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Rock progressivo

Nome:

Una volta si chiamava anche rock romantico, rock barocco, rock sinfonico, classic rock, art rock.
Tutti termini fuorvianti, in parte ridicoli, inesatti, non esaustivi, infantili. Tutti comunque migliori di
progressive.
Tutti i lettori che un minimo si interessano di musica rock sanno cos' questo genere musicale che
ha avuto il suo apogeo nella prima met degli anni 70, magari non lo amano ma presumibilmente
hanno ascoltato alcuni dischi dei principali gruppi e probabilmente possono, o ritengono di potere,
riconoscere se un brano appartiene al progressive o meno.
Forse per le cose non sono cos lineari. Cos' che definisce il perimetro stilistico ed estetico del
progressive ? Negli ultimi anni sono stati in parte attribuiti al genere, probabilmente al di l delle
intenzioni degli autori, forme di espressione musicale recenti e apparentemente non legate
primariamente a esso. Ed ecco che per gruppi come Radiohead, Sigur Rs, Tarentel, Tortoise,
Cerberus Schoal, Aloha, Muse, Godspeed You Black Emperor! si riparlato di "progressive".
Il termine ha assunto cos connotati molto sfumati, tanto sfumati che addirittura si tentata una
operazione retrospettiva attribuendo al genere forme musicali precedenti solitamente legate al rock-
blues, alla psichedelia, al folk-rock, all'hard-rock. Cos, con la massima disinvoltura, sono stati citati
nel progressive i primi Fleetwood Mac, John Mayall, i Led Zeppelin, i Pentangle, i Cream ecc..
Diciamo subito una cosa: chi scrive in completo disaccordo. Ma perch negli ultimi anni stato
assunto questo atteggiamento critico sia da chi non ama il progressive, diciamo nella notazione pi
classica, sia dagli appassionati? Difficile dirlo con certezza, ma alcuni elementi sono da
sottolineare: gli appassionati di progressive, magari anche contemporaneo, sono da decenni
bombardati da una critica musicale che manifesta una ferocia verso il genere a volte francamente
vicina alla psicopatologia, critica frutto a sua volta del radicarsi di alcuni miti musical-antropologici
come il rifiuto della sovrastrutturazione e dell'autocompiacimento vissuti come onanismo
intellettuale, il rifiuto della pretenziosit vista come freddezza (il famoso "rock del vero sentire",
una delle pi grosse sciocchezze mai lette), il rifiuto della forma vista come assenza di sostanza
(come se in musica esistesse qualcosa d'altro oltre la forma). Tutto questo ha lasciato il segno e la
maggior parte dei prog-fan, quando capitata l'opportunit di rompere l'accerchiamento
immettendo nel genere musiche pi criticamente accettate, ha colto la palla al balzo. I detrattori del
prog, d'altra parte, non potendo ignorare l'importanza storica del movimento e la sua influenza,
hanno di buon grado accettato di promuoverlo allargandone i limiti fino a ridurre il genere a
qualcosa di meno definito e quindi pi manipolabile dialetticamente. Entrambi hanno poi sfruttato il
termine progressive stesso, da qui l'incipit della monografia, ponendo alla fine la definizione del
genere non in relazione alla statica di uno stile, per quanto sfuggevole, ma in relazione alla
dinamica di un'intenzione: progressive diventato tutto ci che "progredisce" verso altre forme di
estetica musicale e ci che prima era considerato progressive lo stato nel suo tempo, ma ora tale
"stile" non lo pi (e soprattutto non lo sono pi gli epigoni del genere). Operazione alquanto
ambigua.
Definire un oggetto in senso dinamico significa alla fine non definirlo, ponendo le basi della pi
completa aleatoriet. L'uso di qualunque termine presuppone un accordo di massima sui perimetri
di definizione dell'oggetto, nessun termine pu essere definito relazionandolo al vissuto o alla
visione soggettiva di un osservatore. Nessuno accetterebbe la definizione di un aereo come di "una
cosa che sta in aria e il cui rumore mi d fastidio", n tantomeno di definire il treno "un mezzo
innovativo per muovere persone e cose". Alla fine dell'800 era innovativo, adesso no. Rimane
