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Rivista pubblicata in collaborazione con la

societ filosofica italiana

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societ filosofica italiana


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19124 la spezia
GLAVX
PERIODICO ANNUALE
DI FILOSOFIA

xii-xiii-xiv/2011-2012-2103

LA FILOSOFIA PRIMA
E IL PARADISO DELLA VERIT
CONVERSAZIONE
CON LEONARDO MESSINESE

AGOR & CO.


Laborem saepe Fortuna facilis sequitur
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compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico

ISSN 1664-1930
ISBN 978-88-97461-98-2
SOMMARIO

Glaux, settima costellazione ovvero materiali


per lapertura di un quadro di studio 9

La filosofia prima e il paradiso della verit


Conversazione con Leonardo Messinese 21

Antonino Postorino
Verso la filosofia prima: la lunga via della contraddizione 55

Paolo De Lucia
Esperienza ed esistenza. Sulla possibilit di unintegrazione
soteriologica della proposta bontadiniana 93

Mirko Dolfi
Esistenza ed eternit dellente nellEtica di Spinoza 103

Lorenzo Spezia
Alcune considerazioni su Nietzsche e il superamento della metafisica 125

Andrea Cavazzini
Dopo la metafisica. Note su Emanuele Severino, Hegel e la tradizione
filosofica 151

Silvia Ferrari
Sullantisemitismo metafisico. Una nota critica sui Quaderni Neri
di Martin Heidegger 167

7
sommario

Angelo Tonelli
Una nota sullequivoco originario intorno allessere in Parmenide
e la conseguente obliterazione della Sapienza 179

Paolo Bertini
Che cosa voleva la filosofia del mondo antico 187

8
ALCUNE CONSIDERAZIONI SU NIETZSCHE
E IL SUPERAMENTO DELLA METAFISICA

lorenzo spezia*

1. Introduzione

M. Ferraris sostiene che F. Nietzsche sia il vero e proprio padre del pensiero
anti-realista, e quindi anti-metafisico, tipico della postmodernit, avendo
buon gioco nella dimostrazione: non forse colui che ha scritto la celebre
sentenza non ci sono fatti, ma solo interpretazioni?1 Pi chiaro di cos
La problematicit per di questa apparentemente pacifica istanza emerge
qualora si tenti di contestualizzare laffermazione nicciana, perentoria se
isolatamente presa, nellintera storia del pensiero occidentale: appare allora,
a mio avviso chiaramente, come Nietzsche non sia affatto un anti-metafi-
sico; anzi: grazie a lui una genuina istanza metafisica ha fatto nuovamente
la sua comparsa sullorizzonte del pensiero occidentale. Gi M. Heidegger,
nelle sue lezioni su Nietzsche,2 lo aveva dichiarato ultimo dei metafisici,
inquadrandolo per nella sua visione della storia della filosofia e quindi
dichiarandolo superato dalla sua post-metafisica.3 In questo articolo mi

* Lorenzo Spezia docente incaricato di Filosofia presso Istituto Teologico di Assisi,


aggregato alla Pontificia Universit Lateranense di Roma. sacerdote dal 2003 e vive
nella comunit dei Ricostruttori nella Preghiera presso il Monastero di San Simeone, in
provincia di Terni. La sua ricerca fi losofica si incentra sul pensiero apofatico, dalle sue
origini neoplatoniche ai suoi esiti nella cultura contemporanea, da Heidegger a Nietzsche
a Derrida a Jung.
1
Cfr. Ferraris, Spettri di Nietzsche; Ferraris, Manifesto del nuovo realismo.
2
Heidegger, Nietzsche.
3
At least as portrayed by Heidegger, Nietzsche is simultaneously the greatest critic of

125
lorenzo spezia

propongo di mostrare come Nietzsche sia in effetti un metafisico, ma non


lultimo, bens il geniale ripensatore di una certa tradizione metafisica, e
proprio per questo il capostipite di un rinnovamento della metafisica stessa,
che il pensiero contemporaneo ha accolto ed approfondito, e del quale non
ancora pienamente cosciente.
Come si spiegano dunque le esplicite dichiarazioni nelle quali Nietzsche
si mostra nemico della metafisica? Esse riguardano limpronta particolare
che Platone ha impresso sulla storia del pensiero (impronta che ha dato
origine a ci che denominiamo metafisica) e non la metafisica nella tota-
lit delle sue possibilit espressive. Certo, vero che Platone linventore
di quel tipo di pensiero che poi si chiamer metafisica;4 vero anche che i
successivi autori, trattando di metafisica, hanno sempre fatto riferimento
a Platone; ma altrettanto vero che in epoca neoplatonica la metafisica,
rediviva dopo la pausa ellenistica, assume una nuova coloritura che ne
cambia profondamente i connotati. Ed precisamente questa nuova me-
tafisica che, unendosi alla religione cristiana, origina la stagione filosofica
patristica e scolastica, fucina in cui il pensiero moderno prende forma e
vita; e da cui poi gradatamente si distacca assumendo la sua compiutez-
za nelle due fondamentali espressioni del razionalismo e dellempirismo.
Ed proprio questo distacco che Nietzsche denuncia con sentimenti con-
traddittori di gioia e di profonda angoscia, simbolizzandolo nellimmagine
pregnante della morte di Dio (con ci aprendo la stagione del pensiero
contemporaneo).5 Cercheremo di dimostrare come paradossalmente, con
questa straordinaria intuizione, Nietzsche apre anche una nuova possibi-
lit per la metafisica, certamente non nel senso classico del termine (anzi
contrapponendovisi con forza, com noto) e neppure esattamente nel
senso neoplatonico: in un nuovo senso che per , per alcuni aspetti, vi-
cino a questultimo. Tant vero che Heidegger prima e Derrida poi, sulla
scia ermeneutica di Nietzsche, si fanno sempre pi vicini a quello che fu il
pensiero apofatico, forma metafisica tipicamente caratterizzante la stagio-
ne neoplatonica.6

metaphysics and its last practitioner. Inextricably ensnared in the tradition of Western
metaphysics, Nietzsche was unable finally to confront the essence (Wesen) of nihilism
(Conway, Heidegger, Nietzsche, and the Origins of Nihilism, 11).
4
Anche se, come cercheremo di mostrare pi precisamente in seguito, il pensiero me-
tafisico di Platone pu nascere soltanto nel contesto della totalit di un complesso cammi-
no intellettuale che prelude ai gesti platonici fondativi della metafisica.
5
Pensiamo subito al discorso delluomo folle ne La gaia scienza, II, 125.
6
Cfr. Yannaras e Fyrigos, Heidegger e Dionigi Aeropagita; Law, Negative Theology in

126
alcune considerazioni su nietzsche

2. Metafisica classica, metafisica neoplatonica e ricerca moderna

2.1. Metafisica nel periodo classico: la fondazione

La metafisica entra sulla scena della storia grazie a Platone, sebbene n lui
n Aristotele abbiano coniato il fortunato termine. Platone ebbe il genio di
saper raccogliere e rilanciare genuinamente la grande sfida gi lanciata da
Parmenide, il cui pensiero intensamente radicale fu poi diluito dai plurali-
sti e dissolto dai sofisti7. Con Parmenide improvvisamente comparve nella
storia, e nella maniera pi forte possibile, lonto-logia (nel senso proprio
ed originario di sull): Platone dunque si ritrova, da una parte, di
fronte alla critica fondata e condivisa che i sofisti avevano mosso allon-
tologia parmenidea (e quindi ad ogni possibilit di conoscenza dell
quale cardine onto-gnoseologico del reale), e dallaltra alla prosecuzione
ormai significativamente aporetica del pensiero fisico, entrambe realt con
le quali anche il suo maestro Socrate sincontra e si scontra.
Platone escogita una soluzione geniale che gli consente di superare da una
parte, come gi i primi fisici tentarono di fare, laporeticit intrinseca alla
molteplicit incessantemente diveniente della ,8 pur salvando i fenome-
ni (cosa che non riusc a Parmenide che trasform invece la nellimmo-
bile sfera decretando lillusoriet di tutti i fenomeni); e dallaltra a superare
dallinterno limpasse nichilistico in cui la sofistica protagoreo-gorgiana aveva
chiuso il pensiero. Platone trasferisce, per quanto possibile, limperitura sal-
dezza dell parmenideo alle Idee delle cose, delineando il mondo dellespe-
rienza molteplice e diveniente non pi come irreale allucinazione, ma come
immagine decaduta, quindi imperfetta, del mondo ideale. Ci che veramente
, in s e per s, eternamente e stabilmente presente lIdea; mentre il mondo
dellesperienza da cui la riflessione presocratica era partita, il mondo peren-
nemente mobile della , rimane soltanto un lontano riflesso di ci che

Heideggers Beitrge Zur Philosophie; Derrida, Come non parlare. Denegazioni.


7
Pur con gesti non meno radicali ed intensi: basta leggere in ottica parmenidea il
di Gorgia - anche soltanto il titolo.
8
La stessa ricerca fi losofica nel suo complesso cominciata cercando quale fosse
l, il principium dei fenomeni che appaiono in maniera cos spesso traumaticamen-
te contraddittoria (il divenire, la mancanza di unit, la morte: tutte quelle mancanze di
essere ben individuate da Parmenide, che causano nelluomo quella meraviglia, non
soltanto goiosa ma anche drammatica, che Aristotele individua, appunto, quale origine
della fi losofia) e bisognosa di risposte. Questo venne concepito come il punto cardi-
ne da cui osservare tutta la realt e darle un senso.

127
lorenzo spezia

veramente : quella che in Parmenide era lonto-logia si arricchisce in Platone


della dimensione meta-fisica, scienza di ci che posto oltre la (il mon-
do delle Idee)9. Mentre Parmenide, pur negando completamente lesperienza,
rimane dentro la , Platone trasporta il principio fondante della ol-
tre e fuori di essa, ottenendo il risultato di salvare il fenomeno e nel contempo
dar compiutamente ragione della , realizzando lantico sogno dei primi
filosofi,10 negato dai sofisti: questo grazie alla meta-fisica.
Questa bolla metafisica plato-aristotelica,11 che prosegue il parmenidi-
smo in una direzione nuova e feconda, non convince affatto i pensatori
successivi ad Aristotele (anchessi riallaciantesi alla tradizione socratica),
cadendo in un discredito pressoch totale nel lungo periodo ellenistico
della filosofia, per riemergere successivamente in una modalit inaspettata
ed estremamente feconda, che di seguito tentiamo brevemente di delinea-
re. La metafisica infatti, grazie al neoplatonismo, risorger dalle sue ceneri
profondamente mutata, ed arricchita.

2.2. Metafisica nel periodo neoplatonico: la rinascita

Una peculiare corrente del pensiero ellenistico, lo scetticismo rappresen-


tato carismaticamente da Pirrone di Elide, sosteneva che nessuna forma
di conoscenza in grado di cogliere la realt, ma necessario sospendere
il giudizio su tutto (l), poich questa stessa sospensione consente il
raggiungimento dellimperturbabile serenit del saggio.12 Ci pu accadere
soprattutto perch, secondo Pirrone, la sospensione quanto pi totale pos-

9
Scrivo il termine Idea con la maiuscola iniziale quando si riferisce a questa realt
metafisica platonica, e non semplicemente allidea in quanto pensiero soggettivo.
10
Sogno realista in quanto tentativo di determinare il principio ontognoseologico
della realt, che in Platone lIdea.
11
Di Aristotele spesso si sottolinea la contrapposizione a Platone, dal momento che
anche lo Stagirita la sottolinea con un certo compiacimento; pi difficilmente si nota ci
che lui stesso fatica ad ammettere: la sua dipendenza da Platone. Senza Platone, rimarreb-
be incomprensibile il nocciolo della teoria aristotelica: la composizione ilemorfica della
realt, o latto che lenergia metafisica dellidea platonica che struttura la realt model-
landola dallinterno e non pi da un iperuranio esterno alla realt empirica. Ma, seppure
con un apprezzamento assai pi attento per il mondo dei fenomeni rispetto a quello pla-
tonico, laristotelismo ha essenzialmente bisogno di cristallizzare le forme delle cose in
una intemporale piena presenza.
12
qui il caso di ricordare che proprio questo lo scopo finale comune a tutte le fi lo-
sofie ellenistiche, pur nelle loro diversit.

128
alcune considerazioni su nietzsche

sibile del giudizio consente di cogliere in qualche modo la natura divina,


che posta oltre ogni possibilit di comprensione razionale: questa les-
senza pi autentica dello scetticismo.13 Sembrava dunque posta la parola
fine ad ogni possibilit di valorizzazione della metafisica plato-aristotelica,
in quanto decisa negazione di ogni possibilit di conoscere la realt, e men
che mai di coglierne il principio onto-gnoseologico.14
grazie soprattutto allopera geniale di Filone di Alessandria che questa
istanza, genuinamente scettica, diventa il punto di forza giocando sul quale
la metafisica, e quindi il realismo, possono rinascere, con lenergia necessa-
ria ad affrontare e vincere le sfide che i secoli a venire avrebbero loro pro-
posto.15 Tentiamo di osservare pi nel dettaglio come questo fenomeno,
apparentemente paradossale, ha potuto aver luogo. Anche Filone emerge
dallo stesso melting pot culturale di Pirrone, quello ellenistico, nel quale la
religione una dimensione essenziale dellesistenza felice e quindi inestri-
cabilmente connessa con la filosofia, che non affatto un puro esercizio
razionale contrapposto alla credenza religiosa ma spesso una sorta di
espansione meditata di essa;16 Filone per non era influenzato tanto dalle
religioni estremo-orientali, come Pirrone, quanto dalla religione dei suoi
padri alla quale aderiva con convinzione, come molti ebrei alessandrini
del suo tempo. Senza bisogno di eccessivi approfondimenti esegetici, ma
soltanto facendo riferimento ad una conoscenza comune del messaggio
biblico, sappiamo bene che Dio nel Pentateuco presentato come persona
e come creatore di tutto, differente da ogni altra creatura e avvolto da una
misteriosa nube di inconoscibilit: per questa sua caratteristica poteva co-
stituire un valido principio fondativo del reale per lo spirito ellenistico, che
percepiva in modo forte e coinvolgente la presenza di un mistero divino,
razionalmente insondabile e soggiacente a tutta la realt, come abbiamo
visto esemplificato in Pirrone.

13
Pirrone, fra laltro, frequenta alcuni maestri induisti (gimnosofisti), nel corso della
sua partecipazione alla spedizione di Alessandro Magno (cfr. Reale, Scetticismo, Ecletti-
smo, Neoaristotelismo e Neostoicismo).
14
Le gnoseologie epicuree e scettiche, bench apparentemente realiste, hanno per sco-
po il sostegno dogmatico ai loro rispettivi sistemi etici, e non la conoscenza della realt.
15
Approfondiscono limportanza di Filone nel cammino fi losofico occidentale soprat-
tutto Reale, Rinascita del Platonismo e del Pitagorismo; Berti, In principio era la meravi-
glia; Ferraris, Storia dellontologia.
16
qui il caso di notare, a sostegno del parallelismo fra neoplatonismo e pensiero nic-
ciano, che anche la fi losofia di Nietzsche difficilmente separabile da forti accentuazioni
religiose: si pensi soltanto allo stile di uno scritto quale Cos parl Zarathustra.

129
lorenzo spezia

Ma in che modo il Dio di Filone poteva soggiacere a tutta la realt con di-
gnit filosofica, andando un passo oltre le espressioni della Bibbia a carattere
maggiormente mitologico, che non soddisfacevano i risvolti pi marcata-
mente intellettualistici della cultura alessandrina? Ecco qui lintuizione ge-
niale di Filone: la realt quale laveva pensata Platone, cio la realizzazione
nella materia e nel tempo di un mondo di Idee; queste Idee per non esi-
stono in s e per s ma sono i pensieri della mente di Dio. Cos la metafisica
plato-aristotelica pu rinascere, rinnovandosi grazie allaccoglienza delle pi
genuine istanze ellenistiche, e pu impregnare di s il pensiero dei secoli a
venire - anche perch inestricabilmente connesso alla religione cristiana, che
ovviamente caratterizzata in maniera forte dalla sua origine ebraica.
Dopo Filone in ogni esperienza filosofica e spirituale si incontrano e
scontrano, si dosano ed intrecciano tre elementi fondamentali in cerca di
equilibrio: quello platonico, quello aristotelico e quello apofatico; proprio
questo intreccio ci che caratterizza nella sua essenza il pensiero neopla-
tonico. Nellelemento platonico, il centro onto-gnoseologico della realt
posto nelle Idee archetipe separate dagli oggetti empirici; in quello aristo-
telico posto nellatto formale (ossia essenziale) permeante di s gli oggetti
empirici; in quello apofatico si sottolinea il fatto che le idee archetipe della
realt sono radicate nella dimensione divina che trascende assolutamente
ogni capacit razionale.17 Di queste tre istanze, apparentemente contra-
stanti, viene spesso tentata la sintesi.
Lequilibrio raggiunto si comincia a spezzare qualche anno dopo la
morte di Tommaso dAquino nel contesto del difficile assorbimento, da
parte dellambiente intellettuale medievale, della rivoluzione apportata alle
tradizionali concezioni scientifiche dallintroduzione delle opere maggiori
di Aristotele. Possiamo osservare a questo proposito una cesura piuttosto
decisa nellanno di pubblicazione delle tesi di condanna dellaristotelismo
ad opera del vescovo di Parigi (1277) semplicemente esaminando la spe-
cifica porzione di una tavola cronologica che prenda in considerazione i
pensatori vissuti in quel periodo. La svolta netta: lambito della fede e
quello della ragione (o della scienza) si separano; e mentre Bonaventura,
Tommaso, Alberto avevano tentato la sintesi riconoscendo ai due campi
una parziale sovrapposizione, Eckhart, Scoto e soprattutto Ockham pro-
cedono avendo per fondamentale ipotesi di lavoro la loro etereogeneit.18

