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LA PAROLA DI OGGI
16 settembre 2012
Domenica
Ss. Cornelio e Cipriano
XXIV tempo ordinario - (B) - IV
PREGHIERA DEL MATTINO
O mio Ges, tu sei il Cristo, il Figlio di Dio: ti riconosco per colui che sei, e
voglio riprodurre in me la tua vita, prendendo la mia croce per alleggerire la
tua. Soltanto cos, anche a rischio della vita terrena, potr avere parte nella
non prevalga in noi il nostro sentimento, ma l'azione del tuo Santo Spirito.
Per Cristo nostro Signore.
MEDITAZIONE
"Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e
mi segua". Cerchiamo di capire, con l'aiuto del Signore e la sua grazia, ci che
vuole farci capire con queste parole "rinnegare se stessi".
Come ci si pu rinnegare quando ci si ama? Ci va oltre un ragionamento
umano. proprio dell'uomo dire: "Come ci si pu rinnegare quando ci si
ama?". Eppure il Signore ci insegna che, per amare se stessi, importante
rinnegarsi: poich amandosi ci si perde, e rinunciando a s ci si ritrova. "Chi
ama la propria vita la perder!", ci ha detto. Ecco un ordine che viene da colui
che sa ci che comanda; egli sa consigliare perch sa istruire, e sa ristorare
perch ha voluto creare.
Dunque, colui che si ama sappia perdersi: costa assai perdere ci a cui si
attaccati. E non esiste una persona che non ami se stessa; e come bisogna
cercare di amarsi "bene", cos bisogna evitare di amarsi male. Amarsi
lasciando Dio da parte, lasciare Dio da parte per amare se stessi, non restare
in s, al contrario. Si come esiliati dal proprio cuore, quando si disdegna la
vita interiore e ci si attacca alle cose esteriori. Non dico forse la verit? Non
forse certo che tutti coloro che fanno il male non hanno che disprezzo per la
loro coscienza? Dal momento in cui si hanno dei riguardi per quest'ultima, si
mette fine ai propri errori. cos che, dopo aver lasciato Dio per amare se
stesso, attaccandosi alle cose esteriori, ad altro che a lui, il peccatore arriva a
disprezzare se stesso cos profondamente.
Dove sei, ora, amico di te stesso? Fuori, purtroppo. Tu ti alieni desiderando la
ricchezza esteriore. Perch agire cos? Torna in te! Lascia le cose esteriori per
tornare in te, e va' da colui che ti ha creato ed venuto a cercarti!
SANT'AGOSTINO
LA PAROLA DI OGGI
17 settembre 2012
Luned
S. Roberto Bellarmino (mf)
XXIV tempo ordinario - (B) - IV
PREGHIERA DEL MATTINO
Signore, quest'oggi, proteggi nelle tue braccia l'universo che geme nelle doglie
del parto. Soffre, dall'uno all'altro polo, per lo scompiglio provocato dal
peccato originale, che causa di rottura nell'armonia da te creata. Consuma
nel fuoco del perdono tutte le dispute e le guerre; concedi ai capi di Stato di
essere lievito perch nulla impossibile, nulla troppo meraviglioso per te.
Tramite Ges, nostro mediatore, siano innalzati fino al tuo volto i cuori di
coloro che guidano i propri fratelli, affinch noi possiamo vivere nella calma e
nella sicurezza, come uomini religiosi e seri.
ANTIFONA D'INGRESSO
Da', o Signore, la pace a coloro che sperano in te; i tuoi profeti siano trovati
degni di fede; ascolta la preghiera dei tuoi fedeli e del tuo popolo, Israele.
(cf. Sir 36,15-16)
COLLETTA
O Dio, che hai creato e governi l'universo, fa' che sperimentiamo la potenza
della tua misericordia, per dedicarci con tutte le forze al tuo servizio. Per il
nostro Signore Ges Cristo...
PRIMA LETTURA - (1Cor 11,17-26.33)
Se vi sono divisioni tra voi il vostro non pi un mangiare la cena del
Signore.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, non posso lodarvi, perch vi riunite insieme non per il meglio, ma per
il peggio.
pensando che Dio non possa fare a meno di rispondergli concedendogli tutto
ci di cui ha bisogno. Perci l'uomo sempre tentato di mercanteggiare con
Dio. L'uomo pensa spontaneamente che la preghiera generi una sorta di
"dovuto" da parte di Dio.
Dio Padre. Conosce i nostri bisogni e, poich ha un cuore di padre, gli
gradito che noi li esprimiamo. Ma si aspetta da noi un atteggiamento filiale,
fatto di fiducia assoluta. Un figlio aspetta tutto dal proprio padre. Un
adolescente rivendica dei diritti, un adulto riconosce la propria nativa povert
di fronte a colui da cui dipende. Questa la nostra situazione con Dio: "Io non
son degno", per poi sentirci rispondere: "Neanche in Israele ho trovato una
fede cos grande!". Perch la fede non esigenza da parte dell'uomo nei
confronti di Dio. Essa fiducia nella sua onnipotenza, capace di realizzare
molto di pi di quanto espresso nei nostri desideri. "E gli inviati, quando
tornarono a casa, trovarono il servo guarito".
PREGHIERA SULLE OFFERTE
Accogli con bont, Signore, i doni e le preghiere del tuo popolo, e ci che
ognuno offre in tuo onore giovi alla salvezza di tutti. Per Cristo nostro
Signore.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE
Il calice della benedizione che noi benediciamo comunione con il sangue di
Cristo; e il pane che spezziamo comunione con il corpo di Cristo. (cf. 1Cor
10,16)
PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
La potenza di questo sacramento, o Padre, ci pervada corpo e anima, perch
non prevalga in noi il nostro sentimento, ma l'azione del tuo Santo Spirito.
Per Cristo nostro Signore.
PREGHIERA DELLA SERA
"Io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola ed
io sar salvato". la fede viva che ti tocca, come lo Sposo del Cantico
commosso dallo sguardo dell'amata. Ah! Possa io invocarti con la fiducia di
chi si sente amato, poich tu mi hai riscattato a prezzo del tuo sangue! E
dovr temerti ora? Rinnova il mondo e fa' che le menzogne del Maligno non ci
ingannino pi. Medica le nostre ferite con il tuo Corpo eucaristico, mandaci lo
Spirito che indirizzer la nostra volont di guarire verso l'unico medico delle
anime moribonde.
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MEDITAZIONE QUOTIDIANA
Luned - XXIV Tempo Ordinario
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LA PAROLA DI OGGI
18 settembre 2012
Marted
S. Giuseppe da Cupertino
XXIV tempo ordinario - (B) - IV
PREGHIERA DEL MATTINO
Signore, degnati di rinnovare nella loro elezione coloro che tu hai scelto come
papa, cardinali, vescovi, sacerdoti, diaconi, cos come ogni responsabile di
comunit, affinch, ben provvisti di guide, possiamo servirti con animo
pacificato e gioioso. Per mezzo della spada della tua parola, si ergano contro
gli abusi e vigilino perch nessuno sia tratto in errore. Ricreino delle vie alla
pace e all'unit. Ricoprili della tua unzione, cos come Eliseo ricevette il
mantello d'Elia e i due terzi del suo spirito. O Spirito Santo, guida la tua
Chiesa!
ANTIFONA D'INGRESSO
Da', o Signore, la pace a coloro che sperano in te; i tuoi profeti siano trovati
degni di fede; ascolta la preghiera dei tuoi fedeli e del tuo popolo, Israele.
(cf. Sir 36,15-16)
COLLETTA
O Dio, che hai creato e governi l'universo, fa' che sperimentiamo la potenza
della tua misericordia, per dedicarci con tutte le forze al tuo servizio. Per il
nostro Signore Ges Cristo...
PRIMA LETTURA (1Cor 12,12-14.27-31a)
Voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, come il corpo uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del
corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, cos anche il Cristo. Infatti noi
tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o
Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito. E infatti il
corpo non formato da un membro solo, ma da molte membra.
Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra.
Alcuni perci Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in
secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i
miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare
varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti
fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano
lingue? Tutti le interpretano? Desiderate invece intensamente i carismi pi
grandi.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 99)
R. Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida.
Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza. R.
Riconoscete che solo il Signore Dio: e
gli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo. R.
Varcate le sue porte con inni di grazie,
i suoi atri con canti di lode,
lodatelo, benedite il suo nome. R.
Perch buono il Signore,
divenisse morte. Per Dio la morte un sonno: "Dico a te, alzati!". La nostra
speranza in questa fede che fa s che Ges sia per noi il Signore. Dio pi
forte del male e della stessa morte. Il Signore in grado di fare di ogni
situazione una risurrezione.
PREGHIERA SULLE OFFERTE
Accogli con bont, Signore, i doni e le preghiere del tuo popolo, e ci che
ognuno offre in tuo onore giovi alla salvezza di tutti. Per Cristo nostro
Signore.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE
Il calice della benedizione che noi benediciamo comunione con il sangue di
Cristo; e il pane che spezziamo comunione con il corpo di Cristo. (cf. 1Cor
10,16)
PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
La potenza di questo sacramento, o Padre, ci pervada corpo e anima, perch
non prevalga in noi il nostro sentimento, ma l'azione del tuo Santo Spirito.
Per Cristo nostro Signore.
PREGHIERA DELLA SERA
Signore, ti lodo perch hai detto alla vedova di Nain: "Non piangere!". Capisco
cos che tu hai compassione di tutte le lacrime. La tua piet di uomo di Dio
non si limita a qualche parola buona, ma tu tocchi le nostre bare, ed ecco il
miracolo: ci che morto nei nostri deserti freddi e muti si rialza vivo. Una
letizia senza nome si prepara a risalire dalle profondit delle nostre amarezze
e si dispiega liberamente in lode della tua gloria. Questa sera, tocca ancora ci
che sembra irrimediabilmente morto, ma che segretamente spera l'indicibile
fruscio della tua divina presenza di Verbo fatto carne.
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Luca 7,1-10
1 CAPO 7 - ANALISI
1. Guarigione del servo del Centurione in Capernaum. Capernaum occupando una posizione
importante sulla strada delle carovane fra l'Egitto e Damasco, non ci sorprende punto che, ai d
di Ges, vi si trovasse non solo una stazione di pubblicani incaricati di percepire i dazi imposti
sulle merci, sia sulla terra sia sul lago, ma pure una coorte almeno di soldati, posti l per
mantenere il buon ordine e venire in aiuto ai pubblicani, se mai questi incontrassero qualche
opposizione nell'esercizio dello impopolare loro uffizio. L'influenza della dottrina di Cristo e delle
sue opere miracolose si era gi fatta manifesta fra i pubblicani in Capernaum nella conversione
di Levi Luca 5:27, e la vediamo penetrare ora nei ranghi dei Soldati pagani, attraendo a lui il
loro comandante, nella ferma fede che egli era una persona divina e che sullecos dette leggi
di natura egli esercitava autorit non meno completa di quella che un centurione romano
possedeva sui propri soldati. Domand questi a Ges di guarire un suo servitore che amava
moltissimo (forse uno schiavo nato in casa, a cui il padrone voleva bene quanto ad un fratello),
il quale, colpito di paralisi, pareva in punto di morte. Egli mand gli anziani della sinagoga, che
gli dovean molta gratitudine, per render testimonianza a Ges del suo carattere, e sperava che
Cristo avrebbe pronunziato un ordine, seguito da guarigione istantanea. Stimandosi indegno,
non venne da s a disturbarlo colla sua presenza; per la stessa ragione, non volle dargli
l'incomodo di andare a casa sua, e perci, essendo il Signore tuttora per via, mand una
seconda ambasciata per impedire che gli si desse s gran disturbo, quando una sola sua parola,
dal luogo dove egli era, dovea bastare per adempiere una cura subitanea. Indica poi su qual
ragione fondasse la sua ferma persuasione. Egli stesso era un uomo, al quale, in virt della
commissione ricevuta dall'Imperatore, nessun soldato della sua coorte avrebbe ardito
resistere; e credeva che quello stesso potere che egli esercitava sulla sua compagnia, Ges,
come Dio, lo esercitasse su tutto le cose create; dimodoch una sua parola era bastante per
bandire la morte ed espellere le malattie pi inveterate e pericolose. La sua domanda gli venne
immediatamente accordata. Ges avea trovato la fede dei suoi concittadini nel suo diritto e
potere divini piccola come seme di senape; non ci stupisca dunque se egli fa risaltare con
tanto lodi la fede di quel pagano: io vi dico che non pure in Israele ho trovata cotanta
fede Luca 7:1-10.
2. Il figlio della vedova di Nain richiamato a vita. la seconda volta che nostro Signore rende
la vita ad un morto, e questo miracolo tanto pi notevole ancora di quello operato sulla figlia
di Jairo, inquantoch, in questo secondo caso, la morte regnava da pi lungo tempo
sull'organismo corporeo. L'anima della bambina fu richiamata pochi minuti dopo che essa era
spirata; ma passarono per lo meno alcune ore prima che gli amici del giovanotto di Nain ne
portassero la salma alla tomba. Questa volta pure il Signore dimostr pubblicamente il suo
potere sulla morte, esercitando non pi in una stanza remota di una casa privata, ma vicino
alla porta di Nain, in luogo frequentatissimo, e dinanzi a spettatori specialmente interessanti.
La compassione spontanea di Ges verso la povera vedova, mostr agli astanti, come mostra
pure a noi, quanto teneramente il cuore del nostro gran Redentore simpatizzi con tutti i dolori
della umanit, abbench sieno il frutto del peccato. Cos fu adempiuta la profezia d'Isaia: Egli
ha portati i nostri lauguori, e si caricato delle nostre doglie Luca 7:11-17.
3. Messaggio di Giovanni Battista a Cristo. Un tal miracolo, ben atto ad interessare persone
avvezze a considerare la morte come un re invincibile, ed operato in modo cos pubblico ed
istantaneo, produsse profonda e solenne impressione vicino e lontano. Nehemia udiron parlare,
fra gli altri, alcuni dei discepoli del Battista, i quali gli rimanevan fedeli nella lontana sua
prigione di Macheronte, e subito gli riferirono il fatto. Egli mand allora due di essi a Ges, per
ottener da lui una risposta a questa domanda: Sei tu colui che ha da venire, o pur ne
aspetteremo noi un altro? Strana, sconfortante ed affatto da rigettarsi la teoria che la fede
di Giovanni stesso, in Ges come nel Messia, fosse scomparsa, quantunque egli avesse visto lo
Spirito di Dio scendere in forma visibile sopra lui, e udito la voce del Padre proclamare:
Questo il mio diletto Figliuolo; quantunque egli stesso lo avesse additato ai propri discepoli
come l'agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Con lo stesso scopo con cui avea
incoraggiato Andrea e Giovanni, i quali erano suoi discepoli a seguir Ges fin dal principio, cos,
ora, al termine della sua vita, gli manda questi due discepoli come rappresentati di tutti i loro
compagni, affinch dopo averlo visto nel pieno adempimento del suo ministero, divengano essi
pure suoi seguaci. L'occasione era propizia, le loro menti erano ripiene del miracolo per il quale
un morto era tornato a vita; e la risposta del Salvatore corrisponde esattamente allo scopo di
Giovanni, poich chiama la loro attenzione su tutto le grandi sue opere che avevano vedute ed
udite, come su prove della sua missione messianica, e comanda loro di enumerarle tutte al loro
Maestro Luca 7:18-23.
4. Testimonianza di Cristo intorno al suo Precursore. Ripartiti i discepoli di Giovanni per
Macheronte, Ges prese a parlar di Giovanni alle turbe, e rese una nobile testimonianza alla
fermezza del suo carattere, all'abnegazione della sua vita, ed alla sua fedelt nel compiere la
sua missione, non solo come ultimo profeta della spirante dispensazione mosaica ma, compito
pi gloriosa ancora, come Precursore predetto del gran Messia. Perci Ges dichiara che fra
tutti i nati per generazione ordinaria, nessun'uomo era mai apparso pi grande e pi illustre del
Battista, per l'uffizio che occupava; eppure, a motivo della luce pi viva, e dei privilegi pi alti,
accordati a quelli che vissero sotto la dispensazione evangelica, aggiunge: Il minimo nel
regno dei cieli maggiore di lui. Tal testimonianza fu accolta con gioia da tutti quelli elle
aveano ricevuto il battesimo di Giovanni; ma respinta dai Farisei e dai dottori della legge, che
rigettarono a lor danno il consiglio di DioLuca 7:24-30.
5. Parabola dei fanciulli in sulla piazza. Sotto la figura di bambini che nel divertirsi in sulla
piazza, si mostran capricciosi a segno di non voler pi i giuochi che essi stessi aveano scelti, e
sempre insistono per mutarli, il Signore dipinge la condotta degli Israeliti verso di lui e verso il
suo precursore. Qual rappresentante di tutte le autorit della dispensazione legale, Giovanni
era vissuto una vita di digiuno e di abnegazione; e lungi dall'approvarlo o dall'imitarlo, la parte
influente del popolo con a capo i preti ed i Farisei, lo avea guardato con avversione, come un
indemoniato. Ges invece, come autore della legge perfetta della libert Giacomo 1:25, di
una religione che non consiste in cibi e bevande, ed in vari lavamenti ed ordinamenti
carnali Ebrei 9:10, ma nel culto di Dio in ispirito e verit Giovanni 4:23venne mangiando e
bevendo, senza prescrivere cio restrizione nell'uso moderato dei cibi che Iddio ha creati
acciocch i fedeli li usino, con rendimento di grazie 1Timoteo 4:3, ed ai suoi concittadini non
piacque pi che fosse loro piaciuto il Battista, e fu da loro chiamato un uom mangiatore, e
bevitor di vino, amico dei pubblicani e dei peccatori. Questa similitudine si chiude con un
detto, proverbiale forse gi in quei d, ma che lo certamente divenuto dipoi, e che qui
significa che ogni uomo veramente insegnato da Dio discerner la sua saviezza nel modo
diverso in cui si sono comportati il precursore ed il suo Maestro Luca 7:31-35.
6. Cristo a cena nella casa di Simone Fariseo, e la donna che era stata peccatrice Questo
accadde, in Galilea, non in Betania; la casa in cui Ges fu invitato era di un Fariseo chiamato
Simone, non gi di Simone il lebbroso Marco 14:3, e la donna che vers l'olio odorifero sul suo
capo non era certo n Maria sorella di Lazaro, n Maria Maddalena, ma una donna di nome
ignoto, gi prostituta, ed ora vera credente, i cui peccati erano stati tutti rimessi, e che non sa
esprimere il suo amore e la sua gratitudine se non col dare a Ges quanto ha di pi prezioso.
Lo scopo di questo racconto di porre in contrasto la fredda ospitalit che, per qualche ragione
ignota, il Fariseo si credette in obbligo di offrire ad uno che pur guardava con sospetto; colla
tenerezza, lo zelo, ed il servizio pieno di abnegazione di quella donna, la quale era stata pure
allora lavata per fede nel fonte aperto nella casa di Davide per lo peccato e per l'immondizia
Zaccaria 13:l, e veniva a presentar se stessa, corpo, anima e spirito, in ostia vivente, santa,
accettevole a Dio Romani 12:1. Ci d un bell'esempio di dialogo socratico il modo in cui Ges
conduce il Fariseo a condannar se stesso, colle proprie confessioni. Egli ammette che colui il cui
debito era maggiore, sentir pi gratitudine che colui che doveva meno, verso il generoso
creditore, che gli condona liberamente ogni cosa. Tal gratitudine si deve manifestare con fatti e
non con parole; epperci Ges indica, una dopo l'altra, le cortesie e le attenzioni che non
venivano mai omesse da un padrone di casa verso un ospite che egli desiderava onorare, ma le
quali, nel caso suo, erano state intenzionalmente dimenticate, e ci affin di dimostrare a
Simone quanto poco affetto nutrisse per lui. Poi fa vedere, per contrasto, come questa donna,
nella grandezza del suo amore per il Messia, da cui avea ottenuto il perdono dei suoi peccati, lo
avesse pi che compensato per le incivilt ricevute. Ci vien qui insegnata la grande verit che
pi sar profondo il nostro sentimento dei peccati che Ges ha lavati per sempre nel suo
sangue, pi sar grande, attivo, paziente l'amore che ci costringe a vivere per lui. Il Signore
conged quella donna dopo avere in modo chiarissimo approvata la sua fede Luca 7:36-50.
Luca 7:1-10. GUARIGIONE DEL SERVO DEL CENTURIONE A CAPERNAUM Matteo 8:5-13
1. Ora, dopo ch'egli ebbe finiti tutti questi suoi ragionamenti, udente il popolo entr
in Capernaum. 2. E il servitore di un certo centurione,
Apparteneva Capernaum alla Galilea, di cui Erode Antipa era Tetrarca. Aveva questi un esercito
suo proprio composto di Galilei, la massa del quale stava, a quel tempo, con lui sulle frontiere
di Edom, pronta ad entrare in guerra col Suo suocero Areta. Si potrebbe dunque supporre che
questo centurione era un Giudeo, dell'esercito di Erode, se Ges non ce lo dichiarasse Gentile,
dicendo al vers. 9: Io vi dico che non pure in Israele ho trovata una cotanta fede. Egli
apparteneva evidentemente ad una legione imperiale, le cui coorti eran forse stazionate in vari
punti della Galilea, per ordine del Proconsole di Siria, affin di mantenervi il buon ordine e l'alta
sovranit di Roma a dispetto di Erode, semplice vassallo dell'Imperatore. chiaro che questo
centurione dimorava da molti anni in Capernaum, poich vi aveva costruito una sinagoga Luca
7:5. La fama dei miracoli fatti a pro' del basilikos, uffiziale reale Giovanni 4:46 e di Iairo,
uomini dello stesso suo rango, aveagli rivelato il potere soprannaturale di Cristo. Vari critici
antichi e moderni han cercato di identificar questa cura con quella del figlio delbasilikos; ma
strano questo loro tentativo difaccia alle discrepanze dei due racconti. L'uffiziale reale era
Giudeo, l'altro Gentile; il primo and in persona a Cana per domandar l'aiuto di Cristo, il
secondo gli mand dei messi; il primo riteneva la presenza di Cristo indispensabile ad una
guarigione, il secondo non si stimava degno, perch Gentile, della presenza di Cristo, ma disse
credere fermamente che una parola di Ges bastasse a guarir la malattia del suo servitore.
2 il quale gli era molto caro,
Il trattamento degli schiavi fra i Romani era cosa molto capricciosa e dipendeva interamente
dal carattere dei loro padroni. Per servizi straordinari, come liberazione da una cospirazione o
dalla morte, uno schiavo poteva venir liberato, o trattato con affetto dal suo padrone. Ma gli
schiavi nati in casa eran trattati con grande indulgenza; nell'infanzia divenivano spesso i
compagni di giuochi dei figli del loro padrone, e, ad onta delle distanze sociali, ne risultavano
delle amicizie per la vita, cosicch in privato lo schiavo era spesso trattato dal padrone come
un suo uguale. Tal fa forse la causa dell'affetto del centurione per questo suo servo; la
conoscenza della religione ebraicaaccrebbe senza dubbio quel sentimento, ma non avrebbe
potuto produrlo, ammenoch lo schiavo fosse stato il primo a conoscere il vero Dio e fosse
stato lo strumento della conversione del padrone.
era malato, e stava per morire.
Matteo ci dice che era stato colpito da paralisi, seguita da grandi dolori; qui vediamo che stava
per morire.
PASSI PARALLELI
Matteo 7:28-29
Matteo 8:5-13
Luca 23:47; Matteo 27:54; Atti 10:1; 22:26; 23:17; 27:1,3,43
Genesi 24:2-14,27,35-49; 35:8; 39:4-6; 2Re 5:2-3; Giobbe 31:5; Proverbi 29:21
Atti 10:7; Colossesi 3:22-25; 4:1
Luca 8:42; Giovanni 4:46-47; 11:2-3
3 3. Or il centurione, avendo udito parlar di Ges,
Forse l'uffiziale reale o Iairo aveangli narrato i miracoli fatti a pro' dei loro figli; pu darsi pure
che gli consigliassero di rivolgersi a Ges quelli che eran corsi in aiuto del suo servitore.
gli mand degli anziani dei Giudei, pregandolo che venisse, e salvasse il suo
servitore.
Colla sua solita brevit, Matteo, considerando quello che fu fatto a richiesta del centurione ed
in suo nome, come fatto da lui medesimo, dice che and personalmente da Ges, ma Luca
entra in particolari pi minuti. L'uso di mandar mediatori, come fa qui il centurione, molto
antico Numeri 22:15-16, e vige tuttod in Oriente. Questi deputati non furono gi i Rettori della
sinagoga di Capernaum, che Luca chiamaarchisinagogoi Atti 13:15, ma alcuni degli anziani, del
popolo. Notisi in questo fatto, una prova presuntiva che questo centurione, come Cornelio ed
altri pagani istruiti, stanco degli assurdi e perniciosi dommi del paganesimo, avea abbracciato
le grandi verit della religione giudaica (che divenisse o no un proselita della porta),
imperocch dei magistrati giudei non avrebbero accettato una tal commissione per parte di un
infedele, Vedi nota Matteo 13:15. Notisi di pi, che l'alacrit colla quale gli anziani s'incaricano
di tal messaggio, prova che non si era ancora sviluppata in Capernaum, come in Gerusalemme,
una decisa ostilit contro Ges. La causa che spinse il centurione a mandare al Signore questi
anziani dei Giudei, invece di andarvi egli stesso, non fu gi l'orgoglio, bens una profonda
umilt. Dai Giudei avea imparato fra l'altre cose, che essi erano un popolo in istretta alleanza
con Dio, e che esisteva una parete di mezzo, tra loro ed i peccatori d'infra i Gentili; che a
questi ultimi non era lecito entrare nel cortile dell'altare, e solo potevan penetrare nel cortile
pi esterno; cosicch un sentimento profondo della propria indegnit solo lo trattenne dal
correre a gittarsi ai piedi di Ges.
PASSI PARALLELI
Luca 8:41; 9:38; Matteo 8:5; Giovanni 4:47; Filemone 10
4 4. Ed essi, venuti a Ges, lo pregarono instantemente, dicendo: Egli degno che tu
gli conceda questo; 5. Perciocch egli ama la nostra nazione, ed egli quel che ci ha
edificata la sinagoga.
Letteralmente: egli stesso ha edificato la sinagoga per noi. La deputazione ademp al suo
mandato di vero cuore, sostenendo dal punto di vista giuidaico il merito del centurione:
1. perch amava i Giudei, come popolo al quale gli oracoli di Dio furono fidati, e che godeva
l'alto privilegio di essere in alleanza con Dio;
2. perch quell'effetto avea preso una forma pratica, in Capernaum, dove egli risiedeva,
spingendolo ad edificar loro una sinagoga a tutte sue spese.
Non si sarebbe potuto fondar su questi atti un merito umano dinanzi a Dio, ma erano preziosi
come prova della sincerit della sua fede nell'Iddio d'Israele, che per tanto tempo era stato per
lui un Iddio sconosciuto. Volle lasciare in Capernaum un monumento del suo debito verso
l'Iddio d'Israele, provvedendo al suo culto, ed ai bisogni dei suoi adoratori, col ricostruire la
sinagoga. Se la buona fama val meglio che il buon olio odorifero Ecclesiaste 7:1, questo
proselita militare la possedeva certamente (Brown).
PASSI PARALLELI
Luca 7:6-7; 20:35; Matteo 10:11,13,37-38; Apocalisse 3:4
1Re 5:1; 2Cronache 2:11-12; Galati 5:6; 1Giovanni 3:14; 5:1-3
1Cronache 29:3-9; Esdra 7:27-28; 1Giovanni 3:18-19
6 6. E Ges andava con loro; e come egli era non molto lungi dalla casa, il centurione
gli mand degli amici per dirgli: Signore, non faticarti; perciocch io non son degno
che tu entri sotto al mio tetto. 7. Perci ancora, non mi sono reputato degno di venire
a te;
Il Signore segu subito gli anziani verso la casa del centurione; ma a breve distanza da quella,
gli si fece incontro, non il centurione stesso, come sarebbe parso naturale, bens alcuni intimi
amici, che, per parte sua, lo pregarono di non abbassarsi e di non incomodarsi, entrando in
casa di uno che per nascita e discendenza era, pagano. La sua profonda umilt, non gi
l'indifferenza o qualche pressante dovere della sua carica, lo aveva spinto a mandar da Ges i
suoi amici, invece di presentarglisi in persona. La convinzione che sarebbe un insulto a Cristo
se un pagano si presentasse da lui o lo lasciasse entrare in casa sua, esponendolo cos a
contrarre, per quel giorno almeno, una contaminazione legale, accompagnata da un profondo
sentimento della propria indegnit a motivo dei suoi peccati, furon le sole ragioni che lo
trattennero. Entrambe son qui ricordate.
7 ma comanda solo con una parola, e il mio servitore sar guarito.
Il centurione non crede per che quelle ragioni debbano privarlo del soccorso misericordioso di
Cristo a pro del suo servitore; anzi, persuaso che la potenza dell'Iddio vivente era inerente a
Cristo o gli era stata comunicata, egli suggerisce che una sola parola, pronunziata l dove
Cristo era, fosse bastante a ristabilire in salute il suo servitore.
PASSI PARALLELI
Matteo 20:28; Marco 5:24; Atti 10:38
Luca 8:49
Luca 7:4; 5:8; 15:19-21; Genesi 32:10; Proverbi 29:23; Matteo 3:11; 5:26-27; Giacomo
4:6,10
Luca 4:36; 5:13; Esodo 15:26; Deuteronomio 32:39; 1Samuele 2:6; Salmi 33:9;
107:20; Marco 1:27
8 8. Perciocch io son uomo sottoposto alla podest altrui, ed ho sotto di me dei
soldati e pure, se dico all'uno: Va, egli va; ne all'altro vieni, egli viene; e se dico al
mio servitore: Fa questo, egli lo fa.
Qui abbiamo la catena delle idee che aveano attraversata la mente del centurione, e lo aveano
spinto a presentar a Cristo, per mezzo di amici quella domanda, come pure il fondamento sul
quale essa posava. Egli considera la cosa unicamente da un punto, di vista militare; il suo
grado lo faceva essere al tempo stesso un subordinato ed una fonte di autorit; egli doveva
implicita ubbidienza ai suoi superiori, e la esigeva da quelli che erano sottoposti ai suoi
comandi. Avendo imparato l'ubbidienza, egli si persuade che la morte e la malattia devono
senza dubbio ubbidire al loro padrone; avvezzo ad ottenere ubbidienza con una parola sola,
egli convinto che Ges, avendo, nella sua sfera altissima di comandamento, autorit e
potenza su tutti gli elementi di natura, non ha che a dire Va. e la morte gli deve ubbidire.
Questa ragione giustificativa della sua domanda ci piace per la sua originalit, molto logica
nelle sue conclusioni, e dimostra una fede intelligente. La sostanza ne questa: Se nessuno
dei miei soldati ardisce disubbidirmi, qual creatura ardir disubbidire a questo profeta di
Nazaret, cui Dio ha cos evidentemente comunicata la propria potenza?
PASSI PARALLELI
Atti 22:25-26; 23:17,23,26; 24:23; 25:26
Atti 10:7-8; Colossesi 3:22; 1Timoteo 6:1-2
9 9. E Ges, udite queste cose si maravigli di lui: e, rivoltosi, disse alla moltitudine
che lo seguitava: io vi dico, che non pure in Israele ho trovata una cotanta fede.
Cotanta fede indica paragone con altri e minori gradi di fede nella sua potenza miracolosa che
Ges avea osservati durante il suo ministero, e si riferisce non alla domanda del centurione;
ma al suo convincimento intelligente che, per una guarigione, non era essenziale il contatto di
Ges col malato, ma bastasse una sola parola per parte di colui che avea diritto di comandare.
naturale che Ges si maravigliasse di trovar tanta fede in un Gentile di nascita: quella parola
per non indica sorpresa quasich egli avesse imparato allora per la prima volta una cosa che
ignorava, ma una piacevole ammirazione. Matteo che scrisse specialmente pei Giudei,
aggiunge qui un solenne avvertimento dato a questi ultimi da Ges e suggerito dal contrasto
fra la fede di questo Gentile e la mancanza di quella nel popolo con cui Dio avea stretto il Suo
patto, ammonimento che Ges ripet in altra occasione Luca 13:28-30. Disse loro che gli
ultimi saranno i primi, che i Gentili fino allora stranieri dei patti della promessa
entrerebbero in folla nel regno di Dio, rappresentato sotto la figura di un banchetto, godendone
sin da ora le promesso benedette, e la eterna felicit nella vita futura, mentre i figli dei
patriarchi, increduli e nemici, sarebbero scacciati dalla luminosa Sala del convito nelle tenebre
di fuori. Oim! in che modo maraviglioso si verificato quell'ammonimento trascurato, dal
giorno in cui presero su di s e su i loro figli il sangue di Cristo! Or io vi dico che molti
verranno di Levante e di Ponente, e sederanno a tavola con Abrahamo, con Isacco, e con
Giacobbe nel regno dei cieli. E i figliuoli del regno saranno gettati nelle tenebre di fuori. Quivi
sar il pianto e lo stridor dei denti Matteo 8:11-12.
PASSI PARALLELI
Matteo 8:10; 15:28
Salmi 147:19-20; Matteo 9:33; Romani 3:1-3; 9:4-5
10 10. E, quando coloro ch'eran stati mondati furono tornati a casa trovarono il
servitore ch'era stato infermo esser sano.
Matteo: E Ges disse al centurione: Va, e come hai creduto, siati fatto. E il suo famiglio fu
guarito in quello istante. Abbiam detto gi che Matteo, colla solita sua concisione, racconta
questo fatto come avvenuto al centurione stesso, ma Luca ci dice che, ritenendosi indegno
della presenza di Cristo, si serv della mediazione di amici giudei; dobbiamo dunque ammettere
che la risposta di Cristo, bench destinata, a lui, gli venne trasmessa per mezzo dei suoi amici.
Era una risposta piena di bont indicante cio che Ges lo avea trattato secondo la misura della
sua fede, ordinando alla morte di lasciar stare quell'ammalato. Essa conteneva pure un
incoraggiamento a mirare a pi alti gradi di fede: Come tu hai creduto, siati fatto. Che
potremo noi desiderar di pi? Eppure a noi come a lui detto: Credendo voi riceverete;
credi solamente. Nella salute dell'anima come nella guarigione del corpo, tutto dipende dalla
fede.
PASSI PARALLELI
Matteo 8:13; 15:28; Marco 9:23; Giovanni 4:50-53
RIFLESSIONI
l. degno di nota che n qui n nel caso dei soldati che andarono da Giovanni Battista, n in
quello di Cornelio, troviamo il minimo indizio che la professione militare sia illecita dinanzi a
Dio. Al contrario questi esempi, e la storia di molti uomini valorosi e distinti dei tempi
posteriori, ci provano che Dio pu dar gran grazia a dei soldati e far loro molto onore come
suoi servitori.
2. La bont carattere distintivo di questo centurione, e si manifesta in tre modi. La vediamo
nel modo in cui tratta il suo servo, assistendolo con tenera cura nella malattia e facendo di
tutto per rendergli la salute. La vediamo pure nei suoi sentimenti verso i Giudei. Non li
disprezza, come usan fare gli altri Gentili. Gli anziani del popolo gli rendono questa lode: Egli
ama la nostra nazione. La vediamo infine nella generosit con cui sostiene il culto giudaico in
Capernaum. Non amava Israele di parola, n della lingua, ma d'opera e in verit 1Giovanni
3:18. Gli anziani che egli mand a Ges appoggiarono la sua domanda col dire: Egli quel
che ci ha edificata la sinagoga. Questa sua disposizione benefica, egli la dovea alla grazia di
Dio, che gli avea dato un cuore nuovo. La sua conoscenza delle cose divine era senza dubbio
tuttora imperfetta; ma la luce che possedeva esercitava grande influenza sulla sua vita, ed a
questo riguardo dovremmo proporcelo come esempio.
3. Che potente difesa del Cristianesimo ci vien fornita dalla impressione prodotta su questo
pagano dalla fama di Cristo, e dalla sua certezza che una sola parola di Ges, pronunziata
anche a distanza, fosse sufficiente per adempiere tutti i suoi desiderii! Il Cristo dei razionalisti o
dei negativisti non avrebbe mai potuto n acquistar la fama, n eccitar tali speranze nel cuore
di un pagano.
4. Nell'accordar questa grazia ad un Gentile, Cristo non si diparte dal mandato ricevuto dal
Padre Matteo 15:24. Non fu n la costruzione della sinagoga, n la raccomandazione degli
anziani, ma la sola sua fede che fece entrare il centurione nell'Israele spirituale, e lo rese
partecipe della circoncisione del cuore Romani 11:29; per la quale si entra nel regno di Dio.
5. Che cosa vi pu esser di pi maraviglioso che di veder Ges maravigliarsi? Non lo vediamo
ammirare la pompa o la grandezza umana; ma quando ei vede i frutti buoni della fede, egli
rapito dalla maraviglia. C'insegni questo ad ammirar quello che Cristo ammira; ci faccia
maggiore effetto la minima misura di grazia di un uomo reso buono da Cristo, che non tutte le
glorie di un uomo grande secondo il mondo; non invidiamo questi, ma ammiriamo ed imitiamo
il primo.
6. Notevole e degno di lode il modo con cui il centurione tratta il suo servo. Non lo scaccia di
casa, quando non pu pi servirlo; ma cerca il migliore aiuto che pu per lui. Alcuni padroni
han meno riguardi per i loro servi ammalati che per i loro buoi, o i loro cavalli, per esempio
l'Amalechita 1Samuele 30:13; ma non degno di avere un buon servitore chi, in tempo di
malattia, non pronto a servirlo a suo turno. I padroni cristiani dovrebbero esser pronti a
riconoscere la fedelt e l'ubbidienza dei loro servitori, interessarsi ad essi, e non dimenticarli
nei loro bisogni temporali o spirituali.
7. Ges non neg di avere il potere che venivagli attribuito dal Centurione, come avrebbe
dovuto fare, se fosse stato una mera creatura; ch in tal caso sarebbe stato bestemmia il
riceverlo. Anzi, in ogni occasione, pi era il concetto che gli uomini si facevano di lui, pi
piaceva al suo spirito. Essi non gli ascrivevano se non quello che gli apparteneva; ma questo
dimostrava la misura della loro fede.
8. Una fede simile a quella del Centurione era rara al tempo di Cristo. I Farisei gridavano:
Facci vedere un Segno dal cielo; le moltitudini gli si affollavano intorno solo per vedere le
sue opere maravigliose: dunque naturale che lo riempia di ammirazione la fede dimostrata da
questo Gentile. I figli di quelli che erano stati condotti attraverso il deserto avrebber dovuto
credere i primi, e fra gli ultimi ci saremmo aspettati a trovare uno che nell'infanzia avea
piegato il ginocchio dinanzi agli idoli; ma i primi eran diventati ultimi, e gli ultimi i primi.
