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Un altro squallido racconto di allenamenti…

In queste feste ho fatto indigestione di Grey’s Anatomy. Mai, mai e poi mai avrei pensato di
rincretinirmi davanti a questa roba, ma le suppliche di mia moglie hanno messo in moto MuTorrent
e… voilà, sono diventato parte della statistica dei telespettatori. Perché questi format sono
“prodotti”, studiati a tavolino per piacere e alla fine, piacciono al pubblico medio. Sono perciò
una persona media..
Certo è che vederne paccate di fila, specialmente durante la cyclette, alla fine genera nausea e
disgusto. Questa roba, insieme alla specie di studio che sto facendo per capire il motivo
dell’ingrossamento dell’ideale maschile nella Società Occidentale mi sta facendo odiare la società
americana, con tutti i suoi eccessi. E non è che mi invento nulla eh… ma leggo materiale in lingua
originale, tesi, studi… Che palle, che palle, che palle con questa mania degli steroidi, delle
plastiche, delle diete, ma anche delle patologie e della diffusione di queste fra i giovani,
dell’anoressia inversa, della dismorfia, del “si stenda e mi dica cosa prova…”. Che palle il
vincente, il perdente, il depresso, il mediocre. Che palle tutto.
Parliamo di allenamento, dài che è meglio…
Squilibri
Sto allenando lo stacco due volte a settimana, perché voglio preparare bene il Campionato Italiano
di Stacco. Ho abbandonato temporaneamente lo squat, e in pratica faccio solo stacco come esercizio
per la catena cinetica posteriore.
A metà di questo periodo di 6 settimane ho iniziato a sentire dei doloretti un po’ pericolosi sotto le
anche, delle piccole fitte a metà del movimento. Poi ho iniziato ad avere dei dolori diffusi all’osso
sacro. Questi dolorini sparivano durante l’allenamento e poi ricomparivano dopo qualche ora. I
classici segnali a cui stare attento.
Poiché di legnate per queste cose ne ho prese abbastanza, è risultato subito evidente che questi
erano i classici sintomi di uno squilibrio. Ora attenzione: io non sono un medico, un chiropratico,
un osteopata, una massaggiatrice thailandese, perciò quello che leggerete sono delle mie idee nate
dalla lettura e dalla pratica su me stesso. Attenti, perciò!
(un attimo che c’è mia figlia che vuole che le corregga i compiti di inglese… fatto. Ancora un
attimo… Maura, abbassa la (beep) di televisione! Ovviamente, Grey’s Anatomy)
Credo che uno squilibrio sia una situazione in cui i muscoli “tirano” più da una parte rispetto ad
un’altra. Così facendo si ha una compressione delle ossa o delle cartilagini, uno spostamento delle
articolazioni, una variazione delle linee di trazione di altri muscoli. Il corpo cerca di adattarsi e
altera l’assetto di altri distretti muscolari. Si adatta… o si rompe. Possono accadere entrambe le
cose.
Mi raccomando: uno squilibrio NON E’ di per se un infortunio, ma può essere la causa di un
infortunio. Al contempo, è l’effetto di qualcos’altro.
Ragionando un po’ ho capito che il problema era dovuto all’escursione parziale del movimento di
stacco, che di fatto è un parziale di squat dove si parte con un carico enormemente più alto del full
squat. Per prova ho iniziato a fare un po’ di front squat dopo lo stacco: sensazione di benessere e di
decompressione.

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Facendo solo stacco alleno il mio corpo sempre sui soliti piani muscolari. Avendo a disposizione
una swiss ball comprata per non so quale arcano motivo anni fa da una personcina che non voglio
nominare, ho iniziato a fare un po’ di split squat, una specie di affondi con la gamba di dietro sopra
la palla. Non renderò mai e poi mai visibili i video, nemmeno sotto tortura. Anche in questo caso,
sensazione di benessere. Lo split squat si chiama anche, credo, squat bulgaro. Chissà perché… forse
in Bulgaria il regime costringeva a squattare con una gamba avanti e una dietro? Misteri…
Morale: create uno squlibrio allenandovi pesantemente sui soliti piani muscolari, risolvete lo
squilibrio con esercizi mirati che valgono un centesimo del tempo, volume, tonnellaggio
dell’esercizio principale. E’ questa la cosa incredibile. Se fate stacco con 200Kg non dovete fare lo
split squat con 100Kg, ma basta il carico naturale. Se fate panca con 130Kg non dovete allenare la
cuffia con manubri di 30Kg, ma bastano quelli da 3.
Io non sono un dottore, solo un praticone. Pensate cosa vorrebbe dire allenarsi con il supporto di un
team di massaggiatori e chiropratici.
Mi ri-raccomando: uno squilibrio non si risolve con il riposo. O, quanto meno, potrebbe non essere
sufficiente. Perché il dolore passa e poi magari si ripresenta. Il riposo cura tutti i mali, ma se lo
squilibrio è dovuto ad un errore nell’allenamento, dovete correggere questo per evitare problemi
futuri.
Onde spumeggianti
In questo periodo, come per la Coppa Italia, ho usato schemi ad onde. Perciò vi voglio raccontare
come potete creare un po’ di schemi ad onde partendo da carta di giornale, colla vinilica e tanta
fantasia.
Un esempio.
Le onde sono un classico protocollo che deriva dalle teorie bulgare del weightlifting. Senza farla
tanto lunga, immaginate che voi riusciate a fare 1x150Kg e 4x140Kg di squat. Il primo che dice
“aha, io con 150 di squat ne faccio 8 con 140” mi fa incazzare, perché è UN ESEMPIO.
Bene. Considerate questo schema: 3x130 – 2x135 – 1x140 rec 90”. Fattibile, ogni serie ha margine
(cioè buffer) e riuscite a completare lo schema molto bene. Il recupero non è pochissimo ma
nemmeno tantissimo, perciò l’1x140 risulterà impegnativo perché il tempo passa veloce. Notate
l’uso del “pochissimo” e del “tantissimo”: imparate a “sentire” le cose, e non solo a leggerle o
quantificarle. Imparate, cioè, a capire cosa rappresenti in termini di sensazioni un recupero di 90” o
di 60”.
Adesso eseguite: 3x132.5 – 2x137-5 – 1x142.5 sempre con 90”. Cosa succede? Scalare indietro a
132.5 dopo i 140 ve li fa sentire “facili”, quasi come i 130. Tornate a salire, i Kg diventano
impegnativi nella seconda serie, ma la terza serie è una singola di poco superiore alla singola
precedente. La fate.
Il finale: 3x135 – 2x140 – 1x145, stavolta con 2’ di recupero. Il giochetto del “tornare indietro” vi
aiuta, e in accoppiata con il recupero più alto vi permette di chiudere il lavoro con uno splendido
1x145 che chiudete perché tanto è l’ultima serie e potete dare tutto.
Avete eseguito uno schema di tre onde di carico, dove ogni onda cresce, si infrange e si ritira per
ritornare potente in avanti.
Morale:
 Quando tornate indietro il carico è percepito come “facile” perché il sistema nervoso si
adatta sul breve periodo: ogni serie ha margine di manovra, non è tirata al massimo e si
verifica quella che si chiama attivazione post-tetanica, cioè la capacità dell’organismo di
generare più forza a seguito di una contrazione intensa, quella del picco dell’onda.

