche