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Ma perché questo andirivieni costante? Perché questo turnover per cui Seriate vede arrivare e partire
circa mille persone ogni anno? Un migliaio che arrivano dalla città o dai paesi vicini e vengono ad
abitare a Seriate. E un altro migliaio (grosso modo) che decidono di lasciarla. Perché non restano? Se
escludiamo lo zoccolo duro di seriatesi doc, di nascita e di generazioni, risulta che ogni vent’anni la
cittadina cambia pelle. Perché? Ne abbiamo parlato con Pier Maria Lupo Pasini, cittadino di nascita
(è di Pignolo), ma che da quasi quarant’anni abita a Seriate: un caso non frequente. Lupo Pasini è
stato il primo direttore della biblioteca di Seriate, ne curò la nuova sede nella Villa Guerinoni. Poi
diventò funzionario del Comune, capoufficio del settore scuola, del sociale e della cultura. Si occupò
personalmente della complessa pratica per riconoscere a Seriate il titolo di città da parte dello Stato.
Mancano una piazza e un centro storico. Pier Maria Lupo Pasini parla in questa mattina di ottobre
soleggiata, al bar dell’Angolo, vicino al Comune dove ha lavorato per tanti anni. E questo bar è un
punto di riferimento per tante persone della cittadina: vicino alle poste e al Comune, è sempre stato
molto ben gestito. Continua Lupo Pasini: «Vede, uno che abita qui in via Partigiani, una mamma che
vuole uscire per una passeggiata con i suoi bambini dove va? C’è un parchetto, ma manca un tessuto
storico, mancano delle botteghe attrattive, manca soprattutto una piazza. Seriate è forse l’unica città
del mondo senza una piazza. Mi ricordo che c’erano studenti di architettura di Venezia che venivano
per delle tesi di urbanistica e studiavano anche il caso Seriate. Non c’è una piazza, non c’è un luogo
di ritrovo e di incontro, di conviviali. Una piazza con portici, con tavolini all’aperto, caffè e ristoranti.
Con bei negozi dove rifarsi un po’ gli occhi.
Il Serio. Il fiume è una ricchezza del paese, avrebbe potuto rappresentare una delle carte vincenti,
realizzando per esempio un passeggio “lungoserio”. La cittadina (il riconoscimento di città è arrivato
a fine Anni Novanta) ha cercato con la buona volontà dei suoi amministratori di dotarsi di servizi
importanti: piscina, centro sportivo, cinema teatro. Poi ci sono l’oratorio, il centro pastorale Giovanni
XXIII, ma sono tutti decentrati, difficili da raggiungere a piedi.
E i commercianti? Lupo Pasini infine affronta un’altra questione. «Un altro elemento importante è il
commercio: non c’è dubbio che i grandi centri commerciali, i grandi supermercati, soffochino le
botteghe: il commercio è parte fondamentale dell’anima di un centro storico, di una piazza. Le
amministrazioni comunali dovranno essere molto coscienti di questo aspetto, non soltanto a parole».