Coltiviamo lo stesso benedetto spirito di fede che animava il centurione. C'incoraggia a farlo il
Salvatore, dicendo: Come hai creduto, siati fatto! Abbiam ben altre ragioni che egli non
avesse per affidarci a Cristo, come ad uno che pu salvare appieno. Non abbiamo noi le sue
promesse? Riposiamoci su di esse e non dubitiamo, perch la parola di Cristo un fondamento
stabile.
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LA PAROLA DI OGGI
19 settembre 2012
Mercoled
S. Gennaro
XXIV tempo ordinario - (B) - IV
PREGHIERA DEL MATTINO
Sii benedetto per la tua Chiesa indivisa, "colonna e sostegno della verit". In
essa la nostra fede confortata, la speranza ravvivata, la carit infiammata. In
essa riceviamo il Corpo e il Sangue prezioso dell'Agnello, che ci preservano dal
portare amari frutti e riempiono invece la nostra vita della realt gioiosa della
risurrezione. Chiesa, Corpo di Cristo, fonte inesauribile di gioia, Chiesa senza
macchie n difetti, Chiesa uscita dal Cuore dell'Unigenito, in te io respiro
profondamente; di te io dico senza reticenza che sei santa e bella e che nel tuo
grembo materno io ricevo il puro dono venuto dal cielo, lo Spirito Santo.
ANTIFONA D'INGRESSO
Da', o Signore, la pace a coloro che sperano in te; i tuoi profeti siano trovati
degni di fede; ascolta la preghiera dei tuoi fedeli e del tuo popolo, Israele.
(cf. Sir 36,15-16)
COLLETTA
O Dio, che hai creato e governi l'universo, fa' che sperimentiamo la potenza
della tua misericordia, per dedicarci con tutte le forze al tuo servizio. Per il
nostro Signore Ges Cristo...
PRIMA LETTURA (1Cor 12,31- 13,13)
Rimangono la fede, la speranza, la carit; ma la pi grande di tutte la
carit.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, desiderate invece intensamente i carismi pi grandi. E allora, vi
mostro la via pi sublime.
Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carit, sarei
come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita.
E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la
conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non
avessi la carit, non sarei nulla.
E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne
vanto, ma non avessi la carit, a nulla mi servirebbe.
La carit magnanima, benevola la carit; non invidiosa, non si vanta, non
si gonfia d'orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non
si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia ma si
rallegra della verit. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
La carit non avr mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue
cesser e la conoscenza svanir. Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e
in modo imperfetto profetizziamo. Ma quando verr ci che perfetto, quello
che imperfetto scomparir. Quand'ero bambino, parlavo da bambino,
pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato
ci che da bambino.
Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece
vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora
conoscer perfettamente, come anch'io sono conosciuto. Ora dunque
rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carit. Ma la pi grande di
tutte la carit!
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 32)
R. Beato il popolo scelto dal Signore.
Lodate il Signore con la cetra,
con l'arpa a dieci corde a lui cantate.
Cantate al Signore un canto nuovo,
***
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LA PAROLA DI OGGI
20 settembre 2012
Gioved
Ss. Andrea K.T., Paolo C.H. e compagni
XXIV tempo ordinario - (B) - IV
PREGHIERA DEL MATTINO
Questa mattina mi inviti a non trascurare il dono della grazia che in me.
Grazia del battesimo, grazia della cresima, grazia di tante riconciliazioni e
comunioni, grazia di pietre vive della Chiesa, miei fratelli, grazia della tua
parola fecondatrice, infinite grazie segrete che solo il Re conosce e dono
ricevuto per mezzo dei profeti. Tu vuoi che tutti si accorgano dei miei
LA PAROLA DI OGGI
21 settembre 2012
Venerd
S. Matteo, apostolo
XXIV tempo ordinario - (B) - P
PREGHIERA DEL MATTINO
Beato apostolo Matteo, dicci cosa avvenuto tra te e Ges, perch alla sua
chiamata hai lasciato tutto per seguirlo subito, parlaci del suo sguardo, che ti
ha convinto pi delle sue parole. Prega il Figlio di Davide perch noi possiamo
incontrarlo come tu l'hai incontrato, perch ci mettiamo sempre al suo
seguito e gli proviamo il nostro amore nella radicalit delle esigenze
evangeliche. Dio venuto alla tua tavola, e certamente era quella dei
peccatori, ma era soprattutto la tua anima peccatrice che egli si degnato di
visitare, mangiando e comunicando con te. Intercedi presso Dio
clementissimo perch noi incontriamo la misericordia, e perch, cessando di
LA PAROLA DI OGGI
23 settembre 2012
Domenica
S. Pio da Pietrelcina
XXV tempo ordinario - (B) - I
PREGHIERA DEL MATTINO
Trinit Santa e Beata, ti adoro e ti ringrazio perch oggi mi doni di celebrare il
santo mistero della morte e risurrezione del Signore Ges. Per la
partecipazione a cos grande mistero, concedici di imitare ci che
celebreremo: di essere umili servitori dei nostri fratelli, di accoglierci a
vicenda come tu oggi ci accogli.
ANTIFONA D'INGRESSO
"Io sono la salvezza del popolo", dice il Signore, "in qualunque prova mi
invocheranno, li esaudir, e sar il loro Signore per sempre".
COLLETTA
O Dio, Padre di tutti gli uomini, tu vuoi che gli ultimi siano i primi e fai di un
fanciullo la misura del tuo regno; donaci la sapienza che viene dall'alto,
perch accogliamo la parola del tuo Figlio e comprendiamo che davanti a te il
pi grande colui che serve. Per il nostro Signore Ges Cristo...
PRIMA LETTURA (Sap 2,12.17-20)
Condanniamo il giusto a una morte infamante.
Dal libro della Sapienza
[Dissero gli empi:] "Tendiamo insidie al giusto, che per noi d'incomodo e si
oppone alle nostre azioni; ci rimprovera le colpe contro la legge e ci rinfaccia
le trasgressioni contro l'educazione ricevuta.
Vediamo se le sue parole sono vere; consideriamo ci che gli accadr alla fine.
Se infatti il giusto figlio di Dio, egli verr in suo aiuto e lo liberer dalle mani
dei suoi avversari.
Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti, per conoscere la sua mitezza e
saggiare il suo spirito di sopportazione. Condanniamolo a una morte
infamante, perch, secondo le sue parole, il soccorso gli verr".
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 53)
R. Il Signore sostiene la mia vita.
Dio, per il tuo nome, salvami,
per la tua potenza rendimi giustizia.
Dio, ascolta la mia preghiera,
porgi l'orecchio alle parole della mia bocca. R.
Poich stranieri contro di me sono insorti
e prepotenti insidiano la mia vita;
non pongono Dio davanti ai loro occhi. R.
Ecco, Dio il mio aiuto,
il Signore sostiene la mia vita.
Ti offrir un sacrificio spontaneo,
loder il tuo nome, Signore, perch buono. R.
SECONDA LETTURA (Gc 3,16 - 4,3)
Per coloro che fanno opere di pace viene seminato nella pace un frutto di
giustizia.
Dalla lettera di san Giacomo apostolo
Fratelli miei, dove c' gelosia e spirito di contesa, c' disordine e ogni sorta di
cattive azioni. Invece la sapienza che viene dall'alto anzitutto pura, poi
pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale
e sincera. Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un
frutto di giustizia.
Da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono
forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra? Siete pieni
di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a
ottenere; combattete e fate guerra! Non avete perch non chiedete; chiedete e
non ottenete perch chiedete male, per soddisfare cio le vostre passioni.
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO (cf. 2Ts 2,14)
R. Alleluia, alleluia.
Dio ci ha chiamati mediante i Vangelo,
per entrare in possesso della gloria del Signore Ges Cristo.
R. Alleluia.
VANGELO (Mc 9,30-37)
Il Figlio dell'uomo viene consegnato... Se uno vuole essere il primo, sia il
servitore di tutti.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Ges e i discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva
che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: "Il
Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno;
ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorger". Essi per non capivano
queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafarnao. Quando fu in casa, chiese loro: "Di che cosa stavate
discutendo per la strada?". Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano
discusso tra loro chi fosse il pi grande. Sedutosi, chiam i Dodici e disse loro:
"Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti".
