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Presentazione

IL CAPOLAVORO DA CUI TRATTO IL NUOVO FILM DI MARTIN SCORSESE

Nagasaki, 1633: lindomito padre gesuita Christvo Ferreira, che da anni si batte in Giappone per
diffondere il cristianesimo, ha rinnegato la vera fede ed diventato un apostata: questa la notizia
sconvolgente che giunge a Roma. La Compagnia di Ges decide allora di inviare in Oriente due giovani
religiosi, Sebastio Rodrigues e Francisco Garrpe per compiere unindagine allinterno della chiesa
locale. I due gesuiti per, partiti pieni di ideali e di entusiasmo, si scontrano ben presto con la dura
realt del Giappone dei Tokugawa e delle persecuzioni. I sospetti cristiani vengono costretti dalle
autorit giapponesi a calpestare immagini sacre: chi si rifiuta viene torturato e ucciso, mentre chi
accetta viene deriso e costretto a vivere ai margini della societ, rifiutato tanto dalla comunit
cristiana quanto dai giapponesi. La vita in Giappone si fa sempre pi difficile per Rodrigues che ora
vive in prima persona le persecuzioni e che finisce, evangelicamente, per essere tradito dallamico
Kichijiro, il suo Giuda, mentre implora Dio di rompere il suo silenzio.
Un romanzo intenso, aspro, pieno di ispirazione e sensibilit. Universalmente riconosciuto come un
capolavoro.

Shsaku End (1923-1996) uno dei maggiori scrittori giapponesi. Battezzato per volont della madre,
si laureato in Letteratura francese allUniversit di Tokyo e ha vissuto per molti anni a Lione.
Considerato il Graham Greene giapponese per la delicatezza con cui descrive la fragilit umana di
fronte al mistero divino, End ha ricevuto numerosi premi letterari ed stato pi volte candidato al
Nobel per la letteratura. Fra i suoi romanzi pubblicati anche in italiano ricordiamo, oltre a Silenzio
pubblicato da Corbaccio e da cui Martin Scorsese ha tratto il film Silence, Vita di Ges, Una
donna chiamata Shizu e Scandalo.
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Titolo originale: Chinmoku (Silence)


Traduzione dalla versione inglese di William Johnston di Lydia Lax

PROPRIET LETTERARIA RISERVATA


In copertina: Paramount Pictures/Sharpsword Films/Al Films
Grafica Baroni Design

Copyright 1969, Monumenta Nipponica


All rights reserved
Casa Editrice Corbaccio un marchio di Garzanti S.r.l.
Gruppo editoriale Mauri Spagnol
2013 Garzanti S.r.l., Milano
Leditore riconosce i diritti del traduttore che non riuscito a rintracciare
prima della pubblicazione

ISBN 978-88-6700-295-5

Prima edizione digitale dicembre 2016


Questopera protetta dalla Legge sul diritto dautore.
vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata.
PROLOGO

La notizia giunse fino alla Chiesa di Roma. Christvo Ferreira, che era stato inviato in Giappone dalla
Compagnia di Ges del Portogallo, dopo esser stato sottoposto alla tortura della fossa, aveva abiurato
la sua fede divenendo un apostata. Missionario di provata esperienza e che godeva di grandissima
stima, Christvo Ferreira aveva trascorso trentatr anni in Giappone, dove aveva ricoperto lalta
carica di padre provinciale, diventando una fonte di ispirazione sia per i sacerdoti sia per i credenti.
Era inoltre un teologo di notevole talento. Durante le persecuzioni si era spinto segretamente nella
regione di Kamigata per svolgere la sua opera di apostolato; le lettere che di l inviava a Roma
traboccavano di coraggio indomito. Che un simile uomo tradisse la propria fede era inconcepibile, per
quanto potesse esser terribile il frangente in cui si era venuto a trovare. In seno ai membri della
Compagnia di Ges, come nella Chiesa in genere, ci si chiedeva se il tutto non fosse uninvenzione
messa in giro dagli olandesi o dai giapponesi.
Non che la Chiesa di Roma ignorasse la precariet della situazione nella quale versava la Missione in
Giappone. Le lettere dei missionari non avevano lasciato dubbi in proposito. A partire dal 1587, il
reggente Hideyoshi adottando una politica opposta a quella del suo predecessore aveva iniziato una
spaventosa persecuzione contro la cristianit. Tutto aveva preso il via con la punizione a Nishizaka,
Nagasaki, di ventisei tra preti e fedeli; da allora i cristiani di tutto il paese furono scacciati dalle loro
famiglie, torturati e messi a morte. Lo Shogun Tokugawa persegu la stessa politica, e nel 1614 ordin
lespulsione dal Giappone di tutti i missionari.
I rapporti inviati dai missionari dicevano come tra il 6 e il 7 ottobre di quello stesso anno settanta
sacerdoti sia giapponesi che stranieri fossero stati ammassati a Kibachi, nel Kyushu, e costretti a
imbarcarsi su cinque giunche dirette a Macao e a Manila. Cos salparono per lesilio. Pioveva quel
giorno, il mare era tempestoso e grigio quando le imbarcazioni fradice di pioggia lasciarono la baia,
passarono oltre il promontorio e scomparvero allorizzonte.
Tuttavia trentasette sacerdoti ignorando il decreto desilio rifiutarono di abbandonare il loro
gregge e rimasero in segreto nascosti in Giappone. Ferreira era appunto uno di questi religiosi
clandestini. A mezzo delle lettere che inviava, continu a tenere informati i suoi superiori circa la
cattura dei missionari e dei fedeli cristiani nonch delle pene cui venivano sottoposti. Ancor oggi esiste
una sua lettera scritta da Nagasaki il 22 marzo 1632 al visitatore ecclesiastico Andrea Palmeiro,
lettera in cui descrive esaurientemente le condizioni di quellepoca: Nella mia precedente lettera ho
informato Sua Eccellenza della situazione in cui versano i cristiani in questo paese. E ora proseguir
raccontando quello che successo a partire da allora. Tutto si concluso con nuove persecuzioni,
nuove repressioni, nuove sofferenze. Vorrei iniziare il mio resoconto con la storia di cinque religiosi
che a datare dallanno 1629 furono arrestati a causa della loro fede. Si chiamano Bartolomeo
Gutierrez, Francisco de Jesus e Vincente de San Antonio, che sono dellOrdine di SantAgostino,
Anthonio Ishida che appartiene alla nostra Compagnia, e Gabriel de Santa Magdalena, un francescano.
Il magistrato di Nagasaki, Takenaka Uneme, tent di farli abiurare e di gettare nel ridicolo la nostra
santa fede e i suoi seguaci con la speranza di distruggere in tal modo il coraggio dei fedeli. Tuttavia
dovette ben presto rendersi conto che le parole, da sole, mai avrebbero smosso la risolutezza di questi
sacerdoti. Fu pertanto costretto a adottare un diverso modo dagire; cos, a Unzen, li sottopose
allatroce immersione in acqua bollente.
Diede ordine che i cinque preti fossero portati a Unzen e torturati fino a che non avessero abiurato
la loro fede; ordin tuttavia che non fossero per alcun motivo messi a morte. Dispose inoltre che in
aggiunta ai cinque sacerdoti fossero torturate Beatrice da Costa, moglie di Antonio da Silva, e sua
figlia Maria, poich malgrado tutti i tentativi di persuasione avevano rifiutato di abbandonare la loro
fede.
Il 3 dicembre il gruppo lasci Nagasaki diretto a Unzen. Le due donne furono messe in una lettiga, ai
cinque uomini fu dato un cavallo. Cos si accomiatarono. Giunti al porto, non molto distante, legarono
loro mani e braccia, ne incatenarono i piedi, poi li caricarono su un battello legandoli saldamente alla
fiancata.
Quella sera raggiunsero il porto di Obama, ai piedi di Unzen, il giorno seguente risalirono la
montagna e quindi i sette, uno per uno, furono gettati in una piccola baracca. Restarono confinati l
dentro un giorno e una notte, con i piedi incatenati e le braccia legate, strettamente sorvegliati;
nessuno, senza un regolare permesso degli ufficiali, poteva passare di l.
Il giorno successivo le torture ebbero inizio come segue: a uno a uno i sette furono separati dagli
altri, presi e portati sulla riva del lago bollente; qui venne mostrata loro lacqua che ribolliva
scagliando nellaria i suoi spruzzi, poi furono sollecitati ad abbandonare gli insegnamenti di Cristo
sotto pena di sperimentare sul loro stesso corpo il dolore terribile di quellacqua bollente che avevano
davanti. Faceva freddo, e dal lago ribollente si alzava un vapore veramente spaventoso la cui sola
vista, non fosse stato per la grazia di Dio, avrebbe fatto vacillare anche luomo pi forte. Tuttavia
ognuno dei sette, sostenuto dalla grazia divina, mostr grande coraggio, arrivando perfino a chiedere
di essere torturato, e tutti dichiararono con fermezza che mai avrebbero abbandonato la loro santa
fede. A questa intrepida risposta gli ufficiali strapparono i vestiti di dosso ai prigionieri, li legarono
mani e piedi a dei pali, e raccolta dellacqua bollente dentro grossi mestoli la versarono sui loro corpi
nudi. I mestoli erano forati, pieni di buchi, per cui la cosa richiese parecchio tempo e le sofferenze
furono prolungate.
Eroi di Cristo, sopportarono lorribile tormento senza esitare. Solo la giovane Maria, sopraffatta
dalleccessiva sofferenza, cadde a terra in un parossismo spasmodico. Ha abiurato! Ha abiurato!
gridarono, e riportatala alla capanna la mandarono immediatamente a Nagasaki. Maria neg di aver
voluto abiurare. Anzi, arriv a supplicare di esser torturata insieme alla madre e agli altri. Le sue
preghiere tuttavia non furono ascoltate.
Gli altri sei restarono sulla montagna per trentatr giorni. Durante quel periodo i sacerdoti Antonio
e Francisco, insieme a Beatrice, furono sottoposti alla tortura dellacqua bollente ciascuno per sei
volte; padre Vincente fu torturato quattro volte, i padri Palmeiro e Gabriel due volte. Malgrado tutto
ci nessuno di loro emise un gemito o un sospiro.
In particolare i padri Antonio e Francisco nonch Beatrice da Costa, nonostante le torture e le
minacce e le sollecitazioni di ogni sorta, mostrarono un coraggio davvero virile. Oltre alla tortura
dellacqua bollente Beatrice fu sottoposta a unulteriore ignominia, costretta a stare in piedi per ore su
una piccola roccia, esposta agli insulti e alle beffe della folla. Ma anche quando il parossismo dei suoi
persecutori giunse allapice, essa non vacill.
Essendo gli altri molto deboli di salute, non era possibile punirli con troppo rigore dal momento che
il magistrato non voleva che fossero messi a morte, ma intendeva farli abiurare. E per questa ragione
arriv addirittura a far portare un medico sulla montagna perch curasse le ferite dei prigionieri.
Tuttavia alla fine Uneme comprese che non avrebbe mai vinto. I suoi seguaci, anzi, vedendo il
coraggio dei sacerdoti, gli dissero che tutte le sorgenti di Unzen avrebbero dovuto prosciugarsi prima
che si potesse persuadere uomini di tal forza a mutare opinione. Cos Uneme decise di riportarli a
Nagasaki. Il 5 gennaio releg Beatrice in una casa di malaffare, e rinchiuse i preti nella prigione
locale. E l si trovano tuttora.
Tutta questa lotta ha avuto leffetto di diffondere tra le folle la nostra dottrina e di rafforzare la fede
di noi cristiani. Tutto si rivoltato contro le intenzioni del tiranno.
Questa la lettera di Ferreira. La Chiesa di Roma non poteva credere che questuomo, per quanto
sottoposto a torture terribili, fosse stato indotto a rinunziare alla sua fede e a strisciare davanti
allinfedele.
Nel 1635, a Roma, quattro sacerdoti si raccolsero intorno a padre Rubino. Intendevano giungere
fino in Giappone nel pieno delle persecuzioni, allo scopo di fondare un apostolato missionario
clandestino ed espiare lapostasia di Ferreira che tanto aveva ferito lonore della Chiesa.
Dapprima questo piano temerario non riusc a strappare il consenso dei superiori. Bench
guardassero con favore allardore e allo zelo apostolico che avevano ispirato il progetto, le autorit
ecclesiastiche erano restie allinvio di altri sacerdoti in un paese e in una missione minacciati da tanti
pericoli. Daltra parte, era in quella stessa terra che fin dai tempi di Francesco Saverio il buon seme
era stato gettato con pi abbondanza: lasciarlo ora senza una guida e abbandonare i cristiani al loro
destino era qualcosa di inconcepibile. Inoltre, per lEuropa di quel tempo, il fatto che Ferreira fosse
stato costretto ad abiurare la sua fede in quel lontano paese, posto alla periferia del mondo, non era
soltanto il fallimento di un singolo uomo ma una umiliante sconfitta per la fede stessa e per lEuropa
intera. Questa fu lopinione che prevalse, e cos, dopo problemi e difficolt di ogni sorta, padre Rubino
e i suoi compagni ottennero finalmente lautorizzazione a partire.
Oltre a questo gruppo cerano altri tre giovani sacerdoti intenzionati a loro volta a entrare in
Giappone in segreto; si trattava per di portoghesi e la ragione che li spingeva era diversa. Erano stati
allievi di Ferreira, sotto la cui guida avevano studiato nellantico monastero di Campolide. Per questi
tre uomini, Francisco Garrpe, Juan de Santa Marta e Sebastio Rodrigues, era impossibile credere che
il loro ammiratissimo maestro Ferreira, posto dinanzi alleventualit di un glorioso martirio, avesse
strisciato come un cane davanti allinfedele. I loro sentimenti erano condivisi dal clero del Portogallo.
Sarebbero andati in Giappone e avrebbero indagato di persona. Ma, come gi in Italia, anche in
Portogallo i superiori erano riluttanti a concedere la loro approvazione. Tuttavia con il tempo,
sopraffatti dallardente insistenza dei giovani, diedero il benestare alla pericolosa missione in
Giappone. Era lanno 1637.
I tre giovani religiosi si accinsero allora a preparare il loro lungo e faticoso viaggio. A quel tempo i
missionari portoghesi diretti in Oriente erano soliti aggregarsi alla flotta che, da Lisbona, faceva vela
per lIndia; e a Lisbona la partenza della flotta indiana era uno degli avvenimenti pi emozionanti
dellanno. Innanzi agli occhi dei tre giovani appariva a colori vividi lo spettacolo di un Oriente che
rappresentava letteralmente il confine ultimo della terra, e di un Giappone che ne costituiva lestremo
limite. Bastava aprire la carta geografica, ed ecco i contorni dellAfrica, poi lIndia quindi, sparsi tutto
intorno, le innumerevoli isole e i paesi dellAsia. E poi, nellestrema parte nordorientale come un bruco
enorme, ecco la sottile sagoma del Giappone. Per arrivarci occorreva prima andare a Goa, in India;
quindi oltrepassare miglia e miglia di mare. Per settimane, per mesi, bisognava andare avanti e ancora
avanti. Dai tempi di Francesco Saverio, Goa era stata la porta daccesso a tutta la fatica missionaria in
Oriente; a Goa esistevano due seminari dove studiavano giovani provenienti da ogni parte dellAsia e
dove i missionari europei venivano a conoscenza delle condizioni del paese a cui erano destinati.
Talora i missionari dovevano restare a Goa per sei mesi o un anno in attesa di un mezzo di navigazione
che li portasse nella loro zona di missione.
I tre giovani sacerdoti non tralasciarono sforzo per imparare tutto il possibile sulle condizioni del
Giappone. Esistevano per fortuna numerosi rapporti inviati dal Giappone dai missionari portoghesi del
tempo di Lus Fris; questi rapporti dicevano come il nuovo Shogun Iemitsu avesse adottato una
politica di repressione ancor pi crudele di quella applicata dal padre e dal nonno. Dal 1629, in special
modo a Nagasaki, il magistrato Takenaka Uneme aveva inflitto ai cristiani i supplizi pi inumani e
atroci, immergendoli in vasche di acqua bollente e spronandoli ad abiurare la loro fede e a mutare
religione. Si diceva che in un sol giorno il numero delle vittime toccasse talora perfino le sessanta o
settanta unit. Dato che era stato lo stesso Ferreira a far pervenire la notizia, non potevano esservi
dubbi sulla sua fondatezza. Comunque i nuovi missionari si resero conto che dovevano partire con
lidea e la convinzione che alla fine del loro arduo viaggio avrebbero forse dovuto affrontare un destino
ancora pi terribile di tutte le sofferenze patite fino ad allora.
Sebastio Rodrigues, nato nel 1610 nella famosa citt mineraria di Tasco, era entrato nella vita
religiosa a diciassette anni. Juan de Santa Marta e Francisco Garrpe, entrambi amici di Rodrigues,
avevano studiato con lui al seminario di Campolide. Fin dagli esordi al seminario, avevano trascorso le
giornate seduti ai loro banchi a studiare, e tutti avevano ancora vivido il ricordo del vecchio insegnante
da cui avevano appreso la teologia.
E ora Ferreira si trovava da qualche parte in Giappone. Il suo viso aveva ancora quegli occhi azzurri
che emanavano una luce dolce, oppure era stato alterato dalle torture dei giapponesi? Questa la
domanda che i giovani si ponevano. Non potevano credere che quel viso fosse ora sconvolto a causa
degli insulti ricevuti; n potevano credere che Ferreira avesse voltato le spalle a Dio e gettato via la
mite carit che caratterizzava ogni sua azione. Rodrigues e i suoi compagni volevano a ogni costo
arrivare in Giappone e sapere la verit sulla sorte toccata a Ferreira.
Accompagnata da salve di cannone provenienti dalla fortezza di Belm, il 25 marzo del 1638 la flotta
indiana salp dal fiume Tago. I tre missionari, dopo aver ricevuto la benedizione del vescovo Joo
Dasco, si erano imbarcati sulla Santa Isabella, la nave ammiraglia. Appena oltrepassata la bruna foce
del fiume, circondati ormai dallazzurro del mare di mezzogiorno, si appoggiarono al parapetto della
nave e osservarono il promontorio e le montagne che scintillavano come oro. Le mura rosse delle
fattorie. La chiesa. Dalla torre i rintocchi della campana salutavano le navi in partenza e il suono si
diffondeva sul mare.
Ora li attendeva un viaggio intorno allAfrica, alla volta dellIndia. Tre giorni dopo la partenza
incapparono in una spaventosa tempesta lungo la costa occidentale dellAfrica.
Il 2 aprile raggiunsero lisola di Porto Santo, poi Madeira; il 6 aprile arrivarono alle isole Canarie,
dove dovettero affrontare una pioggia incessante che scendeva da un cielo senza un alito di vento. Il
caldo, nellassoluta immobilit dellaria, era insopportabile. E a questo punto, oltre a tutto il resto,
scoppiarono le malattie. Sulla sola Santa Isabella oltre un centinaio di vittime gemevano sul ponte e
nelle cuccette sotto coperta. Rodrigues, i suoi compagni e lequipaggio si davano da fare a curare gli
ammalati e ad aiutare a fare salassi.
Finalmente il 25 luglio, festa di San Giacomo, la nave doppi il Capo di Buona Speranza. Lo stesso
giorno si sollev un vento contrario talmente violento da spaccare lalbero maestro, scaraventandolo
sul ponte con un suono lacerante. Tutti furono chiamati Rodrigues, i suoi compagni, e perfino gli
ammalati per salvare la vela di trinchetto che correva lo stesso pericolo. Non avevano ancora finito
che ecco la nave and a sbattere contro uno scoglio. Se non ci fossero state le altre navi a soccorrerla,
la Santa Isabella sarebbe probabilmente colata a picco in un attimo.
Dopo la tempesta il vento cal di nuovo. Le vele erano senza vita e soltanto la loro cupa ombra nera
si proiettava sui visi e sui corpi dei malati che giacevano sul ponte come morti. E i giorni passavano
luno dopo laltro, col calore abbagliante del sole che batteva su un mare dove non si increspava onda.
Questa serie di inconvenienti prolung il viaggio tanto che cibo e acqua cominciarono a
scarseggiare; ma finalmente il 9 ottobre giunsero a destinazione: Goa.
Una volta arrivati, poterono ottenere altre notizie sul Giappone, pi dettagliate di quelle che si
riusciva ad avere in patria. Seppero che dal gennaio dellanno in cui erano partiti, tremilacinquecento
cristiani erano insorti a Shimabara; nel sanguinoso conflitto con le forze del Bakufu seguito
allinsurrezione, i ribelli erano stati massacrati fino allultimo: uomini e donne, giovani e vecchi, tutti
trucidati. Come risultato di questa guerra lintero distretto era cos desolato che a stento vi si scorgeva
unombra umana, mentre si dava la caccia ai cristiani rimasti, a uno a uno. Tuttavia la notizia che pi
colp Rodrigues e i compagni, fu che come risultato di quella guerra il Giappone aveva troncato tutte le
relazioni commerciali e i rapporti con la loro patria. Alle navi portoghesi era proibito entrare nei porti
del Giappone.
Fu con la consapevolezza di non poter arrivare fino in Giappone su una nave portoghese, che i tre
sacerdoti giunsero a Macao. Erano disperati.
Oltre a essere la base delle attivit portoghesi in Oriente, Macao era una base commerciale per gli
scambi tra Cina e Giappone. Perci, se avessero atteso pazientemente in quella citt, poteva capitare
loro un provvidenziale colpo di fortuna.
Immediatamente dopo il loro arrivo ricevettero dal visitatore ecclesiastico, Valignano, che si trovava
a Macao in quel periodo, un consiglio inequivocabile. In Giappone, disse loro Valignano, di opera
missionaria non se ne parlava neppure, ed egli stesso non aveva alcuna intenzione di inviare missionari
in un paese cos pieno di pericoli. Va detto che fin da quando in Giappone erano iniziate le
persecuzioni, lintera amministrazione della provincia giapponese della Compagnia di Ges era stata
affidata al superiore Valignano, divenuto cos padre provinciale; questi, dieci anni prima, aveva
fondato a Macao un collegio per la formazione di missionari destinati alla Cina e al Giappone.
Per quanto riguardava Ferreira, che i tre uomini intendevano trovare una volta arrivati in Giappone,
Valignano rifer quanto segue: dal 1633 tutte le notizie dalle missioni clandestine avevano cessato di
pervenire bruscamente e drasticamente. Marinai olandesi di ritorno a Macao da Nagasaki avevano
riferito che Ferreira era stato catturato e sottoposto alla tortura della fossa. Tranne questa notizia,
tutto il resto era molto oscuro e investigare sui fatti reali era impossibile. Questo perch gli olandesi
avevano lasciato la zona esattamente lo stesso giorno in cui Ferreira era stato messo sotto tortura.
Lunico dato certo era che Ferreira aveva subito un interrogatorio a opera del magistrato di fresca
nomina Inoue, signore di Chikugo. Comunque, la Missione di Macao non poteva assolutamente
approvare che, date le circostanze, dei preti si recassero in Giappone. Questa la schietta opinione
espressa da Valignano.
Oggigiorno si possono leggere alcune delle lettere scritte da Sebastio Rodrigues, conservate in
Portogallo, nella biblioteca dellIstituto di Studi Storici delle Terre Straniere. La prima di queste lettere
fu scritta quando Rodrigues e i suoi compagni seppero da Valignano quale fosse la situazione in
Giappone.
1.

(LETTERA DI SEBASTIO RODRIGUES)

Pax Christi. Sia Lodato Ges Cristo.


Le ho gi raccontato di come giungemmo a Goa il 9 ottobre dello scorso anno e di come arrivammo
a Macao il 1 maggio. Tra le tante difficolt e privazioni del viaggio Juan de Santa Marta era sfinito,
pareva che dovesse venirgli la malaria, cos soltanto Francisco Garrpe e io lavoriamo ora con ogni
nostra forza al collegio missionario di qui. Certo laccoglienza che abbiamo ricevuta stata magnifica.
C tuttavia un problema: Padre Valignano che il rettore del collegio e che si trova qui da dieci
anni si oppone recisamente al nostro viaggio in Giappone. Nella sua stanza che d sulla baia ci ha
parlato molto a lungo, ed ecco il succo del suo discorso: Sono obbligato a rifiutare linvio di altri
missionari in Giappone. Per le navi portoghesi il viaggio per mare estremamente pericoloso, e
incontrereste ostacoli di ogni sorta prima ancora di metter piede in quel paese.
Il suo veto non del tutto immotivato dato che a partire dal 1636 il governo giapponese ha troncato
completamente ogni relazione commerciale con il nostro paese, sospettando che i portoghesi avessero
in qualche modo avuto a che fare con la rivolta di Shimabara. Non solo, ma da Macao i mari vicini al
Giappone sono infestati da navi da guerra inglesi e olandesi pronte ad aprire il fuoco contro le navi
mercantili portoghesi.
Tuttavia, con laiuto di Dio, la nostra missione segreta potrebbe andare a buon fine ha affermato a
un certo punto Juan de Santa Marta, sbattendo le palpebre con fervore. In quella terra sconvolta i
cristiani hanno perduto i loro sacerdoti e sono come un gregge di pecore senza pastore. Qualcuno deve
raggiungerli per far loro coraggio, per far s che la fiammella della fede non si spenga.
A queste parole unombra passata sul viso di Valignano, che rimasto in silenzio. Senza dubbio
fino a quel giorno era stato profondamente travagliato e dibattuto dal dilemma tra il proprio dovere di
superiore e il destino degli sfortunati e perseguitati cristiani. Cos, tenendosi la fronte con le mani, il
vecchio non parlava.
Dalla sua stanza si vedeva da lontano il porto di Macao. Nel sole della sera il mare era rosso.
Giunche scure galleggiavano sullacqua, sparse qua e l come macchie nere.
C anche un altro motivo. Noi abbiamo un dovere di pi: vogliamo scoprire la verit sul nostro
maestro, Ferreira.
Di Ferreira non abbiamo ricevuto altre notizie. I resoconti che lo riguardano sono vaghi.
Comunque, al momento, non abbiamo pensato a nulla per accertare la verit o linfondatezza di ci che
stato detto su di lui.
vivo?
Non sappiamo neppure questo... Valignano ha sollevato la testa e, tratto un profondo sospiro, ha
aggiunto: I rapporti che mi inviava regolarmente dal 1630 sono cessati allimprovviso. Che
sfortunatamente si sia ammalato e sia morto, che giaccia nelle prigioni degli infedeli, che (come voi
immaginate) si sia conquistato un glorioso martirio, oppure che sia ancora vivo e che tenti senza
successo di inviarci qualche rapporto... al momento non se ne pu dir nulla.
Valignano non ha sprecato una sola parola sulle voci che volevano che Ferreira si fosse piegato
sotto le torture dei suoi nemici. Come noi, provava ripugnanza ad attribuire simili immaginose accuse
al suo vecchio amico.
Inoltre... Ora Valignano parlava con enfasi. Adesso in Giappone emerso un personaggio che
un vero flagello per i cristiani. Si chiama Inoue.
Era la prima volta che udivamo nominare Inoue. Valignano ha proseguito affermando che,
paragonate a Inoue e alla sua crudelt, persone come Takenaka, lex magistrato di Nagasaki che tanti
cristiani aveva massacrato, erano solo dei novellini.
Per stamparci in mente il nome di questo giapponese che avremmo certamente incontrato se fossimo
sbarcati in Giappone, abbiamo continuato a ripetere quei suoni cos poco familiari: I-N-O-U-E.
Grazie allultimo rapporto inviato dai cristiani di Kyushu, Valignano conosceva parecchio sul conto
di quelluomo. Dopo la ribellione di Shimabara, Inoue era diventato di fatto lartefice primo delle
persecuzioni contro i cristiani. A differenza del suo predecessore, Takenaka, Inoue era astuto come
una volpe, tanto che quei cristiani che finora non avevano vacillato davanti a minacce e torture
cadevano adesso a uno a uno nei suoi astuti inganni.
E la cosa triste ha proseguito Valignano che un tempo era della nostra stessa fede. anche
stato battezzato.
probabile che in seguito potr fornirle altre informazioni su questo persecutore; ora voglio dirle
invece che Valignano, bench sia il prudente superiore che , si finalmente commosso alle nostre
preghiere specialmente a quella di Garrpe e ha dato il consenso alla nostra missione segreta in
Giappone. Ora il dado tratto. Per la conversione del Giappone e la gloria di Dio siamo in qualche
modo giunti in Oriente; adesso ci si apre un futuro che senzaltro irto di pericoli e privazioni pi
grandi di quanto siano stati il viaggio per mare intorno allAfrica e la traversata delloceano Indiano.
Ma se vi perseguitano in una citt, fuggite in unaltra; e costantemente ho nel cuore le parole
dellApocalisse: onore e gloria e potenza appartengono a Dio soltanto.
Come gi le ho detto, Macao si trova alla foce del grande fiume Chu-Kiang. Sorge su una delle tante
isole di cui costellata la via daccesso alla baia, e come tutte le citt dOriente non ha mura di cinta
per cui impossibile dire dove si trovino i confini della citt vera e propria. Le case cinesi si dilatano e
allungano come polvere. Comunque, per quanti centri e citt del nostro paese lei possa immaginare,
mai potr figurarsela. Si dice che la popolazione si aggiri sulle ventimila unit, ma la cifra quasi
certamente falsa. Le uniche cose di qui che possono ricordare il nostro paese sono il palazzo del
governatore, i magazzini dei portoghesi e le strade acciotolate. Sulla baia si affaccia una fortezza con
dei cannoni che fortunatamente fino a questo momento non sono mai entrati in azione.
La maggior parte dei cinesi non mostra alcun interesse per i nostri insegnamenti. A questo
proposito, come disse san Francesco Saverio, il Giappone senza dubbio tra i paesi dellOriente il pi
adatto alla dottrina cristiana. Tuttavia da quando il governo giapponese ha proibito alle sue stesse
navi di toccare porti stranieri, il monopolio del commercio della seta di tutto lEstremo Oriente
caduto, per ironia, proprio nelle mani dei mercanti portoghesi di Macao. Si valuta che lentrata
complessiva di tale importazione arriver questanno ai quattrocento xeraphim1 contro i cento
xeraphim dellanno scorso e dellanno precedente.

Oggi ho magnifiche notizie da darle. Ieri siamo finalmente riusciti a conoscere un giapponese. Pare che
una volta fossero parecchi i giapponesi, tra religiosi e mercanti, che venivano a Macao; ma ora con la
chiusura del loro paese queste visite sono finite, e anche i pochi che erano rimasti qui sono ritornati in
patria. Anche Valignano, a una nostra domanda in merito, aveva risposto che non era rimasto un solo
giapponese in citt. E invece per puro caso abbiamo scoperto che in mezzo ai cinesi di Macao viveva
un giapponese. Voglio raccontarle come lo abbiamo conosciuto.
Ieri una giornata spaventosamente piovosa abbiamo visitato il quartiere cinese della citt per
vedere se potevamo trovare unimbarcazione che ci portasse di nascosto in Giappone. Cercavamo un
capitano e dei marinai. Macao sotto la pioggia... la pioggia rende questa squallida citt ancora pi
squallida. Tutto era velato di un grigio cenere mentre i cinesi, accalcati nelle loro piccole case che
sembrano per lo pi dei canili, disertavano le strade sporche a un punto tale che non cera unanima in
giro. Quando osservo quelle strade penso (e mi chiedo perch) al mistero della vita umana, e divento
triste.
Mentre ci dirigevamo verso la casa del cinese che ci era stato presentato e parlavamo dei nostri
affari, improvvisamente questi ha affermato che in citt cera un giapponese che voleva tornare al suo
paese natio. Dietro nostra richiesta, ha mandato il figlioletto alla ricerca del giapponese.
Che dire di questuomo, il primo giapponese che avessi mai visto in vita mia? Vacillando per il troppo
alcool, un ubriaco entrato barcollando nella stanza. Di et intorno ai ventotto o ventinove anni,
vestiva di stracci. Si chiamava Kichijiro. Quando si deciso a rispondere alle nostre domande abbiamo
scoperto che era un pescatore del distretto di Hizen, vicino a Nagasaki. Prima della famosa
insurrezione di Shimabara, era stato raccolto da una nave portoghese, mentre andava alla deriva. Non
so se fosse perch aveva bevuto, comunque il suo viso aveva uno sguardo astuto e mentre parlava
strabuzzava gli occhi.
Sei cristiano? gli ha chiesto Garrpe. Ma luomo dimprovviso si rinchiuso in se stesso, non
capivamo perch la domanda di Garrpe lavesse messo tanto a disagio. Dapprima non voleva parlare
affatto ma, alla lunga, cedendo alle nostre suppliche, ha cominciato poco per volta a raccontare delle
persecuzioni subite dai cristiani di Kyushu. Ha narrato quanto segue: nei villaggi di Kurasaki e Hizen
aveva assistito allo spettacolo di ventiquattro cristiani sottoposti alla tortura dellacqua da parte del
daimyo del luogo. In mare venivano conficcati dei pali di legno che affioravano a pelo dellacqua; i
cristiani venivano legati a quei pali. Quando arrivava la marea, lacqua saliva sino a un determinato
livello, poi calava. I cristiani si sono fatti via via pi deboli e nel giro di una settimana, sono morti dopo
orribile agonia. Forse neanche Nerone aveva escogitato un modo cos crudele per dare la morte.
Mentre la conversazione procedeva, abbiamo notato una cosa strana. Nel descrivere quella scena da
far rizzare i capelli, il volto di Kichijiro si alter, e poi improvvisamente egli tacque. Gli tremavano le
mani come se quegli orribili ricordi affiorati dal passato lo perseguitassero. Mi chiedo se tra quella
ventina di cristiani vittime della tortura dellacqua ci fossero dei suoi amici o dei conoscenti. Forse
avevamo messo il dito su una piaga ancora aperta e che sarebbe stato meglio non toccare.
Cos tu sei cristiano, vero? ha chiesto Garrpe ancora una volta, con insistenza. Lo sei, vero?
No ha risposto Kichijiro scuotendo la testa. Non sono cristiano.
Comunque, vuoi ritornare in Giappone. Noi abbiamo denaro per comprare unimbarcazione e per
ingaggiare un capitano e dei marinai. Perci, se vuoi tornare nel tuo paese...
A queste parole quegli occhi a mandorla, brutti occhi gialli da ubriaco, si sono illuminati di astuzia.
Rimanendo accovacciato sulle ginocchia in un angolo della stanza, con voce tremante quasi dovesse
difendersi, ha pregato perch gli consentissimo di ritornare al suo paese, anche solo per vedere ancora
una volta i suoi cari rimasti a casa.
Cos sono iniziati i nostri rapporti con quellindividuo spaventato. In quella stanza sporca e
debolmente illuminata una mosca ronzava continuamente tuttintorno. Sul pavimento le bottiglie di
sake, vuote, che luomo aveva bevuto. Comunque, laver scovato questindividuo un bene. Una volta in
Giappone non distingueremo la destra dalla sinistra. Qualcuno dovr darci alloggio. Dovremo entrare
in contatto con dei cristiani che ci possano aiutare. Possiamo quindi servirci di questuomo come di una
prima guida.
Kichijiro rimasto seduto a lungo, con il viso rivolto verso il muro, le ginocchia strette, vagliando a
fondo le condizioni che gli avevamo proposto. Poi ha accettato. Per lui si tratta di unavventura molto
pericolosa, tuttavia ha pensato probabilmente che se avesse perso questoccasione non sarebbe potuto
tornare in Giappone mai pi.
Comunque sembra che grazie a padre Valignano potremo procurarci una grossa giunca. E tuttavia
come sono fragili ed effimeri i piani delluomo! Oggi abbiamo saputo che la nostra imbarcazione se la
stanno divorando le termiti. E qui procurarsi ferro e pece estremamente difficoltoso.

Ogni giorno seguito a scrivere pezzo per pezzo questo rapporto, tanto che assomiglia a un diario privo
di data. Per piacere lo legga con pazienza. Una settimana fa le ho detto che la giunca che eravamo
riusciti a procurarci stava per esser distrutta dalle termiti; ma ora, grazie a Dio, abbiamo escogitato un
sistema per superare questa difficolt. Intendiamo sigillarne linterno e quindi prendere il mare alla
volta di Taiwan. Poi, se riterremo che queste misure demergenza possano resistere pi a lungo,
proseguiremo direttamente verso il Giappone. Chiediamo la protezione di Dio per non imbatterci in una
delle grandi tempeste del mare della Cina orientale.

Oggi ho cattive notizie da darle. Lavevo gi informata che Santa Marta, completamente spossato dal
lungo e penoso viaggio in mare, sembrava avesse preso la malaria. Adesso caduto di nuovo preda di
una febbre violentissima, accompagnata da brividi per tutto il corpo. a letto, in una delle stanze del
collegio. Lei che lo ricorda vigoroso e in salute, non pu immaginare quanto sia spaventosamente
magro e abbattuto. Ha gli occhi velati e iniettati di sangue, e se gli si mette sulla fronte una salvietta
umida, questa si scalda come se fosse stata immersa in acqua bollente. Andare in Giappone in
condizioni simili assolutamente impensabile. Valignano dice che se non lo lasciamo qui a curarsi, non
dar il permesso di partire nemmeno a noialtri due.
Prima andremo noi ha detto Garrpe a Marta per consolarlo e prepareremo la strada. Cos
quando starai meglio potrai raggiungerci.
Ma chi pu predire ci che avverr? Forse la sua sar una vita sicura e felice, mentre come molti
altri cristiani noi saremo catturati dagli infedeli...
Marta rimasto in silenzio; aveva le guance e il mento coperti da una sottile barba ispida; aveva lo
sguardo fisso alla finestra. Che cosa cera nella sua mente? Lei che lo conosce da cos lungo tempo pu
certamente capire i suoi sentimenti. Il giorno in cui, saliti a bordo, abbiamo ricevuto la benedizione del
vescovo e dato laddio al fiume Tago, stato linizio di un lungo e terribile viaggio. La nostra nave
stata visitata da sete e malattie. Perch abbiamo sopportato tutto ci? E perch siamo giunti fino a
questa cadente citt dellEstremo Oriente?
Per certi versi noi sacerdoti siamo un triste genere duomini. Venuti al mondo per soccorrere
lumanit, nessun altro individuo pi squallidamente solo del prete che non allaltezza del suo
compito. Fin dal nostro arrivo a Goa, Marta in modo particolare ha nutrito una speciale devozione per
san Francesco Saverio: non passava giorno che, nel dire le orazioni nel santuario del santo, in India,
non pregasse di riuscire a recarsi in Giappone.
Ogni giorno preghiamo perch si rimetta in salute il pi presto possibile. Ma non migliora. Tuttavia
Dio concede alluomo un fato migliore di quanto la conoscenza umana potr mai arrivare a pensare o
supporre. La nostra partenza si fa pi vicina. Non restano che due settimane. Forse Dio, nella sua
onnipotenza, far s che tutto vada per il meglio.
La riparazione della nave procede rapidamente. Grazie alle nuove assi impiegate dopo i guai causati
dalle termiti, la giunca ha ora un aspetto completamente diverso. Sembra che i venticinque marinai che
padre Valignano ci ha trovato, potranno portarci fino al mare vicino al Giappone. Questi cinesi hanno
un aspetto magro e consunto, come degli ammalati che non tocchino cibo da mesi, e tuttavia la forza
delle loro mani sottili incredibile. Senza alcuna difficolt, con quelle loro braccia scarne, simili a fili
dacciaio, sollevano pesantissime casse colme di provviste. In ogni modo, ora aspettiamo soltanto il
vento favorevole per prendere il largo.
Per quanto riguarda il nostro giapponese, Kichijiro, egli si confonde con i marinai cinesi, trasporta
bagagli e d una mano a rammendare le vele; noi non perdiamo occasione di sorta per studiare
attentamente il carattere di questo giapponese dal quale probabile che dipenda tutto il nostro futuro
destino. Ormai abbiamo capito che si tratta di un individuo assai scaltro. La furbizia gli deriva dal
carattere debole. Stia a sentire che cosa accaduto laltro giorno. Quando lo sguardo del
sovrintendente cinese si puntava su di lui, Kichijiro si dava un gran da fare e lavorava a pi non posso,
ma quando il sovrintendente se ne andava, lui cominciava subito a oziare. Dapprima gli altri marinai
non hanno detto niente ma, a lungo andare, hanno perso la pazienza e gliele hanno suonate di santa
ragione. Il fatto di per se stesso non importante, ma siamo rimasti sbalorditi perch, quando stato
sbattuto a terra e preso violentemente a calci da tre marinai insieme, Kichijiro diventato di un pallore
mortale e, inginocchiatosi sulla sabbia dove era caduto, ha chiesto perdono nel modo pi turpe che si
possa immaginare.
Una condotta che ben lontana dalla cosiddetta pazienza cristiana, e che invece simile alla
vigliaccheria dei deboli! Sollevando il viso che gli era sprofondato nella sabbia, ha urlato qualcosa in
giapponese. Aveva naso e guance coperti di sabbia e dalla bocca gli usciva un rivolo di bava sporca.
Cominciamo a capire perch si fosse chiuso in se stesso a riccio, quando per la prima volta gli abbiamo
parlato dei cristiani giapponesi. Forse ogni volta che apre bocca, ha una paura terribile delle sue stesse
parole. Comunque sia, la lotta a senso unico cessata quando alla fine siamo intervenuti in suo favore,
e tutto si calmato. Da allora Kichijiro ci accoglie con un sorriso servile.
Sei davvero un giapponese? Lo sei veramente? questa la domanda tipica che gli rivolgeva Garrpe,
e non senza una punta di amarezza. Ma con uno sguardo stupito Kichijiro ribadiva con enfasi che s,
era giapponese. Con troppa credulit Garrpe aveva prestato fede ai discorsi di tanti missionari sulla
nazione, il cui popolo non ha paura nemmeno della morte. Naturalmente vero che ci sono
giapponesi che hanno saputo sopportare torture per cinque giorni di seguito senza vacillare o scostarsi
dal loro credo; ma ce ne sono anche altri, deboli e codardi come Kichijiro. Ed proprio a un uomo del
genere che saremo costretti ad affidarci quando saremo in Giappone. Ci ha promesso di metterci in
contatto con dei cristiani che ci daranno rifugio; tuttavia, ora che vedo il suo modo di agire, mi
domando quanto ci si possa fidare di lui. Non pensi per, leggendo queste righe, che noi abbiamo
perduto energia ed entusiasmo. Al contrario, quando penso che ho messo il mio futuro nelle mani di un
individuo come Kichijiro non posso fare a meno di ridere. A ben riflettere, Nostro Signore stesso ha
messo il proprio destino in mano di persone che non meritavano fiducia. In ogni caso, in questa
particolare circostanza, non abbiamo alternativa se non quella di affidarci a Kichijiro. E cos faremo.
Una sola cosa veramente sconcertante: un ubriacone accanito. Dopo una giornata di lavoro, tutta
la paga che riceve dal sovrintendente la spende fino allultimo soldo in sake. Quando ha bevuto, si
comporta in modo inqualificabile. Posso solo concludere che ha qualche ricordo che lo ossessiona,
qualcosa che cerca di dimenticare bevendo.

A Macao, durante la notte, echeggia il triste, prolungato suono della tromba del soldato di guardia alla
fortezza. Come in patria, anche qui, nel nostro monastero, dopo cena c la benedizione nella cappella;
e poi i sacerdoti e i fratelli, tenendo in mano le candele, si ritirano nelle loro stanze, come prescrive la
regola.
I servitori hanno appena attraversato il cortile. Nelle camere di Garrpe e Santa Marta la luce
spenta. Siamo veramente allestremo limite della terra.
Sono seduto alla luce di una candela, tenendo le mani sulle ginocchia, con lo sguardo fisso davanti a
me. nella mia mente sempre presente il pensiero che mi trovo allestremo limite della terra, in un
posto sconosciuto e che in tutta la vita non si conoscer mai. Tutto il mio essere freme, davanti ai miei
occhi riaffiora il ricordo di quella lunga e terribile traversata, tanto che il mio petto colmo di dolore.
Certo il fatto che mi trovo in questa citt orientale cos remota e sconosciuta come un sogno. O
piuttosto, se comincio a pensare che un sogno non , mi verrebbe voglia di gridare al miracolo. vero
che sono a Macao? Non sto sognando? Non posso crederci.
Sul muro c un grande scarafaggio. Il suo fruscio stridente spezza il solenne silenzio della notte.
Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura. Colui che crede e sar battezzato
sar salvo; chi non crede sar dannato. Queste le parole del Cristo risorto ai suoi discepoli riuniti per
la cena. E ora mentre obbedisco al suo comando, il volto di Cristo si leva davanti ai miei occhi. Come
era il volto di Cristo? La Bibbia tace su questo punto. cosa nota che i primi cristiani pensavano che
Cristo fosse un pastore. Il mantello corto, la piccola tunica; con una mano tiene le zampe dellagnello
mentre con laltra stringe un bastone. Questa una figura familiare nei nostri paesi, che vediamo
riflessa in molte persone a noi note. Cos i primi cristiani vedevano il dolce volto di Cristo. E invece
nelle chiese orientali si trovano il lungo naso, i capelli ricci, la barba nera. Con queste fattezze fu
creato il Cristo orientale. Quanto agli artisti medievali, molti di loro dipinsero il volto di Cristo
splendente dellautorit di un sovrano. E tuttavia stanotte per me quel viso come il dipinto conservato
in Borgo San Sepolcro. ancora viva nella mia memoria la prima volta che da seminarista vidi quel
dipinto. Cristo ha un piede sul sepolcro, e nella mano destra regge un crocifisso. Guarda davanti a s, e
il suo volto ha lespressione di incoraggiamento di quando comand ai suoi discepoli, per tre volte:
Nutrite i miei agnelli, nutrite i miei agnelli, nutrite i miei agnelli... un volto pieno di vigore e di
forza. Io provo un grande amore per quel volto. Sempre mi affascina il volto di Cristo, come un uomo
affascinato dal volto della sua amata.

Finalmente mancano solo cinque giorni alla partenza; non abbiamo altro bagaglio da portare in
Giappone che i nostri cuori. Ci preoccupiamo esclusivamente della nostra preparazione spirituale.
Ahim, quanto mi pesa scrivere di Santa Marta. Iddio non ha concesso al nostro sventurato compagno
la gioia di ristabilirsi in salute. Ma ogni cosa che Dio fa per il meglio. Non ho dubbi che a nostra
insaputa Dio stia apprestandogli quella che un giorno sar la sua missione.
2.

(LETTERA DI SEBASTIO RODRIGUES)

La pace di Dio. Gloria a Cristo.


Non so come scrivere nel breve spazio di una lettera gli innumerevoli avvenimenti che si sono
susseguiti negli ultimi due mesi della mia esistenza. Inoltre, data la mia situazione, non so nemmeno se
questa lettera arriver mai. Tuttavia il mio stato tale che non posso fare a meno di scriverle, sento il
dovere di lasciarle qualcosa di scritto.
Per otto giorni dopo la partenza da Macao la nostra imbarcazione stata benedetta da un tempo
straordinariamente bello. Il cielo era terso e azzurro, le vele gonfie di vento; si scorgevano banchi di
pesci volanti che scintillavano come argento non appena guizzavano fuori dalle onde. Ogni mattina
Garrpe e io celebravamo la messa a bordo, ringraziando Dio della nostra traversata sicura, pure non
molto tempo dopo ci siamo imbattuti nella nostra prima tempesta. Era il 6 marzo quando un forte
vento ha cominciato a soffiare da sud-est. I marinai erano uomini esperti: hanno ammainato le vele e
ne hanno issata una sola e piccola sulla parte anteriore della nave. Ma ormai era notte fonda e non si
poteva far altro che abbandonare limbarcazione in balia del vento e delle onde. Nel frattempo si
aperta a prua una grande falla per cui lacqua ha cominciato a riversarsi nella nave. Per quasi tutta la
notte abbiamo lavorato per otturare la falla con stracci e per gettar fuori lacqua.
Allalba il temporale si calmato. I marinai, che come Garrpe e me erano completamente spossati,
non hanno potuto far altro che gettarsi tra le balle del bagagliaio a guardare le grosse nuvole nere
cariche di pioggia che fluttuavano verso est. Mi sorto in cuore il pensiero di san Francesco Saverio.
Anche lui, nella calma seguita a unanaloga tempesta, avr guardato lass nel cielo biancastro. E dopo
di lui per i successivi ottanta anni, quanti missionari e seminaristi avevano navigato intorno alla costa
africana, erano passati per lIndia, e avevano attraversato questo stesso mare per portare il Vangelo in
Giappone. E tra gli altri il vescovo Cerqueira, e Organtino, Gomes, Lopez, Gregorio...
Se si comincia a contarli non si finisce pi. Tra loro ce nerano stati alcuni, come Gil de Mata, il cui
fato si era concluso su una nave che naufragava, mentre i loro occhi fissavano il Giappone. Ora sono in
grado di comprendere lenorme emozione che colm i loro petti e rese loro possibile il patire simili
terribili sofferenze. Tutti questi grandi missionari fissarono sia le nuvole di un bianco lattiginoso sia le
altre, le grosse nuvole nere cariche di pioggia fluttuanti verso est. Quali pensieri avevano in testa in
momenti simili? Anche questo non mi difficile immaginarlo.
Kichijiro stava accanto ai bagagli. Sentivo la sua voce. Durante la tempesta quel penoso codardo
non aveva praticamente fatto alcun tentativo per andare in aiuto dei marinai e ora, spaventosamente
pallido, giaceva sdraiato tra i bagagli. Tutto intorno a lui cera vomito bianco, e intanto seguitava a
borbottare qualcosa in giapponese.
Come i marinai, anche noi lo guardavamo con disprezzo. Eravamo troppo esausti per interessarci ai
suoi borbottii in giapponese. Tuttavia per puro caso nel guazzabuglio delle sue frasi afferrai le parole
grazia e Santa Maria. Questindividuo che era proprio come un maiale che affondava la faccia nel
suo stesso vomito, costui aveva senza ombra di dubbio pronunciato due volte le parole Santa Maria.
Garrpe e io ci siamo scambiati delle occhiate. Possibile che fosse della nostra stessa fede, questo
miserabile che per tutto il viaggio non solo non aveva dato una mano ma si era dimostrato un inutile
fardello? No. Era impossibile. La fede non poteva trasformare un uomo in un vigliacco simile.
Sollevando il viso sporco del suo vomito, Kichijiro ha lanciato verso di noi uno sguardo di dolore. E
poi con il suo abituale atteggiamento da furbo ha simulato di non capire le occhiate interrogative che
gli rivolgevamo. Ha fatto il suo sorriso da vile. La sua risata pi adulatoria e ossequiosa di quanto si
possa immaginare. Lascia sempre un sapore amaro in bocca.
Ti sto facendo una domanda ha detto Garrpe alzando la voce. Voglio una risposta chiara. Sei o
non sei cristiano?
Kichijiro ha scosso la testa con vigore. Dai loro posti tra le balle dei bagagli i marinai cinesi
assistevano alla scena con un misto di curiosit e di disprezzo. Perch mai, se era cristiano, Kichijiro
arrivava al punto da nascondere la cosa persino a noi, dei sacerdoti? Ho supposto che questo essere
vigliacco temesse che, una volta tornati in Giappone, noi potessimo consegnarlo alle guardie, rivelando
il fatto che era cristiano. Daltra parte, se non era cristiano, come spiegare il terrore con cui le parole
(grazia e Santa Maria) gli venivano alle labbra? Comunque questuomo mi incuriosisce. Sono certo
che poco alla volta riuscir a venire a capo del suo segreto.
Fino a quel giorno non cera stata traccia di terraferma, n di isole. Il grigio del cielo si estendeva
allinfinito e talvolta i raggi del sole battevano debolmente sulla nave, tuttavia pur sempre pesanti sulle
palpebre. Vinti dalla depressione tenevamo gli occhi fissi sul mare freddo dove la cresta delle onde
balenava come boccioli bianchi. Ma Dio non ci ha abbandonati.
Improvvisamente un marinaio che finora era rimasto sdraiato come morto a poppa della nave ha
dato un alto grido. Puntava un dito allorizzonte: da quel punto giungeva un uccello in volo. E questo
uccellino, che aveva attraversato loceano a volo, venuto a riposare sulla nostra vela tutta strappata
e lacerata dalla tempesta della notte precedente. Poco dopo, innumerevoli ramoscelli si sono avvicinati
galleggiando sulla superficie dellacqua. Questa era la prova che la terra dove tanto ardentemente
desideravamo arrivare non era lontana. Ma la nostra gioia si mutata rapidamente in allarme... Se
eravamo davvero in Giappone, dovevamo accertarci di non esser visti nemmeno dal pi piccolo
battello. Questo perch qualunque marinaio si sarebbe senza dubbio precipitato immediatamente ad
avvisare le guardie che una giunca con stranieri a bordo solcava le onde al largo della costa.
Aspettando che si facesse buio, Garrpe e io ci siamo accovacciati tra i bagagli come due cani. I
marinai hanno issato una piccola vela a prua. Hanno coraggiosamente fatto il possibile per tenersi alla
larga dai tratti di terra emersa che sembravano terraferma.
Mezzanotte. La nave procedeva silenziosamente. Per fortuna non cera luna; il cielo era nero come la
pece; nessuno ci ha visti. La terraferma emersa di colpo davanti a noi. Ci siamo resi conto che
stavamo proprio entrando in una baia ai cui lati si ergevano ripide montagne. Ora riuscivamo anche a
scorgere gruppi di case ammucchiate lungo la spiaggia. Kichijiro stato il primo a giungere a riva; poi
venuto il mio turno, Garrpe stato lultimo a scendere nellacqua fredda come il ghiaccio. Questo era
il Giappone? O era unisola appartenente a unaltra terra? Francamente nessuno di noi ne aveva la pi
pallida idea.
Ci siamo nascosti in silenzio in una piccola buca, mentre Kichijiro andava in giro a vedere come era
la situazione. Un rumore di passi sulla sabbia si avvicinato sino al punto in cui eravamo rannicchiati.
Ci siamo stretti nelle vesti inzuppate, trattenendo il respiro: abbiamo visto passare davanti a noi una
vecchia con un fazzoletto in testa e una cesta sulla schiena. Non si accorta della nostra presenza e ha
continuato per la sua strada. Mentre si allontanava, i suoi passi si spegnevano nella notte, e ancora
una volta un silenzio di morte calato sulla spiaggia. Non torner! Non torner! ha esclamato
Garrpe con le lacrime nella voce. Dove si cacciato quello stupido vigliacco?
Quanto a me, stavo pensando a qualcosa di pi terribile. Kichijiro non era scappato. Come Giuda,
era andato a tradirci. Sarebbe ricomparso presto e le guardie con lui.
Un gruppo di soldati vi si rec con lanterne, torce e armi disse Garrpe citando le Scritture.
Abbiamo ripensato alla notte del Getsemani, quando Nostro Signore si affid senza remore alle mani
degli uomini. Ma il tempo scorreva cos lentamente che il mio spirito era quasi annientato. Avevo
veramente paura. Dalla fronte il sudore mi colava negli occhi. Poi un rumore di passi, un gruppo di
persone si stava avvicinando. La luce delle loro lanterne brillava lugubre nelloscurit. Si stavano
avvicinando sempre pi.
Qualcuno ha spinto avanti una torcia la cui luce ha illuminato il brutto viso chiazzato di rosso e di
nero di un vecchio di bassa statura; intorno a lui cinque o sei giovani ci guardavano con aria
spaventata.
Padre! Padre! Il vecchio si fatto il segno della croce nel profferire queste parole e nella sua voce
cera una nota di premurosa sollecitudine per le nostre condizioni. Quanto a noi, quel Padre detto
nella nostra amata lingua portoghese stato qualcosa che mai avremmo potuto sognare di udire in un
luogo simile. Inutile dire che quel vecchio non conosceva altro portoghese che quello, ma davanti ai
nostri occhi si fatto il segno della croce mostrandoci il legame che ci univa. Si trattava proprio di
cristiani giapponesi.
In un attimo ero in piedi. Avevo finalmente toccato il suolo giapponese, e tale consapevolezza mi ha
colpito con una forza tremenda.
Kichijiro, col solito sorriso servile, si faceva piccolo in mezzo agli altri. Sembrava sempre un topo
pronto a darsela a gambe alla minima cosa. Mi sono morso le labbra per la vergogna. Nostro Signore
si era affidato a ogni singolo uomo, perch amava tutti. E io invece diffidavo di questuomo, Kichijiro.
Presto, andiamo. Era stato il vecchio a parlare, esortandoci con un bisbiglio. Non possiamo
rischiare di farci vedere dai gentili. I gentili, altra parola della nostra lingua ben nota a questi
cristiani. Erano stati i nostri predecessori che, fin dai tempi di san Francesco Saverio, avevano
insegnato loro queste parole. Quanto sudore e quanta fatica per affondare la vanga in un cos arido
suolo, fertilizzarlo, coltivarlo sino a raggiungere il livello attuale. E tuttavia il seme era stato gettato e
aveva germogliato vigorosamente; e adesso era grande compito di Garrpe e mio averne cura perch
non inaridisse per poi morire.
Quella notte ci hanno nascosti dentro le loro basse casupole, nei pressi cera il letamaio il cui puzzo
giungeva sino a noi. Ci hanno assicurato che non correvamo pericolo, ma come aveva fatto Kichijiro a
trovare dei cristiani cos alla svelta?
Il mattino successivo faceva ancora buio quando Garrpe e io ci siamo infilati dei panni da contadini e
insieme con i giovani venuti ad accoglierci la sera precedente, ci siamo inerpicati per una montagna
che si ergeva dietro al villaggio. I cristiani intendevano nasconderci lass, dove avevano un rifugio pi
sicuro: una baracca per il carbone. Una fittissima foschia gravava sui boschi e lungo il sentiero che
stavamo percorrendo; poi la foschia si tramutata in pioggia leggera.
Arrivati a destinazione abbiamo ricevuto per la prima volta notizie sul luogo in cui ci trovavamo: era
un villaggio di pescatori, Tomogi, non lontano da Nagasaki. Vi vivevano circa duecento famiglie, la
maggior parte delle quali era gi stata battezzata.
E come vanno le cose adesso? ho chiesto.
Padre era Mokichi che parlava un giovane che ci scortava voltandosi verso lamico prosegu:
Non possiamo far nulla. Se si scopre che siamo cristiani ci ammazzano tutti.
Come posso descrivere la gioia di quei volti quando abbiamo donato loro il crocifisso che avevamo al
collo? Entrambi si sono chinati letteralmente fino al suolo e, premendosi il crocifisso sulla fronte,
hanno trascorso molto tempo in adorazione. Sembrava che non ne avessero visti da moltissimi anni.
Abbiamo dunque un prete tra noi? Mokichi mi stringeva la mano tra le sue mentre parlava. E i
fratelli? Inutile dire che questa gente non vedeva un prete o un fratello da sei anni. Fino a sei anni
prima un sacerdote giapponese, Miguel Matsuda, e un fratello gesuita, Mateo de Coros, si erano tenuti
segretamente in contatto con il villaggio e i suoi dintorni; ma nel novembre del 1633, logorati dalle
fatiche e dalle sofferenze, erano passati entrambi a miglior vita.
Ma che cosa accaduto in questi sei anni? E i battesimi, e i sacramenti? Era Garrpe che lo
chiedeva. La risposta di Mokichi ci ha sconvolti nel pi profondo del nostro animo e desidero che,
tramite suo, tale risposta sia comunicata ai miei superiori, e non solo ai miei superiori, ma allintera
Chiesa di Roma. Mentre Mokichi parlava, mi sono tornate alla mente le parole del Vangelo: alcuni semi
caddero nel buon terreno, germogliarono e dettero frutto, uno rendendo il dieci, laltro il trenta, un
altro il sessanta, un altro ancora il cento per cento. Perch questa gente, pur priva di sacerdoti o di
fratelli e nel pieno di una spaventosa persecuzione a opera del governo, si organizzata in segreto per
amministrare i sacramenti; in tal modo mantiene viva la propria fede.
A Tomogi, per esempio, erano organizzati pressappoco come segue. Per ricoprire il ruolo di
sacerdote era stato scelto un uomo tra gli anziani. (Glielo scrivo senza fronzoli, semplicemente, proprio
come Mokichi me lo ha raccontato.) Si tratta di quel vecchio (lo chiamano Jiisama) che abbiamo
incontrato ieri sera alla spiaggia, e che ricopre la pi alta carica; conduce una vita irreprensibile e a
lui affidato il compito di battezzare i bambini. Sotto lo Jiisama c un gruppo duomini detti
Tossama, il cui compito consiste nellinsegnare ai cristiani e guidarli nella preghiera. Infine ci sono i
Mideshi, gli aiutanti. Tutti costoro sono impegnati in questa lotta tra la vita e la morte per tenere viva
la fede.
Ed cos soltanto a Tomogi? ho chiesto con un certo entusiasmo. Immagino che in altri villaggi si
mantenga viva la fede nello stesso modo e con un analogo tipo dorganizzazione.
Questa volta Mokichi ha scosso la testa. Solo assai pi tardi mi sono reso conto che in un paese
come il Giappone dove i rapporti di parentela sono di importanza primaria, i componenti di un singolo
villaggio, bench uniti lun laltro come ununica famiglia, arrivano a guardare con ostilit gli abitanti
degli altri villaggi.
S, Padre, posso parlare soltanto della gente del mio villaggio. Con troppi contatti esterni potremmo
trovarci accusati davanti a un magistrato.
Tuttavia ho pregato Mokichi e i suoi amici di cercare eventuali cristiani anche negli altri villaggi.
Sentivo che bisognava spargere il pi presto possibile la voce che ancora una volta un prete, tenendo il
crocifisso in mano, era giunto in questa terra desolata e abbandonata.
Da allora la nostra vita procede pi o meno come segue. Nel cuore della notte celebriamo la Messa,
come si faceva nelle catacombe; e quando ritorna il mattino ancora una volta risaliamo la montagna e
aspettiamo nascosti se mai qualche cristiano voglia visitarci. Ogni giorno due di loro ci portano la
nostra razione di cibo. Ascoltiamo confessioni, diamo consigli, insegniamo a pregare. Durante il giorno
teniamo la porta della piccola capanna ben chiusa. Cerchiamo di non fare il minimo rumore per paura
che un passante possa sentire. Inutile dire che, per via del fumo, di attizzare un fuoco non c nemmeno
da parlare. E poi, non si sa mai... per ogni evenienza Mokichi e il suo amico hanno scavato una specie
di buca sotto il pavimento della nostra capanna.
Non da escludere che nei villaggi e nelle isole a ovest di Tomogi vi siano tuttora dei cristiani, ma in
queste condizioni durante il giorno praticamente ci impossibile mettere il naso fuori dalla capanna. E
tuttavia, vada come vuole andare, sono ben deciso a cercare e a trovare il mio solitario gregge
abbandonato.
3.

(LETTERA DI SEBASTIO RODRIGUES)

Con giugno in questo paese si inizia la stagione delle piogge. Mi stato detto che la pioggia cade senza
tregua per oltre un mese. Probabilmente con linizio della stagione delle piogge le guardie allenteranno
la vigilanza, e intendo approfittare di questoccasione per visitare i dintorni e cercare i cristiani che
ancora vi restano. Voglio che sappiano il pi presto possibile che non sono completamente abbandonati
e soli.
Mai ho avvertito altrettanto profondamente quanto piena di significato sia la vita del sacerdote.
Questi cristiani giapponesi sono come una nave sperduta in una tempesta e priva di mappa. Gi li vedo,
senza un solo prete o un fratello che infonda loro coraggio e li consoli, perder poco per volta la
speranza e brancolare confusi nel buio.
Anche ieri pioggia. Naturalmente questacqua non altro che il segnale del caldo che verr. Cade
per tutto il giorno con un suono pieno di malinconia sopra il boschetto che circonda la nostra capanna.
Gli alberi tremano e oscillano mentre lasciano cadere le gocce di pioggia. In momenti simili Garrpe e
io, con il viso premuto contro le sottili fessure della porta di legno, cerchiamo di scrutare il mondo che
ci circonda. Ma non vediamo nulla tranne pioggia e ancora pioggia, e in petto ci cresce una sensazione
di rabbia. Quanto durer questa vita? Certamente siamo entrambi stranamente impazienti e irrequieti,
tanto che quando uno dei due commette anche il pi piccolo passo falso laltro gli lancia subito
unocchiata ostile. Non che il risultato di nervi, tesi ogni giorno che passa, come corde di violino.
Vorrei ora darle informazioni pi dettagliate sulla gente del villaggio di Tomogi. Sono poveri
contadini che sbarcano il lunario coltivando patate e grano in piccoli campi. Non hanno risaie.
Osservando come la terra venga coltivata fin su, a mezza montagna di fronte al mare, si resta colpiti
non tanto dalla loro operosit infaticabile quanto dalla crudelt della vita toccata loro in retaggio. E
tuttavia il magistrato di Nagasaki esige da questa gente tasse severissime. Quanto le dico corrisponde
alla verit: per lungo, lungo tempo questi contadini hanno lavorato come tante bestie da soma, e come
tante bestie da soma sono morti. Per tal ragione appunto la nostra religione penetrata in questo
territorio quale acqua che scorre su un arido terreno, perch essa ha infuso in questa gente un calore
umano finora sconosciuto. Per la prima volta hanno incontrato persone che li hanno trattati come
esseri umani. Sono state la gentilezza e la carit umane dei padri che hanno toccato i loro cuori.
Ancora non ho incontrato lintera popolazione di Tomogi poich per timore delle guardie soltanto
due persone per notte si avventurano su per la montagna fino alla nostra capanna. A dir la verit, mio
malgrado, mi vien da ridere quando sento tutto quel borbottio di parole portoghesi e latine sulle labbra
di questi ignoranti contadini: Deus, Angelus, Beato, e cos via. Chiamano il sacramento della
confessione konshan; il paradiso parais; linferno inferno. Non solo questa gente ha dei nomi
che sono difficili da ricordare, ma anche i loro volti sembrano tutti uguali cosa che crea non pochi
inconvenienti. Noi confondiamo Ichizo con Seisuke, e abbiamo scambiato Omatsu con unaltra donna
che si chiama Saki.
Di Mokichi le ho gi raccontato qualcosa, e vorrei ora dir due parole su un paio daltri cristiani. C
Ichizo, un uomo sulla cinquantina che viene di notte fino alla nostra capanna e che in viso ha sempre
unespressione rabbiosa. Durante la Messa, e anche dopo, non dice una parola. In realt per non
arrabbiato affatto, quella semplicemente la sua espressione naturale. di una curiosit estrema; con
i piccoli occhi segnati dalle rughe scruta attentamente ogni movimento, ogni gesto di Garrpe e mio.
Omatsu, cos mi stato detto, la sorella maggiore di Ichizo; ha perso il marito parecchio tempo fa e
ora vedova. venuta fin da noi due volte insieme alla nipote, Sen, portando sulle spalle una cesta con
del cibo. Come il fratello Ichizo, Omatsu estremamente curiosa e insieme alla nipote ci tiene gli occhi
incollati addosso mentre consumiamo il pasto. E che pasto! Non ha idea di quanto sia misero e
scadente: qualche patata fritta e acqua. E mentre Garrpe e io trangugiamo quella roba, le due donne ci
osservano, ridendo con evidente soddisfazione. Siamo davvero cos strani? ha esclamato una volta
Garrpe in un impeto di rabbia. Oppure il nostro modo di mangiare che tanto buffo?
Le due donne non avevano capito una parola di quel che Garrpe aveva detto ma sono scoppiate a
ridere, le facce raggrinzite come fogli accartocciati.
Voglio aggiungere qualcosa su come sono organizzati in segreto i cristiani di qui. Gi le ho parlato
dei compiti del Jiisama e del Tossama, di come il Jiisama sia responsabile del sacramento del battesimo
e il Tossama si occupi di istruire i fedeli riguardo alla preghiera e al catechismo. Inoltre i Tossama
hanno composto un calendario con tutte le feste della Chiesa e insegnano ai fedeli come osservarle. A
quanto mi dicono, le festivit di Natale, Venerd Santo e Pasqua vengono tutte celebrate dai Tossama.
Inutile dire che in tali ricorrenze non possono avere una Messa, non essendoci sacerdoti; tuttavia
espongono segretamente in una delle loro case unimmagine sacra, davanti alla quale recitano le
preghiere (le recitano in latino, proprio come noi: il Pater Noster, lAve Maria, eccetera). Tra una
preghiera e laltra chiacchierano degli argomenti pi disparati. Nessuno pu prevedere uneventuale
irruzione delle guardie, comunque se ci accadesse tutto disposto in modo che i cristiani possano
affermare di essersi semplicemente riuniti tra loro per un motivo qualsiasi.
A partire dalla ribellione di Shimabara, il capo di questo distretto ha impiegato ogni energia al fine
di stanare i cristiani fino allultimo. Ogni giorno le guardie vanno in giro a ispezionare ciascun villaggio
e talvolta quando nessuno se lo aspetta fanno irruzioni improvvise nelle case.
Lanno scorso, per esempio, stato emanato un decreto che proibisce a chiunque di erigere uno
steccato o una siepe tra la sua abitazione e quella confinante. Vogliono che chiunque abbia la
possibilit di vedere dentro la casa del vicino, e se nota qualcosa di sospetto deve riferirlo subito.
Chiunque fornisca informazioni su di noi preti riceve una ricompensa di trecento monete dargento. Chi
d informazioni su un fratello riceve invece una ricompensa di duecento monete; e per uninformazione
su un cristiano si ricevono cento monete. Inutile spiegarle quale tentazione costituisca per questi miseri
contadini una simile somma di denaro. Di conseguenza, della gente degli altri villaggi i cristiani non si
fidano quasi per nulla.
Ho gi avuto occasione di accennarle come Mokichi e Ichizo abbiano facce prive di espressione,
quasi dei pupazzi. Ora ne capisco il motivo. Non possono permettere che il loro volto esprima dolore e
neppure gioia. I lunghi anni di clandestinit hanno tramutato i loro visi in maschere. Una cosa
veramente amara e triste. Perch Dio ha dato ai nostri cristiani un fardello simile? Questo proprio non
arrivo a capirlo.
Nella mia prossima lettera la informer delle ricerche che abbiamo compiuto su Ferreira, nonch su
Inoue (ricorda? a Macao, Valignano ci disse che era soprattutto questuomo che dovevamo temere).
Voglia per favore trasmettere i miei rispettosi saluti e le mie promesse di preghiera al padre superiore
Lucius de Sanctis.

Oggi ancora pioggia. Nelloscurit Garrpe e io stiamo sdraiati sulla paglia che ci serve da giaciglio. Di
dormire non si parla neppure: minuscoli pidocchi mi camminano sul collo e sulla schiena. I pidocchi
giapponesi stanno quieti durante il giorno, ma di notte, ti camminano lungo tutto il corpo: sfacciati,
insopportabili, screanzati!
Finora, in una simile notte di pioggia, nessuno ha osato inerpicarsi fino alla nostra capanna;
abbiamo cos la possibilit di far riposare non solo i nostri corpi ma anche i nostri nervi, tesi fino allo
spasimo a causa della tensione cui sono quotidianamente sottoposti. Ascoltando il fruscio della pioggia
che gocciola dagli alberi del boschetto, ancora una volta i miei pensieri sono andati a padre Ferreira.
I contadini di Tomogi non sanno assolutamente niente di lui. Ma certo che fino al 1633 il padre
svolgeva a Nagasaki, non lontano dal luogo dove ci troviamo noi, unopera di apostolato clandestino.
Fu appunto in quellanno che ogni comunicazione tra lui e Valignano, a Macao, si interruppe di colpo,
recisa come un cordone. Mi chiedo se sia ancora vivo. mai possibile che, come si vocifera, abbia
strisciato come un cane davanti agli infedeli e gettato al vento tutto ci cui aveva sino ad allora
dedicato la vita? E supponendo che sia vivo, sta a sua volta ascoltando il deprimente fruscio di questa
pioggia? e con quali sentimenti?
Improvvisamente mi sono voltato verso Garrpe, tutto preso dalla sua battaglia contro i pidocchi, e
mi sono sfogato: Se uno di noi riuscisse a raggiungere Nagasaki, si potrebbero trovare dei cristiani
che conoscono padre Ferreira.
Nelloscurit Garrpe ha smesso di torcersi e girarsi e tossire. Poi ha commentato: Se fossimo
catturati, sarebbe la fine. Non un problema che riguardi noi due soltanto. Il pericolo si estende a tutti
questi contadini intorno a noi. Comunque, non dimenticare che siamo lultimo baluardo del Vangelo in
questo paese.
Ho emesso un profondo sospiro. Garrpe si sollevato dalla paglia e mi ha fissato con intensit tale
che sono riuscito a captare come la pensasse. Una per una mi sono sfilate davanti agli occhi le facce di
Mokichi, di Ichizo e dei giovani di Tomogi. Ma non poteva recarsi qualcun altro a Nagasaki per noi?
No. Neppure ci andava bene. Questa gente aveva dei parenti e delle persone a carico; una posizione
ben diversa da quella del sacerdote, che non ha moglie n figli.
E se lo chiedessimo a Kichijiro? mi sono arrischiato a domandare.
Garrpe ha riso con amarezza; e anche a me tornata in mente la scena sulla nave, la vile figura di
Kichijiro con la faccia immersa nella sozzura, le mani giunte mentre implorava la piet dei marinai.
Pazzo! mi ha apostrofato il mio compagno. Non ci si pu fidare nemmeno un briciolo di lui.
Fra noi calato un lungo silenzio. La pioggia picchiettava sul tetto della piccola capanna, simile al
fruscio della sabbia che scorre in una clessidra. Qui notte e solitudine sono identiche.
Anche noi saremo presi come Ferreira? ho mormorato.
Mi preoccupano di pi questi insetti che mi camminano addosso ha ribattuto Garrpe.
Dal nostro arrivo in Giappone il suo morale sempre stato alto. Forse ritiene che con carattere e
umore buoni pu infondere coraggio a entrambi. Personalmente, a dire il vero, non ho la sensazione
che saremo catturati. Luomo un essere strano. Ha sempre in cuore la sensazione che, quale che sia il
pericolo, egli lo superer. come quando piove e uno immagina i deboli raggi del sole che splendono
sopra un qualche colle lontano. Non riesco a vedermi mentre vengo catturato dai giapponesi. Nella
nostra piccola capanna ho la sensazione di una sicurezza perpetua. Non so perch. una strana
sensazione.
Finalmente, dopo tre giorni di acqua incessante, ha smesso di piovere. Lo possiamo dedurre
unicamente grazie ai bianchi raggi del sole che penetrano attraverso una fessura della porta di legno
della capanna.
Usciamo un attimo ho detto.
Garrpe ha annuito con un sorriso di gioia.
Non appena ho aperto la porta fradicia dacqua, ecco dagli alberi diffondersi nella stanza il canto
degli uccelli come lo zampillare di una fontana. Mai prima dora avevo sentito cos profondamente la
gioia pura dellessere vivo. Ci siamo seduti vicino alla baracca e levati i kimono di dosso. Nelle cuciture
della stoffa dove si erano trincerati saldamente, i pidocchi sembravano proprio polvere bianca; e
mentre con una pietra li schiacciavo a uno a uno mi ha colto un inesprimibile fremito di piacere.
questo che provano le guardie quando catturano e uccidono i cristiani?
Allinterno del bosco indugiava ancora un poco di nebbia, attraverso la quale per si riusciva a
scorgere il cielo azzurro e, in lontananza, il mare luccicante. Dopo la lunga reclusione nella capanna,
finalmente mi trovavo di nuovo allaperto; rinunciando alla battaglia contro i pidocchi ho preso a
fissare avidamente il mondo degli uomini.
Non c nulla di cui aver paura! e i denti bianchi di Garrpe brillavano mentre sorridendo di buon
umore esponeva ai raggi del sole il petto ricoperto di peli biondi: Chiss perch ci siamo tanto
innervositi. Dora in avanti almeno una volta ogni tanto dovremo permetterci un bel bagno di sole.
Un giorno dopo laltro il cielo ha continuato a essere senza nuvole e a mano a mano che la fiducia in
noi stessi cresceva diventavamo via via sempre pi audaci. Insieme facevamo passeggiate lungo i
pendii del bosco, intriso dellodore delle foglie nuove e di fango umido. Il buon Garrpe chiamava la
baracca per il carbone il monastero, e quando uscivamo per far due passi diceva con una risata:
Torniamocene al monastero a farci un pasto a base di pane caldo e di una buona zuppa densa. Ma
sar meglio non farne parola con i giapponesi! Ci tornava alla mente la vita che conducevamo con lei
al monastero di San Francesco Saverio a Lisbona. Inutile dire che qui non abbiamo n una bottiglia di
vino n un pezzetto di carne. Il nostro unico cibo sono le patate fritte e le verdure lessate che ci portano
gli abitanti di Tomogi. Ma nel mio cuore si accentua via via la profonda convinzione che tutto vada per
il meglio e che Dio ci protegger.
Una sera accaduta una cosa degna di nota. Stavamo come al solito a scambiare due chiacchiere
seduti su una pietra fra la capanna e il bosco; era limbrunire, e alla luce degli ultimi raggi del sole,
dimprovviso, un uccello enorme si innalzato dagli alberi del boschetto, ha tracciato un grande arco
nero nel cielo ed volato lontano verso le colline.
Qualcuno ci sta guardando! ha detto Garrpe con il fiato mozzo, gli occhi fissi a terra, la voce
acuta e soffocata al tempo stesso. Non muoverti! Resta dove sei!
Su una collina illuminata dalla luce del sole morente, e che era leggermente spostata rispetto al
boschetto da cui luccello aveva appena spiccato il volo, cerano due uomini; in piedi, guardavano nella
nostra direzione. Ci siamo resi subito conto che non appartenevano alla popolazione contadina di
Tomogi che noi conoscevamo tanto bene. Immobili come pietre, siamo restati seduti senza muovere un
muscolo, pregando che il sole del tramonto non rivelasse i nostri volti.
C qualcuno l? Dalla cima della collina i due uomini hanno alzato il tono della voce e gridato:
C qualcuno l?
Dovevamo rispondere o stare zitti? Anche una sola parola avrebbe potuto tradirci. Per la paura non
abbiamo detto nulla.
Stanno scendendo dalla collina, vengono qui! ha bisbigliato Garrpe a voce bassissima e restando
seduto dove era. Poi: No. Se ne vanno da dove sono venuti.
I due sono scesi a valle, diventando sempre pi piccoli ai nostri occhi mano mano che si
allontanavano. Tuttavia restava il fatto che due uomini erano stati sulla collina, e noi non sapevamo se
nel sole del tramonto ci avessero visti oppure no.
Quella stessa notte Ichizo ha risalito la montagna ed venuto da noi, accompagnato da un uomo,
Magoichi, che era uno dei Tossama. Quando abbiamo spiegato a Ichizo quello che era accaduto quella
sera, egli ha strizzato gli occhi e si messo a fissare la baracca centimetro per centimetro. Alla fine,
dopo esser rimasto in piedi in silenzio, ha scambiato due parole con Magoichi e ha cominciato a
sollevare le assi dal pavimento. Mentre si davano da fare, una falena ha preso a volare tutto intorno a
una lampada a olio. Afferrato un badile che era appeso alla porta, Ichizo ha cominciato a scavare il
terreno. Le sagome dei due uomini con il badile in mano ondeggiavano sulla parete di fronte. Scavata
una buca abbastanza capace da poterci ospitare entrambi, ne hanno cosparso il fondo con la paglia,
poi lhanno chiusa di nuovo con le tavole. A quanto pare, questo destinato a essere il nostro
nascondiglio per uneventuale emergenza.

Da quel giorno siamo estremamente prudenti: cerchiamo di non farci vedere affatto fuori dalla
capanna e la notte non usiamo lumi di sorta.
Cinque giorni dopo c stato un altro avvenimento degno di nota. Era notte fonda. Stavamo
segretamente impartendo il battesimo a un bambino che ci era stato portato da Omatsu e da due
uomini appartenenti ai Tossama. Era la prima volta dal nostro arrivo in Giappone che celebravamo un
battesimo. Naturalmente nella nostra piccola capanna non cerano candele, n musica; lunico
strumento per la cerimonia era costituito da una tazza da contadini, piccola e sbreccata, che usavamo
per lacqua santa. E tuttavia vedere quella povera piccola capanna con il bambino che piangeva,
Omatsu che cercava di calmarlo mentre uno degli uomini stava fuori di guardia, era molto pi toccante
di qualsiasi rito solenne in una cattedrale. Palpitavo di gioia ascoltando la voce solenne di Garrpe che
recitava le preghiere battesimali. Solo un prete missionario in una terra straniera pu gustare una
gioia simile. Quando lacqua gli scorse sulla fronte, il bambino corrug il viso e strill forte. Aveva una
testa minuta, gli occhi piccoli; la sua era gi la faccia di un contadino. Con il tempo sarebbe diventata
simile a quella di Mokichi e di Ichizo. Anche questo bambino, come i suoi genitori e i suoi nonni,
sarebbe cresciuto cercando di sbarcare il suo misero lunario faccia a faccia con il nero mare in questa
stretta e desolata terra; e a sua volta avrebbe vissuto come un animale e come un animale sarebbe
morto. Ma Cristo non morto per i buoni e i belli. Morire per chi buono e bello piuttosto facile;
duro invece morire per i miseri e i corrotti: e di questo mi son reso conto in modo molto preciso.
Quando se ne sono andati, mi son lasciato cadere sulla paglia, esausto. Nella capanna aleggiava
ancora lodore dellolio che i tre avevano portato. Una volta di pi i pidocchi ci salivano lentamente
sulla schiena e sulle gambe. Non so per quanto io sia rimasto assopito, ma dopo un lasso di tempo che
mi parso breve, sono stato svegliato dal russare di quellottimista di Garrpe che dormiva
profondamente. E poi... qualcuno stava spingendo la porta della capanna, cercando di aprirla poco per
volta. In un primo momento ho pensato che poteva essere soltanto il vento che, soffiando dalla valle
sottostante attraverso gli alberi, infuriava contro la porta. Strisciando adagio sono emerso dalla
paglia, e nelloscurit ho toccato le assi del pavimento, sotto le quali si celava il nascondiglio segreto
scavato da Ichizo.
Le spinte contro la porta sono cessate e si sentita una voce duomo, bassa e lamentosa: Padre!
Padre...
Questo non era il segnale convenuto con i contadini di Tomogi; eravamo daccordo che dovevano
bussare alla porta piano e per tre volte. Ora finalmente si era svegliato anche Garrpe che senza il pi
piccolo movimento aveva teso le orecchie, attento ad altri eventuali suoni.
Padre! la voce lamentosa si fatta sentire di nuovo. Va tutto bene. Non abbia paura di noi.
Nel buio pesto trattenevamo il respiro, in silenzio. Quale guardia poteva essere tanto pazza da
tenderci un simile tranello?
Perch non ci crede? Siamo contadini di Fukazawa. da molto che desideriamo incontrare un
prete. Vogliamo confessare i nostri peccati.
Costernati dal nostro silenzio, avevano smesso di spingere la porta, e nella notte sono echeggiati
tristemente i loro passi che si allontanavano. Appoggiate le mani sulla porta, ho fatto per uscire: volevo
andare. S, anche se era una trappola, anche se quegli uomini erano guardie, non mi importava niente.
In fondo al cuore una voce diceva impetuosa: E se poi sono cristiani? Ero un prete, nato per
dedicare la mia vita al servizio delluomo. Sarebbe stata una vergogna tradire la mia vocazione per
paura e vigliaccheria.
Fermati! ha gridato Garrpe con furia. Idiota che non sei altro...
Non sono un idiota. il mio dovere.
Ho spalancato la porta: i pallidi raggi della luna inondavano di una luce dargento il terreno aperto e
gli alberi. Che notte stupenda era!
Fuori, accovacciati come cani, cerano due uomini con gli abiti stracciati; sembravano accattoni. Mi
hanno guardato e hanno mormorato: Padre, abbia fiducia in noi!
Ho notato che il piede di uno di loro era tutto insanguinato, se lera ferito nellarrampicarsi sulla
montagna. Erano entrambi allo stremo delle forze, quasi sul punto di svenire. La cosa non era
sorprendente, perch erano venuti fin qui dalle isole di Goto, distanti venti leghe, due giorni di viaggio.
da un po che siamo sulla montagna, cinque giorni fa ci siamo nascosti lass e guardavamo in
questa direzione. Uno di loro ha fatto segno oltre la nostra capanna. Erano dunque questi gli uomini
che quella sera ci avevano osservato dalla collina...
Li abbiamo fatti entrare e abbiamo dato loro le patate fritte che ci aveva portato Ichizo. Le hanno
afferrate con ingordigia con tutte e due le mani, e se le sono cacciate in bocca come animali. Era
chiaro che non mangiavano da due giorni.
Poi abbiamo cominciato a parlare. Chi mai aveva detto loro dove ci trovavamo?, stata la nostra
prima domanda.
Lo abbiamo saputo da un cristiano del nostro villaggio, padre. Si chiama Kichijiro.
Kichijiro?
S, padre.
Nuovamente si sono accovacciati, come bestie, allombra della lampada, con le labbra ancora
sporche di patate. Uno dei due non aveva praticamente denti, ma ostentava quel paio che gli era
rimasto ridendo come un bambino. Laltro sembrava piuttosto rigido e teso per il fatto di trovarsi alla
presenza di due preti stranieri.
Ma Kichijiro non un cristiano ho detto alla fine.
Oh, s, padre, lo . Kichijiro cristiano.
Non era la risposta che ci aspettavamo, bench a volte ci fossimo chiesti se dopotutto quellindividuo
non fosse cristiano.
Ma ora il tutto cominciava ad assumere un diverso aspetto ed era abbastanza chiaro. Kichijiro era
un cristiano che aveva abiurato. Otto anni prima lui e la sua famiglia (tutti cristiani) erano stati traditi
da un informatore invidioso, arrestati e sottoposti a interrogatorio. Allordine di calpestare
unimmagine di Cristo, i suoi fratelli e le sue sorelle si erano rifiutati. Solo Kichijiro, minacciato dalle
guardie, aveva urlato che avrebbe rinunciato alla sua fede. I fratelli e le sorelle erano stati
immediatamente incarcerati. Kichijiro, bench libero, non era tornato al suo villaggio.
Il giorno in cui i suoi parenti, legati a un palo, furono arsi vivi, il volto codardo di Kichijiro era stato
notato tra la folla che circondava il luogo dellesecuzione. Subito dopo quel volto, coperto di fango e
simile a quello di un animale selvatico, incapace di sopportare la vista del martirio dei suoi fratelli, era
scomparso.
I due visitatori ci hanno dato notizie stupefacenti. Nel distretto conosciuto come Odomari gli abitanti
del villaggio erano riusciti a eludere la sorveglianza delle guardie ed erano tuttora cristiani, dal primo
allultimo. E non solo nel distretto di Odomari era cos; in quello vicino e nei villaggi di Miyahara,
Dozaki ed Egami, bench apparentemente di culto buddista, gli abitanti erano di fatto cristiani e a
stento la cosa veniva tenuta nascosta. Per lunghissimo tempo avevano atteso il giorno in cui noi preti
fossimo ancora una volta arrivati attraverso il remoto mare per aiutarli e dar loro la nostra
benedizione.
Non siamo stati a Messa, padre. Non abbiamo confessato i nostri peccati. Abbiamo solo detto le
preghiere. Era luomo con il piede macchiato di sangue a parlare.
Venite presto al nostro villaggio. Padre, ai nostri figli insegniamo a recitare le preghiere. Anche
loro aspettano il giorno del vostro arrivo. Luomo con i denti gialli, la bocca spalancata che sembrava
una enorme caverna, annuiva in segno dapprovazione. Lolio di pesce ardeva scoppiettando. Garrpe e
io non potevamo respingere una supplica di quel genere. Fino a ora eravamo stati troppo vigliacchi.
Era imbarazzante pensare alla nostra debolezza contrapposta al coraggio di questi contadini
giapponesi che avevano dormito sulle montagne e si erano feriti i piedi per venire fino a noi.
Il cielo era bianco. Laria mite del mattino soffiava dentro la nostra capanna. Malgrado le nostre
insistenze i due si sono rifiutati di sdraiarsi sulla paglia per riposare, e hanno dormito accovacciati con
le braccia strette intorno alle ginocchia. Finalmente i raggi del sole sono penetrati tra le fessure delle
assi della capanna.
Due giorni abbiamo discusso con i componenti della comunit cristiana di Tomogi il problema della
nostra partenza per Goto. Alla fine stato deciso che Garrpe sarebbe rimasto, mentre io avrei cercato,
per un periodo di cinque giorni, di mettermi in contatto con i cristiani di Goto. Il piano non li
entusiasmava affatto, e qualcuno di loro ha ventilato lidea che tutta la faccenda non fosse altro che
una pericolosa congiura tramata per adescarci.
Venne il giorno stabilito. Di notte, in segreto, sono arrivato allappuntamento sulla spiaggia. Avevo
indosso i vestiti dei contadini giapponesi. Mokichi e un altro uomo sono venuti a salutarmi fino alla
giunca che era stata preparata sulla spiaggia. La notte era senza luna, il mare di un nero lucente, e non
si udiva alcun suono oltre al muoversi ritmico dei remi; ma luomo che li manovrava non diceva una
parola. Appena in mare aperto le onde si sono gonfiate e la barca ha preso a beccheggiare.
Allimprovviso mi sono sentito invadere da una terribile paura, dal dubbio, dal sospetto. Quelluomo
era forse qui con me per vendermi? La gente di Tomogi mi aveva avvertito; avevano ragione. Perch
non era venuto anche luomo con il piede ferito? e laltro, lo sdentato, perch non era con noi?
Osservando la faccia del giapponese che mi stava di fronte, impassibile e priva di espressione come
quella di un Budda, la mia apprensione crebbe ulteriormente. E tuttavia dovevo andare. Avevo detto
che sarei andato.
Nella notte, tutto intorno a noi cera solo il mare nero e in cielo non brillava neppure una stella.
Dopo un viaggio di due ore nelle tenebre, ho avuto limpressione di scorgere la forma oscura di
unisola che si muoveva lentamente vicino a noi. Era Kabashima, unisola vicino a Goto, ha detto il mio
compagno di viaggio.
Mentre approdavamo alla spiaggia sentivo la testa che mi turbinava per il mal di mare, la
spossatezza, la tensione. Tre pescatori ci stavano aspettando, e quando ho alzato lo sguardo verso di
loro, nella figura centrale ho riconosciuto Kichijiro, che aveva sul viso il consueto sorriso umile e
servile. Nel villaggio non cerano luci, ma da qualche parte un cane abbaiava freneticamente.
Lindividuo senza denti non aveva esagerato nel sostenere che i pescatori e i contadini di Goto
aspettavano con impazienza estrema larrivo di un prete. Ancora adesso sono assolutamente oberato di
lavoro. Non ho neppure il tempo di dormire. Vengono a casa mia uno dietro laltro, ignorando del tutto
il bando che grava sul cristianesimo. Battezzo i bambini e ascolto le confessioni degli adulti. Anche
quando mi affanno per lintera giornata, non ce la faccio ad accontentarli tutti. Mi fanno venire in
mente un esercito in marcia in un deserto riarso, che alla fine arriva a unoasi ricca dacqua; cos che
vengono da me, assetati e desiderosi di ristoro. La casa colonica semidiroccata che mi serve da chiesa
zeppa allinverosimile, ed in questa situazione che ascolto i loro peccati. Con le labbra incollate al
mio orecchio, emanano un tale cattivo odore che rischia di farmi venire il vomito. Perfino gli ammalati
si trascinano fin qui per incontrarmi.
Pu ascoltarmi, padre?... Pu ascoltarmi, padre?... e cos di seguito.
Per la cosa che batte ogni altra in comicit Kichijiro. Non pi il medesimo uomo: adesso viene
innalzato alle stelle, leroe del villaggio, e va in giro tenendo la testa ben alta. Comunque, ritengo sia
giusto che abbia messo su delle arie perch senza di lui non avrei assolutamente potuto venir qui. Ma il
suo passato il fatto che fosse divenuto apostata e tutto il resto sembra esser stato dimenticato
completamente. Mi chiedo se nel parlarne ai cristiani questo ubriacone non abbia gonfiato tutta la
storia di Macao e del nostro viaggio per mare. Magari, da come lo descrive, larrivo dei due preti in
Giappone tutta opera sua.
Eppure non me la sento di riprenderlo. Odio la sua loquacit, per non posso negare di essergli
debitore. Lho spronato a confessarsi ed stato con grande umilt che ha confessato tutti i peccati del
suo passato.
Gli ho ordinato di tenere sempre a mente le parole di Nostro Signore: Colui che avr attestato il
mio nome innanzi agli uomini, quello io confermer innanzi al Padre mio che nei cieli; ma colui che
avr rinnegato il mio nome, quegli io rinnegher innanzi al Padre mio che nei cieli.
A tali parole Kichijiro si prosternato a terra come un cane frustato percuotendosi la fronte con la
mano in segno di pentimento. Questindividuo per natura un vigliacco fatto e finito; sembra
assolutamente incapace di trovare anche un minimo di coraggio. Tuttavia ha buona volont; gli ho
detto senza mezzi termini che se voleva superare la debolezza della sua volont e la vilt che lo fa
tremare di fronte alla minima violenza, doveva cercare il rimedio nella fermezza della sua fede e non
nel bere continuo.
Quanto avevo ipotizzato tempo addietro era esatto. Che cosa mai cercano in me i contadini
giapponesi? Queste persone che lavorano e vivono e muoiono come fossero animali, nel nostro
insegnamento trovano per la prima volta un sentiero attraverso il quale liberarsi dai ceppi che li
avvincono. I bonzi buddisti li trattano come bestie, e per lungo tempo questa gente non ha potuto far
altro che vivere rassegnata al proprio fato.
Oggi tra adulti e bambini ho battezzato trenta persone. Non si tratta esclusivamente di gente del
luogo: i contadini, attraversando le montagne, arrivano da Miyahara, da Kuzushima, da Haratsuka. Poi
ho ascoltato oltre cinquanta confessioni. Dopo la messa domenicale per la prima volta ho intonato i
canti e recitato in lingua giapponese le preghiere insieme ai fedeli. I contadini mi fissavano con gli
occhi che brillavano di curiosit. E mentre parlo loro, spesso mi viene alla mente il volto di colui che
pronunzi il Discorso della Montagna, e immagino la gente seduta o in ginocchio accanto a lui,
affascinata dalle sue parole. Quanto a me, forse il suo volto mi affascina a dismisura, proprio perch le
Scritture non ne parlano affatto. Poich non ne vien fatta parola, ogni particolare lasciato alla mia
immaginazione. Fin dallinfanzia ho tenuto stretto in cuore quel viso, proprio come chi idealizza con
romanticismo le sembianze della persona amata. Quando ancora ero studente in seminario, se mi
capitava di trascorrere una notte insonne, si risvegliava nel mio cuore limmagine di quel bel viso.
In ogni modo mi rendo perfettamente conto di quanto siano pericolosi questi assembramenti di folla.
probabile che presto o tardi tutto ci arrivi allorecchio dei soldati.
Anche qui non si ha notizia di Ferreira. Ho incontrato due anziani cristiani che lhanno conosciuto. Il
risultato della conversazione stato il seguente: in un luogo chiamato Shinmatsu, vicino a Nagasaki,
Ferreira aveva aperto una casa per bambini abbandonati e per infermi. Naturalmente tutto ci risaliva
allepoca precedente allintensificarsi delle persecuzioni. Ma solo per aver ascoltato i discorsi dei due
anziani contadini le sembianze del mio antico insegnante mi riapparvero davanti: la barba castana, gli
occhi lievemente infossati... Ho cominciato a chiedermi se si fosse mescolato a quei miseri cristiani
giapponesi come aveva fatto con noi studenti, posando la mano sulle spalle con lo stesso calore
amichevole.
Cos ho posto deliberatamente un quesito preciso: Il padre aveva un carattere severo?
Uno dei due vecchi mi ha fissato e ha scosso la testa con ardore in segno di vigoroso diniego.
Sembrava che le sue labbra tremanti dicessero: No, no, no, non ho mai incontrato in tutta la vita una
persona altrettanto dolce e gentile.
Prima di far ritorno a Tomogi, ho dato alla comunit cristiana locale istruzioni su come creare
unorganizzazione simile a quella che le ho gi descritto. Alludo a quanto avevano escogitato
segretamente gli abitanti di Tomogi, una volta rimasti completamente privi della guida di un sacerdote.
Perci ho insegnato loro come dovevano scegliere il Jiisama e creare i Tossama. Nellattuale
situazione, questo lunico mezzo che hanno per continuare a insegnare il catechismo ai loro giovani e
ai bambini. stato davvero con grande entusiasmo che hanno adottato questo sistema, e quando
devono scegliere Jiisama e Tossama cominciano a discutere animatamente tra loro come gli abitanti di
Lisbona in periodo di elezioni. In mezzo a tutti, ovviamente, Kichijiro si ostina a farsi avanti per
qualsivoglia carica di prestigio.
Unaltra cosa interessante. I contadini di qui, esattamente come quelli di Tomogi, non cessavano di
insistere perch dessi loro un piccolo crocifisso o unimmagine sacra o qualcosa danalogo; e quando
rispondevo loro che non avevo portato con me nulla del genere, assumevano una espressione affranta.
Alla fine ho dovuto prendere il mio rosario, scioglierne i grani, e distribuirne uno a testa. Non ritengo
sia un male che i cristiani giapponesi nutrano venerazione per questa sorta di cose, e tuttavia in un
certo senso il loro atteggiamento mi fa sentire a disagio. Mi chiedo costantemente se il loro modo di
sentire non sia errato.
Dopo sei giorni, nottetempo, ho ripreso il mare segretamente sulla navicella, e a forza di remi ci
siamo aperti la via del ritorno nelle tenebre, sulle onde scure. Ascoltavo il suono monotono dei remi
tuffati nellacqua e quello del mare che scivolava lungo i fianchi dellimbarcazione, mentre Kichijiro, in
piedi a poppa, cantava sommessamente fra s e s. Cinque giorni prima, quando a bordo della
medesima imbarcazione avevo compiuto la traversata fino allisola, dun tratto ero stato invaso da una
paura inspiegabile. E ora, ripensando al panico assurdo provato in quelloccasione, non potevo fare a
meno di sorridere. Comunque adesso era tutto a posto. Cos pensavo in quel momento.
In effetti, fin dallarrivo in Giappone tutto era andato bene oltre ogni mia pi avventata aspettativa.
Non eravamo stati costretti a pericolose imprese di sorta, eravamo riusciti a trovare nuovi gruppi di
cristiani e finora i soldati erano alloscuro della nostra presenza. Ero arrivato addirittura a pensare
che dopotutto il timore mostrato a Macao da padre Valignano circa le persecuzioni da parte dei
giapponesi fosse esagerato. Dimprovviso ho sentito il cuore traboccarmi di gioia e di felicit: avevo la
sensazione che la mia vita avesse un valore e che attraverso di essa qualcosa si adempisse. Sono di
qualche utilit tali le mie riflessioni alla gente di questo paese posto ai confini della terra, gente di
un paese che mai riuscir a comprendere.
Forse proprio per la sensazione di benessere che provavo, il viaggio di ritorno mi parso tanto pi
breve rispetto a quello di andata; cos quando limbarcazione ha toccato la spiaggia, mi sembrato
quasi incredibile che fossimo gi arrivati a Tomogi.
Nascosto sulla spiaggia, ho atteso larrivo di Mokichi e del suo amico. Perfino tale precauzione mi
parsa a un certo punto del tutto priva di senso e il mio pensiero riandava di continuo alla notte in cui
Garrpe e io eravamo giunti in Giappone.
Abbiamo udito dei passi sulla spiaggia. Padre...
Sopraffatto dalla gioia sono balzato in avanti per stringere con la mano sporca di sabbia laltra
mano protesa verso di me.
Scappi, padre! Presto, presto, se ne vada! Mokichi parlava con grande rapidit, spingendomi
innanzi a s. Le guardie sono al villaggio.
Le guardie?
S, padre, le guardie. La notizia giunta fino a loro.
E di noi sanno qualcosa?
Mokichi ha scosso rapidamente il capo. Finora non si sono accorti che vi abbiamo tenuti nascosti.
E cos mi sono messo a fuggire nella direzione opposta, lontano, con Mokichi e Kichijiro che mi
tiravano tenendomi per le mani. Siamo corsi verso la campagna, cercando di tenerci nascosti mentre
attraversavamo i campi di grano, aprendoci la strada fino alla nostra piccola capanna.
Dal cielo cadeva dolcemente una pioggia sottile. In Giappone era iniziata la stagione delle piogge.
4.

(LETTERA DI SEBASTIO RODRIGUES)

E cos posso ancora inviarle una lettera. Le ho gi descritto il mio ritorno da Goto, e raccontato come i
funzionari governativi stessero saccheggiando il villaggio. Posso soltanto ringraziare il Signore che
Garrpe e io ci siamo salvati.
Fortunatamente, prima che i funzionari arrivassero sul posto, il Tossama riuscito a far nascondere
a tutti con la massima rapidit le immagini sacre, i crocifissi e qualunque oggetto che potesse destare
sospetti. In queste circostanze lorganizzazione cordia stata magnifica. Allarrivo dei funzionari
tutti hanno continuato a lavorare nei campi con volti pieni di innocenza e il Jiisama ha risposto alle
domande con semplicit e disinvoltura. La saggezza dei contadini si dimostra nella loro capacit di
fingersi stupidi. Dopo un lungo interrogatorio i funzionari, esausti, si sono ritenuti soddisfatti e se ne
sono andati.
Ichizo e Omatsu ci hanno riferito questa storia con manifesto orgoglio e, mentre descrivevano i
particolari, mettevano fuori i denti ridendo allegramente. Quale astuzia si leggeva nei loro lineamenti!
Tuttavia rimane sempre un problema sconcertante: qualcuno ci ha traditi? Non pu certo trattarsi di
uno degli abitanti del villaggio, eppure, a poco a poco, essi stessi hanno cominciato a sospettare luno
dellaltro. Io stesso sono preoccupato per tema che si verifichi una spaccatura fra loro.
Ci nonostante, a parte questo, ora che sono di nuovo al villaggio, mi sento del tutto in pace. La
nostra capanna piena di luce; mi giunge il canto del gallo dalle pendici del colle; i fiori rossi si sono
aperti e ammantano la terra come un bel tappeto.

Kichijiro molto popolare anche qui da quando tornato a Tomogi. Va in giro per le case
pavoneggiandosi e raccontando con sussiego come stiano le cose a Goto. Racconta loro come sono
stato accolto e come anche lui sia stato apprezzato per avermici condotto, e quando si dilunga in questi
discorsi, la gente del villaggio gli offre cibo e a volte persino sake.
Una volta arrivato alla capanna completamente ubriaco, con due o tre suoi giovani compagni.
Aveva il volto arrossato mentre gridava: Io sto con lei... E se io sto con lei non ha nulla da temere. I
compagni lo guardavano con rispetto, e lui ha preso a cantare con entusiasmo ancor maggiore. Io sto
con lei... se io sto con lei non ha nulla da temere ha continuato a gridare, quando ha smesso di
cantare. Poi, dopo aver steso le gambe in fuori, si addormentato di colpo. Forse in fondo una brava
persona? forse perch simpatico. Il fatto sta che non riesco assolutamente a odiarlo.

Ora lasci che le racconti ancora qualcosa sui giapponesi. Inutile spiegare che le sto parlando dei
contadini di Tomogi che ho visto. Mi limito a riferirle quello che loro hanno detto; non deduca che tutto
il Giappone proprio cos.
La prima cosa di cui ci si deve rendere conto la povert e lo squallore in cui vivono questi
contadini, al di l di qualunque cosa si sia mai vista in Portogallo. Persino i pi ricchi tra loro, la classe
abbiente, sentono il sapore del riso due volte lanno. La loro dieta solida costituita da patate,
rapanelli e vegetali analoghi, e lunica bevanda lacqua calda. A volte scavano radici dal suolo e le
mangiano. Hanno uno strano modo di star seduti, affatto diverso dal nostro. Appoggiano le ginocchia
al suolo o sul pavimento, dopo di che si siedono allindietro sui talloni. Per loro questa posizione
riposante ma per noi, fino a che non ci siamo abituati, stata una gran sofferenza. I tetti delle case
sono di paglia, le case sono sporche e il lezzo insopportabile. A Tomogi le famiglie che possiedono
una mucca o un cavallo sono soltanto due.
Il signore feudale ha potere illimitato sulla sua gente, molto pi di qualsiasi sovrano in un paese
cristiano. La tassa annuale dolorosamente elevata, e chi non la paga viene punito impietosamente. La
ribellione dei Shimabara stata in effetti una tremenda reazione alle insostenibili sofferenze imposte
da questa tassazione. Ad esempio, qui a Tomogi si racconta la storia di come, cinque anni fa, la moglie
e i figli di un certo Mozaemon fossero presi come ostaggi e messi nella prigione sullacqua solo perch
lui non aveva pagato la tassa di cinque sacchi di riso. I contadini sono schiavi dei samurai, al di sopra
dei quali ci sono i proprietari terrieri. I samurai attribuiscono molta importanza alle armi e, quale che
sia la condizione sociale, quando compiono tredici o quattordici anni, tutti portano un pugnale e una
spada. Il proprietario terriero ha potere assoluto sui samurai e, se vuole, pu uccidere chi non gli
garba e confiscarne tutte le propriet.
I giapponesi girano a testa scoperta dinverno e destate, e gli indumenti che portano li lasciano
esposti al freddo. In genere si tagliano i capelli in modo da restare completamente calvi, lasciandosi
soltanto una lunga treccia che scende sulla schiena. I bonzi hanno il capo completamente rasato, e tra i
samurai anche altri, che non sono bonzi, fanno lo stesso...
... questa uninterruzione improvvisa.
Cercher di scriverle con la massima precisione possibile ci che accaduto il 5 giugno, anche se
pu darsi che questa relazione finisca per essere cortissima. Nella nostra attuale situazione non
possiamo sapere quando il pericolo ci piomber addosso. Pu anche darsi che io non abbia pi la
possibilit di scriverle a lungo e in maniera particolareggiata. Il giorno 5, verso mezzogiorno, ho avuto
la sensazione che nel villaggio sottostante stesse accadendo qualcosa di strano. Attraverso gli alberi
riuscivamo a sentire lincessante latrato dei cani. Naturalmente, nei giorni tranquilli, quando il tempo
bello, non insolito che i latrati dei cani e persino il chiocciare delle galline arrivino vagamente fin
quass, ed effettivamente quei suoni costituiscono una specie di consolazione nella nostra reclusione,
ma oggi la cosa ci ha messi piuttosto a disagio. Sospettando che potesse esservi nellaria qualcosa di
minaccioso, siamo andati sul lato orientale del boschetto per guardare gi e vedere che cosa stesse
succedendo. Da l si ha la vista migliore sul villaggio ai piedi della montagna.
La prima cosa che ha attratto la nostra attenzione stata una nube di polvere bianca sulla litoranea
che conduce al villaggio. Che cosa poteva essere? Un cavallo senza sella, galoppando selvaggiamente,
proveniva dal villaggio, allingresso del quale cerano cinque uomini (chiaramente non si trattava dei
nostri contadini) che sbarravano con fermezza la strada in modo che nessuno potesse fuggire.
Ci siamo immediatamente resi conto di quello che era accaduto: le guardie erano venute a perquisire
il villaggio. Garrpe e io, inciampando nella fretta, ci siamo precipitati di nuovo verso la capanna e,
afferrato tutto quello che avrebbe potuto tradirci, labbiamo nascosto nella grossa buca scavata da
Ichizo. Fatto questo, abbiamo preso il coraggio a quattro mani e deciso di scendere in mezzo agli alberi
per vedere meglio quello che succedeva nel villaggio.
Non si sentiva il minimo rumore. Il bianco sole del mezzogiorno ardeva impietoso sulla strada e sul
villaggio. Tutto quello che riuscivamo a vedere con chiarezza era lombra scura delle case sulla strada.
Perch non cera traccia di vita? Persino i cani avevano allimprovviso smesso di abbaiare e Tomogi
sembrava unantica rovina abbandonata. Eppure avvertivo lorribile silenzio che avviluppava ogni
cosa. Con ardore ho preso a pregare il Signore. Sapevo bene che non si dovrebbe pregare per ottenere
l a felicit e la buona sorte di questo mondo, eppure pregavo e continuavo a pregare affinch
quellorribile silenzio di mezzogiorno potesse essere spazzato via dal villaggio sul quale incombeva
tanto sinistramente.
I cani hanno ripreso ad abbaiare mentre gli uomini che avevano bloccato lingresso al villaggio si
precipitavano fuori. Siamo riusciti a vedere in mezzo a loro la figura del Jiisama quel povero vecchio
legato saldamente con corde. Un samurai a cavallo, che portava un cappello nero simile a un
ombrello, ha gridato un ordine e tutti hanno formato ununica fila dietro il vecchio, prendendo poi ad
avanzare. Faceva strada un altro samurai, che brandiva una frusta, era a cavallo da solo, avvolto nella
propria nuvola di polvere bianca e, mentre procedeva, continuava a voltarsi indietro a guardare. Il
ricordo di tutto questo ancora vivido nella mia mente: i cavalli che sollevavano alte le zampe nel
galoppo, il vecchio barcollante e vacillante, mentre veniva trascinato via da coloro che lavevano
catturato. E cos la processione avanzava lungo la strada nel calore bianco del sole, proprio come una
colonna di formiche. Poi si persa alla vista.
Quella sera abbiamo appreso i particolari da Kichijiro e da Mokichi. Le guardie erano comparse
prima di mezzogiorno. Stavolta la gente non aveva avuto alcun preavviso del loro arrivo. E cos i
samurai erano arrivati a cavallo, urlando ordini ai loro uomini, galoppando per il villaggio e
perquisendo ogni angolo, mentre la gente scappava disordinatamente, in preda alla confusione.
Non era stata trovata traccia di alcunch di cristiano. Eppure questa volta non avevano rinunciato
esasperati e non si erano ritirati.
I samurai avevano invece riunito i contadini in un punto e li avevano avvisati che, se non avessero
confessato tutto, avrebbero preso un ostaggio. Eppure nessuno aveva detto una sola parola.
Non trascuriamo di pagare le tasse e facciamo il nostro dovere verso lo stato. Il Jiisama aveva
parlato ai samurai. Anche i nostri funerali... si svolgono nel tempio.
A questo il samurai non aveva risposto, indicando invece con la frusta il Jiisama; subito gli uomini
che stavano raggruppati alle sue spalle avevano lanciato una corda attorno al vecchio e lo avevano
legato saldamente.
Bada! Niente obiezioni. Non siamo qui per discutere. Un informatore ci ha detto di recente che tra
voi vi sono adepti segreti di questa setta cristiana proibita. Se qualcuno dir con franchezza chi siano
queste persone, ricever cento monete dargento. Ma se non confessate, dovete accettare le
conseguenze. Tra tre giorni verremo a prendere un altro ostaggio. Pensateci su!
I contadini erano rimasti immobili ed eretti, in silenzio. Uomini, donne, bambini, tutti in silenzio. Cos
erano passati i secondi. Simili a nemici che si stessero squadrando. Ripensandoci ora, mi rendo conto
che deve essere stato esattamente nellattimo in cui tutto era silenzioso che noi avevamo guardato il
villaggio dalla montagna.
Il samurai aveva girato il cavallo verso lingresso al villaggio e, brandendo la frusta, si era
allontanato al galoppo. Il vecchio Jiisama, legato e trascinato dietro i cavalli, era caduto, si era
rialzato, poi era caduto di nuovo. Mentre lo trascinavano via, gli uomini lo sorreggevano per farlo
stare diritto.
Questo stato lincidente del 5 giugno come ci stato raccontato.
No, padre, non abbiamo detto una parola di lei ha spiegato Mokichi, tenendo le mani sulle
ginocchia, e se torneranno continueremo a non dir nulla. Qualunque cosa accada, la sosterremo.
Probabilmente lo ha detto vedendo lombra che ci ha oscurato il volto, una paura e unapprensione
momentanee. Se cos stato, me ne vergogno molto. E tuttavia persino Garrpe, sempre di buon umore
malgrado le difficolt pi tremende, ha fissato Mokichi con uno sguardo pieno dangoscia. Ma se
continua cos, finirete per essere presi tutti come ostaggi ha detto alla fine.
S, padre, potrebbe essere cos, ma continueremo a non dire niente.
Questo impossibile. Per evitare una simile calamit, meglio che noi due ce ne andiamo lontano
da questa montagna. Mentre parlava, Garrpe si rivolto a Mokichi, a me e al terrorizzato Kichijiro
che sedeva al nostro fianco. Non possiamo rifugiarci nellisola di questuomo?
Nelludire quelle parole, uno spasmo di paura ha contratto il volto di Kichijiro che per non ha detto
una sola parola. Rammentando ora la situazione, mi rendo conto che quelluomo debole e pauroso si
trovava in un orribile pasticcio per averci portati l ed essersi immischiato in tutta la vicenda. Da un
canto non voleva perdere la reputazione di buon cristiano, dallaltro nella sua piccola testa pensava
furiosamente a come salvarsi la pelle. E gli occhi astuti lampeggiavano, mentre si sfregava le mani
come una mosca le zampe. Ha detto che a Goto sarebbe sorto lo stesso problema, perch sarebbero
venuti anche l a perquisire. Poi ha cercato di dimostrare che sarebbe stato meglio andare in qualche
posto pi lontano. Ma in ogni caso quella sera non stata presa alcuna decisione, e i due uomini sono
ritornati sui loro passi furtivamente gi per la montagna.
Il giorno dopo la gente di Tomogi era eccitata e nervosa. Ben lungi da me lidea di volerli criticare,
ma voglio soltanto dirle quello che mi ha riferito Mokichi. Erano spaccati in due: una fazione insisteva
affinch noi due ci spostassimo in un altro luogo; laltra sosteneva che il villaggio avrebbe dovuto darci
asilo, a qualunque costo. Qualcuno affermava persino che Garrpe e io eravamo responsabili del male
che si era abbattuto sul villaggio. In mezzo a tutto questo Mokichi, Ichizo e Omatsu ostentavano una
fede incrollabile. Qualunque cosa fosse successa, loro avrebbero protetto i preti... questa era la loro
posizione.
Quella confusione ha dato alle autorit loccasione che stavano cercando. Il giorno 8 giugno hanno
adottato una nuova tattica. Stavolta non stato un samurai dalla faccia feroce a presentarsi in sella a
un cavallo, ma un vecchio samurai dal volto sorridente, accompagnato da quattro o cinque seguaci.
Egli ha consigliato alla gente di riflettere attentamente e di pensare ai pro e ai contro di tutto. Ha
aggiunto che chiunque avesse onestamente rivelato i nomi degli aderenti a quella setta cristiana,
avrebbe ottenuto una riduzione delle tasse negli anni a venire. Per quei poveri contadini una riduzione
delle tasse doveva essere una cosa molto allettante davvero, eppure hanno vinto la tentazione.
Se siete cos decisi, suppongo non mi resti altro che credervi ha detto il vecchio, voltandosi a
guardare con espressione ridente i suoi seguaci. E tuttavia devo chiedere ai miei superiori se la vostra
dichiarazione quella veritiera, o se lo quella del nostro informatore. Quindi abbiamo bisogno di un
ostaggio. Scegliete per favore tre uomini fra voi e mandateli a Nagasaki domani. Poich sono sicuro
che non avete fatto nulla di male, non avete di che preoccuparvi.
Nel tono della sua voce non cera la minima traccia di intimidazione, ma tutti hanno capito che si
trattava di una trappola. E quindi gli uomini di Tomogi hanno trascorso la notte a dibattere
violentemente per decidere chi bisognasse mandare alla sede del magistrato a Nagasaki. Gli uomini
prescelti forse non sarebbero tornati pi. Non cera da stupirsi che persino il Tossama e gli altri che
occupavano qualche carica si tirassero indietro. Radunatisi in una fattoria buia, i contadini si
osservavano attentamente. Sembrava che ognuno di loro si chiedesse segretamente come avrebbe
potuto sfuggire a quella terribile sorte.
stato fatto il nome di Kichijiro. Probabilmente perch, in primo luogo, per un certo verso, era un
estraneo, non nativo di Tomogi; e in secondo luogo, molti avevano la radicata certezza che tutta la
catastrofe fosse avvenuta solo per colpa sua. Povero essere debole! Quando ha visto ci che stava
accadendo, piombato nella pi nera confusione e ha cominciato a piangere. Alla fine esploso in
violente imprecazioni contro tutti i presenti. Ma gli altri hanno ribattuto che sarebbero stati costretti ad
abbandonare mogli e figli. Tu non appartieni a questo villaggio gli hanno detto. I funzionari non ti
sottoporranno a controinterrogatori cos severi. Per favore, vai in vece nostra. Lo hanno supplicato a
mani giunte, finch, per pura debolezza, lui non si pi potuto rifiutare. E cos stato deciso che
sarebbe andato lui.
Lasciate che vada anchio. Era stato Ichizo allimprovviso a parlare. Tutti lo hanno fissato
sbalorditi, sussultando. Poteva essere costui il silenzioso, cocciuto Ichizo che conoscevano tanto bene?
E poi stata la volta di Mokichi. Ha detto che si sarebbe unito agli altri due.
9 giugno. Una leggera acquerugiola ha continuato a cadere sin dal mattino. Gli alberi davanti alla
nostra capanna si vedevano a stento, avvolti comerano in una bruma grigia. I tre sono saliti per il
bosco. Mokichi sembrava piuttosto agitato. Ichizo, con gli occhi socchiusi come al solito, era cupo e
silenzioso. Li seguiva Kichijiro che sembrava un cane bastonato. Continuava a fissarmi con occhi
compassionevoli che sembravano carichi di risentimento.
Padre, se ci viene ordinato di calpestare il fumie...
Mokichi, la testa penzolante, mormorava le parole come se stesse parlando da solo. La cosa non
riguarda soltanto noi. Se non lo calpestiamo, tutti al villaggio saranno interrogati. Che cosa dobbiamo
fare?
A quelle parole un senso di compassione cos forte mi ha gonfiato il petto che, senza pensare, ho
dato una risposta che so lei non avrebbe mai dato. Ho scacciato dalla mente il ricordo di come padre
Gabriel, durante la persecuzione a Unzen, trascinato davanti al fumie, aveva esclamato: Preferisco
che mi venga tagliato il piede anzich calpestare questa immagine... So che molti cristiani giapponesi
e molti padri hanno manifestato sentimenti simili quando la sacra immagine stata posta ai loro piedi.
Ma era possibile esigerlo da questi tre uomini sfortunati?
Calpestate! Calpestate! ho gridato, ma subito dopo mi sono reso conto di aver pronunciato parole
che non avrebbero mai dovuto essere sulle mie labbra. Garrpe mi ha guardato con espressione di
rimprovero.
Kichijiro continuava a piagnucolare. Perch Dio Sama ci ha sottoposto a questa prova? Non
abbiamo fatto niente di male! ha esclamato.
Siamo restati in silenzio. Anche Mokichi e Ichizo sono restati in silenzio; i loro occhi sembravano
fissare una macchiolina nel cielo vuoto.
E cos insieme ci siamo uniti in unultima preghiera e, quando abbiamo finito di pregare, i tre uomini
sono discesi dalla montagna. Garrpe e io siamo rimasti a guardare le loro figure che svanivano nella
bruma e scomparivano. Non avrei mai pi rivisto Mokichi e Ichizo.

di nuovo trascorso molto tempo da quando ho scritto. Ho gi descritto come i funzionari fossero
calati su Tomogi, ma ho dovuto attendere sino a ora per poterle riferire i particolari sullinterrogatorio
dei tre cristiani a Nagasaki. Avevamo pregato il Cielo moltissimo affinch ci fossero restituiti sani e
salvi insieme con il Jiisama. Sera dopo sera la gente del villaggio offriva le proprie preghiere a tale
scopo.
Non credo che il Signore ci abbia sottoposti a questa prova senza ragione. So che verr il giorno in
cui comprenderemo chiaramente perch siamo stati chiamati a questa persecuzione, con tutte le
sofferenze che ha comportato: tutto ci che Nostro Signore fa per il nostro bene. Eppure, mentre
scrivo queste parole, sento nel cuore il peso opprimente delle ultime parole balbettate da Kichijiro il
mattino in cui se ne andato: Perch Dio Sama ci ha sottoposto a questa prova? E poi il
risentimento di quegli occhi fissi su di me: Non abbiamo fatto niente di male!.
Penso che dovrei limitarmi a scacciare dalla mente le insensate parole di quel vile, eppure come mai
la sua voce lamentosa mi traffigge il petto con il dolore di un ago acuminato? Perch Nostro Signore
ha imposto questa tortura e questa persecuzione ai poveri contadini giapponesi? No, Kichijiro cercava
di esprimere qualcosa di diverso, qualcosa di ancor pi sconvolgente. Il silenzio di Dio. Sono gi
trascorsi ventanni da quando si scatenata la persecuzione; lo scuro suolo del Giappone si riempito
dei lamenti di tanti cristiani; il rosso sangue dei preti corso con profusione; le pareti delle chiese sono
crollate; e di fronte a questo sacrificio terribile e impietoso che gli stato offerto, Dio rimasto in
silenzio. Era questo il problema che si annidava dietro la lamentosa domanda di Kichijiro.
In ogni caso, lasci che le racconti della sorte che ci toccata in seguito.
I tre uomini sono stati convocati nellufficio del magistrato in un luogo chiamato Sakuradai. Per due
giorni sono rimasti abbandonati nella prigione sul retro delledificio, fino a che finalmente sono stati
condotti fuori per essere interrogati. Per chiss quale motivo linterrogatorio ha avuto inizio con una
domanda e una risposta stranamente meccaniche.
Voi sapete che il cristianesimo una religione fuori legge?
Mokichi, che parlava per tutti, ha annuito.
Ci pervenuto un rapporto secondo il quale voi praticate questa religione fuori legge. Che cosa
avete da dire?
Tutti e tre hanno risposto di essere buddisti convinti e di vivere secondo linsegnamento dei monaci
del Tempio di Danna.
Il passo successivo stato: E allora calpestate il fumie.
Ai loro piedi stata posta una tavola sulla quale era appiccicata unimmagine della Vergine col
Bambino. Seguendo il mio consiglio, Kichijiro stato il primo a porre i piedi sullimmagine; dopo di lui
altrettanto hanno fatto Mokichi e Ichizo. Ma se si illudevano di essere prosciolti dopo questo, si
sbagliavano di grosso. Lentamente sul volto dei funzionari presenti sono comparsi vaghi sorrisi. Quello
che aveva attratto la loro attenzione, non era il fatto che i cristiani avessero messo i piedi sul fumie, ma
lespressione dei loro volti mentre lo facevano.
Pensate di poterci ingannare in questo modo? ha chiesto uno dei funzionari, un uomo anziano. E
per la prima volta i tre hanno riconosciuto in lui il vecchio samurai che era arrivato a cavallo a Tomogi
qualche giorno prima. Pensate che siamo stupidi? Pensate che non abbiamo notato come il vostro
respiro si fatto pesante e nervoso...?
Non siamo agitati ha affermato in tono serio Mokichi. Non siamo cristiani.
Be, tentiamo in altro modo stata la risposta.
E con ci stato dato loro lordine di sputare sul crocifisso e di dichiarare che la Beata Vergine era
una sgualdrina. Solo in seguito sono venuto a sapere che questo era un piano concepito da Inoue,
luomo che, a detta di Valignano, era il pi pericoloso di tutti. Questo Inoue che un tempo aveva
ricevuto il battesimo per farsi strada nel mondo, sapeva benissimo che sopra ogni altra cosa quei
poveri contadini onoravano la Vergine. In effetti io stesso, da quando sono arrivato a Tomogi, mi sono
un po preoccupato nel rendermi conto che a volte i contadini onorano Maria pi che il Cristo.
Andiamo, non volete sputarci sopra? Non volete ripetere le parole che vi sono state dette?
Ichizo ha afferrato il fumie con entrambe le mani e, mentre i funzionari lo incalzavano da dietro, ha
tentato di sputare sullimmagine ma non so perch, non ne stato capace. Non riuscito a farlo.
Neppure Kichijiro si fatto avanti, ed rimasto l, immobile.
Che cosa vi succede?
Alle violente pressioni dei funzionari una lacrima bianca scesa dallocchio di Mokichi e gli
rotolata sulla guancia. Anche Ichizo ha scosso la testa come se fosse stato colto da forti dolori. Poi alla
fine entrambi hanno confessato apertamente di essere cristiani. Solo Kichijiro, sopraffatto dalle
minacce, ha balbettato le blasfemie richiestegli contro la Vergine.
E adesso sputa gli stato ordinato.
A quellordine lui ha lasciato cadere sul fumie linsultante sputo che non sarebbe mai pi stato
possibile cancellare.

Dopo le indagini Mokichi e Ichizo sono stati rinchiusi per dieci giorni nel carcere di Sakuradai. Quanto
allapostata Kichijiro, stato liberato, dopo di che scomparso. Da allora non pi tornato qui. Gli
sarebbe impossibile tornare.
Siamo entrati ora nella stagione delle piogge. Ogni giorno pioviggina in continuazione. Ora per la
prima volta mi rendo conto di quale orribile flagello sia questa pioggia, un flagello che distrugge ogni
cosa, sia in superficie sia alla radice. Tutta la zona come un paese di morti. Nessuno sapeva quale
sorte sarebbe toccata ai nostri due cristiani. La gente era atterrita dalla paura di essere a sua volta
sottoposta alle stesse indagini e quasi pi nessuno andava nei campi a lavorare. E al di l dei tetri
campi quanto era nero il mare!
20 giugno. Di nuovo i funzionari sono arrivati al villaggio, questa volta con un proclama. L, sulla
spiaggia di Tomogi, Mokichi e Ichizo sarebbero stati sottoposti al castigo dellacqua.
22 giugno. Da lontano lungo la strada cinerina ammantata di pioggia, si vedeva arrivare una
processione simile a una lunga fila di piselli. Lentamente le figure minuscole sono andate
ingrandendosi. In mezzo al gruppo, con le braccia strettamente legate e la testa penzolante, circondati
da guardie, avanzavano a cavallo Mokichi e Ichizo. La gente del villaggio non si arrischiava a uscire da
dietro le porte sbarrate delle case. Dietro la lunga processione seguivano molti vagabondi che si erano
accodati dai villaggi vicini per assistere allo spettacolo. Dalla nostra capanna si poteva vedere tutta la
scena.
Arrivati sulla spiaggia, i funzionari hanno ordinato di accendere un fuoco affinch Ichizo e Mokichi
potessero scaldarsi il corpo inzuppato di pioggia. E poi (come mi stato detto), qualcuno mosso da un
inaspettato senso di compassione, ha dato loro da bere una tazza di sake. Quando lho saputo, non ho
potuto fare a meno di pensare che un soldato aveva dato al Cristo morente una spugna inzuppata di
aceto.
Sul bordo dellacqua erano stati sistemati due alberi a forma di croce ai quali Ichizo e Mokichi sono
stati legati. La notte, con il sopravvenire della marea, i loro corpi sarebbero stati immersi nellacqua
fino al mento. Non sarebbero morti subito ma, dopo due o tre giorni di totale spossatezza fisica e
mentale, avrebbero cessato di respirare. Il progetto delle autorit era di offrire alla popolazione del
villaggio di Tomogi, nonch agli altri contadini, lo spettacolo di quella sofferenza prolungata affinch
nessuno si avvicinasse mai pi alla fede cristiana. Era gi trascorso mezzogiorno quando Mokichi e
Ichizo furono legati agli alberi e i funzionari, dopo avere lasciato quattro uomini di guardia, si
allontanarono a cavallo. Anche gli spettatori, che inizialmente erano venuti a frotte a guardare lo
spettacolo, ora un po alla volta se ne andarono.
venuta lalta marea. Le due figure non si sono mosse. Le onde, che bagnavano i piedi e met dei
corpi, si avventavano sulla spiaggia buia con fragore monotono e con fragore monotono si ritraevano.
La sera, Omatsu insieme con sua nipote, andata a portare cibo alle guardie e ha chiesto se
potevano dare qualcosa da mangiare ai due uomini. Ricevuto il permesso, si sono avvicinate su una
piccola imbarcazione.
Mokichi! Mokichi! ha gridato Omatsu.
Che cosa c? si dice abbia risposto Mokichi.
E poi: Ichizo! Ichizo!, ma il vecchio Ichizo non riuscito a rispondere. Eppure era chiaro che non
era morto, perch di tanto in tanto muoveva leggermente il capo.
State soffrendo orribilmente, ma siate pazienti! Il padre e tutti noi preghiamo. Andrete entrambi in
paradiso.
Quelle sono state le parole di incoraggiamento pronunciate da Omatsu ma, quando ha tentato di
mettere in bocca a Mokichi la patata che aveva portato, egli ha scosso il capo. Se doveva morire,
sembrava pensasse, avrebbe preferito sfuggire al pi presto a quel tormento. Dalla a Ichizo ha detto.
Che mangi lui, io non ce la faccio pi.
Sconvolte e piangenti, Omatsu e sua nipote sono tornate a riva e l, bagnate fino alle ossa per la
pioggia, hanno levato le loro voci e hanno pianto.
venuta la notte. La luce rossa del fuoco acceso dalle guardie si vedeva vagamente persino dalla
nostra capanna, mentre la gente di Tomogi si radunava sulla spiaggia e guardava il mare nero. Il mare
e il cielo erano cos scuri che nessuno sapeva dove si trovassero Mokichi e Ichizo. Nessuno sapeva se
fossero vivi o morti. Tutti in lacrime, nel profondo del loro cuore pregavano. E poi, fra il fragore delle
onde, hanno udito quella che sembrava essere la voce di Mokichi. Forse perch voleva far sapere alla
gente che la sua vita non si era ancora spenta o forse per farsi forza, il giovane cantava
affannosamente un inno cristiano:

Siamo in cammino, siamo in cammino,


Siamo in cammino verso il tempio del Paradiso,
Verso il tempio del Paradiso...
Verso il grande Tempio...

Tutti hanno ascoltato in silenzio la voce di Mokichi, anche le guardie ascoltavano; e ripetutamente, in
mezzo al rumore della pioggia e delle onde, il canto giungeva alle loro orecchie.
24 giugno. Ha continuato a piovigginare tutto il giorno, mentre la gente di Tomogi, di nuovo
ammassata, guardava da lontano i pali di Mokichi e di Ichizo. La spiaggia, avvolta nella pioggia, si
estendeva stancamente come un deserto sommerso. Oggi non sono arrivati spettatori gentili dai
dintorni. Quando la marea si ritirata, in lontananza sono restati solo i pali solitari ai quali erano
legati i due uomini. Era impossibile distinguerli, Mokichi e Ichizo aderivano in tal modo ai pali che ne
erano diventati parte. Lunica indicazione che erano ancora vivi era il cupo lamento di una voce che
sembrava quella di Mokichi.
Di tanto in tanto i lamenti cessavano. Mokichi non aveva pi nemmeno la forza di darsi coraggio con
un inno come quello del giorno precedente. Eppure dopo unora di silenzio di nuovo il vento ha portato
la voce alle orecchie della gente. Nelludire quel suono, simile al lamento di un animale, la gente ha
tremato e pianto. Nel pomeriggio la marea ricomincia a risalire, il colore nero e freddo del mare
diventa pi intenso, i pali sembrano sprofondare nellacqua. Le bianche onde spumeggianti, vorticando
oltre i pali, si infrangono sulla spiaggia, un uccello bianco, sfiorando la superficie del mare, vola
lontano, molto lontano. E con questo finito tutto.
Sono stati martirizzati. Ma quale martirio! Ho letto molto sul martirio nelle vite dei santi: come le
anime dei martiri siano tornate in Cielo, come siano stati soffusi di gloria in Paradiso, come gli angeli
abbiano suonato le trombe. Era questo lo stupendo martirio che spesso avevo visto nei sogni. Ma il
martirio dei giapponesi cristiani che ora le descrivo non stato cos glorioso. Che cosa miserabile e
dolorosa stata!
La pioggia cade incessante sul mare, e il mare che li ha uccisi si gonfia in maniera inquietante, in
silenzio.
La sera sono tornati nuovamente i funzionari a cavallo. A un loro ordine le guardie hanno raccolto
pezzi di legno umido e, dopo aver tolto i corpi di Mokichi e di Ichizo dai pali, hanno preso a bruciarli.
Lhanno fatto per impedire che i cristiani portassero a casa le spoglie per venerarle. Quando i corpi si
sono ridotti in cenere, li hanno buttati in mare. La fiamma che avevano acceso ha fatto una vampa
bianca e rossa nella brezza; il fumo si sparso sopra la spiaggia sabbiosa, mentre la gente, senza fare
il minimo movimento, ne guardava le ondulazioni con occhi vacui. Quando tutto finito, a testa bassa
come mucche, sono tornati alle loro case, strascicando i piedi.
Oggi, mentre scrivo questa lettera, esco di tanto in tanto dal capanno per guardare il mare sotto di
me; la tomba di quei due contadini giapponesi che hanno creduto nel nostro verbo. Il mare si limita a
estendersi allinfinito, malinconico e buio, mentre sotto le nubi grigie non c lombra di unisola.
Non c nessun cambiamento. Ma so quello che lei dir: La loro morte non priva di senso. stata
una pietra che con il tempo costituir le fondamenta della Chiesa; e il Signore non ci chiama mai a una
prova che non sia possibile superare. Mokichi e Ichizo sono con il Signore. Al pari di numerosi martiri
giapponesi che se ne sono andati prima, ora godono una felicit eterna. Anchio, naturalmente, sono
convinto di tutto ci, eppure perch nel cuore persiste questo senso di sofferenza? Perch il canto dello
stremato Mokichi legato al palo continua a rodermi il cuore?
Siamo in cammino, siamo in cammino,
Siamo in cammino verso il tempio del Paradiso,
Verso il tempio del Paradiso...
Verso il grande Tempio...
Ho sentito dalla gente di Tomogi che molti cristiani, quando venivano trascinati verso il luogo
dellesecuzione, cantavano questo inno, una melodia piena di cupa tristezza. Per questi contadini
giapponesi la vita in questo mondo troppo dolorosa. Solo la speranza nel Tempio del Paradiso fa s
che continuino a vivere. Tanta la tristezza da cui pervaso questo canto.
Che cosa voglio dire? Io stesso non lo capisco bene. Solo che oggi, giorno in cui Mokichi e Ichizo
hanno pianto, sofferto e sono morti a maggior gloria di Dio, non riesco a sopportare il monotono
fragore dello scuro mare che erode la spiaggia. Dietro il silenzio deprimente di questo mare, il silenzio
di Dio... la sensazione che mentre gli uomini levano la loro voce angosciata Dio rimane silenzioso, a
braccia conserte.

Questo potrebbe essere il mio ultimo rapporto. Stamane ci giunta la notizia che le guardie si
apprestano a setacciare le montagne. Prima che cominci la perlustrazione, dobbiamo rimettere la
capanna a posto, come era prima, ed eliminare ogni traccia della nostra presenza. Cos ora lasceremo
la capanna. E dove andremo? Garrpe e io non abbiamo ancora deciso. Abbiamo discusso a lungo della
cosa, chiedendoci se dobbiamo fuggire insieme o divisi. Alla fine abbiamo deciso che, anche se uno dei
due cadesse preda dei gentili, sarebbe meglio se laltro rimanesse. In altre parole, ci saremmo lasciati.
E tuttavia perch mai restiamo in questo paese? Non abbiamo fatto quel lungo viaggio attorno
allAfrica, attraverso loceano Indiano, fino a Macao e poi in Giappone, soltanto per fuggire cos da un
nascondiglio allaltro. Non labbiamo fatto per nasconderci nelle montagne come topi di campagna, per
ricevere un tozzo di pane dai contadini in miseria e per star chiusi in una capanna di carbonai senza
poter nemmeno incontrarci con i cristiani. Che cosa ne stato dei nostri gloriosi sogni?
Tuttavia un solo prete che rimanga in questo paese ha il medesimo significato della candela che
bruciava nelle catacombe. E quindi Garrpe e io abbiamo giurato che, dopo esserci separati, avremmo
fatto di tutto per restar vivi.
Comunque, se ora questa mia relazione si interrompe bruscamente (per quanto ne so, potrebbe
anche non averla ricevuta), non pensi che siamo senzaltro morti. solo che in questa terra spoglia
dobbiamo lasciare una piccola vanga per arare la terra...

Tuttattorno a me c il nero mare; impossibile dire dove cominci loscurit della notte. Non riesco a
vedere se attorno a me ci siano isole. Lunica cosa che mi dice che sono sul mare il pesante ansimare
del giovane che rema alle mie spalle: il rumore dei remi nellacqua, lo sciabordio delle onde contro lo
scafo della barca.
Garrpe e io ci siamo separati unora fa. Siamo saliti a bordo di barche diverse e abbiamo lasciato
Tomogi: lui si allontanato in direzione di Hirado. Nelloscurit profonda non sono nemmeno riuscito a
vederlo; non abbiamo nemmeno avuto tempo di salutarci.
Rimasto completamente solo, tremavo dalla testa ai piedi. Era come se il mio corpo non fosse pi
controllato dalla mia volont. Se dovessi affermare che quel momento non stato pregno di terrore
direi una menzogna. Per quanto possa essere forte la fede, la paura fisica pu travolgere
completamente. Quando ero con Garrpe, potevamo almeno condividere la nostra paura, come si fa con
il pane spezzandolo in due; ma adesso ero tutto solo nel mare buio della notte e dovevo subire in
solitudine il freddo, loscurit e ogni altra cosa. (Tutti i missionari giapponesi hanno provato un terrore
analogo? Me lo chiedo.) E poi, non so perch, nella mia immaginazione apparsa la faccia da topo di
Kichijiro, piena di terrore. S, quel vile miserabile che aveva calpestato il fumie a Nagasaki ed era
fuggito. Se io fossi un normale cristiano e non un prete, sarei fuggito allo stesso modo? Quello che mi
ha dato la forza di resistere potrebbe essere il rispetto di me stesso e il mio sacerdotale senso del
dovere.
Ho chiamato il giovane ai remi per chiedergli un po di acqua, ma lui non ha risposto. Ho cominciato
a rendermi conto che, da quando avvenuto il martirio, la gente di Tomogi mi considera uno straniero
che ha portato sciagura: un tremendo peso per loro. Probabilmente questo giovane vorrebbe essere
sollevato dallincarico di dovermi trasportare sullacqua. Per inumidirmi la lingua inaridita, ho
cominciato a succhiarmi le dita bagnate con acqua di mare e ho pensato al Cristo inchiodato sulla
croce e al sapore di aceto nella sua bocca.
Mentre limbarcazione cambiava lentamente direzione, sentivo le onde frangersi contro le rocce. Era
come il rullare dei tamburi di una trib nera, ed era stato cos anche durante lultima traversata. Da l
il mare entrava in una profonda insenatura dove lambiva la sabbia dellisola. Ma tutta lisola era
avvolta nella pi fitta oscurit e non riuscivo a vedere dove fosse il villaggio.
Quanti missionari avevano raggiunto questisola su una piccola imbarcazione proprio come ho fatto
io! Eppure in circostanze ben diverse dalle mie! Quando erano venuti in Giappone, la fortuna sorrideva
gaia a ogni loro impresa. Ogni luogo era sicuro per loro; trovavano case in cui potersi comodamente
riposare e cristiani che li accoglievano a braccia aperte. I signori feudali gareggiavano fra di loro per
dar protezione ai padri, non per amore della loro fede ma per desiderio di scambi commerciali. E i
missionari non mancavano di sfruttare questa possibilit per allargare il proprio lavoro di apostolato.
Per chiss quale ragione mi sono tornate alla memoria le parole di Valignano a Macao: Una volta
abbiamo seriamente discusso se la nostra veste talare dovesse essere di seta o di cotone. Quando
quelle parole mi sono improvvisamente tornate alla mente, ho guardato nelloscurit e, stringendomi le
ginocchia, ho riso sommessamente. Non mi fraintenda. Non ho intenzione di considerare con disprezzo
i missionari di allora. Lunica cosa che mi sembra cos assurdo che questindividuo seduto in una
piccola barca infestata dagli insetti, vestito con labito di Mokichi, contadino di Tomogi, che
questindividuo sia proprio un prete come loro.
A poco a poco le scogliere scure sono apparse pi vicine. Dalle sponde ci giunto alle narici lodore
delle alghe marcescenti, e quando la sabbia ha cominciato a raschiare lo scafo della barca, il mio
giovane compagno saltato in mare e con le mani ha preso a spingere la barca sulla spiaggia. Anchio
mi sono calato nellacqua bassa e, respirando profondamente laria salmastra, ho raggiunto la
spiaggia.
Grazie ho detto. Il villaggio quass, vero?
Padre, io...
Anche se non riuscivo a vederlo in volto, il tono della sua voce mi ha fatto capire che non voleva aver
pi nulla a che fare con me. Ci siamo stretti la mano e lui, profondamente sollevato, corso verso il
mare. Il rumore sordo dei suoi piedi quando balzato sulla barca echeggiato nelloscurit.
Mentre nelle orecchie mi restava il rumore dei remi che si allontanavano, ho pensato a Garrpe. Dove
era adesso?
Camminavo lungo la spiaggia parlando da solo, come una madre che cerchi di consolare il suo
bambino. Di che cosa avevo paura? Conoscevo la strada. Se avessi proseguito diritto, sarei arrivato al
villaggio che mi aveva accolto cos festosamente. In lontananza ho udito una sorta di roco lamento. Era
il miagolio di un gatto. Ma la sola cosa cui riuscivo a pensare era come far riposare le membra stanche
e mettere un po di cibo nello stomaco vuoto.
Quando sono arrivato alle porte del villaggio, il miagolio basso del gatto diventato ancora pi
chiaro. Il vento mi ha portato alle narici un orrendo lezzo che mi ha fatto quasi vomitare. Sembrava
odore di pesce marcio. Ma quando sono entrato nel villaggio, mi sono ritrovato attorniato da un
silenzio sinistro, minaccioso. Non cera anima viva.
Non dir che era una scena di vuota desolazione. Piuttosto sembrava che una battaglia avesse
recentemente devastato tutta la zona. Sparsi per le strade cerano piatti e tazze rotte, mentre tutte le
porte erano abbattute e di conseguenza le case aperte. Il basso miagolio del gatto, che proveniva da
una capanna vuota, sembrava in certo qual modo impudente, come se lanimale si aggirasse sfrontato
per il villaggio.
Sono rimasto a lungo in silenzio, attonito al centro del villaggio. Strano a dirsi, non provavo
angoscia, n paura. La sola domanda che di continuo si affacciava quietamente alla mia mente era:
Perch questo? Perch?
Ho percorso il villaggio da un angolo allaltro nel silenzio mortale. Gatti selvatici di una magrezza
scheletrica si aggiravano per le strade, anche se non riesco a immaginare da dove venissero. Mi
sfioravano le gambe passandomi vicino e mi fissavano con occhi accesi. Assetato e affamato mi sono
fatto strada in una casa vuota alla ricerca di cibo ma, alla fine, la sola cosa che ho trovato stata una
scodella dacqua.
Mentre me ne stavo l, sono stato sopraffatto dalla stanchezza di quella giornata e ho dormito,
appoggiato a una parete, in piedi come un cammello. Nel bel mezzo di un sogno ho sentito i gatti
selvatici camminarmi attorno e afferrare il pesce essiccato strappandolo coi denti. Altre volte, aprendo
gli occhi, ho visto attraverso la porta abbattuta il greve cielo nero senza stelle.
Con laria fresca del mattino ho cominciato a tossire. Adesso il cielo era bianco e le montagne che
facevano da sfondo al villaggio si intravedevano appena dal capanno in cui mi trovavo. Era pericoloso
restare l. Dovevo staccarmi dalla parete, uscire in strada e abbandonare quel luogo desolato. Come la
sera prima, il terreno era cosparso di tazze, piatti e lembi di indumenti.
Ma dove sarei andato? In ogni caso, piuttosto che procedere lungo il mare, dove certamente avrei
attirato lattenzione, mi sembrava pi sicuro prendere la strada delle colline. Da qualche parte
dovevano esservi cristiani che vivevano segretamente la propria esistenza di fede, come avevano fatto
queste persone un mese prima. Li avrei cercati e avrei saputo quello che era successo qui. Dopo di che
avrei deciso il da farsi. Ma poi, allimprovviso, mi venuto in mente Garrpe, e mi sono chiesto che cosa
gli fosse accaduto.
E cos ho dato unultima occhiata al villaggio, entrando nelle case. In quella desolazione, cos totale
che a volte non cera quasi posto dove appoggiare un piede, ho trovato finalmente un po di riso secco.
Lho avvolto in alcuni stracci trovati per terra e, portandomelo appresso, mi sono diretto verso le
montagne.
Sono arrivato in cima alla prima montagna; il fango intriso di pioggia mi inzaccherava i piedi; poi
lentamente ho cominciato ad arrampicarmi per le risaie. Quanto erano poveri i cristiani! Con quanta
meticolosa cura avevano arato il suolo piatto, dividendo i campi con muretti di pietra. Eppure era
impossibile vivere e nel contempo pagare le tasse soltanto con quella stretta striscia di terra che
correva lungo il mare. Ovunque aleggiava il puzzo di concime sul misero granturco e attorno ai
castagni, mentre torme di mosche attratte dallodore riempivano laria e a volte mi si posavano sul viso
con mia profonda irritazione. Infine, mentre lalba si levava e le montagne cominciavano a risaltare
contro il cielo come lame di sciabole, sono riuscito a vedere gli stormi di cornacchie che gracchiavano
roche volando in cerchio in mezzo alle nubi bianche.
Mi sono fermato in vetta al colle per guardare il villaggio sottostante. Una massa marrone di terra;
un mucchio di tetti di paglia; capanne fatte con fango e legna; non una traccia di vita sulla strada o
sulla spiaggia scura. Appoggiato a un albero, ho guardato gi verso la valle argentata dalla pioggia.
Soltanto il mare mattutino era bello. Questo mare, che trattiene nel suo abbraccio un certo numero di
isolette, lampeggiava come un ago nella vaga luce del sole, mentre le onde si avventavano verso la
spiaggia spumeggiando candide. Ho ricordato quanti missionari erano andati e venuti attraverso quel
mare, ed erano stati accolti dai cristiani: Saverio, Cabral, Valignano e gli altri. Certamente Saverio era
passato di qui quando era venuto a Hirado. E poi Torres, quel grande e nobile missionario giapponese,
anchegli aveva visitato queste isole. Eppure questi uomini erano stati profondamente amati dalla
gente, erano stati accolti con gioia; avevano avuto chiese che, per quanto piccole, erano belle e
addobbate di fiori. Loro non erano mai stati costretti a fuggire sulle montagne per nascondersi come
uomini braccati. Quando riflettevo sulla mia condizione, nel cuore mi si levava uno strano desiderio di
ridere.

Oggi il cielo era di nuovo rannuvolato. Si preannunciava una giornata calda. Le cornacchie volavano
sopra la mia testa con insistenza; e quando mi fermavo per un momento smettevano il loro minaccioso
gracchiare, ma, non appena ricominciavo a camminare, riprendevano a seguirmi. A volte una si
posava sul ramo di un albero vicino e, agitando le ali, mi osservava. Una o due volte ho gettato dei
sassi contro quei maledetti uccelli.
Verso mezzogiorno sono arrivato ai piedi della montagna a forma di mezzaluna. Ho continuato a
scegliere strade da dove non avrei perso di vista il mare e la costa; mi sono chiesto se vi fossero
villaggi su quelle isole. Nel cielo sporco nubi grevi di pioggia fluttuavano lentamente come enormi navi.
Mi sono seduto nellerba, e ho cominciato a masticare il riso secco rubato al villaggio e alcuni cetrioli
che avevo raccolto lungo la strada. Il succo dei cetrioli mi ha ridato in certo qual modo forza e
coraggio. Il vento soffiava sui campi e poi, quando ho chiuso gli occhi, ho avvertito lodore di qualcosa
che bruciava. Mi sono alzato.
Erano i resti di un fuoco. Qualcuno era passato di l prima di me e aveva raccolto ramoscelli per
accendere un fuoco. Ho messo le dita nella cenere e ho sentito che al centro cera ancora un po di
calore.
Ho riflettuto a lungo. Dovevo tornare indietro o proseguire? Avevo trascorso una sola giornata
senza incontrare anima viva, vagando per quel villaggio desolato e quelle montagne tetre. Era stato un
solo giorno, eppure ora mi sembrava di aver perduto energia e coraggio. Avrei voluto incontrare un
uomo, chiunque, purch fosse stato un uomo. Questo era stato il mio primo pensiero, seguito dalla
consapevolezza del pericolo che un evento simile avrebbe comportato. Ma alla fine, dopo aver
ponderato a lungo, ho ceduto alla tentazione. Nemmeno Cristo, mi sono detto, riuscito a superare
questa tentazione perch sceso dalla montagna e ha chiamato gli uomini al proprio fianco.
Ho subito capito in quale direzione era andato luomo che aveva acceso il fuoco. Una sola strada era
possibile: la direzione opposta a quella dalla quale ero venuto. Alzando gli occhi al cielo ho visto il sole
bianco lampeggiare fra le nubi sporche entro le quali le cornacchie continuavano a gracchiare con le
loro voci roche.
Ho affrettato con circospezione il passo. La pianura era punteggiata da alberi di ogni sorta. A volte
essi assumevano la forma di un uomo e io, pieno di confusione, mi fermavo, mentre il roco gracchiare
delle cornacchie che mi inseguivano continuava a suscitare in me un presentimento sinistro e
sgradevole. Per distrarmi ho continuato a camminare, guardando con attenzione i vari alberi davanti
ai quali passavo. Sin dalla infanzia ho amato la botanica, e da quando sono arrivato in Giappone, ho
saputo riconoscere immediatamente tutti gli alberi che mi sono noti. Vi sono alberi che il Signore ha
piantato in tutti i paesi, ma qui ne ho trovati altri di un genere sul quale non avevo mai posato lo
sguardo sino a questo momento.
Nel pomeriggio il cielo, che si era rischiarato, rifletteva le nubi nelle pozze di acqua bianca e
azzurrina che restavano sul suolo. Accovacciato, agitavo lacqua per bagnarmi il collo ora inondato di
sudore. Le nubi sono scomparse dallacqua ed comparso invece il volto di un uomo. S, l, riflesso
nellacqua cera un volto stanco e incavato. Non so perch, ma in quel momento ho pensato al volto di
un altro uomo. Quello era il volto di un uomo crocifisso, un uomo che per tanti secoli aveva ispirato gli
artisti. Luomo che nessuno di quegli artisti aveva visto con i propri occhi e di cui tuttavia ritraevano il
volto: il pi puro, il pi bello che mai abbia ispirato la preghiera nelluomo e abbia corrisposto alle sue
pi elevate aspirazioni. Non v dubbio che il suo vero volto fosse pi bello di qualunque cosa essi
abbiano immaginato. Eppure il volto riflesso in quella pozza di acqua piovana era appesantito dal
fango e dalla barba incolta e ispida; era magro e sporco; era il volto di un uomo braccato dallangoscia
e dalla stanchezza. Le sembra possibile che in una circostanza simile un uomo possa essere
allimprovviso colto da un accesso di risa? Ho abbassato il volto sullacqua, ho contorto le labbra come
un pazzo, ho roteato gli occhi e ho continuato a fare smorfie e facce buffe nellacqua.
Perch ho fatto una cosa simile? Perch? Perch?
Nei boschi una cicala friniva roca. Dovunque intorno cera silenzio. Il sole a poco a poco si
infiacchito; il cielo si nuovamente rannuvolato e, mentre le ombre si allungavano sulla pianura, ho
rinunciato alla speranza di riuscire a raggiungere luomo che aveva acceso quel fuoco. Frusta si
rivel lincauta via della rovina, solitari erano i deserti che percorrevamo... Soltanto le parole della
Sacra Scrittura mi si sono levate nel cuore e, mentre trascinavo i piedi, le ho cantate fra me. Il sole si
leva e poi tramonta e, ansando, trae verso il luogo suo ove egli si deve levare. Il vento trae verso il
mezzod e poi gira verso settentrione; egli va sempre girando e ritorna ai suoi giri... Tutti i fiumi
corrono al mare e il mare non si empie... Ogni cosa si affatica pi che luomo non possa dire: locchio
non si sazia giammai di vedere e lorecchio non si riempie di udire.
Ma ecco che nel mio cuore si levato allimprovviso il fragore del mare rombante cos come mi
risonava allorecchio allorch Garrpe e io ce ne stavamo nascosti sulla montagna. Il fragore di quelle
onde echeggianti nelloscurit come il rullare smorzato di un tamburo; il rumore di quelle onde che per
tutta la notte si frangevano senza senso, si ritraevano, quindi tornavano a infrangersi sulla spiaggia.
Quello era il mare che lambiva inesorabilmente i cadaveri di Mokichi e di Ichizo, il mare che li
inghiottiva, il mare che, dopo la loro morte, si estendeva allinfinito con espressioni mutevoli. E al pari
del mare, Dio era silenzioso. Il suo silenzio si prolungava.
No, no! Ho scosso la testa. Se Dio non esiste, come pu un uomo sopportare la monotonia del mare e
la sua crudele indifferenza? (Ma supponendo... naturalmente solo supponendo.) Dai pi profondi
recessi del mio essere, unaltra voce si fece sentire in un sussurro. Supponendo che Dio non esista...
Era una fantasia spaventosa. Se non esiste, quanto diventa tutto assurdo! Quale assurdo dramma
diventano le vite di Mokichi e di Ichizo, legati al palo e lambiti dalle onde. E i missionari che hanno
passato tre anni solcando i mari per giungere in questo paese... che illusione stata la loro! Anchio
qui, a vagare su desolate montagne: che assurda situazione! Mentre camminavo, strappavo lerba, vi
affondavo i denti soffocando i pensieri che mi salivano nauseabondi in gola. Sapevo bene,
naturalmente, che il principale peccato contro Dio era la disperazione; ma il silenzio di Dio era una
cosa che non riuscivo a penetrare. Il Signore ha salvato luomo giusto mentre i senzadio perivano
attorno a lui. Sarebbe fuggito allorch il fuoco fosse disceso sulle Citt della Pianura. Tuttavia ora,
mentre la spoglia terra gi mandava fumo, mentre i frutti sugli alberi erano ancora acerbi, avrebbe
certamente detto una parola per i cristiani.
Ho corso, scivolando gi per il pendio. Ogniqualvolta rallentavo, quellorrendo pensiero si affacciava
ribollendo alla coscienza, portando con s unorribile paura. Se avessi ceduto a quel pensiero, tutto il
mio passato sino a questo momento stesso sarebbe stato spazzato silenziosamente via.
Ho sentito una goccia dacqua sul volto e, alzando lo sguardo, ho visto una gigantesca nube nera,
simile a un dito fluttuante attraverso la superficie di un cielo ora diventato plumbeo e fosco. Le gocce
hanno preso a cadere sempre pi fitte, sino a che un velo di pioggia ha avvolto lintera pianura come le
corde di unarpa. Alla vista di un boschetto poco lontano, mi ci sono precipitato velocemente. Ne sono
schizzati via numerosi uccelli, simili a frecce scagliate da un arco, e sono volati alla ricerca di un
rifugio. Nel punto in cui stavo la pioggia batteva le foglie con un rumore di sassi che picchiano su un
tetto. I miei abiti pesanti erano completamente inzuppati; le cime degli alberi, ondeggianti nella pioggia
argentata, sembravano alghe. E poi, in lontananza, oltre i rami ondeggianti, sulla spiaggia, ho visto
una capanna. Probabilmente la gente del villaggio laveva costruita per tagliarci la legna.
La pioggia cessata allimprovviso come era iniziata. Di nuovo la pianura diventata bianca, e gli
uccelli hanno cominciato a cantare come se si fossero appena svegliati. Goccioloni di pioggia
continuavano a cadere dalle foglie degli alberi e, dopo essermi asciugata lacqua che dalla fronte mi
scendeva negli occhi, mi sono avvicinato alla capanna. Non appena mi sono affacciato sulla porta, mi
ha investito un orribile puzzo e ho visto una nuvola di mosche che brulicavano attorno allentrata. Si
ammassavano attorno a escrementi umani.
Mi sono immediatamente reso conto che l cera stato un uomo non molto tempo prima, e che se ne
era andato per la sua strada. Ma sinceramente ho provato collera contro quellindividuo tanto incivile
da servirsi in quel modo di quellunico rifugio. La situazione, tuttavia, aveva anche un suo lato comico e
sono scoppiato a ridere. Le mie apprensioni riguardo a quelluomo sono diminuite.
Avanzando nella capanna ho visto che la legna bruciava ancora sotto la cenere. Mi sono rallegrato
che vi fosse anche un residuo di fuoco davanti al quale avrei potuto far asciugare i miei abiti inzuppati.
Mi rendevo conto che, se comunque mi fossi fermato un po, non avrei avuto molta difficolt a
raggiungere luomo che mi aveva preceduto, perch era evidente che non andava in fretta.
Quando sono uscito dalla capanna, la pianura e gli alberi che mi avevano protetto erano immersi in
una luce dorata, mentre le foglie degli alberi, ora asciutte come sabbia, erano tutto un canto. Ho preso
un ramo secco e lho usato come bastone, quindi ho continuato a camminare fino a che sono finalmente
arrivato al pendio dal quale si vedeva la linea costiera sottostante.
Non cera alcun mutamento nel mare languido che luccicava come un ago e si avventava sul lido
curvo come la corda gigantesca di un arco. Su una parte della costa la sabbia era di un bianco latteo
mentre laltra parte formava una insenatura di rocce scure. Allinterno dellinsenatura ho visto un
minuscolo punto dattracco con tre o quattro pescherecci issati sulla sabbia. A ovest cera un villaggio
di pescatori circondato da alberi. Da quel mattino era il primo segno che vedevo di una comunit.
Seduto sul pendio, mi sono stretto le mani attorno alle ginocchia e ho guardato attentamente il
villaggio con lespressione sfrontata di un cane selvatico. Forse luomo che aveva lasciato il fuoco nella
capanna era sceso in quel villaggio; e anchio sarei potuto correre gi per il pendio seguendo le sue
tracce? Ma era un villaggio cristiano, quello? Mi sono sforzato di vedere se vi fosse traccia di chiese o
di croci.
Valignano e gli altri missionari ci avevano avvertiti a Macao di non immaginare che in quel paese le
chiese fossero eguali a quelle di casa nostra. I signori feudali avevano detto ai preti di usare come
chiese le dimore e i templi che gi esistevano. In effetti, per questa ragione succedeva che i contadini
confondessero il cristianesimo con il buddismo, pensando che fossero la stessa cosa. Persino Saverio,
per lerrore di un interprete, per poco su questo punto non ha fallito. Alcuni giapponesi, ascoltando i
suoi sermoni, hanno pensato che il nostro Dio fosse il sole, che il popolo di questo paese aveva
venerato per molte generazioni. Di conseguenza, il fatto che io non vedessi edifici con guglie non
significava che l non vi fossero chiese. Tra le capanne di fango laggi ce ne poteva benissimo essere
una che in realt era una chiesa. E poteva benissimo essere che i cristiani in miseria desiderassero
disperatamente un prete che somministrasse loro i Santi Sacramenti, ascoltasse le loro confessioni e
battezzasse i loro figli. In quel deserto dal quale missionari e preti erano stati espulsi, lunico che
poteva dare a quellisola lacqua della vita ero io. S, soltanto io, vestito con quei miseri e laceri stracci,
che me ne stavo l con le mani strette attorno alle ginocchia. Signore, tutto ci che tu hai creato
bello. Come sono belle le tue dimore!
Violente emozioni mi si gonfiavano in petto mentre appoggiandomi al bastone scivolavo gi per il
pendio ancora bagnato di pioggia e correvo verso la mia parrocchia: s, quella era la mia parrocchia,
era il compito che Nostro Signore mi aveva affidato. Ma, mentre correvo, da un angolo del villaggio
circondato da pini, arrivata la voce di un uomo. Sembrava levarsi dalle profondit della terra. Il
bastone in mano, mi sono fermato di colpo e ho visto chiaramente la rossa fiamma smorzata di un
fuoco. Rendendomi istintivamente conto chera successo qualcosa, sono corso indietro per il pendio dal
quale ero scivolato tanto in fretta. Sul versante opposto del colle ho visto soltanto la figura di un uomo
vestito con abiti grigi da contadino che si allontanava da me alla massima velocit. Poi luomo ha
guardato nella mia direzione e si fermato di colpo. Il volto incavato e terrorizzato mi ha guardato con
un certo sollievo: Padre! Mentre gridava la parola, agitava la mano. Poi di nuovo urlando, mi ha
indicato il villaggio. Mi faceva cenno di nascondermi. Correndo su per il colle pi in fretta che potevo
ho cercato di nascondermi come un animale selvatico al riparo di una grossa roccia. Ansimavo e
cercavo di controllare il respiro. Ho sentito rumore di passi e poi tra le rocce pi avanti sono comparsi
gli sporchi occhietti da topo delluomo fissi su di me.
Ho fatto per asciugarmi il sudore che mi colava gi per il viso ma, quando mi sono guardato la
mano, ho visto che non si trattava di sudore bens di sangue. Quando ero sceso a balzelloni per il
pendio avevo battuto contro qualche cosa.
Padre! Dal riparo delle rocce gli occhietti scrutavano nella mia direzione. Padre, come sono
contento di vederla...
La risata servile. Il tentativo di accattivarsi il favore. La barba non rasata che spuntava sul mento.
Qui pericoloso. Ma io mi occuper di lei. In silenzio ho guardato quel volto. Kichijiro, il cane
bastonato, mi sorrideva con sguardo furtivo. Strappando lerba, cacciandosela in bocca e
masticandola con i denti gialli, ha mormorato guardando gi verso il villaggio: terribile.
Mentre lo fissavo mi sono reso conto che era lui luomo che aveva acceso il fuoco nei campi
terrazzati, che aveva lordato la capanna. Ma perch si aggirava per le montagne come me? Lui aveva
calpestato il fumie: che aveva da temere?
Padre, perch venuto su questisola? un luogo pericoloso. Ma conosco un villaggio dove sono
nascosti dei cristiani.
Ho continuato a fissarlo in silenzio. Ogni villaggio per il quale era passato quellindividuo era stato
sorpreso dai funzionari governativi. Hanno preso ad affollarmisi nella mente sospetti passati. Forse lui
era pi di una semplice esca. Avevo gi sentito parlare di apostati che venivano usati come marionette
dal governo; e gli apostati collaboravano di buon grado, quasi ritenessero di poter giustificare il loro
brutto crimine aggiungendovene un altro. Il loro modo di pensare simile a quello degli angeli caduti
quando attirano la gente al peccato.
La sera aveva cominciato ad avviluppare le montagne circostanti, e nel villaggio una rossa fiamma
di luce iniziava a spostarsi muta. Tuttavia cera soltanto silenzio. Lo stesso villaggio insieme agli
abitanti sembrava accettare le proprie sofferenze senza protestare. Da tempo avvezza a soffrire, la
gente non riusciva nemmeno pi a piangere e a gridare nel proprio dolore.
Per me abbandonare il villaggio e andare per la mia strada era altrettanto doloroso quanto
strappare una crosta da una ferita che avesse appena iniziato a guarire. Dentro il mio cuore una voce
gridava: Sei debole, sei vile! Solo per sentirsi rispondere da unaltra voce che non dovevo lasciarmi
trasportare da un momento di agitazione o di sentimentalismo: Tu e Garrpe siete probabilmente gli
unici preti in tutto il paese. Se morirete voi, le chiese giapponesi moriranno con voi. Tu e Garrpe dovete
vivere, per quante ferite e sofferenze comporti questa vita.
Tuttavia mi domandavo se questa non fosse soltanto la voce della mia debolezza. Mi venuta in
mente una storia che avevo sentito quando ero ancora a Macao. Era la storia di un prete francescano
che, sfuggito a una morte da martire, aveva proseguito clandestinamente il suo apostolato... poi si era
arreso, presentandosi al castello del signore feudale, Omura. In seguito a questa momentanea
imprudenza tutto il lavoro clandestino della missione era stato danneggiato e la salvezza dei fedeli era
stata messa in pericolo. Questa storia era molto conosciuta. La morale che se ne traeva era che un
prete non esiste allo scopo di diventare un martire; deve conservare la propria vita affinch la fiamma
della fede non muoia del tutto allorch la Chiesa perseguitata.
Kichijiro mi seguiva come un cane selvatico. Quando mi fermavo, si fermava a sua volta. Non
cammini tanto in fretta gridava. Sono malato. Mi dica dove sta andando. Il magistrato dice che
luomo che trova un prete avr trecento monete dargento.
Dunque il mio prezzo di trecento monete dargento! Queste sono state le prime parole che ho
rivolto a Kichijiro e, mentre le pronunciavo, una risata amara mi ha contratto il volto. Giuda ha
venduto Nostro Signore per trenta monete dargento. Io valevo dieci volte tanto.
pericoloso andar da soli mi ha detto. Come se si fosse sentito in certo qual modo sollevato, mi ha
raggiunto e ha continuato a battere il ramo di un albero sulle siepi mentre mi camminava a fianco. Le
strida degli uccelli irrompevano nelloscurit.
Padre, conosco un posto dove ci sono cristiani. L sicuro. Andiamoci. Stasera possiamo dormire
qui, domani ci metteremo in cammino.
Senza aspettare risposta, si accovacciato a terra, ha abilmente raccolto dei ramoscelli che non
erano bagnati dalla bruma serotina, si tolto dalla sacca un acciarino e ha acceso un fuoco.
Deve aver fame mi ha detto e ha preso dalla sacca alcuni pesci essiccati. Quando i miei occhi
affamati li hanno visti, la saliva ha preso a scorrermi abbondante in bocca. Da quel mattino non avevo
mangiato pi nulla, a eccezione di un po di riso non cucinato e dei cetrioli; cosicch il cibo che
Kichijiro mi faceva ballare davanti agli occhi era davvero allettante. Mentre la fiamma si accendeva e il
pesce salato si andava lentamente arrostendo, un profumo intollerabilmente delizioso mi giunto alle
narici.
Non vuole mangiare?
Scoprendo i denti ho afferrato avidamente il pesce secco. Una sola fetta bastata a farmi scendere a
compromessi con Kichijiro. Con espressione in parte soddisfatta e in parte sprezzante mi guardava
mentre mangiavo voracemente. E frattanto lui continuava a masticare erba come se fosse stata
tabacco o qualcosa del genere.
La campagna circostante adesso era avvolta nelloscurit; le montagne cominciavano a diventare
gelide; la pioggia piena di vapori sembrava penetrarmi nel corpo. Mi sono steso accanto al fuoco come
se volessi dormire. Ma dormire era fuori discussione perch, una volta che avessi perso conoscenza,
Kichijiro se la sarebbe svignata. Mi avrebbe venduto come aveva venduto i suoi compagni. Forse lo
avrebbe fatto quella stessa sera. Per un mendicante miserabile come lui trecento monete dargento
costituivano certo una tentazione allettante. Mentre chiudevo gli occhi, sotto le palpebre pesanti
comparve vivida limmagine che avevo visto dallaltipiano; limmagine del mare e delle isole: il mare
luccicante come un ago, le isole sparse sopra la sua superficie. Io avevo solcato quello splendido mare
benedetto da cos numerosi missionari. Ricordavo il giorno in cui le chiese erano state addobbate di
fiori, quando i cristiani avevano portato doni di pesce e riso. A quellepoca qui cera stato un seminario
nel quale gli studenti cantavano in latino come avevamo fatto noi in Portogallo. Valignano ci aveva
detto che cera stato persino un tempo in cui sonavano larpa e lorgano, con somma delizia dei signori
feudali.
Padre, sveglio?
Non ho risposto, ma di sotto gli occhi socchiusi ho guardato il mio compagno. Se durante la notte se
la fosse svignata in qualche modo, lo avrebbe certo fatto per andare a chiamare i funzionari
governativi. Osservava il mio respiro di persona addormentata, poi a poco a poco ha cominciato a
spostarsi. Lho guardato muoversi furtivamente come un animale. Quella era la sua occasione per
andarsene ma, con mia sorpresa, tornato con un sospiro vicino al fuoco. Con le mani continuava ad
ammucchiare nuova legna sulle ceneri e nel frattempo continuava a sospirare come se fosse stato in
ambascia. La fiamma rossa del fuoco gli si rifletteva sulle guance e vedevo la sua figura stagliarsi nella
notte. Poi, sopraffatto dalla stanchezza di quella giornata, mi sono addormentato. Di tanto in tanto
aprivo gli occhi e cera sempre la figura di Kichijiro seduta accanto al fuoco.
Il giorno dopo abbiamo continuato a camminare sotto gli impietosi raggi solari. Un vapore bianco si
levava dal suolo ancora inzuppato per la pioggia del giorno precedente e, oltre la montagna, una nube
ammiccava allegramente. Da un po soffrivo di emicrania e avevo la gola arida. Non so se Kichijiro
avesse notato il dolore che mi contraeva il viso; ma ogni tanto attraversava la strada lentamente,
trafiggeva col bastone un serpente nascosto tra i cespugli e lo poneva nella sua sacca sporca. Noi
contadini mangiamo questi grossi serpenti come medicina ha detto, scoprendo i denti gialli e ridendo.
Perch non mi hai venduto ieri sera per trecento monete dargento? pensavo. E poi mi tornata
alla mente quella terribile scena durante la Cena quando Cristo si rivolto a Giuda dicendogli: Quello
che devi fare, fallo al pi presto. Per quanto prete, mi riesce difficile afferrare il pieno significato di
queste parole. Trascinando stancamente i piedi accanto a Kichijiro in mezzo al vapore che si alza dal
suolo, continuo a rigirarmele nella mente. Quale emozione aveva riempito il petto di Cristo quando
ordin di andar via alluomo che lo avrebbe tradito per trenta monete dargento? Era collera? Oppure
risentimento? O forse quelle parole nascevano dallamore? Se era collera, allora in quellistante Cristo
escludeva dalla salvezza quellunico uomo fra tutti gli uomini del mondo; e dunque Nostro Signore ha
consentito che un solo uomo piombasse nella dannazione eterna.
Ma non poteva essere cos. Cristo voleva salvare persino Giuda. Altrimenti non ne avrebbe fatto uno
dei suoi discepoli. E tuttavia perch Cristo non lo ha fermato quando ha cominciato a deviare dal retto
sentiero? Era un problema che non avevo capito neppure quando ero seminarista. Ho interrogato molti
preti a questo riguardo. Certo devo aver chiesto anche a padre Ferreira, ma non ricordo quale fosse
stata la sua risposta. E questo stesso fatto dimostra che non mi ha fornito una soluzione reale.
Quelle parole non furono pronunciate in un moto di collera o di odio. Erano parole di disgusto ha
detto qualcuno. Ma che genere di disgusto? Disgusto per tutto quello che era Giuda? In quel momento
Cristo aveva cessato di amarlo? Niente affatto stata la risposta. Prendi esempio dal marito
tradito dalla moglie. Egli continua ad amarla ma non dimentica il fatto che lei, sua moglie, lo ha
tradito. Questo ci che prova il marito che ama la moglie ma prova disgusto per un simile
comportamento... e latteggiamento di Cristo verso Giuda fu qualcosa del genere.
Questa risposta convenzionale non riuscita a soddisfarmi nemmeno quando ero molto giovane. In
realt neppure ora riesco a capire. Se non blasfemo dirlo, ho limpressione che Giuda non sia stato
altro che lo sfortunato pupazzo per la gloria di quel dramma che furono la vita e la morte di Cristo.
Quello che devi fare, fallo al pi presto. Eppure non potevo dire quelle parole a Kichijiro, intanto
perch volevo proteggere la mia vita e poi perch speravo ardentemente che lui non sommasse
tradimento a tradimento.
Questo sentiero stretto, difficile camminare qui ha detto il mio compagno.
C un fiume da qualche parte? ho chiesto.
La sensazione di secchezza e di arsura che provavo in gola mi era diventata ora insopportabile. Con
un accenno di risata Kichijiro mi ha guardato attentamente.
Vuole acqua? Ha mangiato troppo pesce secco.
Come il giorno precedente, le cornacchie volavano a stormo attorno a noi formando un enorme
quarto di luna nel cielo. Alzando il capo, un bagliore di luce bianca mi ha colpito gli occhi, quasi
accecandomi. Ho cominciato a rimpiangere di essere sceso a compromessi e di aver ceduto alla
debolezza. Per un pezzo di pesce secco, avevo irrevocabilmente fallito. Ho cercato la palude ma
inutilmente. Il vento caldo soffiava dal mare. Il fiume! Il fiume! Il fiume! Il fiume!
Qui non c nemmeno un ruscello. Non pu aspettare? ha detto Kichijiro, ma senza nemmeno
attendere la mia risposta, corso gi per il pendio.
Quando si perso alla vista dietro una rupe, tuttattorno calato di colpo un silenzio sinistro, a parte
il ronzio asciutto di insetti svolazzanti nellerba. Una lucertola strisciata faticosamente sopra un
sasso, poi schizzata via in fretta. Il suo muso furtivo mentre mi fissava mi ha rammentato quello di
Kichijiro che era semplicemente sparito alla vista. Era davvero andato a cercare lacqua per me?
Oppure era andato a tradirmi, a dire a qualcuno che ero l?
Afferrando il bastone e rimettendomi in cammino mi sono reso conto che laridit in gola era ancor
pi insopportabile e ora capivo fin troppo chiaramente che quel miserabile mi aveva deliberatamente
indotto a mangiare il pesce secco. Ho ricordato le parole del Vangelo quando Cristo aveva detto Ho
sete, e uno dei soldati aveva messo una spugna piena daceto sullissopo e glielaveva avvicinata alle
labbra. Ho chiuso gli occhi. In lontananza un grido roco ha echeggiato come se qualcuno mi stesse
cercando. Padre! Padre! Kichijiro correva strascinando i piedi nel solito modo sciatto, portando una
brocca piena dacqua. Sta scappando? mi ha chiesto guardandomi con espressione dispiaciuta.
Ho afferrato la brocca dacqua che mi offriva e, portatala alle labbra, ho bevuto avidamente e senza
vergogna. Lacqua mi si rovesciava gi per le mani bagnandomi le ginocchia.
Padre, lei stava scappando. Non si fida di me?
Non voglio offendere i tuoi sentimenti ho risposto. Siamo entrambi stanchi. Per favore, vattene,
lasciami solo!
Solo? E dove andrebbe? pericoloso. Conosco un villaggio di cristiani che stanno nascosti. L c
una chiesa e un padre.
Un padre? Inconsapevolmente ho alzato la voce. Non riuscivo a credere che sullisola ci fosse un
altro prete oltre a me. Ho guardato Kichijiro con sospetto crescente.
S, padre, e non giapponese. Cos ho sentito.
Impossibile!
Padre, non si fida di me. Se ne stava l a strappare fili derba e a piagnucolare con la sua voce
flebile. Nessuno si fida di me.
Eppure tu sai come badare a te stesso. Mokichi e Ichizo sono precipitati in fondo al mare come
sassi, eppure...
Mokichi era forte... come un virgulto forte. Ma un virgulto debole come me non crescer mai,
qualunque cosa si faccia. Sembrava avvertire che il mio era stato un rimprovero severo perch con
unespressione da cane bastonato si dato unocchiata alle spalle. Eppure non avevo detto quelle
parole con lintenzione di rimproverarlo; cercavo solo di dare forma a una mesta riflessione che mi si
faceva strada nella mente. Kichijiro aveva ragione quando diceva che non tutti gli uomini sono santi o
eroi. Quanti dei nostri cristiani, se solo fossero nati in unaltra epoca anzich in questa di persecuzione,
non avrebbero mai dovuto affrontare il problema dellapostasia o del martirio, ma avrebbero vissuto
vite santificate dalla fede fino allora della morte.
Non ho dove andare. Sto solo vagando per le montagne si lamentato Kichijiro.
Un sentimento di piet mi si gonfiato in petto. Gli ho ordinato di inginocchiarsi e, obbedendo al mio
comando, si piegato tremante sulle ginocchia sino a terra. Desideri confessarti per Mokichi e
Ichizo? gli ho chiesto.
Gli uomini nascono divisi in due categorie: i forti e i deboli, i santi e i comuni mortali, gli eroi e
coloro che li rispettano. In tempi di persecuzione i forti vengono bruciati tra le fiamme e affogati in
mare; ma i deboli, come Kichijiro, conducono una vita da vagabondi nelle montagne. Quanto a te (ora
mi rivolgevo a me stesso) a quale categoria appartieni? Se non fosse per la tua consapevolezza di prete
e per il tuo orgoglio, forse come Kichijiro calpesteresti il fumie.
Nostro Signore coronato di spine. Nostro Signore crocifisso. Con la semplicit di un bambino
che imita la madre, Kichijiro ha ripetuto a una a una le mie parole mentre di nuovo una lucertola
strisciava sopra e attorno la candida superficie della roccia. Nei boschi risonava la voce delle cicale; la
fragranza dellerba si diffondeva sopra la bianca roccia.
Poi, mentre percorrevamo la strada che avevamo attraversato, ho sentito un rumore di passi.
Uomini che guardavano nella nostra direzione e che stavano affrettando il passo si sono fatti strada
sbucando dai cespugli.
Padre, mi perdoni! ancora in ginocchio sulla nuda terra Kichijiro ha esclamato con voce soffocata
dalle lacrime. Io sono debole. Non sono un uomo forte come Mokichi e Ichizo.
Gi gli uomini mi stavano afferrando e trascinando in piedi. Uno di loro con un gesto di disprezzo ha
buttato sul volto di Kichijiro ancora in ginocchio una manciata di monetine dargento.
Senza dire una parola mi hanno spinto facendomi camminare davanti a loro. Inciampando e
barcollando sono stato portato lungo la strada asciutta. Mi sono girato una volta ma gi il viso minuto
del mio traditore era lontano. Quel volto con gli occhi paurosi come quelli di un ragno...
5.

Il mondo esterno era inondato di luce solare, ma linterno del villaggio sembrava stranamente buio.
Mentre lo trascinavano via, ragazzi e adulti vestiti di stracci avevano continuato a fissarlo con occhi
luccicanti, come animali acquattati dietro le capanne dai tetti di paglia.
Si disse che forse erano cristiani, e fece uno sforzo per costringersi ad aprire le labbra al sorriso.
Ma fu tutta una illusione: non ebbe alcuna reazione. Un bambinetto nudo trotterell fino al punto in cui
lui era fermo, ma la madre, una donna dai capelli scarmigliati, inciampando per la fretta, si avvent in
avanti e, afferrato il bambino in braccio, si affrett a tornare dove stava prima. Quella notte per
placare il tremito angosciato, il prete pens con fervore a un uomo che era stato trascinato dallOrto
del Getsemani al palazzo di Caifa.
Una volta uscito dal villaggio i suoi occhi rimasero di colpo abbagliati dalla violenta luce del sole. Si
sent cogliere da un capogiro. Luomo alle sue spalle, continuando a brontolare, non cessava di
spingerlo in avanti. Costringendosi a sorridere, il prete chiese se gli si poteva concedere di riposare un
momento, ma laltro, con il viso duro e cupo, scosse la testa in cenno di rifiuto. I campi sotto il sole
abbacinante emanavano un odore greve di letame; le allodole cicalavano compiaciute nel cielo; grandi
alberi di cui egli non sapeva il nome, diffondevano unombra piacevole sulla strada; e la brezza faceva
frusciare le foglie con un fresco mormorio. La strada attraverso i campi si andava mano mano
restringendo, e quando giunsero al lato opposto trovarono una valletta che si allungava entro la
montagna. L cera una minuscola capanna di rami la cui ombra scura si proiettava sul suolo
limaccioso. Quattro o cinque donne, e uomini vestiti in abiti da contadino, con le mani legate, erano
seduti insieme sullerba. Sembrava che parlassero tra di loro ma, quando riconobbero il prete,
aprirono la bocca, attoniti. Dopo aver portato il prete vicino al gruppo, le guardie parvero ritenere di
aver compiuto il proprio lavoro e cominciarono a chiacchierare e a scherzare, ridendo in
continuazione. Non sembravano minimamente preoccupati che il prete potesse scappare. Quando il
prete sedette per terra, gli uomini e le donne chinarono il capo rispettosamente.
Per un poco lui rimase in silenzio. Una mosca tent di leccare il sudore che gli scorreva sulla fronte e
poi continu a ronzargli tenacemente attorno al viso. Mentre prestava orecchio al rumore smorzato
delle ali e si sentiva i raggi caldi del sole sulla schiena, un senso di benessere cominci a penetrargli
gradatamente in tutto il corpo. Alla fine era stato catturato: e ci era davvero difficile da sopportare
ma, daltro canto, non si era aspettato di trovare una simile noncuranza, e cominci a chiedersi se non
potesse trattarsi di unillusione. Per un motivo che non riusc a definire gli venne alla mente la parola
sabbath... giorno del riposo. Le guardie parlavano e ridevano come se non vi fosse niente nellaria. Il
sole luminoso si rifletteva allegramente sulle siepi e sulla capanna nella valletta. E cos quello era il
giorno della sua cattura, il giorno che aveva atteso con un misto di paura e di angoscia. Poteva
veramente essere un giorno cos pieno di pace e di quiete? Tuttavia, in qualche modo, provava anche
uninesprimibile insoddisfazione, una sorta di delusione per non aver goduto del privilegio di essere un
eroe tragico, come tanti martiri e come lo stesso Cristo.
Padre! era uno degli uomini che aveva un occhio menomato; parlava muovendo i polsi
ammanettati. Padre, che cosa successo?
A quelle parole tutti gli altri alzarono il capo e attesero con volti pieni di curiosit la risposta del
prete. Erano come un mucchio di bestie ignoranti pens del tutto ignari della sorte che li
attendeva. Quando ebbe spiegato loro di essere stato catturato nelle montagne, parvero non capire
quello che diceva e luomo, portando la mano allorecchio, pose di nuovo la stessa domanda. Alla fine
parvero capire il significato delle sue parole. Ah! Un sospiro privo sia di assenso sia di emozione, si
lev tra loro.
Come parla bene! esclam una delle donne, meravigliandosi come un bambino per la padronanza
del giapponese che lui rivelava. davvero intelligente, non cos?
Ma le guardie continuavano a ridere, senza nemmeno darsi la pena di rimproverare gli uomini e le
donne, e nemmeno di impedire loro di parlare. In effetti il guercio prese a parlare con una certa
familiarit con una delle guardie che gli rispose con un sorriso cordiale.
Che cosa fanno questi uomini? chiese il prete in un bisbiglio a una delle donne. E lei rispose che
stavano aspettando larrivo dei funzionari governativi che erano attesi al villaggio. In ogni caso,
padre, noi siamo cristiani. Quegli uomini non sono cristiani. Sono gentili. Evidentemente trovava un
significato profondo in quella distinzione.
Non vuole mangiare qualcosa, padre? prosegu, e nonostante i polsi ammanettati, riusc a togliersi
dal seno due piccoli cetrioli, poi, prendendo a mordicchiarne uno, porse laltro al prete. Quando lui lo
mastic, la bocca gli si riemp di quella puzza verde. Si disse che, da quando era arrivato in quel paese,
aveva provocato solo disastri a quei poveri cristiani; masticava il cetriolo con i denti anteriori
pensando che da loro aveva avuto la piccola capanna in cui aveva abitato; loro gli avevano dato gli
indumenti che ora portava; aveva mangiato il loro cibo. E ora toccava a lui dar qualcosa. Ma che cosa
poteva dare? La sola cosa che era in grado di offrire era la propria vita e la propria morte.
Come ti chiami? chiese.
Monica. La risposta fu un po timida, come se il nome cristiano fosse lunico ornamento che lei
possedesse al mondo. Quale missionario aveva dato a quella donna, il cui corpo emanava puzzo di
pesce, il nome della madre di Agostino?
E quelluomo? Fece un gesto verso luomo che aveva un occhio solo e che stava ancora parlando
con le guardie.
Vuol dire Mozaemon? Si chiama Juan.
Quale padre vi ha battezzati?
Non era un padre, era un fratello: Fratello Ishida. Deve conoscerlo, padre.
Il prete scosse la testa. Lunica persona che conosceva in quel paese era Garrpe.
Non lo conosce? La donna parlava con stupore, osservando il volto del prete. Ma come, stato
ucciso a Unzen!
Ma voi avete tutti lanimo tranquillo? Ora finalmente esprimeva il dubbio che aveva nel cuore.
Non vi rendete conto che moriremo tutti allo stesso modo?
La donna abbass gli occhi e fiss intensamente i cespugli ai propri piedi. Di nuovo una mosca,
allettata dallodore dellumanit, gli ronz vicino al collo.
Non lo so rispose lei. Fratello Ishida era solito dirci che quando andremo in Cielo, troveremo
pace e felicit eterne. Non ci saranno tasse da pagare tutti gli anni, non ci si preoccuper della fame e
della malattia. L non ci saranno pi lavori forzati. Al mondo abbiamo soltanto guai, quindi dobbiamo
lavorare duramente. Padre, vero che in Cielo non c tutta questa angoscia?
Aveva voglia di urlare: Il Cielo non il genere di luogo che tu pensi! Ma si domin. Quei contadini
avevano studiato il catechismo come bambini, sognavano un Paradiso in cui non esistessero le grevi
tassazioni e loppressione. Chi era lui per porre fine crudelmente a quel loro sogno felice?
S rispose, sbattendo le palpebre, non c nulla che ci possa essere rubato, non possiamo essere
privati di nulla.
Ma ora unaltra domanda si lev dalle labbra del prete. Conoscete un padre di nome Ferreira?
La donna scosse la testa. Il nome di Ferreira era una parola che non doveva neppure essere
menzionata dai cristiani? si domand lui.
Allimprovviso dalla roccia soprastante echeggi una voce tonante. Alzando gli occhi, il prete vide un
piccolo e grassoccio samurai sorridente, piuttosto avanti negli anni, seguito da due contadini. Quando
vide il sorriso delluomo anziano, si rese conto che si trattava del samurai che aveva condotto le
indagini a Tomogi.
Caldo, vero? Il samurai, agitando il ventaglio, scese lentamente per la scogliera mentre parlava.
Dora in avanti far davvero molto caldo. I campi aperti diventano insopportabili.
Monica, Juan e gli altri uomini e donne posarono i polsi ammanettati sulle ginocchia e fecero un
compito inchino. Con la coda dellocchio il vecchio vide il prete chinare il capo insieme con gli altri, ma
lo ignor e gli pass davanti. Mentre passava si udiva il fruscio secco del suo mantello. Dagli abiti
emanava un profumo dolce.
In questi giorni non ci sono state piogge serali. La strada tutta polverosa. duro per noi vecchi
venire cos lontano. Sedette in mezzo ai prigionieri rinfrescandosi il capo e il collo con il ventaglio
bianco. Non continuate a creare guai a un vecchio come me disse.
La luce del sole rendeva il suo volto ridente cos piatto che il prete ramment le statue del Budda che
aveva visto a Macao. Queste non avevano mai suscitato in lui unemozione paragonabile a quella
risvegliata dal volto del Cristo. Soltanto le mosche continuavano a ronzare. Sfioravano il collo dei
cristiani, poi volavano in direzione del vecchio, e tornavano indietro.
Non per odio che vi abbiamo arrestati. Dovete capire le nostre ragioni. Perch dovremmo
arrestarvi visto che pagate le tasse e lavorate duramente? Sappiamo meglio di chiunque altro che i
contadini sono la spina dorsale del paese.
Il volteggiare delle mosche si mischiava al fruscio del ventaglio. Da lontano, portato dal nuovo vento
caldo, giungeva il chiocciare dei polli. forse questo il famoso interrogatorio, si chiese il prete, gli
occhi bassi come gli altri. Tutti quei cristiani e quei missionari, che erano stati torturati e puniti,
avevano anchessi udito la dolce voce della persuasione prima di subire le sofferenze? Avevano
anchessi sentito il ronzio delle mosche in una atmosfera sonnolenta come quella? Aveva temuto di
venir sopraffatto dalla paura e dal tremito ma, stranamente, nessun terrore gli agitava il cuore. Non
era affatto acutamente consapevole dellimminenza della tortura e della morte. Si sentiva come un
uomo che, in un giorno piovoso, pensa a una lontana montagna illuminata dal sole.
Vi dar tempo per riflettere. Dopo, datemi una risposta ragionevole disse il vecchio, troncando
bruscamente la conversazione, mentre il sorriso forzato spariva dalle sue labbra. Ora invece sul suo
volto comparve quellorgoglio avido che il prete aveva tanto spesso visto sulle facce dei mercanti di
Macao. Andatevene! disse.
Le guardie si alzarono in mezzo ai cespugli e cominciarono a spingere i prigionieri. Il prete and a
mettersi in piedi con gli altri ma il vecchio, strizzando il viso come una scimmia e rivelando per la
prima volta odio e rancore nei suoi occhi lampeggianti, grid: Tu si eresse in tutta la sua altezza e
pos una mano sulla spada rimani qui.
Sorridendo debolmente il prete sedette di nuovo in mezzo ai cespugli. Il piccolo vecchio si eresse e,
impettito come un gallo, incedette sussiegoso, ovviamente per mostrare ai prigionieri la propria
determinazione a non lasciarsi sconfiggere da uno straniero. Una scimmia pens il prete. Non ha
bisogno di starsene l con la mano sulla spada. Non intendo fuggire.
Osserv il gruppo di persone che, tutte ammanettate, salivano il pendio e scomparivano alla vista
entro il lontano altipiano. Hoc passionis tempore piis adauge gratiam. La preghiera gli si lev
amaramente alle labbra. Signore! mormor. Non accrescere le loro sofferenze. Gi sono troppo
pesanti per loro. Fino a oggi sono riusciti a sopportarle. Puoi chiamare ad altre prove ancora gente
che gi schiacciata sotto il carico delle tasse, della burocrazia e della crudelt?
Il vecchio port una tazza alle labbra e si inumid la gola come una gallina sorseggerebbe lacqua.
Ho conosciuto molti padri disse. A volte li ho interrogati... Si umett le labbra e prese a parlare
con una voce servile, che era in stridente contrasto con il suo atteggiamento precedente. Capisci il
giapponese?
Qualche ciuffo di nuvole si attardava nel cielo. La valletta cominciava a diventare buia. Nei cespugli
circostanti per la prima volta si udiva il ronzio soffocante degli insetti.
I contadini sono stupidi disse. Dipende da te se saranno o meno liberati.
Il prete non capiva bene che cosa intendesse, ma lespressione sul volto dellaltro rese evidente che
lastuto vecchio farabutto gli tendeva una trappola.
I contadini non sanno pensare da soli. Anche se ne discutono, non giungeranno ad alcuna
conclusione. Ma se tu dici una sola parola...
Che cosa cerca di dire? chiese il prete.
Abiura! Abiura! Il vecchio rise e mentre parlava agitava il ventaglio.
E se rifiutassi? rispose pacatamente il prete, continuando a ridere. Allora suppongo che mi
ucciderete.
No, no rispose il vecchio. Non faremo questo. Se lo facessimo, i contadini si incaponirebbero
ancora di pi. Abbiamo gi compiuto questo errore a Omura e a Nagasaki. I cristiani l sono gente
cocciuta.
Il vecchio trasse un sospiro profondo ma al prete fu subito chiaro che era tutta una commedia.
Cominci persino a provare una gioia segreta nello stuzzicare quel vecchio che sembrava una scimmia.
Ora, se tu sei veramente un padre, dovresti provare pena per i cristiani, non cos?
Inconsapevolmente il prete si sent cascare le braccia. Che sempliciotto era quel vecchio! Pensava di
conquistare qualcosa con quella logica infantile? Tuttavia, quello che lui si era scordato era che, se
quel funzionario era ingenuo come un bambino, lui era altrettanto ingenuo nellandare in collera
perch subiva una sconfitta nella discussione.
Che ne dici? chiese il vecchio.
Punisca me solo rispose il prete, scrollando le spalle e ridendo.
Un rossore iroso si soffuse sulla fronte del vecchio. Da nubi assai lontane giunse il brontolio vago e
smorzato del rombo di un tuono.
per causa tua che devono soffrire concluse il vecchio.

Lo scaraventarono nella piccola capanna. Bianchi raggi di sole penetravano come fili attraverso quelle
pareti di tronchi di alberi innalzate sul nudo suolo. Fuori riusciva a udire le voci smorzate delle guardie
che chiacchieravano. Dove avevano portato i cristiani? Erano semplicemente spariti alla vista e basta.
Seduto per terra, con le braccia allacciate attorno alle ginocchia, pensava a Monica e al suo compagno
guercio. Poi pens al villaggio di Tomogi, a Omatsu, a Ichizo e a Mokichi. E il suo cuore divenne
pesante. Se almeno, se almeno avesse avuto un attimo per riflettere, avrebbe quanto meno impartito
una breve benedizione a quei poveri cristiani. Ma non vi aveva nemmeno pensato. Quella era la prova
che non aveva avuto un attimo di requie. Avrebbe dovuto quanto meno chiedere loro che giorno era,
che giorno del mese era. Ma si era scordato anche di questo. Da quando era arrivato in quel paese
sembrava aver perso ogni senso del tempo, dei mesi e dei giorni, cosicch ora non riusciva pi a
calcolare quanti giorni erano trascorsi da Pasqua o quale nome di santo si festeggiava quel giorno.
Poich non aveva il rosario, prese a recitare i Pater e le Ave sulle cinque dita della mano, ma come
lacqua scivola via dalla bocca di un uomo quando le sue labbra sono serrate dalla malattia, cos la
preghiera rimaneva vuota e priva di significato sulla sua bocca. Invece era attratto dalle voci delle
guardie fuori della capanna. Che cosa cera di tanto buffo da indurli ad alzare di continuo la voce e a
ridere allegramente? Torn con il pensiero al giardino illuminato dal fuoco e alla servit; alle figure
degli uomini che tenevano in mano le nere torce fiammeggianti, del tutto indifferenti al destino di un
uomo. Anche quelle guardie erano uomini, uomini indifferenti al destino di altri uomini. Era quello il
sentimento suscitato nel suo cuore da quelle risa e da quel chiacchierio. Riflett che il peccato non
quello che si soliti pensare che sia; non dire bugie e rubare. Peccato quando un uomo calpesta
brutalmente la vita di un altro uomo, e si dimentica del tutto delle ferite che si lasciato alle spalle. E
allora per la prima volta una vera preghiera sgorg dal suo cuore.
Allimprovviso un raggio di luce brillante si pos sulle sue palpebre abbassate. Qualcuno stava
aprendo la porta della capanna, silenziosamente e con cautela in modo da non far rumore. Subito dopo
occhietti minacciosi lo scrutarono. Quando il prete alz il viso, lintruso cerc subito di ritirarsi.
tranquillo, vero? Qualcuno si rivolgeva alla guardia che aveva guardato allinterno della
capanna. E ora la porta si apr tutta. Un fascio di luce invase il luogo e sulla soglia comparve la figura
di un uomo: non il vecchio samurai ma un altro, senza spada.
Seor, gracia disse.
Dunque parlava portoghese. La pronuncia era strana e impacciata, ma certo si trattava di
portoghese.
Seor.
Palazera Dios nuestro Seor.
Limprovviso sprazzo di luce accecante aveva dato una sorta di capogiro al prete. Ascoltava le
parole... s, cera qualche errore ogni tanto ma non vi erano dubbi sul significato.
Non si sorprenda prosegu laltro in portoghese. A Nagasaki e a Hirado ci sono diversi interpreti
come me. Ma vedo che lei, padre, conosce bene la nostra lingua. Riuscirebbe a indovinare dove ho
imparato il portoghese?
Senza attendere risposta, luomo continu a parlare e, mentre parlava, agitava il ventaglio proprio
come aveva fatto il vecchio samurai. Grazie a voi padri portoghesi sono stati creati seminari ad Arima
e ad Amakusa e a Omura. Ma ci non significa che io sia un apostata. Sono stato battezzato; per, sin
dallinizio, non ho mai voluto diventare cristiano o fratello. Io sono soltanto il figlio di un samurai di
corte; nulla tranne la cultura avrebbe potuto farmi diventare grande al mondo.
Quelluomo sottolineava con molto zelo il fatto di non essere cristiano. Il prete sedeva nelloscurit
con volto privo di espressione, ascoltandolo mentre continuava a cianciare.
Perch non dice qualcosa? chiese luomo, arrabbiandosi ora. I padri ci hanno sempre messi in
ridicolo. Conoscevo padre Cabral... provava solo disprezzo per tutto ci che era giapponese.
Disprezzava le nostre case; disprezzava la nostra lingua; disprezzava il nostro cibo e le nostre usanze...
eppure viveva in Giappone. Nemmeno a quelli di noi che si sono diplomati al seminario ha concesso di
diventare preti.
Mentre parlava, rammentando incidenti passati, la sua voce diventava vieppi stridula e violenta. Ci
nonostante il prete, seduto con le mani allacciate attorno alle ginocchia, si rendeva conto che la collera
di quelluomo non era del tutto ingiustificata. Aveva sentito qualcosa su Cabral da Valignano a Macao;
ricordava con quanta tristezza Valignano aveva parlato dei preti e dei cristiani che avevano lasciato la
Chiesa a causa dellatteggiamento di quelluomo verso il Giappone.
Io non sono come Cabral disse alla fine.
Davvero? chiese laltro con una risata. Io non ne sono tanto sicuro.
Perch?
Nelloscurit il prete non riusciva a vedere quale espressione avesse assunto laltro. Ma, in certo
qual modo, intuiva che quella voce allegra proveniva da un volto pieno dodio e di risentimento.
Abituato comera ad ascoltare a occhi chiusi le confessioni dei cristiani, riusciva a fare quelle
congetture con una certa sicurezza. Ma si disse, guardando laltro, questuomo non si batte contro
padre Cabral bens contro il fatto di aver ricevuto il battesimo.
Non vuole uscire, padre? Non credo che ora noi si debba temere una sua fuga.
Non si sa mai rispose il prete con lombra di un sorriso. Non sono un santo. Ho paura della
morte.
Padre, a volte il coraggio provoca soltanto guai agli altri. Noi lo definiamo coraggio cieco. E molti
preti, fanaticamente accesi da questo coraggio cieco, dimenticano di provocare guai ai giapponesi.
E tutto quello che i missionari hanno fatto? Hanno soltanto provocato guai?
Se si costringe la gente ad accettare cose che non vuole, poi naturalmente costoro dicono: Grazie
di niente! E la dottrina cristiana qui da noi qualcosa di simile. Noi abbiamo la nostra religione, non
ne vogliamo una nuova, straniera. Io ho studiato dottrina cristiana al seminario, ma le dico che a mio
parere non dovrebbe essere introdotta in questo paese.
Il suo e il mio modo di pensare sono diversi disse il prete, abbassando con calma la voce. Se la
pensassimo nello stesso modo, non avrei attraversato il mare per venire in questo paese da tanto
lontano.
Quella era la sua prima polemica con un giapponese. Dai tempi di Saverio erano stati tanti i padri
che si erano impegnati con i buddisti in uno scambio di idee simile? Valignano lo aveva avvertito di non
sottovalutare lintelligenza dei giapponesi. Erano tutti molto versati nellarte della polemica, gli aveva
detto.
Bene, allora lasci che le ponga una domanda. Aprendo e chiudendo il ventaglio mentre parlava,
laltro pass allattacco. I cristiani sostengono che il loro Dio fonte damore e di piet, fonte di bont
e di virt, mentre i budda sono tutti uomini e non possono possedere tali qualit. anche il suo punto di
vista, padre?
Un budda non pu sfuggire alla morte pi di quanto non lo possiamo noi. qualcosa di diverso dal
Creatore.
Solo un padre che ignori gli insegnamenti buddisti potrebbe dire una cosa del genere. In realt, lei
non pu dire che i budda non sono altro che uomini. Vi sono tre specie di budda: bussin, goshin e oka.
Il budda oka mostra otto aspetti per salvare gli esseri umani e concedere loro benefici; ma il bussin non
ha n inizio n fine ed immutabile. scritto nei sutra che il budda eterno e non cambia mai. Solo un
cristiano potrebbe considerare i budda come semplici esseri umani. Noi non la pensiamo affatto cos.
Luomo continuava a spiattellare le risposte come se le avesse imparate pappagallescamente a
memoria. Era indubbio che in passato doveva aver interrogato molti missionari e aveva continuato a
riflettere sul modo migliore di sconfiggerli. E chiaramente aveva finito per usare paroloni che egli
stesso non capiva.
Ma lei sostiene che tutto esiste in modo naturale, che il mondo non ha inizio o fine disse il prete,
cogliendo al volo il punto debole dellaltro e prendendo loffensiva.
S, questa la nostra posizione.
Ma un oggetto senza vita deve essere mosso dallesterno da qualcosaltro, oppure dallinterno.
Come sono nati i budda? Inoltre, mi rendo conto che tutti questi budda hanno cuori pietosi ma, prima
di tutto questo, come stato fatto il mondo? Il nostro Dio la fonte della sua stessa esistenza; ha
creato luomo, ha dato vita a tutte le cose.
Allora il Dio cristiano ha creato gli uomini malvagi. questo che sta dicendo? Anche il male
opera del vostro Dio? Linterprete rise sommessamente mentre parlava, come se godesse della
propria vittoria.
No, no esclam il prete scuotendo la testa. Dio ha creato ogni cosa per il bene. E per questo bene
ha donato alluomo il potere del pensiero, ma noi uomini a volte usiamo questo potere discriminante
nel modo errato. Questo il male.
Linterprete fece schioccare sprezzantemente la lingua. Ma il prete non si era certo aspettato di
convincerlo con quella spiegazione. Quel genere di dialogo finiva ben presto di essere dialogo
diventando un gioco di parole in cui uno tentava vigorosamente di stendere a terra il proprio
avversario.
Basta con questi sofismi url linterprete. In questo modo lei potr accontentare i contadini, le
loro mogli e i figli, ma non pu imbrogliare me. Ma ora lasci che le ponga unaltra domanda. Se vero
che Dio veramente buono e misericordioso, come spiega il fatto che abbia inflitto tante prove e
sofferenze di ogni genere alluomo che si trova sulla strada che porta al Paradiso?
Sofferenze di ogni genere? Credo che lei non afferri una cosa essenziale. Se soltanto luomo
osservasse fedelmente i comandamenti del nostro Dio, dovrebbe poter vivere in pace. Se noi
desideriamo mangiare qualcosa, possiamo soddisfare questo desiderio. Dio non ci ordina di morire di
fame. Tutto quello che ci viene chiesto di onorare il nostro Signore e Creatore, e questo basta. O
ancora, quando non riusciamo a scacciare i desideri della carne, Dio non ci ordina di evitare qualsiasi
contatto con le donne, ma ci dice di avere una sola moglie e di fare la sua divina volont.
Mentre finiva di parlare si rendeva conto che la sua risposta era stata bene impostata. Nelloscurit
della capanna riusciva chiaramente ad avvertire che linterprete non trovava la replica ed era ridotto
al silenzio.
Basta! Non possiamo andare avanti allinfinito con queste inutili chiacchiere disse laltro
irosamente, passando ora al giapponese. Non sono venuto qui per queste stupidaggini.
Da molto lontano proveniva il canto di un gallo. Dalla porta lievemente socchiusa penetrava
nelloscurit della stanza un unico raggio di luce in cui danzavano una miriade di particelle di
pulviscolo. Il prete le guard con attenzione.
Linterprete trasse un profondo sospiro. Se lei non abiura, i contadini saranno sospesi nella fossa.
Il prete non riusciva a capire bene il significato di quello che laltro gli diceva.
S, cinque contadini saranno sospesi per vari giorni a testa in gi nella fossa.
Sospesi nella fossa?
S, padre, a meno che lei non abiuri.
Il prete tacque. Quelle parole erano serie? Oppure erano una minaccia? Scrut attentamente
nelloscurit, con occhi luccicanti.
Padre, ha sentito parlare di Inoue? Il magistrato lui. A un dato momento dovr trovarsi faccia a
faccia con lui per lindagine.
I-N-O-U-E... soltanto con quelle sillabe il portoghese dellinterprete parve sorgere a vita. Colpirono
le orecchie del prete e il suo corpo di colpo sussult e trem.
I padri che hanno abiurato dopo il controinterrogatorio di Inoue sono: i padri Porro, Pedro,
Cassola e padre Ferreira.
Padre Ferreira?
S, lo conosce?
No, non lo conosco esclam il prete, scuotendo il capo, agitato. Appartiene a una congregazione
diversa; non lho mai sentito nominare; non lho mai conosciuto... vivo ora questo padre?
Certo che vivo. Ha assunto anzi un nome giapponese e vive in una casa a Nagasaki con la moglie.
Ora gode di buona fama.
Allimprovviso, davanti agli occhi del prete, sorsero immagini delle strade di una Nagasaki che egli
non aveva mai visto. Per motivi incomprensibili quella citt della sua immaginazione era piena di
strade labirintiche e il sole dorato splendeva sulle finestre delle minuscole case. E l, intento a
camminare per la strada, con abiti eguali a quelli dellinterprete, cera Ferreira. No, non poteva essere.
Una fantasia simile era assurda.
Non le credo disse.
Ma linterprete con una risata sprezzante usc.
La porta di nuovo si chiuse alle sue spalle; il raggio bianco di luce si spense di colpo; ancora una
volta, proprio come prima, le voci delle guardie echeggiarono contro le pareti della capanna.
Un ribaldo egoista come non ce ne sono mai stati stava dicendo linterprete. Ma finir comunque
per abiurare.
Il prete si disse che ovviamente quelle parole si riferivano a lui e, afferrandosi le ginocchia tra le
mani, prese a riflettere silenziosamente sui quattro nomi che linterprete aveva snocciolato come se li
avesse mandati a memoria. Non conosceva i padri Porro e Pedro. Era sicuro di aver sentito a Macao il
nome di padre Cassola. Era un missionario portoghese, ma a differenza sua, non era venuto da Macao
bens dalla citt controllata dagli spagnoli, Manila, ed era entrato clandestinamente in Giappone. Dopo
il suo arrivo non cerano pi state sue notizie e la Compagnia di Ges aveva dato per scontato che
fosse stato chiamato a un glorioso martirio. Ma dietro quelle tre figure cera il volto di Ferreira...
Ferreira che lui cercava da quando era arrivato in Giappone. Se le parole dellinterprete non erano
una semplice minaccia, anche Ferreira, come era corsa voce, aveva tradito la Chiesa per mano del
magistrato Inoue.
Se anche Ferreira aveva abiurato, avrebbe lui avuto la forza di sopportare le sofferenze che
laspettavano? Una terribile angoscia gli si lev in petto. Scosse violentemente il capo cercando di
padroneggiare le tremende immagini e le parole che gli salivano alla gola come nausea. Ma pi tentava
di scacciare quellimmagine pi il quadro diventava vivido di fronte ai suoi occhi sfuggendo al controllo
della volont. Exaudi nos, Pater omnipotens, et mittere digneris Sanctum qui custodiat, foveat,
protegat, visitet, atque defendat omnes habitantes... Ripetendo di continuo la preghiera cercava
freneticamente di distrarre la propria attenzione ma la preghiera non riusciva a placare il suo cuore
angosciato. Signore, perch taci? Perch taci sempre...?

Venne la sera. La porta si apr. Una delle guardie mise un po di zucca in una scodella di legno, gliela
pos davanti e usc senza dire una parola. Alzando la zucca alle labbra fu colpito dallodore di rancido
che ne emanava. Doveva essere stata cotta due o tre giorni prima, ma nel suo stato attuale avrebbe
mangiato con piacere persino il cuoio pur di riempirsi lo stomaco. Prima di averla inghiottita tutta,
aveva le mosche che gli ronzavano attorno alle mani. Sono come un cane riflett. Cera stato un
tempo in cui i missionari erano spesso invitati a pranzo in casa dei signori feudali e dei samurai. Era il
tempo in cui le navi portoghesi, cariche di mercanzie, venivano con regolarit nei porti di Hirado,
Yokoseura e Fukuda, e cera anche stato un tempo, a detta di Valignano, in cui ai missionari non
mancavano mai il pane e il vino. Sedevano a tavole pulite, invocavano la grazia del Signore e
mangiavano tranquilli. E lui invece era l, dimentico persino di pregare per buttarsi su quel cibo buono
per i cani. La sua non era una preghiera di ringraziamento al Signore; era una preghiera che chiedeva
aiuto; era persino un pretesto per dar voce alle proprie lamentele e al risentimento. Era ignobile che un
prete provasse quei sentimenti. Sapeva bene che la sua vita avrebbe dovuto essere dedicata alle lodi al
Signore, non a espressioni di risentimento. Eppure in quel giorno in cui veniva messo alla prova e si
sentiva come Giobbe lebbroso, quanto gli era difficile levare la propria voce in lode al Signore!
Di nuovo la porta stridette e comparve la stessa guardia.
Padre, adesso andiamo gli disse.
Andiamo? Dove?
Al molo.
Alzatosi si sent girare la testa per le fitte allo stomaco vuoto. Fuori della capanna era gi calato il
crepuscolo e gli alberi protendevano languidi i loro rami come stremati per il calore della giornata. Le
zanzare sciamavano attorno ai volti dei due uomini e in lontananza si udivano le rane gracidare.
Era circondato da tre guardie, ma nessuna di esse sembrava preoccuparsi che lui tentasse la fuga. Si
parlavano ad alta voce, a volte scoppiando a ridere. Una si separ dalle altre per andare a orinare nei
cespugli. Se volessi pens il prete ora potrei fuggire dagli altri due e cercare una via di scampo.
Ma mentre quel pensiero gli passava per la mente una delle due guardie si gir allimprovviso verso di
lui e disse: Padre, quella capanna era tetra, vero?
S, era una brava persona, quella guardia. E dun tratto il prete fu in certo qual modo colpito dal
volto affabile e ridente di quellindividuo. Se fosse fuggito, le conseguenze le avrebbero subite quei
contadini. Costringendosi a fare un debole sorriso, annu.
Percorsero la strada che avevano fatta al mattino. Gli occhi incavati del prete erano affascinati dai
giganteschi alberi che si ergevano al centro dei campi echeggianti per il gracidio delle rane. Ricord di
aver gi visto quegli alberi. In essi enormi corvi stavano ora sbattendo le ali e stridendo con versi
rochi. Che cupo coro era quello: il gracidio delle rane e il gracchiare dei corvi!
Quando entrarono nel villaggio il fumo bianco che si levava dalle case sparse scacci la nube di
zanzare. Un uomo con il perizoma era fermo con un bimbo in braccio. Alla vista del prete apr la bocca
come uno scemo e scoppi a ridere. Le donne, con gli occhi mestamente abbassati, guardarono sfilare i
quattro uomini.
Attraversarono il villaggio e di nuovo uscirono nelle risaie. Scesero lungo il pendio del colle fino a
che finalmente un alito secco di vento salmastro soffi sulle guance infossate del prete. Sotto cera un
porto, se effettivamente si poteva definire un porto, perch non era altro che un molo di attracco di
pietre nere ammassate, con due barchette squallide tirate sulla sabbia. Mentre le guardie spingevano
dei pali sotto le barche, il prete raccolse le conchiglie rosate e giocherell con esse. Erano le sole cose
belle che avesse visto in quella lunghissima giornata. Portandone una allorecchio ascolt il fievole
rombo smorzato che proveniva dal suo cuore profondo. Poi allimprovviso un greve fremito scosse
tutto il suo essere e schiacci nel palmo della mano quella conchiglia con il suo rombo smorzato.
Sali a bordo! giunse lordine.
Lacqua sul fondo della barca era bianca di polvere; ed era fredda sotto i suoi piedi gonfi. Con i piedi
inzuppati, le mani strette sullo scafo, chiuse gli occhi e sospir. Mentre limbarcazione si staccava lenta
da terra, i suoi occhi infossati si posarono sulle montagne sulle quali aveva errato fino a quel mattino.
Nella bruma serotina la scura montagna azzurra che si levava dal mare sembrava il seno rigonfio di
una donna. Guardando di nuovo in direzione della spiaggia vide un uomo, un mendicante, gli parve, che
correva freneticamente. E mentre correva gridava qualcosa, poi i suoi piedi affondavano nella sabbia e
lui cadeva. S, era luomo che laveva tradito. Cadeva e si rialzava, poi cadeva di nuovo e urlava
qualcosa ad alta voce. Ora sembrava un fischio, ora sembrava pianto ma il prete non riusciva a capire
quello che diceva Kichijiro. Eppure non sentiva di odiarlo, non provava risentimento. In fin dei conti,
presto o tardi, era fatale che lo catturassero e gi nel suo petto era penetrato un senso di
rassegnazione. Alla fine Kichijiro parve rendersi conto che non sarebbe mai riuscito a raggiungerli e
rimase immobile, eretto come un palo sul bordo dellacqua. Mentre limbarcazione si allontanava, la
sua figura immobile diventava sempre pi piccola nella bruma serotina.
Con il sopraggiungere della sera la barca entr in una insenatura. Aprendo gli occhi socchiusi e
semiaddormentati vide che le guardie sbarcavano per essere sostituite da altri uomini. La loro
conversazione era inframmezzata da un dialetto che appariva ricco di consonanti ma, stremato come
era, il prete non se la sentiva di compiere lo sforzo di capire che cosa stessero dicendo. Lunica cosa
che not fu che le parole Nagasaki e Omura venivano pronunciate spesso e confusamente intu che lo
portavano in quella direzione. Quando era stato nella capanna, aveva avuto la forza di pregare per un
guercio e per la donna che gli aveva dato il cetriolo; ma adesso non aveva nemmeno pi la forza di
pregare per se stesso, tanto meno per rivolgersi ad altri. Dove lo portavano, che cosa gli avrebbero
fatto... nemmeno questo aveva importanza. Chiuse gli occhi e di nuovo si addorment. A volte li
riapriva e sempre udiva il rumore monotono dei remi nellacqua. Uno degli uomini remava, gli altri due
sedevano accovacciati sul fondo della barca, con viso cupo e imbronciato. Signore, sia fatta la Tua
volont mormor lui nel sonno. Ma anche se le sue parole esitanti sembravano simili a quelle di tanti
santi che avevano affidato se stessi alla divina provvidenza, lui avvertiva che erano diverse. Che cosa
ti succede? si chiese. Cominci a perdere la fede? diceva una voce dal pi profondo del suo essere.
Eppure quella voce lo riempiva di disgusto.
Dove state andando? chiese con voce roca alle tre nuove guardie, riaprendo gli occhi. Ma gli altri
rimasero irrigiditi nel silenzio, quasi a minacciarlo. Dove state andando? ripet ad alta voce.
Yokose-no-Ura rispose uno degli uomini a bassa voce e, in certo qual modo, parve vergognarsi.
Aveva sentito spesso il nome di Yokose-no-Ura da Valignano. Era un porto che era stato aperto da
Fris e Almeida con il permesso del signore locale; e le navi portoghesi, che fino a quel momento
attraccavano a Hirado, avevano cominciato a usare solo questo porto. Sul colle che si affacciava sul
porto era stata costruita una grande chiesa gesuita e su di essa i padri avevano eretto un gigantesco
crocifisso, in verit cos grande che i missionari riuscivano a vederlo dalle navi quando, dopo molti
giorni e molte notti di un lungo viaggio, finalmente raggiungevano il Giappone. Anche gli abitanti
giapponesi, la domenica di Pasqua, sfilavano in processione per il colle sino alla vetta cantando inni e
portando candele accese in mano. Persino i signori feudali ci andavano e alcuni tra loro ricevevano
finanche il battesimo.
Dalla barca il prete strizz gli occhi per vedere qualche traccia di villaggio o del porto che avrebbe
potuto essere Yokose-no-Ura, ma terra e mare erano dipinti nello stesso nero cupo e non si vedeva
alcuna luce. Non cera la minima traccia di villaggi o di case. Eppure continuava a pensare che l, da
qualche parte, come a Tomogi e a Goto, potevano esservi nascosti ancora dei cristiani. In tal caso,
sapevano costoro che in una piccola barca, rannicchiato per la paura e tremante come un cane
selvatico, cera un prete?
Dov Yokose-no-Ura? chiese a una delle guardie.
Non ne rimasto pi niente fu la risposta.
Il villaggio era stato raso al suolo e tutti i suoi abitanti erano stati dispersi. Il mare e la terra erano
silenziosi come la morte; solo il monotono rumore delle onde che lambivano la barca rompeva il
silenzio notturno. Perch ci hai abbandonati cos completamente? pregava con voce fievole. Persino
il villaggio era stato costruito per te e tu lo hai abbandonato nelle sue ceneri? Nemmeno quando la
gente stata buttata fuori dalla sua casa tu hai dato loro coraggio? Sei rimasto semplicemente
silenzioso come loscurit che mi circonda? Perch? Dimmi almeno perch. Non siamo forti come
Giobbe cui era stata inflitta la prova della lebbra. C un limite alla nostra sopportazione. Non imporci
pi sofferenze.
Cos pregava, ma il mare continuava a essere freddo e loscurit manteneva il suo caparbio silenzio.
Tutto ci che si riusciva a udire era il regolare tonfo smorzato e monotono dei remi.
Mi riveler un codardo? si chiese. Sentiva che, se la grazia non gli avesse infuso coraggio e forza,
non sarebbe riuscito a sopportare altro.
Il rumore dei remi cess. Uno degli uomini si volt e grid: C qualcuno l?
I remi si erano fermati, ma pi oltre da qualche parte si udiva il rumore di altri remi.
Forse qualcuno che va a pesca di notte. Lascialo stare.
Stavolta era stato il vecchio a bisbigliare, quello che non aveva mai aperto bocca fino a quel
momento.
Il rumore dei remi era cessato e si ud una voce flebile che cercava di rispondere. Il prete ebbe
limpressione di aver gi udito quella voce da qualche altra parte, ma non riusc a ricordare dove.
Adesso era mattino. Erano arrivati a Omura. Quando gradatamente la bruma lattiginosa venne
spazzata via dal vento, i suoi occhi stanchi si posarono sul bianco muro di un castello circondato da un
boschetto sul fianco della baia. Era ancora in fase di costruzione e tuttattorno si vedevano le
impalcature di tronchi. Uno stormo di cornacchie vol di traverso sopra il boschetto. Dietro il castello
cera un gruppo di case con il tetto di paglia e bitume. Era la prima volta che vedeva una citt
giapponese. Mano mano che la luce diventava pi chiara per la prima volta not che accanto alle tre
guardie, che gli erano state compagne nella barca, cerano grossi randelli. Probabilmente avevano
ricevuto lordine di gettarlo impietosamente in mare qualora lui avesse dato segno di voler tentare la
fuga.
Sul molo cera una folla di spettatori irrequieti, capeggiati da samurai che tenevano grandi spade
vicino alle maniche delle vesti. I samurai urlavano qualcosa agli spettatori, che si alzavano e tornavano
a sedersi sul colle, sulla spiaggia, in paziente attesa dellarrivo della barca. Quando il prete scese, dalla
folla si lev un gran grido e, mentre veniva scortato dai samurai in mezzo alla gente, i suoi occhi si
fissarono in quelli di molti uomini e molte donne che lo guardavano con espressione di dolore e di
angoscia. Rimase in silenzio; e anchessi rimasero in silenzio. Ma quando pass davanti a costoro alz
la mano e impart loro, con gesto lieve, una benedizione. Subito allarme e preoccupazione comparvero
sui loro volti e tutti abbassarono gli occhi. Alcuni girarono persino il viso. Se le cose fossero state
normali, lui avrebbe potuto porre in quelle bocche ora serrate il pane del corpo di Cristo. Ma non
aveva n calice n vino n altare ove poter celebrare la Messa.
Quando con i polsi saldamente legati, fu issato sul cavallo privo di finimenti, dalla folla si lev un
urlo di derisione. Sebbene Omura si fregiasse del nome di citt, sembrava poco dissimile, con i suoi
tetti di paglia, dai villaggi che aveva visto sino a quel momento. Le donne scalze con i capelli sciolti e le
gonne ondeggianti stavano in strada a disporre conchiglie, legna da ardere e verdure. In mezzo alla
gente menestrelli ambulanti in hakama e bonzi vestiti di nero lo guardavano e lo deridevano sprezzanti.
A volte, mentre veniva condotto per la strada lunga e stretta, sassi gettati da mani di bambini gli
sfioravano il volto. Se Valignano non si era sbagliato, Omura era la regione in cui i missionari avevano
compiuto i loro sforzi maggiori. Aveva molte chiese e un seminario; i contadini e persino i samurai
ascoltavano le nostre parole con grande entusiasmo, cos aveva scritto Fris in una sua lettera.
Persino i signori feudali erano diventati fervidi cristiani e lui aveva sentito dire che si erano
praticamente convertiti tutti in massa. Ma ora, mentre i bambini gli lanciavano pietre e i bonzi
urlavano parole di scherno e lo coprivano di vile sputo, non cera nessun samurai tra i funzionari che
facesse un tentativo per fermarli.
La strada costeggiava il mare e poi conduceva dritta a Nagasaki. Quando attraversarono un
villaggio che si chiamava Suzuda, not una fattoria piena di fiori di cui non conosceva i nomi. A un
dato momento i samurai fermarono i cavalli e ordinarono a uno degli uomini di portare dellacqua che
poi offrirono al prete. Ma lacqua gli sgocciol dalla bocca sul petto.
Guardate! Non grande? chiedevano le donne tirando i figli per la manica e indicandolo con
scherno.
Quando la lenta processione si rimise in cammino, lui si volt a guardare. Pens con mestizia che
forse non avrebbe pi rivisto sbocciare fiori bianchi come quelli davanti ai quali era appena passato.
Mentre procedevano, i samurai si toglievano i cappelli piumati e si asciugavano il sudore dalla fronte.
Poi, ravviandosi i capelli, si ergevano sui cavalli.
Ora la strada diventava bianca e tortuosa e il prete not la figura di un uomo somigliante a un
mendico che, chino su un bastone, li seguiva. Era Kichijiro. Come era rimasto immobile sulla spiaggia a
guardare a bocca aperta la barca che si allontanava, cos ora procedeva goffamente con il kimono
spalancato. Accortosi che il prete lo aveva visto, si innervos e cerc di nascondersi dietro il riparo di
un albero. Il prete era perplesso. Perch quelluomo che lo aveva tradito ora lo seguiva cos? E in quel
momento intu che forse la persona sullaltra barca quel mattino era Kichijiro.
Sobbalzando sul cavallo, con gli occhi infossati guardava di tanto in tanto sul mare, che luccicava
scuro e minaccioso.
Quando furono lontano da Suzuda, la gente lungo la strada divenne piano piano sempre pi
numerosa. Mercanti che portavano animali con carichi sulla schiena; viaggiatori con grandi cappelli di
paglia simili a ombrelli e con giacche di paglia. Alla vista della processione si scostavano sul ciglio
della strada a guardare a bocca aperta la strana cosa in cui si erano imbattuti. A volte i contadini
gettavano la zappa e venivano di corsa a guardare il buffo spettacolo. In precedenza il prete si era
interessato vivamente ai giapponesi al loro aspetto, agli abiti che vestivano e cos via , ma ora non
riusciva a risvegliare in s alcun interesse tanta era la sua enorme stanchezza. Si limit a chiudere gli
occhi e a pensare alle stazioni della Via Crucis che, a una a una, in quel momento venivano recitate in
qualche monastero; e continuava a muovere la lingua riarsa nel tentativo di mormorare le parole della
preghiera. Era una preghiera ben nota a tutti i seminaristi e ai cristiani, una meditazione che
rammentava i particolari della Passione di Cristo. Quando quelluomo era uscito dai cancelli del
Tempio per salire il sentiero ripido del Golgota portando la croce, avanzando a stento e vacillando, la
folla, sempre pi numerosa ed eccitata, lo aveva seguito. Donne di Gerusalemme, non piangete per me
bens per voi e per i vostri figli perch giorno verr... Quelle parole gli tornarono alla mente. Molti
secoli fa quelluomo ha provato con la sua lingua arida e gonfia tutte le sofferenze che ora io soffro
pens. E quel senso di sofferenza condivisa gli plac il cuore e la mente pi dellacqua pi dolce.
Pange lingua... Sent le lacrime che gli scorrevano per le guance. Bella premunt hostilia, da
robur, fer auxilium. Qualunque cosa succeda non abiurer mai disse a se stesso.
Nel pomeriggio arrivarono in una citt chiamata Isahaya. L sorgeva una palazzina circondata da un
fossato e da un muro di terra, e tuttattorno cerano case di paglia e di sterpi. Quando giunsero davanti
a una delle case, alcuni uomini armati di spada si chinarono con rispetto davanti alla sfilata di samurai
e vennero avanti con due grandi piatti di riso. Mentre i samurai mangiavano, il prete per la prima volta
fu tirato gi da cavallo e legato a un albero come un cane. Vicino a lui si accovacciarono mendicanti
dai capelli arruffati che lo fissavano come bestie con occhi luccicanti. Lui non aveva pi lenergia per
sorridere. Qualcuno gli mise davanti qualche chicco di riso in un piatto sbreccato. Distrattamente lui
alz gli occhi e vide che si trattava di Kichijiro.
Se ne stava l accovacciato in mezzo ai mendicanti. Ogni tanto girava lo sguardo, quasi volesse
guardare il prete ma quando i loro occhi si incontravano, girava il volto in fretta. Il prete guardava con
serenit quel volto. Quando aveva visto quelluomo sulla spiaggia era troppo stanco anche solo per
odiarlo; ma ora era semplicemente incapace di dimostrare qualsiasi generosit. Ribollendo di collera
riflett sulla scena nella pianura quando il pesce secco che era stato forzato a mangiare gli aveva
provocato una tremenda arsura in gola. Quello che devi fare, fallo al pi presto. Persino Cristo
aveva scagliato quelle parole irose a Giuda che lo aveva tradito. Per molto tempo il prete aveva
pensato che quelle parole fossero una contraddizione nellamore del Cristo ma ora, alla vista del volto
tremante di quellindividuo accovacciato al suolo, che a volte alzava gli occhi come un cane frustato,
dal pi profondo del suo essere si lev un sentimento nero e crudele. Va, bisbigli in cuor suo
quello che devi fare, fallo al pi presto.
I samurai avevano finito di mangiare il riso ed erano gi montati in groppa ai cavalli. Il prete fu
issato sul proprio e la processione si rimise lentamente in marcia. I bonzi alzarono la voce in tono di
scherno, i bambini lanciarono pietre. Gli uomini con le loro bestie da carico e i viaggiatori in abiti
giapponesi alzarono lo sguardo sui samurai e guardarono il prete. Tutto era esattamente come prima.
Lui si gir a guardare... e vide Kichijiro un po in disparte, appoggiato al suo bastone, mentre si
apprestava a seguirli. Quello che devi fare, fallo al pi presto mormor in cuor suo il prete. Quello
che devi fare, fallo al pi presto.
6.

Il cielo si rabbui; le nubi passarono lente sopra la vetta dei monti e gi sui campi. Quella era laperta
pianura di Chizukano. Qua e l gruppi di arbusti sembravano strisciare sopra il terreno; ma ovunque
altrove si estendeva allinfinito soltanto la terra di un cupo marrone. I samurai erano impegnati in serie
discussioni e, quando ebbero finito, diedero ordine che il prete fosse fatto smontare da cavallo. Le
lunghe ore trascorse in groppa allanimale si facevano sentire e, quando mise i piedi a terra, un dolore
lacerante gli serpeggi nelle cosce e allora si accovacci.
Uno dei samurai fumava tabacco in una lunga pipa. Da quando era arrivato in Giappone era la
prima volta che vedeva il tabacco. Il samurai aspir due o tre volte, erutt fuori il fumo, poi pass la
pipa al suo compagno. Nel frattempo i funzionari li guardavano con invidia.
Rimasero tutti fermi a lungo a guardare verso sud, ora seduti su una roccia ora in piedi. Alcuni
orinarono al riparo della roccia. A settentrione in alcuni punti il cielo era ancora chiaro ma verso
meridione si andavano ammassando pesanti nubi notturne. Di tanto in tanto il prete si voltava a
guardare la strada che avevano percorso, ma di Kichijiro non cera traccia, doveva essersi attardato in
cammino. Probabilmente si era stancato di strisciar loro appresso e si era fermato da qualche parte.
Sono qui! Sono qui! urlarono le guardie indicando a meridione e da quella direzione si avvicin
lenta una banda di samurai con i loro aiutanti, simili a quelli fermi l in attesa. Subito il samurai con la
pipa salt in sella al suo cavallo e galopp a tutta velocit verso il gruppo in arrivo. Restando in sella,
salut i nuovi arrivati con un inchino che gli fu ricambiato con solennit. Il prete cap che ora sarebbe
stato consegnato a una nuova scorta.
Quando lo scambio di convenevoli ebbe fine e il gruppo che lo aveva scortato da Omura gir i cavalli
e scomparve lungo la strada a settentrione, dove i raggi del sole continuavano a scendere delicati, il
prete fu circondato dal gruppo che era venuto da Nagasaki. Di nuovo fu issato in groppa a un cavallo
privo di finimenti.
La prigione era sul pendio di un colle, circondata da alberi. Costruita di recente, sembrava una
specie di magazzino; allinterno era leggermente sopraelevata da terra. La luce entrava attraverso una
finestrella sbarrata e una piccola grata fissata con uno spioncino scorrevole di legno dal quale passava
a stento una scodella. Di l il cibo gli veniva passato una volta al giorno. Dopo larrivo era stato
condotto fuori due volte per linterrogatorio e questo gli aveva dato modo di vedere che aspetto aveva
allesterno la costruzione: una cancellata di bamb inclinata minacciosamente verso linterno, mentre
pi oltre, allesterno, cerano le case col tetto di paglia in cui alloggiavano le guardie.
Quando fu scaraventato l dentro, non cerano altri prigionieri oltre a lui. Rimase seduto per tutto il
giorno in silenzio pensoso, al buio, ascoltando le voci delle guardie; non era molto diverso da quando
stava nella capanna sullisola. A volte le guardie gli parlavano, preoccupate comerano di fare passare
il tempo. E cos egli apprese di essere alle porte di Nagasaki, ma non riusc ad appurare quale fosse la
sua posizione in rapporto al centro della citt. Solo durante il giorno riusciva a distinguere in
lontananza le grida forti di uomini che lavoravano, il tonfo degli alberi segati, di chiodi che venivano
battuti e da ci dedusse che quella zona era in fase di sviluppo. Al cader della notte udiva il canto della
tortora in mezzo agli alberi.
Nonostante tutto la sua vita di carcerato era piena di una singolare quiete e serenit. La tensione e
langoscia dei giorni in cui aveva vagato per le montagne ora gli sembravano il sogno di una vita
passata. Non sapeva quello che gli avrebbe portato lindomani, ma quasi non provava paura. Dalle
guardie ottenne della robusta carta giapponese e della corda con cui fece un rosario che gli consentiva
di pregare tutto il giorno scandendo con forza le preghiere. Di notte, mentre giaceva sul letto con gli
occhi chiusi ad ascoltare il canto della tortora negli alberi, lasciava sfilare sotto le palpebre chiuse
tutte le scene della vita di Cristo. Sin dallinfanzia il volto di Cristo per lui era stato il conseguimento di
ogni suo sogno e ideale. Il volto di Cristo mentre predicava alla folla il Discorso della Montagna. Il
volto di Cristo mentre attraversava il lago della Galilea al crepuscolo. Anche nei momenti delle pi
terribili torture quel volto non aveva mai perso la sua bellezza. Quegli occhi dolci e limpidi che
penetravano fino alla pi intima essenza di un essere umano adesso erano fissi su di lui. Quel volto che
non poteva far del male, pronunciare parole di insulto. Quando quel volto gli compariva davanti, paura
e tremore sembravano svanire come minuscoli rivoletti che vengono silenziosamente risucchiati dalla
sabbia della spiaggia marina.
Era la prima volta da quando era venuto in Giappone che riusciva a trascorrere giorno dopo giorno
in serena tranquillit. Cominci a chiedersi se il prolungamento di quella pace ininterrotta non fosse la
prova che la morte non era lontana, tanto dolcemente passavano quei giorni sereni attraverso il suo
cuore.
Ma al nono giorno, allimprovviso, fu portato fuori della prigione. Abituato a una cella senza un
raggio di luce, la luminosit del sole gli fer gli occhi tagliandoli come una spada. Il frinire delle cicale
scendeva dagli alberi come una cascata, mentre dietro la capanna delle guardie si godeva la vista di
uno splendido manto di fiori rossi e luminosi. Ora pi che mai si rendeva conto di che vagabondo era
diventato, con i capelli e la barba lunghi, la carne che gli pendeva addosso, le braccia esili come aghi.
Si chiese se lo stessero portando fuori per linterrogatorio, invece fu condotto direttamente nella stanza
delle guardie e messo in una cella. Non sapeva perch lo avessero portato l.
Ne scopr la ragione soltanto il giorno dopo. Improvvisamente il silenzio fu infranto dalle voci
colleriche e ringhiose delle guardie e riusc a sentire lo strascichio vago di passi di donne e uomini che
venivano trascinati fuori del cancello della prigione, nel cortile. Fino al giorno precedente quei
prigionieri erano stati rinchiusi in una prigione buia come la sua.
Se continuate a comportarvi cos, sarete puniti gridavano le guardie alzando irosamente la voce e
i prigionieri resistevano altrettanto irosamente.
Smettetela di smaniare! Smettetela! E lirosa disputa tra guardie e prigionieri si prolung per un
po. Poi tutto torn tranquillo. Al cadere della sera, allimprovviso, dalla prigione si ud un suono di
voci che si levavano in preghiera. Padre nostro che sei nei Cieli, sia benedetto il tuo nome. Venga il
tuo regno. Sia fatta la tua volont cos in Cielo come in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e
rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori; non indurci in tentazione ma
liberaci dal male. Amen.
Nelle brume della sera quelle voci si levavano come una fontana, poi si spensero. Non indurci in
tentazione. In quelle voci che pregavano cera forse una punta di pathos? Un tono lamentoso?
Sbattendo le palpebre sugli occhi infossati, il prete mosse le labbra allunisono con quella preghiera.
E ancora tu non rompi il silenzio! disse. Non dovresti tacere in eterno.
Il giorno dopo il prete chiese alle guardie se poteva far visita ai prigionieri che erano costretti ora a
lavorare nei campi sotto rigorosa sorveglianza. Il permesso gli fu accordato e lui si port nel punto in
cui cinque o sei tra uomini e donne stavano maneggiando con gesti inerti delle vanghe. Quando
alzarono gli occhi per guardarlo sbalorditi, ricord chi erano. Ricord anche i logori abiti da
contadino. Ma erano i volti, i volti che si levarono a guardarlo: era forse per la continua mancanza di
luce nella cella che gli uomini avevano quellaspetto, con le lunghe barbe e i lunghi capelli, mentre le
donne avevano volti di un pallore mortale?
Oh! esclam una delle donne. il padre! Non lo avrei mai riconosciuto.
Era la donna che un giorno gli aveva dato un cetriolo togliendoselo dal seno. E accanto a lei, cera
luomo con laria del mendicante, il guercio che metteva in mostra i denti marci e rideva con unombra
di nostalgia.
Da quel giorno ebbe il permesso dalle guardie e tutte le mattine e le sere, due volte al giorno, entrava
nel carcere dei cristiani. Le guardie sapevano che i prigionieri li avrebbero ripagati di quella
generosit non creando guai. Poich non aveva pane e vino, il prete non poteva celebrar Messa, ma
poteva quanto meno recitare con loro il Credo, il Pater Noster e lAve Maria e aveva modo di ascoltare
le loro confessioni. Non confidate nei principi, n in alcun figliol duomo che non pu dare salvezza. Il
suo fiato se ne va ed egli torna alla sua terra; in quel giorno periscono i suoi disegni. Beato colui che ha
lIddio di Giacobbe per suo aiuto, e la cui speranza nellEterno, suo Dio, che ha fatto il cielo e la terra
e il mare e tutto ci che in essi.
Mentre il prete pronunciava le parole del salmista, non uno dei prigionieri faceva anche un sol colpo
di tosse; ma tutti tendevano lorecchio in fervida attenzione. Persino le guardie ascoltavano. Era un
testo della Scrittura che aveva letto e riletto, ma mai gli era venuto alle labbra con tale ricchezza di
significato sia per lui sia per i cristiani. Ogni parola sembrava penetrargli nel cuore con nuovo
significato e nuova ricchezza.
Beati i morti che muoiono nel Signore. Dora innanzi... non avrete sofferenze pi grandi di questa
disse il prete con voce piena di intenso fervore. Il Signore non vi abbandoner in eterno. lui che lava
le nostre ferite, sua la mano che deterge il nostro sangue. Il Signore non rester in silenzio in
eterno.
Quando veniva la sera, somministrava il sacramento della penitenza ai cristiani ma, dato che non
disponeva di confessionale, posava lorecchio al buco dal quale veniva passato il cibo e il penitente
bisbigliava i propri peccati a bassa voce. E cos ascoltava la confessione. Frattanto gli altri si
rannicchiavano in un angolo cercando il pi possibile di non rendere difficili le cose al penitente. L in
prigione, per la prima volta dai giorni di Tomogi, riusciva a esercitare le funzioni di prete, e questa
consapevolezza lo induceva a pregare in segreto affinch quella vita potesse continuare per sempre.
Dopo aver ascoltato le confessioni, prese la carta ricevuta dai funzionari, si fece una penna da unala
di pollo chera caduta in cortile e cominci a scrivere tutto ci che ricordava da quando era arrivato in
Giappone. Naturalmente non sapeva se ci che scriveva sarebbe mai arrivato in Portogallo ma cera la
possibilit che qualche cristiano consegnasse quei fogli a un cinese a Nagasaki. E con quella flebile
speranza muoveva la penna sulle pagine.
Di notte, mentre se ne stava seduto al buio ad ascoltare il canto della tortora negli alberi, sentiva che
il volto di Cristo lo fissava attentamente. Gli occhi azzurri erano pieni di compassione, i lineamenti
sereni: era un volto pieno di fiducia. Signore, non potrai pi respingerci bisbigliava, guardando quel
volto fissamente e poi sembrava che la risposta giungesse alle sue orecchie: Non vi abbandoner.
Chinando il capo tendeva le orecchie per udire ancora quella voce ma la sola cosa che riusciva a
sentire era il canto della tortora. Loscurit era fitta e profonda eppure il prete sentiva che, per un solo
istante, il suo cuore era stato purificato.
Un giorno ud il rumore del catenaccio e una guardia mise il capo entro la porta. Cambiati i
vestiti! url gettandogli per terra alcuni indumenti pesanti. Guarda! Hai degli abiti rossi e biancheria
d i jittoku e cotone. Prendili tutti, sono tuoi. E la guardia prosegu spiegandogli che il jittoku era il
tessuto indossato dai monaci buddisti.
Molte grazie rispose il prete con un sorriso sul volto infossato. Ma per favore li porti via. Non li
voglio.
Non vuoi prenderli? Non vuoi prenderli? La guardia scosse il capo come un bambino e guard gli
indumenti con espressione di desiderio. Ma sono un regalo dei funzionari dellufficio del magistrato.
Raffrontando i propri indumenti di canapa con quelli che erano completamente nuovi, il prete si
chiese come mai i funzionari gli avessero portato i vestiti di un bonzo. Era un gesto di piet nei
confronti di un prigioniero, oppure era unaltra trappola per catturarlo? Non riusciva a capirlo ma in
ogni caso si disse che con linvio di quegli indumenti aveva inizio il suo rapporto con lufficio dei
magistrati.
Presto! Presto! incalz la guardia. I funzionari saranno qui tra poco.
Il prete non aveva pensato che linterrogatorio sarebbe cominciato tanto presto. Nella sua fantasia
aveva quotidianamente immaginato la scena come una sorta di incontro tra Pilato e Cristo, con la folla
ululante, Pilato perplesso e Cristo silenzioso. Ma l lunico rumore era il frinire delle cicale che lo
invitavano a dormire. La prigione dei cristiani era avvolta nel solito silenzio pomeridiano.
Dopo essersi fatto portare dellacqua calda dalle guardie, si lav e lentamente si mise gli abiti di
cotone infilando le braccia nelle maniche. Il vestito non era gradevole al tocco e nel contempo egli
prov un brivido di mortificazione al pensiero che indossando quellindumento stringeva un patto con
lufficio del magistrato.
Nel cortile erano state sistemate alcune sedie in ununica fila e ognuna di esse gettava unombra sul
terreno. Costretto ad accovacciarsi alla destra del cancello, con le mani sulle ginocchia, aspett a
lungo. Non abituato comera a quella posizione sudava profusamente per il dolore alle ginocchia, ma
non voleva che i funzionari vedessero la sua agonia. Riflettendo intensamente a come Cristo doveva
essere apparso al momento della fustigazione, si sforzava di distrarre la mente dal dolore alle
ginocchia.
Di l a un po si ud il rumore di un corteo e di zoccoli di cavallo e tutte le guardie si abbassarono fino
a terra, chinando il capo. Entrarono nel cortile alcuni samurai con andatura sprezzante e con ventagli
nelle mani. Parlando tra loro passarono senza neppure degnare Rodrigues di uno sguardo, poi
sedettero languidamente sulle sedie. Le guardie, sempre prone, portarono delle tazze e gli altri
sorseggiarono lentamente lacqua calda.
Dopo un breve intervallo il samurai allestrema destra fece un cenno alle guardie e il prete,
sussultando per il dolore alle ginocchia, fu trascinato davanti alle cinque sedie.
Nellalbero alle sue spalle una cicala prosegu il suo canto. Il sudore gli colava lungo la schiena ed
egli era acutamente consapevole di una gran quantit di occhi fissi su di lui alle sue spalle: perch i
cristiani dalla prigione indubbiamente avrebbero ascoltato con attenzione ogni domanda e ogni
risposta tra lui e i suoi interlocutori. Ora capiva perch Inoue e i funzionari avessero deliberatamente
scelto quel luogo per linterrogatorio: volevano mostrarlo ai contadini incastrato e sconfitto. Gloria
Patri et Filio et Spiritui Sancto... chiuse gli occhi incavati e si costrinse a sorridere, ma si rese conto
da solo che lespressione del suo volto si induriva come una maschera.
Il governatore di Chikugo preoccupato per la sua perplessit disse il samurai allestrema destra
parlando seriamente in portoghese. Se in difficolt la prego di dircelo.
Il prete chin il capo in silenzio. Poi, alzando lo sguardo, incontr quello di un vecchio seduto al
centro fra gli altri quattro. Con un sorriso gentile sulle labbra, il vecchio osservava il prete con la
curiosit di un bambino cui sia appena stato regalato un nuovo giocattolo. Poi fu letta una
dichiarazione:
Paese dorigine: Portogallo. Nome: Rodrigues. Sostiene di essere venuto da Macao. esatto?
Il samurai allestrema destra disse con voce piena di commozione: Padre, siamo profondamente
commossi per la forza della sua decisione nel venire qui da migliaia di chilometri di lontananza,
attraverso ogni genere di difficolt. Non c dubbio che lei abbia sofferto molto.
Nelle sue parole cera uninflessione gentile e quella gentilezza tocc il cuore del prete dandogli
dolore.
Proprio perch lo sappiamo, il nostro dovere di investigatori ci riesce doloroso.
A quelle premurose parole le emozioni trattenute del prete parvero essere sul punto di cedere. Se
non fosse per le barriere del paese e della politica, noi potremmo stringerci la mano e parlare. Era
quello il sentimento che di colpo gli riemp il cuore. Tuttavia si rese subito conto che era pericoloso
abbandonarsi a un simile sentimentalismo.
Padre, noi non stiamo discutendo se la sua dottrina sia giusta o sbagliata. Il motivo per cui abbiamo
bandito il cristianesimo dal Giappone che, dopo profonda e seria considerazione, troviamo che questo
insegnamento non abbia alcun valore per il Giappone di oggi.
Linterprete and subito al nocciolo della discussione. Il vecchio dalle grandi orecchie continuava a
tenere lo sguardo abbassato sul prete con aria di comprensione.
Secondo il nostro modo di pensare, la verit universale disse il prete ricambiando finalmente il
sorriso al vecchio. Un momento fa voi funzionari avete manifestato comprensione per le sofferenze
che ho patito. Uno di voi ha pronunciato calde parole di consolazione perch ho percorso tante
migliaia di miglia sul mare, cos a lungo, per giungere nel vostro paese. Se non credessimo che la
verit universale, perch mai tanti missionari dovrebbero sottostare a tanta pena? proprio perch
la verit comune a tutti i paesi e a tutti i tempi che la chiamiamo verit. Se una vera dottrina non
fosse vera sia in Portogallo che in Giappone non potremmo definirla vera.
Ogni tanto linterprete aveva difficolt con alcune parole; tuttavia con volto privo di espressione,
come una marionetta, traduceva il significato del discorso agli altri quattro.
Soltanto il vecchio che stava davanti al prete continuava ad annuire come se fosse totalmente
daccordo con quello che egli diceva e, mentre annuiva, prese lentamente a passarsi la mano destra
sulla sinistra, come a sfregarsela.
Tutti i padri continuano a ripetere la stessa cosa. E tuttavia... Linterprete traduceva lentamente le
parole di un altro samurai. Un albero che fiorisce in un certo tipo di terreno pu rinsecchire se il
terreno viene cambiato. Quanto allalbero del cristianesimo, in un paese straniero le sue foglie possono
crescere fitte e i boccioli possono fiorire, mentre in Giappone le foglie diventano secche e non spunta
alcun bocciolo. Padre, non ha mai pensato alla diversit del suolo, alla diversit dellacqua?
Le foglie non dovrebbero appassire e i boccioli dovrebbero spuntare disse il prete alzando la voce.
Lei pensa che io non sappia nulla? In Europa, per non parlare di Macao dove ho vissuto per qualche
tempo, la gente conosce lopera dei missionari ed risaputo che, dove molti proprietari terrieri hanno
dato lautorizzazione allevangelizzazione, il numero di cristiani arrivato a trecentomila.
Il vecchio continuava ad annuire e a sfregarsi le mani. Mentre gli altri funzionari dallespressione
tesa ascoltavano le parole dellinterprete, soltanto il vecchio sembrava completamente dalla parte del
prete.
Se le foglie non crescono e i fiori non sbocciano perch il terreno non viene fertilizzato.
Il frinire delle cicale non si sentiva pi, ma il sole pomeridiano divenne ancora pi forte. I funzionari
tacevano, quasi non sapessero che cosa dire. Il prete, intuendo che i cristiani alle sue spalle stavano
cercando di capire quello che veniva detto, ebbe limpressione di essere il vincitore nella controversia,
e una sensazione piacevole gli si gonfi lentamente in petto.
Perch avete dato inizio a questo processo di persuasione? Il prete parl con calma abbassando
gli occhi. Non cambierete idea qualunque cosa io dica; e neppure io ho intenzione di mutare il mio
modo di pensare.
Mentre stava ancora parlando, prov una brusca ondata di commozione. Pi era conscio di essere
osservato dai cristiani alle sue spalle, pi continuava a fare di se stesso un eroe. Qualunque cosa io
dica, sar punito esclam.
Linterprete tradusse meccanicamente le parole agli altri. I raggi del sole rendevano quel viso piatto
ancora pi piatto. Ora per la prima volta le mani del vecchio si bloccarono. Scuotendo il capo, egli
guard il prete come se volesse consolare un bambino capriccioso. Noi non puniremo i padri senza
motivo.
Non cos che la pensa Inoue. Se lei fosse Inoue, mi punirebbe subito.
A quelle parole i funzionari risero allegramente, come se fosse stata loro raccontata una barzelletta.
Perch ridete?
Padre, questo Inoue, il governatore di Chikugo. qui davanti a lei.
Sbalordito, guard il vecchio che, con lingenuit di un bambino, ricambi locchiata continuando a
sfregarsi le mani. E come avrebbe potuto riconoscere quelluomo che smentiva cos totalmente le sue
aspettative? Luomo che Valignano aveva definito un demone, che aveva costretto i missionari ad
abiurare a uno a uno... fino a questo momento aveva immaginato che il volto di quelluomo fosse
pallido e astuto. Invece ora davanti ai suoi occhi vedeva un uomo comprensivo, allapparenza buono,
mite.
Bisbigliando qualche parola al samurai che gli sedeva accanto, il governatore di Chikugo si alz un
po faticosamente dalla sedia. Gli altri funzionari lo seguirono, a uno a uno, e uscendo dalla porta dalla
quale erano entrati, scomparvero alla vista. Le cicale frinivano; la luce pomeridiana lampeggiava; le
sedie abbandonate diffondevano per terra unombra ancora pi scura.
Poi, senza ragione, una violenta commozione si lev nel petto del prete e gli occhi si riempirono di
lacrime. Era la commozione che si prova dopo aver fatto qualcosa di grande. La prigione era stata
silenziosa, ma ora allimprovviso qualcuno cominci a cantare:

Siamo in cammino, siamo in cammino,


Siamo in cammino verso il tempio del Paradiso,
Verso il tempio del Paradiso...
Verso il grande Tempio...

Il canto continu a lungo dopo che la guardia lo ebbe riportato sul pavimento spoglio della sua stanza.
Per lo meno non aveva creato confusione nei cristiani; non aveva fatto nulla per turbare la loro fede, il
suo comportamento non era stato abbietto e codardo. Questi erano i suoi pensieri.

I raggi della luna filtravano attraverso le sbarre della prigione, formando sul muro unombra che al
prete ricordava la figura delluomo di Galilea. Gli occhi erano abbassati ma guardavano nella sua
direzione. Il prete tracci dei contorni su quel volto dombra: gli occhi e la bocca. Si disse che quel
giorno aveva fatto cose buone e si illumin di orgoglio come un bambino.
Dal cortile si ud rumore di porte. Le guardie che facevano il giro del carcere. Lo facevano tutte le
sere.
Il terzo giorno. Le guardie scelsero tre uomini in mezzo ai cristiani e li costrinsero a scavare tre
buche al centro del cortile. Dalla finestra della cella il prete riusciva a vedere nei raggi brillanti del sole
la figura del guercio (non si chiamava Juan?) che maneggiava la vanga insieme con gli altri, cacciava il
fango in una cesta che portava via. A causa del caldo intenso, indossava soltanto un perizoma e il
sudore sulla sua schiena luccicava come acciaio.
Chiese a una delle guardie perch scavassero quelle buche, e gli fu risposto che stavano facendo una
latrina. I cristiani adesso erano in fondo al buco che avevano scavato senza sospettare nulla e
gettavano fuori il fango.
Mentre scavava, uno degli uomini si sent male per un colpo di sole. Le guardie urlarono e lo
colpirono, ma lui si accovacci al suolo senza riuscire a muoversi. Juan e gli altri cristiani lo
sollevarono in braccio e lo portarono in prigione.
Dopo un po di tempo una delle guardie venne a chiamare il prete. Lo stato del malato aveva subto
un cambiamento improvviso e i cristiani continuavano a chiedere del prete. Si precipit e trov Juan,
Monica e gli altri attorno al malato che giaceva nelloscurit, grigio come una pietra.
Non vuoi bere qualcosa? chiese Monica avvicinandogli alle labbra una tazza sbreccata. Ma
lacqua gli scese dalla bocca sul collo.
Le tue sofferenze sono terribili. Ce la fai a continuare? gli chiese.
Quando giunse la notte, il malato cominci ad ansimare. Era stato impossibile fare un lavoro tanto
pesante con il corpo cos indebolito, sorretto solo da un po di miglio. Il prete gli si inginocchi accanto
e si apprest a somministrargli i sacramenti ma allorch fece il segno della croce il malato tir un
respiro. Era la fine. Le guardie ordinarono ai cristiani di bruciare il cadavere, ma tutti protestarono
dicendo che unazione simile era contraria allinsegnamento cristiano: per i cristiani la tradizione era
quella di seppellire i morti nella terra. E cos, il giorno successivo luomo fu sepolto nel boschetto
dietro il carcere.
Adesso Hisagoro felice mormor con invidia uno dei cristiani. La sua sofferenza finita.
entrato nel riposo eterno.
Gli altri, uomini e donne, ascoltarono quelle parole con indifferenza.

pomeriggio. La pesante aria calda comincia a muoversi. E poi la pioggia prende a cadere. Fa un
rumore monotono e malinconico quando tambureggia sul tetto di legno della prigione e nel boschetto
dove hanno sepolto il morto. Allacciandosi le ginocchia, il prete continua a chiedersi per quanto ancora
le autorit intendano fargli fare quella vita. Non che tutto vada bene in quella vita da carcerato ma,
purch non ci siano fastidi, le guardie acconsentono tacitamente che i cristiani preghino; permettono al
prete di andare a trovarli e di scrivere le sue lettere.
Lui si chiede come mai gli consentano tutto ci. Sembra molto strano.
Attraverso le sbarre della prigione ha intravisto un uomo con un mantello, che veniva irosamente
rimproverato dalle guardie. Il mantello gli ha impedito di vedere chi fosse, ma evidentemente non si
tratta di qualcuno che sta in carcere. La persona sembrava implorare qualcosa, ma le guardie hanno
scosso la testa e lo hanno scacciato senza ascoltare le sue parole.
Se vai avanti cos, sarai picchiato ha urlato una delle guardie, brandendo un grosso bastone e la
persona se ne scappata in direzione del cancello come un cane selvatico.
Ma un attimo dopo era di nuovo tornato nel cortile e se ne stava l sotto la pioggia a guardare fisso
davanti a s.
Al calar della sera il prete guard attraverso le sbarre della sua cella, ed eccolo ancora l, luomo
con il mantello, che se ne stava immobile e ostinato, inzuppato di pioggia. Nessuna guardia usc dal
capanno. Sembrava che avessero rinunciato al tentativo di scacciarlo.
Quando luomo guard in direzione del prete, i loro occhi si incontrarono. Era Kichijiro. Per un
istante uno spasmo di paura contrasse quel volto e Kichijiro indietreggi di qualche passo.
Padre! La sua voce era come luggiolare di un cane. Padre! Mi ascolti!
Il prete ritrasse il volto dalla finestra e cerc di tappare le orecchie per non sentire il suono di quella
voce. Come avrebbe mai potuto dimenticare il pesce secco, la sete bruciante in gola? Anche se avesse
tentato di perdonare quellindividuo, non sarebbe riuscito a scacciare dalla memoria lodio e la furia
che vi si annidavano.
Padre! Padre! La voce implorante continuava come quella di un bambino che supplichi la madre.
Non vuole ascoltarmi, padre? Ho continuato a ingannarla. Da quando lei mi ha rimproverato, ho
cominciato a odiare lei e tutti i cristiani. S, vero che ho calpestato la sacra immagine. Mokichi e
Ichizo erano forti. Io non posso essere forte come loro.
Le guardie, non riuscendo pi a sopportare la scena, uscirono con dei bastoni, e Kichijiro scapp
urlando.
Ma io devo perorare la mia causa! Anche chi ha calpestato la sacra immagine ha da dire la sua.
Pensate che labbia calpestata di mia volont? I piedi mi facevano male per il dolore che provavo. Dio
mi chiede di imitare i forti anche se mi ha fatto debole. Non irragionevole?
Di tanto in tanto cera calma, poi voci irose e il grido dimplorazione, le lacrime.
Padre, che cosa pu fare una persona debole come me? Io non lho tradita per denaro. Sono stato
minacciato dai funzionari.
Vattene in fretta di qui urlavano le guardie, sporgendo il capo fuori del capanno. Non abusare
della nostra condiscendenza.
Padre, mi ascolti. Ho fatto una cosa per la quale non potr mai fare ammenda. E voi funzionari!
Sono cristiano. Mettetemi in prigione.
Il prete chiuse gli occhi e prese a recitare il Credo. Provava un senso di gioia allidea di poter
abbandonare quellindividuo piagnucoloso sotto la pioggia. Anche se Cristo pregava, Giuda si era
impiccato nel campo di sangue... e il Cristo aveva forse pregato per Giuda? Non cera niente al
riguardo nelle Scritture, e se anche ci fosse stato, lui non riusciva a porsi in quello stato danimo che lo
portasse a fare la stessa cosa. E, in ogni caso, fino a che punto ci si poteva fidare di quelluomo?
Cercava il perdono, ma forse si trattava solo di un fugace momento di eccitazione.
A poco a poco la voce di Kichijiro si plac e poi si spense. Guardando attraverso le sbarre il prete
vide le guardie spingere bruscamente quellindividuo e trascinarlo verso il carcere.
La pioggia cess con il cader della sera. Gli fu passata una palla di riso con un po di pesce salato. Il
pesce era marcio e immangiabile. Riusciva a udire, come sempre, le voci dei cristiani levate nella
preghiera. Ricevuto il permesso dalle guardie, and a trovarli in prigione e l vide Kichijiro
rannicchiato tutto solo in un angolo, separato dagli altri. I cristiani rifiutavano di unirsi a lui.
Attento a quellindividuo bisbigliarono al prete. I funzionari spesso si servono degli apostati,
forse vogliono intrappolarci.
Era vero che a volte i magistrati ponevano dei cristiani apostati insieme con gli altri per fomentare
guai e indurli a rinunciare alla loro fede. Poteva darsi che Kichijiro avesse ricevuto denaro per fare
proprio questo. Ma, in ogni caso, al prete era impossibile fidarsi ancora di lui.
Padre! Padre! Vedendo che il prete era venuto nella prigione, Kichijiro aveva ripreso a implorare
nelloscurit. Lasci che confessi i miei peccati e mi penta!
Il prete non aveva il diritto di rifiutare il sacramento della penitenza a nessuno. Se una persona
chiedeva il sacramento, non stava a lui concedere o rifiutare, a seconda dei propri sentimenti. Alz la
mano per benedire, pronunci debitamente la dovuta preghiera e avvicin lorecchio allaltro. Mentre
lalito puzzolente gli veniva soffiato in faccia l, nelloscurit, fluttu davanti ai suoi occhi limmagine
dei denti gialli e dello sguardo astuto.
Mi ascolti, padre! gemette Kichijiro con un tono di voce che consentisse agli altri cristiani di udire.
Sono un apostata, ma se fossi morto dieci anni fa, sarei potuto andare in Paradiso come un buon
cristiano, e non disprezzato come un apostata. Soltanto perch vivo in tempo di persecuzioni... mi
dispiace.
Ma credi ancora? chiese il prete, facendo del suo meglio per sopportare il puzzo maleodorante
dellalito di quellaltro. Ti dar lassoluzione ma non posso fidarmi di te. Non riesco a capire perch tu
sia venuto qui.
Traendo un sospiro profondo e cercando le parole per spiegare, Kichijiro si muoveva e strisciava i
piedi al suolo. Il puzzo di sporcizia e di sudore giungeva al prete a zaffate. Possibile che Cristo amasse
e cercasse quello che era il pi sudicio tra gli uomini? Nella malvagit permanevano la forza e la
bellezza della malvagit stessa, ma quel Kichijiro non era neppure degno di essere considerato
malvagio. Era magro e sporco come i panni laceri che indossava. Soffocando il disgusto, il prete recit
le ultime parole dellassoluzione e poi, seguendo lusanza stabilita, bisbigli: Vai in pace.
Allontanandosi pi in fretta che pot dal puzzo di quella bocca e di quel corpo, torn vicino ai cristiani.
No. No. Nostro Signore aveva cercato i laceri e gli sporchi. Cos rifletteva mentre stava disteso sul
letto. Tra le persone che comparivano nelle pagine delle Scritture, coloro che Cristo aveva cercato con
amore erano la donna di Cafarnao con lo sbocco di sangue, la donna colta in adulterio e che gli uomini
avevano voluto lapidare: persone prive di attrattive, di bellezza. Chiunque potrebbe essere attratto da
ci che bello e affascinante. Ma pu tale attrazione definirsi amore? Il vero amore era accettare
lumanit quando era ridotta a stracci e brandelli. In teoria il prete lo sapeva, ma non riusciva
egualmente a perdonare Kichijiro. Ancora una volta il volto di Cristo bagnato di lacrime si avvicin al
suo. E quando gli occhi dolci guardarono dritto nei suoi, il prete si sent pieno di vergogna.

Il fumie era iniziato. I cristiani stavano raggruppati in fila come asini scacciati dalla citt. Stavolta non
avevano di fronte gli stessi funzionari del giorno prima ma un gruppo di subordinati pi giovani, che
sedevano su sgabelli, le braccia incrociate. Le guardie, con bastoni tra le mani, stavano allerta. Anche
ora le cicale cantavano con voce rincuorante; laria era rinfrescante e luminosa. Non ci sarebbe
tuttavia voluto molto prima che il caldo opprimente tornasse. Lunico a non essere trascinato fuori nel
cortile fu il prete che, premendo contro le sbarre un volto sul quale la carne pendeva flaccida,
guardava lo spettacolo del fumie che stava ora per avere inizio.
Prima la fate finita prima uscirete di qui tuon uno dei funzionari. Non vi sto dicendo di
calpestarlo con sincerit e persuasione. Questa soltanto una formalit. Le vostre persuasioni non
saranno intaccate solo per il fatto che vi mettete il piede sopra.
I funzionari continuavano a insistere con i cristiani che calpestare il fumie era una pura formalit.
Era sufficiente calpestare limmagine. Se lo si faceva, a nessuno importava in che cosa si credesse.
Secondo gli ordini del magistrato, si doveva posare leggermente il piede sul fumie, e poi si sarebbe stati
rilasciati subito.
I quattro uomini ascoltarono larringa con volti privi di espressione. Quanto al prete, che stava con il
volto premuto alle sbarre, non riusciva a capire a che cosa mirassero quegli individui. E i quattro volti
sfocati dei cristiani dagli zigomi sporgenti, lividi e smorti per mancanza di luce erano come marionette
senza una volont propria.
Quello che doveva succedere era successo. Questo lui lo capiva bene, ma non riusciva a convincersi
che il proprio destino e quello dei cristiani si sarebbero conclusi presto. I funzionari parlavano con i
cristiani, quasi chiedessero un favore. I contadini scuotevano la testa; e poi i funzionari si
allontanarono un poco con viso preoccupato.
Al suolo, vicino alle guardie, tra i contadini e gli sgabelli occupati ora dai funzionari, cera un fumie
avvolto in un panno. Poi essi tornarono al loro posto.
Scorrendo lelenco uno dei funzionari pronunci i nomi: Ikitsukijima, Kubo-no-ura, Tobei. I
cristiani stavano seduti con espressione vacua. Irritata, una guardia colp con il bastone luomo
allestrema sinistra, ma questi non si mosse. Fu pungolato due o tre volte; cadde in avanti e si pieg al
suolo, ma non fece lo sforzo di muoversi dal punto in cui era caduto.
Kubo-no-ura, Chokichi.
Il guercio scosse la testa due o tre volte. Sembrava un bambino!
Kubo-no-ura, Haru.
La donna che aveva dato il cetriolo al prete pieg la schiena e chin il capo. In quella posizione fu
spinta dalla guardia, ma lei non alz nemmeno gli occhi.
Infine fu chiamato il vecchio, Mataichi. Ma anche lui non si mosse da dove si trovava.
I funzionari non levarono per voci irose e non fecero alcun rimprovero. Si sarebbe pensato che se
lo aspettassero sin dallinizio, a giudicare dal modo in cui restarono seduti sugli sgabelli, bisbigliandosi
parole a bassa voce. Poi allimprovviso si alzarono e si ritirarono nel capanno delle guardie.
Il sole si trovava direttamente sopra la prigione e i suoi raggi picchiavano sui quattro cristiani
rimasti l. Le loro figure accovacciate diffondevano ombre nere al suolo, mentre le cicale riprendevano
a cantare quasi volessero frantumare laria lucente. Le guardie e persino i cristiani presero a parlare e
a scherzare reciprocamente, come se il precedente rapporto tra interroganti e interrogati fosse svanito
nel nulla. Ma in quel momento uno dei funzionari grid dal capanno che potevano tornare tutti in
prigione tranne il guercio, Chokichi.
Allentando le mani sulle sbarre che aveva strette fino a quel momento, il prete sedette per terra. Non
sapeva che cosa sarebbe accaduto. Ma, in ogni caso, la giornata era trascorsa tranquilla, e quel
pensiero gli dava un profondo senso di sollievo. Se anche oggi fosse passato bene, era sufficiente;
lindomani era un altro giorno. Se lui lindomani fosse stato vivo...
Non un peccato buttarlo via? stava dicendo una voce. E unaltra rispondeva: S, un vero
peccato. Non riusciva a capire su che cosa vertesse la conversazione, ma il vento gli portava alle
orecchie una cordiale conversazione tra la guardia e il guercio. Una mosca si avvent gi dalle sbarre
e prese a ronzare attorno alla testa del prete: il fruscio delle sue ali era quasi soporifico.
Dun tratto qualcuno attravers di corsa il cortile. Poi si ud il sibilo di un rumore secco. Quindi un
tonfo. E quando il prete afferr le sbarre, il funzionario gi stava rimettendo nel fodero la sua spada
affilata e lucente: lesecuzione era finita. Il cadavere del guercio giaceva bocconi al suolo. Afferratolo
per i piedi, una delle guardie cominci a trascinarlo lentamente verso la buca scavata dai cristiani. Il
sangue nero che sgorgava dal corpo formava tuttattorno qualcosa che faceva pensare alla cintura di
un indumento.
Allimprovviso dalla prigione si lev il grido stridulo di una donna, la cui voce saliva sempre pi,
quasi stesse cantando un inno. Poi si spense e laria circostante divenne di una calma mortale. Solo le
mani del prete che si aggrappavano alle sbarre tremavano come fossero state bloccate e paralizzate.
Guardate url un altro funzionario rivolto alla facciata del carcere ma con la schiena al prete.
Questo quello che succede quando si d poca importanza alla vita. una faccenda noiosa, ma
appena vi siete sbrigati, uscite di qui. Non vi dico di calpestare per convincimento. Se vi limitate a
eseguire questatto formale, la vostra fede non ne risentir.
Urlando a gran voce una guardia port quindi fuori Kichijiro. Con addosso soltanto un perizoma e
tremando dalla testa ai piedi, giunse davanti ai funzionari facendo inchini di continuo. Poi, alzando il
piede magro e malridotto, lo pos sul fumie.
Presto! Vattene! url uno dei funzionari indicandogli il cancello. E Kichijiro, inciampando per la
fretta, scomparve alla vista. Non una volta si gir a guardare il capanno dove era rinchiuso il prete.
Ma quello che faceva quellessere, al prete non importava pi.
I bianchi raggi del sole picchiavano abbacinanti sul cortile scoperto. Sotto i suoi raggi impietosi si
vedeva sul suolo quella tintura rossa chera il sangue uscito dal corpo del guercio.
Proprio come prima, le cicale continuavano a eseguire il loro canto secco e roco. Non cera un alito
di vento. Proprio come prima, una mosca continuava a ronzare attorno al viso del prete. Nel mondo
esterno non cera alcun cambiamento. Un uomo era morto, ma non cera alcun cambiamento.
Dunque siamo giunti a questo... Rabbrivid, afferrando le sbarre. Dunque siamo giunti a questo...
Tuttavia la sua perplessit non derivava dal fatto accaduto tanto improvvisamente. Ci che non
riusciva a capire era limmobilit nel cortile, la voce delle cicale, le ali ronzanti delle mosche. Un uomo
era morto. Eppure il mondo esterno andava avanti come se non fosse successo niente. Ci poteva essere
qualcosa di pi pazzesco? Era questo il martirio? Perch taci? Qui, questuomo con un occhio solo
morto... e per te. Dovresti saperlo. Perch questa calma si protrae? Questa immobilit del
mezzogiorno. Il fruscio delle mosche, questa cosa folle, questa faccenda crudele. E tu scosti il volto
quasi fossi indifferente. Questo... questo... non lo sopporto.
Kyrie eleison! Signore, abbi piet! Le sue labbra tremanti si mossero per un po in preghiera, ma le
parole gli svanirono dalle labbra. Signore, non abbandonarmi pi! Non abbandonarmi in questo modo
misterioso. questa la preghiera? Per molto tempo ho creduto che la preghiera venisse pronunciata
per lodarti e glorificarti, ma quando ti parlo, mi sembra di non fare altro che dire blasfemie. Anche il
giorno della mia morte il mondo continuer impietosamente per la sua strada, indifferente come
adesso? Quando sar assassinato, le cicale canteranno e le mosche agiteranno le ali con il loro fruscio
sonnolento? Voglio essere cos eroico? Sto cercando il vero, il segreto martirio oppure soltanto una
morte gloriosa? Forse voglio essere onorato, voglio che mi si rivolgano preghiere, voglio essere
chiamato santo?
Stringendosi le ginocchia sedeva per terra, guardando diritto davanti a s. Era quasi mezzod. E
allora terza loscurit ricopr la terra. Quando quelluomo era morto sulla croce, dallinterno del
tempio erano usciti tre suoni di tromba, uno lungo e uno corto e poi ancora uno lungo. Erano iniziati i
preparativi per la Pasqua. Con vesti fluenti e azzurre il Gran Sacerdote era salito per i gradini del
tempio e, fermo davanti allaltare sul quale giaceva la vittima sacrificale, aveva suonato la tromba. In
quel momento il cielo si era oscurato e il sole era scomparso dietro le nubi. Cadde loscurit. Il velo
del tempio fu squarciato in due dallalto al basso. Quella era limmagine del martirio chegli aveva
concepito da molto tempo; ma il martirio di quei contadini, messo in atto davanti ai suoi occhi, quanto
era squallido, miserevole come i capanni in cui essi vivevano, come gli stracci di cui erano vestiti.
7.

