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Seriate, ci vorrebbe un

centro città
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Rosella Paganessi ­ 11 novembre 2017

Seriate è una città senza un centro ben definito: ce ne sono tanti, di


tipo differente, con vari punti di riferimento e altrettanto
diversamente vissuti. Un pregio e una particolarità, o un problema e
un difetto? Non ci esprimiamo, ma semplicemente vi conduciamo tra
quelli che possono essere considerati i centri. E se Seriate è una città
senza un unico centro, forse dà a ognuno la possibilità di trovare il
proprio.
Il centro storico che ora è solo storico. In un tempo lontano – e
solo i nostri nonni ne portano memoria – di fronte alla chiesa
parrocchiale del Ss. Redentore c’era una piazza, denominata dal 1931
«piazza Roma»: si era creata dopo alcuni lavori del secolo precedente.
Dal 1963 la piazzetta fu dedicata a papa Giovanni XXIII e, con gli anni,
ha perso quella connotazione commerciale che aveva allora, con
negozi di alimentari, il tabaccaio e il calzolaio, lasciando ora posto a
dei bar, mentre restano da allora la panetteria e la farmacia. La
piazza si univa, come un continuum, alla ben più conosciuta piazza
Bolognini, un tempo chiamata piazza San Cristoforo, dove davvero si
era formato il cuore della città vecchia.

Ora è solo il centro storico, dove per storico si intende legato alla
storia del nucleo cittadino. Difatti (se proprio vogliamo essere
obiettivi) non ci sono monumenti o edifici degni di nota a livello
storico­artistico: questa connotazione effettivamente fa sì che non sia
una zona di grande attrazione culturale o turistica, ma solo il punto,
brulicante di vita, in cui Seriate si è forse avvicinata di più all’essere
città in passato. Attualmente questa parte di Seriate ha perso ogni
caratteristica tipica del centro­città: molti negozi hanno chiuso le loro
serrande (e gli sfitti sono più degli attivi), mentre le case sono state
occupate perlopiù da abitanti stranieri, che a loro volta hanno aperto
attività commerciale. In pratica è successo qui quel che normalmente
accade nelle periferie delle città, in cui, nei casi più gravi, si creano
veri e propri ghetti.

A Seriate, invece, sopravvive fortunatamente la voglia di rivalutare il


centro storico, soprattutto grazie ad alcune associazioni, come
Seriate: recuperare il centro storico, e ai cittadini che lì abitano o che
là hanno comunque lasciato il cuore. Riqualificare tutta l’area è un
lavoro che richiede tempo e impegno sia da parte dei seriatesi, sia da
parte dell’Amministrazione: pur sperando in una ripresa quanto più
rapida possibile, al momento piazza Bolognini e le aree limitrofe non
possono essere considerate il centro di Seriate, ma solo il ricordo di
un centro passato che si era sviluppato grazie alla presenza della
chiesa, riferimento religioso e sociale di una volta. Dalle memorie dei
seriatesi si ricostruisce un susseguirsi di attività dislocate tra la
piazza e le vie limitrofe, tanto da rendere quegli svincoli sempre
frequentatissimi da gente che resta, va e viene: lo storico mobilificio
Pesenti, delle trattorie, un’osteria, il fruttivendolo, un pescivendolo,
un macellaio, un salumiere, un panettiere, il riparatore di tacchi e
quello delle macchine da cucire.
Un possibile centro attorno ai servizi. Non è che non ci siano
più negozi ora, tutt’altro: a Seriate, grazie anche alle politiche
dell’assessorato al Commercio, è sempre più forte l’attenzione al
cosiddetto commercio di vicinato, ma le attività commerciali sono
dislocate seguendo un ordine non sempre preciso. Vediamolo meglio:
via Italia è diventata una via centrale, lungo la quale ci sono dei punti
di riferimento istituzionalmente e amministrativamente importanti,
come il Municipio, gli…»

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