17
Proprio per questo la realt ultima irrazionale, nel senso di ci che posto sopra, o
oltre, le possibilit della conoscenza razionale.
18
Questo accade perch il documento magisteriale (reperibile in Pich, La condamna-

130
alcune considerazioni su nietzsche

2.3. Metafisica nel periodo moderno: alla ricerca di un fondamento

proprio questo a mio avviso latto di nascita della modernit - che non
coincide ovviamente con la sua maturit: soltanto nel corso dei secoli
che lelemento platonico si tramuter nella tendenza razionalista, mentre
quello aristotelico diventer la tendenza empirista; entrambe alla ricerca
del loro fondamento, venuto meno con la fuoriuscita completa del Dio
neoplatonico dal campo del pensiero filosofico-scientifico.19 Era proprio
quel Dio a fare da trait dunion fra i tre distinti elementi del pensiero e a
fornirne una valida fondazione; venuta a mancare, rimane compito della
nuda razionalit umana trovare il fondamento; un compito assai arduo: le
idee infatti che garantiscono al pensiero la presa sulla realt non possono
essere fondate sulla semplice esperienza empirica, come volevano gli em-
piristi (poich i sensi ingannano e non offrono mai dati universali e neces-
sari come invece sono le idee); e non possono neppure essere fondate sulla
loro innatezza (non ne avremmo soddisfacentemente esplicitata lorigine,
lasciando aperto il campo a molte incertezze).20 In proposito significati-
vo che il filosofo che chiude grandiosamente la stagione moderna, Hegel,
ricercando il fondamento, si avvicina ad una forma di pensiero molto vi-
cina al neoplatonismo - tutta la realt pensata come dinamica automa-
nifestazione di uno spirito assoluto - senza per nuovamente identificare
lo spirito assoluto con il Dio della fede cristiana (piuttosto, riassorbendo
questultimo in quello). La razionalit ancora padrona assoluta: celebre
lidentificazione hegeliana fra razionalit e realt. Ora, accostando al cam-
mino del pensiero fin qui delineato le parole con cui Nietzsche descrive il
fenomeno della morte di Dio, evidente che essa coincide precisamente

tion parisienne de 1277), condannando lutilizzo delle categorie del pensiero aristotelico
in ambito teologico, sortisce leffetto di separare lambito dello studio scientifico (per cui
era ormai imprescindibile laristotelismo, inteso come istanza di autonomia empirica e
razionale nella ricerca) da quello della riflessione teologica. Anche la Riforma del XVI sec.
sar un effetto di questo fondamentale avvenimento.
19
Bianchi ripercorre criticamente (Il vescovo e i filosofi, 14 ss.) il percorso storico delli-
dea che le condanne del 1277 siano il gesto che apre la modernit, a partire da Duhem pas-
sando per Gilson. Egli dellidea che ci non sia assolutamanete vero, mal comprendendo
in cosa esattamente la rivoluzione consista: non una reale rivincita del platonismo nei
confronti dellaristotelismo, ma un maldestro tentativo di realizzarla che ottiene per
effetto di liberare lo spazio del puro esercizio razionale dal vincolo della fede.
20
Si pensi ad esempio alla soluzione cartesiana, che per poter giustificare la presenza
nellio-penso di idee veritiere e chiare deve far ricorso alla presenza di un Dio assoluta-
mente ex machina.

131
lorenzo spezia

con la nascita del pensiero moderno, conseguente alla sparizione dallam-


bito filosofico e scientifico del Dio neoplatonico cristiano, fondamento ir-
razionale della realt e della razionalit stessa.21

2.4. Metafisica nel periodo contemporaneo: oltre la razionalit

Come abbiamo visto nella sezione precedente, la razionalit, pur dispiegata


nella sua piena intensit su tutti i fronti, non riesce a rendere soddisfacente-
mente ragione del fondamento ultimo del reale; la dimensione irrazionale
irrompe di nuovo: proprio questo movimento a costituire lessenza del
pensiero contemporaneo. Osservando, ancora in questo caso, una tavola
cronologica relativa alla fase di transizione fra modernit e contempora-
neit filosofica notiamo, dopo i nomi di Hegel e Comte, quello di Schopen-
hauer: capostipite dei maestri del sospetto, ossia di coloro che che ap-
punto sospettano che la razionalit inganni il pensiero che vuol giungere al
fondamento ultimo della realt. Altri nomi sono quelli di Nietzsche, Freud
e Jung, Heidegger, Kuhn e Feyerabend, Derrida, che possiamo considerare,
seppur a diverso titolo, esponenti del filone irrazionalista contempora-
neo. Ma anche fra gli ideali prosecutori del positivismo comtiano spicca il
nome, ad esempio, di Wittgenstein la cui famosa sentenza ci di cui non
si pu parlare si deve tacere trasforma il trattato fondativo della filosofia
analitica in un testo da molti considerato mistico.22 Ecco perch possiamo

21
Cos Heidegger: Nietzsche adopera il nome nichilismo per indicare il movimento
storico da lui riconosciuto per la prima volta, ma che domina gi i secoli precedenti e che
dar limpronta al prossimo, e di cui egli compendia linterpretazione pi essenziale nella
breve sentenza: Dio morto. Cio: il Dio cristiano ha perduto il suo potere sullente
e sulla destinazione delluomo. Il Dio cristiano al tempo stesso la rappresentazione-
guida che sta per il soprasensibile in generale e per le sue diverse interpretazioni, per gli
ideali e le norme, per i princpi e le regole, per i fini e i valori instaurati sopra
lente per dare allente nel suo insieme uno scopo, un ordine e come in breve si dice per
dargli un senso. Il nichilismo il processo storico attraverso il quale il soprasensibile
viene meno e viene annullato il suo dominio, e di conseguenza lente stesso perde il suo
valore e il suo senso. Il nichilismo la storia dellente stesso attraverso la quale viene alla
luce, lentamente ma inerrastabilmente, la morte del Dio cristiano. Pu essere che si creda
ancora a questo Dio e che il suo mondo sia ritenuto reale, efficace e determinan-
te. Ci assomiglia a quel processo per cui la parvenza luminosa di una stella spenta da
millenni continua a rilucere, ma rimane, con questo suo rilucere, una mera parvenza
(Heidegger, Nietzsche, 564 s.)
22
Anche il pragmatismo americano, che nasce con Peirce contemporaneo di Nietzsche,
caratterizzato da un marcato anti-essenzialismo che di fatto relega la dimensione ulti-

132
alcune considerazioni su nietzsche

affermare che, sia pure a diverso titolo, la comparsa (che per certi versi la
ricomparsa) della dimensione irrazionale nel pensiero caratterizza la sta-
gione contemporanea, avendo in Nietzsche un centro propulsore. Ma non
fu proprio simile a questa la novit che consent, grazie allintuizione di Fi-
lone, seguito (pi o meno consapevolmente) da innumerevoli discepoli, la
rinascita, sotto nuova forma, della metafisica? La metafisica non solo rinac-
que, ma si arricch di ulteriori valenze che ne approfondirono il suo essere
posta t : come abbiamo visto, Filone pot recuperare Platone
fondando il suo sistema nel divino principio sovra-razionale (e soprattutto
per questo posto oltre il mondo fisico). Sar quindi interessante osservare,
nella prossima sezione, per quali ragioni Nietzsche critichi la metafisica, e
in che senso invece siano presenti nel suo pensiero elementi che possono
configurare un qualche tipo di adesione ad una metafisica - e accennare alla
fondazione di una nuova metafisica, forse arricchita di ulteriori valenze.

3. Metafisica in Friedrich Nietzsche: rifiuto o rinnovamento?

Siamo daccordo con Ferraris nel sostenere che Nietzsche da porre fra i
padri fondatori del pensiero contemporaneo; tutti i pensatori successivi23
sono essenzialmente esplicabili facendo riferimento a lui e ad E. Husserl.
Osservare quindi pi attentamente il suo rapporto con la metafisica, senza
ridurlo ad un rifiuto netto, non solo ci aiuta a meglio cogliere la vera natura
del pensiero di Nietzsche e dellintero pensiero ermeneutico, ma anche
un ottimo indicatore per comprendere, pi in generale, quale posto ancora
la metafisica, e quindi il realismo, possono rivestire nella contemporaneit
postmoderna o post-postmoderna: osserveremo quindi, in questa parte con-
clusiva, in che senso precisamente Nietzsche critichi la metafisica (e quindi
anche il realismo), e cercheremo di stabilire una migliore interpretazione
della pi famigerata conseguenza di questa critica nicciana: il nichilismo.

mativa del reale nel campo dellirrazionale, mentre il razionale determinato da rapporti
di forza che hanno scopo pratico.
23
Come minimo quelli appartenenti alla corrente di maggioranza quella ermeneu-
tica a cui Ferraris rivolge le sue critiche e che, nel bene o nel male, fa oggi da supporto
teoretico alla postmodernit.

