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Corso di Laurea

C
L
in Disegno Industriale
(ex DM 270/2004)

CHIMICA
A.A. 2015-2016 (6 CFU)

Il docente
Dr. Giuseppe Romanazzi

Chimica

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(A.A. 2015/2016, 6CFU)

Modello atomico di Thomson


Il nucleo atomico (esperienza di Rutherford)
Modello atomico di Rutherford
Radiazioni elettromagnetiche. Spettro delle radiazioni elettromagnetiche.
Fenomeni di interferenza e diffrazione
Interazione tra luce e materia (spettri atomici)
Modello atomico di Bohr.
Limiti del modello atomico di Bohr. Numeri quantici

Modello atomico di J. J. Thomson (1897)


Thomson misur con opportuni esperimenti
il rapporto carica/massa dellelettrone:
g
e/m= 1,76 1011 C/Kg
da cui si dedusse * :

m= 9,1110-31 Kg= 9,1110-28 g

J. J. Thomson
(1856-1940)
(1856
1940)
Nobel 1906

Un valore circa 1800 volte* pi piccolo della massa dell'idrogeno. Quasi tutta la
massa atomica , quindi, associata alla carica positiva (cio, come vedremo,
concentrata nel nucleo)
Egli ipotizz il suo modello: Tutta la massa e la carica positiva sono
f m m
in una sfera
f
di raggio
gg
1 ((10-10 m). Gli
distribuite uniformemente
elettroni sono distribuiti in questa sfera agendo da collante per le cariche
positive, e sono in numero tale da rendere neutro latomo

+
+- - -++ - ++-+

*Fu in seguito Robert Andrews Millikan (1868-1953) con lesperimento


della goccia cadente (1909) a misurare la carica dellelettrone.

La radioattivit

Raggi : particelle con carica positiva (nuclei di elio con 2 protoni e 2 neutroni)
Raggi : elettroni
Raggi : radiazioni elettromagnetiche ad alta energia
La radioattivit il fenomeno per cui alcuni nuclei, non stabili, si trasformano in altri emettendo
particelle. La scoperta della radioattivit avvenne alla fine dell800 ad opera di Henry Bequerel e dei
coniugi Pierre e Marie Curie, che ricevettero il Premio Nobel per la Fisica per le loro ricerche. Essi
scoprirono che alcuni minerali, contenenti uranio e radio,avevano la propriet di impressionare delle
lastre fotografiche poste nelle loro vicinanze. Le lastre fotografiche, una volta sviluppate,
presentavano delle macchie scure.

Modello atomico di Rutherford (1911)


Un fascio di particelle viene fatto
passare attraverso una lamina di oro. Le
particelle che attraversano la lamina
colpiscono
l i
uno schermo
h
fl
fluorescente
t
illuminandolo.
Se la distribuzione di carica e massa
negli atomi di oro della lamina fosse
omogenea,
tutte
le
particelle
dovrebbero attraversarla senza subire
deviazioni.

Invece Rutherford osserv che:


la maggior parte delle particelle attraversa la lamina senza subire deviazioni;
alcune subiscono deviazioni di varia ampiezza;
una certa porzione di particelle viene respinta.

Modello atomico di Rutherford (1911)


(Modello dinamico basato sulla meccanica newtoniana)

tutta la carica positiva e quasi tutta la massa sono

concentrate in un nucleo di raggio ~10-4. Atomo


vuoto

gli elettroni, in numero uguale alla carica nucleare, ruotano

Ernest Rutherford
(1871-1937)
Nobel 1908

i t
intorno
all nucleo
l

Rappresentazione del modello di atomo che


spiega lesperimento di Rutherford

Modello atomico di Rutherford (1911)


Dimensioni atomiche: circa 1 = 10-10 m
Dimensioni nucleari: circa 10-5 = 10-15 m
La maggior parte dell'atomo vuoto
Quasi tutta la massa atomica quindi
concentrata nel nucleo.

Ernest Rutherford
(1871-1937)
Nobel 1908

Se il nucleo di un atomo
avesse le dimensioni di un pallone da
calcio, poi l'intero atomo avrebbe
circa le dimensione di uno stadio di
calcio:

Modello atomico di Rutherford (1911)


Hendrik Antoon Lorentz, fisico olandese, critica il modello di
Rutherford applicando la teoria elettromagnetica classica
allelettrone.

Ernest Rutherford
(1871-1937)
Nobel 1908

Limiti alla teoria di Rutherford:


Gli elettroni, oscillando attorno alla loro
posizione di equilibrio e girando attorno
al nucleo, per le leggi di Maxwell e di
Hertz, avrebbero dovuto emettere una
radiazione elettromagnetica, e quindi
ridurre la loro energia.
Gli elettroni p
perderebbero rapidamente
p
la loro energia irradiandola e quindi
cadrebbero a spirale verso il nucleo,
cio collasserebbero sul nucleo.
Ma gli atomi sono stabili!
Come mai?

Modello atomico di Rutherford (1911)


Limiti alla teoria di Rutherford:

Ernest Rutherford
(1871-1937)
Nobel 1908

Lelettrone movendosi di moto


circolare perderebbe energia
cinetica avvicinandosi
progressivamente
al nucleo (in circa 10-11s)

Le leggi dellelettromagnetismo
stabiliscono che quando una carica
elettrica subisce una qualsiasi
accelerazione perde energia

Radiazioni elettromagnetiche

Radiazioni elettromagnetiche
Una radiazione elettromagnetica una radiazione caratterizzata da un campo
elettrico E e uno magnetico H perpendicolari tra loro e perpendicolari alla
direzione di propoagazione. La sua velocit nel vuoto c = 2,9979108 m/sec.

Sorgente
Vettore
magnetico

Vettore
elettrico

Rappresentazione di un onda elettromagnetica.

Direzione di
propagazione

Grandezze caratteristiche di un onda elettromagnetica.

Lunghezza donda: rappresenta la distanza tra due

minimi o due massimi (unit di lunghezza: m, cm,


nm, A, )
Frequenza: =c/, rappresenta nellunit di tempo

il numero di vibrazioni di un onda di lunghezza


donda (unit di tempo-1: sec-1, Hz)
E = h
A Ampiezza: rappresenta laltezza di una cresta ed
indicativa dellintensit dellonda
h = 6.62610-34 J s (costante di Planck)

Radiazioni elettromagnetiche
Unonda caratterizzata dalla sua lunghezza e, quindi, dalla sua frequenza. In
alcuni casi pi comodo usare al posto di il suo reciproco, che viene indicato
~ e prende il nome di numero donda:
con v

1
v~

Poich la frequenza

la relazione tra il numero donda e la frequenza

v~
c

Quindi il nome di numero donda come la frequenza proporzionale


allenergia della radiazione elettromagnetica.

Spettro delle radiazioni elettromagnetiche


Le onde elettromagnetiche sono classificabili in base alla loro lunghezza donda:

La luce viaggia in pacchetti di energia chiamati fotoni o quanti.


E=h
Lenergia quindi non varia in maniera continua ma viene trasportata in
-34 Js
h
=
6,6210
quantit discrete e dipende dalla frequenza della radiazione.
Il fotone associato ad unonda di frequenza trasporta unenergia
pari a E = h .
1 nm = 10-9 m
Lintensit della radiazione proporzionale al numero di fotoni.
1 = 10-10 m = 0,1 nm

Interazioni tra luce e materia


Spettro: insieme delle frequenze che compongono la radiazione
analizzata (dallo spettrometro)

Un prisma un oggetto in grado


di disperdere
di
d
l luce
la
l
bi
bianca
nelle
ll
sue componenti monocromatiche

Interazioni tra luce e materia

Rifrazione e diffusione della luce

Spettro di assorbimento

Spettro di emissione

Interazioni tra luce e materia. Spettri atomici

Interazioni tra luce e materia


Spettro dellidrogeno: eq. di Balmer-Ritz

Nel 1855, J. Balmer ricav unequazione che metteva in relazione le


lunghezze donda di quattro righe dello spettro dellidrogeno (visibili ad
occhio nudo) con una serie di numeri interi:

Dopo la scoperta di altre serie spettrali nel visibile, nellultravioletto e


nellinfrarosso, lequazione di Balmer fu modificata da Rydberg in modo da
fornire il numero donda (al posto della frequenza , in spettroscopia si usa
spesso il numero donda che misurato in cm1 di tutte le serie spettrali
osservate:

1
1
R H 2 2
n1 n 2
RH costante di Rydberg (109677,6 cm-1)
n1 e n2 interi con n1<n2

ove v~ il numero d' onda ed uguale a

Interazioni tra luce e materia


Spettro dellidrogeno: eq. di Balmer-Ritz

Quando n1 = 2 e n2 = 3, 4, 5,.... si ottiene la serie di Balmer; dando ad n1 valori


fissi come 1, 3 o 4 e attribuendo ad n2 i valori (n1 + 1), (n1 + 2), (n1 + 3) si
ottengono tutte le altre serie spettrali che prendono il nome dai loro
scopritori, quali serie di Lyman, Paschen, Brackett ecc.

1
1
R H 2 2
n1 n 2

Tuttavia, nessuna teoria atomica


era in grado di spiegare e predire
spettri atomici
fino a quando Niels Bohr non
introdusse il suo modello atomico.

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Modello atomico di Bohr (1913)


(Atomi idrogenoidi H, He+, Li++, )

1 postulato lelettrone descrive delle orbite circolari, attorno al


nucleo
2 postulato

Niels Bohr
(1885-1962)
Nobel 1922

sono permesse solo quelle orbite per le quali il momento angolare


dellelettrone, mvr, un multiplo intero di h/2 (m rappresenta la
massa dellelettrone, v la sua velocit, r il raggio dellorbita ed h
la costante di Planck) :

3 postulato lelettrone non irradia quando si trova in unorbita permessa

(stato stazionario).

