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APERIODICO DI LUSSO SUL MERCATO DAL 2010

E La
D Leggenda
I T OdellUsurario
R I A L E
Si racconta che luomo sia lunico essere
ad essersi sognato gli di. Lunico ad aver
avuto la dote di creare fantasmagoriche
gerarchie angeliche e olimpiche. Lunico
capace di crearsi un dio a sua immagina
e somiglianza, per poi crocifiggersi sul
patibolo dellesistenza. Tutto ci sembra,
agli sbandieratori delle magnifiche sorti e
progressive, un vero e proprio miracolo, il
segno inequivocabile che quel dio appena
inventato, sia poi in verit lartefice della
sua stessa creazione, e che luomo ne sia
allora la sua pi perfetta trasfigurazione.
Ma c unaltra dote che distingue la bestia
umana dagli altri esseri: il commercio.
Quando nacque il commercio? Prima o
dopo dio? oppure, dio e il commercio,
sono forse il risultato di una stessa scintilla delirante? facilmente comprensibile che luomo prima di vendere e comprare, viveva in un regime economico
prettamente eucaristico: ossia le prede
cacciate o i frutti raccolti dalla terra, venivano mangiati dalla comunit, in un
banchetto comune. La bestia e i frutti
della terra, vennero presto riconosciuti
come partoriti da una forza ignota, che
ad ogni stagione riportava sugli alberi i
frutti e ogni stagione riempiva le praterie
di bestie da cacciare. Gli uomini non dimenticavano di offrire una parte dei loro
pasti (spesso si trattava delle parti non
commestibili, come la bile o le ossa svuotate del midollo), a questa forza ignota.
La prima forma di scambio fu quindi il
debito che luomo senti di aver contratto con questo Ignoto chiamato Dio, che
forse in fondo non era altri che la Morte.
Quello che questo Dio offriva alluomo ad ogni stagione, era un dono che
non aveva prezzo. Perch quelle bestie
da cacciare e quei frutti da cogliere gli
permettevano di restare in vita. E quale
prezzo accordare alla vita? Impossibile
era per luomo colmare il debito, impossibile ripagare limmensit del Tutto con
una qualsiasi parte di esso, cosicch i debito fu ben presto dichiarato Eterno dai
contabili del culto che sono i sacerdoti.
Finch un giorno qualcuno, si rese conto
che ogni vita per sussistere, richiedeva
in cambio la morte di unaltra vita. Ogni
singolo essere , a discapito di qualche
altro. Se io voglio vivere, devo nutrirmi
di unaltra vita, e quindi devo ucciderla,
annientarla. lo stesso processo fisiologico della natura che agisce in questa
maniera. Ogni infante che nasce, ripete
la morte di qualche altro essere. C un
prendere e un dare. Un mangiare e un
mangiato. Ad ogni inspirazione equivale
unespirazione. Queste idee lavorarono
lo spirito delluomo. Tanto che da queste
prime e decisive constatazioni, egli non
riusc pi a liberarsi, e lo perseguitarono
fin nella profonda oscurit dei sogni. Fu
cos che comincio a riflettere sul valore
di questo dono avvelenato che riceveva da Dio e nulla trovava sulla terra che
gli equivalesse. Per questo si risolse a
sacrificare le interiora e le ossa delle bestie. Ad ogni modo, si disse, lo scambio
aveva sempre qualcosa dincommensurabile. Per quanto sacrificasse, primogeniti, primizie, olocausti e quantaltro, cera
sempre un resto che non avrebbe potuto
colmare. Quindi, sacrificare una mina
doro o sacrificare la bile immangiabile di
unagnellino, nella logica di un debito incolmabile, hanno lo stesso valore.
Limportante era solo il gesto del sacrificante, dimostrare al creditore di essere assidui nei versamenti dovutigli.

Poi ci fu chi comincio a riflettere sul volto


e i tratti di questa forza ignota, e si chiese
chi mai fosse questo Dio che li teneva in
scacco con un sistema finanziato tanto
cruento, che neppure il peggior strozzino
avrebbe potuto congegnare, rispetto al
quale, persino lo Schema di Ponzi risultava essere unopera pia . In questo modo
si diede un volto a Dio, se ne limito la sua
forza anonima allinterno di alcuni tratti
ben definiti, lo si inscatolo dentro concetti trasportabili, valutabili, quantificabili,
ed il debito che inizialmente era incommensurabile, perch incommensurabile
era la sua forma inconcepibile, comincio
a diventare calcolabile, e in molti, usufruendo delle tecniche della ragioneria filosofica, presero a rifargli i conti in faccia.
Fu allora che ogni colpa, ogni comportamento umano, ogni mangiare, ogni
uccidere diventava monetizzabile. Ad
esempio, si disse: tu hai fornicato con
tale e talaltra, ebbene, il tuo dio pretende in cambio lespiazione del debito, che consister nellimmolazione di
tre pecore. O se hai ucciso, il tuo dio,
chieder in cambio limmolazione della
testa dellassassino, e cos via. Ogni colpa, ogni gesto, era portatore del proprio
valore di scambio. Cos luomo si accorse
che i valori che si possono fornire alle cose
sono puramente fattuali. Si possono calcolare, quantificare. Si scateno il gioco delle
equivalenze e sorse la pratica del baratto,
ossia, tre pecore in cambio di dieci chili
di grano, due litri dacqua in cambio di
trenta uova, a seconda dellannata e delle circostanze stagionali.
Finch un giorno si conio moneta. Quella equivalenza relativa,
che nel baratto trovava il suo modus
operandi, ora si trasferiva nel mondo
dei fantasmi. Se prima per tre pecore
si aveva il grano corrispondente, ossia
si vedevano le tre pecore e si vedeva la
quantit di grano, ora una semplice cifra e una certa quantit doro, veniva a
sostituire e pecore e grano. Avevo una moneta da dieci, ebbene, seguendo il valore
di scambio delloro, dettato dal tasso di inflazione, potevo avere in cambio tot pecore o una certa quantit di grano. Ma qual
era il principio della moneta su base aurifera? Mettiamo il caso che io sia lo Stato
di Bengodi. Io , Stato di Bengodi, possiedo nelle mie casse, un valore mille di oro
; valore che dato dal suo peso. Come io
abbia acquistato tale oro una questione secondaria. Pu essere il frutto dello
sfruttamento minerario nei territori che
mi appartengono, o vengono da mine aurifere che non mi appartenevano, ma che
una guerra mi ha fatto conquistare. Ora, questoro pesa mille chili. Io
cosa faccio? Prendo il mio oro e lo faccio
tagliare da qualche orafo esperto, e magari faccio incidere da una parte il mio
profilo e dallaltra parte leffigie di qualche divinit . Cos avr frazionato il mio
valore mille in, mettiamo, duecento monete da uno, quaranta monete da cinque,
venti monete da dieci e quattro monete
da cento. Ora scambio il mio valore aureo con ci di cui ho bisogno. Do cinque
monete al capraio perch mi
dia una delle sue capre, cinque
monete allagricoltore perch mi dia del
suo grano e cos via. Poi a loro volta il
capraio, con le sue cinque monete, potr
darne due al calzolaio per farsi rifare le
scarpe e il resto ai manovali perch lo
aiutino nella costruzione della sua c a s
a, ecc. Tutto ci funziono. A tal punto che