133
lorenzo spezia

3.1. La critica alla metafisica

Nietzsche notoriamente un critico molto severo di Platone e della me-


tafisica da lui elaborata;24 il punto che maggiormente gli contesta pu
essere efficacemente compendiato in queste poche parole di Heidegger:
per Platone il soprasensibile il vero mondo. Esso sta sopra in quanto ci
che determinante. Il sensibile sta sotto in quanto mondo apparente.25
svolto qui con chiarezza il nodo centrale per il quale Nietzsche rifiuta la
metafisica, che identifica tout-court con il platonismo: la sua critica non
da leggere come uneccessiva semplificazione del pensiero di Platone, ma
piuttosto come una visione profonda ed essenziale sulle radici della prima
ricerca esplicitamente metafisica, che da ricondurre senza indugio a Pla-
tone come alla sua prima origine. Tuttavia lo stesso Heidegger fa notare26
che Nietzsche, nella sua critica alla metafisica, ha di mira pi i platonici
che il grande ateniese, che osserva invece sotto una luce maggiormente
positiva;27 eppure, chi mai, se non Platone, ha pensato quelle idee per le
quali il mondo materiale, svalutato, si contrapposto al mondo intelligi-
bile, assurto alla dignit di unico vero mondo? proprio per questo che
anche Aristotele lo critica: forse s esagerando, soprattutto per motivazioni
teoretiche, ma di sicuro a ragion veduta.
In fondo, Nietzsche non agisce troppo diversamente da Aristotele: si di-
stacca da Platone, pur conservando una certa riverenza talvolta profonda,28
anchegli criticando Platone e fondando una sua metafisica. In questo sen-
so ritengo che Heidegger abbia visto giusto nel considerare Nietzsche un

24
Possiamo senza dubbio affermare, con Haar, che quella del superamento della me-
tafisica platonica la questione della fi losofia nicciana (Nietzsche and Metaphysics); che
Nietzsche sia un metafisico lo dimostrano altri poderosi studi: Poellner, Nietzsche and
Metaphysics; Doyle, Nietzsche on Epistemology and Metaphysics; Richardson, Nietzsches
System.
25
Heidegger, Nietzsche, 197. Questa breve sentenza appartiene ad una sezione del
Nietzsche dove Heidegger tratta dettagliatamente il rapporto di Nietzsche con Platone e
con il platonismo.
26
Ma cfr. anche laccurata disamina in Dri, Nietzsche legge Platone, 16 ss.
27
Studiano approfonditamente la questione del complesso rapporto fra Platone e
Nietzsche, che convergono in modo assai pi netto di quanto la superficie delle dichira-
zioni nicciane possa far sospettare, i saggi di Dri (Nietzsche legge Platone) e di Anderson
(Plato and Nietzsche), che sono ben documentati e presentano una completa bibliografia
in proposito.
28
Talvolta pi profonda di quella di Aristotele (fi losofo peraltro amato da Nietzsche
assai meno di Platone, nonostante le evidenti affinit).

134
alcune considerazioni su nietzsche

metafisico;29 e cos come Aristotele, nel suo polemico distacco da Platone,


resta in buona misura platonico, anche Nietzsche, pur nel suo distacco
assai pi profondo di quello aristotelico, resta in qualche modo platoni-
co: questa mia affermazione, che suona forse sorprendente, per straor-
dinariamente confermata da Nietzsche stesso. Anche Nietzsche, come lo
Stagirita, accusa Platone, e ancor pi i platonici, di essersi inventati un fa-
voloso mondo soprasensibile e di averne fatto il vero mondo, contrappo-
nendolo a quello che in realt lunico vero mondo: quello sensibile, quello
dellesperienza della da cui gi i presocratici erano partiti per filoso-
fare, e che chiunque ami la vita e la terra non pu negare. Paradossalmente
per la critica nicciana, in base a quanto egli stesso afferma, cos profon-
damente antiplatonica da risultare alla fine un platonismo rovesciato:

Platone consegna a Nietzsche unidea, come visto, stupefacente [la concezione


platonica dellIdea!]. Nietzsche la accoglie e la rovescia (umgedrehter Platoni-
smus) il mondo vero quello sensibile, il mondo falso quello soprasensibile.30

Per cercare di comprendere in che senso il pensiero di Nietzsche si possa

29
A mio avviso, lerrore fondamentale che Heidegger compie, e che deforma anche le con-
siderazioni su Nietzsche e sulla sua metafisica, quello pensarsi come il primo filosofo che
riesce a svincolarsi, in qualche modo, dal metafisico oblio dellessere: come ho cercato di mo-
strare nella sezione precedente, in realt tutto il neoplatonismo si basa sulla considerazione
dellessere in quanto fonte originaria dellessere dellente, differente quindi da ogni altro ente.
Cos come i neoplatonici attuarono un certo superameto della metafisica, pur rimanendo me-
tafisici, la stessa cosa fanno a mio avviso sia Nietzsche che Heidegger. Che Nietzsche superi la
metafisica gi prima di Heidegger rimane ampiamente dimostrato da Haar in Nietzsche and
Metaphysics; cfr. anche Vattimo, Friedrich W. Nietzsche, 22, alla nota 24, dove sottolinea
come lo bermensch altro non che luomo che attua il superamento della metafisica.
30
Dri, Nietzsche legge Platone, 21. Prosegue: Sia luno che laltro sembrano convinti che
luomo e il mondo fanno un tuttuno: non si trova n in Nietzsche n in Platone un problema
del soggetto e delloggetto. [] Nietzsche riconosce che Platone non ha una visione ingenua
della realt, anzi essa risulta ai suoi occhi estremamente problematizzata. [] Allora la teoria
delle Idee di Platone non dogmatica, non definitiva, non una teoria nel senso moderno
del termine, e il fatto che essa rappresenti, invece, un procedere oltre, ci induce a pensare che
questa interpretazione sia stata, in qualche misura, molto vicina agli interessi di Nietzsche,
per il quale il procedere oltre ha un valore paradigmatico, il super del superamento, quella
mta mai raggiunta nella quale si prende dimora incamminandosi come viandante, e nella
quale si arrivati solo nel procedere. La teoria delle Idee, per Nietzsche, una pretestuosa
ipotesi di lavoro in filosofia, al centro della quale c lanima. [] Abbiamo trovato un indi-
scutibile avvertimento di Nietzsche, forse la chiave di volta del suo rapporto con Platone: la
teoria delle Idee come laboratorio dellanima (21-23). Per questo lipotesi delle idee (come pe-
raltro lo stesso Platone la denomina) viene definita da Nietzsche un guadagno stupefacente.

135
lorenzo spezia

dire platonismo, sia pure rovesciato, mi sembra illuminante una sezione


del Nietzsche in cui Heidegger compie alcune acute osservazioni sul parti-
colare passo dal titolo Come il mondo vero fin per diventare favola (dal
Crepuscolo degli idoli), che spesso viene considerato un semplice attacco
ironico di Nietzsche a Platone e al platonismo; il brano strutturato in sei
punti che mostrano passo passo la progressiva involuzione a cui conduce
la falsa idea di mondo vero (inteso come mondo ideale immateriale) su cui
si basa tutto il pensiero platonico. Heidegger riesce a scorgere, nel primo
punto, loriginario e forte apprezzamento di Nietzsche nei confronti del
filosofo ateniese:

1. Il mondo vero, raggiungibile dal sapiente, dal pio, dal virtuoso - egli vive in
esso, lui stesso questo mondo. Qui viene constatata la fondazione della dot-
trina a opera di Platone. [] Il soprasensibile ; agli occhi dei Greci, nel
loro pensiero e nella loro esistenza, questa entit che viene scorta veramente
vista ed esperita, questa semplice visione, come ci che conferisce a ogni ente
[] il potere di essere se stesso. Per questo Nietzsche inserisce, tra parentesi,
una delucidazione: (la forma pi antica dellidea, relativamente intelligente,
semplice, persuasiva. Trascrizione della tesi Io, Platone sono la verit) [VI,
III, 75]. Il pensiero delle idee e linterpretazione dellessere cos impostata sono
in s e da s creativi. Il pensiero di Platone non ancora platonismo. Il mondo
vero non oggetto di una dottrina, la potenza dellesistenza, ci che pre-
sente e lucente, il puro splendore senza velamento.31

Platone quindi, nella parte pi genuina del suo pensiero, secondo lo stesso
Nietzsche, riesce a cogliere quella realt originaria della pur espri-
mendola con il nome e il concetto di Idea. Laccusa che Nietzsche rivolge
invece a Platone e al platonismo, sempre pi forte e profonda con il pro-
gredire dei punti del brano citato, quella di aver poi fossilizzato lIdea e
quindi di averla alienata dallesistenza trasformandorla paradossalmente
nellunico vero esistente a discapito del mondo materiale, che pur essendo
quello vero finisce per essere considerato il mondo falso (fino ad arrivare
allultimo punto, che accusa il mondo vero di aver trascinato nel suo
crollo rovinoso, quando ne viene colta la falsit - ecco la morte di Dio -
anche il mondo veramente vero). Dobbiamo quindi osservare che laccusa
che Nietzsche (secondo Ferraris il principe degli anti-realisti) rivolge a Pla-

31
Heidegger, Nietzsche, 199 s. Impossibile non scorgere in Nietzsche le radici di quello
che poi Natorp sosterr nel suo celebre e ben documentato volume, ossia che Platone il
prototipo di ogni successivo idealismo (Natorp, Dottrina platonica delle Idee).

