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Mercoled 11 di gennaio 2012

Milano Teatro Stella (Parrocchia dei Quattro Evangelisti)


Itinerario biblico / 1

IL ROTOLO DI RUT
Unintroduzione
don Matteo Crimella
0. Introduzione
Il libro di Rut uno dei migliori esempi dellarte narrativa biblica. La sua trama
propone una ben nota vicenda: la storia del matrimonio fra una ragazza povera
e un ricco possidente. Dallantichit fino ai nostri giorni, decine sono i racconti
che ripercorrono questintreccio con infinite varianti. Ma il racconto di Rut ha
singolari e importanti dettagli: la donna vedova e straniera, senza genitori, n
figli, n sostentamento. Non ci vuole molta fantasia per immaginare che il suo
problema trovare un buon partito. In realt la vicenda si complica a motivo
della suocera, Noemi, anchella vedova e senza figli, cio priva di una
discendenza. Le vicende delle due donne sintersecano, dando vita ad un
singolare e straordinario racconto. Alla fine Rut trover in Booz un marito ricco
e generoso e Noemi vedr una discendenza proprio grazie a Rut e Booz.
1. Un racconto ben strutturato
Lintreccio del libro di Rut assomiglia ad una pice teatrale: un prologo, quattro
atti e un epilogo. La storia costruita in modo simmetrico. Al centro vi sono
due incontri fra Booz e Rut: il primo avviene nei campi durante il giorno (2,123), il secondo si svolge presso laia di notte (3,1-18).
I due atti centrali sono preceduti e seguiti da episodi che occupano
ciascuno, curiosamente, diciassette versetti. Il primo episodio illustra
limpossibilit di un matrimonio con un altro figlio di Noemi (1,6-22). Rut si
attacca a sua suocera e Noemi, tornata a Betlemme con la nuora, racconta alle
donne della citt tutta la sua tristezza. Nel quarto episodio (4,1-17), invece, si
realizza lo scioglimento: le donne di Betlemme benedicono il Signore che ha
dato un riscattatore a Noemi. Nel primo e nel quarto atto vi sono pure altri due
personaggi: la cognata di Rut (Orpa) e lanonimo parente di Elimlec. Essi
interpretano un ruolo molto simile nelle due scene: ciascuno inizialmente
pronto a compiere il proprio dovere familiare ma poi vi rinuncia. Orpa si alza
per seguire Noemi insieme a Rut ma poi torna a casa sua (1,14); cos il parente
pi prossimo dapprima pronto a riscattare il campo di Noemi ma poi fa un
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passo indietro (4,8). Rut e Booz, al contrario, non si tirano indietro e rimangono
fedeli sino alla fine.
Il prologo del racconto (1,1-5) una storia di morte: Elimlec muore e
cos i suoi figli Maclon e Chilion. Lepilogo (4,18-22), invece, la genealogia del
re Davide, ovverosia un inno alla vita che continua. Inizio e fine sono
caratterizzati dal numero dieci: dieci anni Maclon e Chilion abitano nella terra
di Moab con Orpa e Rut; dieci sono invece le generazioni ricordate dalla
genealogia.
2. Un testo tardo
Nonostante la vicenda di Rut sia ambientata ai tempi dei giudici, prima di
Samuele, essa stata redatta molto tardi. Gli esegeti hanno analizzato con
attenzione la lingua del libro, giungendo alla conclusione che esso, con tutta
probabilit (pur essendoci discussione a riguardo) stato composto dopo
lesilio (datato solitamente fra il 587/6 e il 538 a.C.) in un tempo in cui, forse, la
Torah (il Pentateuco) e i Profeti (corrispondenti pi o meno ai libri storici e ai
libri profetici delle nostre Bibbie) erano gi diventati canonici. Nella Bibbia
ebraica il libro posto dopo i Proverbi (o dopo i Salmi), nella terza sezione,
detta gli Scritti (i ketubim). La Settanta, la versione greca della Bibbia, invece,
pone Rut fra il libro dei Giudici e il Primo libro di Samuele proprio perch il
racconto ambientato nel tempo dei giudici e si conclude con le genealogia di
Davide. Solitamente le nostre edizioni della Bibbia seguono la Settanta. Ma, con
tutta probabilit, questa pi comoda posizione del rotolo di Rut risulta essere
secondaria.
3. Un testo finemente polemico
Si comprende la forza del racconto di Rut confrontandolo con due altri libri
biblici, Esdra e Neemia. Quei testi ci offrono uno spaccato del ritorno dallesilio
di Babilonia e della fondazione della teologia e della prassi dellebraismo
postesilico, detto poi giudaismo. Il filo rosso che attraversa quei racconti
lidea della sacralit: sacralit dello spazio, del tempo e pure delle persone. In
unepoca di pluralit e pure di confusione, Esdra e Neemia intendono offrire
criteri oggettivi per definire i puri, ponendo un freno ad ogni infiltrazione e
diversit. Nasce cio lesigenza di costituire una stirpe santa (cfr. Esd 9,2). Da
qui linvito di Esdra agli Israeliti: Voi avete prevaricato sposando donne
straniere: cos avete accresciuto le mancanze dIsraele. Ma ora rendete lode al
Signore, Dio dei vostri padri, e fate la sua volont, separandovi dalle
popolazioni del paese e dalle donne straniere (Esd 10,11). Esdra poi interviene

