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E' una disciplina che studia le regole per scrivere correttamente una lingua.
Un suo uso scorretto avviene quando vi è un approccio normativo o prescrittivo alla lingua. La
lingua non è solamente una norma e la linguistica serve solamente per fissare una lingua ufficiale:
infatti essa non prende in esame tutte le caratteristiche della lingua.
La linguistica dev'essere una scienza descrittiva, deve descrivere ciò che i parlanti producono, anche
se scorretto strettamente parlando. Le frasi marcate sono frasi con un valore informativo diverso.
G. ha visto Maria.
*G. hanno visto Maria.
La linguistica descrive la lingua e quindi è lo studio scientifico delle lingue e del linguaggio umano,
quindi utilizza il metodo galileiano ipotetico-deduttivo.
La teoria della grammatica generativa elaborata da Noam Chomsky nel 1957 dice che le lingue
sono la manifestazione concreta del linguaggio umano. Una lingua naturale è un mezzo utilizzato
per comunicare dei significati.
La lingua naturale si distingue dal linguaggio degli animali e dal linguaggio delle scienze in quanto
è un sistema complesso e dipendente da una struttura che associa sequenze di suoni dei significati e
fa un uso infinito di mezzi finiti.
A differenza del linguaggio degli animali la lingua naturale ha la proprietà della discretezza, ovvero
è possibile distinguere i suoni tra di loro. Ogni unità infatti possiede della caratteristiche che ci
permette di individuarli e di distinguerli l'uno dall'altro.
Ogni individuo possiede la “facoltà del linguaggio”, che dev'essere immaginata come una serie di
principi universali ma astratti. Questi principi permettono di intendere la spontaneità
dell'apprendimento della propria lingua naturale, che viene appresa senza sforzo apparente e senza
nessun insegnamento preciso. Poiché l'apprendimento di una lingua straniera normalmente avviene
successivamente, durante l'apprendimento è già presente una grammatica universale, per poter
giustificare queste proprietà viene proposto uno schema di acquisizione che parte dalla facoltà del
linguaggio (che è lo stato iniziale della mente) e che viene attivato dall'esperienza (enormità dei dati
linguistici). Tutti questi principi un bambino li sente propri della comunità in cui è nato.
Un bambino elabora regole sempre legate alla struttura generale, infatti commette sempre errori
dovuti a criteri legati alla struttura.
Le unità delle lingue naturali si organizzano in strutture sintagmatiche e facilitano l'apprendimento.
Esistono al mondo circa 6000 lingue naturali differenti (escluse le lingue estinte o i dialetti), le più
parlate sono il l'inglese, il cinese, l'hindi e lo spagnolo. Per poter descrivere le proprietà che
accomunano queste lingue è necessario un criterio, che può essere genealogico, tipologico o areale.
Il criterio genealogico studia quali lingue derivano da una stessa lingua estinta o ricostruita.
Tutte le proprietà che possiedono le varie lingue servono per arrivare a stabilire una genealogia
Esistono circa 10 famiglie linguistiche riconducibili tutte ad una lingua unica:
Ci sono anche delle lingue isolate, delle quali non c'è la possibilità di ricondurle a qualche lingua
originaria e le più importanti sono il basco ed il giapponese.
Secondo la classificazione areale, vengono prese in esame le lingue che si trovano vicine tra di loro
geograficamente e quindi il modo in cui si influenzano tra di loro e le loro proprietà in comune.
Secondo il criterio tipologico invece le lingue vengono classificate in base a certe proprietà
grammaticali indipendentemente dalla loro provenienza genealogica.
Secondo il tipo morfologico vengono analizzate le proprietà grammaticali (genere, numero, tempi
verbali) delle parole per trovare tratti comuni tra di esse.
Le lingue possono essere isolanti, aggluminanti, flessive o polisintetiche.
Certe lingue sono isolanti perchè mancano completamente di certi tratti determinanti che sono
caratteristici della morfologia flessiva, le parole non hanno le proprietà che le distinguono e che le
caratteristicano, come ad esempio il cinese.
Altre sono agglutinanti in quanto per ogni proprietà grammaticale c'è un affisso diverso (turco).
Le lingue flessive sono tali in quanto un unico affisso può esprimere più di una proprietà
grammaticale (es in “case”, l'affisso -e contiene le proprietà di nome plurale femminile).
Infine le lingue polisintetiche sono tali in quanto vengono aggiunti talmente tanti affissi che
formano una parola equivalente ad una frase. (es. eschimese).