136
alcune considerazioni su nietzsche

tone (incoronato dalla storia indiscusso re dei realisti) quella, in ultima


analisi, di non aver saputo cogliere la vera realt della : unaccusa che
rinnega, certo, il punto di vista metafisico platonico, ma di carattere as-
solutamente realista. Lintero pensiero di Nietzsche un tentativo, spinto
fino allo spasmo, di cogliere la vera realt in cui la , al di l delle ap-
parenze, consiste: proprio come Parmenide, Eraclito ed ogni altro realista
presocratico,32 Nietzsche ricerca l della .

3.2. Nichilismo: il precipizio del nulla

A questo punto ritorna ad essere completamente aperto il problema dal


quale tutto il pensiero occidentale aveva preso le mosse: quello di deter-
minare l, il cuore della , per rendere in qualche modo com-
prensibile la realt che, in base allesperienza, sostanziata di incessante
e annichilente divenire; e Nietzsche, ovviamente, non ha alcuna intenzio-
ne n di spostare l fuori del vortice incessante della - sarebbe
un gesto platonicamente meta-fisico - e neppure di ridurre ci che nella
fa problema (la molteplicit e il divenire) ad assoluta ed inconsisten-
te apparenza, come fece Parmenide (se Nietzsche deve riconoscersi in un
presocratico, sar piuttosto Eraclito con la sua concezione del logos come
coincidentia oppositorum).33 Il cuore della dentro la stessa,
anzi la stessa risolta nella sua pi vera essenza: chiamiamola per
ora volont di potenza. Nietzsche interpreta la come mare infinito
di vitale energia in movimento, movimento determinato dalla volont di
potenza, grazie alla quale si condensano punti nevralgici, relativamente
stabili, che noi chiamiamo enti.34 La volont di potenza lessenza della

32
Nietzsche si riconosce soprattutto nei presocratici, poich appunto la loro ricerca
dell, contrariamente a quella platonica, si svolge dentro la . Tematizza bene il
problema S. Mati nella prefazione a La nascita della tragedia (edizione Feltrinelli).
33
Cfr. Meyer, Reading Nietzsche through the Ancients.
34
Linterpretazione heideggeriana della volont di potenza come essenza dellente, che
il nucleo fondamentale del Nietzsche., si scontra sempre con a significant consensus on
many sides that, if the will to power is intended as an ontology, it is inconsistent with his
antimetaphysical stance, implausible from a contemporary scientific perspective, and very
poorly supported, based only on wild metaphysical speculation or sloppy, pseudoscientific
generalization (Miyasaki, Nietzsches Will to Power as Naturalist Critical Ontology, 251,
che a sostegno cita una consistente letteratura). E, nello stesso articolo, Miyasaki dimostra
che Nietzsches published works contain a substantial, though implied, argument for the
will to power as an ontological theory that is consistent with a naturalist methodology

137
lorenzo spezia

vita dellente in quanto tale, la causa del suo apparire, come esistente e pre-
sente, sullorizzonte dei fenomeni. La volont di potenza il movimento
creante stesso dellenergia vitale della che perennemente scorre, e
non si identifica affatto con la volont di un singolo individuo, la quale ne
al limite soltanto unespressione.35
Lerrore fondamentale di Platone, e soprattutto dei platonici stato
quello di interpretare erroneamente la realt della , dimenticando
che gli enti sono produzioni della volont di potenza e, di conseguenza,
facendone degli assoluti immortalati nella realt iper-uranica: questidea
nichilistica perch, attribuendo la pienezza della ratio entis a ci che
soltanto una proiezione fantastica, attribuisce essere a ci che in realt
nulla. La prima fase del nichilismo comincia precisamente a questo punto
e quindi il pensiero occidentale, da Platone in avanti, un lungo discorso
sullente ideale, cio sul nulla:36 il platonismo dunque la pi tragica forma
di nichilismo, introdotta illudendosi di sconfiggere il nichilismo di Gorgia,
facendo dellIdea lente per eccellenza. Questo platonico nulla viene poi
accolto e rafforzato dallunione con la religione cristiana, che ne fa il pen-
siero universale dellumanit, diffondendo il contagio nichilistico a tutti gli
strati della societ e in tutte le culture.37 Questa prima fase del nichilismo

(251). Molto chiaro Richardson: in his early manuscript on the first philosophers, Ni-
etzsche speaks of a metaphysical doctrine, which has its origin in a mystical intuition and
which we meet in all philosophies, together with ever-renewed attempts to express it better
this proposition that all is one [Philosophy in the Tragic Age of the Greeks 3, 39]. And we
meet it, apparently, in Nietzsche himself. He says many times, in many ways and many con-
texts, that things are will to power [Wille zur Macht] (Richardson, Nietzsches System, 18).
35
Cfr. Richardson, Nietzsches System, 18 ss. Miyasaki (Nietzsches Will to Power as
Naturalist Critical Ontology, 261 ss.) dimostra molto bene come Nietzsche, utilizzando
il concetto di volont di potenza, non voglia assolutamente significare che la volont
dei singoli individui plasma la realt, ma porre una forza strutturante la realt ontologi-
camente, da cui dipendono le stesse singole volont. Tuttavia, contrariamente a quanto
sembra sostenere Miyasaki, la volont di potenza, in quanto volont, ha una direzione
quasi teleologica, come Richardson fa infatti notare (Nietzsches System, 21 - fra laltro,
questa concezione avvicina ulteriormente Nietzsche ad Aristotele).
36
Proprio per questo motivo Bunta (Annihilation of Nothing?) scrive a pi riprese
che la metafisica (platonica), per Nietzsche, si caratterizza per il fatto di non essere in
grado di pensare lente che come nulla (metaphysics is unable not to think of being as
nothing).
37
questo il motivo per cui Nietzsche avversa cos ferocemente il platonismo per il po-
polo (come lui definisce il cristianesimo); daltra parte, noto che Nietzsche fa ricadere su
Paolo di Tarso la colpa di una tale deviazione, riservando spesso a Ges parole di grande
apprezzamento (cfr. Gentili, Nietzsche, 246). Anche il pi feroce attacco che Nietzsche

138
alcune considerazioni su nietzsche

perdura fintantoch Dio muore: dalla sua morte, nasce il pensiero mo-
derno, il quale bench si distanzi (dove pi e dove meno) dalla metafisica
platonico-aristotelica, parimenti nichilistico perch cerca surrogati che
compensino la morte di Dio, cio ideologie (socialismi o nazionalismi, che
riassumono in s le possibili moderne posizioni politiche, o ideologie re-
ligiose nullificanti)38 oppure evasioni dalla realt (libertinaggio, droghe e
alcol) che divengono entit quasi-metafisiche a sostegno di un pensare e di
un agire non pi sorretti dal Dio iper-uranico del cristianesimo.39
Nietzsche, alla stregua di un profeta religioso,40 si sente investito dal
compito di mostrare allumanit che tutte le maschere indossate dalluo-
mo dopo la morte di Dio nascondono in realt lorrido vuoto del nihil:
sono intrise di quella terribile puzza di cadavere in decomposizione - tanto
pi terribile quanto pi smisuratamente imponente il cadavere - a cui
Nietzsche accenna ne La gaia scienza. Stando cos le cose, svelato dal pro-
feta prussiano il nulla conseguito alla morte di Dio, luomo ora sospeso
in precario equilibrio sul suo vertiginoso precipizio, e un oscuro demone
lo viene a visitare:

Che accadrebbe se un giorno o una notte, un demone strisciasse furtivo nella


pi solitaria delle tue solitudini e ti dicesse: Questa vita, come tu ora la vivi
e lhai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e
non ci sar in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni

compie nei confronti del cristianesimo, quello de Lanticristo, non interpetrabile come
critica nei confronti del messaggio di Ges, ma tutta rivolta al platonismo cristiano
(Ibid., 335.; anche se non mi trovo daccordo con la tesi di fondo di Gentili che una delle
principali chiavi interpretative di Nietzsche sia lavversione al cristianesimo - cfr. ad es.
312 - ritengo che sia piuttosto lavversione al platonismo, e al cristianesimo di riflesso).
38
Cfr. Haar, Nietzsche and Metaphysics, 142.
39
Cfr. Williston, Complete Nihilism in Nietzsche, 358 ss., che si riferisce a Umano,
troppo umano (I, 480). Nellarticolo Williston descrive i tre tipi di nichilismo che, secondo
Nietzsche, si alternano nella storia, a partire dal momento della morte di Dio. Un primo
tipo di nichilismo, detto passivo, latteggiamento di chi si abbandonandona alla di-
sperazione. Un secondo tipo di nichilismo, attivo, simboleggiato dal leone: luomo si
scrolla di dosso i pesi riconosciuti come false imposizioni e lotta per trasformare il mondo
secondo la sua volont, non raggiungendo per risultati. A questo punto subentra la terza
ed ultima fase, simboleggiata dal bambino (chiaro il riferimento evangelico), quella del
nichilismo completo: secondo linterpretazione di Williston la condizione liberante di
armonica alternanza dei due precedenti nichilismi, dei quali uno afferma e laltro nega, in
un ciclo reciproco e infinito nel quale nessuno dei due prende il sopravvento.
40
Nietzsche sta allbermensch come Giovanni Battista sta a Ges (Gentili, Nietzsche,
292).

139
lorenzo spezia

pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita
dovr fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione [...]. Leterna
clessidra dellesistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello
della polvere!. Non ti rovesceresti a terra, digrignando i denti e maledicendo
il demone che cos ha parlato? Oppure hai forse vissuto una volta un attimo
immenso, in cui questa sarebbe stata la tua risposta: Tu sei un dio e mai intesi
cosa pi divina?41

Se la realt della eterno movimento della volont di potenza, essa


necessariamente porta con s leterno ritorno delluguale, cio la ripetizio-
ne esatta ed incessante di tutto il movimento onto-volitivo della .42
Questa teoria, che a tutta prima appare assurda o stravagante, molto cara
a Nietzsche, che ne fa uno dei centri del suo pensiero:43 comprenderne la
ragione, invece di considerarla semplicisticamente una sorta di mito che
Nietzsche raccontava volentieri per ragioni soprattutto estetiche, una
mossa essenziale per chiarire meglio il suo pensiero. Nietzsche stesso ne
d una giustificazione quasi scientifica: poich la composta da una
serie finita di quanti di forza e il tempo infinito, necessario che le di-
verse combinazioni energetiche si ripetano infinitamente.44
Come perfettamente delineato nella chiusura del passo, ad una cos
estremamente cruda verit ci possono essere due opposte reazioni. La pri-
ma quella della pi spaventosa disperazione: leterno ritorno delluguale
quanto di pi orribilmente nichilistico si possa immaginare, dal punto di
vista di chi spera in un qualche iperuranio, che dia al mondo il suo (pre-
sunto) senso. Costui considerer un nulla assolutamente inaccettabile il
vuoto causato dalla visione del cosmo come volont di potenza che causa
niente altro che leterno ritorno delluguale, e reagir alternando momenti
disperati (nichilismo passivo) a momenti di esaltazione, altrettanto rovi-
nosi se assolutizzati (nichilismo attivo). La seconda reazione, sorprenden-

41
La gaia scienza, 341.
42
Heidegger mostra compiutamente la connessione essenziale fra eterno ritorno e
volont di potenza, sottolineando cos lassoluta centralit del discorso sulleterno ritor-
no: ad es., Nietzsche, 33 ss. Alle pagg. 36 ss. esamina lopinione di alcuni autori, quali
il Baeumler, che sminuiscono la portata delleterno ritorno, cos irrimediabilmente infi-
ciando la comprensione dellintero sistema nicciano.
43
Markov, Heidegger and Nietzsche.
44
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione pu ripetersi infi-
nite volte; ad esempio, tirando infinite volte tre dadi a sei facce, ognuna delle 216 combi-
nazioni potr comparire infinite volte (cfr. Frammenti postumi, 1881-1882, 11[316]) . Sulla
teoria dei quanti in Nietzsche: Poellner, Nietzsche and Metaphysics, 276 ss.

140
alcune considerazioni su nietzsche

temente, ha un effetto del tutto contrario: addirittura unestatica divinizza-


zione di colui che riesce a comprendere che ci che davvero nichilistico
la credenza iperuranica, mentre la comprensione della verit delleterno
ritorno quanto di pi liberante possa esistere. Lbermensch precisa-
mente colui che realizza questa vera essenza della realt e vive in coerenza
con essa, nella consapevolezza che ogni concreto attimo vissuto, sia esso il
pi felice o il pi doloroso, ha valore infinito e pienezza in se stesso e non
in riferimento alla sua presunta verit altra, platonicamente metafisica, che
lo riduce invece al nulla.45 Quindi, ci che il metafisico considera pienezza,
lbermensch sa essere nullit, e viceversa, ci che il metafisico considera
nulla, lbermensch sa essere pienezza di vita e di senso. Come mostrato da
B. Williston,46 anche questo stato divinizzato per Nietzsche una forma di
nichilismo (il nichilismo completo); nei paragrafi che seguono cerchere-
mo di comprenderne meglio il senso.

3.3. Nichilismo: labisso del tutto

The sensible becomes, so to speak, abyssal47

Ora la domanda : da dove mai pu derivare, allbermensch, quellesta-


tico sentimento di pienezza di vita e di senso conseguente allaccettazione
gioiosa dellunica vera realt, il terribile eterno ritorno delluguale? Come,
ci domandiamo, unadesione cos disperatamente fedele alla quotidiana
esperienza terrena, in tutti i suoi pi banali o dolorosi dettagli, potrebbe
apportare quella redenzione che Nietzsche promette? Non forse proprio

45
Capire [] il nesso fra eterno ritorno e oltreuomo significa aprirsi la via a intendere
il senso dellopera fi losofica dellultimo Nietzsche (Vattimo, Friedrich W. Nietzsche,
28); Nietzsche pensa lbermensch soprattutto in Cos parl Zarathustra. Preferisco la-
sciare il termine in tedesco, volendo assolutamente evitare la traduzione superuomo
(ricorda troppo da vicino qualche eroe dei fumetti) e trovando la traduzione di Vattimo,
oltreuomo, pi corretta ma non molto elegante. Spero che anche leggendo queste poche
pagine si possa comprendere quanto laccostamento di questa caratteristica concezione
nicciana con lideologia nazista sia del tutto fuorviante, frutto di una notevole distorsione
del pensiero di Nietzsche; per comprendere pi adeguatamente il termine sar piuttosto
necessario riferirsi, come ora vedremo, alla tradizione apofatica e al suo tipico linguaggio
designante Dio, e tutto ci che a lui si riferisce, iniziando proprio con ... (cfr. ad es. il
primo capitolo di Dionigi Areopagita, Teologia mistica).
46
Nellarticolo sopra citato: Complete Nihilism in Nietzsche.
47
Miyasaki, Nietzsches Will to Power as Naturalist Critical Ontology, 254 s.

141
lorenzo spezia

per sfuggire al tragico impatto con la forza cieca della natura, apportatrice
di vita e anche di morte, di guarigione e anche di malattia, o per sfuggire
il nulla di lunghi anni vuoti di senso, che la filosofia-razionalit ha cercato
di cogliere il vero senso della realt? E proprio per cercare ci che poteva
conferire il massimo senso alla realt, lo ha sempre pensato come
massimamente razionale, a costo di creare una realt fittizia?
La risposta a tutte queste domande che lbermensch proporio colui
che comprende e vive il fatto che la verit, ancor prima di essere volont di
potenza o eterno ritorno,48 Dioniso: divino mistero irrazionale, o oltre-
razionale, di cui fare esperienza non pi al di fuori della , come nella
vecchia metafisica, ma al cuore di essa. Se Apollo il dio dellindividua-
zione, Dioniso luno originario.49

Nella Nascita della tragedia risuonano gi anche accenti che difficilmente pos-
sono rientrare nellambito del suo impianto schopenhaueriano: fin dal primo
capitolo, allorrore che, secondo Schopenhauer, afferra luomo quando vede
vacillare il principium individuationis, Nietzsche aggiunge lestatico rapi-
mento che, per la stessa violazione del principium individuationis, sale dalle
profondit delluomo, anzi dalla natura (La nascita della tragedia, 1). Questo
rapimento viene dal fatto che sotto lincantesimo del dionisiaco si restringe
il legame fra uomo e uomo la natura estranea , ostile, soggiogata, celebra di
nuovo la sua festa di riconciliazione con il suo figlio perduto, luomo Ora
lo schiavo uomo libero, ora si infrangono tutte le rigide, ostili delimitazioni