comunque un treno. Inoltre, se ci si dovesse attenere alla definizione dialettica si dovrebbe scrivere,
oltre che degli Yes e dei Genesis, anche di Bach, Beethoven, Shoenberg, Ligeti, Zappa, Tangerine
Dream, Black Sabbath, Burt Bacharach... Credo che tutti indistintamente troverebbero questo
ridicolo.
Definire il progressive dunque come stile, definirne i perimetri estetici, l'humus emotivo. Non cos
semplice. Sono stati, a mio parere a ragione, attribuiti in area progressive gruppi molto diversi, dal
sinfonismo dei Renaissance agli sperimentalismi degli Henry Cow. Il progressive ha confini molto
pi vasti del blues o dell'heavy metal. Ma comunque li ha. Vediamo di definire alcuni punti.
- Il rifiuto programmatico della "forma canzone", il rifiuto della riduzione delle forme espressive
del rock nell'ambito della rigidit strutturale del ritornello come fulcro dell'invenzione musicale.
- Il poter prevedere nell'ambito del dispiegarsi di tale invenzione la creazione di pezzi molto lunghi,
anche suddivisi in sottosezioni, con l'alternarsi nello stesso brano di situazioni musicali molto
diverse.
- Il massiccio utilizzo di cambi di tempo nella ritmica, spesso con tempi dispari.
- L'utilizzo di strumentazioni molto allargate che superino la triangolazione chitarra-basso-batteria,
con un utilizzo massiccio di tastiere (in particolare due strumenti leggendari come l'organo
hammond e il mellotron), vero "marchio di fabbrica" per moltissimi gruppi progressive, ma anche
di strumenti a fiato e a volte intere sezioni d'archi o orchestre.
- Arrangiamenti molto ricchi e ridondanti, spesso con toni celebrativi e epici.
- L'uso di strutturazioni spesso ritmicamente e melodicamente complesse con marcato sfruttamento
di situazioni armoniche mutuate dalla musica classica (sia barocca che romantica), ma spesso anche
dal jazz, con il superamento parziale delle radici blues fino ad allora imprescindibili nel rock.
- In generale, lo svincolare la musica dal contesto sociale e/o politico; il progressive non riflette il
reale ma al limite lo stempera nel fantastico, non porta messaggi sottotraccia ma solo estetismo fine
a se stesso, puro, incontaminato, cristallino. Il progressive rock che nasce e si sviluppa nella
borghesia. Ovviamente a prescindere dalle opinioni sociali o politiche dei singoli musicisti.
- Un uso molto limitato dell'improvvisazione.
- L'uso di testi, grafica, diremo in generale "look", tendente al metaforico, criptico, fantastico.
- Un approccio strumentale tendenzialmente virtuosistico, con un rapporto quasi epico del musicista
con il proprio strumento.
Chiaramente nella musica progressive tali elementi spesso non sono presenti contemporaneamente e
alcuni elementi sono presenti in altri generi, specialmente nella psichedelia, che infatti ha diversi
punti di contatto e forme di passaggio con il progressive, ma la sintesi di molti di questi elementi
definiscono il genere.
Nell'ambito del progressive si annoverano dei capolavori cos come dischi orrendi e ridicoli,
minimo comune denominatore comunque il tentativo, in parte riuscito, di vivere il rock come
forma artistica in s, senza alcuna altra determinazione (il divertimento, l'energia, l'aggressivit, il
ballo, lo sballo, il messaggio, il rilassamento).
In tal senso, il progressive, che un critico ha definito giustamente la forma matura, post-
adolescenziale, del rock, stato negli anni d'oro il centro di una rivoluzione copernicana in cui la
"musica giovane" non stata pi giovane ma solo musica, e in cui il rock ha assunto una dignit
artistica fino allora sconosciuta.
"La deliberata affermazione da parte mia, nel 1969, che era possibile nel rock richiamarsi alla testa
oltre che ai piedi caus una sorta di esplosione passionale e fu considerata eretica" affermava
Robert Fripp, e in tale frase si ha tutta la lucida programmazione del personaggio e le linee di
sviluppo di tutto il genere.

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