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro:
"Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi
accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato".
Parola del Signore.
OMELIA
Il santo battesimo ci ha inseriti nella morte del Signore, ci ha resi conformi al
suo sacrificio. Questa la radice della nostra esistenza cristiana, la sua
sorgente profonda: il frutto deve essere l'umilt, l'esistenza che ne sgorga deve
essere un'esistenza donata nel servizio. questo un punto centrale della vita
cristiana. In essa, e dunque nella Chiesa, la logica delle "precedenze"
completamente rovesciata: il primo colui che si fa il servo di tutti, come
Ges, il cui primato stato posto dalla sua obbedienza ed immolazione sulla
croce. La vera dignit nella possibilit offerta all'uomo di imitare l'umilt del
Verbo Incarnato. Una conseguenza sconvolgente: il piccolo il "sacramento"
di Ges e quindi in lui accogliamo il Padre.
PREGHIERA SULLE OFFERTE
Accogli, o Padre, l'offerta del tuo popolo e donaci in questo sacramento di
salvezza i beni nei quali crediamo e speriamo con amore di figli. Per Cristo
nostro Signore.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE
"Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo e il servo di tutti", dice il Signore.
(Mc 9,35)
PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Guida e sostieni, Signore, con il tuo continuo aiuto il popolo che hai nutrito
con i tuoi sacramenti, perch la redenzione operata da questi misteri
trasformi tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.
MEDITAZIONE
"Chi sapr essere piccolo come questo bambino, sar il pi grande nel regno
dei cieli". Noi comprendiamo cos che per mezzo dell'umilt che si giunge al
regno, e per mezzo della semplicit che si entra in cielo.
Colui che desidera arrivare alle vette della divinit si dedichi dunque ad
abbassarsi nell'umilt; chiunque voglia precedere suo fratello nel regno, lo
preceda innanzi tutto servendolo, come dice l'apostolo: "Gareggiate nello
stimarvi a vicenda" (Rm 12,10); egli trionfi per mezzo delle sue buone azioni
per poter trionfare per mezzo della santit. Perch se un fratello non ti fa un
torto, il suo atteggiamento merita il tuo amore; e se ti fa un torto, il suo
atteggiamento merita ulteriormente che tu prevalga su di lui. Il punto pi alto
del nostro cristianesimo dare il nostro amore a coloro che ci amano, e la
pazienza a coloro che ci fanno un torto.
Cos colui che sar stato il pi paziente davanti alle ingiurie, sar il pi
potente nel regno.
Infatti, non si arriva al regno dei cieli attraverso l'orgoglio, le ricchezze, il
LA PAROLA DI OGGI
24 settembre 2012
Luned
B.V. Maria della Mercede
XXV tempo ordinario - (B) - I
PREGHIERA DEL MATTINO
Il sole sorge all'orizzonte. All'inizio di questa nuova giornata, unisco la mia
lode ai canti dei pellegrini, lodo il tuo nome, o Ges Cristo, luce per l'uomo
d'oggi, che vieni sulla terra per tutti i poveri che sperano. Giungi fino a me e
risana la mia cecit; tocca i miei occhi affinch possano vedere verso quale
amore tu ci guidi.
ANTIFONA D'INGRESSO
"Io sono la salvezza del popolo", dice il Signore, "in qualunque prova mi
invocheranno, li esaudir e sar il loro Signore per sempre".
COLLETTA
O Dio, che nell'amore verso di te e verso il prossimo hai posto il fondamento
di tutta la legge, fa' che osservando i tuoi comandamenti meritiamo di entrare
nella vita eterna. Per il nostro Signore Ges Cristo...
PRIMA LETTURA - (Pr 3,27-35)
Il Signore ha in orrore il perverso.
Dal libro dei Proverbi
Figlio mio: non negare un bene a chi ne ha il diritto, se hai la possibilit di
farlo. Non dire al tuo prossimo: Va', ripassa, te lo dar domani, se tu
possiedi ci che ti chiede.
Non tramare il male contro il tuo prossimo, mentre egli dimora fiducioso
presso di te. Non litigare senza motivo con nessuno, se non ti ha fatto nulla di
male. Non invidiare l'uomo violento e non irritarti per tutti i suoi successi,
perch il Signore ha in orrore il perverso, mentre la sua amicizia per i giusti.
La maledizione del Signore sulla casa del malvagio, mentre egli benedice la
dimora dei giusti. Dei beffardi egli si fa beffe e agli umili concede la sua
benevolenza.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 14)
R. Il giusto abiter sulla tua santa montagna, Signore.
Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verit che ha nel cuore,
non sparge calunnie con la sua lingua. R.
Non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.
Ai suoi occhi spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore. R.
Non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l'innocente.
Colui che agisce in questo modo
rester saldo per sempre. R.
CANTO AL VANGELO (Mt 5,16)
R. Alleluia, alleluia.
Risplenda la vostra luce davanti agli uomini,
perch vedano le vostre opere buone
e rendano gloria al Padre vostro.
R. Alleluia.
VANGELO (Lc 8,16-18)
La lampada si pone su un candelabro, perch chi entra veda la luce.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Ges disse alla folla: Nessuno accende una lampada e la
copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro,
perch chi entra veda la luce.
Non c' nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia
conosciuto e venga in piena luce.
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perch a chi ha, sar dato, ma a chi
non ha, sar tolto anche ci che crede di avere.
Parola del Signore.
OMELIA
Luce. Parola semplice, parola meravigliosa. Per ognuno di noi una parola
carica di ricordi... Il lampo nella notte fa paura, i primi raggi del sole all'alba
ridanno coraggio e speranza. C' forse uno spettacolo pi bello, un momento
pi esaltante di quando si raggiunge la cima di una montagna mentre spunta
il sole?
Come ogni avvenimento importante anche questo preceduto da alcune
prove. Dapprima la notte, una notte buia e fredda, a volte glaciale, resa ancora
pi penosa dai venti. Il momento tanto atteso tarda a giungere, bisogna
aspettare, bisogna saper aspettare. Mentre le stelle sbiadiscono lentamente,
l'orizzonte lontano si copre dolcemente di un alone chiaro, che si fa rosa col
passare del tempo. Il momento atteso arriva, infine, quando una riga rossa
sottile si staglia nel cielo e si ingrandisce a vista d'occhio verso l'est. Si leva il
giorno.
La luce della fede, questa luce preziosa, si accende nelle nostre anime allo
stesso modo, se sappiamo aspettarla, sollecitarla con la preghiera. E la grazia
segue la luce, la luce diventa grazia. Dio presente.
Con il battesimo noi abbiamo ricevuto questa piccola luce nel nostro cuore,
nell'intimo della nostra anima. Ma pu capitare che, col passare degli anni, la
fiamma di questa piccola torcia diminuisca e tenda a spegnersi. Dobbiamo
allora fare molta attenzione, vegliare e non accettare che si spenga
LA PAROLA DI OGGI
25 settembre 2012
Marted
S. Cleofa
XXV tempo ordinario - (B) - I
PREGHIERA DEL MATTINO
"Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la
mettono in pratica". Eppure, a chi potremmo rivolgerci se non a te, Vergine
Maria, Madre di Dio e degli uomini, quando cerchiamo di fare la volont di
Dio mettendo in pratica l'insegnamento di suo Figlio? Tu, Madre degli
uomini, hai saputo trovare a Cana le parole giuste per attirare l'attenzione di
tuo Figlio sulla mancanza di vino, affinch nessuna ombra turbasse la
luminosa felicit dei giovani sposi, alle soglie di una nuova vita. Sii nostra
interprete presso tuo Figlio, nostro Signore. Chiedigli di guardarci con occhi
comprensivi. Veda la nostra miseria, perdoni le nostre debolezze, ci sostenga
con la sua grazia nei nostri sforzi per diventare suoi veri discepoli.