48
forse qui il caso di ribadire che, come abbiamo visto, la volont di potenza non
affatto espressione dellarbitrio soggettivo del singolo, ma espressione dellessenza
oltre-razionale (per questo volont) del reale. Cfr. in proposito Haar, Nietzsche and Me-
taphysics, xii.
49
Vattimo, Friedrich W. Nietzsche, 9. Questa concezione di un elemento irrazionale
e sacro al cuore della realt accompagna Nietzsche fin dal testo fondante il suo pensiero,
La nascita della tragedia, e giunge fino allultimo Nietzsche (cfr. Ibid., 8 ss.; 19). Viene sen-
tito da Nietzsche come una novit assoluta nel contesto fi losofico, anche rispetto a Kant
e Schopenhauer: il dionisiaco non solo pi originario dellapollineo come la volont di
Schopenhauer, dal cui volere occorre liberarsi; ci che, sia pure oscuramente, comincia a
farsi strada nello scritto sulla tragedia che, per Nietzsche, non si tratta di una liberazio-
ne dal dionisiaco, ma di una liberazione del dionisiaco (Ibid., 9). Ci che viene quindi
sentito da Nietzsche stesso come novit dirompente lestasi derivante dal ritorno alluno
originario, posto al di l della razionalit (questo in fondo significa Al di l del bene e del
male: la moralit come espressione della razionalizzazione della realt; e il fatto che il
divino sia posto al di l del bene e del male una preziosa indicazione per comprendere la
concezione che Nietzsche ha di esso: cfr. Haar, Nietzsche and Metaphysics, xi). Anche tutta
larte, e specialmente la musica e la tragedia, acquisice la sua forza dal fatto che ci riporta
a questo uno originario (Vattimo, Friedrich W. Nietzsche, 10).

142
alcune considerazioni su nietzsche

che la necessit, larbitrio o la moda sfacciata hanno stabilito fra gli uomini
(ibid.); e luomo viene stimolato al massimo potenziamento di tutte le sue
facolt simboliche (ibid., 2).50

Ed proprio questo cuore della realt ignoto e misterioso, divinamente


oltre-razionale, ci che conferisce a colui che comprende la capacit di
accogliere come estasi liberante quella pienezza di realt che al platonico
appare come nichilismo, perch accoglie questo mondo quale piena rivela-
zione dionisiaca. Il nichilismo completo non affatto laccettazione del
fatto che la realt , nella sua essenza, nulla; ma lestasi derivante dallunio-
ne con il tutto divino che la realt nella sua essenza pi vera, che oltre-
razionale. Loltre-razionalit ultimativa del reale espressa soprattutto
dalla poiesis artistica, in quanto creatrice di simboli ulteriori che non corri-
spondono a quelli linguistici che compongono i discorsi e i ragionamenti:

si pu dire che Nietzsche, nella nozione di tragedia e di civilt tragica, cerchi


di definire un modo di essere delluomo nei confronti dei simboli che anche
un modo di essere con s stesso, con gli altri e con la natura alternativo a
quello che ha la sua attuazione nel linguaggio e nella concezione del linguag-
gio come sistema di segni. [] La fiducia di Nietzsche che dalla decadenza si
possa uscire mediante larte non va dunque confusa con un qualunque mito
estetistico di tipo tardoromantico. Non si tratta di evadere nel mondo del
mito e dellarte; piuttosto, di riconoscere che, nel corso della storia della civilt
socratico-decadente, si mantenuto in qualche modo un luogo privilegiato
nel quale [] lo spirito dionisiaco, la libera inventivit simbolica rimasta
viva.51

Pensiero e linguaggio sono lespressione apollinea del principium indivi-


duationis: separano gli elementi naturali luno dallaltro, scelgono, con-
trappongono, classificano e cos costruiscono ledificio della razionalit. La
piena e metafisica legittimazione di questo sistema data dal mondo delle
Idee di Platone, che ne sacralizza i principi nella presunta immutabile real-
t posta al di fuori della materia e del divenire fisici; e la forma e il risultato
di questa costruzione lintero pensiero occidentale, quale dispiegamento

50
Vattimo, Friedrich W. Nietzsche, 9. Seguendo Vattimo (Ibid., 18) rigettiamo li-
dea che Nietzsche fosse ateo (cfr. anche Gentili, Nietzsche, 330; Haar, Nietzsche and Me-
taphysics, 131).
51
Vattimo, Friedrich W. Nietzsche, 10; 12. Queste idee sono presenti solo in nuce ne
La nascita della tragedia e vengono poi sviluppate nei principali scritti nicciani (cfr. Ibid.,
11 ss.) Cfr. anche Gentili, Nietzsche, 302.

143
lorenzo spezia

della razionalit alla sua massima potenza, espressione di rapporti di forza,


e non di verit come ingannevolmente si presentano (Genealogia della mo-
rale). Il pensiero occidentale , in questo senso, essenzialmente meta-fisica.
Per questo la verit, o meglio ci che comunemente chiamiamo verit,
per Nietsche al massimo una menzogna socialmente accettabile (Sulla ve-
rit e sulla menzogna in senso extramorale, 1 ss.): proprio perch il frut-
to del trasceglimento e della sistematizzazione dei concetti, che altro non
sono che piccoli frammenti individuabili e razionalizzabili di quella che
la totalit oltre-razionale ed ineffabile della realt.52 Loltrepassamento
della razionalit, daltra parte, non significa affatto la sua negazione di-
struttiva, bens la contestualizzazione di essa nella verit della totalit che
la precede e la fonda.53 Scrive Nietzsche:

Conoscerti io voglio - te, lIgnoto, Che a fondo mi penetri nellanima, Come


tempesta squassi la mia vita, Inafferrabile eppure a me affine! Conoscerti io
voglio, anche servirti54

Questo Ignoto certamente non pi alcun tipo di entit metafisica a ca-


rattere platonico: non ha pi nulla a che vedere con qualsivoglia archetipo
mondo delle Idee; e, in ogni caso, lIdea di Platone, contrariamente allI-
gnoto di Nietzsche, nasce dal processo razionale stesso ed ha carattere di
assoluta razionalit. Daltra parte, come Miyasaki fa notare,55 la stessa con-
cezione nicciana della volont di potenza, considerata nella semplice luce
di elemento ontologico, privo di connotazioni pi mistiche (alle quali, in
ogni caso, Nietzsche apre le porte) un elemento reale ma definito solo per
via di negazione, come strumento per criticare la metafisica tradizionale:
non causa, non fine, non un soggetto volente, non razionalit e
al tempo stesso tutte queste cose, in modo dunque misterioso.56 Come

52
Vattimo, Friedrich W. Nietzsche, 11 ss.
53
Ibid., 16 ss.; soprattutto ritroviamo queste idee in Umano, troppo umano e La gaia
scienza.
54
Poesia del 1863 cit. in Gentili, Nietzsche, 251.
55
Miyasaki, Nietzsches Will to Power as Naturalist Critical Ontology, 265 ss.
56
The will to power is a critical description of what reality is not, rather than a positive
theory, intended not to explain but to reveal and reject the common metaphysical presup-
position that underlie many commonsense, philosophical, and scientific explanations of
reality, such as freedom of the will, ratonal and moral motivation, physical atomism, and
the concept of natural law (Ibid., 252). Miyasaki (Ibid., 254 s.) sottolinea anche, ripren-
dendo la Genealogia della morale (3,12), che ogni forma di conoscenza per Nietzsche

144
alcune considerazioni su nietzsche

abbiamo visto, nel periodo neoplatonico che il riferimento ultimo del


reale assume una connotazione marcatamente ed esplicitamente apofatica,
sebbene le relazioni con la metafisica platonica siano spesso fortissime; e,
dal momento che il Dio neoplatonico qualcosa di assolutamente impen-
sabile ed inesprimibile nella sua vera essenza, non possibile dire se la sua
sede sia meta-fisica nel senso platonico di posta nella realt vera che
soprasensibile (in questo caso sarebbe totalmente rifiutato da Nietzsche),
oppure semplicemente nel senso di trascendente la in quanto di-
versa dalla realt razionalmente esperibile (in questo caso, assimilabile a
quel principio divino che Nietzsche chiama dionisiaco, che appunto non
esperibile nellanalisi puramente razionale). ben vero che laspetto pla-
tonico del principio neoplatonico preponderante, tant vero che si pre-
senta pi come un distillato delliperuranio platonico che come una sua
negazione;57 ma qui il caso di citare per intero il passo neoplatonico di
sapore pi fortemente apofatico, la conclusione della Teologia mistica del-
lo pseudo Dionigi Areopagita, per apprezzarne tutta la portata dirompente
rispetto al razionalismo della tradizione classica:

Procedendo quindi nella nostra ascesa diciamo che [la causa universale] non
n anima, n intelligenza, e non possiede n immaginazione, n opinione, n
parola, n pensiero; che essa stessa non n parola, n pensiero; e che non og-
getto n di discorso, n di pensiero. Non n numero, n ordine, n grandezza,
n piccolezza, n uguaglianza, n disuguaglianza, n somiglianza, n dissomi-
glianza; non sta ferma, n si muove, n rimane quieta, n possiede una forza,
n una forza; non luce; non vive e non vita; non n essenza, n eternit,
n tempo; non ammette neanche un contatto intellegibile; non n scienza, n
verit, n regno, n sapienza; non n uno, n unit, n divinit, n bont, non
neppure spirito, per quanto ne sappiamo; non n figliolanza, n paternit,
n qualcuna delle cose che possono essere conosciute da noi o da qualche altro
essere; non nessuno dei non-esseri e nessuno degli esseri, n gli esseri la co-
noscono in quanto esiste; e neppure essa conosce gli esseri in quanto esseri. A
proposito di essa, non esistono n discorsi, n nomi, n conoscenza; non n
tenebra, n luce; n errore, n verit; non esistono affatto, a proposito di essa,

sempre costitutivamente parziale, prospettica; ma il suo essere prospettica presuppone un


tutto inconoscibile nella sua piena e totale oggettivit, soprattutto da parte del linguaggio
logico-matematico (Ibid., 255., Il tramonto degli idoli, ragione, 3). Ogni linguaggio, e
quindi ogni pensiero sono, daltra parte, strutturalmente metafisici (Il crepuscolo degli
idoli, ragione, 5).
57
sostenendo la tesi di questo platonismo di fondo che Derrida tenta talvolta di smar-
carsi dalle accuse di apofatismo (cfr. Derrida, Come non parlare. Denegazioni).

145
lorenzo spezia

n affermazioni, n negazioni: quando facciamo delle affermazioni o delle ne-


gazioni [a proposito delle realt che vengono] dopo di essa, noi non laffer-
miamo, n la neghiamo. In effetti, la causa perfetta ed unitaria di tutte le cose
al di sopra di ogni affermazione; e leccellenza di colui che assolutamente
staccato da tutto e al disopra di tutto superiore ad ogni negazione.58

Difficile assimilare un qualcosa di questo tipo a qualsivoglia concetto


o idea: niccianamente parlando, se non possiamo dirlo senza timore di
sbagliare dionisiaco, certamente non lo possiamo dire neppure apolli-
neo. Di sicuro possiamo dirlo nulla rispetto a tutto ci che esiste e viene
pensato (non nessuno dei non esseri e nessuno degli esseri, n gli esse-
ri la conoscono), per un nulla talmente traboccante di vita da essere la
fonte del tutto. Nello stesso senso anche lbermensch in qualche modo
nichilista,59 ma non perch svuoti di senso lesperienza della come
i platonici, al contrario: perch il concreto presente da lui vissuto attimo
dopo attimo talmente pieno di senso che lo ritrova tutto dentro di s,
senza necessit di riferimento alliperuranio, ma soltanto al vitale dioni-
siaco che sostiene e sostanzia dallinterno lintero manifestarsi della .
Soltanto questa dellbermensch una forma di nichilismo auspicabile,
perch consente di accedere alla superiore dimensione oltre-razionale.60

se ci riferiamo al grande discorso di Zarathustra su Il convalescente, leterno


ritorno delluguale appare piuttosto da identificare con laltro senso []: sono
le bestie di Zarathustra che ne danno questa interpretazione, l dove dicono
che le stesse cose danzano per coloro che pensano come noi: esse vengono e si
porgono la mano e ridono e fuggono e tornano indietro. Tutto va, tutto torna
indietro; eternamente ruota la ruota dellessere. [] In ogni attimo comincia
lessere; attorno ad ogni qui ruota la sfera l. Il centro dappertutto. Ricurvo
il sentiero delleternit. [] Laffermazione conclusiva che, in questo proces-

58
Dionigi Areopagita, Teologia mistica.
59
Cfr. Williston, Complete Nihilism in Nietzsche. Estremamente lucido al riguar-
do Haar, Nietzsche and Metaphysics, che accosta esplicitamente Nietzsche alla teologia
apofatica: For Nietzsche, neither the immanence of a god in the world nor the coinci-
dence of the lived experience and of the divine are absurd. In this he is heir both to the
Greek tradition [] and to certain mystical tradition, or one of negative theology, that
conceives the coincidence of the soul and of the divine principle in a happy ecstasy [].
The paradoxical theme of tragic joy exalts a sacred link to the world, a re-ligio in the
strong sense, yet without worship and dogma a faith, yet without a creed (149).
60
Heidegger fa osservare (nel Nietzsche) che in Nietzsche il principio di non contrad-
dizione, logicamente valido, precisamente il segno che la logica non costitutivamente
in grado di cogliere la ricchezza del reale.

146
alcune considerazioni su nietzsche

so circolare, il centro dappertutto, sottolinea leternit del divenire in un


senso carico di implicanze teologiche61.

Quindi Nietzsche elabora in realt una raffinata metafisica, certamente


non platonica, anzi espressamente antiplatonica, ma pur sempre una me-
tafisica; e non lultima superata metafisica, come pensava Heidegger, ma la
pi evoluta, e tuttora insuperata, forma di essa. In conclusione, possiamo
affermare che il pensiero nicciano va oltre la in due sensi: innanzi-
tutto, perch cerca di pensare ci che sta dietro e dentro lesperienza della
, e che la attraversa (anchegli ricerca il fondamento della , ossia
ci che la veramente )62. Cos come la metafisica di Aristotele nasce
dal desiderio di riportare dentro il mondo la metafisica di Platone (neces-
sariamente trasformandola), cos loperazione di Nietzsche di fatto riporta
dentro il mondo una metafisica a carattere neoplatonico (necessariamente
trasformandola). Nel compiere questa operazione (ed ecco laltro senso
in cui Nietzsche meta-fisico) mostra come il trascendente non sia una
realt altra rispetto alla , ma trascenda soltanto lumana esperienza
razionale di essa. Meta-fisica dunque, nel senso che trascende lesperienza
razionale della , attingendo direttamente la pi pura realt-verit di
essa, evitando lestrema razionalizzazione della metafisica classica.
Che ci siano analogie profonde fra la metafisica nicciana e quella ne-
oplatonica confermato, oltre che da ci che ho cercato di mostrare in
questo articolo (ossia che al cuore- della realt vi per Nietzsche il
mistero oltre-razionale dellIgnoto), anche dai pi significativi sviluppi del
pensiero ermeneutico,63 che virano in maniera decisa verso esiti del tutto
simili a quelli della teologia negativa, tipica espressione della metafisica
neoplatonica. E la volont ermeneutica contemporanea di districarsi fra il
labirintico molteplice gioco delle interpretazioni che costituisce pensiero
e linguaggio,64 cercandone il senso ed il cuore non razionalmente ana-
lizzabile e tuttavia esperibile non va letta come anti-realismo o anti-me-
tafisica, come fa Ferraris, ma come la pi sana e sensata espressione oggi
possibile del , come ho tentato di mostrare esponendone brevemente
la storia allinizio dellarticolo.

61
Vattimo, Friedrich W. Nietzsche, 29.
62
: non significa solo oltre, ma anche dentro, nel mezzo
63
Oltre ai gi citati Heidegger e Derrida, si pensi a Lvinas, a Marion, a Merleau-Ponty,
a Lacan.
64
E quindi, almeno quoad nos, realt.

147
lorenzo spezia

Bibliografia

Opere di Nietzsche
Ledizione di riferimento quella critica a cura di G. Colli e M. Montina-
ri, edita in Italia da Adelphi (Milano), reperibile nel testo originale anche
on line (http://www.nietzschesource.org - acc. 15/12/2015). Le opere citate
sono tratte da:
La nascita della tragedia - Considerazioni inattuali, I-III (vol. III, tomo I)
La filosofia nellepoca tragica dei Greci e Scritti dal 1870 al 1873 (vol. III
tomo II)
Umano, troppo umano, I e Frammenti postumi (1876-1878) (vol. IV tomo
II)
Umano, troppo umano, II - Frammenti postumi (1878-1879) (vol. IV tomo
III)
Idilli di Messina - La gaia scienza - Frammenti postumi (1881-1882) (vol.
V tomo II)
Cos parl Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno (vol. VI tomo I)
Al di l del bene e del male - Genealogia della morale (vol. VI tomo II)
Il caso Wagner - Crepuscolo degli idoli - Lanticristo - Ecce homo - Nietzsche
contra Wagner (vol. VI tomo III)
Frammenti postumi 1885-1887 (vol. VIII tomo I)

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150
questo volume stato composto con i caratteri minion
disegnati da robert slimbach nel 1990 per adobe systems
e stampato presso la tipografia bd print srl, roma
nel mese di febbraio del 2017

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