Le emissioni di radiazioni avvengono soltanto se lelettrone passa da unorbita pi


esterna ad una pi interna permessa e la frequenza della radiazione emessa si
pu ricavare tramite la relazione:

dove E2 ed E1 sono le energie dellelettrone in due orbite differenti ed h la


costante di Planck

Modello atomico di Bohr (1913)


(Atomi idrogenoidi H, He+, Li++, )

Niels Bohr
(1885-1962)
Nobel 1922

Sulla base di questo modello Bohr calcol i raggi e le energie delle


orbite permesse. In particolare per il raggio dellorbita di pi bassa
energia detta stato fondamentale, ottenne il valore di 53 pm che
era in ragionevole accordo con il raggio ottenuto dalla teoria cinetica
molecolare. Inoltre deriv unespressione per i numeri donda delle
linee spettrali dellidrogeno che aveva la stessa forma dellequazione
empirica di Rydberg ed ottenne un valore della costante RH pari a
109.737 cm1 contro il valore sperimentale di 109.677,6 cm1.

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Modello atomico di Bohr


(Atomi idrogenoidi: H, He+, Li++, )

Fd'attrazione Fcentrifuga

QUANTIZZAZIONE DEL RAGGIO

Consideriamo un elettrone di massa m e carica e, che si


muove con velocit v attorno ad un nucleo di carica + Ze
(dove Z il numero atomico del nucleo), descrivendo
unorbita circolare di raggio r. Lelettrone sottoposto ad
una forza di attrazione elettrostatica che bilancia
esattamente la forza centrifuga:

Ze

Da questa relazione possiamo ricavare il prodotto mv2:

(1)

Applicando la condizione di
quantizzazione del momento angolare:
possiamo ricavare v:

e quindi v2:

(2)

Sostituendo la relazione (2) nella (1) si ottiene:

Semplificando si ottiene la relazione che ci permette di ricavare il raggio delle


varie orbite permesse:

0h 2
r
n2
2
mZe

quantizzazione del raggio


(n=1, 2, 3, numero quantico principale)

Per n = 1 si ottiene il raggio dellorbita dello stato fondamentale; per n > 1, si


ottengono i raggi delle orbite a pi alta energia che, allaumentare di n, risultano
pi vicine tra loro.

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Modello atomico di Bohr


(Atomi idrogenoidi: H,

He+,

Li++,

QUANTIZZAZIONE DELLENERGIA

Lenergia totale dellelettrone uguale alla somma dellenergia cinetica e dellenergia


potenziale:

Il segno negativo dellenergia potenziale deriva dal fatto che si assume


arbitrariamente eguale a zero il valore dellenergia potenziale di un elettrone a
distanza infinita dal nucleo: un elettrone che si trovi allinterno dellatomo avr
quindi un contenuto di energia sempre minore di zero.
Dalleguaglianza tra forza elettrostatica e forza centrifuga si ha:

per cui:

Se sostituiamo al posto di r lespressione ricavata in funzione di n, si ha:

1 mZ2 e 4
En 2
n 8 0 h 2

quantizzazione dellenergia
(n=1, 2, 3, numero quantico principale)

Se un elettrone passa da unorbita con energia E2 ad unorbita con energia E1 si


avr emissione di energia secondo lequazione di Planck, E = h. La corrispondente
frequenza sar:

Ricavando il numero donda si ha:

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Per Z = 1 si ottiene unequazione che ha la stessa forma di quella empirica trovata


da Rydberg per latomo di idrogeno

Il modello di Bohr riusc a giustificare anche gli spettri dei cosiddetti sistemi
idrogenoidi (cio quelli costituti da un solo elettrone e nucleo con Z maggiore di 1,
come He+, Li2+, Be3+), ma non fu in grado di spiegare gli spettri degli atomi
polielettronici.

Limiti del modello atomico di Bohr


Il modello di Bohr, per quanto stimolante,
ha delle limitazioni:
incapacit di interpretare i risultati spettroscopici di
atomi polielettronici

incapacit

di offrire qualsiasi base teorica per


interpretare le propriet direzionali dei legami chimici

ntr ns ca contra
contraddizione
z on (s
(si postu
postula
a ch
che lelettrone
ttron non
intrinseca
ubbidisce alle leggi della fisica classica e si usano
proprio queste leggi per definire il raggio delle orbite e
lenergia del sistema)

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Estensione del modello atomico di Bohr


(Atomi polielettronici) numeri quantici l ed m

Le orbite descritte dal moto dellelettrone intorno al nucleo sono ellittiche, con
una eccentricit quantizzata (Sommerfeld: numero quantico ) e assumono
orientazioni nello spazio quantizzate (effetto Zeeman: numero quantico m).

n=1, 2, 3, numero quantico principale


=0, 1, (n-1) numero quantico secondario
m=0, 1, numero quantico magnetico

Estensione del modello atomico di Bohr


(Atomi polielettronici) numeri quantici l ed m

n = 1, 2, 3,
numero quantico principale determina lenergia dellorbita
= 0, 1, (n-1) numero quantico secondario determina lenergia e la forma dellorbita
m = 0, 1, numero quantico magnetico determina lorientazione dellorbita

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