29/09/15
La classificazione di tipo sintattico è stata proposta all'inizio degli anni sessanta da Lindberg, è una
classificazione che guarda le proprietà sintattiche, ovvero la combinazione delle parole tra di loro
all'interno di una frase; quindi raggruppa le lingue in base ad esse. Lindberg guarda come le parole
maggiori si combinano tra di loro ed in base alla loro combinazione raggruppa le lingue in famiglie
es:
Soggetto, verbo, oggetto => Italiano, Catalano, Spagnolo (quasi 42 % delle lingue)
Soggetto, oggetto, verbo => lingue con costruzioni frasali non marcate dal punto di vista
informativo es: italiano, dislocazione a sinistra dove l'oggetto corrisponde al tema circa il 45%
delle lingue (giapponese, turco, basco)
Verbo, soggetto, oggetto => 10% delle lingue (lingue celtiche es: irlandese, ebraico)
Verbo, oggetto, soggetto=> malgaco, lingua degli indiani d'america
Oggetto, soggetto, verbo => solo una lingua
Oggetto, verbo, soggetto=> nessuna lingua
se una lingua è una lingua che risponde a questo tipo di ordine SVO è preposizionale, segue l'ordine
n.a, e n.g.
Tuttavia queste proprietà vanno viste come proprietà non marcate, di base, e solamente di alcune
lingue (non bisogna essere rigidi nel classificare) Cap 3
Lo studio delle lingue naturali (Cap 4 di graffi scalise)
le lingue naturali vanno considerate come un sistema di sistemi, che implica diversi livelli: livello
dei suoni, delle frasi, delle parole
Il livello dei suoni è un sistema, viene studiato dalla fonologia e dalla fonetica,
La fonologia è quella branca che si occupa dei suoni che nelle diverse lingue naturali vengono
utilizzati per distinguere e comunicare i significati, quindi studia la competenza fonologica del
parlante. La sua funzione è quella di determinare i suoni che distinguono significati da quelli che
non lo fanno. Es: Un parlante dell'italiano sa che nella propria lingua esiste un unico suono “erre”,
durante la sua acquisizione questo individuo può sentire diverse realizzazioni di questo suono [r]
(raro) ad esempio possono usare la r francese detta r ugolare [R], oppure la r moscia [ɚ] dopo
averle sentite può decidere inconsciamente come realizzarla. Questo perchè in italiano non esistono
parole in cui l'utilizzo di diversi suoni r da luogo a significati diversi, come invece con [g] e [d]:
donna e gonna. Sono quindi suoni istintivi, in quanto distinguono significati in base al contesto
sonoro. I suoni che sono distintivi in una lingua naturale possono non esserlo in un'altra lingua.
Ad esempio in italiano, il suono /n/, che è una nasale alveolare (insieme a /m/ e /ɲ/), sono quindi le
nasali istintive dell'italiano. A volte la /n/ la produciamo con un suono velare=> inadatto /n/ e
ingrato [ɳ]. Noi non percepiamo la differenza, mentre in altre lingue a causa della distinzione dei
significati percepiscono la differenza, come l'inglese.
La fonologia serve a determinare i suoni che distinguono significati, quindi a distinguere delle
regole da seguire per notare le varie modificazioni di un suono dovuto al contesto.
Queste modificazioni fanno parte della nostra competenza fonologica e quindi devono essere
classificate dalla fonologia. Es: assimilazione, che prende parte del suono successivo e lo integra al
suono precedente.
La fonologia si occupa anche di studiare altre proprietà sonore che non sono deducibili dalla
semplice concatenazione di un suono con un altro suono, ovvero non solo a quelle che
appartengono al criterio segmentale, ma anche di quelle che fanno parte della competenza
fonologica di un parlante. Questi elementi sonori vengono denominati sovrasegmenti. Quindi anche
le proprietà sovrasegmentali devono essere studiate dalla fonologia.
p. sovrasegmentali: accento primario di parola, tono, lunghezza (che può essere vocalica o
consonantica).
L'accento primario di parola in alcune lingue non ha valore distintivo (ungherese, francese) mentre
in altre si dando così significati diversi: (italiano: ancorà, ancòra).
Le tipologie accentuali delle lingue:
l'italiano possiede un gran numero di parole piane, dove l'accento primario di parola cade nella
penultima sillaba=> 'li-bro, con-si-de-ra-'zio-ne
poi ci sono le parole sdrucciole=> parole il quale accento primario di parola cade sulla terzultima
sillaba=> 'pre-sti-to, im-pre-ve-'di-bi-le
parole tronche, parole il quale accento primario cade sull'ultima lettera =>vir-'tù, caf-'fè
Per quanto riguarda il tono, in italiano non è distintivo mentre nel cinese si, in quanto parole con
altezze tonali diversi hanno significati diversi, in italiano funziona così solamente per distinguere le
interrogative dalle dichiarative.
La lunghezza è distintiva in italiano nel caso delle consonanti ma non nelle vocali. Un suono viene
detto geminato (allungato) => fa[t]o e fa[tt]o, pa[p]a e pa[pp]a
la lunghezza vocalica viene sistematicamente prodotta però non è distintiva, non serve a distinguere
significati=> ['ka:za] tendo ad allungare la vocale che contiene l'accento primario invece se dico
['kasta] quindi tra la prima e la seconda parola