ANTIFONA D'INGRESSO
"Io sono la salvezza del popolo", dice il Signore, "in qualunque prova mi
invocheranno, li esaudir e sar il loro Signore per sempre".
COLLETTA
O Dio, che nell'amore verso di te e verso il prossimo hai posto il fondamento
di tutta la legge, fa' che osservando i tuoi comandamenti meritiamo di entrare
nella vita eterna. Per il nostro Signore Ges Cristo...
PRIMA LETTURA (Pr 21,1-6.10-13)
Proverbi di carattere vario.
Dal libro dei Proverbi
Il cuore del re un corso d'acqua in mano al Signore: lo dirige dovunque egli
vuole. Agli occhi dell'uomo ogni sua via sembra diritta, ma chi scruta i cuori
il Signore. Praticare la giustizia e l'equit per il Signore vale pi di un
sacrificio. Occhi alteri e cuore superbo, lucerna dei malvagi il peccato. I
progetti di chi diligente si risolvono in profitto, ma chi ha troppa fretta va
verso l'indigenza. Accumulare tesori a forza di menzogne futilit effimera di
chi cerca la morte. L'anima del malvagio desidera fare il male, ai suoi occhi il
prossimo non trova piet. Quando lo spavaldo viene punito, l'inesperto
diventa saggio; egli acquista scienza quando il saggio viene istruito. Il giusto
osserva la casa del malvagio e precipita i malvagi nella sventura. Chi chiude
l'orecchio al grido del povero invocher a sua volta e non otterr risposta.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 118)
R. Guidami, Signore, sul sentiero dei tuoi comandi.
Beato chi integro nella sua via
e cammina nella legge del Signore.
Fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediter le tue meraviglie. R.
Ho scelto la via della fedelt,
mi sono proposto i tuoi giudizi.
Dammi intelligenza, perch io custodisca la tua legge
e la osservi con tutto il cuore. R.
Guidami sul sentiero dei tuoi comandi,
perch in essi la mia felicit.
Osserver continuamente la tua legge,
in eterno, per sempre. R.
CANTO AL VANGELO (cf. Lc 11,28)
R. Alleluia, alleluia.
Beati coloro che ascoltano la parola di Dio
e la osservano.
R. Alleluia.
VANGELO (Lc 8,19-21)
Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la
mettono in pratica.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, andarono da Ges la madre e i suoi fratelli, ma non potevano
avvicinarlo a causa della folla.
Gli fecero sapere: Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano
vederti.
Ma egli rispose loro: Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che
ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica.
Parola del Signore.
OMELIA
L'amore uno dei pi grandi misteri della vita dell'uomo, se non il pi
grande. indispensabile a tal punto che una vita senza amore non pi una
vita.
Il Vangelo celebra spesso la grandezza dell'amore.
Con la sua presenza alle nozze di Cana, Cristo ha benedetto l'unione di una
giovane coppia. La sua compassione per i malati, la sua simpatia per i poveri
occupano tutte le pagine dei Vangeli. Il suo amore per gli uomini l'ha condotto
al sacrificio supremo nell'obbedienza al Padre. Questa obbedienza ha le sue
radici nell'amore. L'amore di Ges per sua madre ci rivelato alla croce,
quando, prima di morire, l'affida a Giovanni, il discepolo prediletto. Eppure,
nel brano che abbiamo letto del Vangelo di Luca, Ges sembra "rinnegare"
sua madre. Ma lo fa davvero? No: si tratta di altro. In realt la frase chiave:
"Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la
mettono in pratica" la sintesi dell'amore supremo che egli ci insegna.
Dio Amore. Colui che professa quest'amore e lo mette in pratica fa gi parte
della grande famiglia di Cristo, del suo regno sulla terra, regno che sta per
annunciare e costruire con il suo insegnamento e con il suo esempio, Vangelo
vivo.
Ges non rinnega allora la famiglia, ma la ingrandisce, l'allarga. Di qui
l'importanza del secondo elemento della sua affermazione: "e la mettono in
pratica", in cui si riferisce a coloro che traducono la parola di Dio in atti, che
la vivono quotidianamente, costruendo giorno dopo giorno il regno di Dio, la
cui legge fondamentale l'amore.
L'amore non pu allora essere un mero slogan di qualche ideologia, n una
teoria bella ma senza realt. L'amore vita. Grazie all'amore ogni vita
comincia, cresce, si arricchisce e si compie. San Paolo, pi tardi, avrebbe
celebrato la gloria dell'amore.
LA PAROLA DI OGGI
26 settembre 2012
Mercoled
Ss. Cosma e Damiano
XXV tempo ordinario - (B) - I
PREGHIERA DEL MATTINO
Il nostro cuore assetato della tua parola, Signore. Tu hai dato agli apostoli il
compito esaltante di proclamare la tua parola e quello di condurci al tuo
regno. Questa mattina, concedici la grazia che le nostre orecchie siano attente
e i nostri cuori sensibili, affinch nessuna delle tue parole si perda. Fa' che
l'insegnamento da esse proclamato cada nel terreno delle nostre anime e vi
produca frutti spirituali, garanzie di eternit.
ANTIFONA D'INGRESSO
"Io sono la salvezza del popolo", dice il Signore, "in qualunque prova mi
invocheranno, li esaudir e sar il loro Signore per sempre".
COLLETTA
O Dio, che nell'amore verso di te e verso il prossimo hai posto il fondamento
di tutta la legge, fa' che osservando i tuoi comandamenti meritiamo di entrare
nella vita eterna. Per il nostro Signore Ges Cristo...
PRIMA LETTURA (Pr 30,5-9)
Non darmi n povert n ricchezza, ma fammi avere il mio pezzo di pane.
Dal libro dei Proverbi
Ogni parola di Dio purificata nel fuoco; egli scudo per chi in lui si rifugia.
Non aggiungere nulla alle sue parole, perch non ti riprenda e tu sia trovato
bugiardo.
Io ti domando due cose, non negarmele prima che io muoia: tieni lontano da
me falsit e menzogna, non darmi n povert n ricchezza, ma fammi avere il
mio pezzo di pane, perch, una volta sazio, io non ti rinneghi e dica: Chi il
Signore?, oppure, ridotto all'indigenza, non rubi e abusi del nome del mio
Dio.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 118)
R. Lampada per i miei passi, Signore, la tua parola.
Tieni lontana da me la via della menzogna,
donami la grazia della tua legge.
Bene per me la legge della tua bocca,
pi di mille pezzi d'oro e d'argento. R.
Per sempre, o Signore,
la tua parola stabile nei cieli.
Tengo lontani i miei piedi da ogni cattivo sentiero,
per osservare la tua parola. R.
I tuoi precetti mi danno intelligenza,
perci odio ogni falso sentiero.
Odio la menzogna e la detesto,
amo la tua legge. R.
CANTO AL VANGELO (Mc 1,15)
R. Alleluia, alleluia.
Il regno di Dio vicino;
LA PAROLA DI OGGI
27 settembre 2012
Gioved
S. Vincenzo de' Paoli
XXV tempo ordinario - (B) - I
PREGHIERA DEL MATTINO
Lascia che ci rivolgiamo a te, Signore Dio, con le parole del salmista; inonda,
questa mattina, i nostri cuori del tuo amore, affinch passiamo la nostra
giornata nella gioia e nella lode al tuo nome. "Sia su di noi la bont del
Signore, nostro Dio: rafforza per noi l'opera delle nostre mani, l'opera delle
nostre mani rafforza" (Sal 90,17). Perch questa terra sia pi bella e gli
uomini diventino migliori, fa' di noi, Signore, degli strumenti della tua pace.
ANTIFONA D'INGRESSO
"Io sono la salvezza del popolo", dice il Signore, "in qualunque prova mi
secondo il Vangelo, imitando il suo amore, fa' che contribuiamo con i nostri
modesti mezzi, alla diffusione del suo insegnamento, alla costruzione del tuo
regno e a preparare cos il nostro posto nella dimora eterna.