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 Ogni onda prepara l’onda successiva.
 Lo schema è vario e non annoia.
 Si possono svolgere molte ripetizioni di “qualità”, cioè con buona tecnica e carichi elevati in
un tempo ragionevole.
 La fatica è differente da quella degli schemi a cedimento, ma anche da quella degli schemi a
carico fisso e fatica cumulativa: è un allenamento a fatica cumulativa dove è necessario
essere più concentrati, più tecnici.
Confrontate adesso questi tre schemi:
a) 3x130 – 2x135 – 1x140 – 3x132.5 - 2x137.5 – 1x142.5 – 3x135 – 2x140 – 1x145
b) 3x130 – 3x132.5 – 2x135 – 3x135 – 2x137.5 – 1x140 – 2x140 – 1x142.5 – 1x140
c) 3x130 – 3x132.5 – 3x135 – 2x137.5 – 2x140 – 1x142.5 – 1x145
Il primo è il nostro schema ad onde, il secondo è una riorganizzazione di questo in progressione
lineare: sono gli stessi carichi, ma il secondo è molto meno fattibile del primo, perché la stanchezza
è crescente e le triple iniziali vi drenano energie che poi non avete nelle singole finali.
Il terzo è una riorganizzazione lineare più intelligente senza cose astruse tipo 2x135 e 3x135 che
nessuno sano di mente metterebbe, perciò il volume è minore. Ma anche in questo caso la difficoltà
è comunque superiore al primo schema, proprio per la fatica accumulata prima di arrivare al picco
finale.
Non è che non finite il terzo schema, ma abbiamo le stesse cose del primo, meno lavoro, ma più
difficoltà.
Questo perché ogni onda “confina” la fatica, e quando l’onda si ritrae nel mare, risucchia via parte
della fatica ed è come se in parte questa si resettasse. Perciò le onde vi permettono di usare un sacco
di Kg per volumi che in altro modo non riuscireste a gestire.
Punti di attenzione
Se questa è l’idea di base delle onde, non dovete farvi fregare dai tecnicismi e dalle distorsioni.
Tutto viene disintegrato se ogni serie è alla morte. Se la prima onda termina con una singola al
100%, cosa piazzerete nella seconda onda? Il 101%? E nella terza? E poi, la seduta successiva? Le
onde non sono un protocollo a cedimento, a meno che non vogliate usarle per 2 o 3 sedute.
Ci sono varie tecniche per scegliere gli incrementi, che dovrebbero essere dell’ordine di un 2.5% o
1.25% del massimale. Se l’intervallo è troppo piccolo non si percepiscono le differenze, se è troppo
grande avrete problemi in salita.
Le onde sono di solito 3, massimo 4. Di solito si fanno su 3 serie per limitare l’escursione dei Kg e
non aumentare troppo la fatica della singola onda.
La grande forza delle onde è che permettono di salire rapidamente con i Kg di seduta in seduta:
sono un ottimo metodo per entrare in forma. Allo stesso tempo, è il loro più grande difetto: vi
ritrovate con un pacco di Kg in poche sedute e raggiungete subito l’adattamento. Le onde classiche
3-2-1-3-2-1-3-2-1 sono un bel modo di far salire i giri del motore, ma poi i cavalli dovete scaricarli
a terra in poco tempo, altrimenti grippate.
L’importante è capire che le onde permettono di maneggiare carichi elevati mantenendo buoni
volumi di lavoro. Questo può essere sfruttato per “fare massa” o, semplicemente, per un sano
power-bodybuilding: non fatevi fregare dal solito “per la forza” o “per la massa”.
Onde stile McRobert – 10x Evolution

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Se qualcuno ha provato il giochetto del 10x1, 10x2, 10x3 e gli è piaciuto… adorerà questa roba.
Devo dare atto a McRobert di una cosa: dietro una metodica semplice ma molte volte illogica si
cela una visione semplice ma molte volte logica dell’allenamento: il corpo ha bisogno di tempo per
adattarsi. I risultati vanno consolidati, mentre si sposta il proprio corpo verso vette prestative
superiori.
Per questo, se non avete fretta e passate mesi sugli schemi 10x, alla fine i risultati ottenuti sono
stabili: perché ci perdete tempo.
Quello che proporrò è perciò una variante più potente, e perciò un po’ più complicata, di questo
approccio all’allenamento. Date una chance a questa roba se voi siete i classici garage trainers, se
siete quelli che hanno a disposizione solo pesi liberi e non hanno voglia di scaricare e caricare
bilancieri per troppi esercizi, se siete quelli che adorano concentrare le energie mentali in un unico
esercizio e poi piazzano un po’ di cazzatelle non impegnative di testa a ruota.
Il classico esempio che vale più di 1000 teorie
Scegliete un obbiettivo finale fattibile ma impegnativo per un 3x1. Avete 200 di stacco, perciò
diciamo un 3x1x190.
Scalatelo indietro di 10Kg in 10Kg per ogni seduta che vorrete fare. Poniamo a 6 il numero di
queste sedute, così Poliquin è contento. La prima onda del primo allenamento terminerà a 1x140.
Ogni onda è di 3 serie, scalate di 10Kg a ritroso, perciò la prima onda sarà composta da 120 – 130 –
140.
E il 2.5%? E l’1.25%? Quelle sono incisioni nel legno con il pirografo per artisti da museo, noi
lavoreremo con il lanciafiamme come gli zapponi che siamo: fino a 120Kg di massimale ogni
incremento sarà 5Kg, dai 120 ai 220Kg sarà di 10Kg, oltre di 15Kg. Non mandatemi SMS con
scritto “ io ho 121, metto 10Kg o 5Kg?” perché ci sarà sempre qualcuno al limite di qualsiasi scala.
In questo caso è molto semplice: arrangiatevi, questi sono solo riferimenti.
Lo schema dei Kg sarà: 120-130-140-120-130-140-120-130-140. E l’incremento di peso di onda in
onda? Non fatevi fregare, ancora, dai tecnicismi. Quello che noi vogliamo è sfruttare l’adattamento
del sistema nervoso che fa percepire “leggeri” gli inizi di ogni onda. Questo si verifica
indipendentemente dal fatto di incrementare o meno durante le onde stesse, e non ho voglia di
complicare gli schemi.

Ecco lo schema completo, a sinistra le ripetizioni, a destra i carichi. Ho riportato anche i recuperi e
il tempo totale. Non mi piacciono i recuperi elevati, perciò il lavoro scorre veloce ed è vario.
Per esemplificare le sensazioni, prendete la settimana 3: prima onda, 3x140-3x150-2x160, facile
con un massimale di 200Kg, ma il recupero breve vi farà terminare l’onda con un po’ di fiatone.
Il seguente 3x140 sarà sentito “facile” rispetto al precedente 2x160, il successivo 3x150 dovrete
essere concentrati perché è la serie difficile, l’onda termina con una doppia, decisamente meno
impegnativa della tripla anche se il peso è maggiore.
La prima serie della terza onda è nuovamente semplice, in quella centrale dovete stringere i denti, la
doppia finale è… la doppia finale, perciò massima concentrazione e poi stop.

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Come vedete, varietà in tutto.
Notate anche come le prime 3 settimane siano di fatto un mini-accumulo e le successive 3 una mini-
trasformazione. Alla fine eseguirete un 4x1x190, insieme ad un pacco di altre alzate.
Mi raccomando, è il recupero che fa la differenza: se “sentite” che forse non completerete le onde,
aumentate il recupero durante l’allenamento. Se però il recupero sfora i 3’, state sbagliando
qualcosa e il lavoro è troppo impegnativo.
Se non siete pratici di 10x, partite bassi con i pesi, più bassi di questi anche di molto. Lo so cosa
pensate: “ma allora butto via del tempo, ma allora non è ottimale, ma allora non è per la massa né
per la forza”. Se partite troppo bassi… aumentate di un’onda. E tutto torna a posto.
Non dovete fare così in qualsiasi cosa in palestra, ma tenete questo schema per UN grande esercizio
a seduta, e per massimo 2 grandi esercizi a settimana. In altre parole, funziona bene per lo squat, lo
stacco, la panca, per le trazioni con sovraccarico (provato su di me), presumo che vada bene per le
parallele ma credo non sia ottimale per il lento in piedi. Se vi allenate dalle 3 volte in su fatelo
comunque solo 2 volte. Il resto… culturismo a vostra scelta.
Questo schema è più flessibile del 10x ma è anche più difficile. Mantiene comunque inalterata la
filosofia del “consolidamento”: nel 10x voi stazionate un po’ sui Kg, dato che eseguite 10x2, 10x3,
10x4. In questo tipo di onde il peso sale sempre, però ogni allenamento è simile al precedente e
continuate a maneggiare bene o male i Kg dell’allenamento precedente.
Poiché non vi corre dietro nessuno, potete benissimo raddoppiare le sedute con incrementi di 5Kg
invece che 10Kg, portando il ciclo a 12 settimane. Oppure potete inserire queste sedute solo nel
blocco finale della mini-trasformazione, portando a 9 le settimane.
In questo modo prendete il meglio delle onde, la qualità del lavoro, senza il peggio, il fatto che i Kg
diventano eccessivi in poco tempo.
Ancora, l’approccio è McRobertiano nella filosofia del consolidamento, ma segue poi i cardini della
teoria dell’allenamento: l’obbiettivo finale è dichiarato, come la durata del ciclo, perciò niente
microcarichi e una tabella di marcia da rispettare. Perciò un minimo di pianificazione, e non è che
andate avanti fino a che potete, basta mettere anche un etto e va bene lo stesso… E’ dal confronto
fra quanto si vorrebbe fare e quanto si è fatto che si capiscono le cose.
Più che uno schema di allenamento, è un vero e proprio approccio mentale. Personalmente, a me
piace e sono mesi e mesi che sto facendo in questo modo.
Ancora più spumeggianti!
Chiaramente, se capite il giochetto, potete impostare tutte le varianti che volete. Mi rendo conto che
però non a tutti piace questa versatilità, per questo molte schede preconfezionate hanno successo.
Non è una critica, è una constatazione e comprendo il punto di vista.
Mi permetto di postare una sola variante, un’onda su 4 serie invece che su 3, con la cresta che
spumeggia più in alto.