La sera di cinque giorni dopo ebbe il secondo incontro con Inoue, il signore di Chikugo. La giornata
era stata implacabilmente immobile ma le foglie degli alberi cominciavano a fremere lievemente,
diffondendo un fresco bisbiglio nella brezza serotina. E cos si ritrov faccia a faccia con Inoue. A
parte linterprete, il magistrato non aveva altra compagnia. Quando il prete entr scortato dalla
sentinella, laltro, baloccandosi con una grossa ciotola che teneva tra le mani, stava sorseggiando
lentamente acqua calda.
Temo di averla trascurata disse Inoue, continuando a tenere con entrambe le mani la ciotola,
mentre i suoi grandi occhi fissavano curiosi il prete. Ho avuto da fare a Hirado.
Il magistrato ordin allinterprete di portare al prete acqua calda, e per tutto il tempo un sorriso gli
aleggiava sulle labbra. Poi lentamente cominci a parlare del suo viaggio a Hirado. Dovrebbe andare
a Hirado se ne avesse la possibilit, padre. Sembrava che si rivolgesse al prete come a un uomo
libero. C un castello dei Matsuura su una montagna di fronte a una tranquilla baia.
S, ho sentito dire dai missionari di Hirado che una bella citt.
Non direi bella, piuttosto direi interessante. Inoue scuoteva la testa mentre parlava. Quando vedo
quella citt, penso a una storia che ho sentito tanto tempo fa. Parla di Takenobu Matsuura di Hirado
che aveva quattro concubine, le quali litigavano incessantemente per gelosia. Takenobu non riuscendo
a sopportarle oltre, fin per scacciarle tutte e quattro dal suo castello. Ma forse questa non una storia
confacente alle orecchie di un prete celibe.
Quel Matsuura doveva essere un uomo molto saggio. Dato che Inoue era diventato cos schietto,
anche il prete si sentiva rilassato mentre parlava.
Parla sul serio? In tal caso sono felice. Hirado, e in effetti lintero nostro Giappone, esattamente
come Matsuura. Rigirando la ciotola tra le mani il signore di Chikugo prosegu: La Spagna, il
Portogallo, lOlanda, lInghilterra e altre donnette di tal fatta continuano a sussurrare gelosi racconti
di massacri allorecchio delluomo chiamato Giappone.
Mentre ascoltava la traduzione dellinterprete il prete cominci a rendersi conto di quello cui mirava
Inoue. Quante volte aveva sentito dire a Goa e a Macao che paesi protestanti come lInghilterra e
lOlanda, e quelli cattolici come la Spagna e il Portogallo erano venuti in Giappone e, gelosi dei
successi degli altri, si erano calunniati reciprocamente presso i giapponesi. E anche i missionari, per
rivalit, una volta vietavano rigorosamente ai loro convertiti giapponesi di frequentare gli inglesi e gli
olandesi.
Padre, se lei pensa che Matsuura era saggio si render certo conto che la proscrizione del
cristianesimo da parte del Giappone non irragionevole e sciocca.
Mentre parlava, lespressione ridente non scompariva mai da quelle guance grasse e sanguigne, e il
magistrato fissava intensamente il volto del prete. Per essere un giapponese, aveva occhi stranamente
castani mentre le basette (forse erano tinte?) non avevano la minima traccia di bianco.
La nostra Chiesa insegna la monogamia... Il prete scelse deliberatamente un giro di frase
scherzosa. Se un uomo ha una moglie legale, mi domando se sia saggio che egli si lasci gravare da
concubine. E se il Giappone dovesse scegliere una moglie legale tra queste quattro?
E per moglie legale lei intende il Portogallo?
No, no! Intendo la nostra Chiesa.
Mentre linterprete impassibile traduceva la risposta, Inoue abbass il volto e, alzando la voce, rise.
Vista la sua et era una risata stridula, ma negli occhi che ora fissavano il prete non cera emozione.
Gli occhi non ridevano.
Padre, non pensa sia meglio che questuomo chiamato Giappone smetta di pensare alle donne di
paesi stranieri e si unisca invece a una donna nata nello stesso paese, una donna che comprenda il suo
modo di pensare?
Il prete sapeva bene che cosa intendesse Inoue per donna straniera; ma dato che laltro trattava
largomento in quel modo apparentemente frivolo, si rese conto che doveva continuare anche lui sulla
stessa falsariga. Nella Chiesa disse la nazionalit della donna non importante. Ci che conta la
sua fedelt al marito.
Capisco. E tuttavia se lamore tra marito e moglie si basasse unicamente sul sentimento, nessuno
dovrebbe soffrire a causa di ci che definiamo lamore insistente di una donna brutta. Il magistrato
scosse il capo in segno di assenso come se fosse compiaciuto del modo in cui aveva parlato. Esistono
uomini a questo mondo che si dispiacciono molto per lamore insistente di una donna brutta.
Lei considera lopera dei missionari come una costrizione allamore?
S, proprio questo, dal nostro punto di vista. E se lespressione non le garba, mettiamola cos: noi
definiamo una donna che non pu avere figli sterile, e pensiamo che questa donna non abbia le qualit
per essere una moglie.
Se la nostra dottrina non fa progressi qui in Giappone, non colpa della Chiesa. colpa di coloro
che strappano i giapponesi cristiani alla Chiesa come si strappa un marito alla moglie.
Linterprete, alla ricerca delle parole, per un attimo rimase in silenzio. Era quello il momento in cui
dalla prigione dei cristiani sarebbe dovuta giungere la preghiera della sera, ma oggi non si udiva alcun
canto. Allimprovviso il prete pens alla sentenza di morte di cinque giorni prima: una tranquillit che
sembrava simile a questo momento, ma in effetti cos diversa. Era stato quando il corpo delluomo con
un occhio solo era rimasto al suolo sotto il sole lampeggiante e la guardia laveva trascinato con
indifferenza, dopo averlo afferrato per una gamba, verso la fossa nel terreno, lasciando una scia di
sangue, proprio come se fosse stata tracciata una riga con il pennello. Possibile si chiese il prete
che lordine di esecuzione sia stato dato da questo benevolo vecchio che mi siede davanti?
Padre disse il signore di Chikugo sembra che lei e gli altri missionari non conosciate il
Giappone.
E lei, onorevole magistrato rispose il prete sembra che non conosca il cristianesimo.
Al che entrambi risero. Eppure disse Inoue trentanni fa, quando io ero un seguace di Gamo, ho
chiesto consiglio ai padri.
E poi?
I motivi per cui mi oppongo al cristianesimo sono diversi da quelli delle altre persone in genere.
Non ho mai considerato il cristianesimo una cattiva religione.
Linterprete ascoltava quelle parole con espressione sbalordita sul volto e, mentre lui balbettava
cercando le parole, il vecchio continuava a guardare la ciotola che teneva fra le mani con la poca
acqua ancora rimastavi, sempre ridendo.
Padre, voglio che lei rifletta su due cose che questo vecchio le ha detto. Una che laffetto
assillante di una donna brutta un peso intollerabile per un uomo; laltra che una donna sterile non
dovrebbe diventare moglie.
Quando il magistrato si alz per andarsene, linterprete chin il capo sino a terra, le mani giunte
davanti a s. La guardia, molto eccitata, porse i sandali nei quali il signore di Chikugo infil i piedi.
Senza degnarsi di girare il capo una sola volta, si dilegu nelloscurit del cortile. Sulla porta del
capanno cera un nugolo di zanzare; allesterno si ud il nitrito di un cavallo.
Adesso era sera. La pioggia prese a scendere lentamente, come un rumore di ghiaia picchiettante
contro gli alberi dietro il capanno. Appoggiando il capo al duro pavimento e ascoltando il rumore della
pioggia, il prete pens a un uomo che era stato posto sotto processo come lui. Era il mattino del 7
aprile quando quelluomo emaciato era stato portato gi per il pendio verso Gerusalemme. I raggi
dellalba si protendevano oltre il mar Morto inondando la catena di montagne in un biancore dorato, il
torrente Cedron continuava il suo cicaleccio e il suo fresco rumore. Nessuno gli dava la possibilit di
riposarsi. Dopo che gli scribi e gli anziani ebbero pronunziato la condanna a morte, fu necessario
ottenere lapprovazione di Pilato, il governatore romano. Pilato, acquartierato non troppo distante dal
tempio, fuori della citt, aveva udito la notizia e probabilmente adesso era in attesa.
Sin dallinfanzia il prete aveva mandato a memoria ogni particolare di quel decisivo mattino del 7
aprile. Quelluomo emaciato era il suo perfetto ideale. Gli occhi, come quelli di tutte le vittime, erano
pieni di una dolente rassegnazione, mentre guardava con rimprovero la folla che lo scherniva e gli
sputava addosso. E in mezzo a quella folla cera Giuda. Perch Giuda lo aveva seguito? Incitato forse
dalla brama di vendetta: per guardare la distruzione finale delluomo che aveva venduto? In ogni caso,
comunque stessero le cose, quella vicenda era proprio come la sua. Lui era stato venduto da Kichijiro
cos come Cristo era stato venduto da Giuda, e, come Cristo, ora veniva giudicato dai potenti del
mondo. S, il suo destino e quello di Cristo erano eguali; e a quel pensiero in quella notte piovosa una
eccitante sensazione di gioia gli si gonfi in petto. Quella era la gioia del cristiano che gioisce della
verit di essere unito al Figlio di Dio.
Daltro canto, non aveva provato nessuna delle sofferenze fisiche conosciute da Cristo e questo
pensiero lo faceva sentire a disagio. Quelluomo era stato legato, nel palazzo di Pilato, a una colonna
alta sessanta centimetri per essere frustato con una frusta dalla punta metallica; e gli erano stati
conficcati chiodi nelle mani. Ma da quando lui era stato rinchiuso in prigione, con suo stupore n i
funzionari n le guardie lo avevano anche soltanto colpito. Non sapeva se quello fosse o meno il piano
di Inoue, ma intuiva che non era improbabile che da quel momento, giorno dopo giorno potesse
passare senza la minima molestia fisica.
Qual era il motivo di questo? Quante volte aveva sentito dire di innumerevoli missionari catturati in
quel paese e delle indescrivibili torture e tormenti ai quali erano stati sottoposti. Cera Navarro, che a
Shimabara era stato bruciato vivo dalle fiamme; cera Carvalho e cera Gabriel cherano stati immersi
ripetutamente nellacqua solforosa bollente di Unzen; cerano quei missionari, privati del cibo nella
prigione di Omura, che erano morti di fame. E invece lui era in prigione, aveva il permesso di pregare,
di parlare con i cristiani, di mangiare cibo che, anche se non precisamente abbondante, veniva quanto
meno servito tre volte al giorno; e i funzionari e il magistrato, quando venivano a trovarlo, lungi dal
mostrarsi severi, si accontentavano di qualche formalit e se ne andavano. A che cosa potevano
mirare?
Il prete riflett sui giorni trascorsi nel capanno sulla montagna di Tomogi in compagnia di Garrpe,
ricord quando parlavano della tortura chiedendosi se sarebbero riusciti a sopportarla, se mai fosse
capitata a loro. Naturalmente lunica cosa da fare era pregare per ottenere la grazia del Signore; ma a
quellepoca il suo cuore gli diceva che sarebbe riuscito a battersi sino alla morte. Inoltre nei suoi
vagabondaggi sulla montagna aveva nutrito la forte persuasione che, quando lo avessero catturato, lo
avrebbero sottoposto alla tortura fisica. E aveva sentito (era forse un segno della sua tesa
commozione?) che qualunque tormento gli fosse toccato, lui sarebbe riuscito a stringere i denti e a
sopportarlo.
Ma ora la sua risoluzione si era un po indebolita. Alzandosi da terra e scuotendo la testa, si chiese
se il suo coraggio non stesse cominciando a frantumarsi. Forse questo accadeva per la vita che ora
stava conducendo? Poi, allimprovviso, dal pi profondo del suo cuore qualcuno gli parl: perch la
tua vita qui cos piacevole.
Da quando era venuto in Giappone era stato praticamente soltanto in questo carcere che egli aveva
avuto la possibilit di vivere la vita del prete. A Tomogi era stato nascosto, dopo di che non aveva
avuto contatti con nessuno dei contadini, tranne Kichijiro. Solo da quando era arrivato nel carcare
aveva avuto la possibilit di vivere con la gente e di trascorrere gran parte della sua giornata in
preghiera e meditazione, senza soffrire le fitte della fame.
Ogni giorno fluiva tranquillo come sabbia in una clessidra. I suoi sentimenti, dapprima tesi e duri
come ferro, si erano andati gradatamente ammorbidendo. Cominci a pensare che la tortura e la
sofferenza fisica che aveva ritenute inevitabili alla fin fine non gli sarebbero forse toccate. I funzionari
e le guardie erano generosi; il magistrato dal viso angelico continuava la gradevole conversazione su
Hirado. Ora che aveva assaporato una volta le tiepide acque della pace e della sicurezza avrebbe avuto
di nuovo la forza di vagare per quelle montagne e nascondersi in un capanno?
E poi, per la prima volta, si rese conto che i funzionari giapponesi e il loro magistrato non facevano
nessuna mossa perch, al pari di un ragno che osserva la preda impigliata nella tela, aspettavano che il
suo spirito si indebolisse. Ricord con amarezza la risata forzata del signore di Chikugo e di come quel
vecchio si era sfregato le mani. Ora riusciva a vedere chiaramente perch il magistrato facesse quel
gesto.
E sullo sfondo di tutte quelle fantasie cera il fatto che, a partire dal giorno precedente, i due pasti
quotidiani erano stati aumentati a tre. Le guardie cordiali, ignare di quanto era in gioco, ridevano
mettendo in mostra le gengive e dicevano: Non vuoi mangiare? Ma come, il magistrato lo desidera.
Non sono molti i prigionieri trattati a questo modo.
Il prete, guardando la scodella di legno con il riso duro e il pesce secco, scuoteva la testa e li
implorava di darla ai cristiani. Le mosche gi volavano sul riso. Al calar della sera le guardie
portarono due pagliericci. S, il prete cominci piano piano a rendersi conto che cosa comportasse quel
cambiamento nel trattamento che gli veniva fatto. Forse semplicemente voleva dire che il giorno della
tortura era vicino. Il suo fisico rilassato sarebbe stato ancora pi debole nella resistenza al dolore. I
funzionari si servivano di quei mezzi subdoli per minare lentamente la sua vitalit poi, allimprovviso,
sarebbe arrivata la tortura. Indubbiamente questo era il loro piano.
La fossa...
La parola che era uscita dalle labbra dellinterprete il giorno in cui lui era stato catturato sullisola
gli torn alla memoria. Se Ferreira aveva abiurato, lo aveva fatto perch, come lui, inizialmente era
stato trattato bene poi, quando si era indebolito nel fisico e nellanima, allimprovviso gli era stata
inflitta la tortura. Altrimenti era impensabile che un uomo tanto grande rinunciasse cos allimprovviso
alla propria fede. S, che diabolico sistema avevano ideato!
I giapponesi sono il popolo pi intelligente che abbiamo conosciuto sinora. Ripensando alle parole
di Saverio, rise cinicamente.
Aveva rifiutato il cibo offertogli, la notte non aveva usato i pagliericci, indubbiamente ci doveva
esser giunto alle orecchie dei funzionari e dei magistrati attraverso le guardie, eppure non una parola
di censura era stata pronunciata. Gli era impossibile sapere se si fossero resi conto o meno del fatto
che i loro piani erano stati frustrati.
Un mattino, dieci giorni dopo la visita del signore di Chikugo, fu svegliato da rumori in cortile.
Appoggi il viso alle sbarre della finestra e vide i tre cristiani che, spinti da un samurai, venivano
portati fuori del carcere. Le guardie li trascinavano nella nebbia del mattino, i polsi incatenati gli uni
agli altri. Lultima dei tre era la donna che gli aveva dato il cetriolo.
Padre gli dissero, passando davanti alla sua prigione, stiamo andando ai lavori forzati.
Spingendo le mani fuori delle sbarre, il prete li benedisse a uno a uno con il segno della croce. Le sue
dita sfiorarono appena la fronte di Monica, mentre questa alzava il volto in cui aleggiava una punta di
tristezza e sorrideva come una bambina.
Tutta quella giornata fu silenziosa e tranquilla. Verso mezzogiorno la temperatura cominci ad
alzarsi e i violenti raggi del sole penetravano impietosamente attraverso le sbarre della prigione. Il
prete chiese alle guardie che gli portavano il cibo quando sarebbero tornati i tre cristiani, e gli fu
risposto che sarebbero rientrati per sera, se il lavoro fosse stato finito. Un certo numero di templi
erano in fase di costruzione a Nagasaki per ordine del signore di Chikugo, cosicch la richiesta di
operai era quasi illimitata.
Stasera Urabon, padre. Suppongo lei sappia che cos lUrabon.
Le guardie spiegarono che per lUrabon la popolazione di Nagasaki appendeva ai cornicioni della
propria casa lanterne in cui erano poste candele accese. Il prete rispose che a Occidente cera la festa
di Ognissanti in occasione della quale la gente faceva qualcosa di analogo.
In lontananza poteva udire voci infantili che cantavano e, tendendo le orecchie, gli giunsero le
parole:
Oh lanterna, addio, addio, addio,
Se le lanci un sasso, la tua mano avvizzisce.
Oh lanterna, addio, addio, addio,
Se le lanci un sasso, la tua mano avvizzisce.

Per un certo verso nel canto spezzato dei bambini cera un che di lamentoso.
Era sera. Sulla mortella riccioluta si era insediata una cicala che stava cantando. Poi anche quella
voce svan nella tranquillit della sera... Ma i tre cristiani non erano tornati. Mentre consumava la cena
sotto il lume a petrolio, udiva in lontananza le vaghe voci dei bambini. Nel cuor della notte i raggi della
luna penetrarono luminosi attraverso le sbarre e lo svegliarono dal suo sonno. La festa era finita,
loscurit era fonda e fitta, ma lui non sapeva se i cristiani fossero tornati o meno.
Il mattino successivo fu svegliato dalle guardie, che gli dissero di vestirsi e di uscire subito.
Di che cosa si tratta? chiese.
E quando chiese dove stessero andando, le guardie risposero di non saperlo esse stesse. Comunque
era stata scelta quellora mattutina per evitare lassembramento di spettatori curiosi che si sarebbero
certo ammassati per vedere il prete cristiano.
Tre samurai lo stavano aspettando. Anchessi diedero la semplice spiegazione che quello era il
desiderio del magistrato e poi, messisi in fila con il prigioniero in mezzo, si avviarono lungo la strada
nel silenzio mattutino.
Nella bruma dellalba le case di paglia dei mercanti con le loro porte chiuse facevano pensare a
vecchi malinconici. Sui lati delle strade si estendevano risaie, e dappertutto era ammassata la legna. La
fresca fragranza del legno mista allodore della nebbia giungeva alle loro narici. Le strade di Nagasaki
erano ancora in fase di costruzione. Mendicanti e derelitti giacevano addormentati e coperti da stuoie
di paglia allombra dei nuovi edifici.
Dunque questa la prima volta che vede Nagasaki disse uno dei samurai con una risata. Molte
colline, vero?
Effettivamente cerano molte colline. Su alcune erano raggruppate piccole capanne di paglia. Un
gallo annunci lalba; sotto i cornicioni lanterne spente erano sparpagliate al suolo a ricordo dei
festeggiamenti della sera precedente. Proprio sotto il colle si apriva il mare che circondava la lunga
penisola. Punteggiato di canne, si estendeva in lontananza come un lago color bianco latte. Mano mano
che la nebbia cedeva il passo al cielo limpido, sullo sfondo comparivano molte colline basse.
Vicino al mare cera un boschetto di pini, e qui, accanto a diversi cesti, quattro o cinque samurai
scalzi erano accovacciati a mangiare qualcosa. Mentre le bocche si muovevano, gli occhi accesi di
curiosit erano fissi sul prete.
Allinterno del boschetto fu disteso un telo bianco e l furono sistemati alcuni sgabelli. Uno dei
samurai indic uno sgabello e disse al prete di sedersi. E per il prete, che si aspettava di essere
sottoposto a interrogatorio, il gesto costitu una sorpresa.
La sabbia grigia si estendeva morbidamente sino alla piccola insenatura, mentre sotto il cielo
coperto il mare pigro appariva scuro. Il suono monotono delle onde che aggredivano la sponda
ramment al prete la morte di Mokichi e di Ichizo. Anche quel giorno la pioggia piena di vapori era
caduta incessantemente e, in quella giornata piovosa, i gabbiani erano arrivati in volo fino ai pali. Il
mare era silenzioso quasi fosse esausto e anche Dio continuava a tacere. Lui non aveva ancora trovato
risposta a quel problema che continuava ad agitarglisi nella mente.
Padre!
Una voce risuon alle sue spalle. Girandosi, vide un uomo dai lunghi capelli che gli scendevano sul
collo. Sorrideva giocherellando con un ventaglio. Era tozzo e aveva il volto quadrato.
Ah! Fu la voce pi che il viso a far capire al prete che si trattava dellinterprete con il quale aveva
parlato nella capanna sullisola.
Ricorda? Quanti giorni sono passati dal nostro ultimo incontro? Ma che piacere rivederla! La
prigione in cui lei si trova ora di recente costruzione. Non ci si vive male. Prima che fosse pronta, i
missionari cristiani erano quasi sempre rinchiusi nella prigione di Suzuda a Omura. Nei giorni di
pioggia entrava lacqua, in quelli ventosi il vento penetrava e i prigionieri se la passavano davvero
male l dentro.
Il magistrato arriver presto? Per far smettere le chiacchiere dellaltro il prete cambi argomento,
ma linterprete si batt il ventaglio sul palmo della mano e prosegu: Oh, no, il signore di Chikugo non
verr. Ma che ne pensa di lui? Che ne pensa del magistrato?.
Mi ha trattato con gentilezza. Mi hanno dato da mangiare tre volte al giorno; mi hanno persino dato
coperte per il letto. Comincio a pensare che a causa di questo genere di vita il mio corpo abbia tradito
la mia anima. Suppongo che sia quello che voi aspettate.
Linterprete scost distrattamente lo sguardo. In effetti disse dallufficio del magistrato giunto
lordine di farle incontrare qualcuno che arriver qui presto. portoghese, come lei. Avrete molte cose
da dirvi, penso.
Il prete fiss intensamente gli occhi gialli dellinterprete dal cui volto il sorriso stava svanendo
rapidamente. Gli venne alla mente il nome di Ferreira. Dunque era questo! Quegli individui avevano
alla fine condotto l Ferreira, come mezzo per farlo abiurare. Per molto tempo non aveva quasi provato
odio nei confronti di Ferreira, nientaltro se non la compassione che una persona superiore prova per i
miserabili. Ma ora che sembrava essere giunto il momento dellincontro fu colto da una terribile
inquietudine e il cuore, in preda allo smarrimento, gli batteva forte. Ma lui stesso non ne capiva il
motivo.
Sa chi questa persona? chiese linterprete.
S, lo so.
Capisco.
Linterprete, con un vago sorriso sulle labbra, agit il ventaglio guardando attentamente la sponda
grigia. E l, molto lontano, comparvero le minuscole figure di un gruppo di uomini che avanzava verso
di loro.
in quel gruppo.
Il prete non voleva far trapelare la propria agitazione, ma inconsapevolmente si sollev dallo
sgabello sul quale sedeva. Lentamente il gruppo si andava avvicinando al boschetto di pini, e ora egli
riusciva a distinguere le singole persone.
Due samurai che fungevano da sentinelle camminavano davanti... dietro seguivano tre prigionieri
incatenati luno allaltro... Poi Monica che barcollava e inciampava. E dietro i tre, il prete riconobbe il
suo compagno Garrpe.
Ah! esclam linterprete con espressione di trionfo. quello che si aspettava, padre?
Gli occhi del prete seguivano Garrpe, osservando ogni particolare. Probabilmente Garrpe non
sapeva chi fosse ad aspettarlo in quel bosco. Come lui, anche Garrpe portava abiti da contadino, e
dalle ginocchia in gi anche le gambe bianche di Garrpe, proprio come le sue, sporgevano goffamente;
camminava dietro gli altri cercando di tendere le gambe il pi possibile e di respirare profondamente.
Per il prete non fu una sorpresa che il suo vecchio amico fosse stato catturato. Dal momento in cui
erano sbarcati sulla spiaggia di Tomogi, erano stati entrambi persuasi che sarebbe venuto il giorno in
cui li avrebbero presi. Quello che il prete voleva sapere era dove venisse portato Garrpe e quali fossero
ora i suoi pensieri in cattivit.
Vorrei parlare con Garrpe disse.
Lo vorrebbe, eh? Ma la giornata lunga. ancora mattina. Non c fretta.
Come se volesse tormentarlo, linterprete sbadigli deliberatamente e prese a rinfrescarsi il volto col
ventaglio.
Tra laltro, padre, quando ho parlato con lei sullisola mi sono dimenticato di chiederle una cosa.
Mi dica: che cos questa piet di cui parlano i cristiani?
Lei come un gatto che tormenta un animaletto mormor il prete guardando laltro con occhi
infossati. Prova una sensazione di meschino godimento a parlare con me. Mi dica, dov stato
catturato Garrpe, e in che modo?
Se non c un motivo, non abbiamo lautorizzazione a rivelare ai prigionieri quello che fa lufficio
del magistrato.
Ma allimprovviso la processione si era fermata nella sabbia grigia. I funzionari stavano scaricando
una pila di stuoie dal mulo in fondo alla fila.
Ah! linterprete guardava la scena con un sorriso felice. Sa a che cosa serviranno quelle stuoie?
I funzionari presero ad arrotolare le stuoie attorno ai corpi dei prigionieri, lasciando libero solo
Garrpe. Di l a poco, con la sola testa che sporgeva dalle stuoie i prigionieri sembravano vermi in un
cesto.
Ora saranno messi nelle barche e portati verso le secche. In quellinsenatura lacqua cos
profonda che non se ne vede il fondo.
Le acque pigre facevano sempre lo stesso fragore monotono quando venivano a mordere la riva.
Nubi coprivano il cielo plumbeo che si abbassava sulla terra e sul mare.
Guardi! Uno dei funzionari sta parlando con padre Garrpe!
Linterprete sembrava cantasse tanto era gioioso. Che cosa sta dicendo? Probabilmente dice
qualcosa del genere: Se lei un padre dotato di vera piet cristiana, dovrebbe provare pena per
questi tre poveri infelici avvolti in mantelli di paglia. Non dovrebbe starsene l senza far nulla e
guardare mentre vengono uccisi.
Ora il prete capiva fin troppo bene dove volesse arrivare linterprete, e la collera gli scosse il corpo
come una raffica di vento. Se non fosse stato un prete, avrebbe torto il collo a quellindividuo.
E il magistrato dice che se padre Garrpe abiura... be, per farla breve quelle tre vite saranno
risparmiate. In ogni caso quei tre hanno gi abiurato. Ieri, nellufficio del magistrato, hanno calpestato
il fumie.
Lhanno calpestato... e tuttavia adesso questa crudelt... persino adesso. Il prete parlava
balbettando, ma le parole non volevano uscirgli dalle labbra.
Le persone che noi desideriamo vedere abiurare non sono quella gente che non conta nulla. Nelle
isole al largo della costa ci sono ancora moltissimi contadini che sono segretamente fedeli al
cristianesimo. per metter le mani su quelli che vogliamo labiura dei padri.
Vitam praesta puram, iter para tutum. Il prete tent di recitare lAve Maris Stella, ma invece delle
parole della preghiera nella sua mente si levarono vivide limmagine della cicala sulla mortella
riccioluta, la scia di sangue rosso cupo sul terreno del cortile sotto il sole cocente. Era venuto in quel
paese per offrire la propria vita per altri uomini, e invece erano i giapponesi a dare la loro vita uno a
uno per lui. Che cosa doveva fare? Secondo la dottrina che aveva appreso sino a quel momento, era
possibile giudicare certe azioni distinguendo il giusto dallingiusto, il male dal bene. Se Garrpe avesse
scosso la testa per rifiutare, quei tre cristiani sarebbero affondati come sassi nelle acque della baia. Se
avesse ceduto alle sollecitazioni dei funzionari, avrebbe tradito tutta la sua vita. Che cosa doveva fare?
Che risposta dar Garrpe? Mi stato detto che nel cristianesimo la prima cosa la piet e che Dio
la piet stessa... Oh, guardi la barca!
Allimprovviso due cristiani, pur cos rinchiusi nelle stuoie, barcollarono in avanti, come se volessero
fuggire. Ma i funzionari diedero loro una spinta dal dietro, facendoli cadere in avanti, cosicch finirono
distesi sulla sabbia. Soltanto Monica, simile a un verme in un cesto, rimase ferma a guardare il mare
indolente. Nel cuore del prete si lev il profumo del cetriolo che si era tolto dal seno per lui, e la sua
voce ridente.
Abiura! Abiura! url nel suo cuore a Garrpe che stava ascoltando i funzionari, con la schiena
voltata al prete.
Abiura! Devi abiurare! Sentendo il sudore colare sulla fronte, chiuse gli occhi e poi, per quanto
potesse essere da vile, gir le spalle alla scena che avrebbe dovuto vedere.
Tu taci! Persino in questo momento tu taci? Quando riapr gli occhi i tre vermi nel cesto, spinti dai
funzionari, erano gi fermi di fronte alla barca.
Io abiurerei. Io abiurerei. Le parole gli salirono alla gola ma, stringendo i denti, cerc di impedirsi
di pronunciarle ad alta voce. Ora due funzionari armati di fiocine seguirono i prigionieri e, arrotolando
i kimono sino alla cintola, salirono sulla barca che, cullata dalle onde, prese ad allontanarsi dalla
sponda. C ancora tempo! Non imputare tutto ci a Garrpe e a me! Questa responsabilit devi
prendertela tu stesso. Ma ora Garrpe si era avventato in avanti e alzando le braccia si era tuffato in
mare. Schizzando nuvolette di schiuma, si stava avvicinando alla barca e, mentre nuotava, gridava
qualcosa.
Signore, senti la nostra preghiera...
In quella voce non cera un tono di rimprovero, non cera collera e si sarebbe spenta mentre la testa
nera affondava tra le onde... Signore, ascolta la nostra preghiera... Sporgendosi dalla barca, i
funzionari ridevano mettendo in mostra i denti bianchi. Uno di loro, passando la fiocina da una mano
allaltra, sbeffeggiava Garrpe che tentava di avvicinarsi alla barca. Ma poi allimprovviso la testa non
si vide pi nel mare e la voce si azzitt. Poi, di colpo ricomparve come un frammento di polvere nera,
sospinta dalle onde. La voce era pi debole di prima, ma continuava a urlare.
In quel momento un funzionario fece avvicinare uno dei cristiani al bordo della barca e lo spinse
forte con la punta della fiocina. La figura di paglia cadde come una marionetta nel mare e scomparve
alla vista. Poi, con drammatica fulmineit, anche la seconda figura fin sottacqua. Infine anche Monica
fu inghiottita dalle onde. Soltanto la testa di Garrpe, come un pezzo di relitto, fluttu ancora per un po
sullacqua, fino a che le onde smosse dalla barca la sommersero.
Questa una scena orribile. Non importa quante volte la si veda, orribile disse linterprete
alzandosi dallo sgabello. Poi, girandosi allimprovviso verso il prete, disse con occhi pieni dodio:
Padre, ha pensato alla sofferenza che ha inflitto a tanti contadini solo per il suo sogno, solo perch
vuole imporre al Giappone il suo sogno egoista? Guardi! Il sangue scorre di nuovo. Il sangue di quella
gente ignorante sta scorrendo di nuovo!
Poi, come se volesse sputare le successive parole, disse: Per lo meno Garrpe era pulito. Ma lei...
lei... quello che ha la volont pi debole. Non merita il nome di padre.

Oh lanterna, addio, addio, addio,


Se le lanci un sasso, la tua mano avvizzisce.
Oh lanterna, addio, addio, addio,
Se le lanci un sasso, la tua mano avvizzisce.
La festa dellUrabon era finita, ma in lontananza i bambini continuavano a cantare. Nelle case di
Nagasaki ora ai mendicanti e ai derelitti si offrivano ogni sorta di verdure per dare conforto agli spiriti
dei morti. La mortella riccioluta non mostrava tracce di cambiamento; le cicale continuavano il loro
canto diuturno, ma gradatamente queste voci andavano perdendo il loro potere.

Come sta? chiese uno dei funzionari che stava facendo il giro quotidiano.
Nessun cambiamento. Se ne sta l a fissare il muro tutto il giorno. Rispondendo a bassa voce, la
guardia indic la stanza in cui era rinchiuso il prete.
Attraverso la finestra sbarrata il funzionario guard il prete che sedeva per terra al sole, la schiena
alla finestra. Tutto il giorno, guardando la parete, aveva fissato il mare scuro e la piccola testa nera di
Garrpe che fluttuava sulla sua superficie. Ora i tre cristiani, tutti avvoltolati nelle stuoie, affondavano
come massi.
Quando scuoteva la testa la visione scompariva, ma quando chiudeva gli occhi tornava
caparbiamente sotto le sue palpebre.
Lei quello che ha la volont pi debole aveva detto linterprete alzandosi dallo sgabello. Non
merita il nome di padre.
Non era riuscito a salvare i cristiani, e nemmeno era riuscito, come Garrpe, ad affondare sotto le
onde per inseguirli. La sua compassione per loro era stata travolgente, ma la compassione non era
lazione. Non era amore. La compassione, come la passione, era solo una sorta di istinto. Laveva
imparato molto tempo prima, seduto sui duri banchi del seminario, ma a quellepoca era stata soltanto
unesperienza appresa dai libri.
Guardi, guardi! Per lei sta scorrendo sangue. Il sangue dei contadini sta scorrendo al suolo!
Poi nel giardino della prigione inondata dal sole la scia di sangue si prolungava. Linterprete aveva
affermato che era stato il sogno egoista dei missionari a tracciare quella scia di sangue. Il signore di
Chikugo aveva raffrontato quel sogno egoista allamore assillante di una donna brutta. Aveva detto che
lamore assillante di una donna brutta era un peso insopportabile per un uomo.
E tuttavia davanti ai suoi occhi fluttuava limmagine del volto ridente dellinterprete e il volto
grosso e carnoso del signore di Chikugo, luno sovrapposto allaltro, venuto in questo paese per
offrire loro la sua vita. Ma in effetti sono loro a offrire la vita per lei.
La voce sprezzante apriva le ferite del prete, perforandolo come uno spillo. Scosse il capo
debolmente. No, non era per lui che i contadini morivano da tanto tempo. Avevano scelto la morte
perch avevano la fede; ma questa risposta non aveva pi il potere di guarire le sue ferite.

E cos i giorni passavano, a uno a uno. Nella mortella riccioluta il frinire privo di vita delle cicale
continuava come sempre.
Come sta? Era uno degli ufficiali che parlava durante il suo giro dispezione giornaliero.
Nessun cambiamento. Se ne sta l a fissare il muro tutto il giorno. La guardia indic la stanza
rispondendo a bassa voce.
Ho avuto ordini dal magistrato di venire a vedere come vanno le cose. Tutto procede secondo il
piano del signore di Chikugo. Il funzionario ritrasse il volto dalle sbarre e un sorriso soddisfatto gli
aleggi sulle labbra, come quello di un medico che controlli i progressi del paziente.

Ora lUrabon finito. Le strade di Nagasaki sono silenziose. Alla fine del mese si terr la giornata del
ringraziamento, e i capi dei villaggi da Nagasaki e da Urukami inviano in dono allufficio del
magistrato cesti di riso precoce. Il primo agosto tutti i funzionari e rappresentanti di ogni citt devono
presentarsi al magistrato con le vesti bianche da cerimonia.

Lentamente arriva la luna piena. Nel boschetto dietro la prigione il gufo e la tortora si rispondono a
vicenda cantando nella notte. Sopra il boschetto la luna, tutta rotonda, immersa in un sinistro color
rosso, mentre sbuca dalle nubi scure e poi si nasconde di nuovo. I vecchi bisbigliano inquietanti
previsioni su quello che di infausto lanno in arrivo potrebbe portare.
il 13 agosto. Nelle case di Nagasaki la gente prepara insalata di pesce e cuoce patate dolci e
fagioli. Quel giorno i funzionari che lavorano nellufficio del magistrato offrono pesce e biscotti al
magistrato che, a sua volta, offre loro sake, minestra e focaccia.
Quella notte le guardie bevvero sake fino a tardi. Le voci roche e il tintinnio delle ciotole gli
arrivavano continuamente alle orecchie. Il prete stava accovacciato al suolo, le spalle abbassate erano
soffuse della argentea luce lunare che penetrava attraverso le sbarre della sua cella. Sul muro si
rifletteva il suo corpo macilento; di tanto in tanto sussultava nelludire un insetto frusciare tra gli
alberi.
Chiudendo gli occhi infossati godeva della fitta oscurit che lo avviluppava. Quella notte, in cui tutti
coloro che conosceva dormivano profondamente, sent una fitta dolorosa attraversargli il petto e
ripens a unaltra notte. S, accovacciato sulla terra cinerina di un Getsemani che aveva assorbito tutto
il calore della giornata, solo e diviso dai suoi discepoli addormentati, un uomo aveva detto: La mia
anima triste sino alla morte. E il suo sudore era diventato come gocce di sangue. Quello era il volto
che aveva ora davanti agli occhi. Gli era apparso nel sogno centinaia di volte, ma perch soltanto ora
quel volto sofferente e sudato sembrava tanto lontano? Eppure aveva concentrato tutta la propria
attenzione sullespressione emaciata di quelle guance.
Quella notte anche quelluomo aveva avvertito il silenzio di Dio? Era anche rabbrividito per la
paura? Il prete non voleva pensarlo. Eppure allimprovviso quel pensiero gli si lev nel cuore e lui
cerc di non ascoltare la voce che glielo diceva e scosse freneticamente il capo, due o tre volte. Il mare
in un giorno di pioggia, dove Mokichi e Ichizo erano affondati legati ai pali! Il mare sul quale la testa
nera di Garrpe, nel tentativo di raggiungere la piccola barca, aveva lottato disperatamente e poi
fluttuato come un pezzo di legno alla deriva! Il mare in cui quei corpi avvoltolati in stuoie di paglia
erano piombati di colpo! Quel mare si estendeva senza fine, mestamente e in tutto questo frattempo,
sopra il mare, Dio si limitava a mantenere il suo impietoso silenzio. Eloi, Eloi, lama sabachtani! Con
il ricordo del mare plumbeo queste parole allimprovviso irruppero alla sua coscienza. Eloi, Eloi, lama
sabachtani! Sono le tre di quel venerd e dalla croce questa voce si leva verso un cielo coperto di
oscurit. Il prete aveva sempre pensato che quelle parole fossero la preghiera di quelluomo, e non che
sgorgassero provocate dal terrore per il silenzio di Dio.
Dio esisteva veramente? E se non esisteva, quanto era ridicola quella met della vita che aveva speso
attraversando il mare infinito per venire a piantare quel minuscolo seme in questisola arida! Quanto
era ridicola la vita delluomo con un occhio solo, giustiziato mentre le cicale cantavano nella piena luce
del giorno! Quantera ridicola la vita di Garrpe che nuotava per raggiungere i cristiani su quella
barchetta! Rivolto al muro, il prete rise forte.
Padre, com la storiella? Le voci roche delle guardie si erano azzittite, e uno di loro pose la
domanda mentre passava davanti alla porta.
Tuttavia, quando venne il mattino e i forti raggi solari ancora una volta penetrarono attraverso le
sbarre, il prete riacquist un po di vigore e si riprese dalla solitudine della notte precedente.
Allungando le gambe e appoggiando il capo al muro, bisbigli parole dai salmi con voce dolente: Il
mio cuore forte. Oh Signore, il mio cuore forte! Canter melodiosi canti! Svegliati, anima mia!
Svegliatevi, arpa e lira! Risveglier lalba. Quelle parole gli erano sempre venute alla mente quando
era ragazzo, allorch guardava il vento soffiare nel cielo azzurro e attraverso gli alberi; ma quello era
un tempo in cui Dio non era come adesso un oggetto di paura e perplessit, bens qualcuno vicino alla
terra, qualcuno che dava armonia e gioia di vivere.

Di tanto in tanto funzionari e guardie lo osservavano attraverso le sbarre, con occhi accesi di curiosit;
ma il prete non li degnava pi nemmeno di uno sguardo. A volte non toccava neppure il cibo che gli
veniva offerto tre volte al giorno.
Adesso era settembre. Un pomeriggio in cui laria era gi un po pi fresca ricevette allimprovviso la
visita dellinterprete.
Oggi voglio che lei veda una persona. Linterprete parlava nel suo solito modo scherzoso
giocherellando con il ventaglio. No, no, non il magistrato, non i funzionari. Una persona che credo lei
desideri incontrare.
Il prete rimase in silenzio, gli occhi spenti fissi sullaltro. Ricordava nitidamente le parole che
linterprete gli aveva rivolto in unaltra occasione, ma anche se era piuttosto strano, non riusciva a
odiare quelluomo e neppure a essere in collera con lui. Si sentiva troppo stanco anche solo per odiare.
Ho saputo che non mangia molto disse linterprete con il solito sorriso teso. Sarebbe meglio non
rimuginare troppo.
Nel dire quelle parole pieg il capo di lato, poi usc, quindi rientr, avanti e indietro varie volte.
Come mai il palanchino in ritardo? Avrebbe dovuto gi essere qui disse.
Ma il prete ormai non era pi interessato a sapere chi avrebbe visto. I suoi occhi indifferenti si
limitavano a fissare linstancabile interprete che continuava a correre dentro e fuori.
Poi si udirono allingresso le voci degli uomini che reggevano il palanchino. Di l a poco
conversavano con linterprete.
Padre, andiamo.
Senza dire una parola il prete si alz e usc con passo lento e pigro. I raggi accecanti del sole gli
ferirono gli occhi iniettati di sangue e gialli per la stanchezza. Due uomini con il solo perizoma addosso
stavano fermi con il palanchino sulle spalle e lo guardavano con intensit. pesante! grande e
grosso! borbottarono mentre il prete saliva.
Avevano abbassato la tendina per evitare la curiosit frivola dei passanti, e lui non poteva vedere
nulla di quello che succedeva allesterno. Alle sue orecchie giungevano soltanto ogni genere di rumori e
di suoni. Le grida dei bambini, le campane dei bonzi, il rumore dei lavori di costruzione. Ogni tanto il
sole del crepuscolo penetrava attraverso la tenda e gli illuminava il viso. Ma non cera soltanto il
rumore, ogni genere di odori arrivava l dove stava seduto. Lodore degli alberi e del fango, delle
galline, delle mucche e dei cavalli. Chiudendo gli occhi per un momento, assorb profondamente in
petto la vita delle persone che lo circondavano. Poi a un tratto in lui si accese il desiderio di parlare
con altri, di essere come gli altri, di sentire le parole di altri uomini, di tuffarsi nella vita quotidiana
degli uomini. S, ne aveva avuto abbastanza di tutto questo: di nascondersi nella capanna del carbone,
di vagare per le montagne nel terrore di essere inseguito, della vista dei cristiani massacrati giorno
dopo giorno davanti ai suoi stessi occhi. Non aveva pi la forza di resistere a tutto questo. E tuttavia...
Con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente, con tutta la tua forza... Era
diventato prete per poter mirare a una cosa, una cosa sola.
Soltanto i rumori diversi gli fecero capire che adesso erano entrati in citt. Prima aveva sentito il
chiocciare delle galline e il muggito delle mucche, ma ora il fruscio incessante di piedi strascicati
penetrava attraverso la tenda dietro la quale egli era seduto; voci stridule che vendevano e
acquistavano, ruote di carri e voci levate in litigio.
Dove stesse andando e chi avrebbe incontrato erano cose che ora non gli importavano. Chiunque
fosse stato, gli avrebbe rivolto lantica consueta domanda; il medesimo interrogatorio sarebbe
ricominciato. Tutte quelle domande erano solo una formalit. Come Erode quando si era trovato di
fronte a Cristo, quella gente poneva domande senza avere il minimo interesse per le risposte. Inoltre,
perch il signore di Chikugo si era rifiutato di ucciderlo e, senza assolverlo, lo aveva tenuto in vita? Ma
comunque, addentrarsi in quella faccenda non faceva altro che turbarlo e agitarlo.
Siamo arrivati.
Asciugandosi il sudore con la mano, linterprete ferm il palanchino e sollev la tendina. Quando
scese, gli occhi del prete furono improvvisamente accecati dal sole crepuscolare e vide davanti a s la
guardia che in prigione si era occupata di lui. Probabilmente avevano portato dietro quelluomo nel
timore che lui potesse liberarsi e tentar di fuggire durante il viaggio.
In cima a una rampa di scale cera un cancello a due piani dietro il quale sorgeva un minuscolo
tempio illuminato dalla luce crepuscolare e dietro di esso sorgevano montagne e scogliere color
marrone. Nel tempio buio e offuscato due o tre galli si aggiravano con andatura arrogante. Un giovane
bonzo usc dal tempio e, dopo aver lanciato al prete unocchiata piena di ostilit, scomparve alla vista
senza degnarsi di dire una sola parola di saluto... nemmeno allinterprete.
Ai bonzi voi preti non siete simpatici disse linterprete con voce soddisfatta, accovacciandosi al
suolo e guardando in direzione del giardino. Starsene l tutto il giorno a guardare il muro e a
rimuginare per lei veleno prosegu. La faccia finita con queste sciocchezze, a nessuno serve
provocare guai inutili.
Ma il prete, come al solito, non badava a quel seccatore. Quello che ora lo distraeva era che in quel
tempio che odorava di incenso e di cibo giapponese, chiss come, le sue narici avevano allimprovviso
avvertito in mezzo a tutti gli odori un odore estraneo. Era odore di carne. Carne, dalla quale era stato
costretto ad astenersi da tanto tempo che era diventato sensibile al pi fievole odore.
Poi in lontananza ud un rumore di passi. Qualcuno si stava avvicinando per il lungo corridoio.
Ha indovinato chi incontrer adesso?
Stavolta il volto del prete si contrasse e, per la prima volta, egli annu. Sent che le ginocchia erano
scosse da un tremito incontrollabile. S, sapeva che un giorno o laltro avrebbe dovuto incontrare
quelluomo ma non aveva mai pensato che sarebbe avvenuto in un luogo come quello.
Be, ora che lei lo incontri disse linterprete parlando con voce piena di allegria e guardando la
figura tremante del prete. Per ordine del magistrato.
Inoue?
S. E laltra persona, anche questa vorrebbe vederla.
Vestito con un kimono nero, tenendo gli occhi bassi, Ferreira entr alle spalle di un vecchio monaco.
Questi, un tipo tozzo e piccolo, gonfiava il petto con aria sicura di s, il che accentuava ancora di pi il
servilismo di Ferreira, che era alto e che, con gli occhi bassi, sembrava proprio un animale con una
corda al collo che si lasci tirare con riluttanza.
Il vecchio monaco si ferm e Ferreira senza dire una parola guard il prete, poi sedette in un angolo
del pavimento illuminato da un raggio del sole al tramonto. Per un po di tempo vi fu un silenzio di
morte.
Padre! disse alla fine Rodrigues con voce tremante. Padre!
Alzando un poco la testa china, Ferreira diede unocchiata al prete. Per un attimo nel suo sguardo
lampeggi un sorriso servile e una momentanea vergogna, ma poi, con gli occhi bene aperti, fiss
laltro con deliberazione e sfida.
Rodrigues per, conscio della propria condizione di prete, non trovava le parole da dire. Aveva il
cuore troppo colmo per riuscire a parlare; qualunque cosa avesse detto, sarebbe stata una menzogna;
tanto meno voleva ravvivare ancora di pi la accondiscendente curiosit del bonzo e dellinterprete che
lo fissavano con attenzione. In petto gli si agitavano ogni sorta di sentimenti contrastanti: nostalgia,
collera, tristezza, odio. Perch fai quella faccia grid nel profondo del proprio cuore. Non sono
venuto qui come tuo giudice. Non sono meglio di te. Cerc di forzare le labbra a un sorriso, ma invece
del sorriso una lacrima bianca gli scese dallocchio, colando lenta sulla guancia.
Padre, quanto tempo passato da quando ci siamo visti... finalmente la voce tremula di Rodrigues
ruppe il silenzio. E mentre parlava capiva quanto sciocche e assurde risuonassero quelle parole, ma
alle sue labbra non ne volevano venire altre.
E Ferreira rimase silenzioso, con il sorriso di sfida ancora fisso sulle labbra. Il prete capiva
benissimo come il sorriso debole e servile potesse essere sostituito da quellespressione di sfida. Ed era
proprio perch capiva che avrebbe voluto crollare a terra come un albero rinsecchito.
La prego... la prego... dica qualcosa. Rodrigues parlava quasi ansimando. Se ha piet di me... la
prego... dica qualcosa.
Allimprovviso seppe quello che egli stesso voleva dire, e strane parole parvero salirgli alle labbra.
Ti sei rasato la barba era quello che voleva dire. Ma egli stesso non riusciva a capire come simili
sentimenti potessero venirgli in mente. Il fatto era che, ai vecchi tempi, quel Ferreira che lui e Garrpe
avevano conosciuto, aveva una barba molto ben curata. Era una cosa che aveva dato a tutto il suo
aspetto unespressione gentile e insieme austera. Ma ora il mento e il labbro superiore erano lisci e
sbarbati. Il prete si rese conto che i propri occhi erano attratti da quella parte del viso di Ferreira. Per
un certo verso, esprimeva una tremenda sensualit.
Che posso dirle in unoccasione simile? chiese Ferreira.
Sta ingannando se stesso.
Ingannando me stesso? Come posso spiegare la parte di me che non tutta un inganno di se
stessa?
Linterprete ora si stava alzando sulle ginocchia per accertarsi di non perdere una parola di
portoghese. Due o tre galline balzarono da terra sulla veranda e sbatterono le ali.
Vive qui da molto tempo?
Da circa un anno, credo.
Che cos questo luogo?
Un tempio chiamato Saishoji.
Nelludire la parola Saishoji dalle labbra di Ferreira il vecchio monaco, che guardava fisso davanti
a s come un Budda di pietra, gir il viso verso di loro.
Anchio sono rinchiuso in una prigione da qualche parte a Nagasaki. Nemmeno io so con precisione
dove.
Lo so io. Alle porte della citt.
Che cosa fa tutto il giorno, Ferreira?
Una smorfia di dolore contrasse il volto di Ferreira, mentre lui portava la mano alla guancia ben
rasata.
Lonorevole Sawano passa la sua giornata a scrivere. Stavolta era stato linterprete a
interrompere, parlando in vece di Ferreira.
Per ordine del magistrato sto traducendo un libro di astronomia. Ferreira pronunci le parole in
fretta, come se volesse chiudere la bocca allinterprete. S, ecco quello che faccio. E sono abbastanza
utile, sono abbastanza utile alla gente di questo paese. I giapponesi hanno gi conoscenze di ogni
genere e sanno molte cose, ma nel campo dellastronomia e della medicina un occidentale come me in
grado di aiutarli. Naturalmente, in questo paese esiste la medicina appresa dai cinesi, che molto
avanzata, ma non affatto inutile aggiungervi le nostre conoscenze di chirurgia. Lo stesso vale per
lastronomia. Per questo motivo ho chiesto al comandante olandese di esser tanto gentile da prestarci
lenti e telescopi. Cos non sono inutile in questo paese, posso prestare qualche servizio, certo!
Il prete fissava Ferreira che continuava a parlare senza sosta. Non riusciva a capire come mai fosse
diventato dun tratto tanto eloquente. E pur tuttavia riusciva a comprendere la psicologia dellaltro
quando continuava a far rilevare che lui era utile a quel paese. Ferreira non parlava solo per lui.
Cerano anche il bonzo e linterprete, e Ferreira voleva che sentissero. Inoltre continuava a cianciare
per giustificare ai propri occhi la propria esistenza: Sono utile a questo paese!
Il prete sbatteva penosamente le palpebre, mentre guardava Ferreira. S, essere utile agli altri,
aiutare gli altri, questo era lunico desiderio e lunico sogno di chi si era dedicato al sacerdozio. La
solitudine della vita sacerdotale era tale soltanto quando si era inutili agli altri. Il prete si rese conto
che nemmeno ora, dopo labiura, Ferreira era riuscito a sfuggire alla vecchia spinta psicologica che lo
aveva motivato. Sembrava basarsi sul suo vecchio sogno di aiutare gli altri, cos come una donna
pazza offre il proprio seno a un neonato.
felice? chiese in un bisbiglio Rodrigues.
Chi?
Lei.
Di nuovo una fiamma lampeggi nello sguardo provocatorio di Ferreira. Nel concetto di felicit vi
sono ogni sorta di fattori soggettivi.
Non quello che eri solito dire... furono le parole che salirono alle labbra del prete per essere per
subito soffocate. In fin dei conti lui non era l per censurare Ferreira perch aveva abiurato e tradito i
discepoli. Non provava alcun desiderio di irritare la profonda ferita che si annidava sotto la superficie
della mente dellaltro e che questi tentava di celare.
vero. Aiuta noi giapponesi. Ha persino un nome giapponese: Sawano Chuan. Aveva parlato
linterprete che stava in mezzo ai due e guardava con un sorriso sarcastico le facce di entrambi. E sta
scrivendo un altro libro prosegu. Un libro in cui confuta gli insegnamenti di Deus e mostra gli errori
del cristianesimo. Il titolo Gengiroku.
Questa volta Ferreira non aveva fatto in tempo a chiudere la bocca dellinterprete. Per un attimo
rivolse lo sguardo alle galline svolazzanti, cercando di non dare a vedere che aveva sentito quello che
laltro aveva detto.
Il magistrato ha letto il suo manoscritto prosegu linterprete. Lo elogia. Dice che ben fatto.
Dovrebbe dargli anche lei unocchiata; in prigione ha tutto il tempo che vuole.
Ora il prete capiva perch Ferreira aveva parlato tanto affrettatamente della sua traduzione di
astronomia. Ferreira: luomo che, su ordine del signore di Chikugo, doveva sedere tutti i giorni alla
scrivania. Ferreira, che stava scrivendo che il cristianesimo cui aveva dedicato la vita era una falsit.
Gli parve quasi di vedere la schiena ricurva di Ferreira intento a maneggiare la penna.
Crudele! disse Rodrigues.
Che cos crudele?
Crudele! Peggio di qualsiasi tortura! Non riesco a pensare a niente di pi ignobile!
Allimprovviso, mentre Ferreira cercava di distogliere lo sguardo, il prete vide che nei suoi occhi
luccicava una lacrima bianca. Il kimono nero giapponese! I capelli castani legati alla maniera
giapponese! Il nome: Sawano Chuan! Eppure questuomo ancora vivo! Signore, tu taci. Continui a
mantenere il tuo silenzio profondo in una vita come questa!
Sawano Chuan, oggi non abbiamo portato qui il padre solo per una lunga conversazione. Aveva
parlato linterprete ora e, voltandosi verso il vecchio bonzo che, simile a un Budda di pietra, se ne stava
accovacciato sul pavimento illuminato dai raggi del sole al tramonto: Sul disse. Anche il bonzo ha
da fare. Finisca in fretta quello che ha da fare.
Ora Ferreira parve aver perso lo spirito combattivo di prima. La lacrima bianca riluceva ancora sul
ciglio, ma il prete sent che la sua statura si era di colpo rimpicciolita, tanto da farlo apparire molto
piccolo.
Mi stato detto di convincerla ad abiurare disse Ferreira con voce stanca. Guardi qui! E indic
con gesto lento una cicatrice dietro lorecchio. Era una cicatrice scura come quelle che restano dopo
una bruciatura.
Si chiama la fossa. Forse ne ha sentito parlare. Ti legano in modo che non riesci a muovere piedi e
mani e poi ti appendono a testa in gi in una fossa.
Linterprete allarg le mani con un gesto di paura come se rabbrividisse a quel solo pensiero. Disse:
Quei piccoli tagli dietro lorecchio vengono fatti affinch la persona non muoia subito. Il sangue esce
goccia a goccia. una tortura inventata dal magistrato Inoue.
Davanti agli occhi del prete fluttu limmagine di Inoue: le grandi orecchie, il colorito acceso, il volto
carnoso. Davanti a lui cera quel volto come gli era apparso quando Inoue giocherellava con la ciotola,
rigirandola tra le mani mentre sorseggiava lacqua calda. Era il volto sul quale era aleggiato un
sorriso di assenso quando il prete aveva argomentato la propria difesa. Allorch un altro uomo era
stato torturato, si disse che Erode si fosse seduto a mangiare a un tavolo addobbato con fiori.
Ci pensi su prosegu linterprete. Lei lunico prete cristiano rimasto in questo paese. Adesso
stato catturato e non c pi nessuno a insegnare ai contadini e a diffondere la sua dottrina. Non le
sembra di essere inutile? Ma ora linterprete socchiuse gli occhi e la sua voce assunse dun tratto un
tono gentile e buono: Ha sentito quello che ha detto Chuan. Traduce libri di astronomia e di medicina.
Aiuta i malati, lavora per gli altri. Pensi anche a questo: come continua a rammentare il vecchio bonzo
a Chuan, il cammino della piet significa semplicemente che si abbandona lio. Nessuno dovrebbe
preoccuparsi di indurre gli altri a entrare nella propria setta religiosa. Aiutare gli altri la strada di
Budda e linsegnamento del cristianesimo... su questo punto le due religioni sono eguali. Quello che
conta camminare o meno per il sentiero della verit. Sawano sta scrivendo proprio questo nel suo
Gengiroku.
Quando ebbe finito di parlare, guard Ferreira per avere una convalida.
La luce piena del sole crepuscolare ricadeva sulla schiena esile dellinvecchiato Ferreira vestito con
abiti giapponesi. Guardando quella schiena esile il prete cerc inutilmente quel Ferreira che tanto
tempo prima a Lisbona si era conquistato il suo rispetto al seminario. Eppure ora, strano a dirsi, la sua
mente non nutriva alcun sentimento di disprezzo. Si sentiva semplicemente gonfiare il petto di quella
pena che si prova per un essere vivente il quale abbia perso vita e intelletto.
Per ventanni... Abbassando gli occhi Ferreira bisbigli flebilmente: Ho faticato per ventanni in
questo paese. Lo conosco meglio di lei.
Durante questi ventanni come Superiore lei ha fatto un lavoro magnifico disse il prete, alzando la
voce nel tentativo di incoraggiarlo. Ho letto con grande rispetto le lettere che lei mandava alla sede
centrale della Compagnia.
Bene, davanti a lei ora c la figura di un vecchio missionario sconfitto dal lavoro missionario.
Nessuno pu essere sconfitto dal lavoro missionario. Quando lei e io saremo morti, un altro
missionario salir a bordo di una giunca a Macao e sbarcher segretamente in questo paese, da
qualche parte.
Sar sicuramente catturato. Stavolta era stato linterprete che si era affrettato a interrompere. E
ogni volta che ne sar catturato uno, sgorgher sangue giapponese. Quante volte le ho detto che sono i
giapponesi a dover morire per il vostro sogno egoista? ora che ci lasciate in pace.
Ho faticato ventanni alla missione. Ferreira ripet le stesse parole con voce priva di emozione.
La sola cosa che so che la nostra religione non mette radici in questo paese.
Non che non metta radici esclam Rodrigues con voce alta e scuotendo il capo. che le radici
vengono divelte.
Ferreira non alz neppure la testa nelludire la violenta affermazione del prete. Con gli occhi bassi
rispose impassibile come un pupazzo: Questo paese una palude. ora che lo capisca anche lei.
Questo paese una palude pi tremenda di quanto lei possa immaginare. Quando si pianta un
alberello, in questa palude le radici cominciano a marcire, le foglie diventano gialle e avvizziscono. E
noi abbiamo piantato lalberello del cristianesimo in questa palude.
Cera un tempo in cui lalberello cresceva e metteva le foglie.
Quando? Per la prima volta Ferreira fiss negli occhi il prete, mentre sulle guance infossate
aleggiava il vago sorriso di chi compatisce un giovane che non conosce il mondo.
Quando lei giunse in questo paese, si erigevano chiese ovunque, la fede era fragrante come i freschi
fiori del mattino e molti giapponesi facevano a gara tra loro per ricevere il battesimo, come gli ebrei
che convenivano sul Giordano.
E se il Dio in cui quei giapponesi credevano non fosse stato il Dio dellinsegnamento cristiano...
Ferreira mormor quelle parole lentamente, il sorriso compassionevole ancora aleggiante sulle labbra.
Sentendosi crescere dal profondo del cuore una collera incomprensibile, il prete strinse
inconsapevolmente i pugni. Sii ragionevole si disse con disperazione. Non lasciarti ingannare da
questo sofisma. Luomo sconfitto inganna se stesso con qualunque lusinga per difendersi.
Lei nega ci che innegabile disse ad alta voce.
Niente affatto. Quello in cui i giapponesi di allora credevano non era il nostro Dio. Erano i loro dei.
Per molto tempo non lo abbiamo capito e abbiamo fermamente creduto che fossero diventati cristiani.
Ferreira sedette per terra con un gesto di stanchezza. Il fondo del kimono si apr rivelando le gambe
nude e sporche, sottili come bastoni. Non lo dico per difendermi e nemmeno per persuadere lei. Penso
che nessuno creder a quello che dico. Non solo lei, ma anche i missionari di Goa e di Macao e tutti i
preti europei si rifiuteranno di credermi. Eppure dopo ventanni di fatica, io i giapponesi li ho
conosciuti. Ho visto marcire a poco a poco, quasi impercettibilmente, le radici dellalberello che
avevamo piantato.
San Francesco Saverio... Non riuscendo pi a trattenersi Rodrigues interruppe laltro con un
gesto. San Francesco Saverio, quando era in Giappone, non la pensava cos.
Nemmeno quel santo disse Ferreira annuendo lo ha capito. Ma i giapponesi hanno liberamente
cambiato la stessa parola Deus in Dainichi (Il Grande Sole). Per i giapponesi che adoravano il sole
la pronuncia di Deus e quella di Dainichi erano quasi eguali. Non ha letto la lettera di Saverio in
cui egli parla di questo errore?
Se Saverio avesse avuto un buon interprete, un errore cos strano e poco rilevante non sarebbe
avvenuto.
Niente affatto. Non capisce quello che sto dicendo. Per la prima volta le tempie di Ferreira ebbero
una pulsazione irritata mentre rispondeva. Lei non capisce niente. E non capisce nulla nemmeno la
massa di persone che vengono a visitare questo paese dai monasteri di Goa e di Macao, e che si
definiscono apostoli. Sin dallinizio quegli stessi giapponesi che avevano confuso Deus con Dainichi
hanno deformato e cambiato il nostro Dio e cominciato a creare qualcosa di diverso. Anche quando la
confusione del vocabolario scomparsa, la deformazione e il cambiamento sono continuati in segreto.
Persino durante il glorioso periodo missionario da lei citato i giapponesi non credevano nel Dio
cristiano, bens nella distorsione che loro ne avevano fatta.
Hanno deformato e cambiato il nostro Dio e ne hanno fatto qualcosa di diverso! Il prete scand
adagio le parole quasi macinandole tra i denti. E non anche questo il nostro Deus?
No. Nella mente dei giapponesi il Dio cristiano stato completamente cambiato.
Che cosa dice mai? A quellesclamazione violenta del prete la gallina che stava tranquillamente
bezzicando il cibo sul nudo suolo vol in un angolo.
Quello che dico semplice. Lei e quelli come lei guardate solo il lato esteriore del lavoro
missionario. Non considerate lessenza. vero, come afferma lei, che nei miei ventanni di fatiche a
Kyoto, Kyushu, a Chigoku, a Sendai e altrove sono state costruite chiese; che ad Arima e ad Azuchi
sono stati creati seminari e che i giapponesi facevano a gara gli uni con gli altri per diventare cristiani.
Lei ha appena detto che cerano duecentomila cristiani, ma persino questa cifra calcolata con
prudenza. C stato un periodo in cui ne avevamo quattrocentomila.
una cosa di cui si pu essere fieri.
Fieri? S, se i giapponesi fossero giunti a credere nel Dio che noi predicavamo. Ma nelle chiese che
noi abbiamo costruito in questo paese i giapponesi non pregavano il Dio cristiano. Deformavano Dio
secondo il loro modo di pensare come noi non riusciremo mai a immaginare. Se lei chiama questo
Dio... Ferreira abbass gli occhi e mosse le labbra, come se gli fosse venuto qualcosa in mente. No.
Quello non Dio. come una farfalla imprigionata nella tela di un ragno. Inizialmente certo una
farfalla, ma il giorno successivo solo la parte esterna, le ali e il tronco sono quelli di una farfalla; ha
perso la sua vera realt ed diventata uno scheletro. In Giappone il nostro Dio come quella farfalla
impigliata nella ragnatela; resta soltanto la forma esteriore di Dio ma gi diventata uno scheletro.
Niente affatto! Non voglio ascoltare le sue chiacchiere insensate! Non sono in Giappone da tanto
tempo come lei, ma ho visto i martiri con i miei stessi occhi. Il prete si copr il volto con le mani e la
voce filtr attraverso le dita. Con i miei occhi, li ho visti morire, brucianti di fede. Il ricordo del mare
greve di pioggia con i due pali neri fluttuanti sulla superficie si lev dolorosamente davanti ai suoi
occhi. N riusciva a dimenticare luomo con un occhio solo ucciso in piena luce del giorno; mentre gli
era rimasta indelebilmente impressa nella mente limmagine della donna che gli aveva dato il cetriolo:
era stata rinchiusa in una cesta e affogata in mare. Se quelle persone non erano morte per la loro fede,
quale empiet per luomo! Ferreira stava mentendo.
Non credevano nel Dio cristiano. Ferreira parlava con chiarezza e sicurezza, accentuando
deliberatamente ogni parola. Finora i giapponesi non hanno mai avuto il concetto di Dio e non
lavranno mai.
Quelle parole calarono sul cuore del prete come un masso gigantesco e inamovibile, con quella sorta
di potere che aveva avvertito quando, bambino, aveva sentito per la prima volta dellesistenza di Dio.
I giapponesi non sono capaci di pensare a Dio completamente scisso dalluomo; i giapponesi non
riescono a pensare a unesistenza che trascenda quella umana.
Il cristianesimo e la Chiesa sono verit che trascendono tutti i paesi e i territori. Altrimenti quale
significato ci sarebbe nel nostro lavoro missionario?
I giapponesi immaginano un uomo bello ed esaltato ed questo che chiamano Dio. Chiamano con il
nome di Dio qualcosa che ha lo stesso genere di esistenza delluomo. Ma quello non il Dio della
Chiesa.
la sola cosa che ha imparato dai suoi ventanni in questo paese?
Solo questa. Ferreira annu con gesto sconsolato. E quindi la missione ha perso il suo significato
per me. Lalberello che avevo portato marcito in fretta sino alle radici in questa palude. E per molto
tempo io non lho saputo n notato.
Alle ultime parole di Ferreira il prete fu sopraffatto da un incontrollabile senso di amara
rassegnazione. La luce serotina cominci a indebolirsi, le ombre si allungarono sul terreno a poco a
poco. Lontano riusciva a sentire il suono monotono del tamburo di legno e la voce dei bonzi che
cantavano i tristi sutra. Lei disse, bisbigliando e guardando Ferreira, lei non il Ferreira che io ho
conosciuto.
vero, non sono Ferreira. Sono un uomo che ha ricevuto dal magistrato il nome di Sawano Chuan
rispose Ferreira, abbassando gli occhi. E non soltanto il nome. Ho ricevuto la moglie e i figli
delluomo giustiziato.

lora del cinghiale. Di nuovo sul palanchino lui in viaggio, circondato da funzionari e da guardie.
notte fonda; non c da preoccuparsi che passanti casuali guardino nel palanchino. I funzionari
avevano dato al prete il permesso di sollevare la tendina. Sarebbe potuto scappare se lo avesse voluto,
ma non aveva pi desiderio di farlo. La strada era terribilmente stretta e contorta e, sebbene le guardie
gli avessero detto che erano gi entrati in citt, cerano ancora gruppi di fattorie che sembravano
capanne; quando per le superavano vedevano qua e l i lunghi recinti di templi e boschetti di alberi:
Nagasaki non aveva ancora assunto la forma di una citt. La luna si lev al di sopra degli alberi scuri e
sembrava avanzare a occidente insieme con il palanchino.
Si sente meglio adesso? gli chiese il funzionario che gli cavalcava al fianco, rivolgendogli la parola
con gentilezza.
Arrivato alla prigione, il prete pronunci parole di gratitudine nei confronti delle guardie e dei
funzionari, poi entr. Ud il rumore sordo del chiavistello che veniva abbassato. Era passato molto
tempo da quando era stato l e adesso finalmente era tornato. Gli sembrava un secolo da quando aveva
sentito il canto intermittente della tortora nel boschetto. In raffronto ai dieci giorni trascorsi in carcere
questa unica giornata era stata lunga e dolorosa.
Avere finalmente incontrato Ferreira non era cosa che lo sorprendesse molto. E i lineamenti e i modi
cambiati del vecchio, ora che ci pensava, erano una cosa che si era aspettato da quando era arrivato in
quel paese. La figura emaciata di Ferreira che avanzava da lontano traballante per quel corridoio non
era poi cos terrificante. Ora non importava. Non importava. Ma fino a che punto quello che aveva
detto era vero?
Il prete sedeva immobile fissando la parete nuda, mentre i raggi della luna penetravano attraverso le
sbarre inondandogli la schiena di luce. Ferreira aveva forse parlato in quel modo per difendere il
proprio torto e la propria debolezza? S, era cos, certo che era cos. Una parte di lui continuava a
insistere su questo ma poi, allimprovviso, veniva colto da una ventata di paura, e si chiedeva se quanto
aveva detto Ferreira non fosse vero. Ferreira aveva affermato che il Giappone era una palude senza
fondo. Lalberello marciva alle radici e avvizziva. Il cristianesimo era come quellalberello; del tutto
impercettibilmente era avvizzito ed era morto.
Il cristianesimo perito non perch stato proibito o perseguitato. In questo paese c qualcosa
che soffoca totalmente la crescita del cristianesimo. Le parole di Ferreira pronunciate lentamente,
sillaba per sillaba, perforavano le orecchie del prete. Il cristianesimo in cui credono come lo
scheletro di una farfalla impigliata in una ragnatela: esso contiene soltanto la forma esterna; il sangue
e la carne sono scomparsi. Cos aveva proseguito Ferreira con occhi fiammeggianti. E, in certo qual
modo, nelle sue parole cera una certa sincerit che non aveva nulla a che vedere con la lusinga con
cui si inganna un uomo sconfitto.
Ora si udivano in lontananza i passi delle guardie. E quando si furono spenti, lunico rumore rimasto
fu il roco ronzio degli insetti nelloscurit notturna.
Non pu essere vero. impossibile. Rodrigues non aveva sufficiente esperienza missionaria per
poter confutare le parole di Ferreira, ma accettare le parole di costui significava perdere tutto ci per
cui lui era venuto in quel paese. Battendo la testa contro il muro, continuava a mormorare
monotonamente: Non pu essere. impossibile.
S, impossibile, impossibile. Come ci si poteva sacrificare per una falsa fede? Aveva visto con i suoi
occhi quei contadini, quei martiri colpiti dalla miseria. Se non avessero sinceramente creduto nella
salvezza come sarebbero potuti sprofondare nel mare coperto di brume? In ogni caso, erano cristiani
forti. Anche se la loro fede era semplice e rozza, essa infondeva una convinzione che era stata seminata
in Giappone non da quei funzionari e tanto meno dal buddismo, ma dalla Chiesa cristiana.
Il prete ricord la tristezza di Ferreira. Durante la loro conversazione Ferreira non aveva detto una
parola su quei poveri martiri giapponesi. Naturalmente aveva evitato quel problema con deliberazione;
aveva cercato di evitare qualsiasi pensiero sulla gente che era pi forte di lui, gente che aveva
sopportato eroicamente la tortura e la fossa. Ferreira cercava di aumentare, anche di uno solo, il
numero dei deboli come lui... per dividere con altri la propria vilt e solitudine.
Nelloscurit si chiese se ora Ferreira stesse dormendo. No, non poteva essersi addormentato. Il
vecchio se ne stava seduto in qualche parte della stessa citt, al buio come lui, con gli occhi aperti a
fissare davanti a s, disperando per la profondit di quella solitudine. E questa solitudine era molto pi
fredda, molto pi terribile di quella che subiva lui nella cella di quel carcere. Per ammassare debolezza
su debolezza cercava di trascinare gli altri per il cammino che lui stesso aveva percorso. Dio, non lo
salverai? Voltandoti verso Giuda hai detto: Quello che devi fare, fallo al pi presto. Collocherai anche
questuomo tra le pecore smarrite?
E cos, raffrontando la propria solitudine e la propria tristezza con quella di Ferreira, per la prima
volta prov un po di rispetto per se stesso e di soddisfazione... e riusc a ridere sommessamente. Poi,
stendendosi sul duro e nudo suolo, attese labbraccio del sonno.
8.

Il giorno successivo linterprete torn da lui.


Allora, ci ha ripensato? chiese. Questa volta non parlava come il gatto che gioca con il topo; la sua
espressione era, in certo qual modo, severa. Sawano glielo ha detto! Metta da parte la testardaggine.
Non le diciamo di calpestare con sincerit. Non vuole farlo anche solo formalmente? Poi tutto andr
bene.
Il prete rimase silenzioso, gli occhi fissi su un punto nella parete. Non che leloquenza dellaltro lo
irritasse, gli passava semplicemente attraverso le orecchie senza evocare alcun significato.
Andiamo, via! Non provochi altri guai! Glielo chiedo in tutta sincerit. Nemmeno per me
piacevole.
Perch non mi appendete nella fossa?
Il magistrato continua a dire che meglio indurla a ragionare e ad accettare il nostro
insegnamento.
Allacciando le mani intorno alle ginocchia, il prete scosse il capo come un bambino. Linterprete
trasse un sospiro profondo e rimase in silenzio per un po. Una mosca svolazzava con un basso ronzio
di ali.
Capisco... bene, allora non si pu far nulla.
Il rumore sordo del chiavistello rimbomb nelle orecchie del prete, e a quel rumore egli si rese conto
che qualsiasi discorso ragionevole era finito.
Non sapeva fino a che punto sarebbe riuscito a sopportare la tortura. Tuttavia, per un certo verso,
essa non suscitava pi nel suo corpo stremato il terrore che aveva risvegliato in lui quando vagava per
le montagne. Adesso era onnubilato dal dolore. Sentiva che sarebbe stato meglio che la morte fosse
giunta al pi presto, se questo era lunico modo per sfuggire a quella dolorosa tensione quotidiana.
Persino vivere con langoscia nei confronti di Dio e della fede era una prospettiva triste. Nel suo cuore
pregava segretamente affinch la stanchezza mentale e corporea gli portasse in fretta la morte. Dietro
le palpebre, come unallucinazione, fluttuava la testa di Garrpe che affondava nel mare. Come
invidiava il suo compagno! S, come invidiava Garrpe ormai liberato da una simile angoscia!
Il giorno dopo, come si era aspettato, non gli fu portata la prima colazione. La porta fu aperta verso
mezzogiorno e un individuo grosso che non aveva mai visto, nudo sino alla cintola, mise la faccia
inespressiva dentro la cella. Leg le sue mani dietro la schiena cos strettamente che, non appena
accennava a muovere il corpo, la corda gli tagliava i polsi e un grido involontario di dolore gli sfuggiva
dai denti serrati. Mentre gli legava le mani, laltro borbottava insulti che il prete non capiva bene.
Finalmente giunto il momento pens, ma strano a dirsi, quel sentimento fu accompagnato da una
freschezza e da un senso di esultanza che non aveva mai provato prima dallora.
Fu trascinato fuori. Nel cortile soffuso di luce solare cerano tre funzionari, quattro guardie e
linterprete, tutti in fila in piedi, che lo fissavano. Il prete li guard, soprattutto linterprete, e un sorriso
di trionfo gli aleggi sul viso. Si disse che, quali che fossero le circostanze, nessun uomo riusciva a
sfuggire completamente alla vanit, poi gioiosamente ricord che fino a quel momento non aveva
neppure notato quel particolare.
Lindividuo grosso prese senza fatica il prete tra le braccia e lo mise a cavalcioni di un cavallo senza
sella. Pi che un cavallo per, sembrava un mulo magro e affamato. Lanimale prese a trotterellare
seguito dai funzionari, dalle guardie e dallinterprete.
La strada era gi affollata di giapponesi che aspettavano di veder passare la fila e il prete sorrise
loro dalla sua posizione a cavalcioni dellanimale. Vecchi, a bocca spalancata per lo stupore, bambini
intenti a mordicchiare cetrioli, donne che inizialmente ridevano, lo fissavano come ebeti, poi, quando i
loro occhi si incontravano con i suoi, si ritraevano terrorizzate. La luce gettava unombra diversa su
ciascuna di quelle facce. Poi qualcosa, una specie di zolla marrone, lo colp dietro lorecchio: era un
pezzo di sterco di cavallo che qualcuno gli aveva lanciato.
Decise che non avrebbe lasciato che il sorriso abbandonasse le sue labbra. Stava cavalcando in
groppa a un mulo per le vie di Nagasaki. Un altro uomo era entrato in Gerusalemme, anchegli a
cavallo di un mulo. Ed era stato quelluomo a insegnargli che lespressione pi nobile sul volto di un
uomo laccettazione gioiosa del male e dellinsulto. Avrebbe mantenuto quellespressione sino alla
fine. Era il volto di un cristiano in mezzo agli infedeli.
Un gruppo di monaci buddisti, in segno di manifesta ostilit nei suoi confronti, si radunarono
allombra di un gigantesco albero poi, avvicinatisi e affollatisi attorno al mulo, brandirono bastoni
quasi a minacciarlo e a spaventarlo. Il prete guard i volti che lo attorniavano, chiedendosi se tra
questi avrebbe potuto trovare qualche segreto credente, ma fu inutile. Non cera volto sul quale non
fossero stampati ostilit, odio o curiosit. Poi, in mezzo a costoro, intravide qualcuno che sembrava
proprio un cane implorante piet. Inconsapevolmente il prete si irrigid. Era Kichijiro.
Vestito di stracci, Kichijiro stava nella prima fila in attesa. Quando i suoi occhi incontrarono quelli
del prete, si fece piccolo e subito cerc di nascondersi tra la folla. Ma il prete, dalla sua posizione sul
mulo traballante, si rese conto di tutta la lunga strada che laltro aveva fatto per seguirlo. Tra tutti gli
infedeli quella era lunica persona che conosceva.
(Va bene! Va bene! Ora non sono adirato. Nostro Signore non adirato.) Il prete fece un cenno in
direzione di Kichijiro, quasi a dargli la consolazione che si d al penitente dopo la confessione.

Secondo i registri, quel giorno la folla scort il prete da Hataka a Tasuyama e oltre, attraversando
Goto. Quando i missionari venivano catturati, il magistrato, il giorno prima della punizione, li faceva
trascinare per tutta Nagasaki in quel modo, come uno spettacolo. Il luogo che la processione
attraversava era sempre il vecchio mercato di Nagasaki dove le case sono luna a ridosso dellaltra e la
gente si ammassa. Il giorno dopo quello spettacolo, venivano portati sul posto dellesecuzione.
Ai tempi di Omura Sumitada, quando fu aperto il porto di Nagasaki, Goto-machi era il territorio
dove vivevano gli immigrati delle isole Goto e di l si poteva vedere la baia di Nagasaki splendere al
sole pomeridiano. La folla, che seguiva la processione facendosi strada a gomitate, si comportava
come se si trattasse di una qualche festa e cercava di vedere lo strano barbaro straniero a cavalcioni
di un cavallo senza sella. Quando il prete cercava di raddrizzare il corpo torturato, lurlo di derisione si
levava ancor pi festante.
Dapprima lui aveva cercato di sforzarsi a sorridere, ma il suo viso si era contratto e non gli era pi
possibile farlo. Lunica cosa che riusciva a fare era chiudere gli occhi e cercare di non vedere le facce
che lo schernivano, le facce dai denti sporgenti. Si domand se quelluomo avesse sorriso dolcemente
allorch la folla aveva circondato la residenza di Pilato con urla e ululati di furia. Si disse che anche lui
non era riuscito a fare una cosa simile. Hoc passionis tempore... Le parole della preghiera gli
caddero dalle labbra come sassi e, mentre continuava, gli venivano alle labbra con difficolt sempre
pi grande. Era distrutto dal dolore tormentoso provocato dalla corda che gli dilaniava i polsi ogni
volta che si muoveva, ma quello che pi lo affliggeva era la sua incapacit di amare quella gente come
laveva amata Cristo.
Bene, padre, come va? Nessuno viene ad aiutarla? Era linterprete che, avvicinatosi, url
improvvisamente: Solo voci piene di derisione alla sua destra e alla sua sinistra? E pensare che era
venuto per loro in questo paese, eppure nessuno di loro sente di aver bisogno di lei. un individuo
inutile... inutile.
Eppure... Per la prima volta il prete url con voce forte, mentre dalla groppa del cavallo guardava
irosamente linterprete, con occhi iniettati di sangue. Eppure in questa folla forse c qualcuno che sta
pregando nel silenzio del proprio cuore.
Adesso le dir una cosa, daccordo? Molto tempo fa qui a Nagasaki cerano undici chiese e
duecentomila cristiani. E dove sono tutti ora? Dove si nascondono ora? Ci sono persone in mezzo a
questa folla che un tempo erano cristiane, ma adesso si beffano di lei con tutte le loro forze per
dimostrare agli altri che non sono cristiane.
Mi insulti pure quanto vuole, non fa altro che infondermi coraggio.
Stasera... Linterprete rise battendo il palmo della mano sul ventre del cavallo. Daccordo?
Stasera abiurer. Inoue lo ha detto molto chiaramente. Finora ogni volta che Inoue ha affermato che
uno dei padri abiurer non si mai sbagliato. Ha avuto ragione per Sawano... avr ragione anche per
lei...
Linterprete si sfreg le mani con un gesto di totale fiducia, poi si ritrasse.
Per Sawano... Quelle furono le ultime parole che rimasero nelle orecchie del prete. Sulla groppa
nuda dellanimale trem e tent di scacciare quelle parole dalla mente.
Al di l della baia unenorme colonna di nubi bordate doro luccicavano nella luce pomeridiana. Per
un motivo che il prete non riusciva a comprendere quelle nubi, nel loro grande candore rigonfio,
sembravano un gigantesco castello sospeso nel cielo.
Aveva visto spesso colonne di nubi bianche, ma mai prima dora avevano risvegliato tanta
commozione nel suo cuore. Cominci a capire la bellezza dellinno cristiano che aveva sentito quando
era arrivato in quel paese: Siamo in cammino, siamo in cammino. Siamo in cammino verso il tempio
del Paradiso... Verso il grande Tempio. La sua unica consolazione e il suo unico sostegno
consistevano nel pensare che anche quelluomo aveva provato il sapore della paura e aveva tremato. E
poi cera gioia nel pensiero di non essere solo. In quello stesso mare quei due contadini giapponesi
legati a un palo avevano provato le stesse sofferenze per un giorno intero prima di giungere al lontano
tempio del Paradiso. Allimprovviso si sent il petto pieno di gioia sfrenata allidea di essere unito a quei
due giapponesi, unito a Garrpe, unito a quelluomo inchiodato sulla croce. E il volto di quelluomo lo
inseguiva come unimmagine vivida, vivente. Il Cristo sofferente! Il Cristo della sopportazione! Nelle
profondit del cuore preg perch il proprio volto potesse avvicinarsi al volto di quellaltro uomo.
Alzando le fruste, i funzionari allontanarono la folla e la gente si sparpagli come mosche,
docilmente, senza opporre resistenza, con il terrore negli occhi; scostandosi per lasciar passare la
processione, la guardarono allontanarsi.
Finalmente il pomeriggio si concluse. Il sole del crepuscolo brillava sul tetto rosso di un tempio sulla
sinistra della strada. Poco oltre la citt, una montagna sembrava veleggiare nel cielo. Di nuovo sassi e
pezzi di sterco volarono nellaria e colpirono il prete sulla guancia.
Camminando a fianco del cavallo, linterprete insisteva sullo stesso argomento. Via! Non insisto
perch faccia qualcosa di brutto. Abiuri! Dica una sola parola. La prego. Se lo far, il cavallo non la
riporter pi in prigione.
Dove mi portate adesso?
Nellufficio del magistrato. Non voglio farla soffrire. La prego! Non sto dicendo nulla di sbagliato.
Basta che lei pronunci la parola Abiuro.
Mordendosi il labbro, il prete rimase silenzioso in groppa al cavallo. Il sangue colava dalla guancia
lungo il mento. Linterprete lo guard e continu a camminare, tenendo una mano sul ventre del
cavallo, con unespressione triste sul volto.

Chinatosi, il prete avanz nella stanza completamente buia. Allimprovviso fu bloccato da un lezzo
orrendo. Era odore di urina. Il pavimento ne era tutto ricoperto e per un attimo lui rimase immobile
cercando di padroneggiare il vomito. Dopo un po, nelloscurit, riusc finalmente a distinguere le
pareti dal pavimento e, mentre tastava con le dita sulla parete, avanzando e brancolando attorno alla
stanza, and a sbattere di colpo contro unaltra parete. Protese le braccia e si rese conto che riusciva a
toccare entrambe le pareti con la punta delle dita. Questo gli diede una idea approssimativa di quanto
misurasse la stanza.
Tese lorecchio, ma non riusc a udire voci. Impossibile sapere in che parte delledificio si trovasse,
ma il silenzio di morte gli dava la certezza che non cera nessuno nei pressi. Le pareti erano di legno e,
toccando la parte superiore, le sue dita trovarono una fessura grande e profonda. Dapprima pens
trattarsi di un varco tra le assi, ma in certo qual modo aveva anche la sensazione che non potesse
essere cos. Continu a tastare e si rese conto che si trattava della lettera L. La lettera successiva era
una A. Come un cieco continu a tastare cercando le altre lettere e trov Laudate Eum. Oltre a
questo le dita non trovarono altro. Probabilmente qualche missionario, gettato in prigione, aveva inciso
quelle parole in latino per la persona che sarebbe venuta dopo di lui. Fintanto che era rimasto in quel
luogo, quel missionario non aveva abiurato, era stato un uomo che bruciava di fede. E ora l, tutto solo
nelloscurit, il prete, pensando a quello che era successo, prov una commozione che quasi lo fece
piangere. Sent di essere egli stesso protetto in qualche modo sino alla fine.
Non sapeva che ora fosse della notte. Durante il lungo viaggio attraverso le strade verso lufficio del
magistrato, linterprete e i funzionari che lui non conosceva, avevano continuato a porgli le stesse
domande. Da dove era venuto, a quale ordine apparteneva; quanti missionari cerano a Macao. Ma non
facevano pressioni perch rinunciasse alla sua fede. Persino linterprete parve cambiare
completamente musica, perch, con volto privo despressione, si era semplicemente limitato a compiere
il proprio dovere traducendo le parole ai funzionari. Quando quellassurdo interrogatorio ebbe fine, lo
ricondussero nella sua cella.
Laudate Eum. Appoggiando il capo al muro il prete ancora una volta ricominci a pensare
alluomo che amava. Come un giovane potrebbe immaginare il volto di un caro amico lontano nei
momenti di solitudine, il prete da molto tempo usava immaginare il volto di Cristo. E da quando era
stato catturato soprattutto durante le notti in cui era stato prigioniero nel boschetto dove aveva
ascoltato il fruscio delle foglie provava in petto una sensazione diversa non appena il volto di
quelluomo gli compariva dietro le palpebre abbassate. Ora nelloscurit quel volto gli sembrava vicino.
Dapprima rimase silenzioso, ma lo trafisse con uno sguardo addolorato. Quindi parve parlargli:
Quando soffri, io soffro con te. Ti sar vicino sino alla fine.
Pensando a quel volto il prete pensava anche a Garrpe. Di l a poco sarebbe stato di nuovo con
Garrpe. La notte, nei suoi sogni, a volte aveva visto quella testa nera che inseguiva la barca e
affondava in mare; e poi si vergognava moltissimo a pensare a se stesso che aveva abbandonato i
cristiani. Quel pensiero era tanto intollerabile che a volte cercava di non pensare affatto a Garrpe.
In lontananza ud una voce. Faceva pensare a due cani che stessero uggiolando e si azzannassero.
Tese lorecchio, ma il rumore era gi finito e poi ricominci continuando a lungo. Inconsapevolmente
rise sommessamente, si era reso conto che si trattava di qualcuno che russava. Probabilmente una
delle guardie si era profondamente addormentata, ubriaca di sake.
Per qualche tempo luomo continu a russare a intermittenza. Ora forte ora piano, come il suono di
un flauto suonato male. E lui era l in quella buia cella, sopraffatto dalla commozione di chi si trovi
davanti alla morte, mentre un altro uomo stava russando spensieratamente: quel pensiero gli parve del
tutto assurdo. Tra s bisbigli: Perch la vita cos piena di grottesca ironia?
Linterprete aveva fiduciosamente affermato che lui quella sera avrebbe abiurato. (Se solo
conoscesse quali sono i miei veri sentimenti...) Mentre quei pensieri gli sfrecciavano per la mente, il
prete stacc il capo dal muro e rise dolcemente. Davanti ai suoi occhi fluttu il volto tranquillo della
guardia che russava in un sonno profondo. Se russa in tal modo si disse non teme che io tenti di
fuggire. In ogni caso non aveva pi la minima intenzione di fuggire. Solo per offrirsi un attimo di
distrazione, spinse la porta con le mani, ma il saliscendi era chiuso dallesterno e lui non riusc a
muoverla.
In teoria sapeva che la morte era vicina ma, abbastanza stranamente, sembrava che il sentire non
andasse al passo con il ragionare.
S, la morte si stava avvicinando. Quando la guardia smise di russare, il prete fu circondato dal
terribile silenzio della notte. Non che il silenzio della notte fosse del tutto privo di rumore. Cos come
loscurit fluttua sopra gli alberi, allimprovviso lorrore della morte cal su di lui, riempiendolo di
terrore. Torcendosi le mani url, e poi il terrore indietreggi come la marea. Ma ancora, come la
marea, si avvent verso di lui. Cerc ardentemente di pregare Nostro Signore e a intermittenza gli
tornavano alla mente le parole: Il suo sudore divenne gocce di sangue. Mentre guardava il viso
emaciato di quelluomo, non cera consolazione nel fatto che anche lui aveva provato lo stesso terrore
davanti alla morte. Asciugandosi la fronte con la mano, il prete si alz e cominci a camminare per la
stretta cella per distrarsi. Non poteva star fermo, doveva muoversi.
Alla fine in lontananza ud una voce. Anche se quello fosse stato il boia venuto a torturarlo, era
meglio della fredda oscurit che incideva nelle sue carni pi profondamente di qualsiasi spada. Il prete
appoggi lorecchio alla porta per sentire qualcosa di quello che diceva quella voce.
Sembrava che qualcuno stesse rimproverando qualcun altro. Si ud la voce piena di derisione
mischiata a una voce supplichevole. La discussione si interruppe per un po, poi sembr riprendere pi
vicino alla sua cella. Mentre ascoltava le voci, allimprovviso i suoi pensieri presero una direzione
affatto diversa. Si disse che il motivo per cui loscurit era terrorizzante era ci che restava della
istintiva paura provata dalluomo primitivo quando ancora non cera luce. Era quello il pensiero folle
che gli venne alla mente.
Non ti avevo detto di andartene subito? Un uomo stava rimproverando qualcuno.
Poi la persona che era stata rimproverata esclamava con voce lamentosa: Sono cristiano urlava.
Lasciatemi vedere il padre.
Stai zitto! Se continui a urlare cos, ti frusto!
Frustami! Frustami! La voce era continuamente mischiata a unaltra voce.
Chi ? chiese unaltra voce ancora.
Mi sembra un matto. Sembra un mendicante, ma da ieri continua a ripetere che cristiano.
Poi dun tratto la voce di Kichijiro risuon forte: Padre, mi perdoni! Sono venuto a confessarmi e a
ricevere lassoluzione! Mi perdoni!
Che cosa dici? Segu un tonfo come di un albero abbattuto, mentre Kichijiro veniva colpito dal
carceriere. Padre, mi perdonil
Il prete chiuse gli occhi e silenziosamente pronunci le parole di assoluzione. Sulla lingua aveva un
sapore amaro.
Sono nato debole. Chi debole nel profondo del cuore non pu morire da martire. Che cosa devo
fare? Ahim, perch sono nato? La voce si spense come una brezza che va svanendo, e poi la si ud
vagamente lontana. Dun tratto, davanti agli occhi del prete, aleggi la visione di Kichijiro come era
stato quando era ritornato a Goto: un uomo popolare presso i compagni cristiani. Se non vi fosse stata
la persecuzione quelluomo avrebbe senzaltro vissuto la sua vita da cristiano, felice e contento.
Perch sono nato? Perch?... Perch?... Il prete si cacci le dita nelle orecchie per scacciare quella
voce che sembrava luggiolo di un cane.
S, aveva bisbigliato le parole di assoluzione per Kichijiro, ma la preghiera non era venuta dal
profondo del suo cuore. Si era limitato a recitare le parole per un senso di dovere religioso. Per questo
se le sentiva ancora pesare sulla lingua come un resto amaro di cibo. Era vero, il suo risentimento per
Kichijiro adesso era svanito e tuttavia, nel profondo della sua memoria, era ancora inciso il ricordo del
tradimento, lodore del pesce essiccato che quellindividuo lo aveva costretto a mangiare, la sete
bruciante che era seguita. Anche se non nutriva pi sentimenti dodio e di collera, non riusciva a
cancellare dalla propria mente un senso di disprezzo. Di nuovo scand con forza quelle parole di
avvertimento che Cristo aveva rivolto a Giuda.
Erano parole che, nel leggere la Bibbia tanto tempo prima, non aveva capito mai. E non soltanto
quelle parole, ma tutto il ruolo di Giuda nella vita di quelluomo era una cosa che non era mai riuscito
a comprendere. Perch egli aveva incluso tra i discepoli luomo che alla fine lo avrebbe tradito? Pur
sapendo quali fossero le vere intenzioni di Giuda, perch per tanto tempo aveva finto di non sapere
nulla? Non era forse Giuda solo una marionetta di cui ci si serviva per la crocifissione di quelluomo?
E tuttavia... e tuttavia... se quelluomo era amore, perch alla fine aveva respinto Giuda? Giuda si
era impiccato nel campo di sangue; era stato messo da parte per sprofondare nelloscurit eterna?
Anche quando era stato seminarista e prete, quei dubbi erano sorti nella sua mente come bollicine
sporche che si levano sulla superficie dacqua di una palude. E in quei momenti aveva cercato di
pensare a quelle bollicine come a cose che sporcavano la purezza della sua fede. Ma ora gli tornavano
alla mente con uninsistenza cui non si poteva resistere.
Sospir, scuotendo la testa. Sarebbe venuto il Giudizio Universale. A nessun uomo era dato di
comprendere tutti i misteri delle Scritture. Eppure lui voleva sapere, voleva scoprire. Stasera
sicuramente lei abiurer aveva detto in tono fiducioso linterprete. Quanto somigliavano queste parole
a quelle che quelluomo aveva rivolto a Pietro: Prima che il gallo canti stanotte mi rinnegherai tre
volte. Lalba era ancora lontana; non era ancora lora del canto del gallo.
Ah, la guardia aveva ricominciato a russare! Era come il rumore di un mulino a vento le cui pale
girano nella brezza. Il prete sedette sul pavimento inzuppato di urina e rise come un idiota. Che strana
cosa era luomo! L fuori un ignorante che non temeva la morte russava stupidamente, ora piano ora
forte, l, addormentato come un maiale, apriva la grossa bocca e russava cos. Gli pareva di vedere con
i propri occhi la faccia di quella guardia. Una faccia grassa, piena di sake e chiazzata la salute
personificata ma per le vittime quella faccia era terribilmente crudele. Per di pi, quelluomo non
aveva una crudelt aristocratica, era piuttosto la crudelt di un uomo di basso ceto verso le bestie e gli
animali pi deboli di lui. Aveva visto uomini simili nelle campagne del Portogallo, e li conosceva bene.
Questo individuo non aveva la minima idea della sofferenza che sarebbe stata inflitta ad altri a causa
del suo comportamento. Un simile uomo aveva ucciso quelluomo il cui volto era il migliore e il pi
bello che si potesse sognare.
S, e il fatto di essere disturbato quella notte, che era la notte pi importante della sua vita, da un
rumore cos meschino e discordante, a un tratto lo riemp di collera. Sent che giocavano con la sua
vita e quando quel verso cess per un momento lui picchi sul muro ma le guardie, come quei discepoli
che nel Getsemani dormivano del tutto indifferenti al tormento di quelluomo, non si svegliarono. Di
nuovo ricominci a picchiare freneticamente sul muro. Poi si ud il rumore della porta che veniva
aperta, e da lontano leco di piedi che si avvicinavano in fretta alla cella.
Padre, che cos successo? Che cosa c? Era linterprete. Faceva venire in mente un gatto che
gioca con la preda. terribile! terribile! Non sarebbe meglio se lei non fosse cos testardo?
Basterebbe che lei dicesse abiuro. Poi riuscir a rilassare la sua mente tesa e si sentir bene.
solo quelluomo che russa! rispose il prete nelloscurit.
Allimprovviso linterprete tacque, come stupito. Lei pensa che qualcuno stia russando... voglio dire,
Sawano, ha sentito quello che ha detto. Pensava che quel rumore fosse qualcuno che russa...
Il prete non sapeva che Ferreira era a fianco dellinterprete. Sawano, gli dica di che cosa si tratta!
Il prete ud la voce di Ferreira, quella voce che tanto tempo prima aveva sentito cos spesso... ora
bassa e mesta. Nessuno russa! Quello il lamento dei cristiani appesi nella fossa!

Ferreira rimase immobile, la testa bassa come un vecchio animale. Linterprete, non smentendo quello
che era, infil il capo nella porta socchiusa e scrut allinterno a lungo. Continu ad attendere, ma non
ud alcun rumore e, preoccupato, bisbigli con voce roca: Non penso che sia morto... Oh, no! Non
lecito a un cristiano porre fine alla vita che Dio gli ha dato. Sawano, il resto tocca a lei. E con quelle
parole si volt e scomparve alla vista, mentre i suoi passi echeggiavano nelloscurit.
Quando leco dei passi si fu spenta del tutto, Ferreira, silenziosamente, la testa bassa, non fece il
minimo movimento. Il suo corpo sembrava fluttuare nellaria come un fantasma. Sembrava sottile
come un foglio di carta, piccolo come quello di un bambino. Sarebbe parso quasi impossibile anche
solo stringergli la mano.
Eh! disse mettendo il capo entro la fessura della porta. Eh? Mi sente?
Non vi fu risposta e Ferreira continu a ripetere le stesse parole. Da qualche parte in quel muro
disse dovrebbe trovare le lettere che io ho incise. Laudate Eum. Se non sono state cancellate
dovrebbero essere sul muro di destra... s, al centro... non vuole toccarle con le dita?
Ma dallinterno della cella non veniva il minimo rumore. Cera solo loscurit fonda in cui il prete
giaceva accovacciato e attraverso la quale non sembrava possibile penetrare.
Ero anchio qua dentro come lei disse Ferreira pronunciando le parole chiaramente, separando le
sillabe luna dallaltra. Ero imprigionato qui e quella notte stata la pi buia e la pi fredda di
qualunque altra notte della mia vita.
Il prete appoggi pesantemente il capo alla parete di legno e ascolt distratto le parole del vecchio.
Anche senza che questi glielo dicesse, sapeva che quella notte era stata pi buia di tutte le altre
precedenti. In effetti, lo sapeva fin troppo bene. Il problema non era questo. Il problema era che non
doveva lasciarsi sconfiggere dalle tentazioni di Ferreira, che era stato rinchiuso nelloscurit come lui,
e ora cercava di attirarlo sul suo stesso cammino.
Anchio ho sentito quelle voci. Ho sentito i rantoli degli uomini appesi nella fossa. E, proprio
mentre stava finendo di parlare, di nuovo giunsero alle loro orecchie quelle voci che sembravano
russare, ora piano ora forte. Ma adesso il prete conosceva la verit. Era il rantolo e il sussulto di
uomini impotenti appesi nella fossa.
Mentre lui se ne stava l accovacciato al buio, qualcuno rantolava e il sangue gli sgocciolava dal
naso e dalla bocca. E lui non aveva neppure volto la propria attenzione a questo, non aveva
pronunciato neppure una preghiera, aveva riso. E quel pensiero lo sbalord enormemente. Aveva
trovato ridicolo il suono di quella voce e aveva riso forte. Nel suo orgoglio aveva creduto che soltanto
lui quella notte fosse partecipe delle sofferenze di quelluomo. Ma ecco che proprio accanto a lui
cerano esseri umani che partecipavano a quella sofferenza molto pi di lui. Perch questa follia
mormor una voce che non era la sua. E tu ti definisci un prete! Un prete che prende su di s le
sofferenze del suo prossimo! Ad alta voce esclam: Signore, fino a questo momento ti sei dunque
preso gioco di me?
Laudate Eum. Sono stato io a incidere queste parole nel muro ripet Ferreira. Non riesce a
trovarle? Cerchi ancora.
Lo so. Preso dallira il prete url pi forte di prima. Taccia! Non ha il diritto di parlare cos.
Non ho il diritto. Questo sicuro. Non ho il diritto. Ascoltando quei rantoli tutta la notte, non riuscii
pi a render grazia al Signore. Non ho abiurato perch mi hanno sospeso nella fossa. Io che ora le sto
davanti sono stato appeso per tre giorni nella fossa piena di fetidi escrementi, ma non ho detto una sola
parola che potesse tradire il mio Signore. Ferreira alz una voce che era un grugnito mentre urlava:
Il motivo per cui ho abiurato... pronto? Ascolti! Sono stato messo qui e ho sentito le voci di quella
gente per cui Dio non ha fatto nulla. Dio non ha fatto assolutamente nulla. Ho pregato con tutte le mie
forze, ma Dio non ha fatto nulla.
Taccia!
Daccordo. Preghi! Ma quei cristiani sopportano sofferenze cos terribili che lei non riesce neppure
a comprendere. Da ieri nel futuro ora, in questo momento. Perch debbono soffrire in tal modo? E
mentre tutto ci accade, lei non fa nulla. E nemmeno Dio... fa nulla.
Il prete scosse freneticamente il capo, mettendosi le dita sulle orecchie. Ma la voce di Ferreira
insieme con i lamenti dei cristiani penetravano impietosamente. Basta! Basta! Signore, adesso che
tu dovresti infrangere il silenzio. Non devi rimanere in silenzio. Dimostrami che tu sei giustizia, che tu
sei bont, che tu sei amore. Devi dire qualcosa per mostrare al mondo che tu sei laugusto.
Una grande ombra gli sfior il cuore come le ali di un uccello che voli sopra lalbero maestro di una
nave. Le ali delluccello ora gli portarono alla mente il ricordo dei vari modi in cui erano morti i
cristiani. E anche allora Dio era rimasto in silenzio. Quando la pioggia piena di vapori fluttuava sul
mare lui era rimasto in silenzio. Quando luomo con un occhio solo era stato ucciso sotto i raggi
cocenti del sole, lui non aveva detto nulla. Ma allora il prete era riuscito a sopportare o, pi che a
sopportare, a scacciare il terribile dubbio dalle soglie della propria mente. Ma adesso era diverso.
Perch Dio continua a tacere mentre quelle voci gemebonde continuano?
Adesso sono nel cortile. (Era la voce lamentosa di Ferreira che gli bisbigliava quelle parole.)
Quei tre disgraziati cristiani sono l sospesi. Lo sono da quando lei arrivato qui.
Il vecchio non mentiva. Mentre lui tendeva le orecchie, il rantolo che gli era parso proveniente da
una sola bocca ad un tratto rivel che era duplice: un rantolo alto (che rimase sempre tale) e che si
univa a una voce bassa mescolandosi con quella.
Quando ho passato qui la notte, cerano cinque persone sospese nella fossa. Cinque voci che il
vento portava alle mie orecchie. Il funzionario diceva: Se abiurerai quella gente sar tolta
immediatamente dalla fossa, sar slegata e le loro ferite saranno medicate. E io ho risposto: Perch
quella gente non abiura? E il funzionario ha riso e mi ha risposto: Hanno gi abiurato varie volte. Ma
fintanto che non abiuri tu, i contadini non potranno essere salvati.
E lei... disse il prete tra le lacrime avrebbe dovuto pregare...
Ho pregato. Ho continuato a pregare. Ma la preghiera non servita affatto ad alleviare le loro
sofferenze. Dietro le orecchie stata praticata loro una minuscola incisione: il sangue sgocciola
lentamente attraverso questa incisione e attraverso la bocca e il naso, lo so perch ho provato questa
stessa sofferenza sul mio corpo. La preghiera non serve affatto ad alleviare la sofferenza.
Il prete ricord che, quando aveva visto per la prima volta Ferreira a Saishoji, aveva notato una
cicatrice che sembrava una bruciatura alle tempie. Ricord finanche il colore marrone della ferita, e
ora tutta la scena gli apparve dietro le palpebre. Per scacciare quellimmagine continuava a picchiare
il capo contro il muro. In cambio di queste sofferenze terrene quella gente ricever la ricompensa
delleterna gioia disse.
Non inganni se stesso disse Ferreira. Non mascheri la sua debolezza con belle parole.
La mia debolezza? Il prete scosse la testa. Ma non aveva fiducia in se stesso. Che cosa vuol dire?
Io credo nella salvezza di questi uomini...
Lei si mette al disopra di loro. preoccupato della sua salvezza. Se dice che abiurer, questa gente
sar tolta dalla fossa. Sar salvata dalla sofferenza. E lei rifiuta di farlo. perch teme di tradire la
Chiesa. Teme di diventare la feccia della Chiesa, come me. Finora le parole di Ferreira erano esplose
come un unico iroso respiro, ma poi la sua voce si affievol poco a poco, mentre diceva: Eppure io ero
come lei. In quella fredda buia notte anchio ero come lei adesso. E tuttavia amore il suo modo di
comportarsi? Un prete dovrebbe vivere a imitazione di Cristo. Se Cristo fosse qui...
Per un momento Ferreira rimase in silenzio poi, allimprovviso, proruppe con voce forte:
Certamente Cristo per loro avrebbe abiurato.
Poco a poco la notte cedeva il passo allalba. La cella, che fino a quel momento era stata solo una
massa di fonda oscurit, cominci a illuminarsi fiocamente di una luce biancastra.
Cristo certamente avrebbe abiurato per aiutare gli uomini.
No, no rispose il prete coprendosi il volto con le mani e sforzandosi di parlare attraverso le dita.
No, no!
Per amore, Cristo avrebbe abiurato. Anche se ci avrebbe significato rinunciare a tutto quello che
aveva.
La smetta di tormentarmi. Se ne vada, via! grid violentemente il prete. Ma in quel momento il
saliscendi fu aperto e la porta spalancata... e la luce bianca del mattino irruppe nella cella.
Ora lei compir latto pi doloroso damore che sia mai stato compiuto disse Ferreira prendendo
delicatamente il prete per una spalla.
Barcollando mentre camminava, il prete trascin i piedi per il corridoio. Passo dopo passo, avanzava
come se le gambe fossero state legate a catene pesanti e plumbee, e Ferreira lo conduceva. Nella luce
dolce del mattino il corridoio sembrava non finire mai, ma l in fondo, simili a tre bambole nere,
cerano linterprete e due guardie.
Sawano, finita? Dobbiamo tirar fuori il fumie? Mentre parlava linterprete pos al suolo la
scatola che aveva in mano e, apertala, ne tolse una grande asse di legno.
Ora lei compir latto pi doloroso damore che sia mai stato compiuto ripet Ferreira con
dolcezza. I suoi confratelli nella Chiesa la giudicheranno come hanno giudicato me, ma c qualcosa
di pi importante della Chiesa, di pi importante dellopera missionaria: quello che lei ora sta per
fare.
Ora il fumie era ai suoi piedi.
Una semplice lastra di rame fissata alla grigia asse di legno sporco sul quale le venature fanno
pensare a piccole onde. Davanti a lui il volto contorto di Cristo, incoronato di spine e le braccia sottili
aperte. Con occhi confusi e smarriti il prete abbassa silenziosamente il volto a guardare quellaltro
volto, che vede per la prima volta da quando giunto in questo paese.
Ah! dice Ferreira. Coraggio!
Signore, da molto, molto tempo, innumerevoli volte ho pensato al tuo volto. Lho fatto decine di
volte, soprattutto da quando sono giunto in questo paese. Quando mi nascondevo nelle montagne di
Tomogi; quando attraversavo le acque sulla piccola imbarcazione; quando erravo per le montagne;
quando la notte giacevo in prigione... ogni volta che pregavo, il tuo volto mi compariva davanti; quando
ero solo pensavo al tuo volto che impartiva una benedizione; quando mi hanno catturato il tuo volto,
quello che avevi quando portavi la croce, mi ha dato vita. Questo volto profondamente scolpito nel
mio animo: nel mio cuore ha vissuto la cosa pi bella e pi preziosa che esista al mondo... E adesso con
questo mio piede io ti calpester.
Compaiono i primi raggi di sole. La luce splende sul suo lungo collo proteso come quello di un pollo e
sulle spalle ossute. Il prete afferra il fumie con le mani e lo avvicina agli occhi. Vorrebbe premersi sul
volto quel volto calpestato da tanti piedi. Con espressione rattristata fissa intensamente luomo al
centro del fumie, logorato e scavato perch calpestato di continuo. Una lacrima sta per cadergli
dallocchio. Ah! dice tremando. Quanto dolore!
soltanto una formalit! Che cosa contano le formalit. Linterprete lo incita con voce concitata.
Compia solo il gesto esteriore di calpestare.
Il prete solleva il piede. Prova in esso un dolore pesante, sordo. Quella non una semplice formalit.
Ora egli calpester ci che ha considerato la cosa pi bella della sua vita, ci che ha ritenuto pi puro,
ci che riempie gli ideali e i sogni di un essere umano. Come gli duole il piede! E poi il Cristo di bronzo
gli dice: Calpesta! Calpesta! Io pi di ogni altro so quale dolore prova il tuo piede. Calpesta! Io sono
venuto al mondo per essere calpestato dagli uomini! Ho portato la croce per condividere il dolore degli
uomini.
Il prete pos il piede sul fumie. Lalba proruppe. E lontano il gallo cant.
9.