su tutti i matrimoni misti (cio le unioni fra Israeliti e donne straniere) e i figli
nati da essi: mogli e figli sono radiati dalla comunit dei puri. Basti ricordare
alcuni passi:
Terminate queste cose, sono venuti da me [Esdra] i preposti per dirmi: Il
popolo dIsraele, i sacerdoti e i leviti non si sono separati dalle popolazioni
locali, per quanto riguarda i loro abomini, cio da Cananei, Ittiti, Perizziti,
Gebusei, Ammoniti, Moabiti, Egiziani, Amorrei, ma hanno preso in moglie le
loro figlie per s e per i loro figli: cos hanno mescolato la stirpe santa con le
popolazioni locali, e la mano dei preposti e dei governatori stata la prima in
questa prevaricazione (Esd 9,1-2).

Neemia invece descrive quanto ha compiuto in questi termini:


In quei giorni vidi anche che alcuni Giudei si erano ammogliati con donne di
Asdod, di Ammon e di Moab; la met dei loro figli parlava lasdodeo, nessuno
di loro sapeva parlare giudaico, ma solo la lingua di un popolo o dellaltro. Io li
rimproverai, li maledissi, ne picchiai alcuni, strappai loro i capelli e li feci
giurare su Dio: Non darete le vostre figlie ai loro figli e non prenderete le loro
figlie per i vostri figli o per voi stessi (Ne 13,23-25).

Esdra fa preparare liste di proscrizioni con i nomi di coloro che avevano


contratto un matrimonio con una donna straniera: si tratta di un lungo ed
impressionante elenco (cfr. Esd 10,18-43). Il finale del libro ricorda lesecuzione
del terribile ordine di Esdra: Tutti questi avevano sposato donne straniere e
rimandarono le donne insieme con i figli (Esd 10,44).
A fronte di questa ideologia che individua nellesclusione delle donne
straniere la soluzione dei problemi in un tempo difficile, il libro di Rut appare
in tutta la sua forza polemica. Le posizioni reazionarie rappresentate dai libri di
Esdra e Neemia sono profondamente contrastate dallesempio di una donna
moabita che la Legge considerava maledetta; costei la bisnonna del re Davide.
4. Fra allusioni e riferimenti
Il libro di Rut, come ogni racconto, chiede che il lettore abbia alcune
competenze. La narrazione ambientata al tempo dei giudici, evoca la legge del
levirato, suppone che si conosca la figura del goel (o riscattatore), ricorda
lantico rito del sandalo. Tutto ci chiede al lettore moderno la pazienza dello
studio per comprendere usanze e tradizioni lontane e differenti dalla sua
cultura. Occorre cio capire che cosa sia il levirato e il goel, quale sia il senso del
rito del sandalo, etc.
Ma il racconto non evoca solo antichi costumi. Sua precipua caratteristica
evocare testi e personaggi biblici. A questo proposito necessario spendere
qualche parola. Quando infatti un testo (nel nostro caso il libro di Rut) evoca un
altro testo (passi della Genesi o di altri libri biblici) si tratta di capire qual il
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nesso fra il testo darrivo (pi recente) e il testo di partenza (pi antico). Almeno
tre sono le modalit attraverso le quali un testo si riferisce ad altri testi: la
citazione, lallusione e il riferimento.
La citazione di norma introdotta da formule stereotipate (Come sta
scritto, Dice il profeta, etc.): nel libro di Rut non ci sono citazioni.
Lallusione invece consiste nellassunzione di un testo o di unimmagine
senza esplicitarne il ricorso. Questa tecnica opera almeno in due direzioni: in
primo luogo v una sorta di nascondimento in quanto il testo in relazione
segreta con un altro testo; ma nel momento in cui il lettore, a motivo della sua
competenza, riconosce il nesso fra i due testi, ha inizio lo svelamento. Perch si
possa parlare di allusione sono necessarie corrispondenze verbali, qualche
pertinenza tematica o letteraria (sequenze narrative, struttura sintattica). Basti
un esempio. Quando Booz incontra Rut nei campi le dice: Mi stato riferito
quanto hai fatto per tua suocera dopo la morte di tuo marito, e come hai
abbandonato tuo padre, tua madre e la tua patria per venire presso gente che
prima non conoscevi (2,11). Laffermazione delluomo richiama un famoso
passo della Genesi: Il Signore disse ad Abram: Vattene dalla tua terra, dalla
tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicher (Gen
12,1). Booz, parlando a Rut, allude alla chiamata che Dio ha rivolto ad Abramo:
il confronto del vocabolario lo mostra con chiarezza. Naturalmente occorrer
interrogarsi sul senso di una simile allusione, mettendo in luce s le somiglianze
ma pure le differenze delle due affermazioni.
Il riferimento invece un esplicito rimando ad un avvenimento o ad un
personaggio. Anche qui basti un esempio. Quando gli anziani parlano a Booz
affermano: La tua casa sia come la casa di Peres, che Tamar partor a Giuda
(4,12). Un simile auspicio evoca una vicenda del libro della Genesi, ovverosia la
nascita di Peres dalla singolare unione fra Giuda e la nuora Tamar (cfr. Gen
38,29). Anche a questo proposito sar necessario comprendere il senso dei nessi
creati dai riferimenti.
5. Suspense e sorpresa
Bisogna per aggiungere ancora unosservazione. Levocazione di episodi e
personaggi biblici per mezzo della tecnica dellallusione e del riferimento crea
nel lettore una certa attesa. Tale attesa modellata proprio sulle vicende
raccontate nei testi di partenza. Il libro di Rut non raramente suscita unattesa
ma poi la frustra per mezzo di una sorpresa che in realt d nuovo respiro al
racconto e apre orizzonti inediti. il gioco fra suspense e sorpresa. Per suspense
sintende lattesa anticipata di un evento segnalato in precedenza attraverso una

serie di indizi premonitori; la sorpresa, al contrario, riguarda un evento che, per


modo o contenuto, contraddice gli indizi premonitori. La narrazione di Rut si
pone in dialogo dialettico con altri testi biblici e sorprende con novit che non
appaiono essere solo narrative ma sono pure teologiche.
6. Un Dio assente?
Il lettore, abituato ai grandi racconti dellAntico Testamento nei quali Dio
interviene nella vita degli uomini e del popolo dIsraele, rimane abbastanza
sorpreso nellascolto del rotolo di Rut. Se pensiamo ad Abramo, per esempio,
dobbiamo ammettere che Dio interviene spesso: gli comanda di lasciare la sua
terra (cfr. Gen 12,1-4), gli parla in visione (cfr. Gen 15,1-6), gli appare (cfr. Gen
17,1-8), dialoga con il patriarca (cfr. Gen 18,17-33), lo mette alla prova (cfr. Gen
22,1-2). Lepopea dellEsodo, poi, vede tutta una serie di azioni celesti: Dio si
rivela a Mos (cfr. Es 3,1-22), poi ordina a Mos ed Aronne che cosa debbono
compiere di fronte al faraone (cfr. Es 7,8-9), li istruisce sul da farsi per lasciare
lEgitto (cfr. Es 12,1-20), colpisce ogni primogenito dEgitto (cfr. Es 12,29),
comanda a Mos di stendere la mano sul mare perch si apra (cfr. Es 14,16) e
perch si richiuda sullesercito del faraone (cfr. Es 14,26) e cos via. Nulla di
tutto ci nel libro di Rut: Dio non appare a nessuno, non parla direttamente ad
alcuno, non si rivela in sogno. La sua presenza nascosta, velata dietro
lintreccio delle azioni degli uomini e delle donne. Eppure, sembra suggerire il
rotolo di Rut, nello snodarsi delle vicende e nelle azioni dei personaggi del
racconto si realizza il disegno del Dio nascosto. Non si tratta di un caso isolato:
basti pensare alla vicenda di Giuseppe (Gen 37-50) e al rotolo di Ester.
Si tratter di essere attenti alle modalit attraverso le quali il racconto
evoca o ricorda la presenza di Dio. Egli colui di cui parlano gli uomini e le
donne: Dio citato nelle sette benedizioni (cfr. 1,8-9; 2,4; 2,12; 2,19-20; 3,10; 4,1112; 4,14-15), invocato nei giuramenti (1,17; 3,13), al centro delle pesanti
accuse di Noemi (1,13; 1,20-21). Dio pure riflesso nella percezione di Noemi:
alla fine del prologo, dopo che Elimlec, Maclon e Chilion sono morti, il
narratore afferma: Allora [Noemi] intraprese il cammino di ritorno dai campi
di Moab con le sue nuore, perch nei campi di Moab aveva sentito dire che il
Signore aveva visitato il suo popolo, dandogli pane (1,6). Dopo la tenebra della
carestia e della morte appare un raggio di luce; tale luce la visita di Dio al suo
popolo tuttavia, riflessa nel prisma della percezione di Noemi. Solo alla fine
del racconto il narratore ricorda un intervento diretto di Dio: Cos Booz prese
in moglie Rut. Egli si un a lei e il Signore le accord di concepire: ella partor un
figlio (4,13).

Inutile dire che tale presenza discreta uno specchio formidabile per il
lettore credente di tutti i tempi. Egli, infatti, come i personaggi del rotolo di Rut,
invoca il Signore, lo benedice, in qualche occasione grida pure contro di lui. La
storia di quei personaggi diventa la sua storia. Tuttavia alla fine della vicenda
(4,13) il lettore viene a sapere, sorprendentemente, che il Signore presente e
risponde a coloro che assumono il rischio della fede. Contro ogni tentazione di
fatalismo (Non cade foglia che Dio non voglia!) o di rassegnazione (v un
destino scritto da sempre!) il libro di Rut mostra che la volont di Dio si
intreccia con le scelte degli uomini. V un legame inscindibile fra la potenza
della grazia celeste e la libert delle persone che, in vari modi, rispondono alla
chiamata di Dio. Anzi, proprio riconoscendo questo indissolubile legame,
possibile reperire lopera di Dio nella storia degli uomini.

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