Notate la parte colorata di giallo, è praticamente identica a quella precedente. Ogni onda invece di
finire con una doppia, termina con due singole. I Kg finali sono più elevati e infatti qua l’ultimo

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allenamento è con 200Kg. Se non siete pratici di questa roba, è molto probabile che con un
massimale di 200 di stacco possiate chiudere l’allenamento della settimana 6, se un minimo ci
credete.
Anche se sembra un’onda diversa, mantiene immutate tutte le caratteristiche del “sentire” più facile
il carico di onda in onda: dopo due singole a peso crescente la doppia o la tripla con 30Kg di meno
è sempre… “facile”.
Poiché le onde salgono più verso il cielo, l’impegno è notevolmente di più: le ripetizioni totali di
questo ciclo di 6 settimane sono 123, nel caso precedente sono 120, praticamente lo stesso. Quello
che cambia è la distribuzione dei carichi, come si vede nell’immancabile grafico qua sotto:

Lo schema B, il secondo, ha le ripetizioni spostate su carichi più elevati: invece di 3-3-2 eseguite un
3-3-1… e poi date una sgassata con un 1 a peso superiore. Questo schema necessita di molta
convinzione e concentrazione per chiudere una terza onda così fatta da stanchi. Per questo, il
coefficiente di miticità è 8 mentre nel caso precedente solo 7.
Mi raccomando…
… non sono Ian King, non sono Poliquin, e questo non è Wave Loading, ma wave loading. Non mi
interessa se non sono le scelte ottimali o se non sono le scelte canoniche: io credo di aver capito lo
spirito, e mi interessa più la sostenibilità nel tempo dello schema piuttosto che la sua efficacia nel
minor numero di sedute. Per esperienza, quello che conta è il consolidamento del carico e uno
schema più lungo è migliore di uno più breve, a parità di logica di funzionamento.
Real TV – stacco
Per farvi capire che non mi invento le cose tanto per riempire pagine di cazzate (almeno, non
volontariamente), vi descrivo l’allenamento di stacco che sto seguendo in questo periodo. Ecco i
presupposti:
 Ho deciso di “esplorare” lo stacco deloading, quello dove gli elastici tolgono Kg in partenza.
Questo esercizio permette di maneggiare tantissimi Kg su un movimento completo. Devo
dire che ho sbagliato probabilmente nella taratura degli elastici: avevo -50Kg a terra e 0Kg a
7cm sotto il centro della rotula, probabilmente avrei dovuto settare lo “sgancio” degli
elastici un po’ più in alto. In questa seduta ho utilizzato la cintura.

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 Poiché avevo a disposizione un’altra seduta di stacco, e poiché avevo esaurito tutte le
varianti possibili ed immaginabili di questo esercizio, ho improvvisato: stacco dove io sono
sui rialzi, con gli elastici a tirare da sotto il ginocchio fino in chiusura. Perciò stacco con gli
elastici +25/35Kg sui rialzi. Anche qua ho fatto casino, e mi sono accorto a metà ciclo che
gli elastici erano troppo tirati. In questa seduta non ho utilizzato la cintura.
Nel primo esercizio ho usato il primo degli schemi descritti, nel secondo esercizio il secondo
schema.