nel paese di Bengodi, alcuni riuscirono


ad accumulare tanto oro da costruirsi castelli e chiese ricoperte doro. Ma qual era
il vero costo delloro? Da dove proveniva
il suo valore? Come tutto ci che vive, dal
sangue, dalla morte di coloro che venivano mandati alla guerra per conquistare
territori in cui si trovavano altre miniere
doro, come fu il caso dei conquistatori
europei, che depredarono le Americhe,
ricche in oro, perpetrando il pi grande, efferato e organizzato tra i genocidi
Poi pero, successe qualcosa. Una mattina, un orafo di una grande citt, si reco
a lavoro, come ogni mattina. Ma quel
giorno cera qualcosa di diverso nei suoi
occhi. La notte aveva fatto un sogno. Un
uomo dagli occhi infuocati era venuto
presso di lui e gli aveva detto allorecchio
qualcosa di cui aveva pero difficolt a
ricordarsi. Ma la presenza di quellapparizione resto in lui talmente forte anche
al risveglio, che per tutta la giornata non
riusc a toglierselo dalla testa. Arrivato
alla sua bottega, si sedette al tavolo da
lavoro, afferro i suoi arnesi e comincio a coniare monete, come suo solito.
Dopo qualche ora che tra il tintinnio dei
suoi ferri, aveva smussato e pesato una
cospicua quantit di monete, venne alla
bottega un vecchio signore che gli chiedeva di deporre nelle sue casse una saccoccia di monete doro, tutti i suoi risparmi.
Lorafo, cortese, accetto la proposta, anche perch, nessuno poteva vantare casseforti tanto resistenti quanto le sue, non
chiedendo in cambio che una parte irrisoria per il servizio prestatogli. Il vecchio
consegno loro allorafo, e lorafo gli rilascio una ricevuta su cui era stata scritta
la somma doro deposta nei suoi forzieri.
Poi altri vennero a lui per deporre loro, in cambio di una
ricevuta. Cos, per tutta la giornata lorafo conio le sue monete e stacco ricevute ai suoi clienti per le somme ricevute.
Il suo forziere a fine giornata era bello
gonfio, tanto che dovette aprirne una
nuova per far spazio a tutte quelle monete doro. Poi, a sera, quando si apprestava a chiudere bottega per tornare a casa,
un uomo, vestito di nero e con un gran
cappello sulla testa, lo fermo sulluscio,
invitandolo a rientrare nel suo studio,
aveva qualcosa da dirgli. Lorafo lo guardo intimorito. Riconosceva in lui unaria familiare, anche se il suo viso gli era
completamente sconosciuto, finch non
vide il brillio rossastro dei suoi occhi e
ripenso al sogno della notte precedente, e si accorse che quelluomo vestito di
nero, altri non era se non lo stesso del
suo sogno. Senti una lama raggerargli
il cuore, ma non ebbe neppure il tempo di spaventarsi, perch luomo, sedendosi su una seggiola ripet le stesse
parole che gli spiffero in sogno: Caro
mio, ora tu possiedi un forziere con migliaia e migliaia di monete doro. Presto
ti accorgerai che raramente i depositari verranno a ritirarli dal tuo forziere, e
sopratutto, mai tutti in una volta sola!
Il fatto che le ricevute che tu hai dato
in cambio delloro depositato nel tuo forziere, adesso cominceranno a circolare
come se si trattasse delloro che tu custodisci. Questa moneta di carta molto
pi leggera e pratica delle monete doro.
Il loro valore non dato dal peso e dal
loro numero, ma vi scritto sopra, e certificato dalla tua firma. A questo punto
non ti restano che due cose da fare. La
prima: tu presterai delle monete doro a

chi ne ha bisogno, e chiederai in cambio


un interesse. Ossia presti dieci monete, e
in cambio ne chiedi undici, o tredici, o
quindici. A seconda dellaffidabilit del
cliente. Meno egli ti sembrer affidabile, pi alti saranno gli interessi. A quel
punto il vecchio orafo disse: Ma quello
che mi dici di fare dellusura. Luomo
rise. Lorafo pero, mezzo ipnotizzato dalle idee sibilline ragiono: Ma se sono io
che posseggo tutto loro, da dove prenderanno loro per ridarmi gli interessi?
Se io presto dieci e mi devono rendere
quindici, quei cinque soldi in pi da dove
verranno fuori?. Appunto disse luomo, con laria altera e scaltra di colui che
sembra convincersi di aver puntato sulla
buona persona, quelloro per gli interessi
non esiste, non esiste da nessuna parte.
E allora?. Allora terrai sempre tutti
in debito, e ogni volta aumenterai il tasso di interesse sul debito stesso. Diventerai luomo pi ricco della terra. A tal
punto che potrai mettere in ginocchio
re, regine, marchesi, baronesse, final
pi piccolo bottegaio della terra. Lorafo si vide sommerso da montagne doro
che piovevano dal cielo, e ormai quasi
convinto dellaffare, chiese alluomo di
esporre il punto numero due. Il
punto numero due il seguente: tu
nel tuo forziere hai mille monete doro. Ora, potresti fare un prestito
massimo di valore mille. No ?. Si.
Ebbene no. Siccome dicevamo che mai
capiter che tutti vengano a ritirare il loro
nello stesso momento, tu potrai sempre
staccare ricevute, anche non coperte. E
qualora qualcuno venga a chiederti la sua somma, tu sarai comunque
sempre in grado di ripagarlo. Mi
spiego?. Credo di si. Devo creare soldi falsi. Ah ah, no no, non
falsi. I soldi saranno veri. Finch
tutti crederanno che quelle ricevute che
tu spacci siano lequivalente di qualche
mucchietto doro. E quando si verr
a sapere che invece i soldi sono falsi?.
Non lo si sapr mai. Chi avrebbe interesse a farlo sapere? Solo un pazzo poveraccio che abbia capito il meccanismo e
non abbia interesse a guadagnarne. Ma
non sar difficile farlo tacere. E poi ricorda, coi soldi tu comprerai chi vuoi: tribunali, gazzettieri, interi salotti dellalta,
media, bassa societ, finanzierai persino
le cospirazioni e gli eserciti. Terrai tutti
in scacco. Gli uni contro gli altri, legati alla gola da uno stesso filo: il debito.
Lorafo dubbioso rifletteva. Poi disse di non essere interessato. Lui era
una persona onesta, ripeteva. E sapeva bene che lusura era condannata
persino dalla Chiesa. Ah ah ah ah
rise luomo persino dalla Chiesa! Che
idiozia! Proprio la Chiesa! Che bellesempio! Non forse lei che ha persino
dato un valore monetario allanima,
con le indulgenze, le cambiali per lal
di l? Comunque, ora vai a dormire. Io
tho dato questo consiglio, gratuito, a te
scegliere. E cosa ne ricaverai tu se io
applico questi tuoi consigli? Perch ti
dai tanta pena?. Io? B, in pratica nulla. Diciamo che sar ricordato per esser
stato lombra del diavolo. Addio. E svan.
Il giorno seguente lorafo apri bottega: affisso allentrata un cartello diceva :
si presta denaro. E secondo la pratica
suggeritagli dalluomo dallalto capello, diede vita al credito, istituzionalizzando lusura e inventando la banca.

CRONACA
IL ROSA E IL NERO

Nessuno pi ricco
dei soldi
Teologia della Miseria

Fritz Mauthner (Wrterbuch der Philosophie) ha dimostrato che la parola


Dio (Gott) originariamente identica a Idolo (Gtze), e che le due vogliono due il fuso o il colato (Gegossene). Dio un artificio fatto dagli
umani, che acquista una vita, attira
verso di s le vite degli umani, e alla
fine diventa pi possente dellumanit.
Il solo colato (Gegossene), il solo
idolo (Gtze), il solo Dio (Gott),
al quale gli esseri umani hanno dato
vita, sono i soldi (Geld). I soldi sono
artificiali e sono viventi, i soldi producono dei soldi e ancora dei soldi, i soldi hanno tutta la potenza del mondo.
Chi non vede, chi non vede ancora
oggi, che i soldi, che il Dio non altra
cosa che uno spirito coniato dagli esseri umani, uno spirito divenuto una
cosa (Ding) vivente, un mostro (Unding), e che il senso (Sinn) diventato
folle (Unsinn) della nostra vita? I soldi
non creano la ricchezza, sono la ricchezza, sono la ricchezza in s, non
c nessun altro ricco che i soldi stessi.

Leconomia
del
Pleistocene

Nel 1964, il grande studioso di preistoria francese Andr Leroi-Gourhan


scriveva a proposito dellattuale
Homo sapiens, ossia di voi e di me:
La sua economia resta quella di un
mammifero altamente predatore anche dopo il passaggio allagricoltura
e alla pastorizia. A partire da quel
momento, lorganismo collettivo
diventa preponderante in maniera
sempre pi imperativa e luomo diventa lo strumento di unascensione
tecnico-economica alla quale presta le sue idee e le sue braccia. Di
modo che, la societ umana diventa
la principale consumatrice di uomini, sotto ogni forma, con la violenza o col lavoro. Luomo ci guadagna
nellassicurar progressivamente una
presa di possesso del mondo naturale
che deve, se si proiettano nel futuro i
termini tecno-economici del mondo
attuale, concludersi con una vittoria totale, lultima sacca di petrolio
svuotata per cuocere lultimo pugno
derba mangiato dallultimo ratto.

Non mi preoccupo di quale marionetta piazzata sul trono dInghilterra alla testa
dellImpero. Luomo che controlla la massa monetaria britannica controlla lImpero britannico. E io controllo la massa monetaria (Baron Nathan Mayer Rothschild)

Non gode chi paga, perch ha pagato, non gode chi si concede, perch pu solo illudersi. sempre un terzo, dice Klossowski, a godere. Cio, lAltro. Sar un dio, che non esiste, a godere, ma nessun dei
due. Quindi i soldi, fin qua, non servono assolutamente a niente.

LA POSTA DEL CUORE


Gentile redazione di WoM, mi chiamo Vanessa, ho 33 anni e faccio la puttana. Vi scrivo perch son certa voi possiate aiutarmi a risolvere un problema. Qualche settimana fa, dopo aver passato la mia serata a pompini e scopate, mi sono ritrovata nel mio letto con un mazzo di soldi nella borsetta.
Guardando quella pila di pezzi di carta mi son chiesta cosa rappresentasse
tutto questo. Mi chiedevo quale fosse il loro vero significato, come fosse possibile che un semplice valore numerico potesse equivalere ad una prestazione
sessuale, comera valutabile il mio corpo e quello degli altri, quale il prezzo
di un individuo. E riflettendo su questi problemi, senza riuscire a prendere
sonno, sono arrivata a certa conclusione. Innanzitutto devo ammettere che
la mia posizione assai privilegiata: essendo una puttana, il rapporto tra il
mio corpo e il denaro, si evidenzia in maniera diretta, rapporto che resta nascosto invece a coloro che svolgono un mestiere cosiddetto rispettabile. Ed
ecco ci che ho visto: la prostituzione, se considerata come scambio pecuniario in seguito ad una prestazione, non una prerogativa di chi svolge il mio
mestiere, ma il sistema remunerativo stesso ad essere una grande macchina della prostituzione: chiunque svolga unazione, un gesto, un compito col
fine di venirne remunerato, si presta al meccanismo della prostituzione. In
tutti i casi, qualsiasi sia la natura dello scambio, denaro, favori ecc, si tratta
sempre dello stesso processo: mettere in vendita se stessi, cedere il proprio
corpo, la propria persona - che in termini assoluti non ha nessun valore prestabilito - , come si suol dire, inestimabile - per ricavarne qualche prebenda.
La persona non diventa merce solamente quando il corpo viene venduto per
assopire primari bisogni sessuali, non un caso che persino Karl Marx avesse visto che: Cose che in se stesse non sono merci, p.es. coscienza, onore,
ecc., possono essere ritenute dai loro possessori vendibili per denaro e ricevere cos la forma di merci, tramite il prezzo che si stabilisce per loro. Perci
una cosa pu avere, formalmente, un prezzo, pur non avendo un valore. In
tal caso lespressione di prezzo, come alcune grandezze della matematica, diviene immaginaria. Persino chi fa sesso col fine di procreare non sfugge a
questa catena: lo scambio sessuale di una coppia, non differisce da unazienda che si lancia in un investimento finanziario a fondo perduto. Mi sbaglio?

Cara Vanessa, assolutamente no, non ti sbagli affatto. Le tue parole potrebbero sembrare inammissibili agli occhi della moralit comune, che preferisce
nascondere il fondo reale dei propri gesti, celandoli dietro alti ideali, come
lAmore, senza pero avvedersi che lamore stesso non altro che un commercio, e persino il pi alto e sublime degli amori, quello divino, ancora una
forma privilegiata di prostituzione. Non infatti Egli obbligato per sua natura ad amarci tutti, in unorgia mistica, solo per ricevere in cambio la nostra
fede? E le chiese e i sacerdoti, non assumono forse il ruolo dei suoi magnaccia?

KAPITALISMUS ALS RELIGION


IL PREZZO DEI SOLDI
Un giorno, Nasreddin, che mendicava
alluscita della moschea, interpello un
ricco mercante.
_ Mi dica, nobile signore, non potrebbe darmi il tanto per acquistare un
elefante?
_ Caro Nasreddin, sarebbe un piacere, ma se lo faccio, tu perderai rapidamente il tuo elefante, perch non
avrai di che cibarlo, gli rispose il nobile
signore.
Innervosito e volendo sempre avere
lultima parola, Nasreddin rispose:
_ Ti ho chiesto dei soldi, non un consiglio!
Bisognerebbe esaminare metodicamente quali legami ha intessuto il
denaro col mito nel corso del tempo,
tanto da trarre a se sufficienti elementi mitici, per costituire il proprio mito.

Dio in quanto
merce tra le merci
Avr pure
un suo prezzo.

In vendita
al miglior offerente!
Vera e unica occupazione della cerimonia capitalista, la caccia. Assommare le bestie, tranciare piante, divellere
il suolo, occupare riviere, monopolizzare pozzi. La sopravvivenza della
trib, si trova al di sopra di qualsiasi
essere, persino dei componenti della
trib stessa. La caccia per i primitivi,
era uno strappo, un dono che veniva
rubato dalle mani della Natura, alla
quale veniva offerta una parte della
cacciagione. Nel capitalismo la caccia
semplicemente la meccanica dellessere: non c una Natura da ingraziarsi:
ogni bene deriva dalla Societ, e ogni
bene devoluto alla Societ. La Societ ha assunto la dimensione metafisica del Grande Uno che sovrasta i
mondi: la sua Fame che bisogna ora
ringalluzzire: sono le sue fauci infinite
che devono essere ricolme, nelle sue
chiese devono essere accesi gli incensi: le ciminiere ne spargono gli olezzi:
dai forni si levano nuvole nere: tra le
tubature circolano vapori al napalm. Il
capitalismo non ha cerimonie diurne
e cerimonie notturne, la sua macchina
costantemente accesa, giorno e notte la sua autocelebrazione non prevede pause: larea sacrificale, il cantiere
universale, solleva le sue pire di cenere, il fuoco riceve costante alimento,
la sua fornace vuole essere persuasiva
quanto il soffio divino lo era alla Vita.
Perenne, Eterno, Uno, Capitalista.

Bisogna vedere nel capitalismo una religione, ovvero, che il capitalismo serve
essenzialmente a soddisfare gli stessi problemi, tormenti, inquietudini alle quali le
cosiddette religioni del passato fornivano una risposta.
Precetto onniavolgente del Grande Magazzino: ogni minima apparenza, in
quanto qualcosa, appartiene a qualcuno, ed quindi potenzialmente vendibile:
il valore di ogni parcella del creato, di tutto-sotto-il-cielo, prettamente monetario: dettato dalle quotazioni, le fluttuazioni di capitale, gli abissi dellinflazione
e il bilico del disastro.
Ma come questa religione tiene desti i suoi cerimoniali? Quale favoleggiante follia fa riverberare agli occhi dei suoi adoratori? Quali chiese, quali templi e circhi
ha loro costruito? Infiniti: c di tutto: per tutti i gusti. E leterna lotteria, la festa
forense aperta tutto lanno, il teatro dOklahoma, leterno presente in pompa
magna, sguinzaglia quotidianamente il proprio spettacolo: e per ogni gusto ha la
sua moda, ogni desiderio il suo miglior offerente, e il suo acquirente.
La lucidit da spettatore di Debord si fermata qui. Un passo oltre lo spettacolo, la cerimonia.
Il quotidiano elevato ad assioma, i simboli sacri dispersi tra gli elettrodomestici, e elettrodomestici assurti a simboli sacri, o status symbol. Luomo al posto
dei cieli, autovetture ultima generazione, in cambio di psicopompi. Ballerine di
lap-dance, in vece di vergini sacre a Latona. I templi son le sale da cinema, in cui
si proiettano le azioni degli Eroi, il divi, le stelle, idoli del pantheon iperpoliteistico
della religione capitalista. Il politeismo classico impila le sue gerarchie teologali
secondo una piramidale sequenza di potenze espresse, il capitalismo ha il pi
vasto Pantheon di tutte le religioni, tanto da corrispondere al Grande Magazzino
stesso, dove, su un altare qualunque, pu egualmente finirci una scatoletta di
sardine o un eroico scopritore di mondi, dipende solo dalla pagina di copertina.
Nel capitalismo pu diventare santificante una lattina di Coca-Cola, un pacchetto di patatine pu far assaporare le grazie dellEden, una bevanda estratta dai
testicoli di un toro condurre verso i cieli pi remoti. Quello che nel vangelo giovanneo il Logos degli Heloims, nella religione capitalista il fatras pubblicitario,
la costante ripetizione di slogan.
La parola gahirm significa urlo,
grido, e sluaghghairm era il grido di
battaglia dei morti. Ne derivata pi
tardi la parola slogan: la denominazione del grido di guerra delle masse
moderne deriva dallesercito dei morti degli Highlands.
E. Canetti, Massa e Potere.

Divinit del pantheon capitalista, i


valori monetari. Si ricostruisce la piramide delle potenze spirituali, sulle
somme numeriche: la graduale scalata al pantheon non dipende da una
particolare preparazione spirituale
del cavaliere errante tra le foreste del
mercato, ma solamente dal suo conto
bancario.
Tra il proprietario di una banca e un
mendicante, c la stessa distinzione
metafisica, che gli indiani tracciarono
tra il brahmano e il paria. Con una differenza che caratterizza tutta lessenza
del capitalismo: il paria e il brahmano
si differenziavano nella gerarchia degli esseri, per una maggiore o minore
prescienza del Brahma, nel capitalismo
la differenza che crea le gerarchie la
possessione numerica di crediti, prestiti, tassi di interesse e spese.
Nella mitologia capitalista un Perceval,
non altro che un povero, che cerca di diventare ricco, trovando, lungo
il suo cammino iniziatico, una miniera doro, la stessa che diede i troni a
Rockfeller e Rothschild, miti precursori della caccia alloro, quanto Art e
Lancillotto della saga.
Se Carlo V poteva dire che nel suo
impero il sole non tramontava mai,
per il capitalismo il sole fa parte dei
suoi possedimenti. Non che una
parcella in pi del creato, in attesa
dessere lottizzata.

Luomo capitalista pu fare a meno del sole e della luna, delle stagioni e le eclissi, lui ha lorologio da polso.

Capitalismo e Messianismo
Trovata la strada per giungere alla
Gerusalemme Celeste

LUomo edifica grattacieli, metropolitane, autostrade, mattatoi,


sullaltare di Babilonia.
Il Culto del posto di lavoro: ingraziarsi le gerarchie, sedere nella rosa
mistica degli occupati, sentirsi parte
di quel corpo immenso, non pi
esser monade solitaria nellinfinit
del commercio, ma cittadino, elettore, circuito integrato del sistema
legale della speculazione usuraia.
Abramo venne investito di una missione, abbandonare casa, familiari,
armenti e concubine, e partire in
cerca della Terra Promessa. Luomo
capitalista, anche lui nasce investito di una missione: saldare il debito che ha contratto nei confronti
della Societ, con la sua nascita.
Abramo pronto a sacrificare suo
figlio per la Causa, ma dio interviene e sostituisce il figlio col capro.
Anche luomo capitalista e pronto a
sacrificare il proprio figlio e non se
ne priva: e anche nel suo caso dio
interviene, sostituendo la testa del
proprio figlio, con moneta sonante. Ma quando Abramo vedeva il
sangue sgorgare dalla giugulare del
capro, sapeva che quel sangue era

quello di suo figlio. Quando luomo


capitalista si passa le sue monete di
mano in mano, non si accorge che
dietro ogni banconota nascosta
la testa mozzata, gli arti mutilati, le ali spezzate, del proprio figlio.
La moneta, che il burro chiarificato del fuoco sacro capitalista, ha, con
unacrobazia parasimbolica, azzerato
il valore cruento del sacrificio: ne ha
nascosto il punto di tensione: ne ha
fatto una routine: sgozzare una capra, un gesto sacro per ogni forma
religiosa, che prevede luccisione del
capro, allinterno di un cerimoniale
preciso. Nel capitalismo, ogni istante
il cerimoniale preciso, si sgozzano
capri ad ogni momento della giornata, una bomba ha sollevato al cielo i
suoi fumi sacrificali, il Baffometto se
ne ciba tra i torrioni di Wall Street,
dove accanto a Morgan end Co., si
deterge nelloro Semiramide, investendo la sua perla pi rara sulle
azioni degli armamenti biochimici.

Marx aveva visto la spettrale dimensione delle merci. Quellammasso di oggetti che investivano la vita
degli uomini, somigliavano da vicino
alle serie di pupazzi appesi nelle grotte dei Pueblos. La merce rimandava
ad una scala di esseri intermedi, una
fitta rete di spiriti che sprigionavano
la forza lavoro, la burocrazia della
Macchina assumeva dimensioni cosmiche. Marx percorreva i viali londinesi, come si fosse appena perso in
una citt fantasma. E preso dal panico, cerco di esorcizzare il mondo per
il tramite della Presa di Coscienza. Il
Capitalismo aveva trovato uno dei
suoi Padri Fondatori, quello che Tommaso lAcquinate fu per la Chiesa. La
parola Coscienza comincio a circolare, per indicare la posizione psichica
delluomo capitalista, dentro la Macchina. Lui aveva una sola Coscienza,
la coscienza della Macchina. Che fosse per ammirarla o ripudiarla, poco
importava alla Macchina, essa che
Bifida. Limportante per la Macchina
era che luomo parlasse della Macchina, ladorasse, e non servirono inni
e elegie per questo, bastarono i giornali e la circolazione dellopinione.

Si cominciarono a idolatrare le Nazioni, i Capi Banda vennero issati sui


torrioni che un tempo erano seggio
dei poeti, gli scranni imperiali furono
affidati alle bizze di un uomo e del
suo esercito, la Volont Popolare,
Inno Nazionale, la disputa nei parlamenti, Sinedrio e Patibolo.
Il Senato Romano non sera mai
sognato di sostituirsi al Pantheon di
Giove e Venere: la fortuna dei Senatori dipendeva sempre dalle stagioni,
riti a Proserpina, le vittorie in battaglia, circhi al Campo di Marte, dai
venti che trasportano grano e vino,
ecc. Nel Capitalismo niente di tutto
questo: le cifre e le ricchezze non
dipendono dalle stagioni o gli eventi
del mondo, la ricchezza del capitalismo si crea da se stessa, sono cifre,
che rimandano a fidi bancari e crediti: ossia somme forfettarie, del tutto
inesistenti, che creano il valore delle
offerte devolute al Capitale nei vari
suoi altarini: che essi siano qualche
spicciolo su un poggiamonete dal tabaccaio, o una transazione in borsa
tra Gruppi Finanziari. Marx si stupiva
dellaccumulo di merci e del modo
in cui queste assumessero un valo-

LUtopia Capitalista: una sola moneta unisce i cuori degli uomini: nessun
altro idolo viene ad interferire nelle
manovre del Denaro, nessun altro culto, al di fuori dello spaccio di monete.
La situazione del tossico della strada: per lui non resta alcun senso
alla vita, se non nella dose quotidiana deroina. La sua vita non che il
ripetuto cerimoniale della droga:
cucchiaino, accendino, laccio emostatico e la roba. Per il capitalista,
lunico senso alla sua vita, nella dose
costante di denaro, introiti, spese che
rapportino denaro, prestiti, usura.
Entrambi vagabondano come ectoplasmi in cerca dello spacciatore allangolo.
Analogia tra il pusher e il bancomat. Le
prostitute lungo i viali, le icone sante
lungo le navate, bambole in una vetrina.
Unica meccanica piramidale del bisogno, la gerarchia sociale non riflette che la depravazione del bisogno:
luomo, pronto ad abbassarsi le
braghe, pur di ricevere in cambio
qualche spicciolo, come in astinenza sarebbe pronto a leccare i tacchi al suo spacciatore, il drogato.

re. Che gli sarebbe preso se avesse


assistito allaccumulo del debito pubblico, come unico obbiettivo suicida
del capitale?
Per Marx esisteva un valore duso,
e ve nera un altro, estremamente
ambiguo, che era il valore monetario.
Un valore che non era dato da altro
che dal valore stesso. Un aporia del
pensiero. E di questa aporia non seppe che farsene. Se avesse osservato
il cuore del Moloch che si era preposto di abbattere, avrebbe visto, che
pi spettrale ancora del mondo delle
merci, cera il mondo della finanza, in
cui i crediti e i capitali, circolavano,
come cifre esoteriche di un Corpo
Astrale che si incarna in sequenze
numeriche. Se le merci assumevano
per Marx la figura di feticci, il denaro
sono gli spiriti dei feticci, un corpo
simbolico ancora pi sottile, la vera
anima della merce, dellacquirente
e il venditore: il denaro la Summa
della trinit del capitalismo: Padre venditore: Figlio - acquirente: Spirito
Santo - la merce, e il denaro il Pleroma unico che pervade lessere e i
suoi scaffali.

La meccanica dei cieli aveva disposto gli esseri in seno al cosmo.Tutte le religioni del passato fondavano il
loro culto e le loro teogonie, seguendo le rotazioni delle sfere dei cieli,
delle costellazioni, le eclissi, stagioni,
di tutta quella serie di segni che testimoniavano la presenza dun primo
motore, inscrutabile, che produceva
il mondo e le sue metamorfosi. Il capitalismo, seguace di una settaria credenza nella coscienza delluomo, nella
sua superiorit rispetto a qualsiasi altro essere del creato e lincreato, ha
posto dapprima la meccanica dei cieli
nello spirito delluomo, traslocando la
trascendenza nellanatomia, facendolo artefice dei propri pensieri, dentro
il macchinario dellanima, le chiavi a
stella della Ragione, oli e grassi della
Buona Coscienza e carene della Bont Divina. Poi venne lautoma: il golem
resuscitato dalle leggende, si incarna
nella fabbricazione in serie di ninnoli,
simulacri, monili, oggetti privi di senso,
valore, ma dotati di un prezzo.
Il traguardo esoterico, la pietra filosofale della gnosi capitalista, la
riproducibiit, e la commercializzazione dellanima. Poter creare una
macchina pensante, mettere in saldo
spiriti addestrati a produrre pensieri.
E come ogni gnosi che si rispetti, non
prevede soluzione. La macchina pi
elaborata non sar mai capace di replicare uno spirito, che rimane in una
dimensione di complessit troppo
elevata per essere ridotta ad alcune
leggi della meccanica. La scienza fallisce la sua missione evangelica, come
qualsiasi religione rivelata. Cio non
impedisce affatto di avere schiere di
fedeli adoratori, che si eccitano per
una trovata tecnologica, con la stessa intensa isteria che caratterizzava
En gros, un symbole est dfini comme un signe qui reprsente quelque
chose. Tout signe nest pas ncessairement un symbole. Sil reprsente
quelque chose, il devient un symbole de cette chose. Sil ne reprsente
pas quelque chose, alors il ne devient
pas un symbole mais seulement un
signe dpourvu de sens. Cela est valable pour les mots tout comme pour
les chques bancaires. Si quelquun
dtient un solde nul sur son compte
en banque, mais quil possde toujours

le visioni di Angela da Foligno. Basta


aver avuto modo di vedere una calca
di persone, pronte allinvasione di un
magazzino, per lacquisto dellultimo
cult della stagione. La foga, le spinte, i
calci, gli spasimi e lenergia sprigionata, non sono da meno di quelle di un
epilettico nel suo stato di grazia.
Il cosmo delluomo capitalista un
magazzino di merci, infinito, del quale
lui detiene il listino prezzi.
Laddove le stelle segnavano la Strada
Regia alluomo primitivo, il Grande
Magazzino segna alluomo capitalista il girovagare disperso delle citt
moderne, la fluttuante dmarche
del sonnambulo, preda dei sogni di
acquisto dellofficiante, investitura lustrale del conto in banca, sigillo regale
del portafogli, linessente propagarsi
di cifre, opinioni e mazzette.
Nel grande magazzino luomo girovaga, ha tutto di fronte a se, sopratutto
oggetti per desideri che non ha mai
avuto. Luomo stregato dagli oggetti. Inermi, immobili, disposti come un
orchestra pronta a suonare, ad un
corpo di ballo sulle punte, lo guardano, con la stessa intensit con cui lui
guarda gli oggetti. Luomo inerme,
di fronte a questa schiera numerosissima, resta muto, poi un prezzo ne
risveglia un desiderio: quegli oggetto
cos lontani, fantasmatici, spettrali, feticci materialistici, ben ordinati nelle
loro file, si possono ottenere: come?
Fare un dono, per riceverli in cambio? Invocare qualche buon augurio
che ce li mandi in offerta? No, di certo: gli oggetti hanno un prezzo, basta
pagare.
La moneta funger da offerta traghettatrice, assumendo il ruolo che
un tempo fu di capri sgozzati, budella
insanguinate e burro chiarificato.

un chquier et remplit un chque, il


met un signe mais pas un symbole,
car le signe ne reprsente rien. Utiliser ces signes particuliers comme des
symboles donne gnralement lieu
des condamnations demprisonnement. Cette analogie sapplique aux
bruits que nous mettons oralement,
qui deviennent occasionnellement
des symboles, mais qui, parfois, nen
sont pas; aucune condamnation nest
ce jour prvue pour une telle fraude.

AGRICULTURAL CAPITALISM

It was fifteen thousand acres, divided into 135-acre crop circles. Each circle
resembled the green face of a tremendous clock with a slowly rotating second
hand. That sweeping second hand was the irrigation machine, a pipe more than
a thousand feet long that delivered a steady rain of water, fertilizer, and pesticide
to the potato plants. The whole farm was managed from a bank of computer
monitors in a control room.
Michael Pollan, The Omnivores Dilemma

DEL TONDO METALLO E DELLA CARTA PESANTE


Ragionevoli fratelli, ascoltate con fiducia
e siate felici di non conoscere il male dei
bianchi e le loro angustie. Voi tutti mi siete testimoni che il missionario dice: Dio
amore. Un onesto cristiano farebbe
bene a tenersi sempre davanti agli occhi
limmagine dellamore. Solo al grande Dio
va quindi anche la devozione del bianco.
Ebbene, il missionario ci ha mentito, ci ha
ingannati, il Papalagi lo ha corrotto affinch
ci ingannasse con le parole del Grande
Spirito. Perch il tondo metallo e la carta
pesante, chegli chiama denaro, questa la
vera divinit dei bianchi.
Quando un europeo parla dellamor di
Dio, torce la faccia e sorride. Sorride
dellingenuit del tuo pensiero. Tendigli
per un tondo pezzo di metallo o una
grande carta pesante, e allora subito i suoi
occhi silluminano e molta saliva gli giunge
alle labbra. Il denaro il suo amore, il denaro il suo Dio. Tutti i bianchi pensano a
esso, anche quando dormono. Ce ne sono
molti le cui mani si sono fatte ricurve e
assomigliano nel gesto alle zampe delle
grandi formiche della foresta, per il tanto
afferrare quel metallo e quella carta. Ce ne
sono molti i cui occhi si sono fatti ciechi
a furia di contare il denaro. Molti che per
denaro hanno dato la gioia, il riso, lonore,
la coscienza, la felicit, s, persino la donna
e il figlio. Quasi tutti perdono la salute per
il tondo metallo e la carta pesante. Se lo
portano addosso nei loro panni, fra dure
pelli ben ripiegate. Di notte lo depongono
sotto il guanciale, perch nessuno glielo
porti via. Ci pensano ogni giorno, ogni ora,
ci pensano ogni minuto.Tutti! Anche i bambini! Devono, sono costretti a pensarci. La
madre lo insegna loro e lo vedono fare dal
padre. Tutti gli europei. Quando passi nelle
fessure di pietra della Germania a ogni momento odi il grido: Marco! E di nuovo:
Marco! Lo senti dappertutto. Quello il
nome chessi danno al tondo metallo e alla
carta pesante. In Francia si chiama franco,
in Inghilterra scellino, in Italia lira. Marco,
franco, scellino, lira sono sempre la stessa
cosa. Tutti vogliono dire denaro, denaro e
sempre denaro. Il denaro soltanto il vero
dio del Papalagi, ci che egli venera di pi.
Daltra parte nelle terre dei bianchi non
ti neppure possibile restare dal levarsi
al cadere del sole senza denaro, del tutto
senza denaro. Non riusciresti a placare la
tua fame e la tua sete, non troveresti una
stuoia per la notte. Ti chiuderebbero in
una prigione e metterebbero il tuo nome
sui giornali perch sei senza denaro. Devi
pagare, cio dare denaro, per il terreno su
cui cammini, per la terra su cui sorge la
tua capanna, per la stuoia su cui dormi la
notte, per la luce che illumina la tua capanna. Pagare per poter tirare a un piccione,
per poter bagnare il tuo corpo nel fiume.
Se vuoi andare l dove la gente si diverte, dove si canta o si balla, oppure vuoi
chiedere consiglio a un fratello, per ogni
cosa devi dare molto metallo rotondo e
carta pesante. Devi pagare per ogni cosa.
Ovunque, trovi un tuo fratello che allunga
la mano e ti disprezza oppure si infuria se
non ci deponi del denaro. E il tuo umile
sorriso e lo sguardo pi affettuoso non ti
sono daiuto per addolcire il suo cuore. Lui
spalancher le fauci e ti grider dietro Miserabile! Vagabondo! Perdigiorno! Tutte
queste parole hanno lo stesso significato e
rappresentano la pi grande vergogna che
possa ricadere su una persona. Sicuro, persino per la tua nascita devi pagare, e quando muori la tua famiglia deve pagare per
te, perch sei morto e perch il tuo corpo
possa trovare posto sottoterra, come pure
per la grande pietra che faranno rotolare

sulla tua tomba a eterno ricordo.


Ho trovato una sola cosa per la quale in
Europa non viene ancora richiesto denaro e che ciascuno pu usare nella quantit
che vuole: laria da respirare. Credo per
che si tratti solo di una dimenticanza, e
non esito ad affermare che se in Europa
qualcuno udisse queste mie parole, subito
penserebbe a far incassare metallo rotondo e carta pesante anche per questo. Poich tutti gli europei sono continuamente
alla ricerca di nuovi motivi per pretendere
denaro.
Senza denaro in Europa sei un uomo senza
testa, un uomo senza membra. Un niente. Devi avere denaro. Ne hai bisogno per
il cibo, per lacqua da bere, per il sonno.
Quanto pi denaro possiedi, tanto migliore
la tua vita. Se hai denaro puoi avere in
cambio tutto il tabacco che vuoi, gli anelli
o i panni pi belli. Hai molto denaro? Puoi
avere molto. Perci tutti ne vogliono avere molto. E ciascuno vuole averne di pi
degli altri. Da qui lavidit e locchio teso
al denaro in ogni ora del giorno. Getta un
tondo metallo nella sabbia e i bambini vi
si lanceranno sopra, lotteranno fra di loro
per prenderlo e chi lo afferra e lo tiene, il
vincitore, felice. Ma raramente qualcuno
getta denaro nella sabbia.
Da dove viene il denaro? Come puoi arrivare ad avere tanto denaro? Oh, in molte
e diverse maniere, facili e difficili. Quando
tagli i capelli a un tuo fratello, quando gli
strappi le erbacce davanti alla capanna,
quando conduci una canoa sullacqua,
quando hai un pensiero importante. S, per
amore di giustizia va detto: anche se tutto
richiede molta carta pesante e metallo rotondo, anche facile ottenerne per tutto
ci che fai. Basta che tu ti dia da fare, cosa
che in Europa si chiama lavorare. Lavora
e avrai denaro, dice una delle regole degli
europei.
In ci regna per una grande ingiustizia,
sulla quale il Papalagi non riflette, non vuole riflettere, perch in tal caso dovrebbe
ammettere la sua stessa ingiustizia. Non
tutti coloro che hanno molto denaro lavorano molto. (Sicuro, tutti vorrebbero
avere molto denaro senza per lavorare).
E questo succede cos quando un bianco
guadagna tanto denaro da avere la sua capanna, il suo cibo e la sua stuoia, e oltre a
questo anche molte altre cose, subito per
il denaro che ha in pi fa lavorare il fratello.
Per s. Gli d per prima cosa il lavoro che
ha reso dure e sporche le sue mani. Gli fa
portare via gli escrementi che lui stesso ha
deposto. Se si tratta di una donna, allora
si prende una fanciulla che lavori per lei.
E costei deve ripulire le stuoie sporche,
lavare le ciotole, pulire le pelli da piedi, accomodare i panni strappati e non deve far
nulla che non serva a lei. In questo modo
lui o lei hanno tempo per fare altri lavori pi lieti, pi importanti e pi gravi, per
i quali viene pagato pi denaro, un lavoro
che lascia le mani pi pulite e i muscoli pi
contenti. Se un costruttore di barche, laltro deve aiutarlo a costruire le barche. Del
denaro che costui guadagna dandogli il suo
aiuto, e che quindi dovrebbe appartenere
a lui solo, laltro gliene prende una parte, e
cio la parte pi grossa, e non appena gli
possibile prende a lavorare per s due fratelli, e poi tre, e sempre in maggior numero
devono lavorare per lui a costruire imbarcazioni, e alla fine sono cento e anche pi.
Fino a quando lui non ha pi niente altro
da fare che stendersi sulla sua stuoia, bere
kava (bevanda narcotica estratta dalla radice della omonima pianta, n.d.r.) europea e
bruciare rotoli di tabacco, poi consegnare
le barche finite e farsi portare il metallo

o la carta che gli altri hanno guadagnato


lavorando per lui. Poi la gente dice: ricco. Lo invidiano e lo lusingano in molte
maniere e gli dicono parole sonanti, poich
il valore di un uomo nel mondo del bianco
non la sua nobilt o il suo coraggio o lo
splendore del suo pensiero, ma la quantit
di denaro, quanto ne pu fare in un giorno,
quanto ne conserva nella sua grossa cassa di ferro, cos pesante che nemmeno un
terremoto la pu distruggere.
Ci sono molti bianchi che ammucchiano
il denaro che altri hanno fatto per loro,
lo portano in un luogo ben custodito, ne
portano l sempre di pi fino a che non
hanno pi neppure bisogno di gente che
lavori per loro, perch a questo punto
il denaro che lavora per loro. Come ci
sia possibile senza qualche diabolica magia,
non sono mai riuscito a saperlo del tutto:
ma vero che il denaro diventa sempre
di pi, come le foglie di un albero, e che
in questi casi luomo diventa ricco anche
quando dorme.
Ora, quando uno ha molto denaro, molto
pi della maggior parte degli altri uomini,
cos tanto che potrebbe con esso rendere
il lavoro pi facile a cento, mille uomini, lui
non d loro nulla; mette le mani sopra il
metallo rotondo e siede sopra la carta pesante e c avidit e volutt nei suoi occhi. E
se gli chiedi Che cosa vuoi fare con tutto
quel tuo denaro? Qui sulla terra non puoi
fare molto pi che rivestirti, placare la tua
fame e la tua sete, allora non sa che cosa
rispondere, oppure dice: Voglio averne
ancora di pi. Sempre di pi. E ancora di
pi... E, cos, ben presto ti avvedi che il denaro lo ha fatto ammalare e che tutti i suoi
sensi sono posseduti dal denaro.
malato e invasato perch ha dato la sua
anima al metallo rotondo e alla carta pesante, e non ne ha mai abbastanza e non
pu smettere di desiderarne sempre di
pi. Non pi capace di pensare: Voglio
andarmene dal mondo senza molestie e
senza ingiustizie, cos come ci sono venuto,
poich il Grande Spirito mi ha inviato nel
mondo anche senza metallo rotondo e
senza carta pesante. Assai pochi pensano
a questo. Per lo pi restano nella loro malattia, non guariscono mai nel loro cuore e
godono del potere che d il molto denaro.
Si gonfiano dorgoglio come frutti marci
sotto le piogge tropicali. Con volutt lasciano che molti dei loro fratelli facciano i lavori pi duri, per poter essi stessi ingrassare
nella pigrizia e prosperare. E fanno questo
senza che la loro coscienza si ammali. Si
vantano delle loro belle dita pallide che ora
non si sporcano pi. Il pensiero di derubare
continuamente gli altri delle loro energie e
di usarle per se stessi non li disturba e non
toglie loro il sonno. Non pensano affatto di
dare agli altri una parte del tanto denaro
che hanno, per rendere loro pi facile il
lavoro e pi lieve la fatica.
Cos in Europa c una met che deve fare
molto lavoro sporco, mentre laltra met
lavora poco o niente del tutto. La prima
met non ha mai tempo per starsene al
sole, la seconda ne ha molto. Il Papalagi
dice: Non tutti gli uomini possono avere
ugualmente tanto denaro e mettersi tutti contemporaneamente seduti al sole.
Secondo questa dottrina egli si prende il
diritto di essere crudele, per amore del
denaro. Il suo cuore duro e il suo sangue
freddo, s, egli mente, inganna, sempre disonesto e pericoloso quando la sua mano
si tende verso il denaro. Spesso un Papalagi
ne uccide un altro per denaro. Oppure lo
uccide con il veleno delle parole, lo stordisce con esse per rapinarlo. Perci di rado
uno si fida di un altro, perch tutti sono

consapevoli della loro grande debolezza.


Per questo tu non sai mai se un uomo che
ha molto denaro buono nel fondo del
suo cuore, perch potrebbe anche essere molto cattivo. Noi non sappiamo mai
come e dove ha preso i suoi tesori.
In compenso per anche luomo ricco non
sa se lonore che gli viene fatto si riferisce
alla sua persona o al suo denaro. Il pi delle
volte rivolto al suo denaro. Perci io non
comprendo perch si vergognano tanto
coloro che non hanno molto metallo rotondo e carta pesante e invidiano il ricco,
invece di essere loro a farsi invidiare. Perch come non bene cingersi di troppo
pesanti collane di conchiglie, cos per il
greve peso del denaro. Esso toglie alluomo
il respiro e alle membra la giusta libert.
Ma non un solo Papalagi vuol rinunciare al
suo denaro. Non uno. Chi non ama il denaro viene ... denso, stupido. La ricchezza
(cio lavere molto denaro) rende felici
dice il Papalagi. E ancora: Il Paese che ha
pi denaro il pi felice. Noi tutti, voi, illuminati fratelli, siamo poveri. La nostra terra
la pi povera sotto il sole. Noi non abbiamo tanto metallo rotondo e carta pesante da riempirne una cassa. Agli occhi del
Papalagi siamo poveri mendicanti. Eppure!
Quando vedo i vostri occhi e li confronto
con quelli del ricco signore, trovo che i suoi
sono opachi e spenti e stanchi, mentre i
vostri brillano della grande luce, brillano di
gioia, forza, vitalit e salute. I vostri occhi
li ho trovati solo nei bambini dei Papalagi,
prima che imparino a parlare, perch fino
a quel momento non sanno ancora nulla
del denaro. Quanto siamo stati privilegiati
dal Grande Spirito, che ci ha protetti contro il demonio! Il denaro un demonio,
perch tutto ci che fa male e fa male.
Chi soltanto tocca il denaro, rimane prigioniero del suo incanto, e chi lo ama deve
fargli dono di tutte le sue energie e di tutte le sue gioie, fintanto che vive. Amiamo
dunque i nostri nobili costumi, che dispregiano luomo che chiede una mercede per
ogni ospitalit che d, per ogni frutto che
porge. Amiamo i nostri costumi che non
sopportano che uno abbia tanto pi di un
altro o che abbia molto e laltro nulla di
nulla. Affinch nel nostro cuore non diventiamo come il Papalagi, che sa essere lieto
e felice anche se il fratello che gli sta accanto triste e infelice.
Guardiamoci soprattutto dal denaro. Il Papalagi porge ora anche a noi il suo metallo
rotondo e la sua carta pesante, per renderci avidi di essi. Essi dovrebbero farci pi
ricchi e pi felici. Gi molti di noi ne sono
stati accecati e sono caduti in quella grave malattia. Ma se voi credete alle parole
del vostro umile fratello, se sapete che vi
dico la verit quando affermo che il denaro non rende n pi lieti, n pi felici, ma
piuttosto mette il cuore e tutto luomo in
grande confusione, che con il denaro non
si pu mai veramente venire in aiuto di una
persona, renderla pi lieta o pi forte e
pi felice, allora anche voi comincerete a
odiare il tondo metallo e la carta pesante
come i peggiori dei vostri nemici.

* Il Papalagi designa il Bianco, lo straniero, letteralmente: il giustiziere del cielo. Il


primo missionario bianco che sbarc a
Samoa, arriv su un veliero. Gli aborigeni
presero, da lontano, le vele bianche per un
buco nel cielo, attraverso il quale il Bianco
veniva a loro. Attraversava il cielo.

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