Durante quellestate piovve poco. Nella calma della sera Nagasaki era torrida come un bagno turco. Al
sopraggiungere del crepuscolo la luce riflessa dalla baia rendeva il caldo ancora pi insopportabile.
Carri trainati da buoi arrivavano in citt con i loro carichi di sacchi di paglia e le ruote luccicavano
sollevando nuvole di polvere bianca. Ovunque laria era satura del puzzo di concime.
met estate. Hanno appeso lanterne alle grondaie delle case, anche a quelle delle case
commerciali. Le lanterne di queste ultime recano immagini di fiori, uccelli e insetti. Non ancora
calata la sera ma i bambini allegri sono riuniti a cantare la loro canzone:

Oh lanterna, addio, addio, addio


Se le lanci un sasso, la tua mano avvizzisce.
Oh lanterna, addio, addio, addio,
Se le lanci un sasso, la tua mano avvizzisce.

Appoggiato alla finestra canticchiava tra s la canzone. Non capiva il significato di ci che cantavano i
bambini, ma quel canto aveva qualcosa di triste e di lamentoso. Non si capiva se venisse dal canto
stesso o dal cuore della persona che stava cantando.
Nella casa di fronte una donna con lunghe trecce che scendevano sulla schiena stava sistemando
pesche, giuggiole e fagioli su un ripiano. Era il ripiano per gli spiriti dei morti ed era una delle
cerimonie che i giapponesi eseguivano per consolare gli spiriti che il quindicesimo giorno si supponeva
tornassero alle loro case. Per lui questo non era pi uno spettacolo raro. Ricordava vagamente di aver
cercato nel dizionario olandese che gli aveva dato Ferreira e la traduzione che vi aveva trovato era la
parola hetterffest.
I bambini ora avevano formato una fila per giocare e lo guardavano mentre lui stava appoggiato alla
finestra. Apostata Paolo! Apostata Paolo! continuavano a gridare. Alcuni lanciarono persino sassi
attraverso la finestra.
Cattivi ragazzi! Aveva parlato la donna dai capelli lunghi, girandosi per rimproverarli e scacciarli
di l. Lui li guard correre via ed ebbe un sorriso mesto. Pens alla festa di Ognissanti a Lisbona,
riflettendo su quanto somigliasse ai festeggiamenti Urabon, allorch alle finestre delle case di Lisbona
si esponevano candele accese.
La sua casa a Sotouramachi sorgeva su uno dei tanti pendii di Nagasaki. Non gli era consentito di
uscire senza il permesso del magistrato. La sua unica consolazione era di appoggiarsi alla finestra e
guardare la gente che andava e veniva. Al mattino, donne con cassette di verdura sul capo gli
passavano davanti per entrare in citt arrivando da Omura e da Isahaya. A mezzogiorno passavano
uomini con il solo perizoma addosso, cantando con voce tonante e trainavano cavalli magri con carichi
sulla groppa. Alla sera scendevano il pendio bonzi che facevano tintinnare le campanelle. Guardava
quel paesaggio giapponese assorbendo ogni particolare, come se in seguito dovesse descriverlo a
qualcuno nel proprio paese. Ma poi gli veniva in mente che non avrebbe mai pi rivisto la sua terra
natia e un amaro sorriso di rassegnazione gli aleggiava sulle guance infossate.
In tali occasioni, quando rifletteva su tutta quella vicenda, gli si levavano in petto sentimenti di
disperazione. Ignorava se i missionari di Macao e di Goa avessero saputo che aveva abiurato. Ma
intuiva che la notizia probabilmente li aveva raggiunti attraverso i mercanti olandesi che avevano il
permesso di entrare nel paese a Dejima. E questo significava che era stato espulso dalla missione.
E non solo era stato espulso dalla missione, ma anche privato di tutti i suoi diritti di prete e forse
anche considerato un rinnegato dai missionari. Che mi importa di tutto questo? Non sono loro che
giudicano il mio cuore ma solo Nostro Signore mormorava, scuotendo il capo e mordendosi le labbra.
Eppure cerano notti in cui una visione gli compariva allimprovviso davanti agli occhi e il pensiero
straziante gli lacerava lanimo. Poi, del tutto inconsapevolmente, gridava e sobbalzava sul letto:
lInquisizione, proprio come il Giudizio Universale nellApocalisse, lo stava braccando in modo vivo e
realistico.
Che cosa capite, voi superiori di Macao, voi che state in Europa? Voleva trovarsi faccia a faccia
con loro nelloscurit e parlare per difendersi. Voi vivete una vita spensierata e tranquilla e sicura in
un luogo ove non esistono bufere e non esistono torture... l che voi svolgete il vostro apostolato. l
che siete stimati grandi ministri di Dio. Mandate i vostri soldati nel frenetico tumulto dei campi di
battaglia. Ma i generali che se ne stanno al caldo davanti al fuoco in una tenda non dovrebbero
rimproverare i soldati che sono fatti prigionieri... (Ma no, questa solo una giustificazione per me
stesso, mi sto ingannando.) Il prete scuoteva il capo debolmente. (Perch tento ancora questa squallida
autodifesa?)
Sono caduto. Ma, oh Signore, tu solo sai che non ho rinunciato alla mia fede. Il clero si chieder
perch sia caduto. Forse perch la tortura della fossa era insopportabile? S. Non ho potuto sopportare
i lamenti dei contadini sospesi nella fossa. Mentre Ferreira mi parlava, diceva quelle parole tentatrici,
ho pensato che se avessi abiurato, quei poveri contadini sarebbero stati salvi. S, stato cos! Eppure,
in ultima analisi, mi domando se tutte queste chiacchiere sullamore non siano alla fin fine solo una
scusa per giustificare la mia debolezza.
Lo riconosco. Non nascondo la mia debolezza. Mi chiedo se vi sia differenza tra Kichijiro e me.
Eppure, pi di questo, so che il mio Signore diverso da quel Dio che si va predicando nelle chiese.
Il ricordo di quel fumie, unimmagine bruciante, restava sempre dietro le sue palpebre. Linterprete
gli aveva messo sotto i piedi unasse di legno. Su di essa cera una lastra di rame su cui un artigiano
giapponese aveva inciso il volto di quelluomo. Eppure il volto era diverso da quello che il prete aveva
guardato tante volte in Portogallo, a Roma, a Goa e a Macao. Non era un Cristo dal volto soffuso di
maest e di gloria; nemmeno era un volto abbellito dalla sopportazione del dolore e nemmeno era un
volto spirante la forza di una volont che ha respinto la tentazione. Il volto delluomo che era giaciuto
ai suoi piedi era infossato e completamente stremato.
Molti giapponesi lo avevano calpestato, cosicch il bordo di legno della lastra era annerito con le
impronte delle loro dita. E lo stesso volto era concavo, smussato da quel continuo calpestare di piedi.
Nel dolore quel volto lo aveva guardato e gli occhi avevano detto supplichevoli: Calpesta! Calpesta!
Sono qui per essere calpestato da te.
Ogni giorno lotona o qualche importante personaggio lo portava fuori per lispezione. Lotona era il
rappresentante della citt. Ogni mese arrivava con un cambio di abiti e poi lo conduceva nellufficio del
magistrato.
Cerano anche volte in cui, attraverso lotona, egli veniva convocato dai funzionari e riportato
allufficio del magistrato. L gli venivano mostrati certi oggetti sui quali i funzionari non sapevano dare
un parere ed era suo compito dire se erano o meno cristiani. Gli stranieri in arrivo da Macao avevano
in loro possesso ogni sorta di strane mercanzie e solo lui o Ferreira erano in grado di giudicare subito
se quegli oggetti appartenessero o no alla categoria di quelli cristiani proibiti. Fatto questo lavoro, gli
davano dei dolci o del denaro come ricompensa.
Ogni volta che andava allufficio del magistrato a Hakata, trovava lo stesso vecchio interprete e gli
stessi funzionari e tutti lo accoglievano sempre cortesemente. Non si accennava nemmeno
lontanamente a umiliarlo o a trattarlo come un criminale. Anzi, linterprete si comportava come se non
ricordasse nulla di quanto era successo in passato. Quanto a lui, si limitava a sorridere, come se non
fosse successo mai niente. Eppure dal momento in cui poneva piede in quel luogo, provava un dolore
lacerante che gli riportava un ricordo cui nessuno avrebbe accennato, ma che sempre doveva essere
evitato. Specialmente quando passava per lanticamera, perch di l riusciva a vedere il corridoio buio
poco pi oltre, verso il cortile. Era l che in quella bianca mattina era finito tra le braccia di Ferreira.
E allora, frettolosamente e con imbarazzo, scostava lo sguardo.
Quanto a Ferreira, non gli era consentito incontrarlo liberamente. Sapeva che Ferreira abitava a
Teramachi, vicino a Saishoji, ma non avevano lautorizzazione a scambiarsi visite. Lunica volta in cui
si incontravano era quando venivano con lotona allufficio del magistrato. Anche Ferreira era scortato
come lui. Entrambi indossavano le vesti ricevute allufficio del magistrato e si limitavano a salutarsi nel
loro strano giapponese, in modo che lotona potesse capire quello che si dicevano.
Nellufficio del magistrato fingeva la massima sincerit, ma era impossibile esprimere in parole ci
che provava per Ferreira. In effetti nel suo cuore cera quel miscuglio di sentimenti che alberga nei
cuori di due uomini che si affrontano. Entrambi provavano odio e disprezzo per laltro. Tuttavia, per
quanto lo riguardava, se odiava Ferreira non era perch questi lo aveva portato a cedere (per questo
non provava n odio n risentimento), ma perch in Ferreira riusciva a ritrovare la propria ferita
profonda, intatta. Gli riusciva insopportabile vedere il proprio brutto volto in quello specchio che era
Ferreira... Ferreira seduto davanti a lui, vestito con gli stessi abiti giapponesi, Ferreira che usava lo
stesso linguaggio giapponese e che, come lui, era stato espulso dalla Chiesa.
Ah! Ah! Ah! esclamava Ferreira con la sua voce cordiale e servile mentre giungeva davanti ai
funzionari. La ditta olandese giunta a Edo? Il mese scorso, quando ero a Dejima, avevano detto che
sarebbero venuti.
Guardava Ferreira in silenzio, osservandone gli occhi infossati e le spalle cadenti, ascoltando la voce
roca. Il sole aveva illuminato quelle spalle. A Saishoji, dove si erano visti per la prima volta, i raggi del
sole avevano illuminato quelle spalle.
I suoi sentimenti per Ferreira non erano soltanto di disprezzo e di odio; cera anche un senso di
compassione, un senso comune di autocommiserazione di due uomini che dividevano il medesimo
destino. S, loro erano proprio due brutti gemelli, riflett allimprovviso guardando la schiena di
Ferreira. Ognuno odiava la bruttezza dellaltro, si disprezzavano, ma ecco che coserano: due gemelli
inseparabili.
Quando il lavoro allufficio del magistrato era finito, di solito era gi sera. I pipistrelli svolazzavano
tra il cancello e gli alberi, svolazzavano nel cielo purpureo. Gli otona si facevano un cenno accorto e se
ne andavano, luno a destra laltro a sinistra, con quegli stranieri che erano stati affidati alle loro cure.
Mentre si allontanava, si voltava furtivamente a guardare Ferreira. Anche Ferreira gli lanciava
unocchiata. Non si sarebbero rivisti fino al mese successivo. E quando si fossero visti, nessuno dei due
sarebbe stato in grado di scandagliare quanto fosse profonda la solitudine dellaltro.
10.

ESTRATTI DAL DIARIO DI JONASSEN


IMPIEGATO PRESSO LA COMPAGNIA OLANDESE,
DEJIMA, NAGASAKI

Luglio 1644 (giugno, il primo anno di Shoho)


3 luglio. Tre giunche cinesi hanno lasciato il porto. Ottenuto per il Lillo il permesso di partire il 5. Per
domani bisogna provvederlo di argento, rifornimenti militari e merci varie, e finire tutti i preparativi.
8 luglio. Regolato gli ultimi conti con i mercanti, esperti di moneta, proprietari di case, e con il
signor Shiroemon. Scritto, su disposizione del capo, ordinazioni di merce per Olanda, Costa del
Coromandel e Siam, da fornire con il prossimo viaggio.
9 luglio. Nella casa di un cittadino di qui hanno scoperto unimmagine della Vergine Maria. Tutta la
famiglia stata immediatamente mandata in prigione e interrogata. Di conseguenza luomo che gliela
aveva venduta stato scovato e interrogato. Si dice che padre Sawano Chuan, un apostata, e padre
Rodrigues, un altro apostata portoghese, fossero presenti allinterrogatorio.
Tre mesi fa una medaglia con limmagine di un santo venne trovata in casa di un cittadino del posto.
Ho sentito dire che tutti i membri della famiglia furono arrestati e messi alla tortura perch
abbandonassero la fede; ma essi rifiutarono labiura. Padre Rodrigues, lapostata portoghese, che era
fra i testimoni, pi volte si appell al governo per la grazia, ma non venne ascoltato. Furono
condannati a morte. Si dice che luomo, la moglie e i due figli ebbero rasata met del capo e, in groppa
a miseri cavalli, vennero mostrati in giro per la citt per quattro giorni. Ho sentito che i genitori sono
stati giustiziati laltro giorno mediante impiccagione per i piedi, e che i figli sono stati messi di nuovo in
prigione dopo aver assistito a quello spettacolo.
Verso sera arrivata in porto una giunca cinese. Ha un carico di zucchero, vasellame, e una piccola
quantit di seta.
1 agosto. arrivata da Fuchow una giunca cinese con merci varie a bordo. Verso le dieci la
sentinella ha avvistato un vascello in navigazione sei miglia al largo della baia di Nagasaki.
2 agosto. Nella mattinata la nave summenzionata ha cominciato a scaricare ed a buon punto.
Verso mezzogiorno il segretario del governatore coi suoi aiutanti venuto nella mia stanza seguito
da un gruppo di interpreti, e mi ha interrogato per un paio dore. Questo perch Sawano Chuan,
lapostata, che abita a Nagasaki, e Rodrigues, il prete apostata portoghese, li hanno informati che a
Macao avevano stabilito di mandare dei preti in Giappone a bordo di navi olandesi provenienti
dallIndia. Secondo Sawano, i preti dovrebbero in seguito nascondersi in Giappone, occupati in umili
lavori di bordo come dipendenti degli olandesi. Il segretario ci ha messo in guardia, dicendo che la
Compagnia si troverebbe in serie difficolt se dovesse accadere una cosa del genere, e ci ha ammoniti
a essere molto guardinghi. Se in futuro un prete dovesse venire in Giappone con una nave nostra e
trovando impossibile introdursi di frodo nel paese per via della stretta sorveglianza tentasse di
ripartire con una nave nostra, e fosse catturato, questo fatto segnerebbe anche la rovina degli
olandesi. Il segretario ha dichiarato che gli olandesi, dal momento che si dicono sudditi di Sua Maest
Imperiale e del Giappone, andrebbero incontro naturalmente alla medesima punizione che spetta ai
giapponesi; e mi ha consegnato un documento in lingua giapponese, emesso dal governatore, che dice
quanto segue:

Traduzione del documento

Padre Sawano, che venne arrestato lanno scorso dal re di Hakata, ha testimoniato a Edo davanti alle
autorit supreme che ci sono molti cattolici romani fra gli olandesi e in Olanda. Ha inoltre affermato
che in Cambogia gli olandesi avevano incontrato dei preti e si erano dichiarati della medesima fede, e
che era stato stabilito che dei preti dovessero entrare nella Compagnia olandese in Europa, come
operai o marinai, per imbarcarsi alla volta di Nagasaki, in Giappone, su navi della Compagnia. Il
governo era incredulo, e sospettava che Sawano si proponesse di mettere in difficolt gli olandesi,
essendo sia i portoghesi sia gli spagnoli grandi nemici degli olandesi, testimoniando contro di loro. Ma
Sawano Chuan ha asserito che questa non era menzogna ma verit. Per questa ragione il governatore
ordina al comandante di indagare se vi siano cattolici romani fra gli ufficiali e la ciurma. Nel caso vi
siano, lo comunichi. Se dovesse accadere che un cattolico romano venga in Giappone su una nave
olandese, senza che il fatto sia comunicato al governatore, il comandante stesso si troverebbe in gravi
difficolt.

3 agosto. Verso sera, finito di scaricare la nave menzionata prima. Il governatore oggi ha chiesto se a
bordo di quella nave ci fosse un cannoniere in grado di manovrare un mortaio. Mandato Paulus Ver, un
vicecommesso, a bordo per fare indagini, ma non ce nera nessuno. Comunicato in tal senso. Il
governatore mi ha ordinato di fare indagini a questo proposito in ogni nave che verr dora in poi, e di
comunicare se ce ne fosse qualcuno.
4 agosto. In mattinata il signor Honjo, samurai decano presso il governo, ha ispezionato la nave
perquisendo minuziosamente in tutti gli angoli, persino in ogni cassa. Ha detto che questa indagine era
dovuta agli ex preti di Nagasaki, i quali hanno testimoniato alle autorit supreme che fra gli olandesi ci
sono dei cattolici romani, e che questi potrebbero arrivare a bordo di navi olandesi. Se non vi fosse
stato questo nuovo sospetto, ha detto, lispezione sarebbe stata meno rigorosa rispetto allanno
precedente, e questo ha spiegato anche agli ufficiali della nave. In osservanza alle loro richieste mi
sono recato a bordo io stesso e, in loro presenza, ho avvisato la ciurma che se qualcuno aveva
nascosto cose che avessero a che fare con la religione cattolica romana, doveva tirarle fuori, e non
sarebbe incorso in nessuna punizione. A questo risposero tutti che non avevano nulla di nascosto, e io
ho letto ad alta voce le leggi e le regole che la ciurma tenuta a osservare. Poich il signor Honjo
desiderava sapere che cosa avevo detto, glielho spiegato dettagliatamente. Dopo di che se ne sono
andati dicendo che lavrebbero riferito al governatore per placare la sua preoccupazione.
Verso sera arrivata in porto una giunca cinese, da Chanchow. Il carico principale era di garza,
raso stampato, crpe-de-chine e altri tessuti, di un valore calcolato in ottanta kan; cerano inoltre
zucchero e merci varie.
7 agosto. I due figli di quei coniugi giustiziati, menzionati prima, legati e caricati assieme a unaltra
vittima in groppa a miseri cavalli, sono passati nei pressi della Compagnia, avviati al luogo
dellesecuzione, dove sono stati decapitati.

1645 (novembre, dicembre, secondo anno di Shoho)

19 novembre. Da Nanchino arrivata una giunca cinese con mercanzia del valore di otto o novecento
kan comprendente seta cruda bianca, garza, raso stampato, broccato doro, damasco e cos via. Ci ha
portato notizia che due o tre giunche con carichi pesanti dovrebbero arrivare qui fra un mese e mezzo
o due. Ci hanno detto che laggi potrebbero ottenere facilmente il permesso di salpare per il Giappone
se solo pagassero allalto funzionario le tasse duso, che variano da cento a seicento tael in
proporzione al quantitativo dei carichi.
26 novembre. Una piccola giunca ha fatto vela qui da Chang-chew (forse Chang-chow) con un carico
di lino, allume e vasi in quantit superiore ai due chests.
29 novembre. In mattinata sono venuti alla Compagnia un paio di interpreti dietro richiesta del
governatore, e mi hanno mostrato un versetto in lingua olandese stampato sotto unimmagine della
Vergine Maria, che dice Ave, piena di grazia, il Signore con te, benedetta sii tu fra le donne (Luca
1.28). Hanno detto che limmagine proveniva da un bonzo vicino a Shimonoseki e mi hanno chiesto
quale fosse la lingua e quale il significato. Hanno anche detto che padre Rodrigues, lapostata
portoghese, e Sawano Chuan avevano affermato di non esser capaci di capire la frase perch non era
scritta n in latino n in portoghese n in italiano. Era lAve Maria in olandese, ed era stata stampata
da un belga che conosce la nostra lingua. Senza dubbio limmagine deve essere stata importata con la
nostra nave, ma ho deciso di non dir nulla finch non si fossero fatte ulteriori indagini. Quanto alle
figure ho dato la risposta giusta dal momento che padre Rodrigues e Sawano Chuan dovevano
avergliele gi spiegate.
30 novembre. Bene. Al mattino presto, fatto portare a bordo il timone e la polvere da sparo e finito
di caricare il resto. A mezzogiorno, andato alla nave, fatto lappello, consegnato i documenti. Tornato
alla Compagnia, intrattenuto Bonjoy e i suoi aiutanti con cibo e bevande. Prima dellimbrunire il vento
ha girato a nord-ovest e lOverschie non partita.
5 dicembre. Verso mezzogiorno linterprete venuto a chiedermi le localit dacquisto delle merci
che importiamo. Gli ho risposto che Cina e Olanda sono le fonti principali di approvvigionamento.
Voleva sapere se sarebbe seguito qualche inconveniente nelleventualit che i cinesi smettessero di
venire.
Ho tentato di ottenere informazioni sui preti apostati sin da quando sono arrivato in Giappone. Si
dice che un giapponese di nome Tommaso Araki abbia soggiornato a Roma per parecchio tempo, e sia
anche stato per un po camerlengo del Papa. Si dichiar cristiano alle autorit parecchie volte, ma il
governatore lo prese per pazzo a causa dellet e lo lasci stare. In seguito fu appeso nella fossa per
tuttun giorno e una notte e abiur. Mor, tuttavia, con la fede nel cuore. Adesso ne rimangono in vita
soltanto due: uno un portoghese chiamato Chuan che fu qui padre provinciale della Compagnia di
Ges e ha unanima nera; laltro un prete di nome Rodrigues, di Lisbona, Portogallo, il quale calpest
unimmagine sacra nellufficio del governatore. Tutti e due vivono oggi a Nagasaki.
9 dicembre. Offerto al signor Saburozaemon una cassettina contenente gli stessi unguenti assortiti
che sono stati donati allimperatore e al signore di Chikugo, e altri medicamenti, cassettina accettata
con piacere. Hanno detto che il governatore rimasto deliziato nel vedere lacclusa lista che spiega in
giapponese leffetto di ciascuno. Una nave proveniente da Fuchow entrata in porto in serata.
15 dicembre. Cinque giunche cinesi hanno lasciato il porto.
18 dicembre. Quattro o cinque membri della ciurma di una giunca proveniente da Nanchino hanno
chiesto il permesso di andare nel Tonkino o Cochin a bordo di unaltra giunca cinese; ma la loro
richiesta stata respinta dal governatore.
Uno dei proprietari di case dellisola ha sentito dire che lapostata Chuan stava scrivendo diverse
cose sul conto di olandesi e portoghesi per mandarle al pi presto alla corte imperiale. Io quasi auguro
la morte a quella canaglia senza Dio: la nostra Compagnia avr soltanto dei guai per causa sua. Iddio
nondimeno ci protegger. Nel pomeriggio due navi giapponesi hanno attraccato davanti alla
Compagnia. A bordo di una di esse partiremo noi, laltra caricher i cammelli. Verso sera sono arrivati
alla Compagnia gli interpreti, portando con loro dei servi per accompagnarci a Kamigata. Fra questi
cera un lavandaio che parlava un po di olandese. Volevo che temporaneamente venisse con noi come
cuoco, ma Denbe e Kichibe mi han detto che il governatore ci aveva proibito di prendere gente che
parlasse olandese. Non gli ho creduto, immaginando che fossero contrari alla presenza di quelluomo
solamente perch volevano condurre gli affari a modo loro. Cos gli ho detto che per noi le sole lingue
indispensabili sono il giapponese e lolandese, e che il portoghese, e non lolandese, la pi aborrita
delle lingue. Non cera mai stato un solo cristiano, gli ho detto, che parlasse olandese, mentre potevo
subito nominare dozzine di cristiani che parlano portoghese.
23 dicembre. Ha lasciato il porto una piccola giunca proveniente da Fuchow. Verso sera una grossa
giunca cinese arrivata allimboccatura della baia, e, a causa del vento contrario, a notte stata
rimorchiata fino a Nagasaki da una miriade di barche a remi. A bordo cera molta gente che
sventolava bandierine di seta, e faceva un gran chiasso con tamburi e charamelas.

A Nagasaki, primo giorno di gennaio. Un uomo va in giro per le strade, di casa in casa, battendo su un
tamburo che assomiglia a un piccolo tam-tam e suonando il flauto, mentre donne e bambini, affacciati
alle finestre, gli regalano dei soldini. in questo giorno che due o tre mendicanti dei dintorni di
Funatsu e Kakuibara si uniscono in gruppo e, con addosso dei cappelli gallonati, vanno in giro a
cantare una canzone che si chiama Yara.
2 gennaio. Nelle case dei commercianti hanno inizio i primi affari dellanno, e allo spuntare del
giorno essi adornano le botteghe provvedendo le porte di tendine nuove. Il venditore ambulante di
oloturie gira di casa in casa.
3 gennaio. In tutte le citt gli anziani vanno allufficio del magistrato a chiedere il fumie.
4 gennaio. La gente si prepara alla pratica del fumie. In questo giorno, arrivando da Edo,
Imazakara, Funatsu e Fukuro, lotona e i cittadini pi autorevoli vanno a ricevere la piastra del fumie e
a controllare che in ogni casa si osservi la pratica di calpestare il fumie. Le famiglie al completo si
sono date da fare per pulire la strada, e tutte aspettano ora tranquillamente larrivo dellotona e dei
cittadini autorevoli. Infine risuona da lontano lannuncio, una voce che sembra un canto: Sono
arrivati...; e in ogni casa, in una stanza adiacente allingresso, tutti i membri della famiglia stanno in
fila, aspettando diligentemente la cerimonia che sta per compiersi. Il fumie misura da venti a ventun
centimetri in lunghezza e da dieci a quindici in larghezza; e su di esso attaccata unimmagine della
Vergine con il Bambino. Il primo a calpestarla il padre di casa, poi la moglie e i figli. La madre deve
calpestarla tenendo il suo piccolo fra le braccia. Se in casa c un malato, anche a lui si fa toccare il
fumie con i piedi, in presenza dei funzionari, senza rimuoverlo dal letto.

Il 4 gennaio ricevette improvvisamente una chiamata dallufficio del magistrato. Linterprete era
arrivato con un palanchino. Non cera vento, ma il cielo era cupo e nuvoloso; faceva piuttosto freddo, e
dal giorno avanti (forse a causa della cerimonia del fumie?) la strada in declivio aveva cambiato
totalmente aspetto. Adesso infatti era diventata mortalmente calma e silenziosa. Nellufficio del
magistrato di Honhakata era in attesa un funzionario in abito da cerimonia. Il magistrato ti aspetta
disse.
Il signore di Chikugo stava accosciato, il busto eretto, in una stanza dove era posato un unico
braciere. Udendo il rumore dei passi, gir verso il prete tutta la testa dalle grosse orecchie. Attorno
alle guance e alle labbra vagava un sorriso; ma non cera riso nei suoi occhi.
Salute! disse lui tranquillamente.
Dopo labiura questo era il suo primo incontro con il magistrato; ma adesso non provava nessun
senso di vergogna alla presenza di quelluomo. Non era contro il signore di Chikugo e contro i
giapponesi che aveva combattuto. A poco a poco era arrivato a capire che aveva combattuto contro la
sua stessa fede. Ma era ben difficile aspettarsi che il signore di Chikugo potesse comprendere una cosa
del genere.
passato molto tempo dacch ci siamo visti gli rispose Inoue con un cenno del capo, mentre
stendeva le mani sopra il braciere. Immagino che adesso si sar abituato a Nagasaki. Poi chiese al
prete se patisse qualche disagio: ch, se cos era, doveva subito dirlo. Il prete si accorse
immediatamente che il magistrato stava cercando di evitare ogni accenno al fatto dellabiura. Era per
un riguardo ai suoi sentimenti? O era semplicemente la sicurezza del vincitore? Il prete alzava di tanto
in tanto gli occhi, che teneva abbassati, a scrutare il volto dellaltro, ma la fisionomia senza
espressione del vecchio non gli diceva nulla.
Entro il mese, sar bene che lei vada a Edo ad abitare. L c una casa pronta per lei, padre. una
casa a Kobinatacho, il posto dove abitavo io un tempo.
Laveva usata deliberatamente la parola padre, il signore di Chikugo? Essa penetr crudelmente
nella carne del prete.
E poi, dal momento che ormai passer la vita in Giappone, sarebbe bene che lei prendesse un nome
giapponese. Per fortuna, morto un uomo che si chiamava Okada Sanemon. Quando andr a Edo,
potr prendere il suo nome cos come sta.
Il magistrato pronunci quelle parole dun fiato, sfregandosi le mani che teneva stese sul braciere.
Quelluomo aveva una moglie continu. Non opportuno che lei, padre, rimanga sempre solo; cos
pu prenderla come moglie sua.
Il prete era stato ad ascoltare quelle parole con gli occhi bassi. Dietro le palpebre gli si present
limmagine di una china lungo la quale lui prendeva a scivolare senza fine. Resistere, rifiutare, ormai
non era possibile. Poteva essergli indifferente adottare il nome di un giapponese, ma non aveva
intenzione di prenderne la moglie.
Allora? domand Inoue.
Benissimo. Annu stringendosi nelle spalle; e un senso di esausta rassegnazione si impadron di
tutto il suo essere. Lei ricorso a ogni genere di oltraggi: se lei solo, ora, comprende i miei
sentimenti, sufficiente. Anche se i cristiani e il clero guardano a me come a una macchia nella storia
della missione, ormai non mi importa pi.
Glielho detto. Questo nostro paese non adatto allinsegnamento del cristianesimo. Il cristianesimo
qui non pu mettere radici, ecco tutto.
Il prete ricord come Ferreira avesse detto esattamente la stessa cosa a Saishoji.
Padre, lei non stato sconfitto da me. Il signore di Chikugo parlava con lo sguardo fisso alla
cenere del braciere. Lei stato sconfitto da questa palude che il Giappone.
No, no... Il prete parl alzando involontariamente la voce. La mia lotta era con il cristianesimo,
allinterno del mio stesso cuore.
Mi sorprende! Un sorriso cinico pass sul volto di Inoue. Mi stato riferito che lei avrebbe detto
a Ferreira che stato il Cristo del fumie a dirle di calpestarlo, e che questa fu la ragione per cui lei lo
fece. Non avr magari voluto ingannare se stesso? Ammantare in tal guisa la sua debolezza? Io, Inoue,
non posso credere che queste siano davvero parole cristiane.
Non mi importa quello che pensa! disse il prete; abbass gli occhi e pos entrambe le mani sulle
ginocchia.
Pu ingannare altre persone, ma non me replic Inoue con voce fredda. Ho gi posto la domanda
ad altri padri: Qual la differenza fra la misericordia del Dio cristiano e quella del Budda? Perch in
Giappone la salvezza viene dalla misericordia del Budda cui luomo si affida a causa della sua
irrimediabile debolezza. E un padre mi ha dato una risposta chiara: La salvezza di cui parla il
cristianesimo diversa, perch la salvezza cristiana non solo questione di affidarsi a Dio: in pi il
credente deve serbare con tutte le sue forze la fermezza dellanimo. Ma precisamente su questo punto
che linsegnamento stato distorto, cambiato, in questa palude chiamata Giappone.
Il cristianesimo non quello che lei crede...! Il prete voleva gridarlo ad alta voce; ma le parole gli
si bloccarono in gola perch si rendeva conto che qualsiasi cosa avesse detto, nessuno avrebbe
compreso i suoi sentimenti attuali: nessuno, non Inoue, non linterprete. Tenendo le mani sulle
ginocchia, e sbattendo le palpebre, rimase seduto in silenzio ad ascoltare le parole del magistrato.
Lei probabilmente non lo sa continu Inoue ma a Goto e a Ikitsuki ci sono tuttora numerosi
contadini cristiani. Ma non li arrestiamo.
E perch? chiese linterprete.
Perch le radici sono state tagliate. Se dai quattro angoli del mondo arrivassero ancora una volta
uomini come questo padre, dovremmo di nuovo arrestare i cristiani disse ridendo il magistrato. Ma
una cosa che ormai non temiamo pi. Quando la radice tagliata, il giovane albero inaridisce e le
foglie muoiono. La prova che il dio che i contadini di Goto e Ikitsuki venerano in segreto mutato
gradualmente, fino a non assomigliare pi affatto al dio cristiano.
Sollevando il capo, il prete guard in faccia il magistrato e vide sulle guance e attorno alle labbra un
sorriso forzato. Ma gli occhi non stavano ridendo.
Il cristianesimo che avete portato in Giappone ha cambiato forma ed diventato una cosa strana
disse il signore di Chikugo, traendo un sospiro che gli veniva dal profondo del petto. Il Giappone un
paese cos: non ci si pu far nulla. S, padre...
Il sospiro del magistrato era genuino, e la sua voce era piena di dolorosa rassegnazione. Con un
gesto di commiato si ritir, accompagnato dallinterprete.
Il cielo era tuttora cupo e nuvoloso; in strada faceva freddo. Mentre il palanchino lo trasportava
sotto il cielo plumbeo, fiss uno sguardo incerto sulla distesa del mare, grigio come il cielo che gli
stava sopra. Presto sarebbe stato mandato a Edo. Il signore di Chikugo gli aveva promesso una casa,
ma questo voleva dire che sarebbe stato messo nella prigione cristiana della quale aveva sentito tanto
parlare: ed era in quella prigione che avrebbe passato la sua vita. Mai pi avrebbe traversato il mare
plumbeo per fare ritorno alla terra natale. Quando era in Portogallo, aveva pensato che diventare un
missionario voleva dire arrivare ad appartenere al nuovo paese. Si era proposto di andare in Giappone
per condurvi la medesima vita dei cristiani giapponesi. E comunque, adesso era veramente cos. Aveva
ricevuto il nome giapponese Okada Sanemon: era diventato un giapponese. Okada Sanemon! Si mise
a ridere a bassa voce quando pronunci il nome. Il destino gli aveva dato tutto quello che aveva
desiderato, glielo aveva dato in quella maniera beffarda. Lui, un prete votato al celibato, avrebbe preso
moglie. (Non ho rancore verso di te! Soltanto, sto ridendo del destino delluomo. La mia fede in te
differente da quella che era; ma ti amo ancora.)
Fino a sera rimase appoggiato alla finestra, a guardare i bambini. Stringendo la corda attaccata
allaquilone, correvano su per la salita, ma non cera vento e laquilone cadeva pigramente al suolo.
Come scese la sera, nelle nuvole si apr uno squarcio e il sole vi si affacci pallidamente. I bambini,
ora stanchi di giocare con laquilone, battevano alle porte delle case con dei bastoncini di bamb,
cantando:

Picchiamo la talpa perch non faccia danno!


Bo-no-me, bo-no-me, benediciamo questa casa tre volte.
Battiamo con un bastoncino:
Uno, due, tre, quattro.
Cerc di imitare il canto dei bambini, a bassa voce, ma non riusciva a cantare, e questo pensiero lo
rattrist. Nella casa pi in l una vecchia sgrid i bambini: era la vecchia che gli portava da mangiare
due volte al giorno.
Era sera. Soffiava la brezza. Come tese le orecchie, ricord il rumore del vento che soffiava
attraverso la macchia dalberi, quando era stato in prigione. Allora, come sempre accadeva la sera, il
volto di Cristo sorse nel suo cuore. Era il volto delluomo che lui aveva calpestato.
Padre, padre...
Con occhio spento guard verso la porta, sentendo una voce che gli pareva familiare. Padre, padre.
Sono Kichijiro.
Non sono pi padre rispose il prete a bassa voce; serr le mani alle ginocchia. Va via, presto.
Se ti trovano qui la pagherai cara.
Lei per pu ancora ascoltarmi in confessione!
Me lo domando! Abbass la testa. Io sono un prete caduto!
A Nagasaki la chiamano lapostata Paolo. La conoscono tutti con questo nome.
Sempre stringendosi le ginocchia, il prete si mise a ridere. Non era necessario che glielo dicessero:
lo sapeva gi. Sapeva che chiamavano Ferreira lapostata Pietro, e lui lapostata Paolo. Qualche volta i
bambini si erano radunati davanti alla sua porta cantilenando il nome ad alta voce.
La prego, ascolti la mia confessione. Se lapostata Paolo ha solo la facolt di ascoltare confessioni,
la prego di darmi lassoluzione per i miei peccati.
Non c uomo che possa giudicare. Dio conosce la nostra debolezza pi di chiunque altro pens il
prete.
Padre, io lho tradita. Ho calpestato limmagine di Cristo disse Kichijiro fra le lacrime. In questo
mondo ci sono i forti e i deboli. I forti non cedono mai alla tortura, e vanno in Paradiso; ma che sar di
quelli come me, che sono nati deboli, quelli che, se torturati e comandati di calpestare limmagine
sacra...
Anchio ho calpestato limmagine sacra. Per un attimo questo piede stato sopra il suo volto; sopra
il volto delluomo che stato sempre nei miei pensieri, sopra il volto che era davanti a me fra le
montagne, nei miei vagabondaggi, in prigione; sopra il migliore, il pi bel volto che un uomo possa mai
conoscere, sopra il volto di colui che ho sempre anelato ad amare. Anche adesso quel volto mi guarda
con occhi misericordiosi dalla piastra resa liscia da tanti piedi. Calpestami!, dicevano quegli occhi pieni
di compassione. Calpestami! Il tuo piede patisce nel dolore: deve patire come tutti i piedi che si sono
posati su questa piastra. Ma questo solo dolore abbastanza. Io comprendo il tuo dolore e la tua
sofferenza. per questa ragione che sono qui.
Signore, mi ha afflitto il tuo silenzio.
Io non tacevo. Soffrivo accanto a te.
Ma tu hai detto a Giuda di andar via: Quello che devi fare, fallo al pi presto. Cosa accadde a
Giuda?
Non dissi questo. Come ho detto a te di camminare sulla piastra, cos dissi a Giuda di fare quello
che era in procinto di fare. Perch Giuda era in angoscia come sei tu adesso.
Aveva abbassato il piede sopra la piastra, appiccicosa di sudiciume e sangue. Le sue cinque dita
avevano premuto il volto di colui che amava. Ancora non poteva capire limpeto terribile di gioia che
laveva investito in quellistante.
Non ci sono n forti n deboli. C qualcuno che possa dire che i deboli non soffrono pi dei forti?
Il prete parlava in fretta, di fronte allingresso. Poich in questo paese non c adesso nessun altro che
possa ascoltare la tua confessione, lo far io... Dirai le preghiere dopo la confessione... Va in pace!
Kichijiro singhiozzava sommessamente; poi lasci la casa. Il prete aveva somministrato il
sacramento che soltanto il prete pu somministrare. Senza dubbio i suoi confratelli avrebbero
condannato il suo atto come un sacrilegio: ma anche se stava tradendo loro, non stava tradendo il
Signore. Adesso lo amava in modo diverso da prima. Tutto quello che era accaduto fino a quel
momento era stato necessario per portarlo a questo amore. Persino ora sono lultimo prete in questa
terra. Ma Nostro Signore non ha taciuto. Anche se avesse taciuto, la mia vita fino a questo giorno
avrebbe parlato di lui.
APPENDICE

DIARIO DI UN FUNZIONARIO DELLA CASA CRISTIANA

Dodicesimo Anno del Kanbun, Topo-Acquaiolo-Maggiore

Attualmente viene assegnata a Okada Sanemon la razione per dieci persone; a Bokui, Juan, Nanho,
Jikan, la razione per sette persone ciascuno. Sottoposto quanto segue a Ttminokami il 17 giugno.

Elenco:
1 Seib. Et: 50. Cugino della moglie di Sanemon. Maestro dascia a Fukagawa.
2 Genemon. Et: 55. Cugino del predetto. Servitore di Doi Oinokami.
3 Sannoj. Nipote del predetto. Con Seib.
4 Shkur. Et: 30. Nipote del predetto. Operaio a Esashi-cho.
5 Adachi Gonzabur. Indicato come apprendista di Bokui, lartigiano. Nel corso dellamministrazione
di Hj.
6 Jinemon. Zio della figlia di Juan. Abita a Kawagoe. Venne una volta nel corso dellamministrazione
di Hj. Torn a trovare Juan il 26 aprile di questanno.

Primo Anno dellEnp, Bue-Acquaiolo-Minore

9 novembre. Bokui morto di malattia alle sei del mattino. Sono venuti per il controllo gli ispettori
Kimura Yoemon e Ushida Jingob accompagnati entrambi da viceispettori. Funzionari di polizia:
Shzaemon, Denemon, Sb, Gensuke. Poliziotti presenti: Asakura Saburemon, Arakawa
Kyzaemon, Kainuma Kanemon, Fukuda Hachirobe, Hitotsubashi Matab. Cremato al Tempio
Muryin. Nome buddista postumo: Kogan Shten Zenjmon. Endo Hikob e il Sergente Kidaka
Jzaemon hanno controllato gli effetti di Tokuzaemon, il servo di Bokui, e lhanno mandato a casa dopo
averlo sottoposto alla prova del fumie.

Secondo Anno dellEnp, Tigre-Maggiore-dei-Boschi

Dal 20 gennaio all8 febbraio. Okada Sanemon impegnato nella stesura di una ritrattazione della sua
religione per ordine di Ttminokami. Di conseguenza Ukai Shzaemon, Kay Denemon e Hoshino
Gensuke sono esonerati dalla responsabilit di vigilare su di lui.
16 febbraio. Okada Sanemon impegnato a scrivere un libro. Kay Denemon e Kawara Jingob
vanno entrambi esonerati dalla mansione di scortare Sanemon dal 2 febbraio al 5 marzo.
Okada Sanemon deve scrivere una ritrattazione della sua religione dal 14 giugno al 24 luglio nello
Studio della villa di Montagna. Di conseguenza Kay Denemon e Kawara Jingob vanno esonerati
dalla mansione di scortarlo.
5 settembre. Juan stato mandato in carcere. Ci deve restare per qualche tempo per punizione della
sua cattiva condotta. Hanno presenziato alla deliberazione Rokuemon, Shzaemon, Sbe, Denemon,
Gensuke, Kawara e Kamei. Sono di servizio per il mese Tsukamoto Rokuemon e Kay Denemon.

Quarto Anno dellEnp, Drago-Maggiore-del-Fuoco

Anche Kichijir, il famiglio di Okada Sanemon, venuto qui al suo seguito, stato mandato in carcere a
causa del suo comportamento sospetto. Perquisendo la sua tasca, nel recinto del corpo di guardia,
stata trovata, nel porta-amuleti che teneva appeso al collo, unimmagine venerata dai cristiani, recante
san Paolo e san Pietro su una faccia, Saverio e un angelo sullaltra. Convocato fuori del carcere,
Kichijir stato interrogato sul suo luogo dorigine e sui parenti. Egli di Got e avr
cinquantaquattro anni in questanno del Drago.
C qualcosa di sospetto circa la fede di Hitotsubashi Matab, che stato in rapporti di confidenza
con Kichijir. Perci anche Matab deve stare in carcere finch Kichijir non dar spiegazioni.
(Omissis.) Dato che Matab in amicizia con Kichijir, la sua fede esposta a sospetti. Di qui il
provvedimento suddetto. Quando sono stati interrogati Kurzaemon e Shinb, dei quali si dice siano
stati in strette relazioni con Matab, sono stati anche minuziosamente perquisiti nello Studio. Abiti,
comprese sciarpa e fascia alla cintura, borsellini per la carta moneta, amuleti, sono stati esaminati
senza eccezioni. (Omissis.) Ttminokami venuto qui di persona, ha convocato Kichijir allo Studio, e
gli ha chiesto da chi avesse ricevuto loggetto sacro del cristiano. A questo ha risposto: Un inserviente
di nome Saizabur, venuto in questa residenza tre anni fa, lo port con s. Quando venne qui, lo lasci
cadere e torn indietro. Cos noi lo raccogliemmo e io lo conservai. Lo sa anche Tokuemon, il
portinaio. Allora stato chiamato e interrogato Tokuemon, il quale ha detto di aver assistito alla
scena una sera destate quando si era fatta prender aria ai panni. Richiesto se non lavesse ricevuto da
Okada Sanemon, Kichijir ha detto: Non c possibilit di ottenere qualcosa da Sanemon, il che
voleva dire, come lui ha spiegato, che non cera possibilit perch Sanemon era sempre scortato da
due guardie in servizio ogni volta che lo vedeva.
17 settembre. Sua signoria Ttminokami venuto di persona alla villa di Montagna, e ha convocato
tre inservienti nello Studio per accertare se fossero cristiani. Kichijir e Tokuemon sono stati convocati
pi tardi e interrogati. Ha ordinato anche che tutte le abitazioni delle guardie fossero accuratamente
perquisite, come pure le tre residenze dei funzionari e i padiglioni. Anche alle mogli e ai figli stato
ordinato di sciogliere le sciarpe e le fasce davanti al funzionario. Naturalmente sono state esaminate le
immagini buddiste che tenevano con s. E poi, perquisendo labitazione di Sugiyama Shichirob,
Kobure Juzaemon ha scoperto, in mezzo a vecchi pezzi di carta, un biglietto con parole cristiane, che
Kay Denemon ha preso per sottoporlo al direttore. Vi si legge: Padre, Arcivescovo, Vescovo, Papa.
18 settembre. Sua signoria Ttminokami venuto di persona alla villa di Montagna e ha ascoltato
nello Studio le spiegazioni dei tre inservienti. Ha convocato anche Hitotsubashi Matab per
interrogarlo. Kichijir e Tokuemon sono stati interrogati dopo. La moglie di Okada Sanemon, la
domestica e il garzone di questi sono stati convocati e interrogati pi tardi. stato mandato a
chiamare anche lo stesso Sanemon, e gli stato chiesto se non avesse mai cercato di convertire
Kichijir, alla quale domanda egli ha risposto di non avere mai cercato di convertirlo. Gli stato allora
ordinato di apporre un segno di sua mano sulla dichiarazione attestante che non aveva cercato di
convertire il predetto. Successivamente stato convocato Sugiyama Shichirob e gli stato chiesto
perch avesse conservato lappunto con la gerarchia cristiana, rinvenuto il giorno avanti. Shichirob
ha detto: Al tempo dellamministrazione di Hj Awanokami il suo primo aiutante mi disse di
imparare a memoria quei nomi dal momento che ero incaricato di tale materia. Cos ho ricevuto
quellannotazione da Hattori Sah, lufficiale di polizia. La sua spiegazione stata considerata
convincente, ed egli stato congedato.
Tah, inserviente di Kasahara Gemon, che lavora per il ministro Tatebayashi, e Shinb, il guardiano
che in qualit di inserviente fa parte della squadra di Sait Tanomo, sono stati chiamati e posti
entrambi a confronto con Kichijir, per fare accertamenti circa limmagine da essi raccolta. risultato
che laveva raccolta Shinb. Lo stesso Tah ha detto daver visto Shinb che la teneva in mano. Di
conseguenza sia Tah che Shinb sono stati congedati.
Stesso giorno. Hitotsubashi Matab stato appeso, dentro il carcere. Funzionari incaricati erano
Hisaki Genemon, Okuda Tokub, Kawase Sb e Kawara Jingob. Da quel momento Matab stato
torturato parecchie volte.
18 ottobre. Ottimamente. Sua signoria venuto personalmente alla villa di Montagna. Gli ispettori,
Sayama Shzaemon e Tanegusa Taremon, sono pure arrivati e hanno torturato Hitotsubashi Matab
e la moglie al cavalletto. Nait Shinb stato convocato allo Studio. Matsui Kuremon stato
interrogato e ha bruscamente confessato.
24 novembre. Ho fatto inchiodare allingresso principale della villa di Montagna il tabellone con
lavviso concernente la denuncia di cristiani. Se ne sono occupati Kawara Jingob, Ukai Gengoemon e
Yamada Jurobe. Lavviso in questione stato preparato per ordine delle loro signorie. Esso dice:
Avviso: La fede cristiana al bando da molti anni. Tutti sono esortati a denunciare le persone sospette.
Le ricompense che saranno corrisposte sono le seguenti:
A chi denuncia un Padre: 300 monete dargento
A chi denuncia un Fratello: 200 monete dargento
A chi denuncia un Riconvertito: ibidem
A chi denuncia un Catechista o un Cristiano laico: 100 monete dargento
Anche se lo stesso denunciante un Catechista o un Cristiano laico, ricever 300 monete dargento
in conformit con la condizione del denunciato. Chi desse ricetto a tali persone che fossero poi trovate
su informazione di terzi, verr severamente punito, e con lui la sua famiglia e i parenti, come pure il
capo della zona e le famiglie del vicinato. Quanto sopra il nostro avviso.

10 dicembre. Juan stato messo in carcere. Mandati da entrambe le loro signorie sono venuti i
direttori, Takahashi Naoemon e Hattori Kinemon, e in presenza di funzionari di polizia delle signorie
loro hanno notificato a Juan il rapporto seguente:
Juan, la cui condotta sempre cattiva, laltro giorno ha tenuto un comportamento offensivo verso
Kay Genzaemon, dimostrando di essere un individuo assai insolente. Per punizione deve essere messo
in carcere. Gli si ordina di accettare la punizione predetta.
Juan ha risposto che questo era anche il suo desiderio e che lavrebbe accettata di buon grado.
Condotto in carcere, ha esibito il suo borsellino e lha consegnato ai funzionari. stato portato al
corpo di guardia ed entrato immediatamente in prigione. Il borsellino predetto stato esaminato alla
presenza dei direttori, dei funzionari di polizia e delle signorie loro; esso conteneva diciassette ryo e un
bu in spiccioli. Gli altri oggetti appartenenti a Juan sono stati esaminati e annotati nel registro. I
funzionari di polizia vi hanno posto i sigilli e li hanno messi nellabitazione di Juan.
Tra gli oggetti appartenenti a Juan cerano una catena, due cilici, due rosari e una carta
astronomica.

Nono Anno dellEnp, Gallo-dOro-Minore

25 luglio. Okada Sanemon deceduto per malattia alle due-tre dopo lora della Scimmia. Con Ukai
Gengoemon e Naruse Jirzaemon mi sono recato da sua signoria per fare rapporto. Dalla sua
residenza sono stati mandati qui immediatamente i direttori, Takahara Sekinoj e Emagari Jremon.
Si provveduto a far vigilare continuamente da tre guardie la salma di Sanemon.
Il denaro di Sanemon consisteva di tredici ryo e tre bu in spiccioli e di cinque ryo in monete doro,
per un totale di ventotto ryo e tre bu. Gli oggetti di sua propriet sono stati sigillati dagli inservienti e
dai direttori di sua signoria, per essere messi in magazzino il 28.
26 luglio. Le seguenti persone sono venute per lispezione alla villa di Montagna: ispettori Omura
Yoemon, Murayama Kakuday, aiuto-ispettori Shimoyama Shachir, Nomura Rih, Uchida Kanjr,
Furukawa Kyzaemon. Alla presenza dei direttori di sua signoria ho consegnato agli ispettori la
seguente dichiarazione:
Copia della Dichiarazione

Okada Sanemon, che abitava nella residenza cristiana, deceduto poco dopo le quattro e mezza nel
pomeriggio del 25. Nato in Portogallo, Europa, fu dapprima affidato alla custodia di Inoue
Chikugonokami, nellanno dellAriete or sono circa trentanni, e venne quindi ad abitare qui
nelledificio cintato dove ha vissuto trentanni, fino a questanno del Gallo. Cadde ammalato al
principio del mese e perse quasi del tutto lappetito, peggiorando continuamente nonostante le cure
mediche di Ishio Dteki, il dottore del carcere, finch spir. Il predetto San-emon aveva
sessantaquattro anni. A parte questo non c qui nulla dinsolito.
26 luglio.
Il gruppo di Hayashi Shinanonokami
Okuda Jiremon
Ukai Gengoemon
Kawara Jingob
Kawase Sb
Kay Denemon

Dopo lispezione, la salma di Sanemon stata inumata nel tempio Muryin a Koishikawa. Da Muryin
venuto un prete di nome Gensh. La salma di Sanemon stata mandata l con un veicolo, ed stata
cremata. Il nome buddista postumo di Sanemon Mysen Joshin Shinshi. Sono stati pagati un ryo e
due bu per il servizio funebre e cento hiki per le spese di cremazione. Queste spese per il funerale sono
state pagate con parte del denaro lasciato da Sanemon.
Note

1. Xeraphim: monete dargento (N.d.T.).


Indice

Presentazione

Frontespizio

Pagina di copyright

Prologo
1. (Lettera di Sebastio Rodrigues)

2. (Lettera di Sebastio Rodrigues)


3. (Lettera di Sebastio Rodrigues)

4. (Lettera di Sebastio Rodrigues)

5.
6.

7.

8.

9.
10. Estratti dal diario di Jonassen impiegato presso la Compagnia Olandese, Dejima, Nagasaki

Appendice. Diario di un funzionario della casa cristiana

Note

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