Voglio evidenziarvi l’”istinto”, perché altrimenti sembra che io sia un robot che pianifica quando
scureggiare da qui ai prossimi sei mesi.
 Questi schemi traggono esperienza dalla precedente preparazione, con qualche variazione in
più. Non è che nascono solo dallo “studio”. Perciò, non copiateli. Fate quello che dice il
prete e non quello che il prete fà.
 L’allenamento del lunedì è stato quello “a volume”, quello del sabato invece “di qualità”.
Ho mantenuto solo 1 giorno di pausa in modo da avere molto recupero fra lunedì e sabato.
Come sempre, il corpo umano reagisce e si adatta se le cose sono graduali. Il lunedì mattina
avevo i DOMS leggeri, il lunedì sera quasi spariti. Una sensazione impressionante.
 Ho fatto un esperimento con incrementi di 15Kg e non di 10Kg. Anche qua, il corpo umano
si adatta e alla fine ce l’ho fatta. Ma le sensazioni non mi sono piaciute e +15Kg è un
incremento antipatico che fa usare troppi pesetti e stressa il cervello. Non credo che lo
utilizzerò di nuovo.
 Il sabato ho optato per 4 onde di 3 serie, però non ho mai fatto l’ultima serie se non ero
sicuro di farla al meglio, infatti è successo solo una volta, alla settimana 5. Ho imparato che
il confine fra l’eroe e l’idiota è molto sottile e attraversarlo è un lampo.
 Il lunedì ho optato per 3 onde di 7 serie (ok ok ok ok, non dite nulla) partendo con carichi
molto molto molto bassi anche per i rialzi e gli elastici. Praticamente una oscillazione su 4
serie e poi un’impennata su 3 serie. Non ho mai completato l’ultima serie della terza onda, a
meno dell’ultimo allenamento.
 Ho… stravolto quanto basta le idee proposte, ma la logica è la stessa. Non fatelo anche voi,
perché io è una vita che faccio queste cose. Non mi permetterei mai di fare un Gironda 8x8
con alterazioni a modo mio, perché mi ritengo un principiante, ma qua no.

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Risultati? Due: un terrificante sviluppo della capacità di lavoro, e l’acquisizione della sicurezza su
carichi prima mentalmente molto impegnativi. Ho chiuso per 3 volte 260Kg, ho fatto doppie a
250Kg per quanto con gli elastici. 230Kg sono diventati mentalmente facili.
Gestire questi carichi, scrivere questi numeri e non provarne paura è una sensazione che mi gasa
troppo. E’ l’unica cosa che mi viene in mente. Le doppie a 250 sono state pazzesche, l’allenamento
del lunedì con le mani che mi si spaccavano e sanguinavano una cosa assurda.
Per correttezza vi dico che ho toppato il test con il corpetto, fermandomi ad un orrido 230Kg ma
perché sono un incompetente io: me lo sono tolto e ho chiuso 1x250 senza cinta, e questo denota
essere solo stupidi nell’usare la tutina. Ma penso che vi stupirò nel risultato del mio prossimo ciclo,
che deve a questo il suo attuale procedere spedito. Ho forti aspettative da questo ciclo.
Se vi piacciono questi lavori, le onde in questo modo vi intrigheranno parecchio con quella
sensazione di potenza data dal fare volumi pazzeschi e Kg elevati.
Real TV - Panca
Per quei due o tre temerari a cui interessa questa roba, posto anche lo schema della panca, su due
allenamenti:
Il sabato, con il rack, ho optato per esercizi con sovraccarico: prima la board press da 10 e poi la
panca deloading a -34Kg (-34 perché è venuto così, non perché sia importante il 4). Per la board,
consiglio quella da 10cm, quella da 6 è troppo simile alla panca piana, quella da 12 è troppo alta.
Per la panca deloading consiglio al massimo 40Kg di scarico al petto, in modo da non
sovraccaricare troppo le spalle.
Per entrambi gli esercizi ho optato per 10 serie in piramidale a salire e scendere, niente di eccelso,
kg decisi sulla base dei cicli precedenti, molta improvvisazione e feeling al momento. Tutte le
ripetizioni con pausa, anche nelle successive serie di panca piana. D i solito va a finire che un
allenamento faccio triple e doppie, un altro doppie e singole, un altro ancora una specie di test.
Il mercoledì, in condominio, l’unica opzione è stata la floor concentrica, in 3x12 con 3 prese, una
pseudo-sessione dinamica con delle singole a seguire. Ecco come si fa la “panca senza panca”
(qua il filmato)
Questo è lo schema seguito.

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Infine, ecco il mio capolavoro: 130Kg di panca con fermo, decisi e senza incertezze. Così belli che
dopo ho provato i 135Kg e li ho miseramente falliti.
(filmato di youtube)
Ma, ragazzi, per uno che ha una lesione al pettorale e che l’anno scorso in questo periodo era
bloccato sugli 80Kg di panca stretta, è quasi un miracolo.
Il fatto di poter allenarmi due volte, unito all’anno passato di ripresa, mi rende fiducioso di poter
tentare, nel 2009, i 135Kg in allenamento, i 130Kg in gara e, forse… vabbè, toccatina urogenitale,
non ci credo ma è gratis.

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